Stomachion

martedì 7 gennaio 2020

I camminatori del cielo

Sin dalla prima pellicola, nota semplicemente come Guerre stellari, o Star Wars in originale, con cui poi verrà chiamata l'intera saga, Luke Skywolker era un nome immediatamente evocativo. In un certo senso lo si potrebbe rendere come la luce che cammina nel cielo. D'altra parte Luca, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino lux, luce, anche se per altri deriva da lucas, abbreviazione di lucanus, ovvero proveniente dalla Lucania. D'altra parte lo stesso termine Lucania potrebbe provenire dal sanscrito luc, che vuol dire proprio luce, così teniamoci per buona la nostra luce che cammina nel cielo senza iniziare a ricamare sulle possibili origini lucane di Luke Skywalker!
Senza divagare oltre, però, torniamo al cuore del post di oggi: L'ascesa di Skywalker, nono e ultimo film della saga, che chiude il percorso epico della famiglia Skywalker. Nel complesso questa nuova pellicola di J.J. Abrams è una vera e propria caccia al tesoro cosmica, condita con l'ampiamente (in uno dei trailer) anticipato scontro tra Kylo Ren/Ben Solo e la giovane Rey e con una tipica ed epica battaglia stellare a colpi di cannoni laser nel finale. Qualcuno potrebbe dire che in particolare quest'ultimo è un dettaglio fondamentale del film, ma personalmente non credo: in fondo stiamo parlando di hard sci-fi di genere cosmico ed è difficile farla bene, soprattutto al cinema, senza almeno uno scontro tra flotte di astronavi. Piuttosto si potrebbe parlare della non eccelsa originalità di alcune scelte narrative, come ad esempio il più che scontato sviluppo di Kylo Ren nel corso di questa terza pellicola. Il vero problema, secondo me, sta nell'operazione nel suo complesso: innanzitutto bisognava staccarsi dall'idea di una trilogia: Episodio 7 doveva essere inteso come una sorta di numero 0 in cui chiudere i conti con i vecchi personaggi, anche decidendo di spostarsi cronologicamente molto avanti nel tempo, e presentare un nuovo gruppo di eroi. Invece l'ombra di Luke, della principessa Leia, di Han Solo (nonostante la sua veloce dipartita nelle battute iniziali di Episodio 7), di Lando Calrissian (che dei vecchi personaggi è quello che ha ricevuto il trattamento migliore, insieme con Leia) si è estesa su tutta la nuova trilogia in una ambiguità di fondo che è emersa esattamente nella caratterizzazione di Kylo Ren, dilaniato tra il passato del nonno, Darth Vader, e gli insegnamenti dello zio Luke, senza dimenticare il suo rapporto di odio/amore con Rey.
In questo senso, allora, è proprio Kylo/Ben il vero rappresentante di una trilogia al tempo stesso spettacolare e zoppicante, che voleva essere rispettosa dell'opera di George Lucas, ma che di fatto l'ha demolita visto che ha cancellato buona parte dei lavori collaterali alla saga sviluppati dalla Lucas Film ed è fondamentalmente per questo che, alla fine, per quanto il film sia stato bello ed epico, non risulta completamente soddisfacente.
Se da un lato avrebbe giovato realizzare una quadrilogia, dall'altro questa ambiguità tra costruzione e distruzione, evidentemente presente non solo a livello narrativo, ma anche come scelta di marketing di partenza, visto che solo con l'ultimo film si è cercata la consulenza con Lucas, ha reso meno efficace la momentanea chiusura delle avventure della famiglia Skywalker.
Ora non resta che attendere il Dune di Denis Villeneuve, che dovrebbe uscire a dicembre di quest'anno, nella speranza che la saga che ha ispirato Star Wars possa prenderne il posto, come meriterebbe.

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