Il mitico Gatto
Ad affiancare sulle pagine de Il mitico M.I.T.O. c'è, come di consueto nella maggior parte delle storie di Gatto degli ultimi anni, lo sceneggiatore Fabio Michelini. Nella storia Paperone rivoluzione il mercato dell'usato grazie a una serie di tubi pneumatici che attraversano la città collegati a un mega computer che, valutando gli oggetti che vengono inseriti nei tubi, propone un prezzo di vendita da pagare al venditore immediatamente. In questo modo Paperone acquisisce oggetti che può rivendere o riciclare, ma soprattutto permette ai paperopolesi di avere del denaro fresco da reimmettere nel mercato, riportando così tale denaro nelle sue tasche. Come al solito sarà Paperino a rovinare il piano di Paperone, anche se il classico comitato sulla bellezza di Paperopoli avrà comunque un ruolo piccolo ma fondamentale.La storia, abbastanza leggera e scorrevole, viene disegnata con lo stile spigliato ma riconoscibile adottato da Gatto negli ultimi anni. Nel corso di questi sessant'anni, iniziati con Il ciliegio rabdomante, Gatto, dopo aver iniziato con uno stile molto vicino a quello di Giovan Battista Carpi e Giulio Chierchini, ha ben presto adottato il tratto rotondo di Romano Scarpa, di cui è anche stato inchiostratore, snellendolo man mano fino alle storie attuali. Nel corso degli anni Gatto ha adottato alcuni caratteri distintivi, come la firma con un gatto con pennello in alcune delle sue storie, o l'uso di gocce di sudore evidenti per enfatizzare le espressioni dei paperi, che successivamente verranno utilizzate soprattutto dopo l'avvento di Alessandro Barbucci con le sue influenze manga.
Luciano Gatto è stato ed è ancora uno dei disegnatori disneyani più facilmente riconoscibili, ed elementi del suo stile si possono ritrovare oggi in disegnatori come Carlo Limido e Lucio Leoni.
Minni e Topolino
In questo numero in cui inizia la pubblicazione delle storie celebrative dei 90 anni di Topolino, appena due storie su sei sono ambientate a Topolinia, e solo una, quella d'apertura, ha Topolino come protagonista.Io&Minni, storia collage di Giorgio Fontana e Massimo De Vita, inizia con Topolino che, in un serie di vignette a sfondo monocromatico, prova a capire per quale motivo la fidanzata sia arrabbiata con lui. L'idea di fondo viene, allora, sviluppata in maniera simile a quella di molte puntate ricapitolative di vecchi serial televisivi che spesso finivano con episodi che montavano spezzoni di tutta la stagione collegati uno con l'altro dai protagonisti riuniti insieme a ricordare i momenti passati.
Con questa filosofia, dopo una sequenza iniziale che reinterpreta il primo incontro visto in Plane Crazy, i due autori propongono una serie di piccole situazioni con l'obiettivo di rappresentare Topolino e il suo rapporto con Minni. Alla fine la parte migliore di una storia particolarmente frammentata risulta quella costituita dalle ultime sei pagine, quando i due personaggi si chiariscono dopo l'ultimo litigio e la voce narrante viene ridotta alla sola pagina conclusiva, risultando così meno invasiva alla lettura.
De Vita propone il suo usuale repertorio nella costruzione della pagina, mostrando in molte vignette il debito a Floyd Gottfredson: posture, volti, inquadrature richiamano il disegnatore dello Utah, in particolare quello delle strisce autoconclusive urbane dell'ultimo periodo.
Tutto sommato un inizio di celebrazioni gradevole, anche se forse ci si poteva attendere qualcosa in più.
Civiltà terrestri un poco extra
Il numero si chiude con l'inedita di produzione Egmont L'esplorazione interstellare, realizzata dall'italiano Massimo Fecchi su testi di Byron Erickson. Già l'inizio lascia un po' perplessi: cosa ci sta a fare nel club degli esploratori (ennesimo club in una città che fa di queste associazioni uno dei suoi elementi distintivi!) il buon Rockerduck, che mai nessuno ha caratterizzato come un esploratore?Messa da parte questa domanda, ecco che inizia il classico duello verbale con Paperone che sfocia nell'ennesima sfida: affrontare una nuova avventura con lo scopo di scoprire qualcosa di nuovo sulla misteriosa civiltà degli ananasazi, scomparsi all'improvviso non si sa dove. Ovviamente Paperone parte insieme con i nipoti e Rockerduck proverà a mettergli i bastoni tra le ruote.
La storia scorre abbastanza lineare e mescola gag con elementi dell'avventura classica e un pizzico di fantascienza nel finale, quasi a voler ammiccare alle teorie complottiste sulle presunte civiltà aliene sul nostro pianeta. Nel complesso una storia che non dispiace, come al solito molto ben disegnata dal tratto rotondo di Fecchi.
Un gioiellino
Il gioiellino del titoletto non è solo la blatta d'oro coprotagonista de Il colpo alla rovescia di Federico Rossi Edrighi con i disegni di Giuseppe Zironi, ma anche la storia stessa.Sotto la minaccia di un collezionista criminale, Gambadilegno dovrebbe riportare al suo posto un prezioso monile. Essendo indisposto, il compito tocca alla sua colombell, Trudy. La storia, così, rompe con il classico schema della rapina, costringendo il ladro a ripercorrere a ritroso la strada compiuta per la rapina. A complicare la vicenda c'è anche la presenza di Oswald Stolengoods, il collezionista di cui sopra, in un incrocio di strade che genera alcune piccole divertenti gag.
Unico difetto è l'arresto di Stolengoods: Edrighi ha, in effetti, creato un personaggio molto interessante in grado di colpire il lettore allo stesso modo del gottfredsoniano Mr. Lamb, ed è un vero peccato che la sua storia editoriale sia stata progettata per durare solo in questa piccola storia.
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