Stomachion

sabato 16 ottobre 2021

Batman Death Metal: Ozzy Osbourne

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E così siamo arrivati alla fine di Death Metal (in effetti mi manca ancora da leggere il terzo Mixtape: riferirò quando arriverà). E l'ultima copertina della band edition è dedicata a Ozzy Osbourne.
Marco Mastrazzo realizza un piccolo capolavoro, forse la migliore delle sette copertine della band edition, che contiene anche una citazione metal, visto la sua somiglianza con la copertina del singolo Out of the silent planet degli Iron Maiden. In quel caso a tenere tra le mani la Terra è Eddie, la mascotte degli Iron Maiden, mentre nella copertina di Mastrazzo al suo posto troviamo il Batman che ride e Ozzy animati dallo stesso sorriso di Eddie.
Se consideriamo poi i contenuti aggiuntivi della band edition, questi sono i più stupefacenti. A fronte di un'intervista scarna, ma diretta, a stupire è soprattutto l'introduzione: è in tutto e per tutto centrata sulla saga e coerente con quello che poi si andrà a leggere nella storia a fumetti: la sensazione è che Ozzy Osbourne abbia veramente letto Death Metal!
Dio è morto?
In effetti Ozzy cita nell'introduzione anche diversi album o pezzi che sarebbero stati molto più indicati da inserire in questa parte musicale dell'articolo rispetto a quello che ho scelto per voi qui, ma penso che Ozzy Osbourne oggi è Ozzy Osbourne soprattutto per quella parte di carriera che ha condiviso con i Black Sabbath.
Insieme con Tony Iommi, Bill Ward e Terence Butler, Ozzy è stato fondatore del gruppo che viene considerato il padre dell'heavy metal propriamente detto. Rimase nel gruppo fino al 1977, poi un'altra parentesi tra il 1978 e il 1979, anno nel quale arrivò la voce che più di tutte identifico con i Black Sabbath, Ronnie James Dio.
Nella pratica loro furono i due cantanti che più hanno identificato i Balck Sabbath e che più hanno incrociato la loro carriera, tra litigi, uscite e rientri, con Tony Iommi e gli altri.
Al momento i Black Sabbath hanno concluso la loro lunga carriera con l'End Tour del 2017. L'ultima parte della loro carriera, che ha visto Osbourne succedere a Dio dopo la morte di quest'ultimo, è stata anche segnata dall'uscita del loro ultimo album, 13, nel 2013, il 19.mo in studio. Seconda traccia dell'album è God is dead?, pezzo che contiene riferimenti, sin dal titolo, al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e in particolare a questa sua famosa affermazione:
Dio è morto. Dio rimane morto. E lo abbiamo ucciso noi. Come ci consoleremo noi, assassini di tutti gli assassini?
Lo stesso Batman che ride, e soprattutto quando ascende al ruolo del Cavaliere più oscuro, è in un certo senso nietzschiano, per cui anche il testo di God is dead? si adatta molto bene al personaggio che troviamo in copertina insieme con Ozzy
Lost in the darkness, I fade from the light
Il sacrificio dell'eroe
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D'altra parte, come abbiamo visto sul sesto numero della miniserie, il Cavaliere più oscuro è mosso da istanze per certi versi anche condivisibili, rendendo il personaggio ancora più interessante, ma le sue pulsioni nichiliste ne fanno per contro una minaccia quasi inarrestabile e un male ben più pericoloso del classico malvagio supereroistico alla ricerca di un vantaggio personale (che non è sempre soldi o potere) o mosso dal puro e semplice odio.
Questo suo essere senza alcuna morale, caratteristica che Scott Snyder ha dato al personaggio sin dal suo esordio, viene enfatizzato nella versione oscura con un inquietante sorriso che Greg Capullo gli mette su una faccia nera e priva di lineamenti e che il personaggio non perde in nessun momento. Non cambia mai espressione né nel momento del trionfio, né quando è colpito duro da Wonder Woman, o quando quest'ultima mostra di non cedere alle sue tentazioni.
Il Cavaliere più oscuro, infatti, tenta Wonder Woman, anch'essa ascesa al rango divino alla fine sempre del sesto numero, per allearsi con lui contro le Mani, gli esseri in grado modellare interi multiversi. La mela che le pone davanti è quella di un mondo costruito appositamente per lei e i suoi amici, dove poter continuare la propria vita lontano dal resto del nuovo multiverso oscuro.
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Alla fine, però, l'amazzone, come sta nella caratterizzazione più diffusa del personaggio, decide di non scendere a compromessi e, anche a costo della distruzione totale, decide di non voler lasciare in giro un essere così pericoloso come il Cavaliere più oscuro.
Alla luce delle 10 pagine conclusive, le ultime tre pagine disegnate da Capullo sono un interessante citazione a La storia infinita, ma mentre Sebastian si trova al buio e con una piccola fiammella in mano, Diana si trova di fronte a se stessa nel bianco più brillante, per poi allontanarsi dalla vista del lettore scomparendo come se fosse avvolta nella nebbia.
Nel frattempo Superman e Batman affrontano due loro letali versioni malvagie: Clark un Superman corrotto da un milione di soli, Bruce contro un pettiroso del male, il Re Robin che, dopo il Batman che ride, è stata la sua versione alternativa più sviluppata dagli autori nel corso della saga.
Entrambi gli eroi si ritrovano quasi a soccombere ai loro avversari, ma mentre Batman tira fuori dal taschino un'ultima risorsa, Superman, ormai quasi completamente corrotto dall'equazione dell'anti-vita, viene soccorso da Luthor che indossa un'armatura con all'interno un buco nero miniaturizzato. Dal punto di vista narrativo la scelta risulta sensata, visto che il finale della sfida con il Superman malvagio si sovrappone con il finale della sfida di Wonder Woman con il Cavaliere più oscuro, un'esplosione di energia che cancella ogni cosa.
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Guerra, avventura, fantascienza si mescolano alla fine con la filosofia, il tutto per far ripartire il multiverso così come era stato concepito: un'idea narrativa in cui tutto è possibile perché tutto è concesso agli autori, che diventano così creatori di universi. In questo senso Death Metal è l'ultima delle Crisi, non solo perché mette insieme senza cancellarli concetti diversi, come ad esempio l'ipertempo di Mark Waid o il multiverso di Multiversity, ma li estende attraverso l'omniverso, un multiverso di multiversi introdotto nel secondo Mixtape. Inoltre il finale, per estensione, esprime anche una forse molto ottimistica speranza di Snyder nei confronti delle capacità umane di restare uniti di frone alle minacce, da un lato necessaria per portare i supereroi DC Comics verso la nuova era, dall'altra però un evidente messaggio al lettore, che in quello più adulto e smaliziato non può che lasciare una risata però priva di divertimento e di speranza.
Tutto questo ci viene graficamente raccontato da Yanick Paquette, disegnatore dalla linea molto più pulita e chiara di Capullo (e quindi anche più adatto anche a rappresentare la festa finale) e, nelle ultime due pagine, da Bryan Hitch, preparando così il terreno alle storie che verranno, in cui sarà centrale il coinvolgimento della nuova Wonder Woman, ascesa al livello successivo, proprio come l'Universo DC di cui incarna lo spirito.
Storie che, però, non so se leggerò, ma prima di sciogliere questo dubbio spero di poter recuperare la lettura in italiano del terzo Mixtape, con cui considererò ufficialmente conclusa l'esaltante lettura di Batman: Death Metal.

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