Ultimamente sono sempre più spesso in ritardo con le recensioni di Topolino e se non fosse per le storie a puntate probabilmente alcune le avrei anche saltate. E poteva essere il caso anche di questo numero non fosse stato per Le isole della cometa. Prima di arrivare al quinto episodio di questa saga, però, partiamo con la storia evento del numero, Un viaggio temendamente reale di Claudio Sciarrone.
La storia è un cinetico viaggio in un luna park molto particolare, visto che è un videogioco sviluppato dai ragazzi di Area 15 per conto di Paperone (che poi, da qualunque altra parte del mondo questa cosa si chiama "sfruttamento del lavoro minorile", ma questo non da alcun problema, mentre Topolino che si sposa invece...). La particolarità del videogioco è che sfrutta la realtà virtuale e gli oculus. E ciò giustifica l'uso della tecnica dell'anaglifo per la colorazione della storia, da leggere usando gli occhialini 3D abbinati al numero. Devo dire che, comunque, la storia risulta chiara anche senza usare gli occhialini, ma inforcandoli molte pagine risultano ancora più spettacolari dei già spettacolari disegni di Sciarrone!
mercoledì 31 maggio 2023
venerdì 26 maggio 2023
Un piccolo segreto sulla voce
Ho scritto la recensione de La voce del padrone di Stanislaw Lem diversi mesi dopo averlo letto e solo dopo aver modificato una recensione che scrissi, invece, molto più a ridosso della lettura. Nella ricerca di immagini della copertina, sono incappato in due recensioni del libro, su Sbagliando s'impera e l'altra sulle notiziole di .mau.. E devo dire che mi hanno in qualche modo spinto ad aggiungere la parte conclusiva sullo stile di Lem. In quel caso, però, me la sono cavata andando a ricordare e quindi inserire la cosa che mi colpì di più, l'assenza di capitoli o di altre evidenti scansioni. Ciò che non ho inserito è che questa assenza di scansioni mi aveva fatto partire un po' prevenuto nella lettura, ma che alla fine ero stato in qualche modo conquistato. Forse avrei dovuto aggiungere questo passaggio, ma mi sembrava ancora più soggettivo dell'affermazione che poi ho aggiunto. Spero, in ogni caso, che la recensione vi abbia incuriosito alla lettura di questo per me bel romanzo. E visto che in quella recensione ho citato un altro romanzo di Lem, non mi resta che ricitarlo anche qui, ma con il permalink sul titolo: Golem XIV.
Buone letture!
Buone letture!
giovedì 25 maggio 2023
Mondo senza stelle
L'elemento più interessante di Mondo senza stelle di Poul Anderson alla fine non è quello che alla fine spinge all'acquisto, ovvero l'ambientazione su un pianeta posto fuori dalla Via Lattea, ma come quest'ultima abbia influenzato la cultura e le credenze di questo pianeta, con cui il genere umano cerca di prendere contatto.
La Via Lattea, infatti, è diventata, per i due popoli presenti sul pianeta, una divinità o un demone. E qui abbiamo probabilmente lo spunto di riflessione più interessante, legato alla religione e a come questa sia solo una costruzione dell'intelligenza e non un qualcosa che mette realmente in comunicazione con il soprannaturale, ammesso che esista. E in questo senso risultano significative le circostanze che hanno portato gli esploratori umani ad allearsi con una delle due fazioni presenti sul pianeta.
Ovviamente Anderson ci fornisce anche alcune informazioni sulla società umana del futuro, dando anche un certo spessore, soprattutto una certa malinconia di fondo, ai suoi protagonisti.
La Via Lattea, infatti, è diventata, per i due popoli presenti sul pianeta, una divinità o un demone. E qui abbiamo probabilmente lo spunto di riflessione più interessante, legato alla religione e a come questa sia solo una costruzione dell'intelligenza e non un qualcosa che mette realmente in comunicazione con il soprannaturale, ammesso che esista. E in questo senso risultano significative le circostanze che hanno portato gli esploratori umani ad allearsi con una delle due fazioni presenti sul pianeta.
Ovviamente Anderson ci fornisce anche alcune informazioni sulla società umana del futuro, dando anche un certo spessore, soprattutto una certa malinconia di fondo, ai suoi protagonisti.
mercoledì 24 maggio 2023
Occhi d'oro
Per me Tina Turner è stata in un certo senso l'equivalente umano di un carro armato, essenzialmente per l'estensione e la potenza della sua voce. E fa un po' "sensazione" i percorsi mentali degli ultimi giorni che dalla cover dei Ghost presente nel loro ultimo EP mi ha portato poi a riascoltare una bellissima canzone bondiana di Chris Cornell. E forse alla fine è questo il motivo per cui ho scelto GoldenEye, appartenente alla colonna sonora dell'omonimo film di 007 appartenente all'era-Brosnan, per omaggiare la grande cantante che giusto oggi ci ha lasciato:
martedì 23 maggio 2023
Topolino #3521: Il padre dell'italiano
Quando ero studente del liceo, ciò che si raccontava era che il padre della lingua italiana era Alessandro Manzoni. Questo primato era, ovviamente, dovuto alla sua opera più fammosa, I promessi sposi. Era stata progettata non solo per avere la massia diffussione possibile (raccontava una storia in cui la maggior parte degli italiani potevano riconoscersi), ma aveva anche l'intento di diffondere il più possibile all'interno del territorio unito. In effetti sia la prima versione del romanzo, Fermo e Lucia datata 1825-1827, sia quella definitiva, ripubblicata tra il 1840 e il 1842, venne pubblicata prima della proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo del 1861. Ciò, però, non ha impedito al romanzo di costruire quella base linguistica per il territorio italiano che è stata celebrata su Topolino #3521 in occasione del Salone del libro di Torino, quest'anno particolarmente importante visto che ricorrono i 150 anni dalla scomparsa di Manzoni.
E per celebrare degnamente la ricorrenza Alessandro Sisti supportato ai disegni da Paolo Mottura riporta i paperi in Italia: Paperone, infatti, sulla scorta di quanto avvenuto con Dante Alighieri, spera di trovare un inedito manzoniano da pubblicare con la sua casa editrice. E così ecco una nuova avventura dei paperi insieme con Adalbecco Quagliaroli e la nipotina Lucilla si avviano verso Milano sulle tracce di Manzoni, ovviamente con i retro-occhiali introdotti da Sisti proprio in occasione della storia dedicata a Dante. L'evoluzione dei retro-occhiali, che non mi avevano convinto completamente (motivo principale: toglievano al genere uno dei suoi elementi essenziali, la ricerca delle fonti e quindi quel senso vero di caccia al tesoro), introduce poi una variabile interessante che dimostra, più o meno come le Misadventures, perché Paperone non può essere messo a parte dell'esistenza di nessuna macchina del tempo.
E per celebrare degnamente la ricorrenza Alessandro Sisti supportato ai disegni da Paolo Mottura riporta i paperi in Italia: Paperone, infatti, sulla scorta di quanto avvenuto con Dante Alighieri, spera di trovare un inedito manzoniano da pubblicare con la sua casa editrice. E così ecco una nuova avventura dei paperi insieme con Adalbecco Quagliaroli e la nipotina Lucilla si avviano verso Milano sulle tracce di Manzoni, ovviamente con i retro-occhiali introdotti da Sisti proprio in occasione della storia dedicata a Dante. L'evoluzione dei retro-occhiali, che non mi avevano convinto completamente (motivo principale: toglievano al genere uno dei suoi elementi essenziali, la ricerca delle fonti e quindi quel senso vero di caccia al tesoro), introduce poi una variabile interessante che dimostra, più o meno come le Misadventures, perché Paperone non può essere messo a parte dell'esistenza di nessuna macchina del tempo.
sabato 20 maggio 2023
Paperinik #77: Spazzatura
Per evitare di arrivare in ritardo come con il numero precedente, ho pensato bene di scrivere due righe su Paperinik #77 prima di finire di leggerlo. D'altra parte le storie di cui avrei scritto le ho già lette, per cui direi che non c'è alcun problema!
Partiamo, però, dalla storia d'apertura, che ha poco a che fare con il titolo dato alla recensione, che si ricollega alle altre due storie a sommario. Sto parlando di La città alla rovescia di Alessandro Gatti e Lorenzo Pastrovicchio, 12.mo capitolo delle avventure del Wacky knight, il Paperinik di Duckmelot. La storia è fondamentalmente suddivisa in due parti: nella prima, più avventurosa, Pico e, prima Paperino poi sostituito magicamente da Paperinik, si avventurano alla ricerca di un tesoro per conto di Paperone; nella seconda i due protagonisti finisco nella città del titolo, su cui questo stesso praticamente dice tutto.
Storia tutto sommato gradevole e divertente, immagino anche da scrivere vista la situazione in cui Gatti ha infilato Pico e Paperinik, e con una morale finale che l'avrebbe resa ottima anche per il Topolino di questa settimana.
Partiamo, però, dalla storia d'apertura, che ha poco a che fare con il titolo dato alla recensione, che si ricollega alle altre due storie a sommario. Sto parlando di La città alla rovescia di Alessandro Gatti e Lorenzo Pastrovicchio, 12.mo capitolo delle avventure del Wacky knight, il Paperinik di Duckmelot. La storia è fondamentalmente suddivisa in due parti: nella prima, più avventurosa, Pico e, prima Paperino poi sostituito magicamente da Paperinik, si avventurano alla ricerca di un tesoro per conto di Paperone; nella seconda i due protagonisti finisco nella città del titolo, su cui questo stesso praticamente dice tutto.
Storia tutto sommato gradevole e divertente, immagino anche da scrivere vista la situazione in cui Gatti ha infilato Pico e Paperinik, e con una morale finale che l'avrebbe resa ottima anche per il Topolino di questa settimana.
venerdì 19 maggio 2023
Fantomima
Niente musica e scienza, quoest'oggi. Solo musica. E' stato rilasciato, proprio oggi, l'EP Phantomime dei Ghost costituito completamente da cover. Come detto in occasione di Batman: Death Metal, i Ghost sono una band svedese che ricade nella grande casa dell'heavy metal. In effetti, oltre alle evidenti influenze degli Iron Maiden, nel loro stile musicale si riscontrano anche elementi più propriamente pop e dance. Qualcuno ha detto Abba? In effetti nei commenti a Danse macabre ho letto qualcuno accostare il pezzo proprio a questo famosissimo gruppo pop, guarda un po' anche questo svedese. Ed è inevitabile come anche in un album di cover tutti questi elementi vengano mantenuti, sebbene debba confessare che il lavoro dei Ghost è quanto ci possa essere di più fedele agli originali.
La tracklist parte da See no evil dei Television, band punk statunitense, che però i Ghost rendono decisamente più heavy (e per i miei gusti anche più gradevole): mi sembrava quasi una canzone dei Queen!
Si passa poi a Jesus he knows me dei Genesis. E devo dire (lo dico?) in alcuni momenti sembrava che cantasse proprio Phil Collins!
Con Hanging around si passa agli Stranglers, britannici. Neanche in questo caso i Ghost non sono andati troppo lontani dalla canzone originale, ma forse questo è uno dei due casi in cui preferisco l'originale. E no, l'altro caso non è il prossimo pezzo, quel Phantom of the opera dei già citati Iron Maiden. Il motivo è che la versione dei Ghost è, invece, la più fedele di tutte alla materia originale. E non poteva essere diversamente!
Devo però dire che, nonostante We don't need another hero sia una delle più belle dell'interno EP (non al primo posto per la presenza del pezzo dei Maiden), anche in questo caso preferisco la versione originale di Tina Turner, peraltro una delle sue canzoni più famose anche grazie al fatto che venne rilasciata insieme con Mad Max, in cui la stessa Turner recitò da coprotagonista insieme con Mel Gibson. D'altra parte è difficile per il cantante dei Ghost riuscire a interpretare la canzone con la stessa voce calda e potente della Turner. E infatti alla fine la cover sembra velata di una qual certa malinconia che la rende più una ballata metal che non un R&B.
Nel complesso un interessante esercizio di stile che ha brillato soprattutto per un'attenzione della band alla fedeltà alle canzoni originali, che è indubbiamente un elemento a favore dell'EP.
La tracklist parte da See no evil dei Television, band punk statunitense, che però i Ghost rendono decisamente più heavy (e per i miei gusti anche più gradevole): mi sembrava quasi una canzone dei Queen!
Si passa poi a Jesus he knows me dei Genesis. E devo dire (lo dico?) in alcuni momenti sembrava che cantasse proprio Phil Collins!
Con Hanging around si passa agli Stranglers, britannici. Neanche in questo caso i Ghost non sono andati troppo lontani dalla canzone originale, ma forse questo è uno dei due casi in cui preferisco l'originale. E no, l'altro caso non è il prossimo pezzo, quel Phantom of the opera dei già citati Iron Maiden. Il motivo è che la versione dei Ghost è, invece, la più fedele di tutte alla materia originale. E non poteva essere diversamente!
Devo però dire che, nonostante We don't need another hero sia una delle più belle dell'interno EP (non al primo posto per la presenza del pezzo dei Maiden), anche in questo caso preferisco la versione originale di Tina Turner, peraltro una delle sue canzoni più famose anche grazie al fatto che venne rilasciata insieme con Mad Max, in cui la stessa Turner recitò da coprotagonista insieme con Mel Gibson. D'altra parte è difficile per il cantante dei Ghost riuscire a interpretare la canzone con la stessa voce calda e potente della Turner. E infatti alla fine la cover sembra velata di una qual certa malinconia che la rende più una ballata metal che non un R&B.
Nel complesso un interessante esercizio di stile che ha brillato soprattutto per un'attenzione della band alla fedeltà alle canzoni originali, che è indubbiamente un elemento a favore dell'EP.
martedì 16 maggio 2023
Esperimenti con il prisma
La nostra storia parte dall'arte vetraia degli artigiani veneziani di Murano. All'epoca cui mi riferisco, il XVII secolo, il loro vetro, il migliore d'Europa, era esportato un po' in tutto il continente, arrivando anche nelle Americhe.
A partire dal quarzo, i vetrai veneziani (e un po' tutti quelli del mondo) producevano una poleve bianca, silice, alla quale successivamente veniva aggiunta una certa quantità di soda, usata per abbassare la temperatura. La soda migliore era quella proveniente dalla Siria e dall'Egitto e veniva prodotta a partire dalla cenere di alghe o anche dall'allume catino. Per rendere il vetro prodotto con questa mistura il più trasparente possibile, bisognava usare il manganese, acquistato soprattutto in Piemonte. Questi ingredienti finivano nel forno della vetreria, a una temperatura di circa 1500 gradi: la massa informe così prodotta veniva poi modellata nelle forme richieste dai clienti e con un grado di trasparenza assolutamente inimitabile, in grado di realizzare giochi di luce tali da costringere i pittori a utilizzare grandi quantità di colore per riprodurli al meglio sulla tela.
A questo punto, seguendo il volo poetico presente ne Il codice di Newton di Rebecca Stott, si potrebbe immaginare che una partita di questi meravigliosi cristalli di Murano sotto forma di piccoli prismi sia partita alla volta della Gran Bretagna, magari per essere venduti su un qualche banchetto della fiera di Stourbridge vicino a Cambridge. Magari nel 1665 quando, tra i suoi stand girava un tale alla ricerca di strumenti per verificare le teorie sull'ottica di René Descartes: il suo nome, come avrete già immaginato, era quello di Isaac Newton.
A partire dal quarzo, i vetrai veneziani (e un po' tutti quelli del mondo) producevano una poleve bianca, silice, alla quale successivamente veniva aggiunta una certa quantità di soda, usata per abbassare la temperatura. La soda migliore era quella proveniente dalla Siria e dall'Egitto e veniva prodotta a partire dalla cenere di alghe o anche dall'allume catino. Per rendere il vetro prodotto con questa mistura il più trasparente possibile, bisognava usare il manganese, acquistato soprattutto in Piemonte. Questi ingredienti finivano nel forno della vetreria, a una temperatura di circa 1500 gradi: la massa informe così prodotta veniva poi modellata nelle forme richieste dai clienti e con un grado di trasparenza assolutamente inimitabile, in grado di realizzare giochi di luce tali da costringere i pittori a utilizzare grandi quantità di colore per riprodurli al meglio sulla tela.
A questo punto, seguendo il volo poetico presente ne Il codice di Newton di Rebecca Stott, si potrebbe immaginare che una partita di questi meravigliosi cristalli di Murano sotto forma di piccoli prismi sia partita alla volta della Gran Bretagna, magari per essere venduti su un qualche banchetto della fiera di Stourbridge vicino a Cambridge. Magari nel 1665 quando, tra i suoi stand girava un tale alla ricerca di strumenti per verificare le teorie sull'ottica di René Descartes: il suo nome, come avrete già immaginato, era quello di Isaac Newton.
domenica 14 maggio 2023
Topolino #3520: Effetti indesiderati
In fondo tutte le storie si basano su un concetto non molto diverso dall'effetto indesiderato. Per esempio nel terzo episodio de Le isole delle comete di Pietro Zemelo, Alex Bertani e Nico Picone Mick inizia a sentire il fascino della sua permanenza nell'arcipelago delle isole Rodent. Questo fascino gli autori lo rendono esplicito attraverso tre elementi: innanzitutto il fascino della natura, poiché la bassa marea fa emergere dalle acque, sebbene per un periodo relativamente breve, una lingua di terra; poi ecco il fascino di un cielo stellato limpido solcato proprio dalla cometa che abbiamo visto nel primo episodio, e che continua a essere visibile sulla testa degli abitanti dell'arcipelago; e infine un incontro affascinante. Il tutto condito da un mistero che diventa sempre più intrigante: forse che in qualche modo le isole stiano esercitando una qualche forma di attrazione nei confronti dei suoi abitanti, che non riescono più ad andarsene? Diciamo che questa cosa iniziava a intuirsi già dagli episodi precedenti, ma in questo caso gli autori iniziano a seminare qualche sussurro qua e là nelle chiacchiere degli avventori del bar.
sabato 13 maggio 2023
Paperinik #76: Collaborazione
L'ultima volta che sono andato in edicola ho acquistato Paperinik #77 e mi sono reso conto che, nonostante avessi finito il #76 in una settimana o poco più, non avevo scritto alcuna riga sul numero. Non so come è andata, ma a questo punto, visto che comunque voglio seguire in maniera continuativa le gesta del Paperinik fantasy, eccomi qui con La capra dell'oblio, 11.mo capitolo di Diary of a wacky knight. La storia, scritta da Riccardo Pesce per i disegni di Alessandro Pastrovicchio, ha una trama che ricalca la prima saga dei Vendicatori di Kurt Busiek e George Perez. Così come in quell'occasione Morgana fece dimenticare ai Vendicatori chi erano, costruendo un mondo medievaleggiante da ella comandato, allo stesso modo Amelia prende il possesso di Duckmelot facendo dimenticare a tutti i suoi abitanti il proprio ruolo, incluso chi dovrebbe essere il re del regno.
Ovviamente sarà l'imponderabile a rovinare i piani di Amelia, ma il punto della storia è l'indomito spirito di Paperone e dei suoi cavalieri, che collaborando uno con l'altro provano a deporre la regina Amelia. Non è l'unica collaborazione presente: anche Paperino e Paperina, grazie alla casuale scoperta da parte di quest'ultima dell'identità segreta del primo, costruiscono nelle ultime pagine un rapporto più stretto e solido, visto che Paperina rivela a Paperino di essere anch'essa una paladina mascherata. Una vera e propria rivoluzione rispetto al rapporto classico tra Paperinik e Paperinika e che sarebbe bello venisse, finalmente, introdotto all'interno delle storie dei personaggi originali. Un po' come è avvenuto con Batman e Catwoman.
Ovviamente sarà l'imponderabile a rovinare i piani di Amelia, ma il punto della storia è l'indomito spirito di Paperone e dei suoi cavalieri, che collaborando uno con l'altro provano a deporre la regina Amelia. Non è l'unica collaborazione presente: anche Paperino e Paperina, grazie alla casuale scoperta da parte di quest'ultima dell'identità segreta del primo, costruiscono nelle ultime pagine un rapporto più stretto e solido, visto che Paperina rivela a Paperino di essere anch'essa una paladina mascherata. Una vera e propria rivoluzione rispetto al rapporto classico tra Paperinik e Paperinika e che sarebbe bello venisse, finalmente, introdotto all'interno delle storie dei personaggi originali. Un po' come è avvenuto con Batman e Catwoman.
venerdì 12 maggio 2023
Paralipomeni di Alice: Una dimostrazione triangolare
Nell'ultimo articolo delle dimostrazioni senza parole vi avevo lasciato in sospeso circa la dimostrazione formale della seguente identità:
\[(4 T_n - n)^2 + \cdots (4 T_n)^2 = (4 T_n + 1)^2 + \cdots + (4 T_n+n)^2\]
che utilizzando il formalismo della sommatoria può essere scritta come segue:
\[\sum_{i=0}^n (4 T_n - i)^2 = \sum_{i=1}^n (4 T_n + i)^2\]
Visto che, in un certo senso, c'era una domanda in sospeso, nonostante quell'articolo non apparteneva alla serie dei Rompicapi, mi è sembrato giusto riprendere la dimostrazione promessa all'interno dei Paralipomeni: d'altra parte sono anche convinto che questo problema avrebbe stuzzicato sicuramente la mente di Lewis Carroll. Per cui, procediamo!
giovedì 11 maggio 2023
Collezione Disney #9: Il Topolino inesistente
Per il nono appuntamento con la serie collezionistica Disney, vi mostro un paio di interessanti proposte con cui il Papersera ha festeggiato il raggiungimento dello storico traguardo del Topolino #3000: l'edizione farlocca del #1370, un Topolino inesistente per via di uno sciopero, come spiego nel video, e il volume della Biblioteca del Papersera dedicato al #3000 dove, peraltro, è presente anche un mio articolo dedicato a Giuseppe Dalla Santa, che ho ripubblicato nella serie dei Ritratti.
Sto valutando la possibilità di pubblicare nei prossimi giorni anche gli sfogliatopi completi sia del Topolino inesistente sia del volumone del Papersera.
Per chi volesse provare a recuperare il volumone (cosa che non è per nulla scontata) vi segnalo la pagina con tutte le pubblicazioni della Biblioteca.
E ora, il video:
Sto valutando la possibilità di pubblicare nei prossimi giorni anche gli sfogliatopi completi sia del Topolino inesistente sia del volumone del Papersera.
Per chi volesse provare a recuperare il volumone (cosa che non è per nulla scontata) vi segnalo la pagina con tutte le pubblicazioni della Biblioteca.
E ora, il video:
mercoledì 10 maggio 2023
La dittatura del calcolo
Nonostante il titolo faccia pensare al contrario, La dittatura del calcolo di Paolo Zellini propone al lettore innanzitutto un punto di vista storico differente del calcolo, dell'algoritmica e, più in generale, della matematica, e solo dopo un punto di vista filosofico. D'altra parte, per poter giustificare la critica insita nel titolo stesso, raccontare lo sviluppo storico di queste discipline è, probabilmente, il modo migliore in assoluto.
Questo, in pratica, rende il testo di Zellini innanzitutto un ottimo testo di divulgazione matematica, sicuramente snello, visto che si concentra su una porzione della sua storia e su come questa abbia influenzato non solo la vita moderna, ma anche lo sviluppo stesso della ricerca in matematica.
Argomenti come l'infinito, la logica, la ricerca dei fondamenti, si ritrovano intrecciati con qualcosa che apparentemente sembra distante da essi come la ricerca della miglior procedura per portare a termine un calcolo, eppure, nonostante sia poco evidente, i primi sono stati fondamentali per lo sviluppo degli algoritmi, modificando il modo stesso di pensare dei matematici ben prima che gli algoritmi propriamente detti entrassero nel nostro linguaggio.
La critica insita nel testo, ad ogni modo, non è tanto centrata sugli strumenti dell'algoritmica e del calcolo digitale, ma sull'importanza che viene data a essi, ritenuta in qualche modo eccessiva nonostante la loro grande efficacia.
Questo, in pratica, rende il testo di Zellini innanzitutto un ottimo testo di divulgazione matematica, sicuramente snello, visto che si concentra su una porzione della sua storia e su come questa abbia influenzato non solo la vita moderna, ma anche lo sviluppo stesso della ricerca in matematica.
Argomenti come l'infinito, la logica, la ricerca dei fondamenti, si ritrovano intrecciati con qualcosa che apparentemente sembra distante da essi come la ricerca della miglior procedura per portare a termine un calcolo, eppure, nonostante sia poco evidente, i primi sono stati fondamentali per lo sviluppo degli algoritmi, modificando il modo stesso di pensare dei matematici ben prima che gli algoritmi propriamente detti entrassero nel nostro linguaggio.
La critica insita nel testo, ad ogni modo, non è tanto centrata sugli strumenti dell'algoritmica e del calcolo digitale, ma sull'importanza che viene data a essi, ritenuta in qualche modo eccessiva nonostante la loro grande efficacia.
martedì 9 maggio 2023
Vite di scienza #3: Galileo Galilei
E arriva anche questo in ritardo (almeno non ho comunicato date di uscita, quindi lo so solo io di quanto in ritardo!) il terzo episodio di Ritratti. Vite di scienza, il podcast che ho iniziato un paio di mesi fa, a marzo. E ho pensato bene di dedicare la puntata di maggio a Galileo Galilei, partendo dal testo principale del mio e-book dedicato allo scienziato pisano, che ho costituito come somma di miei vari articoli sparsi insieme con un paio di articoli di Marco Fulvio Barozzi. In effetti dovrei anche aggiornare qualcosa nella parte che mi compete dell'e-book sopra detto, visto che quanto racconto nel podcast presenta alcune aggiunte e aggiornamenti, ma penso che mi ci dedicherò con calma.
Per quel che riguarda la colonna sonora questo mese ho fatto una scelta ben precisa: visto che il padre di Galileo, Vincenzo Galilei, era un musicista, sono andato a cercarmi esecuzioni delle sue opere, trovando il Fromino nell'esecuzione al liuto di Evangelina Mascardi e Frédéric Zigante. Dopo tutte queste parole introduttive, vi lascio al podcast che, come già per la puntata precedente, potete tranquillamente "ascoltare" su YouTube se vi viene più comodo!
Per quel che riguarda la colonna sonora questo mese ho fatto una scelta ben precisa: visto che il padre di Galileo, Vincenzo Galilei, era un musicista, sono andato a cercarmi esecuzioni delle sue opere, trovando il Fromino nell'esecuzione al liuto di Evangelina Mascardi e Frédéric Zigante. Dopo tutte queste parole introduttive, vi lascio al podcast che, come già per la puntata precedente, potete tranquillamente "ascoltare" su YouTube se vi viene più comodo!
lunedì 8 maggio 2023
Topolino #3519: Numero triangolare
Il riferimento del titolo non è legato a 3519, che non è un numero triangolare, ma alla nuova storia di Newton & Pico in viaggio nel sapere, Che numero! di Giorgio Fontana e Simona Capovilla. Protagonista della storia è Carl Friedrich Gauss, definito come il più grande matematico di sempre. Cosa che sarebbe in qualche modo corretta, anche se qualcuno potrebbe anche avere qualcosa da obiettare, tipo Leonhard Euler.
A parte queste diatribe, la storia prende le mosse da un particolare aneddoto non verificato: quando il piccolo Gauss aveva appena 9 anni, la sua classe era piuttosto turbolenta, così il maestro J.G. Büttner gli impose un esercizio particolarmente lungo: sommare i primi cento numeri naturali. Il problema, almeno per Büttner, fu che Gauss risolse piuttosto velocemente il problema. Il bimbetto, infatti, notò che i numeri da 1 a 100 possono essere raccolte in coppie di estremi: 1 con 100, 2 con 99, 3 con 98, e così via. E la somma di ogni coppia è pari a 101. Di queste coppie ne esistono 50, per cui la somma è il prodotto tra 101 e 50, quindi 5050.
In effetti dietro questo ragionamento c'è la definizione analitica o aritmetica dei numeri triangolari: \[T_n = \frac{n(n+1)}{2}\] Quindi il primo numero triangolare è \(T_1 = 1\), quindi \(T_2 = 3\), \(T_3 = 6\), eccetera. E in particolare \(T_{100} = 5050\).
A parte queste diatribe, la storia prende le mosse da un particolare aneddoto non verificato: quando il piccolo Gauss aveva appena 9 anni, la sua classe era piuttosto turbolenta, così il maestro J.G. Büttner gli impose un esercizio particolarmente lungo: sommare i primi cento numeri naturali. Il problema, almeno per Büttner, fu che Gauss risolse piuttosto velocemente il problema. Il bimbetto, infatti, notò che i numeri da 1 a 100 possono essere raccolte in coppie di estremi: 1 con 100, 2 con 99, 3 con 98, e così via. E la somma di ogni coppia è pari a 101. Di queste coppie ne esistono 50, per cui la somma è il prodotto tra 101 e 50, quindi 5050.
In effetti dietro questo ragionamento c'è la definizione analitica o aritmetica dei numeri triangolari: \[T_n = \frac{n(n+1)}{2}\] Quindi il primo numero triangolare è \(T_1 = 1\), quindi \(T_2 = 3\), \(T_3 = 6\), eccetera. E in particolare \(T_{100} = 5050\).
venerdì 5 maggio 2023
Perso tra gli scacchi
Eh già. In questo perdermi tra gli scacchi mi sono dimenticato di tediarvi un po' in questi giorni qui su DropSea. Mi sono perso, poi, tra i meandri del fare e rifare la nuova puntata di Ritratti, il podcast (che è in ritardo, ovviamente, o almeno in ritardo sul mio programma, che mi sto guardando bene dal comunicare!). E mi sono pure perso di raccontarvi qualcosa sul mondiale di scacchi, che si è svolto ad Astana, in Kazakistan, e si è concluso ormai da quasi una settimana. Ha vinto il cinese Ding Liren, che se Magnus Carlsen non avesse deciso di non difendere il titolo, non ci sarebbe nemmeno stato (e alla fin fine per Nepo non sarebbe cambiato nulla...). E la prima dichiarazione, o quanto meno una delle prime dichiarazioni del neo campione del mondo degli scacchi è stata:
Una delle prime cose che voglio fare ora è andare a Torino a vedere la Juventus.Che poi, in fondo, i gusti sono gusti e se gli piace il calcio, e la Juventus, alla fine va bene lo stesso!
lunedì 1 maggio 2023
Topolino #3518: Dispersi
Alla ricerca di un titolo che potesse sintetizzare al meglio il Topolino #3518, la cui recensione arriva in ritardo per quanto raccontato ieri, ecco l'idea che mette insieme tutto, o quanto meno le prime due storie a sommario: il primo episodio della cover story Le isole della cometa di Pietro Zemelo e Alex Bertani per i disegni di Nico Picone e Una traversata pericolosa, primo episodio di una nuova storia temporale, La via della storia di Francesco Artibani e Alessandro Perina.
Partiamo dalla storia d'apertura: il titolo del primo episodio, Flight oo1, ha una evidente ispirazione manga, visto che molti fumetti giapponesi presentano come titoli non il classico "Capitolo 1, 2 ecc.", ma un nome che in qualche modo è legato alla tematica della storia. In questo caso è evidente il riferimento, visto che il protagonista, Mick, interpretato ovviamente da Topolino, viaggia su un piccolo aereo che, a causa di una tempesta, è costretto a un atterraggio di fortuna su una delle isole dell'arcipelago delle Rodent. Inizia, quindi, una storia in cui Mick prova in tutti i modi ad abbandonare l'isola di Cotton, su cui è atterrato, e l'arcipelago per un non motivo non ancora chiaro. Qui trova ospitalità presso Dippo e suo zio Salud, interpretati rispettivamente da Pippo e Sfrizzo. Tra l'altro anche Salud, che nel suo hangar ha un piccolo aereoplano che ha bisogno di riparazioni, ha un segreto nascosto legato a un personaggio omonimo del nostro Mick. I due sceneggiatori, poi, per rendere ancora più complessa la situazione, inseriscono due ricercatori, uno dei quali interpretato da Minni, che sembra stiano facendo studi geologici o qualcosa del genere nell'arcipelago.
Interessante, poi, come la presenza di una cometa nell'incipit non solo promette di essere qualcosa di più di un elemento utile per dare un bel titolo alla saga, ma fornisce un'ottima occasione per un articolo ricco di spunti e curiosità sulle comete redatto da Francesca Agrati.
Partiamo dalla storia d'apertura: il titolo del primo episodio, Flight oo1, ha una evidente ispirazione manga, visto che molti fumetti giapponesi presentano come titoli non il classico "Capitolo 1, 2 ecc.", ma un nome che in qualche modo è legato alla tematica della storia. In questo caso è evidente il riferimento, visto che il protagonista, Mick, interpretato ovviamente da Topolino, viaggia su un piccolo aereo che, a causa di una tempesta, è costretto a un atterraggio di fortuna su una delle isole dell'arcipelago delle Rodent. Inizia, quindi, una storia in cui Mick prova in tutti i modi ad abbandonare l'isola di Cotton, su cui è atterrato, e l'arcipelago per un non motivo non ancora chiaro. Qui trova ospitalità presso Dippo e suo zio Salud, interpretati rispettivamente da Pippo e Sfrizzo. Tra l'altro anche Salud, che nel suo hangar ha un piccolo aereoplano che ha bisogno di riparazioni, ha un segreto nascosto legato a un personaggio omonimo del nostro Mick. I due sceneggiatori, poi, per rendere ancora più complessa la situazione, inseriscono due ricercatori, uno dei quali interpretato da Minni, che sembra stiano facendo studi geologici o qualcosa del genere nell'arcipelago.
Interessante, poi, come la presenza di una cometa nell'incipit non solo promette di essere qualcosa di più di un elemento utile per dare un bel titolo alla saga, ma fornisce un'ottima occasione per un articolo ricco di spunti e curiosità sulle comete redatto da Francesca Agrati.