Stomachion

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martedì 5 marzo 2024

Le grandi domande della vita: Quanto è difficile andare nello spazio?

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Nella mia timeline di mastodon a volte ritornano certi argomenti e certe cose uscite dal passato, un po' come avveniva sul twittero, a volte per ricordarle, altre per puro spirito polemico, proprio come l'altrettanto polemico, e molto ignorante, tweet di Roberto Burioni del maggio 2021 a commento della caduta del razzo cinese. Ora, visto che la serie delle grandi domande della vita langue da un bel po', mi è sembrato interessante sfruttare questa occasione per riesumarla per capire quanto sia difficile andare nello spazio. Inoltre c'è anche una seconda utilità: leggendo il tweet incriminato, la cosa che colpisce e che in qualche modo resta attuale è come sia sostanzialmente ignoto, anche a qualcuno che la scienza dovrebbe conoscerla, come quest'ultima sia un processo di apprendimento a passi successivi, in cui la maggior parte dei tentativi sono a conti fatti dei fallimenti. In questo proprio il lancio di razzi nello spazio è forse l'esempio più fulgido, soprattutto perché molte persone pensano che, visto che ci siamo riusciti una volta, ci riusciremo ancora più facilmente oggi.
Proprio gli inizi della corsa allo spazio sono ricchi di tentativi andati a male, alcuni finiti anche in maniera drammatica, ma anche oggi le cose non vanno in maniera diversa, come racconta molto bene Les Johnson nell'interessantissimo libro sull'espolarzione umana dell'universo In viaggio tra le stelle, portato in Italia da Apogeo nella traduzione di Corrado Ghinamo. La sua recensione, quando sarà, potrei proporla per l'uscita su EduINAF, ma per intanto lasciatemi mettere qui sotto il passo del libro cui mi riferisco:
Difficilmente passa un anno senza che almeno un razzo fallisca l'obiettivo di raggiungere lo spazio, per un motivo o per un altro. L'anno 2020 fu particolarmente difficile per i lanci delle missioni spaziali, con alcune importanti perdite, fra le quali la Launcher One della Virgin Orbit, le cinesi Kuaizhou e Long March, l'Electron della Rocket Lab, la Vega di Arianspace e altre. Nei primi anni dell'esplorazione spaziale, quando volarono per la prima volta i grandi razzi, il fallimento era usuale quanto il successo, se non di più.
Visto che ci sono, e visto per continuare a mantenere il rapporto di questa rubrica con il sito Quora, vi segnalo la domanda What are some of the biggest mistakes made in rocket construction?

venerdì 14 ottobre 2022

In viaggio con DART

Per diversi motivi tecnici, sono stato costretto a rinviare di un giorno il video dedicato a DART: il montaggio ha preso più del previsto, soprattutto come tempo di esportazione dei pezzetti singoli e alla fine anche del video completo. A parte questi piccoli problemi tecnici, quello che state per vedere è una specie di finta live in cui commento gli estratti dalla live vera che fece la NASA quella notte. L'idea mi è venuta perché è stata una delle poche notti che mi sono addormentato presto (nel senso prima dell'una di notte).
Oltre al mio video, vi consiglio anche di dare un'occhiata al video dedicato a LiciaCUBE su EduINAF.

martedì 19 aprile 2022

Il primo laboratorio spaziale

Il 19 aprile del 1971 i sovietici lanciarono nello spazio la Saljut 1, la prima stazione spaziale dell'umanità.
Lanciata da un razzo Proton fu poi raggiunta il 23 aprile dello stesso anno dall'equipaggio della missione Sojuz 10 con l'intento di agganciarla. La procedura comunque non riuscì perfettamente e nonostante il rendezvous e l'aggancio l'equipaggio non poté salire a bordo.
Fu nuovamente raggiunta il 7 giugno da parte della Sojuz 11 e questa volta l'equipaggio poté entrarvi per rimanervi 23 giorni. Sfortunatamente, durante lo sgancio tra la stazione e la Sojuz, quest'ultima riportò dei danni ad una valvola che comportò la fuoriuscita dell'aria presente all'interno della navetta, causando la morte dell'intero equipaggio.
La Saljut 1 non fu più visitata da nessun equipaggio e rimase in orbita fino a che fece il suo rientro distruttivo in atmosfera, avvenuto l'11 ottobre 1971.
Un altro record della Saljut 1 è legato all'uso di un telescopio in orbita, l'Orion 1, usato dall'astronauta Viktor Ivanovič Pacaev direttamente in orbita.
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venerdì 16 luglio 2021

A cavallo del razzo

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Ho conosciuto Tobias Sammet grazie agli Avantasia, di cui ho proposto alcuni video qui sul blog, senza mai approfondirne nessuno all'interno delle Particelle musicali. Gli Avantasia, in effetti, più che una band stabile è un supergruppo sullo stile degli Ayeron. A differenza del progetto musicale di Lucassen, gli Avantasia hanno un nucleo stabile, per cui lo status di band progressive metal è più che guadagnato. Non è, però (e finalmente) che mi occupo degli Avantasia, ma dell'altra band di Sammet, gli Edguy.
Fondata nel 1992 insieme con Jens Ludwig, Dominik Storch e Dirk Sauer, all'epoca tutti quattordicenni, hanno pubblicato il loro primo album ufficiale cinque anni più tardi, nel 1997: Kingdom of Madness. L'ultimo album in studio, invece, è del 2014, Space Police: Defenders of the Crown, mentre è del 2017 l'ultima raccolta, Monuments. Ho scoperto gli Edguy solo di recente, grazie a YouTube che mi ha suggerito The piper never dies tratto da Hellfire Club del 2004 e ho immediatamente riconosciuto non solo la voce ma anche lo stile di Sammet. Per iniziare a recuperare qualche album completo ho, però, optato per l'ascolto di Rocket ride del 2006, settimo album in studio della band.

giovedì 13 maggio 2021

Le grandi domande della vita: Tutto sotto sopra

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Avevo voglia di scrivere una nuova puntata ufficiale di questa serie che oramai è così aperiodica e casuale che se ne sono perse le tracce. L'ultima volta che qualcosa è uscito con la parvenza di appartenere a questa rubrica è stato a novembre dello scorso anno, mentre è a luglio sempre del 2020 che risale l'ultima uscita ufficiale. In questo caso, spulciando tra il post in bozza che contiene alcune domande interessanti prese da Quora, mi imbatto in una particolarmente intrigante che mi stimola a riprendere la rubrica, foss'anche solo per questo mese in tutto il 2021: cosa c'è sotto il nostro Sistema Solare?

martedì 16 maggio 2017

I cieli di Brera: Homo sapiens nello spazio

Domani Stefano Sandrelli discuterà di conquista dello spazio per la seconda conferenza de I cieli di Brera. Appuntamento alle 18:00 presso la Sala della Passione della Pinacoteca nel Palazzo Brera, via Brera 28.
Qui sotto ben due abstract, quello di testo e quello video, girato da Laura Barbalini:
L'Homo sapiens ha conquistato lo spazio, prima volando in atmosfera, poi orbitando intorno al pianeta. E schiudendo le porte agli studi scientifici in assenza di peso. Ma non è certo stata la prima specie a farlo ne’ la più numerosa. Fra passato e presente, guardando al futuro, cercheremo di scoprire la scienza dell’uomo e dei suoi colleghi animali che lo hanno preceduto e accompagnato nello spazio. Con molta ironia.

lunedì 12 agosto 2013

Missione spaziale

Gioco attuale e istruttivo per i giovani dell'ultima generazione

domenica 24 marzo 2013

Conquistatore dello spazio

Attenzione: post aggiornato dopo la prima pubblicazione. Modificata la foto e aggiunti i link
Forse questa pubblicità l'avrete vista su un famoso antro atomico, che ogni tanto le propone, ma mi sembrava troppo bella per non proporvela a mia volta.
Ovviamente il pensiero va immediatamente a Wernher von Braun, l'uomo che ha permesso agli Stati Uniti di vincere la corsa verso la Luna contro l'Unione Sovietica. E il giocattolo appartiene proprio a quell'epoca: la pagina, infatti, è tratta da Topolino n.707 del 15 Giugno 1969, che un mio ormai ex-allievo mi ha portato un paio di mesi fa.

venerdì 20 luglio 2012

Uomini sulla Luna

In questo post vengono ristampati e riadattati due post, ormai cancellati dall'editore, dedicati a Neil Armstrong e Buzz Aldrin. La pubblicazione ritardata è dovuta a un ritardo del sottoscritto nel recupero del post su Aldrin. Mi scuso per questo con i lettori e con i due protagonisti dell'allunaggio del 20 luglio 1969.
Neil Armstrong
Quel giorno, in tutto il mondo, si sentirono queste parole:
That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind.(1)
E' quello che disse Neil Armstrong dopo aver posto, per primo, il piede sulla Luna, entrando così nella storia, non solo quella di una lunga rincorsa spaziale tra statunitensi e sovietici, ma nella storia di tutta la Terra.
Nato il 5 agosto del 1930, Armstrong, comandante della missione Apollo 11, quella atterrata sul suolo lunare, non era solo in quella notte così silenziosa e stellata. Lo accompagnarono in quel lungo viaggio e infine nello sbarco Buzz Aldrin, che con lui condivideva il passato di scout, e Michael Collins.
Neil può, per molti versi, essere considerato un predestinato: nel 1968 era a capo dell'equipaggio di riserva dell'Apollo 8 e nello stesso anno, a maggio, rischiò la vita durante un'esercitazione con un modulo lunare. Per sua e nostra fortuna fu in grado di salire sull'Apollo 11 e mettere così per primo piede sul nostro satellite.
All'astronauta statunitense sono anche intitolati un piccolo cratere lunare e un asteroide, il 6469 Armstrong.
il primo piede sulla Luna
Seguita con attenzione in tutto il mondo, la missione Apollo 11 atterrò nella parte meridionale del Mare della Tranquillità. Dopo circa 6 ore e mezza, Armstrong e Aldrin mosserò i primi, incerti passi sulla Luna, iniziando a filmare e fotografare l'evento, raccogliendo rocce e campioni della superficie lunare.
La discesa di Armstrong venne filmata grazie ad una telecamera montata sull'Eagle, il modulo che portò gli astronauti fino all'allunaggio, appositamente espulsa dal suo alloggiamento all'interno dello scafo da un comando azionato dallo stesso Armstrong scendendo.
I due astronauti, una volta scesi, si mossero in modo apparentemente goffo, prevalentemente a balzi, a causa della minore gravità del nostro satellite: Aldrin disse che i movimenti dovevano essere programmati con un certo anticipo, poiché il suolo lunare era particolarmente sdrucciolevole. Anche grazie a questo successo, il programma spaziale statunitense poté proseguire ancora per un'altra decina di anni (più o meno), almeno fino a che la Nasa decise di dirottare i fondi, comunque scarsi e diminuiti, verso altri progetti di maggiore valenza scientifica. Probabilmente per gli stessi motivi anche i sovietici avevano interrotto da tempo il loro programma spaziale.
Buzz Aldrin
Il secondo protagonista di questa bella storia, Edwin Eugene Aldrin, detto Buzz, nato il 20 gennaio del 1930, è, a mio giudizio, il volto simpatico della missione, raggiungendo una fama, una volta tornato, forse anche superiore al suo comandante e amico: d'altra parte Neil aveva il compito e la responsabilità innanzitutto del buon esito della missione, e poi quello non secondario di passare alla storia. Certo, quando venne il momento di lasciare un segno tangibile, Aldrin non si tirò indietro e durante la sua passeggiata lunare, evidenziando il suo carattere schietto e sincero, ma al tempo stesso molto spiccio, disse semplicemente:
Magnificent desolation.(2)
Laureatosi nel 1951 in ingegneria meccanica all'accademia militare di West Point, dopo la guerra di Corea entrò al MIT dove prese il dottorato in astronautica, per poi venire selezionato dalla Nasa nel 1963.

domenica 14 agosto 2011

Il Buz pappapianeti

Realizzata, probabilmente, nel 2009 (Il commentatore televisivo, nella prima vignetta, afferma: Dopo quasi quarant'anni, una 'spedizione internazionale' sta per mettere nuovamente piede sulla Luna!), viene stampata con un anno di ritardo sul Topolino n.2845 datato 8 giugno 2010, cioé circa un mese prima del 41.mo anniversario dello sbarco della missione Apollo 11 sulla Luna.
Davanti al televisore troviamo Topolino ed Eta Beta che assistono ad una nuova impresa, questa volta portata a termine da un astronauta per continente, giunti tutti insieme su un'unica astronave. Purtroppo la Luna, in risposta alla bandiera piantata sul suo suolo, inizia a... pernacchiare! Il motivo è semplice: degli alieni di un solo occhio l'hanno sostituita con un pallone gonfiato d'aria per usarla come esca contro la minaccia di un divoratore di pianeti.
Tutto questo lo hanno scoperto i nostri eroi dopo che Eta ha ristrutturato la macchina di Topolino in modo che sia in grado di viaggiare nello spazio: riprendendo quindi l'inclinazione all'invenzione, quella stessa che portò all'atombrello, il simpatico uomo del futuro costruisce un motore che viaggia grazie al rock per affrontare l'indagine spaziale. Prima si seguono le tracce della luna, grazie ad una lente gigantesca, poi si cerca di scoprire l'origine di questo affamato divoratore, che non è l'inquietante e gigantesco Galactus del Marvel Universe, ma l'altrettanto grande e se vogliamo ancora più inquietante Buz, verme spaziale sintetico, come si scoprirà.
Eta Beta, a bordo dell'astronave, stava formulando proprio questa ipotesi, sintetizzando anche il naturale ciclo alimentare:
Eta Beta: Pqualcosa non pquadra! Non è possibile che esista un animale come il Pbuz! Vedete, gli ecosistemi pfunzionano perché ogni animale e ogni pianta psono necessari gli uni agli altri e tutti si ptrovano nel giusto punto di una pcatena!
Topolino: Non ha senso un animale che si pappa... tutta la catena!
Eta Beta: Pgià! La natura fa sempre le pcose per bene! Pquindi...
Ipotesi "A": Il Pbuz si trova fuori dal proprio ecosistema!
Oppure, Ipotesi "B": Il Pbuz è...
un essere non-naturale, come si scoprirà. E' stato, infatti , costruito da Fabricant, uno dei saggi dell'Universo, per depurare il sistema solare dei sapienti, i cui pianeti sono stati sfruttati, sporcati e inquinati fino all'eccesso dai suoi abitanti. Casty, dunque, non rinuncia al tema ecologista, lanciando la frecciatina contro il genere umano, che nella storia disneyana iniziano a pulire il pianeta solo con la minaccia che il depuratore vermiforme dello spazio profondo si "pappi" il pianeta per ripulirlo.
La storia, poi, presenta due curiosità. La prima è scientifica, con le tute invisibilizzanti, delle speciali tute che generano immagini tali da ingannare la vista binoculare: basta infatti un solo occhio, quell'unico di cui sono dotati gli alieni rapinatori di lune, per venire scoperti.
L'altra curiosità è dovuta dall'accoglienza riservata a Topolino arrivando su Washington: bombardato e cannoneggiato proprio come quando stava tornando sulla Terra dopo l'escursione spaziale che ha concluso Il deserto del nulla.
P.S.: la scelta dell'immagine di chiusura non è per nulla casuale, se pensiamo che il Buz è una sorta di spazzino cosmico...