E' possibile festeggiare il Darwin Day con i Nightwish? Scopritelo in questa nuova puntata de "Le particelle musicali", e se volete ascoltare "The Greatest Show on Earth" in fondo al post, ma poi tornate all'inizio per leggerlo tutto!
Lo so che vi aspettereste la famosa canzone di
Jovanotti, ma mi dispiace. Stiamo andando in una direzione molto diversa. E più vicina ai miei gusti. E infatti oggi ci intratteniamo con i
Nightwish.
La
band finaldese fondata nel 1996 da
Tuomas Holopainen,
Emppu Vuorinen e
Tarja Turunen, ha portato il
symphonic metal in giro per il mondo. In effetti non fu l'unica
band a essere importante per il genere, visto che nello stesso anno del rilascio dell'album d'esordio,
Angels Fall First, il 1997, vennero rilasciati anche
Legendary Tales dei
Rhapsody of Fire e
Enter dei
Within Temptation. Un trittico che possiamo considerare fondativo del
symphonic metal così come lo conosciamo, un genere le cui origini le si fanno risalire addirittura ai
Black Sabbath, quelli dell'era
Ozzy Osbourne, con
Sabbath Bloody Sabbath del 1973.
Torniamo, però, ai
Nightwish e, in particolare, al loro ottavo album in studio,
Endless Forms Most Beautiful, che è anche il primo album registato con la nuova voce,
Floor Jansen, che, almeno personalmente, risulta tecnicamente molto più vicina alla Turunen, ma è anche molto abile nelle parti non sinfoniche. E' indubbiamente il mio album preferito del gruppo, e non solo per motivi musicali, ma soprattutto perché è fondamentalmente un
concept album sull'evoluzione, su
Charles Darwin e
Richard Dawkins. E questo è già evidente dal titolo, che è tratto dalla chiusura de
L'origine della specie di Darwin:
There is grandeur in this view of life, with its several powers, having been originally breathed into a few forms or into one; and that, whilst this planet has gone cycling on according to the fixed law of gravity, from so simple a beginning endless forms most beautiful and most wonderful have been, and are being, evolved.
Il senso dell'album, anche dal punto di vista musicale, è però molto ben sintetizzato da questa frase del
leader, Holopainen:
E' tutto sulla bellezza della vita, la bellezza dell'esistenza, della natura, della scienza.
A concludere l'album è il pezzo più lungo, uno dei più lunghi della
band, tra l'altro,
The Greatest Show on Earth, il cui titolo è ripreso dall'omonimo libro di Dawkins, arrivato in Italia con un titolo tradotto in maniera letterale,
Il più grande spettacolo della Terra.
Dal punto di vista strettamente musicale siamo di fronte a una composizione che in qualche modo applica i principi del
cut-up di
William Burroughs, visto che sono presenti estratti da composizioni di
Christian Petzold,
Johann Sebastian Bach e persino i
Metallica. Il tutto "raccontato" con un crescendo travolgente.
Anche il testo è una combinazione interessante di composizione originale e brani tratti dal libro di Dawkins, due in particolare, con la chiusura con la citazione di Darwin da cui è preso il titolo dell'album.