Rappresentata per la prima volta il 27 dicembre del 1904 al Duke of York's Theatre di Londra, ebbe fin da subito un successo tale da portarla già l'anno dopo a venire esportata, a New York.
La storia raccontata da Barrie è abbastanza nota a tutti, per cui non ripeto più di quanto già scritto. Ciò che, invece, vale la pena raccontare sono alcuni dettagli tecnici che possono risultare interessanti anche per chi non è addentro a queste questioni.
Innanzitutto il testo di accompagnamento alle battute, che spiega le scene e il loro allestimento, è scritto con lo stile di un libro destinato ai bambini. Inoltre emerge un che di inquietante nella figura di Peter, come viene anche dimostrato da un commento di Barrie alla statua dedicata al suo personaggio:
Non vi traspare il demone che è in Peter!La cosa è tanto più evidente quanto più si confronta il testo teatrale con il film disneyano, visto che nel confronto con i pirati Peter e i bambini smarriti non si fanno scrupoli nel colpire a morte i loro avversari, né si rendono minimamente conto di ciò che hanno compiuto.
Per assurdo Capitan Uncino guadagna un pizzico di malinconia, senza nulla togliere alla sua cattiveria, mentre tra i pirati non ne emerge nessuno in particolare, tra quelli citati.
Interessante, poi, l'edizione che ho acquistato, grazie all'introduzione di un articolo di Francesco Cataluccio che impreziosisce la lettura con considerazioni molto interessanti sui temi portanti dell'opera: la gioventù prolungata il più possibile e, come detto prima, la combinazione tra innocenza e crudeltà tipica dell'infanzia.
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