martedì 31 dicembre 2013

Letture (arretrate) batmaniane

Mentre stavo sistemando un po' di appunti sparsi, mi sono accorto di avere alcune recensioni batmaniane non utilizzate: l'idea originale era incorporarle in qualcosa di più organico, ma vista la latitanza di un articolo del genere, ecco che ve le presento in ordine sparso in questo post di fine anno:
Catwoman: Vacanze romane
Vacanze romane si pone tra Il lungo Halloween e Vittoria oscura e rappresenta, nel progetto su Batman portato avanti da Jeph Loeb e Tim Sale, un modo per raccontare le origini di Selina Kyle e di legarla in maniera ancora più stretta alla città di Gotham. Rappresenta, però, anche un'opportunità per andare nel paese d'origine di quella che è la mafia, uno dei prodotti di esportazione italiani di maggior successo. E in questo senso l'errore più grande di Loeb sta proprio qui, nella sua aderenza al mito originale, che anch'esso era da considerarsi errato. Le origini della famiglia Falcone, infatti, portano alla città di Roma, e non, per esempio in Sicilia, come dovrebbe essere. E in questo senso Vacanze romane rappresenta un'occasione persa per Loeb di correggere l'errore.
A parte questo, però, la caccia all'antico anello che dovrebbe costituire il simbolo del potere su tutte le famiglie di mafia, è tipicamente mafiosa, visto che un po' tutte le organizzazioni criminali italiane hanno un rapporto molto stretto con i simboli, utilizzati per mantenere il controllo sui sottoposti e sulla popolazione.
E' poi emblematica la frase di Selina mentre, a bordo dell'aereo, sta abbandonando l'Italia:
sempre che esista una cosa simile
pensa a proposito della mafia, nonostante l'intera vicenda (le) dimostri l'esatto contrario. E' emblematica, in effetti, del successo della mafia e poi della 'ndrangheta: l'essere ritenute delle entità leggendarie, quasi mitiche.
Ultime osservazioni sull'edizione italiana: la traduzione, confrontandola con il testo originale, non sempre è precisa, mentre in assenza di ulteriori informazioni si deve semplicemente presumere che alcune parti sono in italiano, che per inciso laddove sbagliato non viene nemmeno corretto.
Death by design
Uno dei più noti designer e architetti del mondo, Chip Kidd, scrive una storia dal gusto antico, verrebbe quasi da dire, affidata ai magici disegni di Dave Taylor, uno che nello stile si richiama a grandi fumettisti e illustratori come Michael Kaluta o Gary Gianni. Colorata in toni di grigio, l'intera vicenda, una sfida tra Batman e un nuovo anti-eroe arrivato in città, è una vicenda in cui realmente la distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male non sembra così netta, almeno fino alla conclusione.

lunedì 30 dicembre 2013

I paralipomeni di Alice: Alice underground

Alice sottoterra (Alice underground) è la prima versione di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Il manoscritto originale, illustrato dallo stesso Carroll, venne regalato alla piccola Alice Liddell per il Natale del 1864 e raccoglieva la storia che egli stesso aveva raccontato ad Alice e alle sorelle Lorina ed Edith in un pomeriggio d'estate, precisamente il 4 luglio del 1862. Questa prima versione del romanzo fantastico carrolliano è, in ultima analisi, una versione ristretta di Alice, dove vengono aggiunti vari personaggi ed episodi completamente assenti in Underground, come ad esempio la Duchessa o il gruppo costituito da Cappellaio Matto, Lepre Marzolina e Ghiro.
Più che concentrarsi, però, su ciò che manca, converrebbe concentrarsi su ciò che c'è: seguendo quanto suggerito da Adele Cammarata nell'introduzione che quest'ultima ha scritto per la sua traduzione fatta per conto di Stampa alternativa, assume una certa importanza l'albero dotato di porta che Alice attraverserà per entrare nel giardino della Regina di Cuori, soprattutto perché completamente assente nel Paese delle meraviglie.
Seguendo, infatti, la tradizione celtica, si scopre che la quercia è uno degli alberi sacri dei druidi, simboleggiando un collegamento tra cielo e terra(1). In questo modo la quercia, che in celtico era identificata con duir, rappresenta una vera e propria porta che mette in collegamento gli uomini con gli dei da un lato, e la nostra parte interiore dall'altro. Diventa, in ogni caso, etimologicamente evidente come una porta intagliata in un tronco d'albero è un simbolo squisitamente celtico, utilizzato, seguendo sempre l'interpretazione di Cammarata, come simbolo per identificare il passaggio di Alice verso una fase più stabile dopo i cambiamenti di dimensione subiti fino a quel momento.
Questi cambiamenti di dimensione, alludono sia al passaggio all'età adulta (Alice, infatti, cerca di darsi un tono da piccola donnina), dunque in perfetta connessione con la simbologia druidica di poc'anzi, sia con le più classiche trasformazioni omotetiche, ovvero delle trasformazioni che, pur non modificando le proporzioni di una forma geometrica, ne modificano le dimensioni. Tutti questi cambiamenti restano immutati nel passaggio alla seconda versione, incluso l'incontro con il Brucaliffo, che continua a chiedere alla nostra Alice la fatidica:
Chi sei tu?

domenica 29 dicembre 2013

Generazioni ribelli

Lady Susan Il ballo
Il rapporto genitori-figli è, anche nel caso più semplice, piuttosto complicato, e per molti motivi, soprattutto con i primogeniti o i figli unici: in fondo con loro si sperimenta cosa vuol dire essere genitori, mentre i figli muovono da... figli i primi passi nel mondo. Ci sono poi alcune situazioni particolari, quasi al limite, che gli scrittori utilizzano per raccontare la società, con i suoi difetti e le sue ipocrisie. Proprio sui figli si centrano tre libri interessanti, ambientati in tre epoche differenti ma vicine una all'altra.
Lady Susan, di Jane Austen, è ambientato nell'Inghilterra vittoriana, in un mondo fatto di pettegolezzi e ipocrisie, dove sovente si "parla alle spalle", mentre in faccia ci si nasconde dietro una falsa educazione. Personaggio emblematico di questa società è Lady Susan, la protagonista di questo divertente e ironico romanzo epistolare della geniale scrittrice britannica (se possibile innamorarsi al primo colpo di uno scrittore, questo a me è successo con la Austen, di cui spero di recuperare presto altri romanzi), che cerca in ogni modo di piegare la figlia al proprio volere, che sarebbe poi quello di darla in moglie a un ricco partito, in modo da tenerla lontana per poter lei avere la possibilità di continuare le sue tresche amorose con tranquillità e senza troppo badare alle malelingue.
L'aspetto divertente di questa guerra di nervi, con da una parte Susan e dall'altra la figlia, protetta dalla famiglia del padre, morto in guerra, è la visione doppia di molti degli eventi narrati, raccontati ora da un punto di vista, ora dall'altro, in un gioco complicato che coinvolge l'amore e per certi versi il possesso e il controllo sul destino degli altri.
E proprio sul controllo sul destino della propria figlia si gioca Il ballo della Nemirowsky, dove una coppia di ricchi borghesi organizza un ricco ballo per invitare i nobili della città e ottenere la loro accettazione. In un certo senso è una sorta di ballo delle debuttanti, solo che non per la giovane figlia, Antoinette, che sarebbe anche in età da debutto, ma per la coppia stessa. E proprio questo desiderio di accettazione, questa voglia di salire lungo la scala sociale, di aprirsi, per la madre, la strada verso giovani amanti con cui divertirsi e poi gettare senza alcuna concorrenza, che spinge la donna a tenere lontana la figlia dal ballo stesso. Ed ecco la reazione, la conclusione quasi ironica e molto vendicativa, con la giovane ragazza, timida, arrabbiata con la madre e con quel mondo che non riesce a raggiungere, che invece di spedire gli inviti, li distrugge e li getta, gettando al vento le ambizioni della madre in un gesto che quasi vorrebbe essere catartico per un'intera generazione.
Ma che forse non lo è poi così tanto...
In effetti i giovani succede che vengano sconfitti dai propri genitori, schiacciati soprattutto dalla loro inadeguatezza. E' il caso di Paul, un adolescente che all'improvviso si ritrova a vivere con un padre violento che sembra incolparlo della morte della madre, travolta da una lunga e dolorosa malattia. L'unica possibilità per il ragazzo è quella di fuggire, diventando uno dei tanti abitatori della strada. Inevitabilmente verrà ripreso dalla polizia, ma non tornerà col padre, finendo nelle così dette case famiglia. Grazie a Paul, quindi, Stephen Elliott può mostrarci uno dei molti aspetti della società americana, forse uno dei più dolorosi, visto che coinvolge le giovani generazioni. Con una narrazione cruda e realistica, la storia di Paul si dipana tra amici strani e storie da strada, tra fughe e tentativi di riscatto.
E' un romanzo sporco, Una vita senza conseguenze, che, come i precedenti, ha il pregio di sottolineare i difetti, o almeno alcuni dei difetti della società in questo caso moderna e, come gli altri romanzi, quello di raccontare in un modo diverso il sempre irrisolto conflitto generazionale.

sabato 28 dicembre 2013

Arthur e l'eclisse

Il 17 novembre del 1922 Albert Einstein, accompagnato dalla moglie, arrivò a Kobe (vedi il resoconto in pdf del soggiorno nipponico sull'AAPPS Bulletin). Qui venne circondato da giornalisti e appassionati: mentre i primi gli ponevano domande, i secondi erano a caccia di un autografo da uno dei più famosi fisici e scienziati del tempo. Einstein, secondo quanto scritto da Naoki Urasawa sulle pagine iniziali di Billy Bat #9, a una precisa domanda sul perché vinse il Nobel per l'effetto fotoelettrico e non per la teoria della relatività speciale e generale, rispose:
Perché quelle teorie sono impossibili da dimostrare.
In effetti c'è un errore cronologico dell'autore, generato probabilmente dall'esigenza di Urasawa di porre l'accento, in maniera elegante, sulla novità rappresentata dalle teorie di Einstein: il punto, infatti, è che appena tre anni prima, il 6 novembre del 1919, durante una riunione di Royal Society e Royal Astronomical Society, Arthur Eddington presentò i risultati delle osservazioni celesti effettuate a metà primavera di quello stesso anno. L'interesse e l'importanza della scoperta fu tale che, il giorno dopo, il Times titolò:
Revolution in Science: New Theory of the Universe: Newton's Ideas Overthrown, di Joseph John Thomson:
Le nostre concezioni riguardo la struttura dell'universo devono essere modificate in maniera fondamentale
Per cui, quando Einstein andò in Giappone, le prove della correttezza della sua teoria erano già in giro da un po' di tempo.

venerdì 27 dicembre 2013

Il cervello dei lettori

In sintesi, abbiamo dimostrato che attraverso la matrice di probabilità delle diverse esperienze incontrate dai nostri partecipanti, c'è stata un'alterazione comune rilevabile e significativa della loro RSN (resting-state network) associata con la lettura di sezioni di un romanzo durante la sera precedente. (...) Rimane una questione aperta per ulteriori studi su come questi effetti siano duraturi, ma i nostri risultati suggeriscono un potenziale meccanismo attraverso il quale la lettura di una storia rafforzi non solo le regioni di elaborazione del linguaggio, ma influenzi anche l'individuo attraverso la semantica nelle regioni sensomotorie.
(da Short- and Long-Term Effects of a Novel on Connectivity in the Brain di Gregory S. Berns, Kristina Blaine, Michael J. Prietula, Brandon E. Pye via futurity.org)

martedì 24 dicembre 2013

Santa Claus and the physics

  • Help solve Santa's logistics troubles with a little maths
    The Route Santa application, from Napier University, is one. The app shows an example of an algorithm solving the Travelling Santa Problem. Those hoping to receive gifts on the 25 December can contribute to the efficient running of Santa's rounds by uploading their address into an interactive map. The Route Santa software will then add that address to its list and work out the best route for Rudolph. The more hopeful recipients that sign up, the more efficient Santa's journey will be.
  • The Physics of Santa Claus
    In conclusion -- If Santa ever DID deliver presents on Christmas Eve, he's dead now.
  • Santa at Nearly the Speed of Light
    About this time of year, inquisitive children of a certain age begin to question whether Santa is real. After all, Santa has a major delivery problem. There are some 2 billion children in the world expecting Christmas presents. Assuming an average of 2.5 children per household, then, Santa has to visit about 800 million homes scattered about the globe.
  • How many homes Santa visits per one second

sabato 21 dicembre 2013

Ritratti: Jerry Siegel

Su LSB è iniziato da un po' uno speciale dedicato ai 75 anni di Superman. Per l'occasione ho aggiornato un articolo scritto alcuni anni fa e dedicato all'attività disneyana di Jerry Siegel, co-creatore di Superman. Mentre l'articolo aggiornato potete leggerlo su LSB, qui vi propongo la versione originale, con aggiornati solo i titoli e la sezione dedicata a Superman. Buona lettura:
Jerry Siegel
Prima ancora di conoscere Isaac Asimov come autore di fantascienza, conobbi lo scrittore statunitense come scienziato e divulgatore: i suoi saggi, chiari e semplici, sono stati, dopo alcuni racconti sui Vedovi Neri, la mia prima vera lettura asimoviana. Potrà, magari, sembrare strano ai più, ma una cosa del genere è accaduta anche con Jerry Siegel.
Del co-creatore di Superman le prime storie che lessi furono le ristampe delle sue avventure disneyane realizzate per Topolino: belle, divertenti, malinconiche, inquietanti, erano spesso le mie preferite nel numero di Paperino o dei Grandi Classici che mi trovavo a comprare più o meno ogni mese. Fu poi una sorpresa scoprire che un autore disneyano aveva ideato il supereroe per eccellenza, quel Superman campione della giustizia e della verita'. E se Superman oggi continua a piacermi non è solo per le belle storie, ma anche perché uno dei suoi padri è un Disney... italiano!
La creazione di Superman
Jerry Siegel nasce a Cleveland il 17 ottobre del 1914, anno tristemente memorabile per lo scoppio della 1.a Guerra Mondiale. Da sempre appassionato di fantascienza, trova in Joe Shuster, giovane disegnatore canadese conosciuto nel 1930 alla Glenville High School, un ottimo amico ed un fedele collaboratore. Siegel aveva l’anno prima iniziato a pubblicare i suoi racconti di fantascienza in una fanzine tutta sua, Cosmic Stories, una delle prime della storia.
Con Shuster inizia sin da subito una collaborazione: sarà infatti il canadese a illustrare la nuova fanzine, Science Fiction, che inizieranno a realizzare a partire dall'ottobre del 1932. E' sulle pagine di quest'ultima che verrà pubblicato, nel terzo numero del gennaio 1933, The Reign of Super-Man(1), un racconto di fantascienza su uno scienziato che acquisisce dei poteri mentali illimitati che utilizza per cercare di ottenere il controllo del pianeta(2).
Da appassionato di fantascienza, ero a conoscenza dei vari temi del genere. Il tema del superuomo era stato uno di questi a partire da Sansone ed Ercole; così mi sedetti e scrissi una storia di quel tipo, solo che in questa storia, il Superman era un cattivo.
(Jerry Siegel)
A partire da questo spunto, decisamente malvagio, Siegel e Shuster svilupperanno il personaggio di Superman, che ben presto si trasforma in eroe pronto a combattere per la giustizia:
Un paio di mesi dopo la pubblicazione di questa storia, mi venne in mente che un Superman eroe piuttosto che malvagio poteva diventare un personaggio di una grande 'comic strip' sulla scia di Tarzan, solo più super e sensazionale di quel grande personaggio.
(Jerry Siegel)
I due, quindi, si misero al lavoro: erano gli inizi del 1933 e questo secondo Superman, pur se eroico, non indossava ancora un costume:
Indossava semplicemente una T-shirt e dei pantaloni; era più simile a Slam Bradley che a qualunque altra cosa: giusto un uomo d'azione. Ma lo chiamammo The Superman. Era la seconda volta che utilizzavamo il nome, ma la prima per un personaggio del bene.
(Jerry Siegel)
Dopo una successiva rielaborazione di questa materia di base, i due autori iniziano finalmente a proporre le loro strisce(3) (parte delle quali verranno pubblicate sui quotidiani dopo il successo del personaggio sui comic book) a vari editori, fino a che nel 1938 non è la allora National, oggi DC Comics, a dare fiducia al personaggio, che sarà l'apripista di un nuovo antologico: Action Comics #1 del giugno 1938.
Le avventure di questo primo Superman, lette oggi, appaiono ingenue e sintetiche: in poche vignette gli autori concentravano molti avvenimenti, e per necessità propendevano per una visione chiara e semplice del mondo. Da un lato i buoni, rappresentati dagli eroi statunitensi, dall'altra i cattivi, nelle prime storie soprattutto nazisti, ma anche criminali letali, scienziati pazzi ed altri nemici più o meno assurdi (almeno agli occhi del lettore moderno). In tutto questo Superman si dimostrava l’eroe senza macchia e senza paura dei poemi cavallereschi, sempre pronto a riparare le ingiustizie, ad aiutare il governo e salvare la classica donzella in pericolo, generalmente la giornalista ficcanaso Lois Lane. E' interessante notare come, nonostante il periodo, Siegel caratterizzò Lois, che può essere vista come una evoluzione dei personaggi femminili che costellavano i fumetti non-Superman della coppia(4), con un carattere forte e deciso che nella sua mente mise sin da subito in competizione Superman, l'inarrivabile eroe senza macchia e senza paura, con Clark Kent, collega di Lois senza troppe attrattive.
D'altra parte la caratterizzazione di Superman come eroe infallibile (o quasi) sembrerebbe una diretta conseguenza di quanto accaduto alla famiglia Siegel nella notte del 2 giugno del 1932(5): a causa di una rapina al suo negozio il padre Mitchell muore per un attacco di cuore. Sia per Brad Meltzer, sia per Gerard Jones, con quest'ultimo ad aver scoperto e rivelato sul libro Men of Tomorrow nel 2004 il lutto nella famiglia Siegel, questo evento traumatico, che fa dello scrittore un testimone diretto dei problemi criminali dell'epoca, ha in qualche modo influenzato la caratterizzazione finale del personaggio, quasi un modo personale per esorcizzare il lutto familiare avvicinandosi agli ideali di giustizia che Superman ha rappresentato in questi 75 anni di pubblicazioni.

mercoledì 18 dicembre 2013

Gli studenti di storia

Nel lontano aprile 2013, parlai di questo libro di Alan Bennett qui, e adesso lo ripropongo anche nello spazio di mio fratello.
Lo faccio ora per un solo motivo: ieri finalmente abbiamo visto lo spettacolo a teatro. Che dire, stupendo! Attori molto giovani e bravissimi, scenografia perfetta e recitazione sublime, sono riusciti a trasmettere tutto ciò che c'è nel libro.
Ritornando al libro, Alan Bennett non delude mai, anche se è scritto come pièce teatrale e non come il solito racconto. Un intreccio di storie, amori, vita tra i banchi di scuola. Otto studenti di storia, che vogliono diplomarsi e andare nei college più rinomati, otto ragazzi con le loro idee, le loro vite e i loro pensieri. Otto vite che si incontrano e si scontrano, si intrecciano tra di loro e con le vite dei professori, che sono anche un po' maestri di vita.
Bella e interessante anche l'introduzione scritta da Bennett, in cui racconta come è nato questo libro e racconta anche un po' della sua vita, scolastica e non solo.

Libro da leggere e spettacolo da vedere!


martedì 17 dicembre 2013

A ognuno il suo...?

Yodlééééééiiiiiiiiiiiiiiiii
Romano
: Picchiateci in testa, ma lasciate a noi il compito di gridare!

(da Asterix e gli Elvezi, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix e Obelix alla conquista del mondo, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)

lunedì 16 dicembre 2013

Sir James Jeans sull'etere

Sir James Hopwood Jeans (vedi anche la Britannica), fisico, astronomo e matematico, in Electricity and Magnetism ha espresso alcune posizioni riguardo l'etere abbastanza chiare e semplici (citazioni originali via sunclipse.org, su segnalazione, tempo addietro, via twitter, del prode Juhan):
Se, allora, continuiamo a credere nell'esistenza di un etere, siamo costretti a credere che non solo tutti i fenomeni elettromagnetici cospirano per nasconderci la velocità del nostro moto attraverso l'etere, ma anche che i fenomeni gravitazionali, che per quanto è noto non hanno nulla a che fare con l'etere, sono parte della stessa cospirazione. Il punto di vista più semplice sembra essere che non c'è alcun etere. Se accettiamo questa visione, non c'è alcuna cospirazione di occultamento, per la semplice ragione che non c'è più nulla da nascondere.
Si può, però, esaminare il problema dell'etere da un punto di vista possibilista, per certi versi più scientifico di chi, quell'etere, lo propose:
Se ancora desideriamo mantenere l'ipotesi di un etere attraverso cui luce e fenomeni elettromagnetici sono propagati, dobbiamo sistemare le proprietà di questo etere in accordo con gli esperimenti. Ora, abbiamo visto che, per quanto un osservatore e una sorgente di luce si muovano, la superficie formata dalla luce emessa in ogni istante sarà una sfera con l'osservatore al suo centro. Se l'osservata velocità costante della luce è semplicemente la velocità costante di propagazione attraverso un mezzo etereo, seguirebbe che ogni osservatore deve trasportare un etere completo intorno a lui. Ciò toglie all'etere la maggior parte della sua realtà. Non possiamo del tutto affermare che l'etere è ridotto a una immaginazione soggettiva, come una semplice analogia mostrerà. Un certo numero di viaggiatori dovrebbero descrivere in linguaggio comune ciò che vedono osservando un arcobaleno. L'angolo dell'arcobaleno dovrebbe essere lo stesso per ogni viaggiatore, e nessun percorso attraverso l'arcobaleno causerebbe sottenderlo a un angolo maggiore. Se i viaggiatori confrontano le osservazioni, dovrebbero concludere che ogni viaggiatore trasportava il proprio arcobaleno con sé. Ciò non proverebbe, comunque, che l'arcobaleno sia semplicemente un'illusione soggettiva; quando l'arcobaleno scompare per un viaggiatore, scomparirebbe per tutti. Considerazioni come quella che abbiamo menzionato non dimostrano con rigore che la luce non può propagarsi attraverso un etere, ciò che provano è che se un etere esiste, deve essere qualcosa di molto differente dall'etere assolutamente oggettivo immaginato da Maxwell e Faraday.
Direi che la seconda citazione è decisamente ispirativa, al di là del discorso sull'etere, perché è un modo differente di raccontare l'atteggiamento della scienza sul mondo e su quello che ci racconta.

venerdì 13 dicembre 2013

Amico atomo

Heinz Haber è stato un fisico nucleare tedesco che, come il più famoso Werner von Braun, è emigrato negli Stati Uniti e qui ha iniziato a fare il consulente scientifico, in particolare per Walt Disney. Mentre von Braun coltivava e alimentava il sogno dell'esplorazione spaziale (è difficile immaginare la conquista della Luna da parte degli Stati Uniti senza il suo apporto), Haber si occupò in particolare dell'energia atomica. Il suo libro più noto, infatti, è Our friend the atom, volume illustrato edito dalla Disney e diventato anche un documentario scientifico animato. Giunto in Italia nel 1960, tre anni più tardi dall'uscita originale, con il titolo di La storia del nostro amico atomo per la Mondadori, l'allora licenziatario disneyano, racconta delle immense possibilità che l'energia atomica apriva al futuro dell'umanità.

giovedì 12 dicembre 2013

Prova a sentire l'ellisse

Josef Albers è stato un artista tedesco che, nel 1933, a causa del nazismo, emigrò negli Stati Uniti, dove prese la nazionalità. Circa un paio di mesi fa, a Brera, è stata proposta una piccola mostra con i suoi disegni, molti dei quali di ispirazione esplicitamente geometrica, tanto che la mostra si intitolava Prova a sentire l'ellisse. Un'ampia sezione della mostra è stata dedicata ai suoi omaggi al quadrato, delle rappresentazioni del quadrato in cui a variare erano colore e sfumature:
La galleria degli scatti che ho fatto in quell'occasione può essere vista completamente su flickr.
Leggi anche: History of Curved Origami Sculpture.

P.S.: ci tengo a sottolineare che, nonostante questo genere di arte presenti un certo interesse per il suo contenuto matematico, resta per me incomprensibile il suo alto apprezzamento economico, soprattutto rapportato con il lavoro degli insegnanti di matematica, che questa arte la fanno più o meno ogni giorno. Tolto questo sassolino (non nei confronti degli artisti, ma di quelli che li prezzano), direi... al prossimo incontro tra arte e matematica!

mercoledì 11 dicembre 2013

Viaggio al centro della Galassia

Il centro della nostra galassia, posto a circa 27000 anni luce dalla Terra nella direzione della costellazione del Sagittario, è occupato da un buco nero supermassiccio. Questo buco nero contiene oltre 4 milioni di volte la massa del nostro Sole in un'area più piccola di metà di quella coperta dall'orbita di Mercurio. La materia che cade all'interno del buco nero arriva a temperature di milioni di gradi, il che rende l'area brillante per le onde radio e gli infrarossi. Questa sorgente radio è detta Sagittarius A*; il buco nero non può essere visto direttamente.
Nei passati 16 anni, gli astronomi hanno tracciato l'orbita completa di una stella, S2, intorno al buco nero. Al suo punto più vicino, S2 arriva fino a 17 ore-luce dal buco nero. Dallo studio dei moti kepleriani di S2 e di un'altra stella vicina al centro galattico, gli astronomi hanno determinato che queste stelle devono essere sotto l'influenza di un oggetto compatto enormemente massivo. Il solo oggetto celeste che potrebbe possedere queste richieste è un buco nero. Un enorme buco nero.
Il video che avete visto (o state vedendo), inizia con un'immagine che mostra una porzione grande circa 3 anni luce del centro della nostra galassia. Si prosegue quindi con uno zoom verso il centro e quindi con le orbite di varie stelle che ruotano intorno al buco nero.
Traduzione e adattamento del testo di accompagnamento al video.
Credit: Eso

domenica 8 dicembre 2013

Il muro dei serpenti

Una delle particolarità di questo romanzo (scovato su una bancarella al mercato) e della serie cui fa parte è che i protagonisti riescono a viaggiare tra i mondi fantastici delle varie leggende nordiche (uno dei protagonisti viene dal mondo di Faerie, mentre il viaggio raccontato da de Camp e Pratt va dal Kalevala finlandese alle leggende eroiche irlandesi) utilizzando delle formule di logica simbolica opportunamente adattate e recitate per raggiungere il mondo scelto.
Questo, quindi, colloca la magia come una delle tante forze dell'universo controllabile attraverso una delle branche della matematica. La sottigliezza interessante è poi che per ogni mondo le formule sono leggermente differenti non solo a causa delle lingue differenti, ma anche per differenze culturali e, probabilmente, anche per differenti geografie, seguendo una interpretazione presente nella geomantia di Moore.
La serie completa, comunque, non credo sia stata pubblicata interamente in Italia, almeno non in volume unico: sicuramente c'è stata una raccolta, Il castello d'acciaio (altra recensione), edito dalla Nord, ma sembra che l'ultima edizione, The Mathematics of Magic: The Enchanter Stories of L. Sprague de Camp and Fletcher Pratt, non abbia ricevuto una corrispondente edizione italiana. De Camp, comunque, uno dei primi a realizzare, tra l'altro, una cronologia delle storie howardiane di Conan, si è anche occupato di vari argomenti non fiction, proponendo libri e articoli, occupandosi, tra le altre cose, di geomitologia e mitologia più in generale.

venerdì 6 dicembre 2013

Il paradosso quantistico di Zenone

E' semplice mostrare utilizzando la teoria standard che se un sistema parte in un autostato di una qualche osservabile, e le misure sono fatte tali da osservare N volte in un secondo, allora, anche se lo stato non è stazionario, la probabilità che il sistema sarà nello stesso stato dopo, diciamo, un secondo, tende a uno al tendere di N all'infinito; cioé, che l'osservazione continua impedirà il moto ...
(Alan Turing citato da Andrew Hodges in Alan Turing: Life and Legacy of a Great Thinker)
o in termini più semplici
Gli assiomi standard della meccanica quantistica implicano che nel limite di osservazioni continue un sistema quantistico non può evolvere.
(sempre Andrew Hodges in Alan Turing: the logical and physical basis of computing - pdf)
Inizialmente noto come paradosso di Turing, in onore del matematico che lo formulò negli anni Cinquanta del XX secolo, venne successivamente identificato come effetto quantistico di Zenone, risultando nei fatti una versione avanzata del famoso paradosso di Zenone della freccia, il cui risultato ultimo era la negazione del moto. Una prima formulazione e derivazione dell'effetto la si trova in Does the lifetime of an unstable system depend on the measuring apparatus?, mentre i primi a identificarlo come paradosso quantistico di Zenone furono George Sudarshan e Baidyanath Misra, che stabilirono che una particella instabile non decadrà mentre è tenuta sotto continua osservazione(1) per capire se decadrà o meno. Gli stessi autori, però, cercano di salvare capra e cavoli (ovvero la giustezza matematica del teorema con il senso comune quantistico):
Esiste un principio fondamentale nella teoria quantistica che nega la possibilità dell'osservazione continua.(1)
D'altra parte gli italiani Ghirardi, Omero e Rimini, insieme con Weber mostrano che:
(...) ove si tenga conto in modo appropriato delle relazioni di indeterminazione, l'argomento che porta al paradosso [quantistico di Zenone] non è più valido.(2)
Il punto cruciale nella dimostrazione di Ghirardi e soci è il principio di indeterminazione di Heisenberg riformulato per tempo ed energia(3):

giovedì 5 dicembre 2013

Mollo tutto! E faccio quello che mi pare

Non avrei mai pensato di poter scrivere su un libro del genere. La mia ingenuità mi fece prendere questo libro (era 'impacchettato' quindi non ho potuto sbirciare all'interno delle pagine per vedere com'era) perché pensai fosse un romanzo. Invece no! Non è un romanzo ma un libro con suggerimenti, 'linee guida' per chi vorrebbe cambiare lavoro o almeno divertirsi lavorando.
Detta così sembra davvero una stupidaggine (e devo ammettere che una piccolissima parte di me lo pensa ancora), però non posso certo dire che tutto il libro lo sia. La maggior parte dei suggerimenti che dà penso siano corretti, e a mio parere se seguiti con convinzione e fermezza possono davvero portare ad ottimi risultati.
Non è un libro indispensabile, ma se vi capita tra le mani, in biblioteca, o se qualche conoscente riesce a prestarvelo, o se, come me, lo trovate in qualche banchetto a poco prezzo, leggetelo e prendete spunto! Anzi, leggetelo e seguitelo! E chissà, tra un po' di tempo riuscirete a raggiungere il vostro desiderio!

PS: dopo la lettura del libro la mia definizione è "scanner"


giovedì 28 novembre 2013

Fisica a colori

Indicato da Maria Popova come uno dei migliori 11 libri divulgativi scientifici del 2012, il Feynman di Jim Ottaviani e Leland Myrick è uno splendido esempio di come si possa rendere interessante la scienza. Anche con i fumetti.
Finalmente è uscita la recensione del Feynman di Ottaviani e Myrick (che come saprete sono al lavoro su Hawking): un articolo a quattro mani, scritto con Maria-Angela Silleni uscito dopo un anno e più dalla sua uscita esclusivamente per colpa mia: per molti motivi non sono riuscito a concludere in tempi brevi la mia parte del lavoro. Innanzitutto c'era da trovare la chiave migliore per inserirsi all'interno delle considerazioni che Maria-Angela mi aveva inviato, cercando magari di approfondire anche qualcosa dal punto di vista fisico. Nel complesso direi che il risultato non è male (considerate che prima della pubblicazione, ciascun articolo, dopo opportuna discussione, viene comunque riletto da un revisore, che propone comunque ulteriori spunti e suggerimenti) e, da quella recensione, estrarrei questo passaggio, che è quello con il contenuto scientifico più alto:
La QED è stata sicuramente il suo più importante e famoso contributo alla fisica e alla scienza: a esso Feynman ha dedicato, soprattutto a partire dal 1978, buona parte della sua attività didattica e divulgativa. Molti dei passaggi del libro di Ottaviani e Leyland dedicati a questa strana teoria della luce e della materia sono tratti dal libro QED, che raccoglie un ciclo di conferenze sulla materia, così come altri sono invece tratti dai Sei pezzi facili e dai Sei pezzi meno facili: ci stiamo riferendo al capitolo QED in NZ o a QED in CA, dedicati alle lezioni tenute dal fisico in Nuova Zelanda e California. In questi passaggi, inevitabilmente, l’uso delle didascalie si fa predominante, e la lettura reclama un supplemento di concentrazione, per quanto supportata dall'apparato grafico, per larga parte ripreso da quello ideato dallo stesso Feynman.
La sua collaborazione con il Progetto Manhattan, poi, è fedelmente riportata da Los Alamos dal basso, testo di una conferenza in cui il fisico ricorda quel periodo contenuto all'interno della raccolta di saggi Il piacere di scoprire, che ha il pregio di mostrare fedelmente la passione di Feynman per il gioco, la leggerezza e la scienza. E c'è, poi, il suo rivoluzionario discorso sulla miniaturizzazione, che si può leggere sempre su Il piacere di scoprire, fondamentale perché ha di fatto dato inizio alla ricerca nanotecnologica, grazie alla sfida che quel discorso aveva lanciato:
Darò mille dollari al primo che riuscirà a scrivere il contenuto della pagina di un libro in un'area venticinquemila volte più piccola (in scala lineare) in modo che sia leggibile con un microscopio elettronico.
E ne darò altri mille a chi inventerà un motore elettrico funzionante, un motore elettrico rotante che si possa manovrare dall'esterno e che non sia più grande di un cubo di 0,4 millimetri di lato, cavi esclusi.
(Richard Feynman, da C’è molto spazio là in fondo, trad. Grazia Gilberti)

La parte finale dell'articolo, con una serie di suggerimenti per l'approfondimento, diventa poi una sorta di Carnevale della Fisica non richiesto o non ufficiale, se preferite.

11 Maggio 1918: buon compleanno Dick! dei Rudi Mathematici
L'arte di Ofey di Lucia Marino
Feynman, o dell'imparare a insegnare di Amedeo Balbi
La natura non si imbroglia e Feynman e il bombardiere di Peppe Liberti

Per cui direi: leggetevelo tutto!

mercoledì 27 novembre 2013

Un romanzetto lumpen

Si stava una sera tornando dalla pizza in compagnia di un paio di amiche (che non frequentiamo più molto spesso ultimamente) e una di queste, la più giovane, commentando le voci sull'omosessualità di Tiziano Ferro (al tempo non aveva ancora fatto outing, il ragazzo) disse qualcosa del genere come indizio che doveva necessariamente confermarle, le voci:
Capisce troppo bene quello che sentono le ragazze per non essere omosessuale
Non so se Roberto Bolano sia stato omosessuale, nella sua vita, ma certo non è da tutti riuscire a scrivere un romanzo con una protagonista femminile e per giunta in prima persona. E' praticamente l'ultimo romanzo di Bolano uscito prima della sua morte: ambientato a Roma, è la storia di una ragazza e di suo fratello, rimasti orfani dopo la morte dei genitori a causa di un incidente automobilistico. I due cercano di tirare avanti, come si suol dire, ed è proprio quel senso di pesantezza e di vuoto che sta dietro l'espressione ad essere il vero protagonista del romanzo, molto più dei protagonisti stessi, cinque personaggi che intrecciano i loro destini.
Oltre ai due orfani, infatti, ci sono due strani soggetti, due culturisti, un bolognese e un libico, a quanto dicono, fratelli di sangue, a quanto dicono, che saranno i primi amanti della narratrice, e poi c'è Maciste, culturista e attore noto con il nome d'arte di Franco Bruno, in realtà tale Giovanni Dellacroce, ormai vecchio, stanco e cieco alla ricerca di giovani che possano soddisfare le sue naturali necessità.
E Bianca, la protagonista, entra nella sua casa proprio per questo, anche se il suo vero intento è trovare la sua cassaforte per poi rapinarlo di tutti i suoi averi: è questo il crimine di cui parla all'inizio, quello che la fa sentire una criminale. E man mano che si procede nella lettura si percepisce l'assurdità del pensiero, soprattutto quando alla fine ci si rende conto che il crimine non è nemmeno avvenuto, e se c'è stato è forse molto più sottile, è più una perdita o una trasformazione, perché Bianca dall'essere una ragazza che al futuro nemmeno ci pensa, che non riesce nemmeno a immaginarlo, arriva, quel futuro, a immaginarlo, pensando a Maciste e a una vita normale insieme a lui.
Il romanzetto è breve e si legge velocemente, e come tutto quello che scrive Bolano si lascia leggere facilmente (lo scrittore cileno sarebbe stato in grado di trasformare in lettura appassionante anche la lista della spesa), intriso di una vena malinconica molto alla Jean Claude Izzo, molto alla Vivere stanca.

martedì 26 novembre 2013

Auguri Mr. Schulz

E grazie per averci lasciato le tue bellissime strisce dei peanuts, che fanno divertire e riflettere oggi come ieri, e continuerà ad essere così anche domani!


lunedì 25 novembre 2013

Mama Tandoori

Se pensate che la vostra famiglia è strana, soprattutto vostra madre, leggete questo libro e sono sicura che vi ricrederete! A meno che non troverete troppe somiglianze tra voi e loro. In questo caso avrete tutta la mia solidarietà!
In questo libro lo scrittore racconta di sè e della sua famiglia, delle dinamiche quotidiane, e dell'uso eccentrico del mattarello! Un romanzo pieno di valige, viaggi, sconti/ promozioni e tante risate!


venerdì 22 novembre 2013

Estratti da un viaggio cosmico

Mentre sono in procinto di partire, ecco che vi propongo degli estratti dal resoconto dell'ultima giornata di Lucca Comics & Science dedicata nel pomeriggio all'incontro con Amedeo e Rossano Piccioni, gli autori di Cosmicomic. Il resoconto è sottomesso per l'approvazione alla pubblicazione su LSB e così, nel frattempo, ho pensato bene di proporvi, in anteprima, un pezzo dell'inizio e della fine:
L'ultimo giorno di Comics&Science 2013 non è stato dedicato solo a Leo Ortolani e alla sua interrogazione degli scienziati, ma anche a un progetto particolare, soprattutto se rapportato con l'editore che lo ha proposto, la casa editrice torinese di libri scientifici Codice. Il libro in questione è Cosmicomic, un romanzo a fumetti di Amedeo Balbi, che ho rivisto con piacere dopo 4 anni, e Rossano Piccioni, dedicato, come recita il sottotitolo, agli uomini che scoprirono il Big Bang.
(...)
C'è stato anche spazio per domande dal pubblico, e qui mi sono inserito prima chiedendo a Rossano quali spunti ha utilizzato per la rappresentazione della relatività spiegata da Einstein al giornalista che era andato a intervistarlo.
Ho seguito le indicazioni dello sceneggiatore, perché questa mi sembra una forma di rispetto nei confronti del suo lavoro a differenza di altri che stravolgono le sceneggiature.
In effetti fa notare Amedeo quelle doppie splash page sono state particolarmente elaborate in particolare la seconda che doveva rendere il famoso esperimento mentale dell'ascensore in caduta libera (in questo caso di una stanza). In particolare, Rossano ha trovato divertente disegnare la prima delle due, quella con gli oggetti in volo.
Alla fine del'incontro alla Ubik provo a fare il bravo intervistatore e così faccio un paio di domande ad Amedeo, con il quale avevamo scambiato qualche parola poco prima dell'incontro con Leo Ortolani. Una delle prime curiosità riguarda il titolo, Cosmicomic: in effetti l'idea era quella di proporre qualcosa tipo il già citato Logicomix (si era pensato, infatti, anche a Cosmicomix) e solo incidentalmente c'è anche il leggerissimo riferimento alle Cosmicomiche di Calvino, citate da Plazzi, tra l'altro, nel corso degli incontri.
Tra l'altro, a domanda diretta, Amedeo conferma che il libro è stato proposto da lui all'editore ((devo ammettere che in quel momento la mia stima per Amedeo è cresciuta a un livello inimmaginabile: certo c'è da considerare che aveva già scritto per Codice e quindi c'era una certa fiducia reciproca, ma non è da tutti riuscire a convincere un editore di saggi a buttarsi, anche se in maniera estemporanea, sui fumetti)) che, per nostra fortuna, l'ha accettato.
La questione forse più interessante, anche per i lettori di LSB, è capire quali sono state le difficoltà tecniche che un esordiente ha dovuto affrontare:
Prima di tutto le difficoltà intrinseche nel "rendere la materia", e poi "la resa di alcune scene in particolare dove ci sono due o tre personaggi che semplicemente parlano". In questo caso "il problema è far fare qualcosa ai personaggi, senza renderli eccessivamente statici" un po' come a teatro dove si cercano delle azioni da compiere sul palco. In casi come questo "è stato bravo Rossano" (che è stato selezionato da una rosa di vari disegnatori) a sistemare gli oggetti nello spazio, ad esempio, nella spiegazione della curvatura.
Una delle scene migliori, e in questo Piccioni e Balbi sembrano concordare, è, poi, quando Humasson interagisce con un personaggio completamente inventato, che permetteva di "rappresentare il personaggio reale per quello che era: "alla mano"."

martedì 19 novembre 2013

Rappresentazione hamiltoniana

In fisica, per hamiltoniana si intende una particolare funzione (un operatore, tecnicamente) che rappresenta l'energia di un sistema. Può essere rappresentata anche graficamente: ad esempio qui sotto i punti di intersezione delle linee scure, le curve di fase, rappresentano i punti critici del sistema, ovvero quei punti dove l'equilibrio è instabile:
Immagine tratta da Metodi matematici della meccanica classica di Vladimir Igorevic Arnold, Editori Riuniti, ottobre 1979.

lunedì 18 novembre 2013

Il triangolo impossibile

Il triangolo di Penrose è stato diffuso per la prima volta nel 1958 dallo psicologo Lionel Penrose e dal figlio Roger, matematico, in un articolo che, almeno per quel che riguarda il materiale iconografico, è entrato nell'immaginario collettivo. In effetti il triangolo venne scoperto nel 1934 dall'artista svedese Oscar Reutersvärd. C'è da dire che, nonostante l'articolo abbia raggiunto comunque una certa fama, sia al momento impossibile leggerlo, a meno di non dargli una sbirciatina di traverso.

domenica 17 novembre 2013

Stephen Hawking a fumetti

A fine maggio 2010 al Teatro Franco Parenti di Milano è stata messa in scena, gratuitamente, una lettura recitata di Dio e Stephen Hawking, scritto nel 2000 da Robin Hawdon, un testo che utilizzando a pretesto la vita di Stephen Hawking, propone il tema di Dio e della creazione nel XX secolo e la sfida tra questi e in particolare tra la religione e la scienza (come scrivevo nella recensione di due anni fa). Gli elementi biografici, però, avevano comunque un certo peso e alla fine usciva fuori la figura di un uomo che troppo spesso metteva la passione per la fisica davanti agli affetti, o addirittura davanti a se stesso. Infatti sono proprio la fisica e la matematica, e il suo lavoro con Roger Penrose a spingerlo ad andare avanti nonostante la malattia degenerativa dei motoneuroni diagnosticatagli nel 1963. I successi di Hawking da allora vanno avanti di pari passo con l'aumentare delle difficoltà generate dall'avanzare della malattia e dalle difficoltà nella vita privata: a leggere teatralmente la vita del fisico, come avvenuto nel 2010, si ha la sensazione di essere di fronte a una cometa che ha cercato di bruciare le tappe, di costruire qualcosa il più velocemente possibile, prima che la malattia chiedesse il suo tributo in maniera irreversibile. In questo senso, al di là di qualunque considerazione morale sulla sua figura, Hawking è un personaggio interessantissimo, il cui carattere particolare e forse anche spigoloso non può non emergere quando si considera quanto dice Jim Ottaviani:
Il 4 luglio 2012 fu un buon giorno per la fisica e per Gordy Kane, Leland e me. Non fu solo quando il bosone di Higgs venne rivelato al mondo, ma Gordy, un importante fisico e autore di The particle garden, vinse una vecchia scommessa di 100 dollari con il suo amico Stephen Hawking sul fatto che ci fosse un Higgs. E in una email inviataci per informarci riguardo queste cose, Gordy e sua moglie Lois aggiunsero anche un "Oh, a proposito..." Essi ci dissero che Stephen aveva letto e amato il nostro libro Feynman (!) e ci invitava a Cambridge per parlare riguardo un libro su di lui. Non siamo saliti su un aeroplano quello stesso pomeriggio, ma abbiamo iniziato a programmare il nostro viaggio, e questo libro. Come ho detto, un buon giorno.
Già: è stato lo stesso Hawking a chiedere a due dei più famosi cartoonist scientifici di realizzare il romanzo a fumetti sulla sua vita che la First Second Books (l'editore che ha portato Gipi negli Stati Uniti) pubblicherà nel 2016.
Per qualcuno questo può essere un atto di arroganza, ma è anche un atto di consapevolezza incredibile, sapendo perfettamente il peso mediatico della sua figura, e d'altra parte anche di grande modestia, perché questo vuol dire mettere in scena una vita complessa, ricca di soddisfazioni ma anche di cose di cui non andare proprio fieri, come la conclusione non proprio tranquilla del suo rapporto con la moglie Jane Wilde, che è coprotagonista dell'anteprima che segue.
Mentre la recensione di Feynman, scritta con Maria Angela Silleni è in attesa di pubblicazione (al momento è caricata con testo e immagini e attende l'approvazione di un qualche responsabile), gustiamoci questa anteprima diffusa da boing boing (via Hollywood Reporter):

sabato 16 novembre 2013

Il teorema del ritorno di Poincaré

Prima di tutto il teorema di Liouville:
Il flusso nello spazio delle fasi, corrispondente alle equazioni di Hamilton, conserva il volume in questo spazio.(3)
Conseguenza è che un sistema hamiltoniano stabile non può essere asintoticamente stabile(3)
Il teorema del ritorno di Poincaré (anche detto della ricorrenza) quindi stabilisce che:
Sia $g$ una trasformazione continua, biunivoca, che conservi il volume, che porti una regione limitata $D$ dello spazio euclideo in sé: $gD = D$.
Allora in ogni intorno $U$ di un punto qualsiasi della regione $D$ esiste un punto $x \in U$ che ritorna in $U$, cioè $g^n x \in U$, per qualche $n > 0$.(3)
Questo particolare teorema scoperto dal famoso matematico francese apparve per la prima volta sul famoso articolo Sur le probléme des trois corps et les équations de la Dynamique(1) con cui Poincaré vinse il concorso indetto dal re Oscar II di Svezia, appassionato matematico, per la risoluzione di alcuni problemi di analisi.
A seguito del teorema, alcuni risultati apparentemente paradossali: il primo riguarda il moto di una pallina in una buca asimmetrica: per quanto questo sia ignoto, si può star certi che prima o poi essa tornerà nelle vicinanze del punto di partenza(3):
Un altro risultato paradossale, che segue alla combinazione dei due teoremi di Liouville e Poincaré, e che è intuibile già a partire dalla pallina nella buca asimmetrica, è legato alla termodinamica: se apriamo un passaggio tra due camere, una completamente vuota e una completamente piena di un qualche gas, dopo un certo tempo le molecole del gas si raccoglieranno nuovamente tutte nella prima camera(3).
La soluzione del paradosso sta nel fatto che questo "certo tempo" è maggiore della vita del sistema solare(3).

venerdì 15 novembre 2013

Il pendolo adiabatico

In fisica, le grandezze che cambiano poco in seguito a una variazione lenta dei parametri(1) sono chiamate invarianti adiabatici. Un possibile invariante adiabatico è il pendolo. Per ottenerlo, così come per ottenere uno qualsiasi degli invarianti adiabatici, la persona, che cambia i parametri, non deve vedere in che stato si trova il sistema(1).

(1) Vladimir Igorevic Arnold, Metodi matematici della meccanica classica, Editori Riuniti, ottobre 1979.
Traduzione di Roberto Bernieri e Brunello Tirozzi

lunedì 11 novembre 2013

Tutto torna

Ho letto il terzo libro che mancava nella mia libreria di Giulia Carcasi, ma, dispiace ammetterlo, quello meno bello. Di facile lettura, scorrevole, si legge facilmente e velocemente. Una storia d'amore con tante sfaccettature, una storia di quotidianità e di stranezze, di grandi promesse e piccoli accorgimenti.
Ecco, il libro che mi è piaciuto di meno della Carcasi, ma non per questo non si tratta di un bel libro. Semplice, delicato, scorrevole, si potrebbe leggere in un pomeriggio uggioso, al caldo sul divano con una bella tazza di tè fumante.

Induzione

La dimostrazione per induzione si basa sul principio di induzione, secondo cui:
(...) se $\mathcal{P}$ è una proprietà che vale per $k \in \mathbb{N}$, e se $\mathcal{P}(n) \Rightarrow \mathcal{P}(n+1)$ per ogni $n \ge k$, allora $\mathcal{P}$ vale $\forall n \in \mathbb N$ con $n \ge k$.
In simboli: \[(\forall P)[P(0) \land ( \forall k \in \mathbb{N}) (P(k) \Rightarrow P(k+1))] \Rightarrow ( \forall n \in \mathbb{N} ) [ P(n) ] \] dove $k$ e $n$ sono numeri naturali.
I passi su cui si basa la dimostrazione per induzione sono quindi:
  1. si dimostra che vale $P(1)$ (o $P(0)$), cioè che 1 (o 0) è nel sottoinsieme dei numeri naturali $U$ per cui vale $P(n)$;
  2. si assume come ipotesi che l'asserto $P(n)$ valga per un generico $n$ e da tale assunzione si dimostra che vale anche $P(n+1)$ (cioè che $n \in U \Rightarrow n+1 \in U$) e quindi si conclude che l'insieme $U$ dei numeri per cui vale $P(n)$ coincide con tutto l'insieme dei numeri naturali.
Ed è quindi possibile dimostrare la seguente affermazione: \[2^n \geq 2n\]
  1. Per $n=1$, $2 \geq 2$; per $n=2$, $4 \geq 4$;
  2. $2^{n+1} = 2 \cdot 2^n = 2^n + 2^n \geq 2n + 2n \geq 2n + 1$

venerdì 8 novembre 2013

L'universo Marvel come rete sociale


Copertina del primo numero di "Marvel Team-Up", rivista dedicata alle collaborazioni tra eroi Marvel
Investighiamo la struttura della rete di collaborazioni dell'Universo Marvel, dove due personaggi Marvel sono considerati collegati se compaiono insieme nello stesso albo Marvel. Mostriamo che questa rete non è chiaramente una rete casuale, e che ha molte, ma non tutte, le caratteristiche di una rete collaborativa "reale", come le reti collaborative degli attori cinematografici o degli scienziati. Lo studio di questo universo artificiale che cerca di apparire come vero, aiuta a comprendere che esistono dei principi di fondo che rendono le reti reali che hanno delle caratteristiche definite.
(da Marvel Universe looks almost like a real social network di R. Alberich, J. Miro-Julia, F. Rossello, 2002)

giovedì 7 novembre 2013

Cedric Villani: tra manga e matematica

Cedric Villani è uno dei matematici più famosi e importanti del panorama mondiale. Ha infatti vinto la Medaglia Fields nel 2010, il più alto riconoscimento matematico mondiale(1) e ha all'attivo decine di collaborazioni internazionali, alcune anche con matematici italiani, come ad esempio Emanuele Caglioti.
Parte della sua fama presso il grande pubblico è dovuta al riconoscimento ricevuto nel 2010, parte al suo bizzarro modo di vestire, quasi una sorta di cosplayer di uno dei simboli per eccellenza dell'eccentricità e della rottura delle convenzioni: Oscar Wilde.
Villani, però, è stato anche bravo a sfruttare la fama acquisita(2) per raccontare la matematica in ogni occasione concessagli.
E proprio sulla divulgazione matematica si concentra l'incontro di venerdì 1 novembre alle 12:30 a Lucca Comics presso il Palazzo Ducale, che si è letteralmente trasformato in un bagno di folla per il matematico che subito dopo di fronte al palazzo ha iniziato a firmare autografi come una qualunque delle star del fumetto presenti in quei giorni nella cittadina toscana.
Villani arriva leggermente in ritardo: personaggio eccentrico ed entusiasta ha fatto un giro per Lucca, in particolare presso il Japan Palace: è infatti un conoscitore e un amante di manga, che reputa una lettura molto aderente alla realtà con personaggi, vivi, ricchi di emozioni e valori morali e che in genere invecchiano nel corso della storia. In questo senso il suo punto di riferimento è Osamu Tezuka (di cui cita La storia dei tre Adolf come una delle sue preferite), su cui, insieme al manga in particolare e al fumetto in generale, si concentra la seconda metà dell'incontro delle 12:30, una vera e propria piccola conferenza sul fumetto.
Villani, dunque, spazia dalle responsabilità dei matematici nella divulgazione della loro disciplina ai modi in cui questa può essere correttamente raccontata all'interno della narrativa e del fumetto in particolare: fondamentale, dice Villani, è saper costruire una storia in grado di appassionare il lettore. Tutto ruota infatti sulle possibilità di accattivarlo e coinvolgerlo nella storia lanciandogli le giuste impressioni e sensazioni sulla matematica e soprattutto sui matematici. Come infatti sarà evidente nella presentazione pomeridiana presso la Ubik de Il teorema vivente, il primo libri divulgativo di Cedric Villani edito in Italia dalla Rizzoli, l'idea fondamentale è quella di raccontare innanzitutto i matematici.
Il progetto nasce quasi per caso: è infatti l'editore che, saputo chi è e quale sia il suo mestiere, gli chiede di scrivere un libro per la sua casa editrice. Villani, quindi, al primo incontro per discutere del progetto, gli propone qualcosa sull'entropia:
Sono un'autorità riconosciuta nel campo
Il tipo però è interessato a tutt'altro: raccontare i matematici. Alla fine l'idea convince Villani che scrive così un bel libro strutturato come la storia della dimostrazione che gli ha valso la Medaglia Fields intervallata dalle storie dei matematici i cui lavori soni stati in qualche modo fondamentali per quello che si può a buon diritto chiamare come il teorema di Villani e Mouhot, il suo collaboratore per l'occasione.
E' un vero e proprio cambio di paradigma, quello di Villani, che in qualche modo segue la linea tracciata dai successi internazionali di Singh (ad esempio con A beautiful mind) o di Livio (con L'equazione impossibile). Grazie al racconto dei matematici, che in questo modo possono essere visti più da vicino dal lettore, Villani si può permettere di inserire anche gli aspetti più tecnici della matematica che se al lettore esperto trasmettono le informazioni necessarie per apprezzare al meglio il risultato raggiunto, al neofita (se non si lascia spaventare, e per certi versi distrarre dal simbolismo matematico) lasciano comunque la sensazione di una disciplina ricca e difficile ma comunque soddisfacente e appassionante oltre che comunque profondamente ancorata alla realtà.

mercoledì 6 novembre 2013

Lo faccio solo perché gentilmente richiesto...

...ma in realtà non sono in grado di poter scrivere qualcosa su 'Misterius', posso solo dire: LEGGETELO! E preparatevi a ridere come se non ci fosse un domani, perché Leo è sempre Leo!
Ci sarà qualcun altro (mio fratello) a fare una recensione seria, io non riesco, rido troppo!


venerdì 1 novembre 2013

In giro per Lucca 2013: tra scienza e fumetti

In questo momento dovrei essere in giro per Lucca Comics (o forse a fare la fila per il biglietto alla biglietteria: l'accredito stampa non è andato a buon fine...), e tra oggi e domani andrò a vedere (se non mi perdo per le stradine del borgo medioevale) gli incontri di Lucca Comics&Science 2013 organizzati da Roberto e Andrea. Questo il programma:
Venerdì 1 novembre
Incontro con Cédric Villani - ore 12.30 – Palazzo Ducale Uno dei massimi matematici viventi, vincitore della Medaglia Fields 2010, incontra il pubblico di Lucca Comics & Science e spiega perché fumetti e anime fanno parte della sua formazione. Partecipa Roberto Natalini (CNR – Roma), modera Andrea Gentile (Wired).

Presentazione de Il Teorema Vivente di Cédric Villani (Rizzoli, 2013) - ore 17.00 – Libreria Ubik (via Fillungo 137/139)
Con l’autore dialogherà Emanuele Caglioti (matematico, Università La Sapienza – Roma), conduce Stefano Pisani (giornalista scientifico, redazione Maddmaths!).
Sabato 2 novembre
“Perché l’ho fatto? Scopriamolo insieme” - ore 12.15 - Palazzo Ducale
Leo Ortolani dialoga con uomini di scienza e presenta Misterius – Speciale Scienza, la sua ultima fatica in collaborazione con lo IAC – CNR (Istituto per la Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone”, Roma). Seguirà incontro con i lettori e seduta di autografi presso il Lucca Comics Official Stand. Partecipano Roberto Natalini (matematico – CNR, Roma), Amedeo Balbi (astrofisico – Università Tor Vergata, Roma), Ettore Perozzi ( astronomo – INAF), Ruggero Casacchia (geologo – CNR, Roma), Stefano Pisani (giornalista scientifico, redazione Maddmaths!) e Andrea Plazzi (Lucca Comics).

Un po’ di science (e comics a valanga) - ore 15.30 – Spazio Showcase
Incontro con Amedeo Balbi e Rossano Piccioni (Cosmicomic), Alessandro Lise e Alberto Talami (Le straordinarie avventure di Evariste Galois) e Sergio Ponchione, Paolo Valietti, Paolo Ubiali (Comics for Engineers). Presentano Roberto Natalini (CNR – Roma) e Andrea Plazzi (Lucca Comics).

giovedì 31 ottobre 2013

I Peanuts incontrano Lovecraft

Come ho scritto nel post sul Lovecraft a fumetti, Julien Bazinet propose nel 2011 un mash-up tra i Miti di Chtulhu e i Peanuts di Charles Schultz.
Poiché il post è stato cancellato dal suo autore, le fonti delle immagini sono, nell'ordine, Flavorwire, Laughing Squid, Cthulhu Project. Ovviamente sono in inglese, quindi... Buona lettura!



mercoledì 30 ottobre 2013

Due storie sporche

Volete leggere una storia sporca? Bene! Alan Bennett ne propone persino due! Che poi così sporche a mio parere non sono.
Sicuramente non sarà facile trovare una vecchietta come la protagonista della prima storia, così aperta a nuove esperienze; ma è sicuramente più semplice trovare situazioni familiari simili a quelle raccontate nella seconda storia sporca, avvolte da mistero e segreti, quasi come le storie che si susseguono negli episodi di "Desperate Housewives" :)
Non è certo il libro più bello e divertente di Bennett, ma leggere queste due storie sporche fa tornare il sorriso anche nelle giornate più buie!

martedì 29 ottobre 2013

E la crocerossa fu...

Romano: Ma... ma prima mi picchiate in testa e poi mi fasciate?
Elvezio: E' un dovere: noi soccorriamo tutti i belligeranti di qualsiasi nazionalità...

(da Asterix e gli Elvezi, di Goscinny e Uderzo, dal volume Asterix e Obelix alla conquista del mondo, ed.Mondadori, trad.Luciana Marconcini)

lunedì 28 ottobre 2013

La macchina modulare

Keith Kotay e Daniela Rus del MIT hanno progettato e realizzato Molecule, una macchina modulare in grado di auto-assemblarsi. Il robot Moleculare sembra una sorta di Uomo Modulare proveniente dalle pagine di Tom Strong di Alan Moore o un primo stadio del Sistema riproduttivo di John Sladek:
Molecule è un modulo robotico in grado di aggregarsi con altri moduli identici per formare una struttura tridimensionale dinamica. Le Molecule possono selettivamente formare connessioni rigide con altre Molecule e, utilizzando queste connessioni e i loro gradi di libertà nelle rotazioni, i moduli possono muoversi in posizioni differenti sulle strutture di Molecule. Un modulo di Molecule è composto di due atomi cubici collegati da un collegamento rigido a 90 gradi detto legame. Ogni atomo ha cinque punti di connessione intra-Molecule e due gradi di libertà. Un grado di libertà permette all'atomo di ruotare di 180 gradi rispetto a uno dei connettori intra-Molecule. I gradi di libertà del legame e del connettore permettono movimenti indipendenti su un substrato di Molecule identiche, tra cui l'attraversamento di un rettilione e le transizioni a 90 gradi tra superfici adiacenti. Un Molecule si muove attaccando un atomo a un qualche altro Molecule e azionando uno o più dei suoi quattro gradi di libertà. I collegamenti sono fatti utilizzando un meccanismo tipo pinza, che consiste di una pinza attiva a quattro braccia e di una passiva che fornisce una superficie di ancoraggio per la connessione.
Ovviamente è possibile pensare anche all'invasione di cubi realmente piccolissimi in un episodio del Dr. Who!

domenica 27 ottobre 2013

Lovecraft a fumetti

L'interesse del mondo del fumetto nei confronti di Lovecraft e delle sue storie è sempre stato abbastanza diffuso. Stando alla lista pubblicata sul fan site ufficiale che si limita ai fumetti tratti dai suoi racconti, questa storia inizia negli anni '50 del XX secolo grazie alla EC Comics.
In generale i fumetti lovecraftiani possono essere suddivisi in due filoni: gli adattamenti più o meno fedeli, più o meno efficaci, dell'opera del Solitario di Providence e le storie originali che si inseriscono all'interno dei suoi cicli narrativi, in particolare quello dei Miti di Chtulhu. In quest'ultimo filone si inseriscono ad esempio le storie di Alan Moore, sia quelle più letterarie sia il fumettistico Neonomicon, raccolto in volume dalla Bao.
Trascurando, dell'opera di Moore, tulle le influenze lovecraftiane che lo sceneggiatore britannico ha inserito nella sua opera (su tutte Watchmen con il mostro che attacca e distrugge New York), precedono Neonomicon varie avventure pubblicate nel corso degli ultimi sessanta anni da vari editori (lista in corso di aggiornamento, a quanto sembra), come per esempio la Marvel con Haunt of Horror di Richard Corben o la Image che in The Strange Adventures of H.P. Lovecraft trasforma lo stesso scrittore in un personaggio dei fumetti e non per un racconto biografico ma per un fumetto di avventura. Lovecraft, poi, è protagonista, insieme con Conan Doyle e Harry Houdini (che peraltro ha conosciuto) di Necronauts di Gordon Rennie e Frazer Irving, serializzata dal numero 1223 al 1230 della storica rivista britannica 2000AD.
Interessante poi sembra essere il progetto della Arcana che si concentra sugli incubi di un Lovecraft bambino, ideato e scritto da Bruce Brown e costituito da tre titoli: The Undersea Kingdom, scritto con Dwight MacPherson e disegnato da Thomas Boatwright con uno stile che ricorda Sam Kieth; The Frozen Kingdom disegnato da Renzo Podesta di cui potete leggere un estratto, diffuso dallo sceneggiatore, su Comic Monsters e che mostra come lo stile di Podesta sia fortemente influenzato dal maestro Bill Sienkewicz; e The Kingdom of Madness, disegnato ancora una volta da Boatwright. Infine, forse da recuperare, c'è la serie di fumetti editi dai Boom! Studios che hanno in Chtulhu Tales il titolo portante, indicato come uno dei dieci migliori fumetti lovecraftiani da MTV.

sabato 26 ottobre 2013

[764] La mia vita era un fucile carico

In questi giorni, e fino al 3 Novembre, al Teatro Elfo Puccini di Milano è in scena La mia vita era un fucile carico, spettacolo di e con Elena Russo Arman, con le musiche di Alessandra Novaga, che è sul palco insieme con l'attrice, ispirato alla vita e alla poesia di Emily Dickinson. Il titolo dello spettacolo è tratto dalla poesia classificata come #764 della poetessa statunitense, che può essere considerata come una sorta di sintesi della sua poetica. Lo spettacolo è ricco di suoni, luci, suggestioni e movimenti: Elena Russo Arman ora sussurra, ora urla, ora sale sulla scala di corda posta al centro del palco, accanto alle lampadine a incandescenza che scendono dal tetto, ispirate da un'opera dell'artista Felix Gozales Torres, ora corre e saltella per il palco, ora interagisce con gli attrezzi di scena, alcuni nascosti dietro un panno nero al lato del palco. Per me, che sono un appassionato lettore delle poesie della Dickinson, è stato uno spettacolo splendido, suggestivo e ben interpretato, curato sin nei minimi dettagli, con una perfetta scelta di luci e suoni.
Ispirato dallo spettacolo, ho dunque provato a tradurre la poesia #764 e questo è l'umile risultato:
La mia vita resisteva - un fucile carico -
All'angolo - fino a che un giorno
Il proprietario passò - identificato -
E Mi portò via -

E ora Noi vaghiamo tra Boschi Sovrani(1) -
E ora Noi cacciamo la Cerva(2) -
E ogni volta che parlo per Lui
Le Montagne rispondono all'istante -

E sorrido, come luce cordiale
Sopra la Valle fiammeggio -
E' come una faccia Vesuviana
Che si è permessa di esistere attraverso il piacere(3) -

E quando la Notte - finito il Nostro buon Giorno -
Io proteggo la Testa del Mio Maestro -
E ciò è meglio di un Vivo Cuscino
Di Somateria(4) - da aver condiviso -

Del Suo nemico - Io sono un nemico mortale -
Non uno si muove una seconda volta -
Sul quale io poggio un Occhio Giallo -
O un enfatico Pollice -

E anche se Io di Lui - possa vivere più a lungo
Egli è più necessario - di Me -
Per Me ho solo il potere di uccidere,
Senza - il potere di morire -

Emily Dickinson

venerdì 25 ottobre 2013

Introduzione al numero di Eulero

Post aggiornato dopo la sua iniziale pubblicazione via cellulare
Oggi ultimo giorno a Rho e poi settimana prossima nuova scuola. I ragazzi della quarta mi hanno preparato una festa di saluto, pero' io qualcosa di matematica fino all'ultimo giorno l'ho voluta raccontare lo stesso...