Stomachion

mercoledì 22 agosto 2018

L'enigma dei tre omini

La trama è abbastanza semplice: un uomo, Jacob Blunt, va nello studio di uno psichiatra, George Matthews, e gli sottopone uno strano caso. Ogni giorno tre “gnomi” lo pagano per portare a termine alcuni compiti decisamente fuori dal comune, come ad esempio indossare un fiore diverso ogni giorno. L’enigma dei tre omini (The deadly percheron) di John Franklin Bardin inizia, così, come un classico giallo investigativo, con lo psichiatra che si ritrova ben presto coinvolto in un caso di omicidio. Questo inizio, però, è ingannevole: il romanzo diventa ben presto un thriller psicologico, antesignano di questo genere (tecnicamente detto noir) in cui il protagonista, dopo un periodo di una qual certa apatia, fa di tutto per recuperare la memoria perduta, dentro cui è conservato il suo ruolo in questo incredibile omicidio.
Lo stile di Bardin, al tempo stesso ricco di dettagli e crudo nelle descrizioni, appassiona il lettore fino alla scena finale, molto fumettistica con il confronto con l’omicida e un finale leggermente ambiguo nonostante il racconto sia in prima persona (Matthews è il narratore) e forse è il punto più debole di un romanzo bello e interessante che è solo il primo di un trittico di romanzi di tal genere: la speranza è che Polillo, dopo aver riportato nel formato de I bassotti L’enigma dei tre omini decida almeno di completare questa piccola serie.

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