venerdì 17 giugno 2022

Attraversare un ponte arcobaleno

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Avevamo lasciato, ormai un paio di mesi fa (e me ne scuso di questo ritardo) i viaggiatori di Into the electric castle, il terzo album in studio degli Ayreon, nell'attraversamento di un Tunnel of light, ovvero a un passo dal primo disco dell'album. Per chiudere la prima parte del romanzo in musica di Arjen Anthony Lucassen, e anche questa prima serie di post dedicati a Into the electric castle, manca solo Across the rainbow bridge.
Protagonisti sono il cavaliere, il romano e l'hippie, che come in altre occasioni vengono caratterizzati con temi musicali leggermente differenti. In effetti il cavaliere e il romano sono molto simili, musicalmente parlando, forse un po' più spigoloso il romano, mentre l'hippie suona più elettrico. La prima parte del viaggio si conclude, quindi, con l'attraversamento di un ponte costituito da un arcobaleno. La sua descrizione presenta una qual certa similitudine con l'arcobaleno che sperimentiamo ogni volta che piove. L'avventura dei tre, infatti, viene introdotta dal narratore in questo modo:
And now this Rainbow Bridge: an iridescent span of tears - so fragile and yet so strong.
D'altra parte, come aveva intuito a suo tempo René Descartes, per la precisione nel trattato Les Météores del 1637, l'arcobaleno è un fenomeno di ottica geometrica dovuto alla luce che attraversa le goccioline di pioggia che si trovano al confine tra la zona di brutto tempo e quella di bel tempo. In pratica le goccioline di pioggia si comportano come tanti piccoli prismi che scompongono la luce bianca in tutte le frequenze che costituiscono l'arcobaleno, almeno in quelle che siamo in grado di percepire. Anche la sua forma è, in qualche modo, legata a come il nostro occhio percepisce le informazioni visive che ci arrivano. E questo è dovuto al fatto che l'angolo a cui avviene la riflessione è, mediamente e con piccole differenze in funzione del colore, 42°. Questo suggerisce all'occhio una forma ad arco tanto più vicina all'arco di una circonferenza quanto più il Sole risulta basso all'orizzonte. In certe condizioni è anche possibile osservare una circonferenza completa, ma dovreste trovarvi a bordo di un aereo!
Il fatto, però, che i protagonisti debbano attraversare l'arcobaleno per raggiungere il Castello Elettrico è, in qualche modo, un riferimento alla mitologia norrena, secondo la quale l'arcobaleno era, in realtà, il ponte di di Bifrǫst che collega i regni di Midgard, la terra, e di Asgard, la dimora degli dei, tipetti simpatici come Thor, Odino e altri.
E' interessante notare come anche nella mitologia greca l'arcobaleno aveva un significato simile: era infatti un sentiero creato da Iris, da cui iride, per collegare la terra con l'Olimpo. Di solito Iris usava l'arcobaleno per arrivare sulla Terra e portare agli uomini i messaggi divini. I suoi, però, erano spesso messaggi di sventura, visto che quelli "belli" erano per li più appannaggio di Hermes.
Altro elemento che collega l'arcobaleno di Into the electris castle con la mitologia greco-romana è il verso
beyond these stygian skies our fortress lies
tratto dal corus interpretato dal romano. Il riferimento è, evidentemente, allo Stige, uno dei cinque fiumi infernali. E visto che il ponte arcobaleno serve per allontanarsi da questi cieli stigiani, che potremmo anche intendere come cielo d'odio, visto che lo Stige è noto anche come fiume d'odio, non è così improbabile che due versi sotto
we'll span the sea of tears and conquer all our fears
possa contenere un riferimento non solo alla classica valle di lacrime che è, generalmente, un modo drammatico per indicare la vita degli uomini sulla terra, ma anche alla palude stigia, che era un ostacolo nel cammino verso l'oltretomba. In questo caso un ostacolo per raggiungere il Castello Elettrico.
P.S.: con il secondo disco di Into the electric castle non sarò così puntuale e tratterò molte meno canzoni delle 10 previste. Devo solo decidere quali e se suddividerle in uno o due post.

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