E parliamo della seconda stagione di The Mandalorian. Avevamo lasciato Din Djarin, interpretato da Pedro Pascal, che era riuscito a fuggire alla trappola mortale ideata da Gideon per recuperare il "Bambno", anche detto dai fan "piccolo Yoda". L'obiettivo del mandaloriano è, a questo punto, trovare un posto sicuro per il piccolo, un posto lontano dai pezzi di impero che stanno cercando di rimettersi insieme.
La seconda stagione è sostanzialmente il racconto di questa ricerca e unisce, oltre ai temi già trattati nella prima (il rapporto genitori-figli, per quanto acquisiti), anche il senso dell'essere un eroe, l'onore della parola data, la capacità di provare empatia. In questo senso ogni episodio di questa seconda stagione della serie ideata da Jon Favreau ha qualcosa da raccontare allo spettatore che va ben oltre alla semplice storia che viene sviluppata nel corso di una mezz'ora circa.
Poi ci sono anche gli ammiccamenti ai fan di vecchia data di Star Wars, su tutti la presenza di alcuni Jedi, con tanto di spade laser.
A tal proposito, avendo scoperto una pagina che si occupa del rapporto tra la fisica e Star Wars, tra le tante curiosità mi sembra giusto segnalarne una relativa proprio alle spade laser. Dispositivi come quelli che si vedono nella saga ideata da George Lucas richiedono ingenti quantità di energia, qualcosa come 1025 J al minuto, che è un decimo dell'energia emessa dal Sole in un secondo!
Chiudo, come già l'articolo precedente, con una reinterpretazione del main theme della serie, questa volta in chiave western (e che ha ispirato il titolo di questo articoletto!):
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