sabato 31 ottobre 2020

Topolino #3388: A tutto Halloween

E' un numero quasi completamente dedicato ad Halloween, quello attualmente in edicola, con le sole eccezioni dell'episodio conclusivo della "prima stagione" degli Italici paperi e dei primi due episodi di X-Music. E dunque, anticipo a oggi l'usuale recensione Topa dedicandomi alle storie del terrore presenti in questo numero, iniziando dall'attesa seconda avventura con Mr. Vertigo.
Un Maro Nucci da paura
In effetti in questo numero Marco Nucci, insieme con Pietro Zemelo, è l'autore più presente sul Topo. Il numero si apre con la prima puntata de L'incubo di Mister Vertigo, questa volta disegnata da Ottavio Panaro. Il cambio ai disegni si vede non solo nelle differenze di tratto, ma soprattutto nelle scene più inquietanti: Panaro, rispetto a Fabrizio Petrossi, ha un'inchiostrazione meno marcata. Questo, però, non inficia la qualità del prodotto finale grazie alla semplice constatazione che Panaro, come Petrossi, è un disegnatore dal tratto classico e gradevole, che aiuta il lettore a concentrarsi sulla storia e, sopratutto, sui suoi dettagli.
Questo ritorno di Mr. Vertigo, in effetti, è molto più hitchcockiano dell'esordio e conferma quanto già evidenziato nella precedente doppia storia: il vero Mr. Vertigo è il personaggio incappucciato che si è intravisto in un paio di vignette e che aveva un ruolo probabilmente eccessivo nella copertina realizzata all'epoca da Andrea Freccero.

venerdì 30 ottobre 2020

Ritratti: Andrey Tikhonov


Andrey Tikhonov via commons
Il matematico russo Andrey Nikolayevich Tikhonov(3), come molti della scuola sovietica, ebbe un approccio molto ampio alla matematica.
Dopo essere entrato all'Università di Mosca nel 1922 all'età di 16 anni (era nato il 30 ottobre del 1906), dimostrò tutto il suo talento pubblicando ben prima di arrivare alla conclusione del suo percorso di studi.
Si specializzò in topologia, campo particolarmente settario, ma non fu l'unico campo cui diede un contributo, e anzi fornì interessanti spunti applicativi proprio alla fisica.
Ad esempio la tesi di abilitazione, discussa nel 1936, era dedicata alle equazioni funzionali di Volterra e alla loro applicazione alla fisica matematica. Tikhonov applicò, in particolare, il metodo di Émile Picard per la determinazione di soluzioni approssimate alle equazioni differenziali al problema della conduzione di calore, in particolare al processo di raffreddamento, che segue le leggi di Josef Stefan e Ludwig Boltzmanm.
Il suo lavoro nel campo della fisica-matematica viene così descritto(1):

giovedì 29 ottobre 2020

Rompicapi di Alice: Telegramma

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La soluzione dopo il 15 di novembre. Ad ogni modo potete usare i commenti per provarci, o segnalarmi le vostre proposte su twitter o instagram.

mercoledì 28 ottobre 2020

Dividere un triangolo

Partiamo da un triangolo equilatero, $ABC$. Scegliamo su ciascun lato un punto $X$, $Y$, $Z$ in maniera tale che le due porzioni siano in rapporto $p \, : \, q$. Usando la regola del coseno si riesce a determinare la seguente formula sul rapporto tra le aree: \[r_A = \frac{A_{ABC}}{A_{XYZ}} = \frac {(p+q)^2}{p^2 + q^2 - pq}\] Ora, se $p=q=1$, $r_A = 4$; se $p=2$, $q=1$, allora $r_A = 3$.
Il problema è: esistono altri valori interi di $p$ e $q$ tali per cui $r_A$ risulta intero? Un modo per vedere la faccendo è, ad esempio, usando geogebra, ad esempio nella sua versione 3d. In questo caso, infatti, basta porre $p=x$, $q=y$, $r_A=z$. Ovviamente con questa posizione si può anche provare a sviluppare una dimostrazione analitica, ma già solo geogebra dovrebbe convincervi che gli unici altri valori di $p$, $q$ per cui $r_A$ è intero sono i multipli dei valori su indicati.
Glaister, P. (1994). Polygon Divisions. Mathematics in School, 23(3), 29-29.

martedì 27 ottobre 2020

La fazione d'ottobre

Halloween ormai si avvicina. E non c'è anno in cui non sia più orribile come questo 2020. Cerchiamo, però, di prendere in considerazione il lato divertente della faccenda anche quest'anno e vediamo un po' di scrivere qualche riga su una serie horror (anche se forse è più fantasy) proposta da Netflix: October Faction.
La serie, creata da Damian Kindler, è basata sull'omonimo fumetti di Steve Niles per i disegni di Damien Worm. Ripromettendomi di scrivere anche del fumetto, in questa sede mi concentro solo sulla serie, o quanto meno ci proverò, nel senso che parte del giudizio è legato anche al confronto con il prodotto originale. Iniziamo dalla storia: racconta la vita di una coppia di assicuratori e dei loro due gemelli che cambiano periodicamente (almeno due volte l'anno) città in giro per il mondo. Detta così sembra una noia, ma in realtà i due assicuratori, Fred e Deloris Allen, sono due cacciatori di mostri e iniziamo a vedere le loro vicende quando tornano con i figli Geoff e Viv a Barrington-on-Hudson per il funerale di Samuel, il padre di Fred. E decidono di restare.

domenica 25 ottobre 2020

Topolino #3387: I topi non avevano nipoti?

Si conclude con Il caso venuto dal passato la saga di Mickey 2.0 di Tito Faraci e Claudio Sciarrone.
La storia, che non risolve tutti i nodi narrativi introdotti negli episodi precedenti, ruota intorno a un caso parzialmente irrisolto del Topolino che tutti conosciamo, nonno del Topolino protagonista di questa gustosa e divertente saga del futuro.
In questo caso il Topolino originale non è riuscito a recuperare la refurtiva sottratta da Gambadilegno, pur riuscendo a catturarlo ancora una volta. A sparire è un prototipo tecnologico che, si diceva, sarebbe stato in grado di cambiare il mondo. A questo punto Topolino nipote e Gambadilegno nipote seguono alcuni indizi provenienti dal passato cercando di scoprire dove si trovi l'Utopzz.
Al di là della storia in sé, che mescola con sapienza l'investigazione pura con l'azione, tra una battuta brillante e l'altra (con un paio che sembrano uscire fuori direttamente da Ridi Topolino!), l'elemento centrale della storia è il recupero, per quanto a distanza, del rapporto tra nonno e nipote, con il primo che torna a giocare il ruolo di punto di riferimento.
D'altra parte il confronto con la pesante eredità viene continuamente ricordato dagli zii Tip e Tap, due anziani e attempati signori con la barba lunga, decisamente invecchiati male visto che indossano ancora il cappellino dell'infanzia: in questo modo Sciarrone riesce a rappresentare molto bene quei piccoli tratti di nostalgia del tempo perduto che restano spesso nella nostra personalità.

venerdì 23 ottobre 2020

Passeggiando sulla Luna

Oggi è uno dei più noti cantanti pop, ma Sting, ovvero Gordon Matthew Thomas Sumner, ha iniziato la sua carriera con i Police, terzetto inglese di genere reggae che, oltre a Sting, vede nella formazione anche Andy Summers e Stewart Copeland.
Il gruppo, formatosi nel 1977, si sciolse nel 1986, status che possiamo considerare ancora attuale a parte la parentesi 2007-08 che ha visto i tre impegnati in un reunion tour. Dei loro cinque dischi (il sesto si perse durante la crisi che portò allo scioglimento) oggi ci interessa il secondo, Reggatta de Blanc, pubblicato nel 1979, in cui la prima traccia del lato B (o la sesta traccia in totale) ha un titolo evidentemente interessante: Walking on the Moon.
Nel testo della canzone ci sono un paio di versi significativi che possono essere visti non solo in termini metaforici, ma anche come riferimenti abbastanza chiari alle passeggiate lunari. In particolare il primo verso sembra un riferimento chiaro alla famosa frase di Neil Armstrong al momento del suo primo passo sulla Luna:

giovedì 22 ottobre 2020

Salti matematici

Per molti motivi, in particolare perché ho semplicemente dimenticato la scadenza di invio (o se preferite i molti motivi mi hanno fatto scordare la scadenza di invio) ho saltato le due ultime edizioni del Carnevale della Matematica, la #142 ospitata da Maurizio Codogno sul suo blog su Il post, e la #143 ospitata da Roberto Zanasi. E allora mi sono chiesto: alla fin fine cosa avrei proposto? Ho fatto un po' di mente locale e ho deciso di mettervi, insieme senza distinguerle, le segnalazioni matematiche che ho saltato, sperando che per la prossima edizione riesca a proporre qualcosa: Permango ancora in una sorta di scarsa voglia di scrivere, per cui ho tirato fuori questo link post che spero possa portarvi all'attenzione qualcuna delle (spero) interessanti cose che ho scritto negli ultimi due mesi.

lunedì 19 ottobre 2020

Frankenstein: da Galvani ad Aldini

Lorenzo Barberis è tornato ad affrontare l'argomento Frankenstein grazie all'uscita del fumetto biografico Mary Shelley: L'eterno sogno di Alessandro Di Virgilio e Manuela Santoni. L'articolo di Lorenzo mi ha permesso di rendermi conto di un dettaglio non trascurabile: non ho mai scritto nulla dedicato a Frankenstein pur avendone letto il romanzo. Avendone, però, scritto in occasione dell'uscita di Duckenstein, parodia disneyana di Bruno Enna e Fabio Celoni, con scarso sforzo estraggo dall'articolo scritto a quattro mani con Andrea Bramini la porzione relativa al romanzo, che, come potrete immaginare leggendola, è di mia esclusiva produzione.

I primi vagiti della creatura di Frankenstein. Da un'illustrazione di Theodor von Holst dall'edizione del 1831 – via commons
Il Prometeo moderno
Si narra fosse una notte buia e tempestosa, quella del maggio 1816, quando nelle stanze di Villa Diodati Lord Byron, per rompere la monotonia delle letture gotiche e fantastiche cui erano costretti dal maltempo, propose una sfida ai suoi ospiti, John Polidori, Percy Bysshe Shelley, Mary Wollstonecraft Godwin e Jane Clairmont: scrivere un racconto del brivido.
Il compito venne portato a termine solo da due dei componenti del gruppo, Polidori con Il vampiro, e Mary Godwin, futura moglie di Shelley, con il romanzo Frankenstein.
L'opera colpisce ancora oggi il lettore per una serie di elementi, alcuni dei quali la classificano come il primo romanzo di fantascienza propriamente detto. Il protagonista, Victor Frankenstein, ispirato dalle letture di autori come Paracelso, Cornelio Agrippa, Alberto Magno, e spinto dalla morte della madre, porta avanti gli studi di medicina con l'obiettivo di creare un essere umano perfetto sia dal punto di vista fisico sia intellettivo. A tale scopo assembla una creatura composta da parti di cadaveri riesumati dal cimitero di Ingolstadt e per animarla utilizza l'energia elettrica trasportata dai fulmini.
L'idea di Mary Shelley è abbastanza evidente: mostrare l'arroganza dell'uomo che si ostina a sfidare il divino nella creazione della vita. L'ispirazione viene dagli studi dell'italiano Luigi Galvani che, durante un esperimento del 1781, era riuscito a provocare lo spasmo del un muscolo di una rana morta tramite stimolazione elettrica dei suoi nervi.

Illustrazione dal saggio di Giovani Aldini, Théorique et expérimental sur le galvanisme, avec une série d'expériences (1804) – via The public domain review

domenica 18 ottobre 2020

Topolino #3386: Amici e nemici

Anche questa settimana, per sfruttare un simpatico evento, ho spostato la recensione Topolina su Cappellaio Matto al lunedì, ma qui per DropSea provo, più o meno rapidamente, a raccontarvi qualcosa sul resto del numero, iniziando dal secondo episodio di Mickey 2.0, saga di Tito Faraci e Claudio Sciarrone.
La storia, il cui titolo ho ripreso nel titolo del post, introduce nel futuro non troppo lontano di Mickey 2.0 il nipote di Gambadilegno, che si allontana dalle tradizioni familiari diventando un onesto antiquario. Ovviamente l'antiquariato del futuro sono oggetti di uso comune della nostra epoca, come ad esempio action figure, che diventano preziosissime statue, o cavatappi, venduti come altrettanto rari pezzi d'arte.
La verve satirica di Faraci, che trova la massima espressione proprio nell'erede di Pippo, se possibile ancora più svampito del suo avo, viene a mescolarsi egregiamente con la parte mystery della storia, in cui alla fine fa il suo ingresso un vecchio nemico, proveniente direttamente dal passato del Topolino originale.
Al di là della storia che i due autori stanno sviluppando, però, molto interessante è il lavoro sulle controparti del futuro: da un lato c'è l'evidente confronto con gli omologhi del passato, un peso che in un certo senso è ingombrante sia per Topolino sia per Gambadilegno, che in questo caso sembra quasi una versione "topa" di Paperino, e uno stimolo per Basettoni, che per ora sembra più simile al classico Manetta, sempre sospettoso senza un vero motivo. Al contrario l'erede di Manetta, ora commissario, per ora si mostra all'altezza del compito.
Nel complesso la storia, dopo due episodi, risulta interessante, coinvolgente e divertente.

mercoledì 14 ottobre 2020

Il paradosso irrisolto di Dark

Dopo la visione della prima stagione ho, in pratica, visto la seconda e la terza senza alcuna soluzione di continuità, nel senso che non ho fatto alcuno stacco e così eccomi qui a discutere nella sua interezza di Dark, la serie fantascientifica di Netflix scritta e ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese. Poiché l'idea è esaminare la parte scientifica, oltre a discutere della serie in se, non mi farò alcuno scrupolo nel fare gli spoiler che mi servono per portare avanti il discorso.
Gli elementi essenziali della serie, però, che ritengo abbastanza noti, sono: nella cittadina di Winden, dove peraltro sorge anche una centrale nucleare, spariscono periodicamente dei ragazzini. La vicenda, impostata sui toni del giallo e del mystery, si tinge ben presto di toni fantascientifici quando si scopre che le grotte sotto la centrale sono legate a un qualche sistema di viaggio nel tempo. Ovviamente la scoperta è manifesta solo per lo spettatore.
Protagonista della serie è Jonas Kahnwald, che nella prima stagione vediamo nelle sue versioni adolescente e adulta, in questo caso con il nome dello Sconosciuto. Intorno a lui si sviluppano una serie di intrecci tra i vari personaggi che diventano manifesti nel corso della seconda stagione, che sembra aprirsi con un unico obiettivo: salvare Winden dal disastro nucleare.
In realtà, nel corso della stagione, che introduce anche la terza versione temporale di Jonas, Adam, deturpato dall'energia dei viaggi nel tempo, si scopre che l'intera Winden è chiusa in un vero e proprio loop temporale, in un intreccio che appare inestricabile. D'altra parte il simbolo della triquetra che rappresenta a più riprese il viaggio nel tempo (lo si ritrova nel diario dello Sconosciuto o come simbolo di Sic mundus, il gruppo di viaggiatori del tempo creato da Adam), è un nodo a trifoglio, il nodo più semplice e non banale all'interno della teoria dei nodi. E già questo è, di per sé, un elemento interessante anche per la trama, a ben vedere. Un nodo a trifoglio, infatti, può essere ottenuto intersecando un'ipersfera di dimensione 4 con una particolare curva complessa (nel senso che l'equazione di questa curva non vuole numeri reali, ma numeri complessi): in parole più semplici è un indizio degli sceneggiatori sul fatto che nel mondo di Dark esiste un secondo mondo parallelo al primo, come scopriamo nell'ultima puntata della seconda stagione.
L'idea dei mondi paralleli è prettamente quantistica, come abbiamo visto in varie occasioni, e prende le mosse dalla discussione sulla natura della meccanica quantistica e dal famoso gatto di Schroedinger, che viene esplicitamente citato nel corso della terza stagione (in particolare nella puntata conclusiva del progetto). Ed è questo riferimenti che ci da un indizio fondamentale sul dispositivo più importante di tutta la serie, che chiameremo...

lunedì 12 ottobre 2020

Topolino #3385: L'Isola misteriosa

Pubblicato a puntate tra il 1874 e il 1875, L'isola misteriosa di Jules Verne è il seguito ideale di 20000 leghe sotto i mari, oltre a essere il romanzo conclusivo di una trilogia iniziata con I figli del capitano Grant. I riferimenti ai due romanzi, pur se presenti, non inficiano la godibilità della lettura (devo, infatti, confessare che lessi questo prima del precedente 20000 o della visione dei due film tratti dai primi due romanzi), ma indubbiamente la conoscenza dei primi due "capitoli" rende più completa la lettura della trilogia.
Ad ogni buon conto, restando strettamente legati al solo personaggio del Capitano Nemo, i due romanzi portano uno spaccato vivido e completo del personaggio, e dunque inevitabile per Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio tornare sul loro Pippo-Nemo delle 19999 leghe sotto i mari.
I due autori presentano sin da subito delle variazioni sulla trama originale: sull'isola di Nemo, infatti, non naufragano degli ex-galeotti in fuga, ma due donzelle con il loro cane: Minni, Paperina e Pluto. Invariato, invece, il mezzo di locomozione usato, un pallone aereostatico, e gli eventi misteriosi in cui le due naufraghe si imbattono, almeno fino a che Topolino/Michel e Paperino/O'Quack non intervengono per salvarle a bordo di due piattaforme volanti che ricordano un paio di onritotteri.
Oltre questo c'è ben poco da aggiungere sul primo episodio de L'isola dei misteri: la storia semplicemente introduce i nuovi personaggi e la nuova ambientazione, il tutto con un ottimo ritmo e un apparente senso di sicurezza, supportato dalle gag presenti, fino alla pericolosa scena conclusiva, che vede l'intervento dei già citati Topolino e Paperino.

sabato 10 ottobre 2020

Nomen Omen 3: luce verde

Lo so che ho saltato la recensione del secondo volume, ma spero mi possiate perdonare per questo salto diretto al terzo volume. Ricapitoliamo molto velocemente: Becky Kumar, la protagonista di Nomen Omen, bellissimo proggetto di Marco Bucci e Jacopo Camagni, scopre di essere una strega. Lo scopre, però, nel modo peggiore possibile: il re delle fate, Taranis Dragotempesta, le strappa il cuore. La volontà di vivere di Becky, unita con i suoi poteri, la porta però a restare in vita, anche se ha il tempo agli sgoccioli: se non vuole morire per sempre, deve riprendersi il cuore prima che il re delle fate lo usi per un rituale magico di grande potenza che porta nel cuore di New York il suo regno, rendendolo manifesto a tutti gli esseri umani.
C'è un che di supereroistico in tutto ciò: un po' ricorda la serie di Thor scritta da Dan Jurgens quando a un certo punto Asgard scese letteralmente sulla Terra (anche se poi ciò si rivelò una storia immaginaria), mentre i poteri di Becky si sviluppano a un livello che ricorda Lanterna Verde (i lettori di più lunga data potrebbero concludere che in realtà la ragazza è la figlia di Alan Scott, la prima Lanterna Verde!).
Dal punto di vista della scrittura Bucci passa da un registro gaimaniano a uno più morrisoniano, non solo per il ritmo di lettura, che si fa più serrato, ma anche per la struttura del piano di Becky che sembra uscito da un classico fumetto di Grant Morrison. Ottima, come già nei due volumi precedenti, la prova di Camagni che rappresenta in maniera spettacolare le invenzioni fantastiche di Bucci. Il tutto per un prodotto come sempre al top, tanto da aver meritato la pubblicazione negli Stati Uniti grazie alla Image Comics: luce verde su tutti i fronti!

domenica 4 ottobre 2020

Topolino #3384: Italici

Questa settimana ho un po' sconvolto l'ordine d'uscita degli articoli per una serie di motivi. Innanzitutto c'è la Space Week, iniziata oggi, e che dal 1999 celebra l'inizio dell'era spaziale, che viene fatta iniziare con il lancio dello Sputnik. E poi ieri c'è stata la presentazione del libro di Laura Paganini, Il cosmo, per cui ho un po' modificato il mio pomeriggio e saltato la scrittura della recensione di ieri. Inoltre questo mi ha anche fatto optare per un rinvio della recensione de Il tesoro extrasolare a lunedì, inserendola così a tutti gli effetti nella Space Week.
Per tutti questi motivi degli articoli topolineschi esce solo la recensione qui su DropSea, iniziando dalla storia di copertina.
Italici paperi
La coppia Matteo Venerus-Emanuele Baccinelli si riforma, dopo l'unica uscita insieme nel Topolino Extra dedicato ai Wizards of Mickey (che non acquistai) sulle pagine della nuova serie Italici paperi.
In breve la storia racconta le avventure del piccolo villaggio di paperi che si trova nel centro Italia. Nel corso della lettura diventa abbastanza evidente che il riferimento principale della serie sarà Asterix e Obelix (anche considerando la presenza delle invenzioni "futuristiche" di Archimedio), ma anche un certo modo un po' allegro di intendere la storia, in stile Guido Martina.

venerdì 2 ottobre 2020

L'uovo di Colombo astronomico

Il flyby è il passaggio ravvicinato di una sonda spaziale, o anche di un oggetto celeste, a grande velocità accanto a un corpo molto più massivo, come un pianeta o una stella. La manovra del flyby viene generalmente utilizzata per due scopi: rallentare o accelerare la sonda.
Il primo flyby della storia fu quello della Mariner 2 con Venere il 14 dicembre del 1962. Fu sempre una sonda della serie Mariner, la numero 10, a compiere i primi flyby intorno al pianeta più vicino al Sole: Mercurio. Era il 29 marzo del 1974 e, secondo le previsioni, avrebbe compiuto un solo passaggio. In quel periodo, però, collavorava con i Jet Propulsion Laboratories un astrofisico e matematico italiano, Giuseppe Colombo, che, calcoli alla mano, mostrò come fosse possibile, utilizzando l'assistenza gravitazionale di Venere, di compiere un altro paio di flyby intorno a Mercurio. E questo permise alla Mariner 10 di raccogliere i primi e finora più completi dati su Mercurio, incluse le foto della sua superficie.

Giuseppe Bepi Colombo - via ESA