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sabato 23 aprile 2022

Superman: Salvare la Terra

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Il 15.mo volume della ristampa del Superman di John Byrne non presenta alcuna storia tratta dal serial principale, ma segna il quasi esordio in era post-Crisis di uno storico avversario di Superman e un lungo speciale con un disegnatore ospite fondamentale per la storia del personaggio. Andiamo, però, con ordine, partendo da Adventures #438, disegnato come sempre da Jerry Ordway, con l'arrivo della versione byrniana di Brainiac.
Il fumettista canadese, sempre in veste di sceneggiatore su Adventures, propone una versione particolare dello storico avversario di Superman: sempre uno scienziato megalomane proveniente dal pianeta Colu, ma in questo caso il suo viaggio nello spazio viene apparentemente realizzato come pura coscienza. E giunge sulla Terra in questo modo, infestando la mente di un mentalista e illusionista, MIlton Fine, Lo stupefacente Bariniac, artista da circo. La presa della mente aliena di Brainiac, però, diventa così forte che Milton non può fare a meno di scatenare i suoi poteri mentali, e così Superman è costretto a intervenire. La sfida, però, è in un certo senso impari e non sarà Superman a concluderla, elemento già di per sé piuttosto inusuale. Inoltre il finale inquietante promette l'arrivo sulla Terra del Brainiac che ormai conosciamo bene, quello con l'impianto cerebrale sulla testa.
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Il Brainiac originale aveva esordito nel 1958 su Action Comics #242, ideato da Otto Binder e Al Plastino, come collezionista di città provenienti dai pianeti con vita intelligente. Vril Dox, questo il vero nome del coluano, rimpicciolisce le città per poi rinchiuderle sotto delle campane di vetro. Tra le sue "vittime" si conta la famosa Kandor da Krypton. Per cui l'inizio de I ladri della Terra, storia uscita sullo speciale Superman: The Earth stealers del 1988, non può che far pensare proprio all'arrivo di Brainiac annunciato da Fine alla fine di Adventures. Come, però, si scopre dopo una quindicina di pagine, non c'è Brainiac dietro il "rapimento" della Terra. Andiamo, però, con ordine, partendo dall'inizio.
Dal punto di vista della continuity siamo di fronte a un Superman messo alle strette da Lois dopo la scoperta che lui e Clark Kent, che noi sappiamo essere la stessa persona, sono stati cresciuti insieme dai Kent. Lois, mostrando grande intelligenza, si avvicina pure alla verità della cosa, ma gli eventi precipitano a una velocità per cui la cosa risulta pressocché accantonata dalla giornalista.
Il resto della trama, invece, è una space opera di fatto ispirata alle classiche avventure del Superman silver age, personaggio potentissimo in grado persino di spostare pianeti, cosa che in qualche modo riesce a fare anche in questo speciale, pur se con l'aiuto della tecnologia aliena. A confermare l'ispirazione fumettistica c'è anche la presenza di un disegnatore ospite che ha caratterizzato con la sua lunga carriera proprio il Superman silver age, Curt Swan. Tra l'altro accostare nello stesso numero Swan a Ordway, che peraltro inchiostra quello che possiamo considerare il suo maestro, mostra la forte influenza del primo sul secondo.
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La storia, soprattutto nella prima parte, è poi ricca di scorci spaziali meravigliosi. Inoltre Byrne immagina che la conquista dello spazio prosegua su due binari differenti per i due contendenti della guerra fredda, con gli Stati Uniti che hanno costruito una base lunare, mentre i sovietici con una stazione spaziale orbitante. Tra l'altro la base lunare, operativa da appena un mese, è la prima a osservare l'arrivo dell'astronave aliena grazie alle strumentazioni di osservazione ad alta definizione. In una delle vignette, poi, è presente quello che sembra un telescopio spaziale, anticipando di un paio di anni la messa in orbita del telescopio Hubble.
Byrne, poi, ha tutta l'intenzione di mantenere una certa verosimiglianza scientifica, per cui quando gli astronauti lunari escono per recuperare Superman, sbalzato lontano dalla gigantesca astronave aliena da un misterioso campo di forza, le procedure condotte per il salvataggio sembrano piuttosto realistiche. Lo stesso Swan realizza delle tute spaziali molto simili a quelle in uso dagli astronauti statunitensi, anche se forse leggermente più snelle, mentre il rover lunare usato per recuperare Superman mantiene il design di tutti i suoi predecessori reali. La base lunare, invece, ricorda un po' la struttura modulare con cui sarebbe stata costruita la Stazione Spaziale Internazionale nel corso degli anni '90 del XX secolo.
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Altro dettaglio interessante è poi la battuta, proveniente dall'astronave, in cui si ordina di rallentare a velocità planetaria, cosa dovrebbe suggerire la grande velocità con cui il mezzo cosmico dei rapitori alieni si stava muovendo. La Terra, infatti, orbita intorno al Sole con una velocità media di 107200 km/h!
Inoltre, per sottolineare il grande livello tecnologico, Byrne fa dire agli scienziati sulla Luna che la conca energetica che sta inglobando la Terra e la Luna non presenta alcuna fluttuazione gravitazionale, in pratica non ha massa. In fondo nella mente di Byrne quella altro non è se non energia, ma anche l'energia sarebbe in grado di generare delle deformazioni spaziotemporali come onde gravitazionali. Ovviamente all'epoca esperimenti come LIGO e VIRGO non erano ancora pronti per rilevare le onde gravitazionali, quindi non dovrebbe stupire che l'autore canadese non abbia preso in considerazione la cosa.
La storia, però, presenta alcuni elementi che lasciano un po' perplessi (e non mi riferisco al fatto che Terra e Luna tornano al loro posto senza alcuna conseguenza per il resto del Sistema Solare). Innanzitutto all'inizio sembra che gli alieni escano fuori dalle classiche striscie di Jeff Hawke, però leggendo la storia manca completamente di qualsiasi elemento ironico che non manca mai nella striscia di Sidney Jordan. Il capitano della nave aliena, poi, viene all'inizio caratterizzato come una specie di commerciante che deve procurare pianeti disabitati per produrre energia per una società aliena tecnologicamente avanzatissima. Già il fatto che non si faccia scrupoli a portare via la Terra nonostante sia abitata, lo caratterizza in maniera abbastanza forte, però, oltre all'assenza di qualunque spirito ironico nonostante la caratterizzazione grafica di Swan, a un certo punto inizia un discorso filosofico sulla vita e sulla morte che risulta piuttosto assurdo vista la caratterizzazione precedente.
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Nel finale, poi, Byrne ignora completamente i testimoni spaziali russi e statunitensi, visto che Superman si permette di cancellare tutte le prove fotografiche del rapimento della Terra dal rullino di Jimmy Olsen. Si può anche immaginare che le due agenzie spaziali mantengano il segreto sul contatto, ma un riferimento alla cosa non avrebbe sicuramente guastato. Gli stessi Olsen, White e Lane avrebbero potuto far notare che la NASA avrebbe potuto divulgare video e foto scattate durante il rapimento, e invece i tre in blocco accettano il silenzio suggerito loro da Superman quasi senza battere ciglio. D'altra parte la stessa Lois sembra particolarmente remissiva, forse proprio grazie ai due baci in punta di labbra che vengono mostrati nel corso dello speciale.
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Sembrerebbe, dunque, che i problemi tra i due siano superati, salvo poi ritrovrsi su Action Comics #598 di nuovo punto e a capo e lasciando così il dubbio che lo speciale spaziale sia da considerarsi sostanzialmente fuori continuity. Ad ogni buon conto il nuovo numero di Action Comics segna l'esordio dell'agenzia spionistica Checkmate, agenzia spionistica che gli autori dell'albo non hanno al momento alcun interesse a chiarire se governativa o meno. La storia, infatti, è co-realizzata da Byrne insieme con Paul Kupperberg, accreditato insieme con Steve Erwin come creatore dell'agenzia. Il motore della storia, ad ogni modo, è dato dalle rimostranze del governo quraqueno per l'intervento di Superman contro i loro terroristi, dai quali ovviamente si dissociano, in evidente riferimento alle prime storie di Adventures scritte da Marv Wolfman. Ad ogni modo la sensazione è che i due autori si siano divisi in particolare le operazioni di disegno delle pagine: nonostante i due stili siano abbastanza simili, si trovano sufficienti differenze tra le pagine per avere questo dubbio.

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