Stomachion

Visualizzazione post con etichetta heavy metal. Mostra tutti i post
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venerdì 19 maggio 2023

Fantomima

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Niente musica e scienza, quoest'oggi. Solo musica. E' stato rilasciato, proprio oggi, l'EP Phantomime dei Ghost costituito completamente da cover. Come detto in occasione di Batman: Death Metal, i Ghost sono una band svedese che ricade nella grande casa dell'heavy metal. In effetti, oltre alle evidenti influenze degli Iron Maiden, nel loro stile musicale si riscontrano anche elementi più propriamente pop e dance. Qualcuno ha detto Abba? In effetti nei commenti a Danse macabre ho letto qualcuno accostare il pezzo proprio a questo famosissimo gruppo pop, guarda un po' anche questo svedese. Ed è inevitabile come anche in un album di cover tutti questi elementi vengano mantenuti, sebbene debba confessare che il lavoro dei Ghost è quanto ci possa essere di più fedele agli originali.
La tracklist parte da See no evil dei Television, band punk statunitense, che però i Ghost rendono decisamente più heavy (e per i miei gusti anche più gradevole): mi sembrava quasi una canzone dei Queen!
Si passa poi a Jesus he knows me dei Genesis. E devo dire (lo dico?) in alcuni momenti sembrava che cantasse proprio Phil Collins!
Con Hanging around si passa agli Stranglers, britannici. Neanche in questo caso i Ghost non sono andati troppo lontani dalla canzone originale, ma forse questo è uno dei due casi in cui preferisco l'originale. E no, l'altro caso non è il prossimo pezzo, quel Phantom of the opera dei già citati Iron Maiden. Il motivo è che la versione dei Ghost è, invece, la più fedele di tutte alla materia originale. E non poteva essere diversamente!
Devo però dire che, nonostante We don't need another hero sia una delle più belle dell'interno EP (non al primo posto per la presenza del pezzo dei Maiden), anche in questo caso preferisco la versione originale di Tina Turner, peraltro una delle sue canzoni più famose anche grazie al fatto che venne rilasciata insieme con Mad Max, in cui la stessa Turner recitò da coprotagonista insieme con Mel Gibson. D'altra parte è difficile per il cantante dei Ghost riuscire a interpretare la canzone con la stessa voce calda e potente della Turner. E infatti alla fine la cover sembra velata di una qual certa malinconia che la rende più una ballata metal che non un R&B.
Nel complesso un interessante esercizio di stile che ha brillato soprattutto per un'attenzione della band alla fedeltà alle canzoni originali, che è indubbiamente un elemento a favore dell'EP.

lunedì 24 gennaio 2022

Topolino #3452: United we stand

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United, united, united we stand
In fondo quello che cantavano i Judas Priest in United, quinta traccia di British Steel, il loro seso album in studio, era e continua a essere ancora valido. E possiamo dire che è proprio intorno a questa ricetta che ruotano due delle tre storie a puntate che si concludono sul Topolino ancora in edicola per poche ore.
Andiamo con ordine parterndo dalla cover story, il quarto episodio delle Cronache degli Antichi Regni di Alessandro Sisti e Francesco D'Ippolito.
La saga fantasy, ideata da Alex Bertani e abbinata alla raccolta di dodici ciondoli zodiacali con soggetto disneyano, è abbastanza imparagonabile sia con la più famosa (relativamente agli anni recenti) Wizards of Mickey sia a Ducktopia, che ha visto il coinvolgimento di Licia Troisi. Le differenze con quest'ultima sono differenti, perché le motivazioni degli sceneggiatori erano differenti: Artibani e Troisi hanno costruito una storia intorno al finale, punto centrale della saga; Sisti ha costruito un mondo popolato da personaggi al tempo stesso simili ma differenti da quelli cui siamo abituati. Inoltre ha fatto ruotare la storia proprio intorno al messaggio da cui siamo partiti, come evidente sin dal primo episodio. L'enfasi sull'unione dei regni viene poi esaltata nell'ultimo episodio quando i tre reami "terrestri" per così dire scoprono non solo dell'esistenza di un quarto reame, ma anche che i problemi climatici che stanno attraversando non sono colpa di uno degli altri tre regni, ma della struttura stessa del loro pianeta.
Le Cronache, quindi, spiccano soprattutto per l'assenza di un avversario contro cui combattere, una decisa rarità nel genere fantasy e che invece è più diffusa nella fantascienza. Evidente, in questo caso, il riferimento al tema del cambiamento climatico, che, come suggerisce Sisti, può essere affrontato solo con uno sforzo comune.
Dal punto di vista estetico la storia, nonostante di vapore se ne veda poco, usato soprattutto nell'ultimo episodio grazie all'arrivo della tribuù aerea dei pippidi, può essere inglobata all'interno del genere steampunk: navi che si spostano sull'erba con delle ruote, oppure sistemi di comunicazione a distanza, le macchine volanti di Arialta. Il tutto con un lavoro di caratterizzazione di D'Ippolito che ho trovato forse anche superiore rispetto a quanto lo stesso autore fece con Ducktopia.
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sabato 16 ottobre 2021

Batman Death Metal: Ozzy Osbourne

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E così siamo arrivati alla fine di Death Metal (in effetti mi manca ancora da leggere il terzo Mixtape: riferirò quando arriverà). E l'ultima copertina della band edition è dedicata a Ozzy Osbourne.
Marco Mastrazzo realizza un piccolo capolavoro, forse la migliore delle sette copertine della band edition, che contiene anche una citazione metal, visto la sua somiglianza con la copertina del singolo Out of the silent planet degli Iron Maiden. In quel caso a tenere tra le mani la Terra è Eddie, la mascotte degli Iron Maiden, mentre nella copertina di Mastrazzo al suo posto troviamo il Batman che ride e Ozzy animati dallo stesso sorriso di Eddie.
Se consideriamo poi i contenuti aggiuntivi della band edition, questi sono i più stupefacenti. A fronte di un'intervista scarna, ma diretta, a stupire è soprattutto l'introduzione: è in tutto e per tutto centrata sulla saga e coerente con quello che poi si andrà a leggere nella storia a fumetti: la sensazione è che Ozzy Osbourne abbia veramente letto Death Metal!

venerdì 16 luglio 2021

A cavallo del razzo

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Ho conosciuto Tobias Sammet grazie agli Avantasia, di cui ho proposto alcuni video qui sul blog, senza mai approfondirne nessuno all'interno delle Particelle musicali. Gli Avantasia, in effetti, più che una band stabile è un supergruppo sullo stile degli Ayeron. A differenza del progetto musicale di Lucassen, gli Avantasia hanno un nucleo stabile, per cui lo status di band progressive metal è più che guadagnato. Non è, però (e finalmente) che mi occupo degli Avantasia, ma dell'altra band di Sammet, gli Edguy.
Fondata nel 1992 insieme con Jens Ludwig, Dominik Storch e Dirk Sauer, all'epoca tutti quattordicenni, hanno pubblicato il loro primo album ufficiale cinque anni più tardi, nel 1997: Kingdom of Madness. L'ultimo album in studio, invece, è del 2014, Space Police: Defenders of the Crown, mentre è del 2017 l'ultima raccolta, Monuments. Ho scoperto gli Edguy solo di recente, grazie a YouTube che mi ha suggerito The piper never dies tratto da Hellfire Club del 2004 e ho immediatamente riconosciuto non solo la voce ma anche lo stile di Sammet. Per iniziare a recuperare qualche album completo ho, però, optato per l'ascolto di Rocket ride del 2006, settimo album in studio della band.

sabato 29 maggio 2021

Batman Death Metal: Ghost

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Più che un crossover, mi piace pensare a Death Metal come a un progetto musicale metal, una struttura narrativa sviluppata da più competenze, anche se con una regia centrale. Che poi è più o meno così che si strutturano i classici crossover supereroistici. In questo caso, come già detto in occasione del primo numero, la storia principale è realizzata dalla premiata ditta Scott Snyder-Greg Capullo. Gli elementi e gli spunti metal in Italia e in altre edizioni internazionali della storia hanno poi portato alla realizzazione di una band edition in cui ciascuno dei sette albi è stato proposto ai lettori con una cover dedicata a un diverso gruppo musicale della scena metallica. E la seconda uscita è dedicata ai Ghost.

sabato 22 maggio 2021

Batman Death Metal: Megadeth

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La storia dietro Batman: Death Metal viene da lontano, dal 2017, quando Scott Snyder introdusse il Batman che ride, una versione folle e distorta di Batman proveniente da un multiverso oscuro, che venne successivamente utilizzato dall'allora scrittore di Justice League nel crossover Batman: Metal disegnato dal fidato Greg Capullo e recentemente ristampato in volume dalla Panini Comics, e che sto pensando di acquistare in occasione del secondo crossover con il Batman che ride come protagonista: Batman: Death Metal.
La Dc Comics e la Warner hanno puntato molto forte su questa nuova idea partorita da Snyder, sempre con Capullo ai disegni, tanto da rilasciare una soundtrack ai sette episodi in cui si sviluppa la saga, con l'aggiunta di una serie sempre di sette video che, oltre a riassumere la vicenda, danno voce ad alcuni dei personaggi della storia, il tutto condito con alcuni estratti dalla succitata soundtrack metallica. Death Metal, infatti, spicca per i riferimenti più o meno espliciti al metal: alcuni sono presenti nei crediti, con il team creativo, supervisori inclusi, che ha usato nomi di band e album di genere come nick, altri invece sono nel corso della storia, all'interno delle battute o dei titoletti che suddividono ciascun capitolo.
Inoltre per la distribuzione estera DC e Warner hanno pensato bene di realizzare una serie di versioni variant delle cover di ciascun albo, ognuna dedicata a un diverso gruppo metal: e la prima copertina, realizzata da Juanjo Guarnido, è dedicata ai Megadeth.

venerdì 11 settembre 2020

Maestro della Luna

Ronnie James Padavona, di chiare origini italiane, è stato uno dei più noti interpreti del genre heavy metal. Meglio noto come Ronnie James Dio, i suoi inizi sono nel rock classico per poi passare al metal già con i Rainbow. Nel 1979 ebbe il compito di sostituire Ozzy Osbourne come cantante dei Black Sabbath: il suo esordio su un disco registrato in studio avvenne con Heaven and Hell del 1980, dove possiamo trovare anche Children of the sea.
Dio, però, è uno che non è mai stato veramente fermo e nel 1982 diede il via a un progetto personale, la band Dio, con la quale publicò 10 album dal 1983 fino al 2004, anno d'uscita dell'ultimo disco in studio con Dio in vita: Master of the Moon.
In particolare la title track, seconda nell'ordine di esecuzione, presenta il seguente ritornello:
Turn around and when you face the sun
We can make you be like everyone you know
Hey you - you're just master of the moon

venerdì 8 maggio 2020

Un universo cavo nello spazio

Formatisi nel 1975, il loro primo album venne pubblicato nel 1980, titolato, come molti gruppi all'esordio, con il loro stesso nome. Colonne dell'heavy metal britannico, il loro ultimo album è uscito nel 2015, risultando uno dei successi dell'anno: sto parlando dell'album The Book of Souls e, soprattutto, degli Iron Maiden, che non saranno i Metallica, ma qualcosa alla storia della musica la stanno lasciando.
Dal punto di vista iconografico, gli Iron Maiden sono immancabilmente rappresentati da Eddie, la loro mascotte, uno zombie. Protagonista del merchandise del gruppo, Eddie è anche diventato il protagonista di un paio di videogame lanciati dalla band. D'altra parte nel video di Speed of light il buon Eddie saltella da un genere videoludico all'altro, omaggiando così uno dei mezzi di divertimento più diffusi degli ultimi quarant'anni.
Sebbene, a conti fatti, tecnicamente i Metallica sono superiori, vale la pena spendere qualche riga ogni tanto anche sugli Iron Maiden e sull'appena citata Speed of light, visto che il testo presenta alcuni spunti molto interessanti.

venerdì 1 marzo 2019

Il potere delle rivelazioni

#JudasPriest #Nostradamus #heavymetal cc @emmecola @astrilari @cosmobrainonair @real_fabristol
Recupero, con qualche modifica, l'ultimo contributo lungo apparso su Shock Addizionali: ispirando al venerdì musicale, che più o meno sto cercando di rispettare nell'ultimo periodo, vi propongo una recensione di un vecchio album power metal. L'articolo ha, in qualche modo, una dedica a Moreno Colaiacovo, che ha proposto un titolo ispirato proprio alla mia passione per il metal a un articolo a suo modo interessante che abbiamo scritto insieme poco più di 6 anni fa.
I Judas Priest sono sicuramente uno dei gruppi più tecnicamente dotati della scena metal mondiale: d'altra parte sono, insieme con gruppi come Led Zeppelin, Black Sabbath o Deep Purple, fondamentali per le origini e lo sviluppo dell'heavy metal. Un po' come i Dream Theater con James LaBrie, cui dedicherò un articoletto in uno dei prossimi venerdì, anche i Judas Priest trovano abbastanza presto il loro cantante simbolo, Rob Halford, abile nell'interpretazione, con una grande presenza scenica e un registro vocale decisamente molto vario, mostrato in particolare in Nostradamus, uscito nel 2008 (quasi dieci anni fa, dunque). Halford si esibisce in vari generi: dal metal vero e proprio, al melodico fino al lirico.

mercoledì 15 settembre 2010

Incredibile!

Ero alla Feltrinelli del Duomo. Per perdere tempo in attesa di andare alla presentazione della mostra Di pane e di stelle stavo ascoltando qualche cosa degli Avenged Sevenfold, quando mi cade l'occhio sul vicino banchetto del punk e sulla copertina che vedete in apertura di post. Il cd sichiama Hurley, come il noto protagonista di Lost, quello che alla fine della serie finisce meglio di tutti, e il gruppo che gli dedica l'intero suo lavoro sono i Weezer.
Ovviamente per purgarci tutti dall'incredibile notizia, ci sentiamo la titletrack Nightmare dall'ultimo cd degli Avenged:

domenica 15 novembre 2009

La scoperta del bianco!

In realtà ho scoperto i White Zombie, un gruppo heavy metal veramente potente. In questa occasione vi faccio ascoltare Electric head pt. 1 e 2. E lo so che dovrei proporre qualcosa degli Skunk Anansie, visto che dovrei essere al concerto a quest'ora, però non posso fare a meno di mettere questa.
Per cui: buon ascolto!

lunedì 12 ottobre 2009

We are immortal

Di Bob Catley scopro, su Wikipedia, che è cantante dei Magnum, gruppo hard rock britannico per me sconosciuto, oltre ad avere una carriera solista nell'heavy metal. Settimana scorsa l'abbiamo visto sul palco insieme a Tobias Sammet, oggi invece ascoltiamo We are immortal, tratta dal suo ultimo disco solista, Immortal del 2008.
Canzone bella e potente, anche questa come The story ain't over, si presta a interpretazioni corali. Se ci sarà mai un video live del pezzo, sicuramente ve lo proporrò, e state certi che anche altra roba di Catley vi verrà proposta in queste notti musicali. Buon ascolto, dunque: