
Stomachion
Visualizzazione post con etichetta sandman. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sandman. Mostra tutti i post
sabato 2 novembre 2024
In giro con Death

sabato 6 luglio 2024
Dead Boy Detectives: Il segreto dell'immortalità
Sulla spinta dell'uscita su Netflix della serie Dead Boy Detectives di Steve Yockey (che è stata in fase successiva modificata per entrare a far parte del Sandman Universe netflixiano), ho pensato bene di iniziare, con calma, a recuperare alcune delle apparizioni di Charles Rowland ed Edwin Paine nei fumetti.
I due ragazzini, che hanno dato vita a una specie di agenzia investigativa paranormale, esordiscono sulle pagine di Sandman #25, scritto ovviamente da Neil Gaiman e disegnato da Matt Wagner. I due si ritrovano sulla Terra come fantasmi grazie al fatto che L... Il motivo per cui i due sono sulla Terra potrebbe essere uno spoler per chi sta aspettando la nuova stagione del Sandman di Netflix, e visto che è un evento abbastanza grosso (certo visto che vorrei scrivere qualche riga anche sulla serie dedicata a L... prima o poi di questa cosa ne scriverò), per ora mi taccio. Vi basti sapere che la sorella di Sogno, Morte, o Death, come preferite, ha deciso di chiudere un occhio sulla loro presenza sul piano dei viventi.
Dopo quell'esordio, Gaiman riprese i due personaggi all'interno de La crociata dei bambini, il primo crossover delle serie Vertigo, che si sviluppò tra dicembre 1993 e gennaio 1994.
Successivamente, a parte una fugace apparizione in The Books of Magic, i due ebbero il primo fumetto a loro esplicitamente dedicato nel 2001, Sandman Presents: The Dead Boy detectives di Ed Brubaker e Bryan Talbot. Ed è proprio di questa prima serie che voglio "parlarvi".
Dalle pagine di Sandman

Dopo quell'esordio, Gaiman riprese i due personaggi all'interno de La crociata dei bambini, il primo crossover delle serie Vertigo, che si sviluppò tra dicembre 1993 e gennaio 1994.
Successivamente, a parte una fugace apparizione in The Books of Magic, i due ebbero il primo fumetto a loro esplicitamente dedicato nel 2001, Sandman Presents: The Dead Boy detectives di Ed Brubaker e Bryan Talbot. Ed è proprio di questa prima serie che voglio "parlarvi".
giovedì 2 gennaio 2014
Cacciatori di sogni
Hayao Miyazaki è uno degli animatori giapponesi più famosi al mondo. I suoi lungometraggi, ricchi di avventure ed emozioni, sono delle visioni perfette per tutta la famiglia, ottimi per essere ammirati in maniera genuina dai bambini e con sottotrame interessanti anche per gli adulti. Questo in un certo senso permette di essere sicuri della qualità del prodotto che il suo studio di animazione propone e ne semplifica anche la diffusione a livello mondiale, anche solo con passaggi attraverso rassegne cinematografiche più o meno minori.
Quando i suoi lungometraggi arrivano all'estero, così come qualsiasi lungometraggio che viene esportato in paesi dalla lingua differente rispetto a quella di origine, devono inevitabilmente essere adattati e tradotti per il paese ospitante. Caso volle che per l'uscita de La Principessa Mononoke Harvey Weinstein della Miramax chiese a Neil Gaiman di lavorare all'edizione in inglese del film. Lo scrittore britannico, ben felice di essere coinvolto nel progetto, iniziò una approfondita ricerca nel mondo mitologico giapponese, incontrando all'interno del volume Fairy Tales of Old Japan(1), curato dal reverendo B. W. Ashton, la storia de La volpe, il monaco e il Mikado dei sogni di tutte le notti. A detta di Gaiman la storia presentava tutti gli elementi del suo Sandman, così quando Karen Berger chiese a Gaiman di scrivere un racconto per il decennale di Sandman, lo scrittore chiese di adattare proprio quella leggenda giapponese. Per le illustrazioni del libro volle al suo fianco Yoshitaka Amano, artista giapponese che era stato chiamato poco tempo prima da Jenny Lee per realizzare delle illustrazioni sempre per il decennale della serie gaimaniana.
Il risultato è una splendida favola, magicamente illustrata, ambientata nel Giappone medievale, che inizia con la sfida tra un tasso e una volpe per prendere possesso di un tempio abitato solo da un monaco, che ovviamente doveva essere scacciato via.
Quando i suoi lungometraggi arrivano all'estero, così come qualsiasi lungometraggio che viene esportato in paesi dalla lingua differente rispetto a quella di origine, devono inevitabilmente essere adattati e tradotti per il paese ospitante. Caso volle che per l'uscita de La Principessa Mononoke Harvey Weinstein della Miramax chiese a Neil Gaiman di lavorare all'edizione in inglese del film. Lo scrittore britannico, ben felice di essere coinvolto nel progetto, iniziò una approfondita ricerca nel mondo mitologico giapponese, incontrando all'interno del volume Fairy Tales of Old Japan(1), curato dal reverendo B. W. Ashton, la storia de La volpe, il monaco e il Mikado dei sogni di tutte le notti. A detta di Gaiman la storia presentava tutti gli elementi del suo Sandman, così quando Karen Berger chiese a Gaiman di scrivere un racconto per il decennale di Sandman, lo scrittore chiese di adattare proprio quella leggenda giapponese. Per le illustrazioni del libro volle al suo fianco Yoshitaka Amano, artista giapponese che era stato chiamato poco tempo prima da Jenny Lee per realizzare delle illustrazioni sempre per il decennale della serie gaimaniana.

Un monaco viveva in solitudine vicino a un tempio sul pendio di una montagna. Era un piccolo tempio, e il monaco era un giovane monaco, e la montagna non era né la più bella né la più solenne del Giappone.L'impresa non solo si rivelerà difficile, ma sarà solo un antipasto per la sfida successiva, o dal punto di vista letterario un semplice espediente per presentare i personaggi positivi della storia, il monaco e la volpe, prima di introdurre il cattivo, una presenza costante in ogni favola che si rispetti.
Il monaco custodì il tempio e trascorse i suoi giorni in pace e tranquillità fino al giorno in cui una volpe e un tasso passarono nei paraggi e videro il monaco che zappava l'orticello di patate dolci con cui si nutriva per la maggior parte dell'anno.
Lontano sia da sud che da occidente, nella sua casa di Kyoto, il Maestro di Yin-Yang, l'onmyoji, accese una lampada su un tavolino, sul quale aveva sistemato una pezza di seta dipinta, e su quella uno scrigno laccato e una chiave di legno nero. Sistemati in direzione dei cinque punti cardinali della bussola, c'erano cinque piattini di porcellana: su tre c'erano delle polverine, su uno una goccia appena di un liquido e sull'ultimo piattino niente di niente.
venerdì 14 settembre 2012
Storia di un maestro, una volpe e di una SUSY dispersa
Origini segrete: tutta questa storia nasce da una innocua domanda di pollon sbattimento su twitter: "tutti davanti alla tele?"
Da qui la discussione è velocemente degenerata verso lo zen, se così si può dire, e questa è la sistemazione diciamo così editoriale del racconto che ne è uscito. Non credo di aver rispettato un ordine cronologico, per quello c'è lo storify del mio socio, ma sono andato un po' a sentimento, cercando di non far saltare troppo la coerenza interna della storia. Inoltre ho fatto alcune aggiustatine (minuscole che diventano maiuscole e viceversa; una sistemazione della punteggiatura; modifiche minori di questo genere, insomma!) che spero rendano gradevole e piacevole la lettura della storia nel suo complesso.
Un maestro zen stava seduto su una pietra. L'allievo gli chiese il permesso di guardare la tele.
"Certo", rispose il maestro.
"Grazie, Maestro!" e si avviò verso il televisore.
"Di nulla, carissimo!"
"Mi scusi, Maestro, ma mi squilla twitter. Forse è lei che mi chiede qualcosa?"
Strada facendo un serpente, che stava in mezzo al sentiero, di cui non si era avveduto per l'eccitazione, lo morsicò.
"Guarda", rispose il maestro; e guardò. C'era scritto: "Attento al serpente!"
"Io sono stato attento al serpente, Maestro. E' il serpente che non è stato attento al mio piede..." scrisse l'incauto morente sull'ultimo twitt.
"Ma non preoccuparti, ragazzo. Il tuo eroismo non sarà stato vano. Tutto Facebook ne sarà testimone!"
"Argh!" sospirò l'incauto morente
"Manca il link", disse un corvo(1) che osservava tutta la scena
Il maestro non era un nativo digitale, ma era ancora vivo.
"Il segreto non sta nel nativo", disse il Maestro, "ma nel digitale!"
E poi si mosse fischiettando verso il tramonto...
"Eh no! Questo non è un western!" protestò uno spettatore.
Il corvo pensò alla susy e scosse la testa "Nemmeno l'LHC è riuscito a scovarla" pensò sconsolato(2)
"Dov'era la susy?" chiese una volpe di passaggio(3).
"Chiedi a Lucien, il bibliotecario"(4), rispose scontroso il corvo. Le volpi di passaggio sono frivole di natura, ma questa era la principessa delle volpi, così per cercare nuove informazioni trotterellò fin da Lucien il bibliotecario.
Lucien era bibliotecario dalla notte dei tempi, o da pochi minuti, dipende se gli andavi a genio, e Lucien, al vedere una sì nobile ospite, disse: "Vuoi la risposta breve o quella lunga?"
La volpe, che non era principessa delle volpi per niente, rispose: "Carissimo Lucien, le vostre risposte sono sempre meravigliose"
"Così mi lusinghi, carissima!" disse Lucien, che si sistemò meglio nella poltrone per iniziare a raccontare. Cominciò a preparare la pipa riempiendone il fornelletto con erba gatta e paglia zuccherina, e con la cenere che iniziava a cadere tracciò dei segni magici sul pavimento(5)
La volpe affascinata non perdeva un gesto, lasciandosi sfuggire qualche "oh!"
"E' così che dovrebbe andare il mondo", disse Lucien, "ma il mondo si rifiuta di farlo, perché in fondo l'esistenza di SUSY non è così importante come vuole farci credere. E questo, in conclusione, forse vuol dire che il mondo non ha bisogno di SUSY"
Una lacrima si fermò sulla morbida guancia pelosa della principessa, che riconosceva nella SUSY un esempio di eleganza(6)
"L'eleganza non è tutto" disse, accarezzandole la testa, Sogno(7), giunto in quel momento per riposarsi dal suo lungo viaggio
"Fosse almeno sbagliata!"(8) disse il corvo, quello dell'inizio della storia, poco prima che la volpe si addormentasse per sognare.
Da qui la discussione è velocemente degenerata verso lo zen, se così si può dire, e questa è la sistemazione diciamo così editoriale del racconto che ne è uscito. Non credo di aver rispettato un ordine cronologico, per quello c'è lo storify del mio socio, ma sono andato un po' a sentimento, cercando di non far saltare troppo la coerenza interna della storia. Inoltre ho fatto alcune aggiustatine (minuscole che diventano maiuscole e viceversa; una sistemazione della punteggiatura; modifiche minori di questo genere, insomma!) che spero rendano gradevole e piacevole la lettura della storia nel suo complesso.
Un maestro zen stava seduto su una pietra. L'allievo gli chiese il permesso di guardare la tele.
"Certo", rispose il maestro.
"Grazie, Maestro!" e si avviò verso il televisore.
"Di nulla, carissimo!"
"Mi scusi, Maestro, ma mi squilla twitter. Forse è lei che mi chiede qualcosa?"
Strada facendo un serpente, che stava in mezzo al sentiero, di cui non si era avveduto per l'eccitazione, lo morsicò.
"Guarda", rispose il maestro; e guardò. C'era scritto: "Attento al serpente!"
"Io sono stato attento al serpente, Maestro. E' il serpente che non è stato attento al mio piede..." scrisse l'incauto morente sull'ultimo twitt.
"Ma non preoccuparti, ragazzo. Il tuo eroismo non sarà stato vano. Tutto Facebook ne sarà testimone!"
"Argh!" sospirò l'incauto morente
"Manca il link", disse un corvo(1) che osservava tutta la scena
Il maestro non era un nativo digitale, ma era ancora vivo.
"Il segreto non sta nel nativo", disse il Maestro, "ma nel digitale!"
E poi si mosse fischiettando verso il tramonto...
"Eh no! Questo non è un western!" protestò uno spettatore.
Il corvo pensò alla susy e scosse la testa "Nemmeno l'LHC è riuscito a scovarla" pensò sconsolato(2)
"Dov'era la susy?" chiese una volpe di passaggio(3).
"Chiedi a Lucien, il bibliotecario"(4), rispose scontroso il corvo. Le volpi di passaggio sono frivole di natura, ma questa era la principessa delle volpi, così per cercare nuove informazioni trotterellò fin da Lucien il bibliotecario.
Lucien era bibliotecario dalla notte dei tempi, o da pochi minuti, dipende se gli andavi a genio, e Lucien, al vedere una sì nobile ospite, disse: "Vuoi la risposta breve o quella lunga?"
La volpe, che non era principessa delle volpi per niente, rispose: "Carissimo Lucien, le vostre risposte sono sempre meravigliose"
"Così mi lusinghi, carissima!" disse Lucien, che si sistemò meglio nella poltrone per iniziare a raccontare. Cominciò a preparare la pipa riempiendone il fornelletto con erba gatta e paglia zuccherina, e con la cenere che iniziava a cadere tracciò dei segni magici sul pavimento(5)

"E' così che dovrebbe andare il mondo", disse Lucien, "ma il mondo si rifiuta di farlo, perché in fondo l'esistenza di SUSY non è così importante come vuole farci credere. E questo, in conclusione, forse vuol dire che il mondo non ha bisogno di SUSY"
Una lacrima si fermò sulla morbida guancia pelosa della principessa, che riconosceva nella SUSY un esempio di eleganza(6)
"L'eleganza non è tutto" disse, accarezzandole la testa, Sogno(7), giunto in quel momento per riposarsi dal suo lungo viaggio
"Fosse almeno sbagliata!"(8) disse il corvo, quello dell'inizio della storia, poco prima che la volpe si addormentasse per sognare.
Iscriviti a:
Post (Atom)