Potrei anche chiuderla qui, la recensione. Il titolo dice già tutto. Il re del Klondike è, infatti, il titolo che Marco Gervasio ha dato alla storia con cui si conclude Topolino #3479, la migliore dell'albo. Non solo: la migliore scritta da Gervasio. Non solo perché stuzzica i lettori con riferimenti barksiani e donrosiani evidenti sin dal titolo e dal tema della storia, o perché stuzzica i lettori abituali del Topo perché di fatto lega la storia a quelle che ha recentemente scritto per il settimanale disneyano, ma soprattutto perché è il primo autore italiano che riporta Doretta Doremì in una storia di Paperone in maniera seria e convincente, riprendendo l'interpretazione del personaggio fornita da Don Rosa. E poi, cosa non trascurabile, finalmente abbandona il Paperone martiniano per una caratterizzazione più tridimensionale del personaggio. E vediamo, poi, il Paperone che vorrebbe vedere Brigitta, ma che non vedrà mai, e sappiamo, ora esplicitamente, perché ciò non accadrà.
Gervasio, però, è anche riuscito a enfatizzare una caratteristica dei due personaggi che li ha al tempo stesso avvicinati e allontanati: l'orgoglio. Inoltre è anche riuscito a cogliere una sfumatura che da l'idea dell'humus in cui i due sono cresciuti: quel sentirsi in debito con qualcuno per via di un favore ricevuto. Non è solo un pensiero tipico di una certa generazione, ma anche di un ambiente particolare, quello della piccola criminalità, un mondo fatto di favori concessi per secondi fini, debiti che vengono riscossi, il mondo in cui, nel Klondike, si è mossa proprio Doretta e, in parte, anche Paperone.
domenica 31 luglio 2022
sabato 30 luglio 2022
Batmanga: Sfida fantascientifica
Il secondo volume del Batmanga di Jiro Kuwata si apre con le ultime due parti de La vendetta dell'Uomo d'Argilla che vede il ritorno del criminale noto come Uomo d'argilla, ovvero Clayface, noto anche come Faccia di Creta e Faccia d'Argilla. A nascondersi sotto l'argilla di questo storico avversario di Batman, che aveva esordito sulle pagine di Detective Comics #40 ideato da Bill Finger e Bob Kane, è il rapinatore Ferris, personaggio ideato ad hoc da Kuwata (originariamente, infatti, era Basil Karlo), che abbiamo visto in fuga nel finale del volume precedente, in cui affronta in una scena drammatica il professor Zone, uno studioso di meteoriti. Questi, infatti, era andato nella grotta contenente il liquido che aveva concesso a Ferris i suoi poteri da mutaforma per verificare la sua intuizione sulla provenienza extraterrestre del liquido stesso.
La sfida è un susseguirsi di mutazioni da parte dell'Uomo d'Argilla, con Batman che a un certo punto decide di tenere il suo avversario impegnato per impedirgli di ricaricare il suo potere assorbendo del nuovo liquido extraterrestre. Il finale della storia è abbastanza intuibile, inclusi un paio di dettagli che non menziono per non fare spoiler, neanche a chi non ha letto le storie originali.
Tra gli apparati redazionali del terzo volume, che ho in lettura, sono infatti presenti anche le storie originali da cui Kuwata ha tratto ispirazione, o che potremmo dire ha riscritto secondo la sua sensibilità. Non terrò conto di questi redazionali nella scrittura di questo e del prossimo articolo, ma penso di dedicare una sezione a parte proprio nel finale dell'ultimo della serie di tre.
Il secondo tankobon, ad ogni modo, prosegue con la storia più drammatica e più struggente tra quelle presenti, che riesce a lasciare nel lettore un gusto dolce-amaro, un senso di ingiustizia nonostante il "cattivo" abbia avuto la fine che meritava. E' la storia con la più esplicita sensibilità manga, visto che Kuwata ci mostra anche la sorella del criminale di turno, un misterioso wrestler mascherato, il cui piano criminale viene scoperto poco a poco con il proseguire della vicenda.
La sfida è un susseguirsi di mutazioni da parte dell'Uomo d'Argilla, con Batman che a un certo punto decide di tenere il suo avversario impegnato per impedirgli di ricaricare il suo potere assorbendo del nuovo liquido extraterrestre. Il finale della storia è abbastanza intuibile, inclusi un paio di dettagli che non menziono per non fare spoiler, neanche a chi non ha letto le storie originali.
Tra gli apparati redazionali del terzo volume, che ho in lettura, sono infatti presenti anche le storie originali da cui Kuwata ha tratto ispirazione, o che potremmo dire ha riscritto secondo la sua sensibilità. Non terrò conto di questi redazionali nella scrittura di questo e del prossimo articolo, ma penso di dedicare una sezione a parte proprio nel finale dell'ultimo della serie di tre.
Il secondo tankobon, ad ogni modo, prosegue con la storia più drammatica e più struggente tra quelle presenti, che riesce a lasciare nel lettore un gusto dolce-amaro, un senso di ingiustizia nonostante il "cattivo" abbia avuto la fine che meritava. E' la storia con la più esplicita sensibilità manga, visto che Kuwata ci mostra anche la sorella del criminale di turno, un misterioso wrestler mascherato, il cui piano criminale viene scoperto poco a poco con il proseguire della vicenda.
mercoledì 27 luglio 2022
Rapsodia ungherese
Accadde il 27 luglio del 1986:
I Queen si esibiscono a Budapest, diventando il primo gruppo occidentale a esibirsi in un paese dell'est comunista.
domenica 24 luglio 2022
Topolino #3478: Il ritorno di X-Mickey
Potrebbe sembrare un po' polemica l'enfasi del titolo della recensione, ma essendo stato un amante della serie di X-Mickey la scelta ha invece una certa vena di nostalgia. Inoltre considerando che il riferimento è alla cover story, L'incubo dell'isola di corallo, storia di Marco Nucci e Casty, c'è anche dietro l'idea che, se all'epoca questi due autori fossero stati in qualche modo arruolabili al progetto (uno di questi non lo era per limiti d'età!), il progetto avrebbe avuto, forse, una miglior fortuna.
Bando ai sentimentalismi, andiamo alla storia e in particolare alle prime sei pagine, quelle che mi hanno fatto pensare proprio a X-Mickey. Sono raccontate in prima persona da Macchia Nera, che girovagando per i vicoli nebbiosi di, presumibilmente, Topolinia, si imbatte del negozio di antiquariato Le meraviglie del dottor Piuma. Già qui, in qualche modo, il cinefilo che è in me sente odore di espressionismo tedesco, quello di capolavori come Nosferatu o Il gabinetto del dottor Caligari. Il dottor Piuma è, in effetti, un grande affabulatore con uno sguardo decisamente un po' folle, e questo grazie alla caratterizzazione grafica di Casty, inchiostrato come in altre occasioni da Michela Frare. E propone a Macchia Nera due particolari oggetti con un evidente potere magico: una cappa in tutto simile alla sua e una busta con una piuma disegnata sopra da indirizzare a qualcuno a scelta di Macchia. La lettera, però, può essere utilizzata una volta sola.
Bando ai sentimentalismi, andiamo alla storia e in particolare alle prime sei pagine, quelle che mi hanno fatto pensare proprio a X-Mickey. Sono raccontate in prima persona da Macchia Nera, che girovagando per i vicoli nebbiosi di, presumibilmente, Topolinia, si imbatte del negozio di antiquariato Le meraviglie del dottor Piuma. Già qui, in qualche modo, il cinefilo che è in me sente odore di espressionismo tedesco, quello di capolavori come Nosferatu o Il gabinetto del dottor Caligari. Il dottor Piuma è, in effetti, un grande affabulatore con uno sguardo decisamente un po' folle, e questo grazie alla caratterizzazione grafica di Casty, inchiostrato come in altre occasioni da Michela Frare. E propone a Macchia Nera due particolari oggetti con un evidente potere magico: una cappa in tutto simile alla sua e una busta con una piuma disegnata sopra da indirizzare a qualcuno a scelta di Macchia. La lettera, però, può essere utilizzata una volta sola.
sabato 23 luglio 2022
Topolino in un classico remake da paura
Con Horrifkland Lewis Trondheim affiancato ai disegni (e anche ai colori) da Alexis Nesme, rende omaggio a una particolare categoria di parchi del divertimento: quelli del terrore. L'Horrifikland del titolo è, infatti, un parco a tema fantasmi e ghost story ormai in disuso in una cittadina dal gusto architettonico molto europeo: ricorda, infatti, la tipica città delle Alpi francesi o austriache.
Gli spunti di originalità della storia, però, finiscono qui. Per il resto, infatti, fatte le debite modifiche, la storia ricalca in maniera quasi pedissequa Topolino nella casa dei fantasmi di Floyd Gottfredson, sottraendo al lettore disneyano più esperto qualunque possibilità di potersi stupire in qualche modo dalla lettura.
Le variazioni più interessanti, che quanto meno tolgono la sensazione di essere di fronte a un remake, sono appunto nell'ambientazione e nell'aggiunta di Gambadilegno e del suo primo socio, Silvestro Lupo, protagonisti di buona parte delle gag del volume. L'ambientazione della storia, invece, permette a Trondheim e Nesme di proporre una varietà di situazioni differenti, in qualche modo più divertenti da un lato, e potenzialmente più tese dall'altro (la cosa, però, personalmente non mi sembra molto riuscita) rispetto alla storia di Gottfredson.
E' indubbiamente una storia ben scritta, in cui ritmo e intreccio vengono gestiti nel modo migliore possibile e dove in particolare sul colore Nesme riesce a dare quel qualcosa in più, ma nel complesso la storia, per quanto gradevole, forse non meritava la pubblicazione in un cartonato (diciamo che posso fare la concessione per via dei disegni di Nesme!). Come anche i remake usciti in anni passati su Topolino, anche questa Horrifikland per quanto valida, non è all'altezza dell'originale gottfredsoniano.
Gli spunti di originalità della storia, però, finiscono qui. Per il resto, infatti, fatte le debite modifiche, la storia ricalca in maniera quasi pedissequa Topolino nella casa dei fantasmi di Floyd Gottfredson, sottraendo al lettore disneyano più esperto qualunque possibilità di potersi stupire in qualche modo dalla lettura.
Le variazioni più interessanti, che quanto meno tolgono la sensazione di essere di fronte a un remake, sono appunto nell'ambientazione e nell'aggiunta di Gambadilegno e del suo primo socio, Silvestro Lupo, protagonisti di buona parte delle gag del volume. L'ambientazione della storia, invece, permette a Trondheim e Nesme di proporre una varietà di situazioni differenti, in qualche modo più divertenti da un lato, e potenzialmente più tese dall'altro (la cosa, però, personalmente non mi sembra molto riuscita) rispetto alla storia di Gottfredson.
E' indubbiamente una storia ben scritta, in cui ritmo e intreccio vengono gestiti nel modo migliore possibile e dove in particolare sul colore Nesme riesce a dare quel qualcosa in più, ma nel complesso la storia, per quanto gradevole, forse non meritava la pubblicazione in un cartonato (diciamo che posso fare la concessione per via dei disegni di Nesme!). Come anche i remake usciti in anni passati su Topolino, anche questa Horrifikland per quanto valida, non è all'altezza dell'originale gottfredsoniano.
venerdì 22 luglio 2022
Dalla Terra alla Luna
Mi seccava saltare l'uscita di oggi, così ho messo in piedi una breve animazione di un razzetto, realizzato in LaTeX che viaggia dalla Terra verso la Luna!
giovedì 21 luglio 2022
La prima EVA di AstroSamantha
Ho accarezzato per un po' l'idea di andare in live e mostrare, senza commento, la prima attività extraveicolare (per gli amici EVA) di Samantha Cristoforetti, recentemente tornata nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Poi alla fine ho registrato una parte della live della NASA e da questa ho estratto alcuni minuti, accelerandoli. Ve li metto qui sotto. Spero siano graditi:
P.S.: al momento in cui pubblico il video, l'EVA, che l'astronauta italiana sta portando a termine con il russo Oleg Artemyev, è ancora in corso.
martedì 19 luglio 2022
Il primo buconero extragalattico
Un gruppo di ricerca che, generalmente, scova i falsi positivi nella grande famiglia degli annunci delle scoperte di nuovi buchi neri, ha scoperto il primo buconero extragalattico di massa stellare. Tra l'altro, oltre alla novità per il gruppo, che, come ricorda il leader Tomer Shenar, si è riunito per la prima volta per discutere di una scoperta e non di una cancellazione, c'è anche un interessante risvolto scientifico nella comprensione dell'evoluzione dei buchi neri. La stella che dovrebbe aver generato il buco nero appena scoperto grazie al Very Large Telescope non ha lasciato alcuna traccia di se e della sua esplosione: un interessante quesito cui rispondere!
domenica 17 luglio 2022
Topolino #3477: Salvare la Terra a colpi di musica
Dopo l'uscita di ben quattro articoli e un video dedicati a Zio Paperone e le acque marziane (intervista a Francesco Vacca, intervista a Teresa Fornaro, recensione della storia e backstage) è finalmente venuto il momento della recensione del resto (o quasi) del numero di Topolino.
La parte del leone va, inevitabilmente, a Foglie rosse: Un lungo inverno di Claudio Sciarrone che si chiude con un episodio doppio (o in due tempi, come si diceva un tempo). Lo si potrebbe riassumere con pochi aggettivi: epico, spettacolare, e soprattutto rock. Come già intuito dal finale del terzo episodio, ma anche dalla prima stagione, la musica gioca un ruolo fondamentale nello sconfiggere gli Sgharooz, che finalmente riescono a giungere sulla Terra. E questa, personalmente, è la prima piacevole sorpresa. Non ho nascosto in precedenti recensioni che pensavo che alla fine quelli più pericolosi si sarebbero rivelati gli esseri umani, e invece alla fine, dopo avermi stupito con la pericolosità del robot, ecco che Sciarrone porta gli alieni rettiliformi sul nostro pianeta. Lo scontro con le loro "prede" è gestito in maniera magistrale per ritmo ed epicità dall'autore, che dal punto di vista estetico ci delizia con delle splendide spalsh page, anche doppie, ma anche con le leggermente più piccole quadruple.
La parte del leone va, inevitabilmente, a Foglie rosse: Un lungo inverno di Claudio Sciarrone che si chiude con un episodio doppio (o in due tempi, come si diceva un tempo). Lo si potrebbe riassumere con pochi aggettivi: epico, spettacolare, e soprattutto rock. Come già intuito dal finale del terzo episodio, ma anche dalla prima stagione, la musica gioca un ruolo fondamentale nello sconfiggere gli Sgharooz, che finalmente riescono a giungere sulla Terra. E questa, personalmente, è la prima piacevole sorpresa. Non ho nascosto in precedenti recensioni che pensavo che alla fine quelli più pericolosi si sarebbero rivelati gli esseri umani, e invece alla fine, dopo avermi stupito con la pericolosità del robot, ecco che Sciarrone porta gli alieni rettiliformi sul nostro pianeta. Lo scontro con le loro "prede" è gestito in maniera magistrale per ritmo ed epicità dall'autore, che dal punto di vista estetico ci delizia con delle splendide spalsh page, anche doppie, ma anche con le leggermente più piccole quadruple.
sabato 16 luglio 2022
Batmanga: La scienza batte i criminali
Quando nel 2014 su Lo Spazio Bianco realizzammo lo speciale per i 75 anni di Batman, tra i vari articoli che proposi per l'occasione ci fu anche una recensione dedicata al Batmanga di Jiro Kuwata. Per cui fui molto felice della pubblicazione da parte di Panini Comics di un cofanetto con i tre tankobon che raccolgono tutto il suo Batmanga, che all'epoca iniziai a leggere in inglese in digitale, senza però portare a termine la lettura. D'altra parte conoscevo questa particolare opera di Kuwata sin dal 2011, quando scoprii dell'esistenza di una pubblicazione più o meno amatoriale in inglese dell'opera da parte di Chip Kidd e Saul Ferris risalente al 2008.
Come scrissi nella recensione su LSB, una gran mano per avere la traduzione inglese ufficiale da parte della DC Comics la diede Granto Morrison, che introdusse nelle sue storie due dei personaggi ideati da Kuwata per il Batmanga, Lord Death Man, a sua volta basato sul Death Man di Robert Kanigher e Sheldon Moldoff (e non è un caso se in questa nuova versione il "Lord" è andato perduto) e il professor Gorilla, una versione in stile lucha libre del flashiano Gorilla Grodd creato da John Broome e Carmine Infantino.
Il primo volume della raccolta si apre proprio con la storia dedicata a Death Man, un inquietante ladro che, apparentemente, è in grado di tornare dalla morte tutte le volte che vuole. Il suo arrivo in città è quanto di più gotico ci possa essere: una rapina durante un'asta in cui per enfatizzare ancora di più il suo pauroso costume, nero con uno scheletro dipinto sopra, fa letteralmente saltare la corrente all'interno della sala, minacciando gli astanti con altrettante figure scheletriche dotate di fucile. Che però, dopo poco, si rivelano dei semplici poster.
Come scrissi nella recensione su LSB, una gran mano per avere la traduzione inglese ufficiale da parte della DC Comics la diede Granto Morrison, che introdusse nelle sue storie due dei personaggi ideati da Kuwata per il Batmanga, Lord Death Man, a sua volta basato sul Death Man di Robert Kanigher e Sheldon Moldoff (e non è un caso se in questa nuova versione il "Lord" è andato perduto) e il professor Gorilla, una versione in stile lucha libre del flashiano Gorilla Grodd creato da John Broome e Carmine Infantino.
Il primo volume della raccolta si apre proprio con la storia dedicata a Death Man, un inquietante ladro che, apparentemente, è in grado di tornare dalla morte tutte le volte che vuole. Il suo arrivo in città è quanto di più gotico ci possa essere: una rapina durante un'asta in cui per enfatizzare ancora di più il suo pauroso costume, nero con uno scheletro dipinto sopra, fa letteralmente saltare la corrente all'interno della sala, minacciando gli astanti con altrettante figure scheletriche dotate di fucile. Che però, dopo poco, si rivelano dei semplici poster.
lunedì 11 luglio 2022
Topolino #3476: La scienza è rock
Almeno personalmente la storia migliore del numero è il terzo episodio di Un lungo inverno, la stagione conclusiva di Foglie rosse. Il motivo è principalmente legato al fatto che Claudio Sciarrone è riuscito a stupirmi. Avete presente il robot che viene mandato sulla Terra dagli Sgharooz per recuperare gli scienziati fuggiti? Pensavo che alla fine il personaggio sarebbe stato equivalente a un intermezzo comico, il classico nulla di fatto ideato da un gruppo caratterizzato un po' come i soldati del Rebo disneyano. E invece il robot, dopo una prima fase di esplorazione, quasi come un turista a New York, inizia a rivelare il suo potenziale minaccioso sempre un po' di più con lo scorrere delle pagine. Parallelamente, poi, abbiamo le "prede" che contemporaneamente si preparano allo scontro. Che, come si intuisce dalle pagine conclusive, si svolge a tempo di rock!
Anche tutti gli altri protagonisti si preparano al gran finale della prossima settimana, però sta proprio nei dettagli, nel modo in cui i personaggi si muovono all'interno dell'ambiente e interagiscono gli uni con gli altri.
Anche tutti gli altri protagonisti si preparano al gran finale della prossima settimana, però sta proprio nei dettagli, nel modo in cui i personaggi si muovono all'interno dell'ambiente e interagiscono gli uni con gli altri.
giovedì 7 luglio 2022
Margherita Hack: Costellazioni e nomi delle stelle
Proseguo con la lettura di passi tratti da Vi racconto l'astronomia di Margherita Hack. Questa settimana una citazione sulle costellazioni e su come vengono assegnati i nomi assegnami alle stelle.
martedì 5 luglio 2022
Stranger Things: Il vero nemico
C'è una cosa che come spettatori abbiamo capito ben prima di Dustin: il vero nemico di Stranger Things, fin dall'inizio, non era il Mind Flyer, ma Vecna, il nome che i protagonisti della serie assegnano all'avversario che i Duffer Brothers mettono sul loro cammino nel corso della quarta stagione.
La storia sviluppata nei nuovi 9 episodi, rilasciati in due trance a quanto pare per ovviare a ritardi vari, subisce un vero e proprio salto di qualità. Innanzitutto la narrazione è fortemente influenzata dal fantasy. I Duffer Brothers, infatti, suddividono i protagonisti in 3 piccole compagnie, ognuna sulle tracce di una particolare quest. Al tempo stesso lavorano ancora più in profondità sulla protagonista principale, Jane, meglio nota come Undici, approfondendone non solo il pur breve passato, svelando al contempo quell'ombra oscura che la accompagna sin dalla prima stagione, ma anche in qualche modo forgiandone il carattere. E' poi interessante osservare come il suo rapporto con Mike divenga ancora più stretto, assegnando a quest'ultimo un ruolo analogo a quello di Linda per Wally West, il terzo Flash: un punto di appoggio solido nel mondo reale.
L'altro personaggio che viene smontato e rimontato è, però, Max. La morte del fratello Billy ha lasciato dei segni profondi, e intorno a questi i Duffer Brothers scavano per tirare fuori uno dei personaggi meglio riusciti di tutta la quarta stagione.
La storia sviluppata nei nuovi 9 episodi, rilasciati in due trance a quanto pare per ovviare a ritardi vari, subisce un vero e proprio salto di qualità. Innanzitutto la narrazione è fortemente influenzata dal fantasy. I Duffer Brothers, infatti, suddividono i protagonisti in 3 piccole compagnie, ognuna sulle tracce di una particolare quest. Al tempo stesso lavorano ancora più in profondità sulla protagonista principale, Jane, meglio nota come Undici, approfondendone non solo il pur breve passato, svelando al contempo quell'ombra oscura che la accompagna sin dalla prima stagione, ma anche in qualche modo forgiandone il carattere. E' poi interessante osservare come il suo rapporto con Mike divenga ancora più stretto, assegnando a quest'ultimo un ruolo analogo a quello di Linda per Wally West, il terzo Flash: un punto di appoggio solido nel mondo reale.
L'altro personaggio che viene smontato e rimontato è, però, Max. La morte del fratello Billy ha lasciato dei segni profondi, e intorno a questi i Duffer Brothers scavano per tirare fuori uno dei personaggi meglio riusciti di tutta la quarta stagione.
domenica 3 luglio 2022
Topolino #3475: Una storia da manuale
Il riferimento nel titolo è ovviamente alla cover story, Occhi al manuale!, storia in due tempi di Francesco Vacca e Mario Ferracina con cui, come anticipato in precedenti editoriali da Alex Bertani, si chiude il ciclo dei due autori con le Giovani Marmotte. La storia, infatti, dotata di un ritmo incalzante, presenta tutti coloro che, nel corso della gestione, hanno cercato di mettere le mani, senza successo, sul manuale. E ci fa anche scoprire il "capo" che tirava le fila di tutti questi tentativi (non lo spoilero, ma potete immaginare chi sia).
Per questa chiusura del suo ciclo, Vacca decide per una storia di azione pura, senza alcun reale riferimento ambientalista, a parte i riferimenti a come orientarsi, o non perdersi, all'interno di un bosco. La parte più interessante, comunque, è il ruolo di Newton all'interno della vicenda, intuibile già dal finale della storia precedente del ciclo: infatti grazie a una sua invenzione, il manuale è anche letteralmente consultabile solo ed esclusivamente dalle Giovani Marmotte. E questo suo ruolo viene anche ribadito dal riassunto delle sue invenzioni, utili e meno utili, realizzate nel corso del ciclo.
Per questa chiusura del suo ciclo, Vacca decide per una storia di azione pura, senza alcun reale riferimento ambientalista, a parte i riferimenti a come orientarsi, o non perdersi, all'interno di un bosco. La parte più interessante, comunque, è il ruolo di Newton all'interno della vicenda, intuibile già dal finale della storia precedente del ciclo: infatti grazie a una sua invenzione, il manuale è anche letteralmente consultabile solo ed esclusivamente dalle Giovani Marmotte. E questo suo ruolo viene anche ribadito dal riassunto delle sue invenzioni, utili e meno utili, realizzate nel corso del ciclo.
sabato 2 luglio 2022
Neo Faust
Oltre a una versione a quanto pare fedele del Faust di Goethe (vedi la lista dei suoi manga), Osamu Tezuka ha anche realizzato una versione ambientata nel suo presente, Neo Faust.
Tezuka ambienta la prima parte del suo manga nel 1970, incastrandolo con le proteste studentesche universitarie del 1968 e 1969 contro la corruzione degli ambienti accademici e il sistema baronale. Il protagonista del tankobon, però, non è uno dei classici baroni, ma il professor Ichinoseki, che da quel mondo si è allontanato, anche con un qual certo sollievo da parte dei suoi colleghi, che però lo vedono comunque con invidia per via della validità delle sue ricerche e, soprattutto, di un lavoro che Ichinoseki sta tenendo gelosamente nascosto: il segreto della vita.
Questa ricerca è il cuore pulsante di Neo Faust e il motivo per cui Ichinoseki accetta il patto con il demone Mefistofele, di fattezze femminili: il suo desiderio di portare a termine il lavoro che lo solleverebbe alla gloria scientifica. Nonostante la scienza sia fondamentale per le motivazioni di Ichinoseki, Tezuka risulta comunque parco con le informazioni fornite al lettore, concentrate tutte in poche pagine presenti nella seconda metà del volume. Le spiegazioni sono indubbiamente ineceppibili e si affiancano, però, anche all'interesse del professore ai sogni degli antichi alchimisti, che Ichinoseki prova a interpretare nei termini della scienza moderna.
Tezuka ambienta la prima parte del suo manga nel 1970, incastrandolo con le proteste studentesche universitarie del 1968 e 1969 contro la corruzione degli ambienti accademici e il sistema baronale. Il protagonista del tankobon, però, non è uno dei classici baroni, ma il professor Ichinoseki, che da quel mondo si è allontanato, anche con un qual certo sollievo da parte dei suoi colleghi, che però lo vedono comunque con invidia per via della validità delle sue ricerche e, soprattutto, di un lavoro che Ichinoseki sta tenendo gelosamente nascosto: il segreto della vita.
Questa ricerca è il cuore pulsante di Neo Faust e il motivo per cui Ichinoseki accetta il patto con il demone Mefistofele, di fattezze femminili: il suo desiderio di portare a termine il lavoro che lo solleverebbe alla gloria scientifica. Nonostante la scienza sia fondamentale per le motivazioni di Ichinoseki, Tezuka risulta comunque parco con le informazioni fornite al lettore, concentrate tutte in poche pagine presenti nella seconda metà del volume. Le spiegazioni sono indubbiamente ineceppibili e si affiancano, però, anche all'interesse del professore ai sogni degli antichi alchimisti, che Ichinoseki prova a interpretare nei termini della scienza moderna.
venerdì 1 luglio 2022
Gli abissi del tempo
In questo periodo, spesso, mi trovo sul tram ad ascoltare musica. Utilizzo la app NewPipe (potete trovarla su F-Droid), che permette di ascoltare la musica su YouTube senza l'interruzzione degli ads automatici di Goole. Per alcune caratteristiche particolari della app, preferisco cancellare periodicamente la cronologia (la salva sul dispositivo) per non ingozzare troppo lo smartphone e trovarmi con lo spazio occupato da svuotare d'urgenza prima di girare il prossimo video. E in questi giorni l'album eletto a essere quello da ascoltare è Omega, l'ottavo album in studio degli Epica.
Uscito nel 2021, ne ho già scritto un paio di righe relativamente a Code of life. Ad ogni buon conto, mentre lo riascoltavo, giusto stamattina facevo una considerazione in qualche modo discutibile. Ma fino a un certo punto, visto lo stile di scrittura dei Draconian, già protagonisti delle particelle musicali. Ovvero che in questi tempi moderni molti dei principali autori di Metal, in particolare symphonic metal, e più in generale gli "scrittori" di concept album, stanno arricchendo il discorso filosofico in modi assolutamente unici rispetto alle epoche precedenti.
Ho voluto allargare il discorso ai concept album essenzialmente per inserire anche Arjen Anthony Lucassen, che è spesso protagonista, ultimamente, di questa serie grazie agli Ayreon. Ovviamente Lucassen non è l'unico che veicola la sua visione del mondo attraverso la filosofia. In questo senso forse uno dei più filosofici, ma anche tra i più poetici autori metal del momento è Tuomas Holopainen, leader dei Nightwish, la band con cui il symphonic ebbe inizio (la storia è più complessa di così, ma concedetemi l'esagerazione in questa occasione!).
Come produzione di testi poetici e filosofici, però, non ci scherzano nemmeno Simone Simons e Mark Jansen, i due leader degli Epica, tornando così proprio a Omega, da cui questo pensiero era partito.
Uscito nel 2021, ne ho già scritto un paio di righe relativamente a Code of life. Ad ogni buon conto, mentre lo riascoltavo, giusto stamattina facevo una considerazione in qualche modo discutibile. Ma fino a un certo punto, visto lo stile di scrittura dei Draconian, già protagonisti delle particelle musicali. Ovvero che in questi tempi moderni molti dei principali autori di Metal, in particolare symphonic metal, e più in generale gli "scrittori" di concept album, stanno arricchendo il discorso filosofico in modi assolutamente unici rispetto alle epoche precedenti.
Ho voluto allargare il discorso ai concept album essenzialmente per inserire anche Arjen Anthony Lucassen, che è spesso protagonista, ultimamente, di questa serie grazie agli Ayreon. Ovviamente Lucassen non è l'unico che veicola la sua visione del mondo attraverso la filosofia. In questo senso forse uno dei più filosofici, ma anche tra i più poetici autori metal del momento è Tuomas Holopainen, leader dei Nightwish, la band con cui il symphonic ebbe inizio (la storia è più complessa di così, ma concedetemi l'esagerazione in questa occasione!).
Come produzione di testi poetici e filosofici, però, non ci scherzano nemmeno Simone Simons e Mark Jansen, i due leader degli Epica, tornando così proprio a Omega, da cui questo pensiero era partito.