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Proprio quest'ultimo genere di apocalisse è quella alla base di Barbagrigia di Brian Aldiss: in un lontano futuro un esperimento nucleare ha distrutto le fasce di Van Allen consentendo alle radiazioni cosmiche di colpire indisturbate la superficie del pianeta, rendendo così il genere umano sterile. Il protagonista, il quarantenne Algernon Timberlane, a causa dell'invasione di ermellini nel villaggio inglese di Sparcot, inizia una peregrinazione in un mondo dove la natura sta prendendo il sopravvento insieme con la moglie Martha.
La società umana che i coniugi Timberlane, ormai tra i più giovani sul pianeta, incontrano nel loro peregrinare è sconfortata, autodistruttiva, violenta quasi come un ultimo rigurgito di orgoglio, preda di superstizioni e alla ricerca di una speranza rappresentata da un ipotetico bambino nato chissà dove e venerato come una divinità per il semplice fatto di poter esistere.
In effetti il romanzo è intriso di una tristezza e di una disperazione profonde e il messaggio di speranza rappresentato dalla possibilità che da qualche parte una donna sia riuscita a procreare rappresenta quella stessa speranza che aveva Aldiss di rivedere i figli dopo il divorzio dalla sua prima moglie. Inevitabilmente la sua condizione morale ha influenzato la stesura di un libro che forse senza tale condizione non avrebbe avuto quella vivida forza disperata che invece possiede.
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