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domenica 24 aprile 2022

Topolino #3465: Il ritorno dei paperi romani

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In effetti più che un ritorno è una promozione, visto che gli Italici paperi tornano su Topolino come Urbani paperi, in una nuova stagione delle avventure di Paperonoro e parenti. Matteo Venerus, affiancato dal direttore Alex Bertani, cala la strana famiglia italica nelle atmosfere della Roma repubblicana.
Come avevo già valutato in occasione della precedente stagione, dobbiamo considerare come ambientazione cronologica un anno intorno al 145 a.C. Ovviamente non essendoci alcun evento storico particolare da rappresentare, l'epoca è da considerarsi puramente indicativa. L'obiettivo degli autori resta imdubbiamente quello di raccontare qualcosa sugli usi e i costumi di Roma, ma a differenza della stagione precedente, con gli Urbani paperi Venerus introduce anche una serie di elementi decisamente molto interessanti che aumentano l'interesse nella lettura degli episodi futuri. Gli autori, infatti, si concentrano su alcuni dei protagonisti della famiglia papera, iniziando a seguirne le vicende, portando così il lettore all'interno della vita pubblica e privata degli antichi romani, e approfondendo aspetti come la politica, il commercio, la scuola.
I disegni sono sempre affidati a Emmanuele Baccinelli, in questo caso alla prova con un'ambientazione molto più urbana rispetto alla serie precedente. La prova, comunque, risulta ampiamente superata, mentre il suo tratto squisitamente carpiano non può che far pensare immediatamente, almeno al lettore di una certa età, alla Storia e gloria della dinastia dei paperi, di cui è in arrivo una nuova ristampa.
Dal punto di vista storico, però, ho trovato un paio di dettagli che non tornano esattamente. Ad esempio l'elezione dei due consoli non era affidata al censore ma dagli aventi diritto riuniti nei comizi centuriati. E', invece, corretto che spesso veniva eletto anche un console plebeo, come sembra essere Tizio Caio in questo primo episodio, Ai vostri posti.
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Altro dettaglio è la descrizione dell'educazione scolastica nell'antica Roma. I bambini e i ragazzi venivano affidati alle cure di un precettore, spesso uno schiavo o un liberto, e dunque in una posizione sociale inferiore persino agli stessi scolari, che dunque non avevano alcun rispetto nei confronti del magister. Ovviamente chi poteva, optava per il precettore casalingo, anche perché le lezioni si svolgevano spesso in stanze anguste e strapiene di allievi, con la porta che dava direttamente sulla strada e separata da essa solo da una semplice tenda. Era già tanto se erano a disposizione i banchi per gli allievi e una cattedra per l'insegnante. In questo senso gli ottimi disegni di Baccinelli non sono, forse, riusciti a rendere al meglio le condizioni scolastiche non esattamente comode degli studenti dell'antica Roma, sebbene si noti un qual certo disordine per l'aula. D'altra parte la stessa presenza di uno studente esplicitamente privilegiato risulta un po' fuori luogo, visto che evidentemente la sua famiglia avrebbe potuto permettersi un precettore privato. Ovviamente anche a livello di contenuti non c'era alcun confronto con la scuola greca.
A parte ciò, direi che siamo di fronte a un ottimo esordio, in cui si nota un maggior interesse nel voler raccontare anche la storia dei personaggi e non solo l'ambiente in cui si muovono.
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A seguire abbiamo il secondo episodio de Le sette streghe vulcaniche. Bruno Enna ci spiazza dopo poche pagine visto che il ruolo di Amelia come narratrice finisce lì dove inizia quella che è la vera sfida, prefigurata nel titolo, della saga, quella tra Paperone e le altre streghe, capitanate dall'americana Irma, per ora il personaggio meglio caratterizzato insieme con Grilla, la strega islandese.
Per contro a Paperopoli si unisce al gruppo Pico che viene coinvolto nella spedizione di riconsegna delle monete rubate da Amelia agli altri ricconi, quelle mostrate nella storia d'esordio della strega partenopea da Carl Barks. Nel complesso questo secondo episodio, con un sempre ottimo Roberto Vian ai disegni (nessun altro errore geografico da segnalare!), possiamo considerarlo in qualche modo interlocutorio, con unico evento rilevante l'assalto delle streghe vulcaniche al deposito di Paperone.
Enna dunque applica la classica ricetta del fantasy, con il gruppo di eroi che si separa in missioni parallele, ma comunque tutte fondamentali per la riuscita del loro piano. E' anche per questo che questo secondo episodio risulta sostanzialmente interlocutorio, visto che i vari personaggi sono all'inizio del loro viaggio.
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Ultima menzione per la storia di chiusura, La grande rapina ronzante di Sisto Nigro e Ottavio Panaro. E' un giallo abbastanza classico su una spettacolare rapina compiuta grazie all'aiuto di uno sciame di api. Il principale indiziato diventa Orazio, in quel momento appassionato apicoltore e, soprattutto, ritratto dalle videocamere di sicurezza all'interno del furgone usato per compiere la rapina. Interessante come Basettoni, anche se non con i modi espliciti che di solito avvengono in casi analoghi nei serial televisivi, invita Topolino a indagare per dimostrare l'innocenza del suo amico, visto che dati gli indizi lo stesso Basettoni ha, in un certo senso, le mani legate. Alla fine una storia divertente, ma anche abbastanza canonica per il genere.

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