Questa mattina due sorprese: nostra madre col torcicollo e nuova eruzione dell'Etna che ha gettato sulla città un bel po' di cenere. Così alla fine abbiamo comunque rispettato il programma originario, girare per Catania, ma solo mia sorella e me, mentre nostra madre è rimasta in albergo. Abbiamo quindi sfidato la cenere per godere della bellezza di una Catania svuotata di catanesi e popolata quasi esclusivamente da noi turisti.
Città di chiese e ombrelli
Eravamo già stati avvisati che Catania è città di chiese. La zona intorno al Duomo ha infatti una densità di monumenti religiosi che "ogni tre passi" si incappa in una chiesa. Però è anche città di ombrelli, appesi sopra i vicoli sempre intorno al Duomo. Forniscono l'ombra ai passanti e protezione dalla cenere. E in più sono colorati oltre a costituire una particolarità molto curiosa, che è stata ripetuta alcuni anni fa durante una Milano Design Week.Piazza Duomo, giusto accanto alla Piazza dell'Università, al centro esibisce l'obelisco dell'elefante, che è simbolo della città (l'elefante, non l'obelisco!).
Il Duomo, che si affaccia sulla piazza, è una delle chiese più belle che abbia mai visto, soprattutto la facciata, ricca e luminosa.
Nei vari giri fatti lì intorno tra le vie di Catania, è stato interessante vedere come i catanesi erano preparati ad affrontare la cenere: scope, spazzole, spazzafoglie, qualcuno persino con le mascherine (mi sono un po' pentito di non averla messa, visto che un po' di cenere mi è finita tra i denti). Nel complesso non ha creato grossi problemi, a parte un minimo di attenzione a dove si poggiavano i piedi nelle strade in pendenza o scendendo dalle scale del teatro greco-romano.
L'aria del passato, i gatti e la musica
Poi ci siamo mossi verso il teatro greco-romano, dove a segnare la visita più che il pensiero per l'emozione degli spettacoli che si sono svolti tra quelle pietre antiche è stata soprattutto la saga di mia sorella con i gatti di Catania, iniziata proprio al teatro e proseguita a Villa Bellini, in cui ha provato a farsi dare confidenza dai quattrozampe felini, ma senza alcun successo.E a proposito: Villa Bellini è semplicemente bellissima. All'ingresso, accolti da musica (alcuni assoli di chitarra) diffusa con degli altoparlanti, una scalinata che porta a un primo livello, con una bella fontana al centro. Quindi ecco una nuova salita fino in cima, con un gazebo al centro e una vista mozzafiato sull'Etna che nel frattempo sbuffa e fuma, e le sue ceneri arrivano in città trasportate dal vento.
La fine di questo giro arriva con l'acquisto di un po' di fritti siciliani da mangiare in albergo con nostra madre, che per fortuna si sentiva meglio.
Piccola nota curiosa: lungo via Etnea, proprio in corrispondenza di Villa Bellini, si sentivano alcune arie liriche, posso solo immaginare proprio di Vincenzo Bellini.
Il pomeriggio riposo, poi un altro giro questa volta con nostra madre, una granita al limone, la cena e quindi la doccia per togliersi gli ultimi granelli di cenere rimasti.
Appuntamento a domani con un programma non ancora ben definito.
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