Stomachion

lunedì 13 gennaio 2020

Il dono di Svet

Svetlana Tereskova è una poliziotta newyorkese. E' una dei tanti russi nati in terra statunitense dopo che la Russia, in alleanza con la Cina, ha invaso il suo storico avversario dopo che la crisi dei missili cubani del 27 ottobre del 1962 si svolse in maniera leggermente differente rispetto a quanto avvenuto nel nostro mondo.
Quella congegnata da Donato Altomare per Il dono di Svet è una storia di fantapolitica decisamente molto interessante, in linea con La svastica sul Sole di Philip Dick, e che utilizza un rappresentate di uno dei due regimi che controllano gli Stati Uniti per immaginare, nel 2008, un mondo in cui non sono stati i valori del capitalismo statunitense, ma quelli del comunismo sovietico ad aver vinto e influenzato tutto il pianeta. Altomare, infatti, non contento di raccontare i cambiamenti politici statunitensi, getta anche uno sguardo, per quanto fugace, sull'Europa e l'Italia. L'effetto conclusivo è quello di descrivere un mondo nella sua essenza non molto diverso dal nostro, con criminalità spicciola da un lato, grandi complotti dall'altro e la nascita della resistenza degli americani contro gli oppressori, in particolare quelli cinesi. Altomare, infatti, se da un lato recupera lo spirito libertario degli Stati Uniti, rappresentato proprio dai ribelli, dall'altro punta decisamente il dito contro il sistema politico cinese.
Lo scrittore italiano, però, condisce tutto questo con i poteri di Svet: la donna, infatti, è in grado, grazie ai sogni, di estrarre l'energia radioattiva dai nuclei per modificare il tempo, scegliendo il mondo che in quel momento il suo subconscio ritiene il migliore tra i molti possibili. Questo potere, però, è anche il punto debole di tutto il romanzo, visto che la risoluzione di ognuna delle situazioni difficili in cui Svet si trova invischiata genera un paradosso che, in un paio di casi, risulta decisamente irrisolto. A parte questo, la lettura del romanzo risulta piacevole e divertente ed è un vero peccato che l'autore non abbia prestato maggiore attenzione ai paradossi temporali presenti nel testo.

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