Minetaro Mochizuki è, sin dai tempi di Dragon Head, uno dei miei mangaka preferiti. L'autore, tra l'altro, dimostra di essere in grado di raccontare con altrettanta efficacia storie di genere differente, tutte con una più o meno preponderante cifra stilistica surreale. Dopo Tokyo Kaido e L'isola dei cani, ecco che arriva il turno di leggere e quindi in questa sede di raccontare Chiisakobe, opera in 4 tankobon tratta dall'omonimo romanzo di Shugoro Yamamoto ed edita in Italia dalla J-Pop.
domenica 28 febbraio 2021
sabato 27 febbraio 2021
Topolino #3405: Solitudini
Il nuovo numero di Topolino è caratterizzato, almeno nelle due storie d'apertura, proprio dal concetto di solitudine, in entrambi i casi raccontato da Marco Nucci. La cover story, in particolare, ha anche un riferimento esplicito. La solitudine del quadrifoglio, disegnata da Stefano Zanchi, è, almeno nel titolo, una sorta di parodia a La solitudine dei numeri primi (non avendo letto il romanzo, non saprei giudicare) di Paolo Giordano.
Come evidente, la storia, di cui questa settimana leggiamo la prima puntata, si concentra sul fortunato Gastone, che all'improvviso si rende conto di non essere amatissimo dai parenti. E così decide di cambiare aria, contando sul fatto che nessuno noterà la sua assenza pensando che abbia vinto l'ennesimo viaggio all'estero. Nucci prova a recuperare, così, un personaggio sostanzialmente antipatico calandolo in un contesto completamente nuovo, con nuove amicizie e uno stile di vita completamente differente rispetto al precedente.
Come evidente, la storia, di cui questa settimana leggiamo la prima puntata, si concentra sul fortunato Gastone, che all'improvviso si rende conto di non essere amatissimo dai parenti. E così decide di cambiare aria, contando sul fatto che nessuno noterà la sua assenza pensando che abbia vinto l'ennesimo viaggio all'estero. Nucci prova a recuperare, così, un personaggio sostanzialmente antipatico calandolo in un contesto completamente nuovo, con nuove amicizie e uno stile di vita completamente differente rispetto al precedente.
venerdì 26 febbraio 2021
Rompicapi di Alice: Il coccodrillo e il pentagono
In un (relativamente) vecchio articolo di Michael de Villiers, Crocodiles and Polygons, ho scovato un interessante rompicapo che è una variazione del famoso teorema di Viviani, scoperto dal matematico italiano Vincenzo Viviani.
Un coccodrillo matematico vive nel delta dell'Okavango vive in una regione paludosa a forma di pentagono irregolare equiangolare (ovvero con tutti gli angoli uguali). Poiché il coccodrillo cattura la preda un numero uguale di volte su ciascuna delle cinque sponde, vuole nasconderla nel punto dove la somma delle cinque distanze dalle rive è minima. Dov'è questo punto ottimale?
giovedì 25 febbraio 2021
La sezione aurea
Realizzato e pubblicato ormai quasi 11 anni fa da Cristóbal Vila, Nature by Numbers mostra come la matematica sia presente in tutta la natura. E la base di tutto sembra essere un piccolo, semplice numero, $\varphi$, il numero aureo. Il suo valore è di poco superiore a 3/2 e può essere scritto in maniera molto semplice con la seguente formula
\[\varphi = \frac{1+\sqrt{5}}{2}\]
E' anche legato alla serie di Fibonacci, come abbiamo visto in varie occasioni, e può essere ritrovato un po' d'appertutto: è diventato, in effetti, sinonimo di perfezione, grazie alla sua presenza nel mondo dell'arte. Opere di pittori, ma anche in architettura, sia dell'antichità sia degli evoluti XX e XXI secolo si basano sul numero aureo. La sua definizione si trova negli Elementi di Euclide:
Si dice che una retta è divisa in media ed estrema ragione quando la lunghezza della linea totale sta a quella della parte maggiore come quella della parte maggiore sta a quella della minore.La definizione geometrica qui sopra può essere facilmente visualizzata con la seguente immagine:
martedì 23 febbraio 2021
Annunciazione in 3.14
E sarà un altro numero pari il cardinale della prossima edizione pi greca del Carnevale della Matematica. E come al solito l'edizione del pi day, quest'anno la numero 148, si terrà sempre qui su DropSea, dopo che la numero 147 è stata, come sempre, ospitata dai Rudi Mathematici. Rispetto agli anni precedenti, però, non sono proprio sicuro di riuscire a realizzare i soliti inserti, le notizie pi greche: prometto che ci proverò, ma nel frattempo vi ripesco il video che avevo realizzato l'anno scorso sulla quadratura del cerchio:
Come al solito, se avete qualcosa da segnalarmi per il Carnevale, potete utilizzare i miei account social twitter, mastodon e instagram. Inoltre, da questa settimana, ho anche dato il via a una newsletter: iscrivetevi pure, anche perché non è detto che nelle prossime uscite non anticipi qualcosa legato al Carnevale!
lunedì 22 febbraio 2021
WW84: rimandato
E così l'attesa è finita: Wonder Woman 1984, WW84 per gli amici, è finalmente arrivato. Il sequel della pellicola del 2017, sempre diretta da Patty Jenkins con Gal Gadot nel ruolo di Wonder Woman è ambientato nel 1984, vivendo alla fine a cavallo tra la mitica serie televisiva della seconda metà degli anni Settanta del XX secolo con Lynda Carter (che farà un cameo nel finale) e la nuova versione post-Crisis realizzata a partire dal 1985 da George Perez.
In questo senso il film vive un'ambiguità di fondo che è abbastanza evidente a qualunque lettore di fumetti DC Comics dell'epoca: l'incapacità di risultare realmente fedeli ai fumetti di riferimento. Il punto dolente è uno dei due avversari di Wonder Woman, Maxwell Lord. Ideato nel 1987 sulle pagine di Justice League #1 da Keith Giffen, J. M. DeMatteis e Kevin Maguire, si pose sin dall'inizio come un equivoco demiurgo della JLA, molto più simile a una spia che al trafficone presente nel film della Jenkins. Il Maxwell di WW84, che tecnicamente si chiama Maxwell Lorenzano, quindi potremmo anche considerarlo come un personaggio diverso, arriva a sconvolgere il mondo intero grazie a una magica e misteriosa pietra dei desideri, un ruolo non molto diverso da quello di Glorious Godfrey di Legends. In quel crossover l'accolito di Darkseid mostra al massimo il suo potere che gli permette di controllare gli esseri umani e minare la loro fiducia nei confronti dei supereroi. E il Max Lord di WW84, peraltro, ricorda fisicamente proprio il Godfrey di Legends, quasi a suggerire un cambio di direzione nella sceneggiatura dopo il fallimento del film sulla Justice League.
In questo senso il film vive un'ambiguità di fondo che è abbastanza evidente a qualunque lettore di fumetti DC Comics dell'epoca: l'incapacità di risultare realmente fedeli ai fumetti di riferimento. Il punto dolente è uno dei due avversari di Wonder Woman, Maxwell Lord. Ideato nel 1987 sulle pagine di Justice League #1 da Keith Giffen, J. M. DeMatteis e Kevin Maguire, si pose sin dall'inizio come un equivoco demiurgo della JLA, molto più simile a una spia che al trafficone presente nel film della Jenkins. Il Maxwell di WW84, che tecnicamente si chiama Maxwell Lorenzano, quindi potremmo anche considerarlo come un personaggio diverso, arriva a sconvolgere il mondo intero grazie a una magica e misteriosa pietra dei desideri, un ruolo non molto diverso da quello di Glorious Godfrey di Legends. In quel crossover l'accolito di Darkseid mostra al massimo il suo potere che gli permette di controllare gli esseri umani e minare la loro fiducia nei confronti dei supereroi. E il Max Lord di WW84, peraltro, ricorda fisicamente proprio il Godfrey di Legends, quasi a suggerire un cambio di direzione nella sceneggiatura dopo il fallimento del film sulla Justice League.
domenica 21 febbraio 2021
Topolino #3404: Sulle tracce dei pirati
Il nuovo numero di Topolino, il #3404, segna il ritorno di Area 15 passata dalle mani di Roberto Gagnor a quelle di Marco Nucci. Visto il tema, il retrogaming, mi sembrava la storia perfetta per essere raccontata Al Caffè del Cappellaio Matto, per cui in questa sede ho pensato bene di partire con la storia che ha ispirato il titolo della recensione, L'ombra del bucaniere, con cui la disegnatrice Alessia Martusciello conclude la sua decennale collaborazione con il settimanale disneyano.
La storia, scritta da Giorgio Figus, ci porta nell'avventuroso mondo della pirateria, probabilmente intorno al 1671, anno in cui Henry Morgan, uno dei pirati più famosi della storia, venne finalmente catturato. La collocazione cronologica della storia, come sempre, non è data dagli autori, ma può essere dedotta dal fatto che uno dei pirati protagonisti si chiama Papermorgan, in aperto richiamo proprio al pirata Morgan. La storia ruota intorno all'equivoco generato tra la somiglianza di Paperin Cimabella, cuoco di bordo della Cavolflower, e Papermorgan, con il quale viene scambiato dall'equipaggio del pirata dopo l'abbordaggio e il naugrafio della Cavolflower. La storia, che mostra un'inusitata serie di eventi fortunati per il povero cuoco paperinesco, risulta comunque divertente e leggera nonostante l'epoca di ambientazione, piuttosto violenta, seppur ricca di avventure.
La storia, scritta da Giorgio Figus, ci porta nell'avventuroso mondo della pirateria, probabilmente intorno al 1671, anno in cui Henry Morgan, uno dei pirati più famosi della storia, venne finalmente catturato. La collocazione cronologica della storia, come sempre, non è data dagli autori, ma può essere dedotta dal fatto che uno dei pirati protagonisti si chiama Papermorgan, in aperto richiamo proprio al pirata Morgan. La storia ruota intorno all'equivoco generato tra la somiglianza di Paperin Cimabella, cuoco di bordo della Cavolflower, e Papermorgan, con il quale viene scambiato dall'equipaggio del pirata dopo l'abbordaggio e il naugrafio della Cavolflower. La storia, che mostra un'inusitata serie di eventi fortunati per il povero cuoco paperinesco, risulta comunque divertente e leggera nonostante l'epoca di ambientazione, piuttosto violenta, seppur ricca di avventure.
venerdì 19 febbraio 2021
La mia casa su Marte
Dopo il successo di Into the Electric Castle, Arjen Lucassen per il suo progetto musicale Ayreon decide di ritornare nella storia fantascientifica impostata nell'album di debutto The Final Experiment. Per questo nuovo concept album, Universal Migrator, il quarto nella discografia della superband, il musicista olandese decide di proporre un lavoro più complesso dei precedenti, costituito in realtà da due album distinti, The Dream Sequencer e Flight of the Migrator. I due dischi si distinguono per due stili differenti: il primo è di genere progressive metal, mentre il secondo presenta sonorità tipiche dell'heavy metal. L'idea di Lucassen è quella di andare incontro ai gusti dei suoi fan, permettendo loro di scegliere quale dei due generi acquistare. Con sua grande sopresa, però, gli appassionati degli Ayreon acquistarono entrambi gli album.
L'uomo, in realtà nato su Marte dai primi coloni, non ha mai vissuto sulla Terra, come ricorda all'inizio di My House on Mars, seconda canzone dell'album:
Di tutta questa sfilza di vite passate, però, noi ci occuperemo dell'ultima in ordine temporale, quella su Marte.
La storia
Siamo nel 2084. L'ultima guerra mondiale ha eliminato qualunque forma di vita sulla Terra. Solo un gruppo di esseri umani è riuscito a fuggire proprio sul finire della guerra per stabilirsi su Marte. Per poter sopravvivere sul pianeta rosso, però, o si hanno a disposizione sistemi che permettono di produrre le risorse in loco, o si resta in qualche modo legati con la madre patria. Ed è in questa seconda situazione che ricade la colonia marziana di The Dream Sequencer, come racconta l'ultimo colono rimasto su Marte nella title track.L'uomo, in realtà nato su Marte dai primi coloni, non ha mai vissuto sulla Terra, come ricorda all'inizio di My House on Mars, seconda canzone dell'album:
You promised you'd return and take me to EarthQuesta, in realtà, è una frase che l'uomo disse al padre nella sua infanzia: la caratteristica della prima parte di Universal Migrator è, infatti, un susseguirsi di ricordi della vita passata dell'ultimo colono marziano. Questi vengono riportati alla memoria utilizzando un particolare macchinario, il dream sequencer del titolo della prima parte. Il macchinario, però, va anche oltre le aspettative dell'utilizzatore: il sognatore, infatti, inizia a rivivere le sue vite passate, andando sempre più indietro fino a The First Man on Earth.
Di tutta questa sfilza di vite passate, però, noi ci occuperemo dell'ultima in ordine temporale, quella su Marte.
mercoledì 17 febbraio 2021
Arrakis: un viaggio tra i miti e le stelle
Arrakis è il nome con cui è nota la stella binaria Mu Draconis, nella costellazione del Dragone. Il nome è di chiara derivazione araba: forse da ar-raqiş, il danzatore, o forse da al-Rāqiṣ, il cammello al trotto. Adogni modo è anche il nome del pianeta protagonista dell'esalogia di Dune di Frank Herbert.
In questo caso parliamo di un pianeta desertico che orbita intorno alla stella Canopo, nota anche come Alpha Carinae. Questa è la seconda stella più brillante del cielo notturno. Appartenente alla costellazione moderna della Carena, ha una magnitudine apparente di -0.74 e dista da noi all'incirca 310 anni luce.
In questo caso parliamo di un pianeta desertico che orbita intorno alla stella Canopo, nota anche come Alpha Carinae. Questa è la seconda stella più brillante del cielo notturno. Appartenente alla costellazione moderna della Carena, ha una magnitudine apparente di -0.74 e dista da noi all'incirca 310 anni luce.
lunedì 15 febbraio 2021
Snowpiercer: un mondo freddo e buio
La vita sulla Terra finisce a causa di una nuova era glaciale. Solo un gruppo di esseri umani continua a sopravvivere all'interno di un treno che si muove su un unico binario che corre intorno al mondo, lo Snowpiercer. Queste sono le premesse di ben tre prodotti differenti, una serie a fumetti francese, Le Transperceneige in francese di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette; un film del 2013 diretto da Bong Joon-ho; una serie televisiva creata da Josh Friedman e Graeme Manson e la cui prima stagione è stata distribuita nel 2020, mentre la seconda è in corso di pubblicazione su Netflix da circa un mese. E ve lo dico subito: nonostante le differenze, la serie riesce a mantenersi quantomeno fedele allo spirito del fumetto, avendo come temi principali la lotta di classe, l'ingiustizia sociale e il controllo degli individui.
domenica 14 febbraio 2021
Braccio di Ferro #3: Olio di gomito
Il terzo numero del Braccio di Ferro dell'Editoriale Cosmo si presenta con una copertina dedicata al carnevale che, in effetti, è l'illustrazione realizzata da Bud Sagendorf, questa volta correttamente accreditata, per Popey #8 edito dalla Dell.
Il sommario del terzo numero, pieno come al solito di storie di produzione italiana, per lo più naif, seppur comunque divertenti (anche se non tutte gradevoli), presenta, come già i numeri precedenti, una storia realizzata proprio da Sagendorf con la premiata coppia Sappo and Wotasnozzle che l'erede di Elzie Crisler Segar riportò sui comic book proprio con l'ottavo numero di Popeye.
Presente in circa 35 numeri, Wotasnozzle aveva come "obiettivo" quello di far impazzire, grazie alle sue incredibili invenzioni, il suo padrone di casa, Sappo, come nel caso de La piaggia di mele, una storiella di 3 pagine recuperata da Vitt #48 del novembre 1968 e di cui non ho trovato (per ora) alcuna traccia tra i Popeye della Dell ristampati dalla IDW, a differenza della storia uscita su Braccio di Ferro #2, pubblicata originariamente su Popeye #60.
Del resto del sommario, onestamente, si salva solo la storia d'apertura, La fonte della giovinezza, di Pierluigi Sangalli, una rielaborazione di una strip story di Popeye, mentre per il resto siamo sì di fronte a storie divertenti, ma nulla più.
I redazionali, invece, purgati dello stile un po' troppo sopra le righe di Luca Boschi, risultano ricchi di informazioni (anche se manca quella sulla pubblicazione originale delle storie di Sugendorf), incluso un interessante trafiletto dedicato a Jack Kirby, che nel 1935 ebbe una breve esperienza presso gli studi d'animazione Fleischer.
In chiusura vi lascio un link con una selezione di copertine di albi italiani dedicati a Popeye.
Il sommario del terzo numero, pieno come al solito di storie di produzione italiana, per lo più naif, seppur comunque divertenti (anche se non tutte gradevoli), presenta, come già i numeri precedenti, una storia realizzata proprio da Sagendorf con la premiata coppia Sappo and Wotasnozzle che l'erede di Elzie Crisler Segar riportò sui comic book proprio con l'ottavo numero di Popeye.
Presente in circa 35 numeri, Wotasnozzle aveva come "obiettivo" quello di far impazzire, grazie alle sue incredibili invenzioni, il suo padrone di casa, Sappo, come nel caso de La piaggia di mele, una storiella di 3 pagine recuperata da Vitt #48 del novembre 1968 e di cui non ho trovato (per ora) alcuna traccia tra i Popeye della Dell ristampati dalla IDW, a differenza della storia uscita su Braccio di Ferro #2, pubblicata originariamente su Popeye #60.
Del resto del sommario, onestamente, si salva solo la storia d'apertura, La fonte della giovinezza, di Pierluigi Sangalli, una rielaborazione di una strip story di Popeye, mentre per il resto siamo sì di fronte a storie divertenti, ma nulla più.
I redazionali, invece, purgati dello stile un po' troppo sopra le righe di Luca Boschi, risultano ricchi di informazioni (anche se manca quella sulla pubblicazione originale delle storie di Sugendorf), incluso un interessante trafiletto dedicato a Jack Kirby, che nel 1935 ebbe una breve esperienza presso gli studi d'animazione Fleischer.
In chiusura vi lascio un link con una selezione di copertine di albi italiani dedicati a Popeye.
sabato 13 febbraio 2021
Topolino #3403: Nel segno di Agatha Christie
Non ho trovato nessun vero spunto interessante dal punto di vista scientifico nell'ultimo Topolino, così ho deciso di anticipare a oggi la recensione settimanale, concentrandomi sulle storie che maggiormente mi hanno colpito, iniziando dalla storia d'apertura, Lo strano caso di Villa Ghirlanda, giallo in due parti di Blasco Pisapia.
L'autore, in una delle sue rare capatine in quel di Topolinia, realizza un tipico investigativo che ricorda i gialli di Agatha Christie: Topolino e Minni sono, infatti, ospiti di una ricca villa al cui interno viene effettuato un furto ai danni della padrona di casa. E tutti sembrano avere un alibi. A farla da padrone, però, non è esattamente Topolino, ma Manetta, che è stato recentemente trasferito dal commissariato di Topolinia a un altro periferico, mentre il suo posto è stato preso da tale ispettore Irk, personaggio antipatico caratterizzato come una sorta di Topesio. Il buon Manetta, ad ogni modo, venuto a sapere dell'incredibile furto, decide di indagare anche lui per potersi riscattare dall'errore che ne ha causato il trasferimento.
Gli elementi per un giallo bello e appassionate ci sono dunque tutti: vedremo settimana prossima come Pisapia li porterà a termine.
L'autore, in una delle sue rare capatine in quel di Topolinia, realizza un tipico investigativo che ricorda i gialli di Agatha Christie: Topolino e Minni sono, infatti, ospiti di una ricca villa al cui interno viene effettuato un furto ai danni della padrona di casa. E tutti sembrano avere un alibi. A farla da padrone, però, non è esattamente Topolino, ma Manetta, che è stato recentemente trasferito dal commissariato di Topolinia a un altro periferico, mentre il suo posto è stato preso da tale ispettore Irk, personaggio antipatico caratterizzato come una sorta di Topesio. Il buon Manetta, ad ogni modo, venuto a sapere dell'incredibile furto, decide di indagare anche lui per potersi riscattare dall'errore che ne ha causato il trasferimento.
Gli elementi per un giallo bello e appassionate ci sono dunque tutti: vedremo settimana prossima come Pisapia li porterà a termine.
venerdì 12 febbraio 2021
Un fatto curioso sui semicerchi
Dopo un periodo (che definirei terribile) finanche troppo lungo in cui ho passato a vedere ogni giorno i video di MasterChef Italia, sono finalmente uscito dal tunnel e ho ripreso possesso di YouTube, riuscendo a riportare in home page i miei video preferiti, quelli legati al metal in varie declinazioni, alla musica classica e alla scienza. In particolare il tubo mi ha consigliato un video particolare, A Curious Fact About Semicircles e mi è venuto in mente che avrei potuto usarlo per un nuovo post della serie senza parole. Poi mi sono reso cnto che mi servivano due immagini, e allora ho realizzato un'infografica matematica (qui il pdf e per i più curiosi ecco il LaTeX). Ovviamente qui sotto vi ho spezzato l'infografica nelle due immagini principali, ognuna delle quali corredata delle sue equazioni. Rispetto al video cambia la dimostrazione della prima immagine, dove sfrutto il teorema delle corde.
Alla fine ho scritto troppo, ma mi sembrava giusto metterci un po' di contesto. Il resto lo lascio alle immagini e alle formule:
Alla fine ho scritto troppo, ma mi sembrava giusto metterci un po' di contesto. Il resto lo lascio alle immagini e alle formule:
giovedì 11 febbraio 2021
Wikiritratti: Hedy Lamarr
Ci si potrebbe chiedere perché dedicare una biografia, che sicuramente non sarà omnicomprensiva, a un'attrice alla fine della 6.a Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza? Perché, come alcuni artisti e attori, dietro Hedy Lamarr si nasconde un'inventrice, ed è proprio su quest'ultimo aspetto che mi concentrerò nelle righe che seguono.
A proposito di questa attitudine, la cosa più stupefacente la disse l'inventore Carmelo Amarena che ebbe il piacere di conoscere e parlare con la Lamarr nel 1997:
Come detto all'inizio, non sono qui per ripercorrere le tappe della sua carriera cinematografica, per cui balzo immediatamente al...
Estasi
Nata Hedwig Eva Maria Kiesler il 9 novembre del 1914 a Vienna, Hedy Lamarr mosse i primi passi nel mondo del cinema austriaco, ma la prima volta che fece parlare di sé fu nel film cecoslovacco Estasi: in una scena di questo film recità completamente nuda, prima attrice nel mondo della cinematografia non pornografica. Compiuti 18 anni, decise di emigrare negli Stati Uniti d'America per sfuggire al nazismo. D'altra parte il padre, Emil Kiesler, era un ebreo non praticante, oltre che banchiere, e giocò un ruolo fondamentale nella passione di Hedy per la tecnologia: sin da bambina, infatti, il padre le spiegava il funzionamento della tecnologia usata nella società contemporanea. D'altra parte la bambina era sempre stata interessata alla tecnologia: leggenda narra che all'età di cinque anni smontò e rimontò un carillon!A proposito di questa attitudine, la cosa più stupefacente la disse l'inventore Carmelo Amarena che ebbe il piacere di conoscere e parlare con la Lamarr nel 1997:
Abbiamo parlato come due ingegneri su un progetto interessante. Non ho avuto la sensazione di parlare con una star del cinema, ma con una compagna inventrice.Ad ogni modo la sua carriera negli Stati Uniti fu caratterizzata soprattutto dalla sua bellezza e dal suo sguardo affascinante ed enigmatico. Il suo successo arrivò fino al punto che Bob Kane, per creare l'aspetto di Catwoman, si ispirò proprio a Hedy Lamarr.
Come detto all'inizio, non sono qui per ripercorrere le tappe della sua carriera cinematografica, per cui balzo immediatamente al...
mercoledì 10 febbraio 2021
Questa è la via!
Che posso dirvi: ho recuperato la prima stagione di The Mandalorian. La serie, scritta e ideata da Jon Favreau, segue le vicende di Din Djarin, interpretato da Pedro Pascal, un cacciatore di taglie mandaloriano. Ambientata tra la trilogia originale e la terza trilogia di Star Wars, vede Din accettare una missione affidatagli da un ex-imperiale: recuperare un cinquantenne. Le cose, però, iniziano a cambiare quando il nostro si rende conto che questo cinquantenne fa parte di una razza che invecchia molto lentamente. E come tutti i fan di Star Wars hanno subito capito al primo sguardo, stiamo parlando di un componente della stessa razza di Yoda. E non a caso il personaggio, chiamato semplicemente the Child, il bambino nella serie in italiano, viene subito soprannominato dai fan Baby Yoda.
Ad ogni buon conto la serie, dal momento in cui Din va a recuperare Child dalla base degli ex-imperiali, diventa una fuga continua della coppia dagli assalti dei mercenari assoldati dai rimasugli dell'impero, che evidentemente cercano il bambino per carpirne i segreti della forza.
Ad ogni buon conto la serie, dal momento in cui Din va a recuperare Child dalla base degli ex-imperiali, diventa una fuga continua della coppia dagli assalti dei mercenari assoldati dai rimasugli dell'impero, che evidentemente cercano il bambino per carpirne i segreti della forza.
domenica 7 febbraio 2021
Topolino #3402: Realtà subliminale
Vista la conclusione della nuova saga di Fantomius, il numero #3402 sembra essere un buon punto con cui ripartire a scrivere qualche riga su Topolino. Parto con la storia che ispira il titolo di questa recensione e che conclude il numero, Topolino e i goof viewer di Giorgio Salati per i disegni del sempre dinamico Lucio Leoni.
La storia, in sintesi, è presto detta: Pippo, combinando gli occhiali di uno suo zio, creati per captare messaggi alieni, con gli schermi di vecchi smartphone, riesce a creare dei visori multimediali in grado di collegarsi con la rete. A quel punto Topolino convince l'amico a brevettare l'invenzione. Alcuni giorni dopo i suoi visori, i goof viewer, sono in vendita in tutta la città: Pippo, infatti, è stato assunto dalla Mousbit, diventando il nuovo guru tecnologico. Non a caso, infatti, Leoni assegna a Pippo un look che ricorda molto da vicino quello di Steve Jobs, mentre come in Pippo cervello del secolo diventa impossibile per Topolino riuscire a incontrarlo.
La storia, dunque, è squisitamente tradizionale nello sviluppo, anche grazie alla neanche tanto velata morale del troppo che stroppia, retta da un ritmo veloce, soprattutto nel secondo tempo e da una serie di gag molto gottfredsoniane nel primo tempo.
La storia, in sintesi, è presto detta: Pippo, combinando gli occhiali di uno suo zio, creati per captare messaggi alieni, con gli schermi di vecchi smartphone, riesce a creare dei visori multimediali in grado di collegarsi con la rete. A quel punto Topolino convince l'amico a brevettare l'invenzione. Alcuni giorni dopo i suoi visori, i goof viewer, sono in vendita in tutta la città: Pippo, infatti, è stato assunto dalla Mousbit, diventando il nuovo guru tecnologico. Non a caso, infatti, Leoni assegna a Pippo un look che ricorda molto da vicino quello di Steve Jobs, mentre come in Pippo cervello del secolo diventa impossibile per Topolino riuscire a incontrarlo.
La storia, dunque, è squisitamente tradizionale nello sviluppo, anche grazie alla neanche tanto velata morale del troppo che stroppia, retta da un ritmo veloce, soprattutto nel secondo tempo e da una serie di gag molto gottfredsoniane nel primo tempo.
venerdì 5 febbraio 2021
Un tick al giorno
Interstellar, arrivato nelle sale nel 2014 e al momento disponibile per la visione su Netflix, ha una caratteristica fondamentale che lo contraddistingue da molti altri film di fantascienza: la consulenza di Kip Thorne, che della pellicola è stato anche produttore esecutivo. Molte chicche e estar egg del film sono legate proprio al fisico teorico, così come molte delle "scelte" di sceneggiatura che rendono plausibile e verosimile la scienza di Interstellar.
Tra tutte queste "scelte" forse la meno probabile è la presenza di un sistema planetario intorno a Gargantua, il gigantesco buco nero che, in un certo senso, è simbolo dello stesso film. Tra i pianeti intorno a Gargantua, c'è anche il pianeta di Miller, un pianeta d'acqua così vicino al buco nero che ogni ora passata sulla sua superficie coincide con 7 anni sulla Terra.
Non appena gli esploratori spaziali guidati da Cooper (interpretato da Matthew McConaughey) atterrano su Miller, parte in sottofondo il pezzo Mountains composto da Hans Zimmer caratterizzato da una serie di tick che segnano lo scorrere del tempo, quasi una sorta di modo per ricordare allo spettatore che la missione su Miller deve essere il più veloce possibile.
Tra tutte queste "scelte" forse la meno probabile è la presenza di un sistema planetario intorno a Gargantua, il gigantesco buco nero che, in un certo senso, è simbolo dello stesso film. Tra i pianeti intorno a Gargantua, c'è anche il pianeta di Miller, un pianeta d'acqua così vicino al buco nero che ogni ora passata sulla sua superficie coincide con 7 anni sulla Terra.
Non appena gli esploratori spaziali guidati da Cooper (interpretato da Matthew McConaughey) atterrano su Miller, parte in sottofondo il pezzo Mountains composto da Hans Zimmer caratterizzato da una serie di tick che segnano lo scorrere del tempo, quasi una sorta di modo per ricordare allo spettatore che la missione su Miller deve essere il più veloce possibile.
martedì 2 febbraio 2021
Interpretazione filosofica di Dark
Un po' per caso sono incappato in un'interessante video-analisi di Dark, la serie fantascientifica fortemente basata sulla meccanica quantistica e sul paradosso del gatto di Shroedinger. Nell'analisi si approfondisce un aspetto molto interessante: l'influenza del pensiero di Friedrich Nietzsche sulla serie:
Il video mi ha spinto a fare una ricerca su Nietzsche e la meccanica quantistica, trovando questo Nietzsche for physicists:
One of the most important philosophers in history, the German Friedrich Nietzsche, is almost ignored by physicists. This author who declared the death of God in the 19th century was a science enthusiast, especially in the second period of his work. With the aid of the physical concept of force, Nietzsche created his concept of will to power. After thinking about energy conservation, the German philosopher had some inspiration for creating his concept of eternal recurrence. In this article, some influences of physics on Nietzsche are pointed out, and the topicality of his epistemological position−the perspectivism−is discussed. Considering the concept of will to power, I propose that the perspectivism leads to an interpretation where physics and science in general are viewed as a game.