Stomachion

sabato 11 agosto 2018

Topolino #3272: Topodissea

Tra una storia sul cinema e un'altra sull'arte Roberto Gagnor trova anche il tempo e la passione per realizzare quella che può essere considerata la prima vera e propria parodia sull'Odissea di Omero.
Sulle tracce di Omero
Come qualcuno potrebbe obiettare, esistono nella storia di Topolino una Paperodissea e una Paperiade, scritte entrambe da GuidoMartina per i disegni rispettivamente di Pier Lorenzo De Vita e Luciano Bottaro. Le parodie di Martina, però, erano spesso più ispirate che non fedeli alle opere originali e spesso il prolifico sceneggiatore disneyano modernizzava l'ambientazione, come nel caso delle due mitiche storie di cui sopra.
A queste due di sopra vanno anche menzionate Pippo Ulisse di Cal Howard per i disegni di Hector Adolfo de Urtiága e Il vero Ulisse di Caterina Mognato e Maurizio Amendola in cui Topolino, grazie alla macchina del tempo, incontra il vero Ulisse, ripercorrendone alcune delle imprese. Entrambe le due ultime storie, come la parodia di Gangnor, sono ambientate nel passato e quindi, in qualche modo, più fedeli al testo originario.
In realtà i problemi dell'Odissea non sono tanto di ambientazione, quanto dei temi trattati: religione, guerra, violenza, sesso e amore. Tutti temi che sono in qualche modo tabù nel moderno fumetto disneyano. Si possono, dunque, immaginare le difficoltà che ha incontrato Gagnor nell'affrontare una parodia dell'Odissea oggi. Il simpatico sceneggiatore è però riuscito a risolvere questi problemi con alcune soluzioni in alcuni casi abbastanza brillanti.
La religione, legata al politeismo, viene affrontata con gli dei paperi che vivono in un tempio con il simbolo del dollaro sulla cima del monte Olimpapero. Non sono venerati, ma hanno grandi poteri e si mostrano, più o meno come gli dei olimpici, abbastanza simili ai normali esseri umani. Le interazioni e i ruoli scelti per questi dei paperi ricalcano abbastanza bene gli olimpici della tradizione, con l'eccezione di Ermes Paperogo che acquisisce il carattere di Paperoga.
La guerra è appena citata con l'assedio di Troia, che diventa la città-deposito di Zeus Paperonio conquistata dai Bassottidi, eliminando così qualunque riferimento a Elena. La violenza, invece, è soprattutto violenza degli elementi, o violenza psicologica, come quella dei procionidi nei confronti di Minnelope (Minni), rimasta sola a Topolitaca con la responsabilità dei nipoti di Topodisseo (Topolino), Tele e Maco, e di Paperiloco (Paperino), Quide Quode e Quade. Oppure abbiamo la violenza più manifesta di Gambadifemo, gigante orbo che invece di pascolare pecore e mangiare esseri umani, ha un bed & breakfast e produce e mangia formaggini dal puzzo insopportabile.
Il sesso, come ovvio, non viene trattato, mentre l'amore è appena accennato: Minnelope è la fidanzata di Topodisseo in attesa del suo ritorno per potersi sposare e come Penelope fa e disfa il suo corredo, costituito non da le lenzuola del talamo ma dalle tendine del salotto; Paperatena ha una cotta per Paperiloco; Topodisseo non ha nessuna avventura amorosa nel corso delle sue peregrinazioni.
Questa scelta particolare, sicuramente comprensibile, ma che potrebbe far storcere il naso (è evidente che si sperava, almeno, in Topolino e Minni sposati anche solo per questa occasione), non è però l'elemento di maggiore perplessità. Gagnor, infatti, decide di inserire elementi della modernità all'interno delle battute: il già citato bed & breakfast ne è un esempio. La perplessità maggiore, però, non è tanto nel loro uso, ma nel fatto che, in maniera abbastanza casuale, alcuni di questi inglesismi vengono, con intelligenza, presentati con il corrispettivo in greco antico, mentre altri sono presentati con il loro nome inglese, generando così confusione e, soprattutto, rompendo il simpatico gioco che si era instaurato con il lettore.
Altro elemento che fa distorcere il naso è la presenza di Pippomero come poeta e narratore esterno, ma anche come componente dell'equipaggio ristretto di Topodisseo. Come da tradizione, i protagonisti sono infatti Topolino, Pippo e Paperino, ma il ruolo assegnato a Pippo risulta in alcuni momenti un po' troppo fuori le righe. Pippomero, infatti, poeta spesso nei momenti meno opportuni, creando una gag ricorrente che, a differenza di altre, riduce i toni epici di alcune scene. Sarebbe stato, forse, più opportuno scegliere un altro personaggio per interpretare Omero, magari ripescando il cantastorie della saga di Paperandria.
Da parte sua Donald Soffritti realizza una delle sue migliori prove da disegnatore: lo stile cartoonesco e quasi quadrato del disegnatore si evolve in un tratto più gentile, pur se con un'inchiostrazione più marcata, avvicinandosi in molte vignette allo stile di Corrado Mastantuono, non solo nel tratto ma anche nella scelta delle posture dei personaggi. Inoltre, grazie alla sceneggiatura di Gagnor, riesce a realizzare anche spalsh page e quadruple spettacolari e d'impatto. L'unico personaggio che risulta poco efficace è Circelia che per ora non sembra avere la forza grafica della corrispettiva Amelia.
La storia nel complesso è gradevole e simpatica, nonostante le difficoltà nella trama e le perplessità di cui sopra: speriamo che le puntate successive non introducano altri elementi di tal genere, perché sarà difficile che ciò che è stato rilevato in questa prima puntata possa migliorare.
Un viaggio nel west
Lorenzo Pastrovicchio concede il bis con la seconda storia normale consecutiva, questa volta su testi di Giulio D'Antona. La lunga strada polverosa vede Paperino e Paperoga andare in missione per conto di Paperone verso una località turistica il cui resort guadagna meno per previsto. Come ovvio nella filosofia di Paperone, un mancato guadagno è come una perdita (o quasi!) così urge capire cosa sta accadendo.
I due cugini attraversano deserti e praterie a bordo della solita automobile/ferrovecchio fornita dallo zione, trovandosi a fare tappa in cittadine dove il west è un'attrazione turistica, mentre i cow boy guidano delle motociclette. I valori e le idee dell'epopea western vengono, però acquisiti sia dai due cugini, che finiscono il viaggio a bordo di due cavalli, sia dallo zione, con la scontata, ma sempre efficace, cavalcata finale in direzione opposta al lettore.
E scusate le spalle!
In vacanza
La vacanza incrociata parte su premesse interessanti: lo scambio di casa tra due personaggi disneyani. Nello specifico Pietro Zemelo, coadiuvato da Federico Franzò, mette a confronto Archimede con Gambadilegno. Nel complesso La rapina abbastanza remunerativa ma non troppo di Sio ed Emanuele Baccinelli, giunta al secondo episodio, risulta un capolavoro imperdibile. E scusate se sono stato buono (con Sio).

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