Il primo
Mercoledì di Pippo ufficiale venne pubblicato su
Topolino #1982 del 1993.
Il segreto di Shazan, però, era stata anticipata di qualche mese da
Il giallo a premi uscita quello stesso anno sul #1947, che possiamo considerare come una sorta di
numero zero della serie. A idearla fu
Rudy Salvagnini con l'inestimabile apporto ai disegni di
Lino Gorlero, disegnatore anche del
numero zero, oltre che l'autore che disegnò più
Mercoledì (a seguirlo se la memoria non mi difetta troviamo
Massimo De Vita). L'ultimo
Mercoledì originale fu
Ali in fiamme uscito nel 2006 sul #2641. Poi la serie rimase nel cassetto insieme con la sospensione della collaborazione di Salvagnini con
Topolino e venne ripresa, ma solo per un episodio speciale di respiro cinematografico, da
Giulio D'Antona nel 2019
sul #3310 con una storia disegnata da
Ottavio Panaro.
Ed è proprio da quest'ultimo che i
Mercoledì riprendono con
L'incredibile segreto, una storia surreale sulla metanarrazione, un modo direi decisamente intelligente da parte di Salvagnini di prendere in giro gli espedienti metanarrativi usati e spesso abusati nelle serie televisive. Il tutto, però, non con una sceneggiatura, come invece fece D'Antona, ma con il classico romanzo
pippesco, quello che il nostro legge ogni mercoledì sera al suo amico Topolino.
D'altra parte gli elementi tipici della serie sono proprio questi: Pippo che prova ad affrontare, a modo sui, diversi generi letterari, di fatto smontandoli e rimontandoli con il suo particolarissimo gusto. Il risultato è sempre stato divertente, spesso addirittura esilarante. Inoltre lo sceneggiatore si permetteva, e lo ha fatto anche questa volta, di proporre ai lettori storie piene dei classici buchi narrativi, certo che in un modo o nell'altro ci avrebbe pensato Topolino a enfatizzarli, o esplicitamente a Pippo, che così subito provava a metterci una pezza, spesso anche più surreale del buco, oppure, come in questo caso, con lo sfogo presente nella pagina conclusiva della storia.
E ora non ci resta che sperare che
I mercoledì di Pippo siano tornati per restare tra noi ancora un altro po'!
Inevitabile che il ritorno dei
Mercoledì di Pippo avrebbe fagocitato la recensione dedicata al numero settimanale di
Topolino, diventando quasi per distacco la storia migliore dell'albo. D'altra parte la storia conclusiva dell'albo,
L'amico scomparso, è il secondo prologo a
Minaccia dallo spazio. Sempre scritta da
Francesco Vacca e disegnata da
Marco Mazzarello, è una dinamica
gag story in cui Paperino cerca disperatamente Archimede Pitagorico. Come si scoprirà alla fine, il compito di cercarlo gli era stato affidato da Topolino: come era intuibile dalla scorsa settimana, era necessario aggregare qualcuno in grado di costruire un motore superluminale, ovvero in grado di superare la velocità della luce. E in casa
Disney c'erano due, forse tre in grado di farlo. Doc Static, forse Marlin in quanto esperto di macchine del tempo, e ovviamente Archimede, grazie a un
curriculum di razzi di tutto rispetto!
E poi c'è il terzo e ultimo episodio de
La torre d'oro, la nuova storia del Paperinik di
Alex Bertani e
Marco Gervasio magistralmente disegnata da
Emmanuele Baccinelli. Direi che più o meno confermo la mezza delusione espressa con la puntata precedente, visto che alla fine sembra di fare un passo indietro rispetto alla trasferta sudafricana. Ciò che in parte la salva è la speranza che sia solo una storia di transizione verso una nuova fase del personaggio. C'è però da dire che la storia presenta un dettaglio interessante, che mostra soprattutto una diversa sensibilità nella costruzione delle storie: il Paperinik di
Guido Martina avrebbe continuato a ricostruire il castello ogni notte fino a che i tre miliardari non si sarebbero stancati, questo Paperinik, invece, si preoccupa del destino degli operai assoldati da Paperone, Rockerduck e Red Duckan, che rischiano di essere licenziati per via delle sue ricostruzioni notturne. E questa, nel complesso, è la cosa che mi ha colpito di più della storia, escludendo i disegni di Baccinelli: direi un po' poco.
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