Il numero, nel complesso, mi ha un po' deluso, ma la principale delusione viene dal secondo capitolo di Ducktopia, la storia fantasy scritta a quattro mani da Francesco Artibani e Licia Troisi per i disegni di Francesco D'Ippolito.
La versione breve di questa delusione è presto detta: le uniche che si salvano sono le ultime 5 pagine. In queste pagine conclusive la storia si ribalta e da parodia fantasy diventa una sorta di C'era una volta(1) al contrario.
Il problema principale della storia è che la trama viene sviluppata troppo velocemente: il soggetto del secondo capitolo sarebbe, in effetti, perfetto per una saga vera e propria. E non è solo una questione legata alla velocità di narrazione, ma tutta la vicenda si svolge in meno di un giorno! Si ha quindi la sensazione, per tutta la lettura, di essere stati defraudati del racconto di una storia epica all'interno di un mondo appena accennato e che alla fine si rivela fittizio (il fatto che riveli il finale è anche indice della delusione che mi ha lasciato la storia), frutto delle macchinazioni di Macchia Nera o di Plottigat e Gambadilegno (queste ultime sono solo delle supposizioni). A questi elementi negativi se ne trovano un altro paio di positivi oltre al finale, che pur non risollevando la qualità del capitolo, comunque rendono interessante l'attesa del seguito della saga. Innanzitutto il modo in cui Paperino (userò da ora in poi le vere identità dei personaggi, visto che Ducktopia è un mondo "virtuale") reagisce alle difficoltà che gli autori mettono sul suo cammino: abbiamo un Paperino determinato che trova in se la forza per opporsi ai mostri di Amelia.
Viene poi citata una pietra che si suppone "magica", l'Arkenon, in possesso di Paperone. E visto che Archimede fino a ora non si è visto, a differenza di Pico che è stato rappresentato come un potente mago(2) che ha fornito le informazioni essenziali per la vittoria su Amelia, c'è da immaginare che questa pietra sia legata proprio con Archimede, vista l'assonanza. E magari si trova imprigionato proprio all'interno del monile. Sarà interessante, allora, scoprire l'evolvere della saga, nella speranza che questo secondo capitolo sia il punto più basso raggiunto dagli autori.
Il resto del sommario
Partiamo dalla cover story, Il centounesimo canto, che conclude quella trilogia italiana di cui Alex Bertani aveva parlato in una delle sue prime conferenze stampa da nuovo direttore di Topolino.
Questa nuova storia a puntate, infatti, riporta i paperi in Italia, questa volta sulle tracce di Dante Alighieri. Il team di Paperopoli si riunisce con quello di Adalbecco Quagliaroli per cercare un fantomatico centounesimo canto scritto dal sommo poeta, disneyzzato per l'occasione in Dante Anatrieri.I disegni, assegnati come già avvenuto per Leonardo Da Vinci e Raffaello Sanzio ad Alessandro Perina, vengono in questo caso affiancati dai testi di Alessandro Sisti. Quest'ultimo riprende i personaggi introdotti da Enna per le storie precedenti, aggiungendo alla combriccola un dantista amico di Quagliaroli e, giusto per complicare un po' la faccenda, manda in giro per la Toscana anche la sorella di Adalbecco, Peppina. La storia risulta scorrevole e con alcuni punti interessanti. Sisti, inoltre, non rinuncia, per fortuna, al racconto dei problemi politici di Dante: d'altra parte l'attività politica del poeta è una parte fondamentale della sua biografia. Unico elemento che lascia parecchio perplessi è l'introduzione dei "retrocchiali", dei visori ideati da Archimede che, settati con le giuste informazioni temporali, permettono di osservare quanto avveniva in epoche storiche differenti. Il grosso problema nell'introduzione di questo elemento è la sua esplicita rottura con il genere, quello del romanzo storico, che dovrebbe essere il riferimento de Il centounesimo canto. La storia del passato, infatti, nei romanzi storici o è mostrata tramite flashback o attraverso la ricostruzione grazie alla ricerca e al ritrovamento di documenti perduti (e ovviamente inesistenti, visto che di un romanzo stiamo parlando), che poi era la base delle due storie precedenti scritte da Bruno Enna.
Direi che, nonostante la qualità nella sceneggiatura di Sisti, il cambio della guardia ai testi si sente e purtroppo già in negativo.
La terza storia a puntate del numero, Siamo serie, giunge sul #3434 al terzo episodio. Sergio Badino e Silvia Ziche continuano a raccontare le peripezie di Paperina e Chiquita nella produzione della loro serie televisiva per il canale di Paperone, Ducknet. La serie, tra le bizze degli attori e la gestione al ribasso di Paperone, prosegue con una serie di gag divertenti, forse un po' classiche, sebbene una delle proposte dei due autori ha un gusto squisitamente facciniano che risulta particolarmente efficace e mantiene in alto la qualità della storia.
Settimana prossima sarà proprio Siamo serie a concludersi, ma sul Cappellaio non ospiterò l'articolo conclusivo relativo bensì un articolo dedicato alla storia di Sisti su Giuseppe Verdi.
Detto ciò, non mi resta che salutarvi con un annuncio meraviglioso: il ritorno di PK su Topolino con testi di Sisti (cosa peraltro confermata dallo stesso Pastrovicchio, che disegnerà la storia) con la presumubile chiusura dei volumi di Topolino Fuori Serie collegati.
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