lunedì 20 maggio 2024

Topolino #3573: Di parodie e miti

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Come promesso settimana scorsa, per la recensione di questo numero ho deciso di affrontare l'intera parodia di Uno studio in rosso di Arthur Conan Doyle che, per l'occasione, diventa Una salsa in rosso, storia disegnata dal sempre ottimo Paolo Mottura e che da il via alla serie parodica Pippo Holmes di Bruno Enna.
La premessa importante è che mi considero uno sherlockiano di ferro, quindi alcune delle considerazioni, in negativo vi anticipo, sono dovute più al confronto con la materia originale che non a difetti intrinseci nello sviluppo della storia, che è anzi la prova più convincente di Enna come sceneggiatura in questo 2024.
Come scrivevo poc'anzi, Una salsa in rosso è la parodia del romanzo d'esordio di Sherlock Holmes, il più famoso detective della storia del giallo investigativo. Per quanto il personaggio debba, dal punto di vista letterario, all'Auguste Dupin di Edgar Allan Poe, Doyle trae la sua principale ispirazione nella caratterizzazione di Holmes e dei suoi metodi investigativi scientifici nel medico Joseph Bell. A sua volta lo stesso Bell scrisse a Doyle qualcosa del tipo: Sei tu stesso Sherlock Holmes e lo sai bene a suggerire che comunque Doyle non ebbe un'unica matrice ispirativa per caratterizzare il suo personaggio più famoso.
Le caratteristiche principali del personaggio sono nelle sue grandi capacità deduttive, che denotano una profonda conoscenza della logica, e la capacità di rilevare le tracce utilizzando metodi scientifici, come l'esame delle tracce fisiche o gli esperimenti chimici con i quali tormentava il suo povero coinquilino, nonché biografo, dottor John Watson. A questo c'erano da aggiungere le capacità di travestimento, una preparazione fisica di livello impareggiabile e, ovviamente, un profondo interesse per qualunque sfida potesse risultare all'altezza del suo intelletto.
Se quindi prendiamo tutti questi elementi, riuscire a inserirli tutti dentro Pippo risulterebbe impressa ardua, e infatti, per evitare di snaturare il personaggio, alla fine Enna pur riuscendo a passare alcuni degli elementi cardine di Holmes (i suoi vasti interessi, per quanto concentrati sul suo lavoro; la preparazione fisica; l'interesse per la chimica), alla fine fa passare l'idea che, in fondo, la fama di Pippo Holmes sia sostanzialmente casuale, visto che il caso viene risolto... per caso! Anche il ruolo che ha avuto nel catturare il colpevole nella colluttazione conclusiva risulta sostanzialmente casuale, passando al lettore un personaggio distratto, immerso nel suo mondo e la cui fama è quanto meno esagerata.
A tutto questo, poi, dobbiamo aggiungere l'assenza di spiegazione sulle prime prove deduttive di Pippo Holmes nella prima parte de Una salsa in rosso, evidentemente un po' per non caratterizzare il personaggio come un acuto osservatore, altrimenti la scena finale sarebbe entrata in conflitto con quel primo incontro, un po', evidentemente, per evitare il più possibile gli "spiegoni", che però sono parte essenziale della caratterizzazione di Holmes, oltre che ben integrati nel racconto.
Enna riesce quindi nella rara impresa di scontentarmi anche quando scrive la sua storia migliore dell'anno, a cui c'è anche la ciliegina finale del tentativo di pippizzare una delle più famose frasi di Holmes (per altro detta ne Il segno dei quattro):
(...) una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità
che diventa una specie di ossimoro nella parodia enniana:
(...) quando hai escluso l'assurdo e l'improbabile ciò che resta è proprio l'impossibile!
Che è un po' come dire che una volta escluso l'impossibile, resta solo l'impossibile... sigh...
Da Icaro alla sfinge
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Visto che questo numero di Topolino è uscito contemporaneamente con il secondo numero di Papermitologia, vale la pena, come già fatto per il #3564, aggiungere anche alcune considerazioni su questa uscita, visto che nel frattempo l'ho anche portata a conclusione. Iniziamo dalla sorpresa in positivo: effettivamente la seconda storia della serie La grande mitologia papera è inedita, visto che non è stata mai pubblicata su Topolino. Sul settimanale, invece, negli ultimi due mesi, erano uscite Il filo di Paperarianna sul #3568 e Il volo di Archidedalo su questo numero #3573, che è al tempo stesso sequel e prequel della storia del labirinto.
Con la storia dedicata ad Archidedalo Luca Barbieri affiancato da Giampaolo Soldati affronta in termini disneyani il mito di Dedalo, utilizzando uno stile giornalistico, anche se all'epoca di cronisti in senso moderno del termine non ce n'erano. A parte Icaro, che diventa Newton e che, ovviamente, non muore, e il minotauro-automa, la storia è indubbiamente la più fedele al mito originario tra tutte. D'altra parte anche nel mito originario Dedalo è accreditato come uno dei più grandi geni dell'antichità, ideatore di alcune bambole meccaniche, ovviamente a noi non pervenute.
Gli enigmi della sfinge, invece, pubblicata su Papermitologia #2 con i disegni di Emilio Urbano, ripropone il mito dell'enigma della sfinge. Sì, era uno solo e venne risolto da Edipo, interpretato per l'occasione da Paperino. Ovviamente la sua storia viene modificata: il mito originale, infatti, era particolarmente scabroso, con il buon Edipo che, dopo essere stato allontanato dalla sua casa natia per impedire l'avverarsi della profezia (uccidere il padre), non solo una volta cresciuto finisce per avverarla, ma sposa persino la madre, ovviamente non sapendo nulla sull'identità di nessuno dei suoi genitori! Per cui è indubbiamente un elemento a favore di Barbieri l'essere riuscito a trovare una chiave interessante per riportare il mito in termini disneyani, ovvero una specie di quiz dell'antichità. E d'altra parte era proprio questo l'enigma della sfinge: un quiz che permetteva di accedere alla città di Tebe in caso di risposta corretta, pena il rischio di venire divorati dall'enigmatica sfinge!
Ci sarebbe anche altro da aggiungere, come per esempio alcune righe (non completamente lusinghiere) sulla cover story, ma mi sembra di essermi dilungato anche troppo, quindi la chiudo qui e vi do appuntamento al prossimo numero di Topolino (o al prossimo post!).

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