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mercoledì 31 agosto 2022

Locke&Key: Dalla carta allo schermo

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La serie a fumetti Locke&Key di Joe Hill e Gabriel Rodriguez venne pubblicata per la prima volta in albi in formato comic book nel 2008 dalla IDW, per poi venire raccolta, dopo una quarantina di uscite, in sei volumi, corrispondenti ognuno alle sei stagioni in cui venne divisa la serie. Dopo l'uscita dell'ultimo numero, datata dicembre 2013, arriva nel 2020 su Netflix la prima di tre stagioni che adattano per il "piccolo schermo" il fumetto di Hill e Rodriguez.
In effetti la serie di Netflix non fu il primo tentativo di Joe Hill di portare la sua creazione nel mondo "reale". Tutto iniziò con un pilot realizzato per la Fox tra il 2010 e il 2011 che diede una prima spinta di entusiasmo per testare il terreno per una trilogia di film nel 2014, progetto che venne presto abortito. Quindi ecco un nuovo pilot realizzato nel 2017 per Hulu, una piattaforma simile a Netflix. Poi Hulu declinò il progetto e alla fine venne prodotto da Netflix.
Avendo letto tutti i volumi del fumetto, arrivati in Italia grazie alla Magic Press, e avendo come progetto futuro la lettura del nuovo volume, L'eta dell'oro, con all'interno il crossover con il Sandman di Neil Gaiman, ho inevitabilmente fatto un confronto tra i due prodotti, trovando alla fine quello televisivo comunque convincente, nonostante i cambiamenti, alcuni anche importanti, apportati alla trama. Alcuni di questi cambiamenti sono prettamente televisivi, come la chiave testa, che nel fumetto è presentata in una versione un pochino più realistica come una chiave che apre letteralmente la testa di chi la usa, permettendo di vederne il contenuto, mentre nella serie compare una porta attraversando la quale si entra nei ricordi della persona che la sta usando. E questa è la modifica che mi è piaciuta di più.
Le altre sono risultate decisamente molto meno convincenti, anche se in gradi diversi. Per esempio la limitazione legata all'età, assente nel fumetto, se la memoria non mi inganna. Oppure il destino di alcuni dei personaggi, che risulta differente, come nel caso di Dodge/Lucas, per esempio.
A parte le modifiche alla trama, le prime due stagioni seguono abbastanza bene il fumetto di Hill e Rodriguez, per poi divergere sempre più significativamente man mano che ci si avvicina al finale della seconda stagione, arrivando alla fine a una terza stagione che possiamo considerare come completamente originale da parte degli autori del serial televisivo. L'effetto principale è che, come lettore del fumetto, non so cosa aspettarmi e questa, da un lato, è una buona cosa. Il problema, per certi versi, è che alcune situazioni presenti nella terza stagione riprese esattamente dal fumetto alla fine sono quelle che risultano funzionare meglio, le più originali, mentre la trama principale della serie sembra solo una versione leggermente diversa del piano di Vecna in Stranger Things. In questo senso, se da un lato il finale che chiude definitivamente la storia dei Locke e delle chiavi risulta soddisfacente perché porta a conclusione la storia, dall'altro viene a mancare quella narrazione circolare che aveva, invece, fatto apprezzare il finale del fumetto di Hill e Rodriguez, senza dimenticare tutti i giochi citazionistici che sono venuti a mancare, a parte il riferimento a Richard Matheson.
Alla fine l'unica soddisfazione nella terza stagione è che è l'ultima di un progetto che avrebbe meritato nel complesso una maggior cura anche dal punto di vista degli effetti speciali.

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