
All'inizio non volevo acquistare nemmeno questi numeri uno: la mia intenzione, infatti, era attendere la pubblicazione in volume, come è accaduto con Ultimate Spider-Man (presto ne scriverò), ma poi alla fine, un po' vinto dalla curiosità, un po' da quel piccolo spirito collezionistico che è in me, alla fine ho acquistato queste prime uscite, trovandole comunque piuttosto interessanti.
Prima di immergerci, però, nei tre albi, alcune considerazioni generali.
Non chiamatelo Ultimate

Certo: non stiamo parlando di una rappresentazione esattamente identica (anche se Grant Morrison con l'assistenza di Frank Quitely ai disegni ne diede una visione tremendamente simile a quelle dei due universi narrativi sopra citati), ma è fuor di dubbio che gli elementi di base dei due universi narrativi sono tutti lì.
Un altro elemento che, però, si tende a dimenticare è la premessa di entrambi gli universi: fornire delle nuove versioni dei supereroi classici. E spesso la memoria difetta e si pensa che sia proprio l'Universo Ultimate a costituire il punto iniziale di tutto, cosa che sappiamo essere abbastanza errata visto che questa operazione è alla base della nascita della silver age, quando la DC Comics iniziò a presentare delle, appunto, nuove versioni dei suoi personaggi golden age, iniziando con Flash e Lanterna Verde. Che non a caso sono i due supereroi che hanno seguito Batman, Superman, e Wonder Woman.
Se a questo uniamo il fatto che Darkseid non sta influenzando in maniera esplicita questa Terra parallela, a differenza di quanto avviene con Terra-Ultimate, possiamo ben dire che sì, forse ci sono elementi in comune tra i due universi narrativi (d'altra parte DC Comics e Marvel si sono sempre "influenzate" a vicenda), ma il bakground storico-fumettistico di partenza era comunque originario all'interno della DC Comics.
Fatta questa doverosa precisazione, possiamo passare agli albi veri e propri.
Tutti allo zoo

The job is done and I go outQuesti sono i versi della prima stanza di The Zoo, singolo della band hard rock tedesca degli Scorpions. Fondata nel 1965 ad Hanover, nel 1979 si trovava in tour negli Stati Uniti. Il chitarrista, nonché fondatore della band, Rudolf Schenker scrisse la base musicale nel corso di quel tour. Quando Klaus Meine, cantante della band che si era unito nel 1969, ascoltò il riff pensò immediatamente alla città di New York e in particolare alla 42.ma Strada, definita lo zoo.
Another boring day
I leave it all behind me now
So many worlds away
We eat the night, we drink the timeGotham City, molto più di Metropolis, è sempre stata una rappresentazione metaforica di New York e delle sue luci e ombre. E le due stanze che vi ho proposto possono adattarsi perfettamente a Lo zoo, il primo arco narrativo realizzato da Scott Snyder e Nick Dragotta. Partiamo dalla seconda stanza che vi ho estratto dal testo degli Scorpions. We eat the night, we drink the time sembra adattarsi molto bene alla gang criminale che sta assaltando le strade di Gotham con addosso maschere di animali, muovendosi tra strade che chiamiamo lo zoo.
Make our dreams come true
And hungry eyes are passing by
On streets we call the zoo
La prima stanza, invece, con quel The job is done and I go out si potrebbe adattare perfettamente al Bruce Wayne di questa Terra-Absolute: ha un lavoro normale come ingegnere civile, costruendo gli edifici di Gotham, ma poi, quando finisce il lavoro, va fuori, nella notte, indossando il costume di un pipistrello, il costume di Batman.
Questo, però, è un Batman diverso da quello che conosciamo, perché è un Bruce diverso da quello che conosciamo. Bruce su questa Terra-Absolute, nonostante i molti interessi che lo accomunano al Bruce cui siamo abituati, non nasconde la sua intelligenza e ottiene una laurea che gli permette di metterla in mostra. Per contro, però, il suo corpo è muscolare, ipertrofico, in puro stile esagerato anni Novanta, in grado di buttare giù un sacco da box mentre la sua memoria torna al trauma che ne ha formato il carattere, che gli ha fornito la decisione di combattere il crimine tra le strade di Gotham, quelle strade che chiama lo zoo.
Ed è anche un trauma diverso rispetto a quello che ricordiamo, perché, come lo stesso Snyder ha progettato questo Absolute Universe, Batman e tutti gli altri eroi devono essere eroi diversi, devono costruirsi la loro strada con le unghie e con i denti. E con l'iconica ascia che Batman ha incorporato nel suo stesso costume con la quale affronta, in una epica battaglia che richiama il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, la gang dei Party animals, di chiara ispirazione morrisoniana, mentre assediano il municipio di Gotham.
Molto efficati i disegni di Dragotta, che abbiamo avuto modo di apprezzare in East of West per dei disegni eleganti, chiaramente influenzati dagli artisti manga, ma continuamente messo alla prova da personaggi sostanzialmente agili e scattanti, dalla caratterizzazione nervosa, un po' come l'Alfred Pennyworth che conosciamo in questo primo numero, che indossa i panni della spia (cosa che effettivamente era sulla Terra usuale prima di diventare maggiordomo dei Wayne). La prova più spettacolare di Dragotta, però, è con la caratterizzazione grafica di Bruce Wayne, un ragazzone tranquillo nella vita di tutti i giorni, che diventa il violento Batman la notte quando indossa la maschera e il mantello per proteggere le strade di Gotham. Tra l'altro proprio l'esperienza con East of West gli consente di far muovere questo Batman con grande agilità in un modo tutto sommato plausibile, considerando la sua stazza.
L'essenza di questa Gotham è dunque quella di essere una città assediata dalla violenza, dove i cittadini rischiano di morire a causa del primo pazzo che attraversa la strada. E quindi questo Batman di Snyder e Dragotta ne è, semplicemente, la risposta.
Una storia di caste

Questo, invece, è un riferimento alle origini del personaggio, le seconde origini prima di finire sui fumetti, quando Jerry Siegel e Jo Shuster pensarono a Superman come, appunto, un eroe della working class, cosa che peraltro venne ripresa dal precedentemente citato Grant Morrison quando ne riscrisse le origini in New 52, ovviamente attualizzando la classe dei lavoratori.
Così, con coerenza con la sua storia d'origine su Krypton, di cui per ora Aaron ci ha fornito solo alcuni dettagli, Superman sulla Terra diventa il difensore dei lavoratori sfruttati nelle miniere del Brasile, che lavorano in condizioni al limite della sopravvivenza per guadagnare 100000 volte in meno rispetto al valore dei minerali estratti. E' una storia che conosciamo bene, sulla nostra Terra, e le stime raccontate da Aaron sono sostanzialmente corrette.
La scelta di legare questo Superman, questo Kal-El sin da subito a un tema forte e attuale come lo sfruttamento del pianeta e delle sue risorse da un lato, e delle fasce più basse della società dall'altro fornisce quell'elemento in più che rende, nel complesso, questo Absolute Superman l'albo più interessante dei tre di esordio dell'Absolute Universe.
Aaron, però, non avrebbe potuto fare nulla senza il prezioso aiuto ai disegni di Rafa Sandoval. Il suo tratto elegante (che a tratrti ricorda Howard Porter), che emerge in particolare nelle movenze di Superman, si presta perfettamente per la descrizione delle situazioni "sporche" ideate da Aaron. Volti pieni di rughe, sfiancati dalla fatica, sguardi persi, senza speranza, ambienti opprimenti, anche all'aria aperta, tutto per dare al lettore il classico pugno allo stomaco, per far si che la prossima volta non sia così indifferente quando si trovarà in mano un gioiello estratto dal Brasile o da qualsiasi altro paese del mondo. Un gioiello intriso del sudore e del sangue di un altro essere umano.
La principessa dell'inferno

L'immagine della Wonder Woman che la mente evoca da tutti questi fatti sulle Amazzoni (...) [è] quella di una guerriera mongola pesantemente tatuata, che assomiglia più a una comparsa di Mad Max: Fury Road che alla classica Wonder Woman.Considerando che il libro, in originale, è uscito quasi contemporaneamente con il primo numero di Absolute Wonder Woman è una coincidenza straordinaria come alcuni tratti distintivi di questa descrizione siano presenti in quella realizzata da Hayden Sherman sotto la sapiente guida ai testi di Kelly Thompson.
Autrice di diversi comic book con supereroine per protagoniste, Kelly Thompson reinterpreta il mito alla base di Wonder Woman in una maniera piuttosto originale. Non c'è alcuna Isola Paradiso, che viene sostituita da una Isola Inferno, mentre la piccola Diana viene cresciuta da quella che nell'universo usuale è una delle sue avversarie, la maga Circe. L'elemento che, però, la caratterizza fortemente è l'assenza stessa delle Amazzoni, esiliate in maniera definitiva dalla Terra e persino con il bando di pronunciare il loro nome. E', questa, una metafora, forse estrema, ma abbastanza evidente del mondo patriarcale, che quasi vorrebbe cancellare le donne, rappresentate appunto dalle Amazzoni. E Wonder Woman è quindi colei che rappresenta la ribellione, la lotta contro un mondo patriarcale che vuole dimenticarle.
E' quindi una Wonder Woman disperata per il retaggio perso, ma da questa perdita trova la determinazione per combattere, per essere un'Amazzone. Per difendere il mondo dall'invasione dell'Inferno. In questo senso questa Wonder Woman dell'Absolute Universe sembra giocare un ruolo analogo a quella interpretata da Gal Gadot: una luce di speranza nell'oscurità del mondo. E questo nonostante l'iconografia guerriera e infernale di cui si ammanta.
D'altra parte Thompson enfatizza, nelle scene che ne raccontano la vita su Isola Inferno, la sua dicotomica natura di essere guerriera e portatrice di pace, pronta a reagire, ma senza dimenticare la compassione e il perdono.
Dal canto suo Sherman, come scritto in precedenza, realizza una Wonder Woman molto realistica ma, soprattutto, esibisce una costruzione della pagina al tempo stesso dinamica ed elegante, che ricorda le pagine di J. H. Williams III, grazie a incastri di vignette che danno il senso del movimento e dello scorrere del tempo.
Ne emerge alla fine un personaggio forte e determinato, che grazie alla sua luce ci ricorda che possiamo sempre combattere contro l'inferno che proviene dall'interno di noi stessi e trovare un modo per essere migliori.
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