venerdì 22 marzo 2024

Un nuovo modo di vedere l'universo

20240323-energy-universe
E' un po' come essere tornati ai bei tempi del twittero quando l'ispirazione dei post mi veniva dai suggerimenti diretti o dallo spuntare improvviso di tweet nella timeline. Questa volta tutto nasce sul gruppo @astronomia su feddit.it grazie a una condivisione di @informapirata che segnala un articolo uscito su Wired, Una nuova teoria della gravità elimina la materia oscura. All'interno si racconta di un papero (nome colloquiale per indicare un preprint) appena uscito su arXiv, Anomalous contribution to galactic rotation curves due to stochastic spacetime in cui Jonathan Oppenheim, con la collaborazione di Andrea Russo, porta a compimento un lavoro iniziato 6 anni fa e che, come scritto nel preprint di cui sopra, era iniziato per cercare un modo di conciliare la meccanica quantistica con la relatività.
Quello di spiegare il comportamento di molte galassie senza la materia oscura era, invece, un effetto collaterale in qualche modo, non certo quello primario, ma visto che la base di partenza non era molto dissimile da una MOND (Modified Newtonian dynamics, ovvero dinamica newtoniana modificata), direi che considerarlo un risultato secondario è probabilmente un classico modo con cui si cerca di nascondere quello che invece era il risultato principale di tutta la ricerca. In sintesi, infatti, il modello mette insieme uno spaziotempo classico con dei campi di materia quantizzati e una conseguente evoluzione dello spaziotempo di tipo stocastico.
Dopo sei anni di lavoro, quindi, ecco tirare una riga su un universo che seconto Oppenheim non ha bisogno né della materia oscura né dell'energia oscura per essere spiegato. In effetti, però, spulciando nell'articolo, non sembra che ancora riesca a sciogliere tutti i punti di perplessità che generalmente si portano dietro le MOND e le sue versioni relativistiche, le TeVeS (Tensor–vector–scalar gravity), ovvero le versioni relativistiche delle MOND. Certo: a quanto pare sembrerebbe prevedere le fluttuazioni all'interno della radiazione cosmica di fondo, ma in che entità non è ben chiaro e, in ogni caso, questo è anche uno dei punti essenziali nello storico confronto tra la teoria delle stringhe e la gravità a loop.
Di fatto la proposta teorica di Oppenheim la potremmo considerare come una terza via, oltre che come la più matura delle MOND: ricapitolando, infatti, mentre la teoria delle stringhe parte dalla stringa elementare con i suoi differenti modi di vibrazione, la gravità a loop punta su quella che può essere considerata come la più naturale delle quantizazzioni relativistiche, quella dello spaziotempo. Personalmente penso che la quantizzazione dello spaziotempo, che in qualche modo dovrebbe costringerci a pensarlo come un reticolo, sia la strada più proficua, anche rispetto alle MOND, ma non è detto che sia in contrasto con esse: in fondo sappiamo molto poco dell'universo, che potrebbe comportarsi in modi che possono essere spiegati con pezzi diversi di modelli diversi. In questo, come dicevo, Oppenheim si pone in qualche modo in mezzo tra le due, visto che parte da una versione quantistica della materia, ma giunge anche a una visione statistica dello spaziotempo, per cui potremmo effettivamente essere alle porte di una grande sintesi teorica che rivoluzionerà la fisica nei prossimi decenni, oppure dell'ennesimo tentativo di comprendere l'universo.
Per chiudere sulla questione della materia oscura e delle MOND ho dedicato un articolo della serie de Le grandi domande della vita, che vi invito a recuperare per tutte quelle parti che qui non ho approfondito.
E ora penso che me ne resterò a guardare, sempre che non mi torni lo stimolo (e il tempo) di approfondire la faccenda.
Immagine di apertura generata con DreamUp di deviantart.

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