Diciamolo subito: quello che dovrebbe essere il punto forte del libro, i versi, non solo di poesie ma anche di canzoni, risulta un po' carente all'interno del testo, anche se è sempre inserito nei momenti più opportuni. Tolto questo il poderoso testo di Leon Lederman, premio Nobel per la fisica nel 1988 grazie alle sue ricerche sui neutrini, e Christopher Hill, fisico teorico che nella sua carriera è stato anche direttore del dipartimento di fisica teorica del Fermilab, resta ad ogni modo un testo scorrevole e a tratti particolarmente godibile nonostante le 300 pagine circa, anche grazie all'inserimento di aneddoti curiosi, divertenti e poco noti.
Non mancano neanche le digressioni e i riferimenti pop, come quelli ad esempio a Star Trek, ma alla fine, a parte la gran mole di informazioni storiche che mettono in fila la storia della meccanica quantistica, restano proprio gli aneddoti sulle vite vissute dai fisici, per lo più teorici, che hanno fatto la storia di quella che può essere considerata come una vera e propria rivoluzione.
Ad esempio piuttosto curioso, ma anche decisamente scabroso, il rapporto di Erwin Shrodinger con il matematico Herman Weyl. Quest'ultimo, che ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo relativistico della meccanica quantistica, aiutava Shrodinger con i calcoli sulla sua famosa equazione, guadagnandosi così il diritto di frequentare la moglie di Erwin, Anny. D'altra parte lo stesso Schrodinger si concedeva divertimenti extraconiugali, come durante la vacanza del dicembre del 1925 che portò alla nascita della meccanica ondulatoria: in quel caso non si accompagnava alla moglie, ma a una sua vecchia fiamma. D'altra parte Schrodinger ebbe una figlia nel 1934 con Hilde March, che a sua volta era sposata con un suo collega austriaco.
Se, però, pensate che questo sia il meglio che Fisica quantistica per poeti vi possa fornire, semplicemente vi sbagliate di grosso, perché la meccanica quantistica è ancora più strana, divertente e intrigante di quanto possano mai essere i suoi scopritori, Schrodinger in testa.
Ehm, ehm, scusa la pignoleria: Schrödinger, non Shrodinger o Schrodinger...
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