
I primi due archi narrativi, I feriti siamo noi e La voce del palazzo, posrtano "in scena" due aspetti differenti della follia umana. Nel primo Watters introduce un nuovo avversario per Batman che, nel più tipico stile delle storie batmaniane, costringe il lettore a porsi domande su temi importanti, come gli effetti dell'inqinamento sulla salute delle persone, ma anche sui compromessi che siamo disposti a portare a termine pur di non perdere privilegi economici.
La storia, oltre a un nuovo inquietante nemico, introduce anche un nuovo personaggio nel cast: il dottor Sereika, un patologo forense che sarà il collaboratore di Batman e Gordon nel corso degli episodi di questo primo volume.
La voce del palazzo, invece, ricorda un po' Citadel, una Legends di James Robinson e Tony Salmons in cui Batman deve affrontare un palazzo pieno di trappole e criminali per raggiungere un signore del crimine. Allo stesso modo Batman affronta il palazzo delle Blendin Towers in un continuo e labirintico sali-scendi quasi escheriano. In questo caso il senso di squilibrio viene passato al lettore da Sherman non solo con inquadrature e personaggi al limite dell'inquietante, ma anche con una composizione della pagina straniante in grado di trasmettere il senso dell'altezza e la perdita di qualunque punto di sostegno solido all'interno dello spazio della pagina.

Il risultato finale sono storie tipicamente batmaniane (a differenza di quanto lascerebbero intendere i redazionali di Solinas) in cui il Cavaliere oscuro diventa il tramite che ci costringe ad affrontare ciò che di più oscuro e recondito si annida nell'animo umano.
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