Stomachion

domenica 26 gennaio 2020

Topolino #3348: Giustizia per tutti

Il numero attualmente in edicola è particolarmente interessante per molti motivi: inizia una nuova serie in qualche modo "didattica", Zio Paperone e l'alta finanza, tenuta anche questa, come Il coding a Paperopoli, da Alessandro Sisti; Young Indiana arriva al 4.o episodio, ambientato in un centro spaziale dove si lavora per progettare le missioni (anche umane) su Marte, che approfondirò sul Cappellaio Matto; e soprattutto viene finalmente recuperata Giustizia per tutti, che per motivi di censura era stata bloccata letteralmente all'ultimo minuto possibile. Ed è proprio da quest'ultima che inizio la recensione di Topolino #3348.
Tutti hanno diritto a una difesa
Quale sia stato il motivo per censurare Giustizia per tutti non è dato saperlo, né se nel frattempo è stato imposto ai due autori, Giorgio Fontana e Paolo Mottura, una qualche modifica. Nel complesso, però, è da considerarsi come la storia migliore di tutto il numero.
Lo scrittore torna, anche se con l'attenzione dovuta per un fumetto disneyano, al genere che lo ha portato all'attenzione del pubblico dei lettori: il procedurale. I due romanzi (di cui spero di scrivere nei prossimi giorni) cui mi riferisco sono Per legge superiore e Morte di un uomo felice e hanno come tema proprio la giustizia, come fa be intuire il titolo della storia, che a sua volta riprende un vecchio film del 1979 diretto da Norman Jewison con, tra gli altri, Al Pacino nel ruolo del protagonista.
In questo caso la trama è abbastanza semplice: Fontana prova a rispondere all'annosa domanda su come mai i Bassotti riescono a tornare liberi piuttosto in fretta, quando non evadono. La risposta è Rose Nelson, la loro avvocatessa che li difende gratuitamente.
La storia ruota attorno ad alcuni cardini fondamentali quasi per ogni sistema giudiziario: la presunzione d'innocenza e il principio che chiunque, anche il peggior criminale, ha il diritto ad avere una difesa, senza dimenticare il concetto della redenzione. Per far comprendere al meglio questi aspetti, Fontana mette in scena un duro confronto tra Rose e Paperone, con quest'ultimo che, a un certo punto, si rivolge alla giovane avvocatessa per farsi difendere in occasione di un ricorso a una multa che ritiene ingiusta. Ciò che a Fontana interessa, però, non è né il dibattimento vero e proprio, né l'esito della causa, che sarà avverso a Paperone, ma spingere quest'ultimo a riflettere sui due principi poc'anzi espressi. La storia, peraltro, ha anche un certo carico di attualità, vista l'aria giustizialista che si sta respirando in Italia da diversi anni grazie a movimenti e partiti politici sempre pronti a "mettere alla gogna" prima la classe politica poi ciascun singolo cittadino senza minimamente conoscere le circostanze o chiedersi se le accuse fossero infondate.
L'Italia, come qualunque altro stato dove vige un codice di leggi più o meno democratico, è ricca di criminali che sfuggono grazie a cavilli, ma anche di innocenti ingiustamente detenuti o di carcerati che, per quanto colpevoli, subiscono abusi d'ufficio o vengono imprigionati con pene ben superiori al crimine commesso. Per cui ben venga una storia come Giustizia per tutti, animata come al solito in maniera ottima e precisa da Paolo Mottura.
L'economia di Zio Paperone
Con questo titolo venne pubblicata, dal 1992 e fino al 1996, in edicola, abbinata al Sole 24 Ore, una serie di albetti mensili che contenevano informazioni sull'economia abbinate a storie a tema con Paperon de Paperoni protagonista. Per lo più scritte da Massimo Marconi, alcune di queste vedevano già la collaborazione all'argomento economico di Alessandro Sisti, che torna così sul luogo del delitto con Zio Paperone e l'alta finanza. La prima storia della serie, La mobile bank, disegnata da Vitale Mangiatordi, si occupa di banca.
Paperone, infatti, decide di aprire una nuova banca per avvicinarsi di più ai suoi concittadini. La sua idea, in un mondo in continua evoluzione, dove alcune banche offrono addirittura il servizio da fruttivendolo, mentre altre un servizio di attesa durante la fila, è quella di proporre una banca mobile, ovvero un furgoncino che si sposta per le vie della città mentre un suo sosia robotico valuta le richieste di prestito dei paperopolesi. Visto l'insuccesso dell'iniziativa, Paperone porta la banca in campagna, dando il via a quella che sembra essere una classica avventura di caccia al tesoro. La storia, ottima nel suo complesso anche grazie al tratto chiaro e preciso di Mangiatordi, presenta un paio di elementi interessanti cui vale la pena soffermarsi.
Innanzitutto vediamo come Qui, Quo, Qua, di fronte all'insuccesso della banca dello zione, iniziano una vera e propria ricerca di mercato, intervistando i passanti per capire perché, pur di fronte alla necessità di chiedere un prestito, non si rivolgono alla banca mobile di Paperone. Poi, nella parte introduttiva del numero, Sisti spende alcune vignette per spiegare cosa sia, nella realtà, il mobile banking propriamente detto, ovvero l'accesso al proprio conto tramite app. Infine la forse ovvia evoluzione dell'idea di Paperone, che però serve a Sisti per sottolineare il concetto più importante dietro la storia: nella transazione tra banca e cliente, non è solo quest'ultimo a essere importante, ma anche la reputazione della banca.
A spasso con Pluto
Come aveva anticipato a microfoni spenti Lorenzo Pastrovicchio a una delle ultime Cartoomics (mi perdonerete se non ricordo se quella del 2019 o dell'anno precedente), erano in produzione una serie di storie con Pluto protagonista. Evidentemente La lunga ricerca di Carlo Panaro e Giampaolo Soldati è proprio una di queste.
In breve la storia racconta di come Pluto, durante una gita fuori porta con Topolino e Tip e Tap, si perda, finendo nei dintorni di Nelson Ville. I suoi padroni iniziano, allora, una ricerca del cane perduto. Panaro racconta, in parallelo, le vicende di Topolino e nipoti da un lato e quelle di Pluto dall'altro fino al più che ovvio ritrovamento finale. Ed è proprio il finale la parte più debole della storia: se da un lato il ritmo non è propriamente serrato, la conclusione della ricerca è forse un po' troppo frettolosa e il lettore, come spesso avviene in storie del genere, non ha il tempo di empatizzare con chi ha trovato e ospitato il Pluto fuggiasco. I disegni di Soldati, piacevoli come sempre, in questo caso si mostrano meno influenzati dalle influenze carpiane rispetto alle recenti storie paperopolesi.

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