giovedì 19 settembre 2024

Il sistema astronomico pitagorico

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La diatriba tra il sistema astronomico geocentrico e quello eliocentrico è andata ben oltre le semplici questioni di quale fosse il modello più aderente alla realtà dei fatti. L'adozione del sistema geocentrico era ormai diventata una questione legata soprattutto a motivazioni extra-scientifiche. Anche per questo ho trovato interessante provare a tracciare in maniera sintetica una storia dei modelli del sistema solare, che è partita su EduINAF con una prima astrografica dedicata ai primi sistemi astronomici dell'antica Grecia. A farla da padrone in questo caso è stato il modello astronomico pitagorico, che presenta alcune interessanti caratteristiche su cui mi sembrava interessante riflettere ulteriormente oltre il ristretto spazio dell'astrografica e della breve introduzione di accompagnamento della stessa.
Filolao
Il sistema astronomico in questione (a cui ho accennato in Contare i granelli di sabbia) venne introdotto dal filosofo e matematico pitagorico Filolao nel 5.o secolo a.C. Nato in Magna Grecia, forse a Crotone, dove secondo la tradizione Pitagora si era trasferito intorno al 530 a.C., questi era considerato come uno dei più grandi esponenti della scuola pitagorica, nonché il primo a lasciare tracce scritte sul pitagorismo. Tra questi c'è il sistema astronomico pitagorico, che tradizionalmente si ritiene sia stato concepito proprio da Filolao, pur se non ci sono certezze su questo fatto (come su molti altri di quell'epoca, del resto).
Il sistema era squisitamente pitagorico, poiché presentava un aspetto matematico, anzi geometrico, visto che i corpi celesti, Terra inclusa, venivano considerati muoversi lungo percorsi circolari, ma anche mistico, a causa del fuoco centrale, Hestia, nome che deriva dall'omonima dea greca considerata la protrettrice del focolare domestico. Sotto l'occhio moderno, però, è abbastanza immediato associare questa Hestia con il centro dell'universo ad alta densità che ha iniziato ad espandersi a partire dall'istante del Big Bang di qualcosa come 14 miliardi di anni fa, rilasciando tutta la sua energia, proprio come un fuoco domestico spande la sua energia all'interno della casa.
E' evidente come questa intuizione, di origine mistico-religiosa, non fosse supportata da nessuna reale osservazione. D'altra parte secondo Filolao era impossibile, dalla Terra, osservare questo fuoco centrale a causa dell'Anti-Terra, o Antichthon, un pianeta in tutto e per tutto simile alla Terra che ruotava intorno a Hestia schermandola. In questo caso è curioso osservare come, secondo Filolao, la Terra doveva ruotare intorno al suo asse in modo tale da rivolgere verso Hestia sempre la stessa faccia, che poi era quella su cui si trovava la Grecia (in fondo gli antichi greci hanno sempre considerato il posto in cui vivevano il centro del mondo civilizzato!). A voler essere pignoli il filosofo pitagorico non ha mai specificato esplicitamente se riteneva la Terra sferica o piatta, ma vista la simmetria circolare del "suo" sistema astronomico, è più probabile la prima opzione.
Al di là delle considerazioni mistiche dietro al modello di Filolao, ciò che colpisce è soprattutto la modernità del pensiero dietro il sistema astronomico pitagorico, nel quale si riteneva che tutto il cosmo fosse in movimento e niente, al suo interno, immobile, se non il punto centrale. Se però oggi ci possiamo permettere di ritenere questa visione moderna per i tempi è anche per via della grande importanza che venne data al modello geocentrico in Occidente, che dominò la visione mistico-astronomica europea per secoli. E questo nonostante alcune delle critiche al modello tolemaico, anche provenienti da ecclesiastici, erano di ordine logico, pensando che fosse altamente improbabile che un corpo celeste, ritenuto, e non a torto, più grande della Terra si mettesse a ruotare intorno a essa. Questa, però, è, come si suol dire, un'altra storia.

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