
Star trail sopra il Vera Rubin Observatory durante la prima luce dell'aprile 2025
Ella, studiando la curva di rotazione galattica, ha scoperto la discrepanza tra il momento angolare previsto e osservato delle galassie. Il suo lavoro sul problema della ritazione delle galassie è stato citato da altri come prova dell'esistenza della materia oscura.Insomma tutto pur di non dire che Vera Rubin è stata una delle scopritrici della materia oscura, concetto che era stato introdotto da Fritz Zwicky nel 1933 (e che spesso consideriamo come lo scopritore della materia oscura). D'altra parte il comitato che assegna il Premio Nobel non le ha mai assegnato tale riconoscimento, né per questa scoperta né per altri suoi lavori nel campo dell'astronomia. Le discussioni su questo mancato riconoscimento sono proseguite anche dopo la sua morte, avvenuta il 25 dicembre del 2016, e ovviamente una delle ipotesi sulla mancanza è legata al fatto che fosse una donna.
A parziale riparazione di ciò, il 20 dicembre del 2019 il Large Synoptic Survey Telescope è stato rinominato Vera C. Rubin Observatory sia come riconoscimento sui suoi studi nel campo della materia oscura, sia per le sue battaglie sul pari trattamento e rappresentanza delle donne nella scienza.
L'osservatorio è stato costruito sulla cima di Cerro Pachón, in Cile, e il suo obiettivo principale è proprio quello di studiare materia ed energia oscure. Ha iniziato le operazioni di osservazione nell'aprile del 2025 e giusto ieri ha rilasciato delle spettacolari immagini di alcune porzioni dell'universo, osservato con i suoi strumenti da terra.
La prima immagine è il Treasure Chest, lo "scrigno del tesoro" costituito dalle galassie dell'Ammasso della Vergine

La foto, forse, più spettacolare è quella che ritrae una vasta area della costellazione del Sagittario con le Nebulose Laguna e Trifide

Non ci sono, solo queste foto dell'universo lontano, ma anche osservazioni all'interno del Sistema Solare, che hanno portato alla scoperta di molti nuovi asteroidi: Dei gran bei risultati che dimostrano come dal punto di vista tecnologico gli osservatori da terra non hanno nulla da invidiare ai telescopi spaziali. Il tutto, ovviamente, sotto il segno di Vera Rubin.
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