La carriera di
Yoshiko Watanabe è stata segnata in maniera abbastanza indelebile da
Osamu Tezuka. Questi, infatti, era uno dei suoi miti fumettistici, anche se in effetti lo era e ancora oggi lo è per moltissimi
mangaka. Così, quando Tezuka fondò la sua casa di animazione, la
Mushi Production, si fece avanti, ottenendo un contratto come animatrice dal 1963 al 1972. Nel corso di questo periodo lavorò a serie come
Astro Boy,
Kimba,
La principessa Zaffiro e altre ancora. Poi, nel 1973, innamoratasi dell'Italia e, soprattutto, di un italiano, si trasferisce nella penisola, dove inizia a collaborare con varie riviste di fumetti italiane, tra cui
Fumetti in TV, che trasportavano su carta per il pubblico italiano le serie animate giapponesi: di fatto contribuì alla nascita della
via italiana del manga. Negli anni successivi ha anche collaborato ad alcuni lungometraggi italiani realizzati da
Lanterna Magica, come per esempio
La gabbianella e il gatto o
Freccia azzurra, e poi ha anche realizzato alcuni libri a fumetti, uno dei quali,
Nora Neko, letteralmente
Gatti vagabondi, che poi è anche il sottotitolo del volume uscito nel 2016 per Editoriale Cosmo.
Racconta la storia di due gatti randagi, due ladri, che vivacchiano, tra una ruberia e l'altra, in un regno medievaleggiante popolato esclusivamente da
funny animals. Le loro avventure li porteranno prima a stringere amicizia con un coleottero, quindi a venire coinvolti nell'ennesima guerra fatta per il potere, il possesso e l'avidità di pochi. Di fatto siamo di fronte a una storia antimilitarista e antipolitica (o meglio antipolitici), ricca di
gag in puro stile
tezukiano. Il tratto della
mangaka, però, presenta anche alcune influenze
disneyane, visto che alcuni dei personaggi, forse anche per via dell'ambientazione medievaleggiante, ricordano il
Robin Hood della Disney. La composizione della pagina, molto dinamica, fonde la lezione giapponese con quella europea, mentre le scene di guerra sembrano richiamare le analoghe scene viste in
Nausicaa di
Hayao Miyazaki (che ho in lettura...).
Varrebbe la pena, quindi, provare a recuperarlo, nonostante gli 8 anni passati (eh già... è rimasto 8 anni nello scaffale prima che lo leggessi...), visto che sembra ancora disponibile sul
sito dell'editore.
Nessun commento:
Posta un commento