Dispersi nello spazio
Per quanto la storia sia di fantascienza, ha però un gusto decisamente vintage, un po' per l'evidente ispirazione, Spazio 1999, un po' per l'uso dei retini nella colorazione che ricorda vecchi albi a fumetti degli anni Cinquanta del XX secolo. Ovviamente non c'è solo Spazio 1999 (un paio di situazioni, ad esempio, ricordano la serie classica di Star Trek, come ad esempio Clarabella che inizia a cantare in mensa), ma è fuor di dubbio che questa sia la fonte principale, soprattutto quando la Sole Nero, la stazione spaziale orbitale su cui è ambientata la vicenda, viene sbalzata lontano dalla Terra dall'urto contro un gigantesco asteroide.
Gervasio, tra un errore e un'imprecisione scientifica, scrive, però, un primo episodio tutto sommato convincente. Forse l'errore più grosso è quello di mettere nella trama una eccessiva aura di mistero: Topolino Tomorrow, che giunge sulla Sole Nero come nuovo capitano, ha una missione da compiere, legata allo studio proprio dei misteriosi asteroidi che colpiscono la stazione spaziale. Il problema è che i dettagli di questa missione vengono tenuti ben nascosti al lettore, nonostante tutto l'equipaggio della Sole Nero li conosca.Diverso, invece, il mistero intorno alla figura di Topolino Tomorrow: ha molto più senso il suo sussistere rispetto al mistero intorno alla sua missione e crea interesse intorno al personaggio.
Ottimi, infine, i disegni di Canfailla, fortemente ispirati a quelli in voga tra gli Ottanta e i Novanta, in special modo quelli dei fumetti usciti dallo Studio Comicup (penso in particolare a Miguel Pujol) o quelli realizzati da Lino Gorlero, storico disegnatore della serie de I mercoledì di Pippo. Detto ciò, veniamo a ciò che non mi ha convinto dal punto di vista scientifico. Innanzitutto l'assenza di un qualunque sistema propulsivo per la Sole Nero. Il punto è che la Stazione Spaziale Internazionale in orbita inotrno alla Terra in realtà possiede dei sistemi propulsivi, quelli necessari per modificare di tanto in tanto l'orbita della Stazione intorno al nostro pianeta e impedire che passi dalla situazione di caduta libera al precipitare sul pianeta.
Inoltre, considerando i pericoli cui una stazione spaziale è esposta, avrebbe poco senso non dotarla di sistemi che le permettano di spostarli. Diverso il discorso della mancanza di carburante, anche se nella storia è associato alle due navicelle di supporto della Sole Nero. In questo caso abbiamo un'altra imprecisione, legata comunque a un aspetto piuttosto tecnico.
L'uso delle due navicelle di cui sopra viene bocciato per via della loro poca potenza, ma moltissime delle manovre progettate e utilizzate per le missioni spaziali con i satelliti non hanno bisogno né di motori molto potenti (e quelli delle navicelle probabilmente sono molto più potenti rispetto a quelli dei satelliti), né grandi quantità di carburante, ma solo una grande pazienza,, e soprattutto la conoscenza dell'orbita su cui si sta viaggiando. Non è detto, in questo senso, che con le puntate successive la Sole Nero non riesca a modificare il suo nuovo stato orbitale.
Il resto del sommario
Dopo questa lunga parte dedicata a La ciurma del Sole Nero, vediamo il più velocemente possibile il resto del sommario.Iniziamo con il terzo episodio de Il centounesimo canto, la caccia dei paperi al presunto canto perduto della Divina Commedia di Dante Alighieri. La ricerca porta il gruppo guidato da Paperone a Verona, la città di Romeo e Giulietta, come ricordato dai nipotini nel corso della storia. Qui Alessandro Sisti e Alessandro Perina ci conducono in un giro tra i labirintici corridoi dell'Arena di Verona, fino a una scena d'azione con Dante protagonista!
La ricerca, per ora, si ferma proprio a Verona, dove Dante passò diversi anni, dal 1313 (forse anche 1312) al 1318, però Sisti rivela l'identità dell'ultimo guelfo nero, anche se era piuttosto evidente chi si nascondesse dietro il minaccioso figuro che cerca di scoraggare i paperi dal portare a termine la loro ricerca. Con Casa dolce casa, nuovo episodio di Topolino: Le origini, Danilo Deninotti sempre con Carlo Limido ai disegni, riporta Topolino a Topolinia dopo la vacanza estiva. La storia è, decisamente, la migliore che Deninotti abbia mai scritto all'interno della serie, e ruota intorno alla ricerca di Topolino di una casa tutta sua. La cosa gli fa incrociare la strada con Minni, alla ricerca della sua indipendenza dallo zio Mortimer, e con Sgrinfia, coinvolto in una truffa a solo. Ovviamente la conclusione per il futuro socio di Gambadilegno è una sola. Interessante, poi, come la serie presenti sempre più riferimenti alle storie passate, a testimonianza della nuova direzione intrapresa da Le origini. Inoltre l'accenno a un pericoloso criminale nascosto dietro alcune delle indagini in cui Topolino e Basettoni sono stati coinvolti aggiunge un po' di interesse e di attesa per i prossimi episodi.
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