Roverandom racconta le peripezie di un cagnolino, Rover, che, dopo aver morso un mago che si rifiutava di restituirgli la palla con cui stava giocando, viene tramutato in un giocattolo e portato in un negozio dal quale inizieranno le sue incredibili e fantastiche avventure, che lo portano, tra i vari luoghi visitati, anche sulla Luna.
Qui Rover conosce l'uomo nella Luna, il più grande di tutti i maghi, che vive in una torre bianca sulla cui cima è posto un telescopio. La cosa ha, in effetti, un certo interesse, visto che Tolkien, con un colpo di genio non banale, associa una figura fantastica e affascinante per i bambini come un mago, con una figura che è altrettanto mitica come l'astronomo, colui che osserva le stelle, così lontane e affascinanti. Torniamo, però, sulla Luna: il mago lunare ha anche un cane, Rover, per cui il Rover protagonista viene chiamato Roverandom (da cui il titolo) e vive il suo periodo migliore nel corso di tutto il libro. Qui gioca con il cane lunare, Rover, ed esplora anche il lato oscuro (che più precisamente è il lato nascosto, perché non lo vediamo mai, ma questo non vuol dire che non riceva la luce) della Luna, dove tutto è al contrario!
Alla fine il cagnolino torna sulla Terra non appena Artaxerxes, il mago che aveva morso all'inizio del libro, non lascia il nostro pianeta. E tutto finisce nel modo migliore possibile, proprio come nelle migliori fiabe!
P.S.: in realtà ho scritto tutto questo perché volevo utilizzare la mia Luna addormentata!
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