Stomachion

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martedì 21 gennaio 2020

Un condensato spettrale

La Moldavia è martoriata dalla guerra civile e, come al solito, gli americani decidono di esportare la pace utilizzando il loro efficientissimo esercito. Il problema è che, nella loro opera "pacificatrice", si imbattono in una specie di fantasma elettrico in grado di uccidere i militari semplicemente attraversandoli. Ovviamente non riesco a vedere nulla di più che delle vaghe scariche di elettricità statica che sembrano possedere una forma umana. Così decidono di chiamare Mark Clyne, ricercatore che sviluppa nuove armi per il governo, una specie di Tony Stark governativo, per semplificare. Il buon dottore, così, va in Moldavia dotato della sua migliore tecnologia per scoprire chi o cosa sta uccidendo i militari statunitensi.
Questa, in breve, la trama di Spectral, film di fantascienza di Nic Mathieu distribuito da Netflix. Nonostante la presenza di un personaggio come Clyne, stringi stringi il film si regge essenzialmente sul ritmo incessante e gli ottimi effetti speciali, mentre a livello di trama cavalca il nuovo periodo di tensione tra USA e Russia per costruire una storia che sembri credibile, ma che come al solito si riduce all'essenziale: gli altri combinano i guai e poi arriviamo noi americani, soli al mondo e decimati dalle circostanze, a risolvere la situazione.
Nel mentre della visione, però, si resta catturati dal flusso, per cui il pensiero, che pure nasce durante il discorso del generale statunitense a ciò che resta del suo esercito, viene rapidamente accantonato, travolto dal ritmo cinetico e dalla scoperta scientifica dietro questi misteriosi esseri evanescenti: il condensato di Bose-Einstein.