Stomachion

sabato 18 agosto 2018

Topolino #3273: Fine di un'odissea

Si conclude con la seconda puntata la Topodissea ideata da Roberto Gagnor con i disegni di Donald Soffritti e iniziata settimana scorsa.
Tra Scilla e Cariddi
Il secondo e conclusivo episodio della Topodissea con il ritorno a Topolitaca risulta altrettanto divertente anche se più gradevole e per un paio di motivazioni: da un lato c'è la stessa prima puntata che, tra difetti e pregi, fornisce al lettore un punto di partenza con cui approcciare la storia; dall'altro le invenzioni di Gagnor risultano meglio inserite nel contesto storico, anche grazie a un uso molto più ridotto degli inglesismi. Potrebbe essere, allora, interessante per la più che probabile edizione in volume provare ad eliminarli, sostituendoli con termini in greco antico. Infine il finale dell'avventura, con l'esplicito invito alla lettura, chiaro marchio di fabbrica di Gagnor, arricchisce la parodia di un elemento forse scontato conoscendo lo sceneggiatore ma non per questo meno gradevole. D'altra parte Soffritti conferma quanto già scritto in precedenza pur con una storia più densa di vignette: particolarmente piacevoli risultano la quadrupla con Rockerione che scatena una tempesta contro Topodisseo e i suoi amici o quella del ritorno sulle coste di Topolitaca.
Tornando al mito, in questa seconda puntata si completa il confronto con Circelia, cui si aggiungono nel seguito Scilla e Cariddi e le sirene.
Trudypso (Calipso interpretata da Trudy) e Circelia (Circe interpretata da Amelia) sono le trasfigurazioni dal mito più distanti rispetto all'opera originaria: infatti sia Calipso sia Circe furono amanti di Ulisse e non semplicemente una cuoca sperimentale eccessivamente invadente o una strega mercenaria allergica all'aglio.
Scilla e Cariddi, invece, vengono rappresentate come due matrone invadenti dal carattere spigoloso che si inalberano abbastanza velocemente dopo il rifiuto a fare due chiacchiere. Nel complesso è una versione meno violenta delle leggendarie Scilla e Cariddi, i mostri che distruggevano le navi che osavano attraversare lo Stretto di Messina, un tratto di mare naturalmente rischioso a causa dei gorghi e degli scogli.
Quella delle sirene, insieme con il confronto finale con i Procioni/Proci, è probabilmente la parte più fedele della parodia: anche in questo caso delle belle papere con la coda di pesce e una musica ammaliatrice cercano di attirare le navi verso gli scogli per farle naufragare miseramente. In questo caso i tappi di cera vengono utilizzati non prima, ma dopo l'approccio con le sirene. Topodisseo non utilizza i tappi, però, non per una qualche prova eroica, ma perché i tappi non sono sufficienti per le sue orecchie!
Fantomoius contro tutti (o qualcosa del genere!)
La storia d'apertura di Topolino #3273 è, però, La notte delle gemme, nuovo episodio della serie Le strabilianti imprese di Fantomius di Marco Gervasio. Se, come al solito, c'è poco da segnalare dal punto di vista del disegno (lo stile cavazzaniano e la griglia ordinata continuano a restare costanti di questa serie), la storia è ormai un classico. Fantomius si prepara per l'ennesima rapina che nel corso della storia diventa accettabile per il lettore perché fatta ai danni di personaggi equivoci, in questo caso un gruppo di ricconi che stanno cercando di frodare l'assicurazione. Il finale introduce nella serie un giovane Cuordipietra Famedoro che, si spera, possa portare un poì di verve nelle prossime storie.
Da Paperoga a Gastone
Menzioni conclusive per la breve con protagonista Paperoga, La foto dell'anno di Giorgio Figus e Lucio Leoni, e per Gastone crocierista in incognito di Roberto Moscato e Stefano Zanchi.
Dinamica, divertente e con il giusto guizzo di follia che alla fine coinvolge il coprotagonista la storia con Paperoga, ben disegnata dal sempre ottimo Lucio Leoni grazie al tratto rotondo e dinamico di matrice scarpiana.
Ben costruita, invece, la storia con Gastone, forse un po' "telefonata" e in questo senso deludente, visto che inizia con Paperone che sembra riuscire, finalmente, a mettere alle strette la fortuna del nipote. Nel complesso una gag story comunque gradevole, molto ben disegnata da Zanchi, cui ho poco da aggiungere rispetto a quanto scritto l'ultima volta.

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