
Una scena dal film
Almost Blue (2000) di
Alex Infascelli
All'inizio di tutto c'era
Almost Blue, ma non la canzone di
Chet Baker, bensì il romanzo di
Carlo Lucarelli. Lo scrittore e presentatore televisivo si era gettato, nel 1997, nell'ampio bacino letterario dei
serial killer, ideando un assassino che uccideva le sue vittime e quindi ne prendeva per qualche giorno le sembianze, continuamente alla ricerca di una sua identità.
Recependo gli stili e le caratteristiche del romanzo di genere statunitense, su tutti la serie con protagonista
Hannibal Lecter, Lucarelli adatta la caccia al
serial killer, di cui grazie al Mostro di Firemze si parla anche in Italia, al nostro paese. Protagonista della vicenda è l'ispettore
Grazia Negro, una piccola poliziotta di origine pugliese che inizia una caccia serrata all'
Iguana, soprannome del
serial killer protagonista di questo primo romanzo.
Visto il suo successo, Lucarelli pensa bene di proseguire la serie, prima con
Un giorno dopo l'altro, con il titolo e le atmosfere malinconiche ispirate all'omonima canzone di
Luigi Tenco, quindi con il
prequel Lupo mannaro.
L'edizione che raccoglie tutti e tre i romanzi in un'unico volume permette di leggere le tre storie nell'ordine cronologico interno, apprezzando così le coincidenze stilistiche, ma anche le differenze: ad esempio il
Lupo mannaro è narrato in prima persona dal capo di Grazia, affetto da una rara malattia che lo fa dormire, quando va bene, un paio d'ore a notte.
Nel complesso, nonostante alcune scene abbastanza scontate, concessioni al genere tutto sommato perdonabili, la serie di tre romanzi è credibile nel suo essere calata nel contesto nazionale, non solo grazie all'ottimo lavoro di approfondimento psicologico o di rappresentazione della realtà italiana, ma soprattutto grazie al
Pit Bull, protagonista di
Un giorno dopo l'altro,
killer a pagamento freddo ed efficace e quasi imprendibile grazie alle sue doti da trasformista.