sabato 31 gennaio 2004

Lieve come seta

Ci sono alcune giornate particolari, in cui il vento soffia leggero e lieve e ti accarezza la faccia, facendosi sentire, ma al tempo stesso senza sembrare veramente presente.
Ci sono giornate in cui il soffio del vento sembra proteggerti, cercarti dentro come se volesse carpire i tuoi più intimi segreti, in cui il suo tocco lieve ti riporta alla mente un tessuto lieve, leggero al tatto, trasparente alla vista, quasi come fosse niente.
E ci sono giorni in cui ti sembra che la tua vita scorra così, senza altro motivo se non quello di portarti avanti, senza foga, con la calma di un luogo lontano e sconosciuto. Giorni in cui anche una pericolosissima impresa può sembrare la cosa più naturale e lieve del mondo.

Ci sono giorni in cui ti puoi imbattere, così senza preavviso, in storie che, come la tua, sono lievi come la... Seta.

venerdì 30 gennaio 2004

[747]

Tanto precipitò nella mia stima
che lo sentii battere per terra
e farsi in mille pezzi sulle pietre
in fondo alla mia mente.
Diedi la colpa al fato che lo spinse
ma ancor di più rimproverai me stessa
d'aver tenuto oggettini placcati
sulla mensola dell'argenteria.

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

giovedì 29 gennaio 2004

Sul piede di guerra...

Ieri, alle 11:30, nella Sala stampa dell'Aula Magna dell'Unical, l'Università degli Studi della Calabria, si è svolta un'assemblea dei Ricercatori locali, aperta a tutte le componenti universitare (docenti, dottorandi, assegnisti, studenti...) per discutere sul DDL Moratti che riorganizzerà le cariche universitarie e quindi anche la vita accademica dei vari atenei.
L'incontro si è svolto in una atmosfera carica di preoccupazione, ma una migliore e più completa descrizione preferisco lasciarla a Katia Cairo e a quanto ha scritto nelle pagine della cronaca locale del numero odierno della Gazzetta del Sud:

Riordino dello stato giuridico e reclutamento dei professori universitari. Una riforma che &laquonon s'ha da fare&raquo. Un no secco e deciso è venuto ieri dall'assemblea dei ricercatori che promette battaglia. Un incontro sentito e partecipato quello che ha coinvolto il mondo della ricerca, compresi dottorandi e assegnisti, dell'Università della Calabria. Circa 100 persone hanno affollato la sala stampa per un dibattito che si è protratto per due ore. La spada del precariato pende sulle teste dei ricercatori, che conta ben 232 persone all'Unical. Il disegno di legge delega, approntato dalla commissione Moratti-De Maio, prevede infatti la trasformazione in ruolo ad esaurimento dei ricercatori. Ma non è soltanto questo il punto che non va: i contratti a termine per la ricerca, contratti a tempo determinato per l'insegnamento, il ritorno al concorso nazionale... Insomma tante ragioni, tra cui la poca chiarezza e il fatto stesso che si tratta di una legge delega, che non ha seguito il normale iter parlamentare, per cui si è deciso, all'unanimità, di rifiutarla in toto (almeno per il momento, ndb), preannunciando azioni di protesta.
L'assemblea, coordinata da Rossella Morrone, Paolo Pugliese e Maria Adele Losso, si è conclusa con la sottoscrizione di una mozione in cui si chiede al Ministro Moratti &laquoil ritiroimmediato della legge delega&raquo. (tale mozione è stata firmata da tutti i presenti e quindi consegnata in giornata al Magnifico Rettore dell'Unical, ndb) Intanto sono state messe a punto le prossime fasi per attuare una mobilitazione che coinvolga tutta l'Università. Promuovere una giornata informativa per gli studenti, costituire un comitato misto formato, oltre che da ricercatori, anche da studenti e docenti. Poi un incontro per aggiornarsi sulla situazione è stato fissato per il prossimo 5 febbraio. L'idea è quella di coinvolgere anche i politici ed organizzare una giornata di mobilitazione entro l'11 febbraio (forse quel giorno stesso, ndb) data in cui il rettore parteciperà all'assemblea del CRUI con il Ministro, portando le istanze dell'Unical. Se fosse necessario si passerà ad una seconda azione di protesta con rinuncia alle supplenze, blocco degli esami, sedute di laurea e di tutti gli organi collegiali dell'università.
Intanto ieri il disegno di legge è stato oggetto di discussione del Senato accademico. Anche qui si sono registrate posizioni di disapprovazione ed è stata chiesta al rettore la convocazione di un'assemblea che coinvolga tutto l'ateneo.


Gli interventi che si sono succeduti durante tutto l'incontro sono stati numerosi e vari: hanno parlato rappresentati delle varie componenti presenti, che così hanno dimostrato solidarietà e vicinanza d'intenti con i Ricercatori della nostra Università. Alla fine alcuni di questi interventi sono stati ricchi di parole inutili, limitandosi a esprimere concetti espressi da altri, ma è emersa una possibile volontà futura di poter discutere seriemente di una eventuale proposta alternativa da portare al Ministro: l'obiettivo, nell'immediato, è cercare di bloccare un iter che sembra tagliare le gambe anche ad una possibile discussione parlamentare, che ne potrebbe cambiare, in meglio, alcuni articoli.

mercoledì 28 gennaio 2004

La vita è Blues

Non ho avuto molte occasioni per parlare di musica, ma l'autobiografia di B.B.King (Il Blues introno a me), scritta in collaborazione con David Ritz, me ne dà l'occasione.
Il Blues è probabilmente uno dei generi musicali più discriminato ma contemporaneamente più importante nella storia della musica moderna: e questo è solo uno degli aspetti che si leggono nel libro. Questo è un lungo racconto della vita di un musicista che, dai campi di cotone, con tanti sacrifici, è riuscito ad essere uno dei punti di riferimento nel panorama Blues e in quello dell'emergente Rock (molti sono stati i rocker che più e più volte hanno detto quanto lo stile di B.B.King li abbia influenzati: uno su tutti Eric Clapton, ritenuto dallo stesso B come il più influente chitarrista rock in assoluto).
Ma il blues, narrato da B, non è solo musica di sofferenza, è soprattutto la musica dei sentimenti degli uomini, non solo dei loro dolori, ma anche delle loro gioie: la vita è un Blues, e il Blues aiuta a viverla meglio!
"Quand'ero ragazzo," dice, "dopo la morte di mia mamma, mi preparavo spesso degli spuntini(*) del genere. Adesso, a volte, quando torno dopo essere stato in giro a suonare, faccio finta di essere tornato a quei tempi, quando dovevo fare tutto da solo; mi dà un sacco di conforto. Lo so che sono cambiato un sacco, ma so anche che non sono cambiato per nulla; ecco, a ripensarla in questo modo, la mia vita comincia ad avere un senso."
(frase con la quale si conclude Il Blues intorno a me).

(*) Lo spuntino altro non è se non: fagioli scaldati e pane di granturco, ci si spalme sopra un bello strato di burro, ci si versa sopra del latte e si mescola il tutto fino a trasformarlo in una specie di purea: delizioso, per David Ritz.

martedì 27 gennaio 2004

Aperte le porte dell'orrore

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici della Prima Divisione Ucraina giungono davanti all'ingresso di Auschwitz-Birkenau, in Polonia. Sanno che si tratta di un lager e sanno anche che lì dentro hanno trovato la morte molte persone. Ma non immaginano che una volta spalancate le porte di quella grigia città si troveranno catapultati nel più doloroso girone dell'inferno.
Cadaveri di donne e bambini ammassati ovunque, orfanelli che vagano per il campo alla disperata ricerca di cibo e di carezze, adolescenti così sfiancati dal lavoro e dalla fame da sembrare sessantenni, uomini a cui è stato tolto tutto, dalla famiglia alla dignità. Sì, l'inferno doveva essere proprio quello. "Una bolgia che neanche Dante Alighieri era arrivato a prevedere, tanta era la bassezza", ha scritto Giorgio Pressburger, regista, scrittore e direttore dell'Istituto italiano di cultura in Ungheria.

(da "Meditate che questo è stato...", sullo Speciale Olocausto dedicato da tiscali.it in occasione della odierna giornata della memoria)


Ho appena concluso la lettura del primo volume Maus, romanzo a fumetti di Art Spiegelman, la parte pubblicata sul 49° volume della raccolta i Classici dei fumetti di Repubblica. La storia narra delle peripezie del padre e della madre di Spiegelman nella Polonia invasa dalla Germania nazista: sono già queste storie di un vivere quotidiano difficile e duro, sempre con la paura di essere presi, definitivamente, dai tedeschi.
Ci sono, comunque, alcune risorse on-line che vorrei indicare a chiunque voglia approfondire questo terribile e spinoso argomento:

- Monitore Bruzio: 27 Gennaio - Giornata della memoria - Ad Auschwitz c'era la neve: da questa pagina potrete vedere alcuni contributi messi a disposizione, on-line, dal Comune di Cosenza;
- OLOKAUSTOS - Storia dell'Olocausto;
ANED: Associazione Nazionale Ex Deportati politici nei campi nazisti.
- Il Giorno della Memoria su Wikipedia (it.ver.)

Blog con la memoria buona:
- Auschwitz...Non basta ricordare! (una ispirazione);
- Il giorno della memoria;
- Interview Adolf Hitler!;
- Se io fossi ebreo, ne sarei fiero;
- Il coraggio della memoria;
- Elio&Aurora

Il resto a voi, per non dimenticare... nessuna violenza e nessun orrore... per essere sempre pronti a ricordare... per non far mai più accadere... mai...

lunedì 26 gennaio 2004

Il tempo dei pandori

La città di Cosenza ha una geografia particolare: sorge ai piedi del fiume Crati, in una valle circondata da sette colli (dove l'ho già sentita, questa?) per cui è sempre difficile che la neve arrivi in città. E quando arriva, ciò vuol dire che i paesi montani sono ben coperti.
Ieri, tra le 19:30 e le 20:00, a Domanico, paese in provincia di Cosenza, dove abito, ha iniziato a cadere la neve. In poco tempo aveva già coperto per un paio di centimetri o poco più il terreno. A casa si pensava già che il mattino successivo ci saremmo trovato coperti dalla neve, ma così non è stato.
Di solito mio padre esce presto al mattino per andare al lavoro (prima dell'alba) e per potergli dare una mano al mattino, quando nevica, anche mia madre scende alle 3:30, 4:00 del mattino. Questa mattina mi sono aggregato anche io, per poter essere qui a quest'ora all'Università. La situazione lungo la strada non è proprio impraticabile, ma certo è che la neve, già alle 4:00, iniziava a ghiacciarsi: per fortuna la giornata è stupenda e il cielo è limpido e se i vari comuni avranno la bella idea di spargere per le strade il sale, questa nevicata di fine gennaio non avrà portato molti problemi.
E' stata, però, una nevicata ben strana: già scendendo verso la città avevamo avuto sentore del fatto, ma i commenti di alcuni ragazzi del pronto intervento ACI hanno confermato quella prima impressione.
Per scendere da Domanico a Cosenza dobbiamo attraversare due paesi: Carolei e Vadue (che in realtà è frazione del primo, ma potrebbe benissimo fare paese a sé). Ebbene, in pratica c'era più neve verso Vadue che da noi a Domanico; infatti, sulla strada tra Carolei e Vadue abbiamo trovato un paio di auto abbandonate in salita: probabilmente non riuscivano a salire o i conducenti hanno preferito non avventurarsi, nonostante la nevicata fosse meno fitta di quella di due anni fa, quando anche la città prese la sua bella dose di neve!
Questa mattina, poi, con il sole alto nel cielo, uscendo per andare a prendere il bus che mi avrebbe portato qui all'Università, mi sono guardato intorno e ho visto le montagne innevate che circondano la valle: come dice mia madre, sembrano tanti pandori con lo zucchero di sopra...
L'aria è fresca e frizzante. Sa di pulito ed è un piacere respirarla. Per le strade circolano auto con la neve di sopra, che forse solo ora inizia a sciogliersi, ma il traffico non è caotico come ogni giorno. Sembra che la neve abbia il potere di calmare gli animi e di ripulire il mondo dalle proprie tossine. Non è sempre molto comoda per le attività umane, forse sarebbe più gradite nel fine settimana, ma, d'altra parte, siamo in inverno e dobbiamo cercare di viverla al meglio.
Come sempre, del resto.

domenica 25 gennaio 2004

Sotto scorta

Il comune di Cosenza ha deciso di togliere la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti alla Vallecrati e quindi assegnarla, provvisoriamente, a due società di Crotone (Salvaguardia ambientale e Sovreco). I lavoratori di Vallecrati al momento sono preoccupati di perdere il loro posto di lavoro, ma mentre si supera l'emergenza spazzatura creatasi in città, il comune si riunirà con la società licenziata e con le due subentranti per gestire al meglio anche questa situazione.
Speriamo...

(nel frattempo la raccolta della spazzatura avviene sotto scorta)

auguri...

esperimento politico sul territorio italiano immenso laboratorio sul comportamento umano sessanta milioni di topolini davanti alla tivù in quanto tempo impareranno il facile du du du esperimento politico sul territorio italiano esperimento televisivo di comportamento umano sessanta milioni di topolini davanti alla tivù imparano in cinque minuti il facile du du du sessanta milioni di topolini davanti alla tivù non dimenticheranno mai il facile du du du

(1994, dei tre allegri ragazzi morti, da mondo naif, primo lavoro in studio dei tarm)

(in ricordo di quando la Gazzetta del Sud dedicò una pagina della cronaca sportiva ad un azzurro particolare - o almeno questo è il mio ricordo, e come tale va preso con le molle!)

sabato 24 gennaio 2004

Occhio al dettaglio

A poco più di una settimana dalla sua uscita sono riuscito a mettere mano all'ultimo numero di Zio Paperone (il 172) che ci propone una splendida storia del grandissimo Don Rosa: Il sogno di una vita.
La storia è molto particolare: grazie ad un'invenzione di Archimede, i Bassotti si introducono in un sogno di Paperone (Il vecchio papero non sogna altro che il suo denaro! Lo sanno tutti!) per carpirgli la combinazione della cassaforte. Paperino, però, con Archimede e i nipotini, arriva al deposito e anche lui si introduce nel sogno dello zione per scacciare dalla sua mente gli intrusi mascherati.
Alla fine, senza volerlo, I Bassotti gli avranno regalato uno splendido sogno: il sogno di una vita, appunto.
L'aspetto particolare, oltre all'immancabile D.U.C.K. (seggerimento: osservare le fiamme della vignetta d'apertura: quelle sul palco), ci sono anche ben 6 iniziali nella storia: 3 sono nella quadrupla d'apertura e 3 nella doppia di chiusura.
Le prime tre (F.G.M. - occhio alla luce) si riferiscono al lettore che ha suggerito l'idea di partenza. Mi raccomando, osservate attentamente e cercate le iniziali, perché il buon Don nell'articolo introduttivo alla storia dice: Se vi piace la storia ringraziatelo cercando le sue iniziali. Mercie beaucoup a lui!
Le ultime tre (B.T.I. - buona notte!) sono un favore a un altro lettore molto speciale che ho incontrato a TorinoComics.
Il sommario è quindi impreziosito dall'8° capitolo di Dragon Lords, di Byron Ericson e Giorgio Cavazzano, premiati alla LuccaComics di quest'anno dai lettori di Fumo di China per la loro lunga saga fantasy; quindi Paperino e il faro del fedele allievo Daan Jippes, mentre, sempre dalla produzione recente, Paperino e la fortuna in pentola, di Kari Korhonen e Daniel Branca. Infine alcuni ripescaggi: la lunga storia disegnata da Tony Strobl e John Liggera, Paperino e il club dei lepidotteri e infine tre divertenti autoconclusive (Paperino e l'incendio e Paperino e il pappagallo, di Frank McSavage, e Paperino e il giornale, di Dick Moores).
Buona lettura e, soprattutto, buona caccia!

venerdì 23 gennaio 2004

Maus

A 4 giorni dal 27 Gennaio esce, come 49° volume de I Classici del fumetto di Repubblica, Maus, l'opera di Art Spiegelman che racconta, utilizzando animali antropomorfi, l'orrore della 2.a guerra mondiale.
E' un buon modo per ricordare...

Gli animali sono stati, sin dai tempi dell'Antica Grecia, il miglior veicolo per raccontare storie che contenessero una morale. Sono proprio nelle fiabe e favole che si incontrano i primi animali con comportamenti e posture umani, per poi passare al 1928, anno in cui esordisce Topolino e, con lui, un intero universo di animali antropomorfi, destinati a dominare il mondo dei fumetti e del cinema di animazione nei decenni a venire.
Con gli animali antropomorfi non si può solo divertire, ma si possono anche raccontare storie drammatiche, riportandoli così a uno dei primi obiettivi delle favole di cui sono protagonisti: lasciare un insegnamento e una morale al lettore-ascoltatore.
Maus, il racconto autobiografico di Art Spiegelman, è proprio una storia di questo genere, in cui vengono raccontati le difficoltà e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Uscito a pochi giorni dal giorno della memoria, il volume di Repubblica presenta, però, solo la prima parte del romanzo di Spiegelman (che consta di oltre 200 pagine): in quest'opera gli ebrei vengono rappresentati come topi, i polacchi come maiali e i tedeschi come gatti, e qui sono raccontate, per voce del padre dell'artista, vecchio e indurito dalla guerra, le difficoltà di essere ebreo in quel periodo.
La storia, comunque, dimostra di essere una bella storia, giocata sui binari doppi del presente, con le difficoltà di comprensione del vecchio genitore con il figlio e la seconda moglie, e del passato, con il racconto dell'inizio di una persecuzione e di una guerra che ha rivoltato tutta l'Europa di mezzo secolo e più fa. Il tutto reso ancora più vero (cosa che può sembrare incredibile) proprio dalla scelta di Spiegelman di utilizzare animali antropomorfi, che sotto il tratto di Art raggiungono una drammaticità e una plausibilità assolutamente unici.
Articolo aggiornato il 22 settembre 2012 con il testo, leggermente modificato, precedentemente pubblicato sulle pagine web ospitate da interfree

giovedì 22 gennaio 2004

Il Re è tornato. Viva il Re!

Cantate ora, gente della Torre di Anar,
perché il Regno di Sauron è finito per sempre,
e la Torre Oscura è crollata.
Cantate e gioite, genti della Torre di Guardia,
perché non fu vana l'attesa,
e il Cancello Nero è spezzato,
e il vostro Re l'ha varcato,
ed egli è vittorioso.
Cantate e godete, tutti voi figli dell'Ovest,
perché il vostro Re tornerà,
e in futuro in mezzo a voi vivrà
tutti i giorni della vita.
E l'Albero appassito rifiorirà,
ed egli nei luoghi alti lo pianterà,
e benedetta sarà la Città.
Cantate quindi, o gente!


(da Il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re, di J.R.R.Tolkien, Ed.Rusconi)

Conan (8): il tempo perduto

Nessuno era angosciato da problemi esistenziali.
Nessuno si chiedeva cosa fosse la felicità, ma erano felici.
Nessuno si chiedeva cosa fosse l'amicizia, ma l'amicizia era sacra.
Nessuno si annoiava, non ne avevano il tempo.
Nessuno si lamentava per la pioggia d'inverno; nutriva la terra.
Nessuno si lamentava per il caldo d'estate; era necessario per far maturare il grano.
Nessuno pensava, allora, che tutto questo un giorno sarebbe scomparso.
Nemmeno io lo pensavo.
E sembra ancora strano non sentire più quei rumori, quelle voci, quei profumi...
Ma talvolta, all'improvviso, mentre sorseggi il primo caffè del mattino, ti sembra di udire una voce.
Ti volti e loro sono lì...i tuoi ricordi!

di Giano, da All'improvviso un mattino...

Un altro ricordo: Balla bella solare Calabrisella.......

mercoledì 21 gennaio 2004

La spazzatura cerca casa!

Quanto segue è una nota del comune di Cosenza sulla questione Valle Crati, il consorzio che ha in possesso l'appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Dopo molti sciperi su inadempienze economiche varie, i dipendenti della ditta minacciano l'ennesimo scipero per indurre il comune a selezionare un nuovo sito per la raccolta, dopo la chiusura di quello di Via Popilia.
La nota, apparsa anche sulle pagine della cronaca locale della Gazzetta del Sud, semplicemente dice:

“La fase di criticità che si è aperta sul fronte dello smaltimento dei rifiuti dopo la chiusura del deposito di via Popilia non dipende dal Comune bensì dal Consorzio Vallecrati, che non ha saputo attrezzarsi per tempo nonostante i ripetuti solleciti ricevuti nel corso di mesi”.
L’Amministrazione comunale interviene con una nota per chiarire i termini della questione e soprattutto per informare i cittadini in merito alle reali responsabilità, che da qualche parte vengono rappresentate in maniera strumentalmente confusa.
“Il Comune non aveva alcun obbligo di individuare una nuova stazione di trasferimento, adempimento cui invece era tenuto il Consorzio.
Né, tanto meno, si poteva protrarre l’apertura della stazione di trasferimento di via Popilia, una bruttura che offendeva i residenti e tutti i cittadini che ci tengono ad avere una città vivibile. Potremo ora pensare alle opportune opere di riqualificazione della zona.
Il Consorzio Vallecrati conosceva bene la situazione e sapeva che all’adempimento si sarebbe dovuto provvedere già da due anni. Il sindaco anche nell’ultima comunicazione del 7 gennaio ricordava le continue assicurazioni ricevute in merito all’utilizzo dell’area di Coda di Volpe e l’improrogabile scadenza del 15 gennaio, fissata dal Commissario per l’emergenza ambientale, per la chiusura di via Popilia.
Tutto ciò nonostante, il Consorzio si è lasciato cogliere impreparato ed oggi testimonia una volta di più di essere inadeguato a garantire attraverso la SpA il servizio da svolgere.
L’Amministrazione comunale, mentre stigmatizza questa ennesima dimostrazione di inefficienza, si rammarica con i cittadini per i disagi ed assicura che sarà vigile affinchè i disservizi non raggiungano livelli di guardia.”


Indipendentemente dal fatto che il comune ha o meno ragione in questo caso, c'è da notare che solo Cisl e Uil sono unite in questa ennesima battaglia, mentre la Cgil ancora non ha deciso. Ci si può, legittimamente, chiedere: se questo importante sindacato non aderisce, si deve arguire che il Comune di Cosenza ha ragione? E se ha torto, la Cgil si mobiliterà nei prossimi giorni?
Ultima domanda cattiva: e se l'amministrazione fosse stata di centrodestra, cosa avrebbe fatto questo importante sindacato? Spero lo stesso comportamento che sta tenendo in questi giorni.

martedì 20 gennaio 2004

L'albero

Aveva messo mano a parecchi quadri, gran parte dei quali troppo vasti e ambiziosi per le sue capacità. Niggle era di quei pittori cui riescono meglio le foglie che non gli alberi, e di solito dedicava molto tempo a un'unica folgia, nel tentativo di coglierne la forma, la lucentezza, l'iridescenza delle gocce di rugiada sui margini. S'era fitto però in capo di dipingere un albero intero, con tutte le foglie nello stesso stile eppure tutte diverse.
C'era un quadro che soprattutto l'assillava. Era cominciato con una foglia preda del vento, ed era divenuto un albero; e l'abero era cresciuto protendendo innumerevoli rami e allungando le più fantastiche radici. Strani uccelli erano venuti a posarsi sui ramoscelli, e bisognava occuparsi anche di loro. Poi, tutt'attorno e dietro all'Albero, attraverso gli squarci tra fogliame e rami, cominciò ad allargarsi un paesaggio; e si intravedevano una foresta che avanzava occupando la terra e montagne coronate di neve. Niggle perdette interesse per gli altri suoi quadri; oppure li prese e li inchiodò ai margini del suo dipinto maggiore. Ben presto, la tela divenne così vasta che Niggle dovette procurarsi una scala, e vi correva su e giù, aggiungendo qui una pennellata, lì cancellando una macchia di colore. Quando riceveva visite, si mostrava abbastanza educato, benché giocherellasse con le matite sullo scrittoio. Ascoltava quel che gli dicevano, ma sotto sotto non faceva che pensare alla sua grande tela nel vasto capannone che aveva fatto costruire per ospitarla nell'orto, su un appezzamento dove prima crescevano patate.

(da «Foglia», di Niggle di J.R.R.Tolkien, all'interno di Albero e foglia, trad.Francesco Saba Sardi)

venerdì 16 gennaio 2004

Il ritratto del mare

Il mare è difficile.
(...)
PLASSON - E' difficile capire da dove iniziare. Vedete, quando facevo ritratti, ritratti alla gente, io lo sapevo da dove iniziare, guardavo quelle facce e sapevo esattamente... (stop)
(...)
Quando facevo i ritratti alla gente iniziavo dagli occhi. Dimenticavo tutto il resto e mi concentravo sugli occhi, li studiavo, per minuti e minuti, poi li abbozzavo, con la matita, e quello era il segreto, perché una volta che voi avete disegnato gli occhi... (stop)
(...)
Succede che tutto il resto viene da sé, è come se tutti gli altri pezzi scivolassero da soli intorno a quel punto iniziale, non c'è nemmeno bisogno di... (stop)
(...)
No. Uno può quasi evitare di guardare il modello, tutto viene da sé, la bocca, la curva del collo, perfino le mani... Ma quel che è fondamentale è partire dagli occhi, capite?, e qui sta il vero problema, il problema che mi fa impazzire, sta esattamente qui:... (stop)
(...)
Il problema è: dove cavolo sono gli occhi del mare? Non riuscirò mai a combinare nulla finché non lo scoprirò, perché quello è il principio, capite?, il principio di tutto, e finché non capirò dov'è continuerò a passare i miei giorni a guardare questa maledetta distesa d'acqua senza... (stop)
(...)
Questo è il problema: dove inizia il mare?

(Plasson, pittore, a Bartleboom, studioso, da Oceano mare di Alessandro Baricco)

giovedì 15 gennaio 2004

Promethea

Dopo le magiche citazioni di ieri, si passa ad un altro tipo di magia: quella che sta alla base dell'Universo, della sua storia. Parte, con oggi, una serie di 24 post (forse 25?) tratti da un fumetto, Promethea#12, già recensito, che ha proprio, come obiettivo, quello di interpretare l'Universo da un nuovo e magico punto di vista. Questa serie ci terrà saltuariamente compagnia per tutto questo 2004 e probabilmente anche per il 2005.
Buona lettura!


Voi serpenti, Gigino e Gigetto, mi avete portato in questo... teatro della mente per imparare la magia, giusto?
Io sono Gigino. Lui è Gigetto.
Io sono sul retro, lui sul prospetto.
Questo è della mente l'immenso ingresso
Un dorato sapere qui dentro è impresso.
Si rivela qui a tutti la verità
Dell'immensa magia della realtà.

Si può mutare anche vista, ovverosia
Veder la realtà nella magia.
Il campo di stelle dell'Universo
Sorto dal nulla e che tutto ha sommerso,
La magia dell'umana semenza,
La meraviglia dell'esistenza!

L'ardente miracolo di ogni pensiero!
Che tutto questo sia sorto da zero!
La magia la può imparare chiunque...

Prendi una carta, una carta qualunque...

(da Metaphore, di Alan Moore e J.H.Williams III, su ABC#13, ed.Magic Press, trad.Leonardo Rizzi, il grande!)

(nota: in nero abbiamo le frasi dette da Promethea, in verde quelle di Gigino e in rosso c'è Gigetto...)

mercoledì 14 gennaio 2004

Conan (7): la fantasia

In Conan (4): Camminando... ho chiesto una definizione di adulto. Fare questa domanda, però, è un errore, perché ho chiesto la definizione di una classe, mi sono cioé piegato al solito concetto adulto di classificare non già gli eventi, ma le persone. In realtà, quello che più mi premeva dimostrare era che la maggior parte degli individui, crescendo, tendono a classificare e distinguere se stessi e gli altri ora come bambini, come adolescenti, come adulti...
La maggior parte degli adulti (chi passa di quà mi passi la classe) chiamano così se stessi, perché non credono nelle favole, hanno un lavoro e si interessano poco alle futilità, lasciando così poco spazio alla fantasia, alle emozioni e a tutto ciò che rende speciale anche un singolo giorno. Nel suo saggio Sulle Fiabe, Tolkien il maestro scrive:

(...) le fiabe offrono anche, in misura e con modalità peculiari [alle altre forme letterarie; ndb], altre cose: Fantasia, Ristoro, Evasione, Consolazione, tutte cose di cui i bambini hanno, di norma, meno bisogno degli adulti, e gran parte delle quali oggigiorno sono di solito considerate dannose per chiunque.

In un primo momento avevo ideato questo post per concludersi con questa citazione. Ma alcuni giorni fà, su Sensazioni ed emozioni, mi sono imbattuto in uno splendido post, Mio fratello non usa il computer..., grazie al quale ho trovato persone che hanno dei doni importanti (leggere per capire - sarebbe da leggere tutto il blog!). Anche io, come molti, mi sono unito ai commenti al messaggio lasciato in rete, postando un altro passaggio tratto dal sopracitato saggio di Tolkien:

La Fantasia è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione; né smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà. Se mai gli uomini si trovassero in condizioni tali da non voler conoscere o da non poter percepire la verità (fatti o testimonianze), allora la Fantasia languirebbe finché essi non guarissero. E, se mai arrivassero a quello stato (e non sembra del tutto impossibile), la Fantasia perirebbe e diverrebbe Morbosa Illusione.

Lo metto anche qui, perché non se ne parla abbastanza e mai se ne parlerà abbastanza. Lo metto qui perché chi passa di quà (e dice che bella la casetta in Canadà) si avvicini sempre più all'unica, vera magia che può dare un pò di Sole ai nostri (strani) giorni.

lunedì 12 gennaio 2004

Armani Affair

Il 7 Gennaio, come commento al post Golia ha torto, sul MANTEBLOG, scrivevo:

La vicenda armani.it sembra, in effetti, complessa. Da un lato un personaggio importante, titolare di un'azienda importante che ha marchio Giorgio Armani, dall'altro una società locale che ha come marchio Timbrificio Armani. Indipendentemente dal fatto che Luca Armani ha, in un primo momento, agito per ottenere una maggiore visibilità, ora il sito www.armani.it è un sito personale (a quanto mi sembra), mentre www.giorgioarmani.it (il sito del marchio) è di proprietà dello stilista, www.lucaarmani.it e www.lucarmani.it non sono stati registrati, così come www.timbrificioarmani.it.
A questo punto mi chiedo: se Giorgio Armani ha il sito riferito al suo marchio (c'è anche www.giorgioarmani.com), a cosa gli serve www.armani.it e www.armani.net (e per fortuna non ha registrato www.armani.org! - cosa incredibile: non ha registrato neanche www.armani.com!)? E mi chiedo anche: perché Luca Armani non ha ancora registrato dei marchi che fanno più diretto riferimento a lui, mentre ha registrato www.timbrificio.com (il .it è occupato dalla ditta Il Timbrificio)? Forse sono stati irragionevoli entrambi, ma certo Luca Armani ha la mia solidarietà proprio perché il marchio non è Armani, ma Giorgio Armani.


Un commento successivo di Carlo fa notare che, in realtà, il marchio è Armani, registrato da prima del 1970.
Non ho modo di controllare né motivo di credere che questa informazione sia errata; il problema, a questo punto, si sposta da una disputa tra due persone sul dominio di un cognome a una disputa tra due società per un dominio che dovrebbe fare riferimento a un marchio. In effetti la Disney ha tutti i diritti di avere i domini .com e .it, per esempio, proprio perché, ora, il marchio della società è anche il cognome del fondatore della stessa. Inoltre è arrivata prima degli altri!
Il discorso, la protesta che theGNUeconomy ha portato avanti è molto più profondo e importante del semplice appoggio a Luca Armani, che dal punto di vista legale ha torto: è possibile che una persona fisica, con una attività commerciale alle spalle, possa chiamarla col proprio nome e registrare questo come marchio? La conseguenza più ovvia e assurda non sarebbe, quindi, che ciascun omonimo a tale marchio sia in realtà proprietà del possessore di tale marchio?
Luca Armani ha torto, ma ha la mia solidarietà proprio perché, comunque, Giorgio Armani e tutti quelli che lo hanno fino ad ora fatto, non dovrebbero più utilizzare il proprio nome (leggi: cognome) come marchio registrato.

(theGNUeconomy ha finito la sua attività. La sua ideale continuazione è affidata a Macchianera. Divertitevi.)

(un breve riassunto: Chiamami Aquila, Di Armani, di domini e di altre sciocchezze, Chiamami Aquila/2, Via i terzisti da Armani.it)

sabato 10 gennaio 2004

Sanremo?

Ancora sul Festival di Sanremo. Ancora dalla Gazzetta del Sud, ma questa volta un'agenzia.
La prima parte parla del ritiro pre-Festival cui devono sottoporsi i cantanti, per poter dare uno spettacolo tipo hollywood o MTV Music Haword:

Prima giornata di ritiro al Cet di Mogol per il primo gruppo di artisti – undici su ventidue – che parteciperanno al Festival di Sanremo. Sono arrivati alla spicciolata: per primo Bungaro, con il tastierista, poi il giovanissimo Andrè (sedici anni) accompagnato dal padre, Piotta con la sua specialissima band, cioè il dj africano Aimè Matundu Botole e la ballerina Roberta Mastromichele, già candidata a diventare la donna più bella (in gara) del festival. Gli altri ospiti del centro di Avigliano Umbro sono Danny Losito, Paolo Meneguzzi, Andrea Mingardi, Adriano Pappalardo, Simone, Veruska, DB Boulevard e Mario Venuti. Dopo il pranzo - tutto a base di prodotti biologici, coltivati allo stesso centro - gli undici hanno trascorso il pomeriggio (dedicato alle attività libere) a girare per il Cet, una struttura immensa che comprende, tra l'altro, un centro benessere con piscina, sauna, palestra, bagno turco, sale massaggi, poltrona shiatsu, vasche idromassaggio; un campo di calcio, regolamentare, in erbetta; un maneggio, un lago per la pesca sportiva e il tiro con l'arco. E ancora due sale di registrazione, due sale ristorante, il teatro e l'auditorium. Stasera, dopo la cena di benvenuto con Mogol, i cantanti incontreranno Renis, che li introdurrà alle attività del ritiro: in sostanza, gli artisti dovranno mettere a punto i brani e le coreografie delle loro esibizioni, sotto la guida di Luca Tomassini. Il secondo gruppo di cantanti è atteso per sabato prossimo.

Ma non sono solo i cantanti esclusi ad essere scontenti, ma anche quelli che hanno deciso di non parteciparvi, come Mariano Apicella, che sempre nella stessa agenzia, proprio subito dopo la prima parte, critica la manifestazione che Renis sta organizzando:

Intanto Mariano Apicella si schiera contro il cast del Festival di Sanremo targato Tony Renis. Per il cantautore napoletano, il cui cd «Meglio 'na canzone» è stato appena regalato da Silvio Berlusconi ai circa 2.000 dipendenti della Presidenza del Consiglio, gli artisti in gara quest'anno non lo convincono, è deluso per l'esclusione di Albano, smentisce di aver mai chiesto di partecipare alla gara, ma dice che gli piacerebbe andare al Dopofestival di Bruno Vespa. Le ha fatto piacere che il premier abbia regalato il suo album a 2.000 dipendenti? «Molto - risponde - Ma la cosa più importante è che Berlusconi ha pagato di tasca propria. C'è una regolare fattura, ma c'è sempre qualcuno che dice cose che non esistono, purtroppo è la vita...». Dei 22 cantanti di Sanremo 2004 Apicella conosce solo Marco Masini: «Non credo affatto che sia uno iettatore, purtroppo quando la gente ti marchia con un'etichetta sei costretto a portarla tutta la vita. Ma artisticamente non rientra nei miei gusti, anche se è un'opinione personale. Sono rimasto deluso dalla scelta dei cantanti. Sono convinto che quando non ci sono dei grandi nomi in gara, la gente sia poco interessata a guardare». A deludere Apicella è stata soprattutto l'esclusione di Albano: «È un grande artista, mi è sempre piaciuto e dà ancora delle emozioni. E' tra quegli artisti ai quali non bisognerebbe mai dire di no». E aggiunge: «Renis dichiarò che voleva riportare al Festival le belle canzoni tradizionali, precisando di voler privilegiare la qualità. Per cui ora ho grande curiosità. Il Piotta? Non lo conoscevo neanche di nome, l'ho visto sul giornale e mi sono chiesto chi fosse». Il cantautore non risparmia critiche a giovani come il Dj Francesco: «Secondo me può fare solo il Capitan Uncino. Sinceramente non lo vedo cantato un bel pezzo dal Dj Francesco. A Sanremo sono stati presentati brani come «Almeno tu nell'universo» di Bruno Lauzi cantato da Mia Martini, che fu un grande pezzo, e lo è ancora. Per cui non penso che una canzone del genere stia bene al Dj Francesco. Ci proporrà forse una fotocopia di Capitan Uncino, artisticamente non lo vedo come un cantante vero». A deluderlo è stato anche «il rifiuto di un pezzo di Bruno Lauzi perché hanno detto che era brutto: a me non risulta che Lauzi abbia mai scritto un brutto pezzo. Per cui mi sorge un dubbietto. Aspetto di ascoltare le canzoni». Tempo fa si era parlato di una sua presenza all'Ariston: «È una voce falsa – risponde – Ho evitato Sanremo perché quando è stato nominato Renis si diceva che lo aveva messo Berlusconi, anche se io so per certo che non è vero. Se aggiungevamo la mia partecipazione al Festival, diventava proprio una cosa maccheronica, la gente avrebbe detto “hai visto che è tutto preparato?”. Non l'ho neanche chiesto a Renis, di cui sono molto amico. Già Giorgia disse che con Renis e Apicella sarebbe diventato Sant'Arcore, che con me e Renis era tutta una comunella e quindi ho voluto proprio dare uno schiaffo morale». Se ci fosse stato ancora Pippo Baudo lei avrebbe partecipato? «Certo, perché non avrebbero mai detto che Baudo l'aveva messo Berlusconi».

Come già detto, soltanto quando il velo... il sipario verrà alzato, sapremo se i timori della vigilia quest'anno saranno fondati o meno...

venerdì 9 gennaio 2004

Il mondo è pieno di Giusti

Oggi, nella pagina dello spettacolo della Gazzetta del Sud, appare un articolo su una nuova fiction Rai, La fuga degli innocenti. L'articolo, a firma di Alessandra Magliaro, si apre così:

Don Arrigo Beccari e il medico Moreali sono ricordati oggi a Gerusalemme nel Viale dei Giusti. Sono in rappresentanza di un'intera comunità, Nonantola, vicino Modena, protagonista tra il 1941 e il '43 di un episodio di grande silenzioso eroismo: il salvataggio di decine di bambini ebrei provenienti dall'Europa dell'Est.

La fiction in questione, girata da Leone Pompucci, racconta proprio la vicenda di Don Beccari e del dr.Moreali, aggiungendo un'altra perla ai racconti sull'Olocausto, dopo Perlasca.
Il regista, a commento di questo suo lavoro (in parte anche autobiografico) dice:

(...) la cosa grave è che questo genere di fiction (ovvero quelle sull'Olocausto) deve essere sempre alimentato perché i motivi di odio ci sono anche oggi e la memoria è breve e queste storie servono per non dimenticare.

Appunto: storie per non dimenticare!

giovedì 8 gennaio 2004

La città

La città in Italia è una cosa diversa che dalle mie parti... Non è solo un luogo per abitare: è un luogo per decidere, sono sempre tutti in piazza, contano più i magistrati cittadini che l'imperatore o il papa. Sono... come tanti regni...

(Adso, da Il nome della Rosa, pag.133, di Umberto Eco)

mercoledì 7 gennaio 2004

Un piatto dolce-amaro

Oggi la Gazzetta del Sud ha stampato una agenzia un pò pungente su Sanremo, la cui provenienza è stata attribuita alla cantante Dolcenera, vincitrice l'anno scorso della sezione Nuove Proposte, cancellata nell'edizione di quest'anno.
Questo il testo:

«L'unica novità del prossimo Festival è l'aver spazzato via, per la prima volta in 26 anni, un vero e proprio diritto: il mio diritto di partecipare al Festival quale vincitrice nella sezione Nuove Proposte della precedente edizione»: così la cantante Dolcenera commenta la sua esclusione dal cast del Festival di Sanremo 2004. Dolcenera quest'anno aveva proposto alla commissione artistica il brano «Mondo perfetto», una canzone rock che racconta di Chiara, una giovane madre che convive con i suoi problemi di solitudine, con un marito aggressivo e una disperazione esistenziale, ma con una gran voglia di lottare e di vivere. «È stato deciso che è una storia da non raccontare – afferma Dolcenera –. La censura di un'emozione scomoda per il vuoto buonismo dello spettacolo (e non più Festival) della canzone (d'amore) italiana. E chi ammette la censura considera la gente immatura e la politica più importante delle emozioni».

Certo l'edizione promette di essere più una cerimonia dell'Oscar che un Festival vero e proprio (nell'ambito canoro si può conforntare con i vari festival jazzistici e simili organizzati in giro per l'Italia dove, praticamente, non c'è alcuna gara ma gli artisti sono chiamati semplicemente a rappresentare la loro arte e far divertire il pubblico; nell'ambito cinematografico spesso accade che i film fuori concorso non solo sono in numero maggiore a quelli partecipanti, ma addirittura migliori, senza dimenticare che hanno diverse categorie - e i film durano più di una canzone), e si può comprendere la delusione di Dolcenera per l'esclusione, ma possiamo solo sperare che i (soliti) cattivi presagi anche quest'anno non si avverino: per il bene della musica, soprattutto.

lunedì 5 gennaio 2004

Lista di note

Dopo le molte voci, la lista dei partecipanti conferma che è stata abolita la categoria giovani per realizzare un'unica gara tra BIG e Nuove Proposte: se da un lato si evita di sentire in quest'ultima categoria gente con un CD alle spalle, dall'altra si butta nella mischia gente completamente sconosciuta; forse era meglio allargare la categoria BIG.
Leggiamo la lista:

André
Bungaro
DB Boulevard
Dj Francesco
Daniele Groff
Linda
Danny Lo Sito
Marco Masini
Paolo Meneguzzi
Andrea Mingardi
Massimo Modugno
Morris Albert
Neffa
Pacifico
Adriano Pappalardo
Omar Pedrini
Stefano Picchi
Piotta
Mario Rosini
Simone
Mario Venuti
Veruska


Attenzione a Pacifico e a Neffa, senza dimenticare Pappalardo, che potrebbe sfruttare la popolarità ottenuta con L'isola, unita, speriamo, ad una bella canzone. Quando poi il Festival inizierà, sapremo quanta qualità c'è quest'anno, anche se, come sempre, si perde l'occasione di proporre più categorie per i vari generi musicali che ogni anno ci vengono proposti dalle case discografiche, facendo sì veramente che il Festival di Sanremo sia il Festival della canzone italiana, in ogni sua espressione.

domenica 4 gennaio 2004

[386]

Luglio, rispondimi -
dov'è l'ape -
dov'è il rossore -
dov'è il fieno?
Ah, disse Luglio -
dov'è il seme -
dov'è il bocciolo -
dov'è Maggio -
rispondi tu a me.
No, disse Maggio -
mostrami la neve -
mostrami le campane -
mostrami la ghiandaia!
Cavillò la ghiandaia -
dov'è il granturco -
dov'è la bruma -
dov'è il riccio della castagna?
Qui - disse l'Anno.

(di Emily Dickinson, trad. Alessandro Quattrone)

sabato 3 gennaio 2004

La notte io uccido...

Forse il romanzo rivelazione del 2003, forse il miglior esordio per un autore poco avvezzo a scrivere letteratura gialla, forse la sorpresa più grande per chi lo considerava solo un comico (nostante le partecipazioni a Sanremo, sempre di un certo spessore e qualità), ma certo Giorgio Faletti, con Io uccido, ha colto nel segno.
Sfruttando queste vacanze invernali a cavallo tra i due anni 2003/2004 ho preso in mano il corposo romanzo della nuova stella del giallo (attendo con ansia un suo, spero, secondo lavoro) italiano per calarmi nella mente di un serial-killer che, nel principato di Monaco, accompagnato dalla musica e dagli indizi che con essa lascia ai cani che lo inseguono, semina il panico uccidendo tutti i migliori nel loro campo, perché solo loro hanno qualcosa che gli serve: un volto!
Il romanzo, però, non è solo un giallo, ma anche un vero e proprio inno alla musica, con le citazioni e le invenzioni e la passione dell'autore. Il racconto, il 64 capitoli, è intercalato da 12 carnevali, ovvero da 12 intermezzi nella mente e nella vita dell'assassino, che non è l'unico problema a complicare la vicenda, assolutamente da leggere con calma.
Certo forse una lettura attenta potrebbe fare notare alcune imperfezioni (e di questo Faletti si scusa nella pagina finale, lasciata per i ringraziamenti), ma nel complesso tutto si incastra molto bene.
Forse restano alcune domande in sospeso, come ad esempio: perché un moribondo dovrebbe, lasciando un indizio, iniziare dalla lettera più difficile da scrivere, soprattutto se utilizza una mano da lui poco utilizzata?
E con questo è tutto, miei pochi (ma buoni) lettori e rivolgo a voi che passate di quà (e dite ma che bella la casetta in Canadà) un sincero saluto e un grazie di cuore di aver letto questi deliri!

venerdì 2 gennaio 2004

Concerto di capodanno

Grazie alla concomitante presenza del concerto di capodanno per l'inaugurazione del nuovo Teatro della Fenice e del classico concerto di capodanno di Vienna, diretto per la 4.a volta dal nostro Francesco Muti, ieri ho avuto la possibilità di vedere per intero quest'ultimo grazie alla "ristampa" di RaiDue.
No visto un Muti in grandissima forma, un vero spettacolo sul podio, interpretando con l'anima e i gesti le partiture degli Strauss proposte per questo capodanno. Ha poi fatto gli auguri alla platea, in inglese, richiamandosi ai valori della pace: in questa linea, infatti, ha preferito non presentare il tradizionale colpo di fucile (a salve) sostituendolo con una caduta di coriandoli bianchi. Nella tradizione, invece, la chiusura con la famosissima Marcia di Radetzky, che come ogni hanno ha conivolto il pubblico in sala.
Da notare, infine, la passione e l'amore per la musica che i concertisti hanno dimostrato con il volto e con la partecipazione al testo musicale, in contrasto con i volti di buona parte degli spettatori che non sembravano partecipi dello spettacolo del palco. Forse la presenza della televisione o l'importanza dell'evento ha suggerito in molti un tale comportamento. Speriamo, comunque, che la musica possa, in questo 2004, essere la miglior ambasciatrice della pace nel mondo.

giovedì 1 gennaio 2004

Buon Anno 2004!



E che sia sempre ricco di felicità e serenità!
(link sull'immagine)