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giovedì 14 aprile 2022

Witcher: Una strana famiglia allargata

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Con la seconda stagione di Witcher gli autori hanno adottato uno stile narrativo più standard rispetto a quello che aveva invece caratterizzato la prima stagione. D'altra parte non c'era alcuna necessità di costruire le interazioni tra i personaggi come un intreccio che si dipana nel corso del tempo. In questo caso, infatti, l'azione si svolge in un tempo molto più ristretto, dell'ordine dei mesi per intenderci.
La prima necessità della stagione, infatti, anticipata nelle interviste agli autori che accompagnavano la prima stagione, è quella di costruire quella strana famiglia che già si prefigurava nel corso della prima serie, ovvero Geralt di Rivia e Yennefer di Vengerberg come "genitori" e la principessa Cirilla di Cintra come loro "figlia".
Ovviamente la storia non si riduce a questa semplice necessità, visto che gli autori scavano all'interno di tutti e tre i personaggi principali, su tutti Cirilla, alla ricerca di un modo di comprendere se stessa, la sua natura, le sue origini e la sua storia, incluso quel destino che sembra le sia stato in qualche modo imposto; e poi Yennefer, che dopo essere stata la grande eroina del finale di stagione, passa buona parte della seconda stagione a trovare anch'essa se stessa, perdendosi dentro l'ossessione del riottenere il potere magico perduto; e infine Geralt, forse il più granitico di tutti, quella roccia su cui ruota l'intera storia. E la cosa è tanto più evidente, quanto ironica, visto che comunque Geralt molte cose le scopre insieme con lo spettatore. Proprio la caratterizzazione di Geralt, però, rende sempre più evidente la scelta di Henry Cavill come protagonista, visto che effettivamente sembra di essere di fronte a personaggio saldo come Superman, ma determinato come Batman: il mix perfetto, oserei dire!
Questa seconda stagione, però, viene utilizzata anche per sviluppare alcuni personaggi di suppoerto, ma non meno importanti, legati alla linea narrativa che probabilmente risulterà quella principale in quella che sarà l'ultima stagione (ma ancora non si sa quante stagioni dovremo attenderci): la guerra portata da Nilfgaard contro il resto del mondo. E le motivazioni di questa guerra verranno rivelate in un finale intenso giusto quell'attimo dopo che anche lo spettatore riesce a comprenderle. E' un colpo di scena che indubbiamente spiega molte cose, ma apre altre domande, lasciando così il desiderio di assistere alla terza stagione.
Gli autori, infatti, complicano la situazione preparando anche il terreno alla prossima stagione, che probabilmente sarà un tutti cercano Cirilla, mentre Yennefer e Geralt la proteggono e la addestrano. Ci dovremo aspettare anche una sempre maggiore presenza degli elfi, che già in questa seconda stagione sono stati molto ben sviluppati. D'altra carte alcuni aspetti della trama mi hanno ricordato gli Elfi di Jean Luc Istin, e quindi un punto di vista molto più realistico.
Non mi soffermo sui temi dei rifugiati e di come questi si rivelino, alla fine, mal accolti non solo da coloro da cui stanno fuggendo, ma anche da chi li accoglie: è qualcosa di stretta attualità. E se non esattamente immediata, direi che presto lo sarà.

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