Stomachion

domenica 9 maggio 2021

Topolino #3415: Ancora la solita storia

Il seguito di Mi chiamo Paperinik conferma quanto già scritto settimana scorsa.
C'è giusto poco da aggiungere, a parte l'ovvia conclusione della vicenda: Marco Gervasio elabora il solito piano martiniano con Paperinik che fa visita a vari personaggi fino alla lunga scena che lo scagiona da qualunque maldicenza diffusa da Duckan per ritornare così a essere considerato da tutti i paperopolesi un eroe. Certo di imprese eroiche Paperinik non ne ha realizzata neanche una da quando Gervasio scrive le avventure del Diabolico Vendicatore, tutto concentrato com'è nel riproporre continuamente il medesimo soggetto. In più ci sono anche un paio di aggravanti: innanzitutto il piano risolutore non è farina del sacco di Paperino, bensì di Archimede; inoltre Gervasio inserisce anche in questa nuova storia un riferimento a Fantomius, non contento di averlo utilizzato per rovinare le origini di Paperinik. C'è, purtroppo, da avere ancora pazienza e resistere fino a che non arriverà qualche altro autore a realizzare storie su Paperinik (ho quasi nostalgia di Carlo Panaro!).
Soprassiedo (all'incirca) con le battute e le dinamiche martiniane e passo a Davide Cesarello: continuo a essere convinto che come disegnatore sia molto più efficace con i topi che con i paperi. C'è da dire che alcune soluzioni risultano interessanti con il suo tratto, mentre il personaggio che sembra aver centrato meglio di tutti gli altri è Sheriduck e in parte anche Duckan.
Altra storia che lascia qualche perplessità è quella di apertura, L'inarrestabile ombra. Disegnata da Giorgio Cavazzano continua il connubio tra Macchia Nera e Sgrinfia impostato tempo addietro da Marco Nucci. Il phantom blot di Floyd Gottfredson, dopo i fasti della versione letale di Casty, sta subeno ad opera di Nucci un processo di ingentilizzazione soft il cui tramite è proprio Sgrinfia, che introduce un elemento comico e brillante alle avventure, ma che al contempo abbassa la pericolosità di Macchia Nera. Per contro Nucci riesce comunque a rendere un po' più interessante il personaggio, approfondendo alcuni aspetti che erano stati accantonati. A esplorarli era stato Alberto Savini in una manciata di storie che in parte queste di Nucci mi hanno richiamato alla memoria. La speranza è che Macchia e Sgrinfia si separino presto, anche se ho l'impressione che questa è una speranza destinata a non realizzarsi, almeno non nel breve periodo.
L'ultima storia che mi piace menzionare è Il caos in giardino, di Erik Hedman e Marco Rota (il Rota di una decina di anni fa). Dopo aver vinto la diffidenza iniziale, mi sono ritrovato con una storia dinamica e interessante in cui un professore apparentemente un po' matto sceglie il giardino di Paperina per montare un dispositivo di comunicazione con gli alieni! Ovviamente la cosa ha un che di assurdo, visto che i dispositivi usati per "ascoltare" l'universo alla ricerca di segnali alieni sono dei giganteschi radiotelescopi, che peraltro vengono usati a questo scopo solo per una minima parte del loro tempo, visto che studiare l'universo e in particolare le emissioni radio è il loro scopo principale.

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