Stomachion

lunedì 23 giugno 2025

28 anni dopo... l'attacco degli zombie!

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23 anni dopo l'uscita del primo film della serie, 28 giorni dopo, e 18 anni dopo il suo sequel, 28 settimane dopo, Danny Boyle, regista del primo, ma non del secondo film, torna a raccontarci la storia di questo mondo post-apocalittico.
Le premesse del primo film, che vedeva come protagonista Cillian Murphy, tornato anche lui, ma solo nel ruolo di produttore, sono abbastanza semplici: un virus sperimentale della rabbia sfugge da un laboratorio a Cambridge e si diffonde molto velocemente in tutta la Gran Bretagna, rendendo l'isola una terra di zombie. Tra l'altro l'idea di un virus zombificante era venuta ad Alex Garland, sceneggiatore del primo, ma anche di questo terzo film, giocando a Resident Evil, dove appunto l'apocalisse zombie iniziava a causa di un virus sfuggito sai laboratori di una multinazionale.
Di fatto Resident Evil e 28 giorni dopo hanno modificato profondamente l'appoccio ai film di zombie dei decenni successivi, introducendo, appunto, l'infezione come fattore scatenante in luogo della strgoneria o di altri effetti più o meno artificiali, come per esempio le radiazioni nel famoso La notte dei morti viventi o nel più recente I morti non muoiono.
Con 28 anni dopo Garland e Boyle ripetono, in un certo senso, quell'operazione, questa volta non guardando più al mondo dei videogiochi, ma a quello dei manga, o più precisamente a un particolare anime tratto da un manga di successo: L'attacco dei giganti.
Non farti mordere!
In effetti non ci sono riferimenti espliciti da parte dei due autori relativamente a una qualche influenza che L'attacco dei giganti ha avuto nella scrittura di 28 anni dopo, ma lo stesso Garland ha confermato che L'attacco dei giganti ha influenzato Men, film dell'orrore del 2022 che ha scritto e diretto. Ci sono, inoltre, diversi elementi che inevitabilmente fanno ritenere che il famoso anime abbia influenzato anche quest'ultimo capitolo nella serie iniziata con 28 giorni dopo.
Innanzitutto ci sono le movenze degli zombie, che sono sovrapponibili con le movenze dei giganti in Attack on Titan. Inoltre, 28 anni dopo l'inizio dell'infezione, ci troviamo di fronte a un primo abbozzo di varietà genetica degli zombie, come i giganti di cui sopra. Abbiamo infatti oltre agli infetti usuali, anche alcuni che striciano lentamente sul terreno, e in effetti ci sono giganti di questo tipo nel manga (e poi nell'anime) di Hajime Isayama. E poi ci sono i cosiddetti alfa, ovvero degli infetti in grado di controllare con urla e suoni gutturali gli altri infetti e che risultano leggermente superiori sia in intelligenza sia in forza fisica rispetto alla media degli infetti, tutti dettagli che ricalcano proprio i giganti intelligenti e il grido di Eren in grado, appunto, di controllare gli altri giganti.
A questi dettagli legati agli zombie, si aggiungono quelli sull'ambientazione. La storia, infatti, dopo una scena iniziale risalente al 2002, si sposta su una piccola isola vicino alla costa i cui abitanti cercano di sopravvivere, mentre la Gran Bretagna è completamente invasa da questi zombie. E ne L'attacco dei giganti la storia inizia in una città assediata dai giganti mangiatori di uomini, che poi si scopre trovarsi su un'isola in un certo senso messa in quarantena proprio come la Gran Bretagna del 2030 di Boyle e Garland!
Non sono gli unici spunti che sembrano essere tratti da L'attacco dei giganti, ma gli altri che ho in testa potrebbero essere confermati nel film successivo, in uscita a gennaio 2026. Per intanto andiamo a vedere altri aspetti interessanti della pellicola.
Un viaggio di crescita
La storia di 28 anni dopo presenta due temi principali: la crescita e il viaggio. Entrambi vedono il giovane Spike, interpetato da Alfie Williams, affrontare velocemente il processo di crescita, prima confrontandosi con i giganti e poi con il suo stesso padre, che ne ha in qualche modo tradito la fiducia.
Il viaggio, invece, ribalta in qualche modo quanto avviene ne La strada di Cormac McCarthy: lì dove era l'adulto a guidare il bambino, con 28 anni dopo si ribalta il tema, ed è invece l'adolescente a portare l'adulto all'interno di un mondo ormai alla fine, ma comunque pieno di pericoli a ogni passo.
S'altra parte è tutto costruito proprio perché sia Spike a crescere, imparando alcune lezioni essenziali sulla vita in generale e sul mondo in cui ha avuto la sfortuna di nascere in particolare.
E qui arriva un altro punto a favore del film: la costruzione del mondo intorno a Spike. Prima c'è la caratterizzazione del villaggio, se così si può dire. Le difficoltà della sopravvivenza vengono superate con delle regole ferree, un costante addestramento, senza però dimenticare una convivialità quasi eccessiva. La durezza della vita in un mondo post-apocalittico viene poi sottolineata dalla muraglia piena di aculei e dalle uccisioni, anche inutili, ai danni degli infetti, in modo da poter andare quasi tranquillamente sulla terra ferma (per modo di dire!) per recuperare risorse utili, come per esempio il legname per il fuoco.
Dettaglio non trascurabile è l'assenza di energia elettrica: d'altra parte non sarebbe per nulla semplice trovare un modo per ripristinarla ogni volta che scarseggia.
C'è, infine, un unico dettaglio non chiaro: l'Europa, ci racconta un pannello dopo la prima scena ambientata nel 2002, è riuscita a evitare il contagio, però 28 settimane dopo si conclude con l'invasione di Parigi da parte degli zombificati. Come si concilia quella scena finale con lo status quo di partenza di questo terzo film? E' da considerarsi annullato, o ci verrà fornita una qualche spiegazione nel seguito della saga?

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