martedì 31 dicembre 2019

Ritratti: Carl Ludwig Siegel


Carl Ludwig Siegel a Gottinga nel 1975
Figlio di un postino, Carl Ludwig Siegel sognava di diventare un astronomo. Nato l'ultimo giorno dell'anno di grazia 1896 a Berlino, nel pieno della prima guerra mondiale, il 1915, si iscrive alla Humboldt Universität, la più antica delle quattro università della sua città natale. Qui segue i corsi di Ferdinand Georg Frobenius e di Max Planck, a proposito dei quali scrive(2):
Conducendo personalmente [le lezioni di eservitazione], i professori potevano vedere, dopo solo poche lezioni, quali degli studenti erano maggiormente dotati nei lavori che consegnavano loro, e i professori potevano dirigere il loro lavoro di conseguenza. Questo è il modo con cui io stesso sono entrato in contatto con i miei insegnanti Frobenius e Planck.
Fu proprio Frobenius a indirizzarlo verso lo studio della teoria dei numeri, che sarebbe diventato il suo campo di ricerca principale nel corso della sua carriera accademica.
Ad ogni modo la sua strada venne bruscamente interrotta dalla chiamata alle armi: era il 1917 e l'esercito tedesco provò in tutti i modi a renderlo un bravo soldato, ma Siegel non amava quella vita, così alla fine venne congedato come uno dei più grandi fallimenti del potente esercito germanico. Ovviamente per Siegel questo fu un piccolo successo!

lunedì 30 dicembre 2019

I rompicapi di Alice: Un complicato problema di fusione

Uno dei miei giochi per smartphone preferiti è Triple Town. E' classificato come match-three game, evoluzione dei tile-matching game. Il gameplay di base di questo genere di giochi è abbastanza semplice: si prendono tre o più oggetti simili, li si avvicinano e possono succedere due cose differenti, o scompaiono o vengono sostituiti, come nel caso di Triple Town, da una loro versione evoluta.
Un po' di storia
I tile-matching game iniziano la loro storia nel mondo videoludico a partire dal famoso Tetris e simili, dove si devono incastrare una dentro l'altra delle forme geometriche. Quando una riga nella plancia di gioco, di base una griglia rettangolare $n \times m$, è occupata completamente da celle piene, questa riga scompare, liberando spazio per riempire una nuova riga.
Il primo dei match-three game propriamente detti è Shakiri, sviluppato nel 1994 su MS-DOS dal programmatore russo Eugene Alemzhin(1). L'obiettivo del gioco è accostare tre o più palle dello stesso colore lungo una linea, orizzontale o verticale. Per ottenere tale obiettivo, bisogna spostare una palla da una posizione a una adiacente. Nel caso in cui si ottiene una serie di tre o più palline simili, queste scompaiono mentre il punteggio del giocatore aumenta, altrimenti le palline spostate ritornano nelle posizioni originali. Quando le palline vengono rimosse, il loro posto viene preso da un numero uguale di palline, ma con colori casuali. Il gioco si conclude quando non è più possibile compiere mosse sulla griglia.
Il primo è più famoso clone(2) di Shakiri è Bejeweled della PopCap Games, rilasciato nel 2001, dove alle palline vengono sostituite delle gemme colorate. La fama del gioco è stata successivamente superata da Candy Crush Saga, sviluppato dalla King per Facebook e rilasciato nell'aprile del 2012.
Limitandosi al gioco delle gemme è possibile tracciare una sorta di albero genealiìogico del gioco(3):

domenica 29 dicembre 2019

Topolino #3344: Nel segno di Babbo Natale

A causa delle feste, ho potuto acquistare il Topolino di questa settimana solo dopo Natale, così arrivo buon ultimo nel racconto delle imprese natalizie dei personaggi disneyani. In particolare il numero di Natale presenta un doppio Babbo Natale, in apertura e in chiusura di numero. Partiamo con la terza e ultima parte de Il condono natalizio.
L'asteroide di Natale
Sappiamo che una cometa altro non è che un insieme di ghiaccio e polvere. La sua coda luminosa è generata dal gas che viene spinto lontano dal vento solare. Dunque cosa c'è di meglio che sostituire la stella cometa con uno di questi oggetti cosmici? E magari descrivere il suo impatto con la Terra nelle due pagine d'apertura?
Ovviamente a rovinare la scientificità della drammatica descrizione così ben scritta da Tito Faraci può pensarci un solo personaggio di tutto il cast disneyano: Gastone Paperone e il suo immenso carico di fortuna. Così un asteroide che all'impatto con l'atmosfera si sgretolerebbe, lasciando una piccola palla da tennis fumante al centro di un cratere, finisce nel giardino di Gastone lascindo una pepitona d'oro deformata dal calore dell'attrito con l'atmosfera in una forma che sembra quella di una scultura moderna, permettendo così al fortunatissimo cugino di Paperino di ottenere una cifra ben superiore al valore nominale dell'oggetto stesso!
Questo inizio non può che confermare quanto di buono scritto sulle puntante precedenti della storia, magistralmente disegnata da Stefano Intini, così non mi resta che restare in contemplativo silenzio e saltare all'ultima storia del numero.

sabato 28 dicembre 2019

Le grandi domande della vita: Speciale astronomo risponde 2019

Ho cercato in tutti i modi di evitare di rispondere alle domande della rubrica de L'astronomo risponde su Edu INAF, ma in questo 2019 alla fine ben due articoli di questa rubrica sono usciti a mio nome, uno dedicato alla durata di un possibile viaggio interstellare e l'altro dedicato alla stella più grande. Andiamo con ordine e pariamo verso le stelle:
In viaggio verso Proxima Centauri b
La domanda è relativa al tempo che servirebbe per viaggiare verso una meta interstellare relativamente vicina a noi. Per questo prendiamo in considerazione Proxima Centauri, una nana rossa a circa 4.2 anni luce dalla Terra nella zona di cielo occupata dalla costellazione del Centauro. Intorno a questa stella si trova un pianeta extrasolare, Proxima Centauri b, la cui scoperta è stata annunciata dall'ESO nel 2016 e che si trova nella zona abitabile della stella. Tra l'altro il pianeta è già stato protagonista di un piccolo giochino matematico con le serie numeriche a metà strada tra Buzzati e la fantascienza. Ad ogni modo, per raggiungere la stella, viaggiando alla velocità della luce, $c$, ovvero 300000 km/s, impiegheremmo all'incirca 4 anni, 2 mesi e un paio di settimane.
Mentre viaggiamo verso Proxima Centauri il tempo sulla Terra trascorre in maniera differente rispetto a noi che siamo nell'astronave, come spiegava molto bene Carl Sagan nel libro Intelligent life in the universe(1). Per capire questa differenza di tempo ci viene in aiuto la relatività speciale di Albert Einstein. Uno dei risultati di tale teoria è che per un corpo in movimento il tempo si dilata, in sostanza si invecchia di meno rispetto a chi rimane fermo.
Per avere un'idea di tale differenza, supponiamo che la nostra astronave viaggi a una frazione della velocità della luce, diciamo $0.8 \, c$. Questo vuol dire che, per i nostri amici rimasti sulla Terra, la durata del nostro viaggio sarebbe all'incirca di 10 anni, 5 per l'andata e 5 per il ritorno. Per noi che restiamo sull'astronave, invece, il viaggio durerebbe all'incirca 6 anni, 3 per l'andata e 3 per il ritorno. Questa differenza è dovuta al rapporto tra il tempo proprio dell'astronauta, $t_{astronauta}$, e il tempo misurato sulla Terra, $t_{Terra}$, che alla velocità di $0.8 \, c$ è

lunedì 23 dicembre 2019

Haumea: il pianeta nano di Babbo Natale

Ci sono, in giro per il nostro sistema solare, alcuni oggetti rocciosi la cui scoperta ha causato il declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano. Il primo di questi fu Eris, dalla dea della discordia, che di fatto scatenò la discussione e la... discordia tra gli astronomi: il punto del contendere era essenzialmente lo status di Plutone e il nuovo nome che gli sarebbe dovuto essere assegnato. Gli astronomi statunitensi della NASA erano, infatti, preoccupati che la spesa per spedire New Horizons verso i confini estremi del Sistema Solare venisse accettata in maniera più languida rispetto a quello che sarebbe stato con Plutone pianeta.
Tra gli oggetti che generarono tutta questa discussione si contano anche altri corpi classificati come pienati nani: l'asteroide Cerere, o gli altri due pianeti nani della fascia di Kuiper, entrambi con nomi hawaiani: Makemake e Haumea. In particolare quest'ultima è la dea hawaiana della fertilità, anche se il primo nome di questo pianeta nano era stato Santa, poiché il team del Caltech che lo osservò per primo scoprì Haumea il 28 dicembre del 2004.
Dalla forma schiacciata, Haumea possiede anche due piccoli satelliti, Hi'iaka e Nāmaka, come i due figli della dea hawaiana, che sono i due puntini luminosi leggermente più piccoli nella foto scattata dal telescopio spaziale Hubble. Mi sarebbe, però, piaciuto presentarvi una bella immagine a una buona definizione, ma non ne possediamo, nonostante il titolo dell'articolo che vi propongo qui sotto, che è stato decisamente fuorviante!
Come poi avrete modo di vedere, cliccando sui link qui sopra, l'occasione di questo breve post nasce anche dal Calendario dell'avvento astronomico che vedrà domani la pubblicazione dell'ultima scheda astronomica, e non solo per la coincidenza con le festività natalizie e la scoperta di Haumea.
Dumas, C., Carry, B., Hestroffer, D., & Merlin, F. (2011). High-contrast observations of (136108) Haumea-A crystalline water-ice multiple system. Astronomy & Astrophysics, 528, A105. doi:10.1051/0004-6361/201015011 (arXiv)

domenica 22 dicembre 2019

Topolino #3343: Il segreto dell'avventura

Non voglio affermare che il mio giudizio sia quello definitivo, ma quando in un numero arrivano due storie con due caratterizzazioni profondamente differenti del rapporto Paperino-Paperone e una in particolare risulta come acqua fresca rispetto a quella più celebrata, forse si dovrebbe iniziare a tornare un po' sui propri passi.
Videogioco familiare
La sfida del fiume d'oro inizia in maniera al tempo stesso solita e inconsueta: Paperone e Paperino stanno litigando, ma quest'ultimo, senza cedere al ricatto della lista dei debiti, si rifiuta di partire con lo zio per l'ennesima impresa che potrebbe portargli molta fatica e pochi introiti. Poi ecco la novità: un'altra coppia di zio e nipote, famosi per una nota trasmissione televisiva d'avventura, invita Paperone e Paperino ad affrontare una sfida per la coppia d'avventura migliore.
Da questo punto in poi il soggetto di Pietro Zemelo si sviluppa per ritmo e struttura come un vero e proprio videogioco, ma il senso di tutta la storia è proprio quello di approfondire il rapporto tra Paperino e Paperone facendoli confrontare con due loro omologhi, tutti apparenza e poca sostanza. Il punto forte della storia è proprio quello di restare prossimo a un rapporto conflittuale, ma non violento o vendicativo come molto spesso mostrato su Topolino, incluso questo stesso numero. Anzi Paperino riscopre nel corso della storia il gusto per l'avventura e Paperone il valore del suo stesso nipote. E' emblematica in questo senso l'ultima vignetta di pagina 95, rappresenta quel guizzo che Paperino mostra in molte delle storie migliori di Topolino e viene magistralmente completata dalla scena mostrata tre pagine dopo, poco prima della conclusione della sfida.
Il tutto viene completato dagli ottimi disegni di Roberto Marini, disegnatore che apprezzo particolarmente e che in questa occasione mi sembra sia andato su un livello molto alto, dimostrando di essere stato il primo ad apprezzare il soggetto di Zemelo.
Oso dire che, a mio gusto, tutto ciò la rende la storia migliore del numero.

sabato 21 dicembre 2019

Città oscura

Peter Milligan è uno dei molti sceneggiatori britannici che hanno invaso il mercato supereroistico statunitense. Al pari di autori come Alan Moore e Neil Gaimann, ha iniziato la sua carriera su 2000 AD, per poi vedere la sua carriera svilupparsi soprattutto negli Stati Uniti, in particolare sugli albi della DC Comics, dove si divise tra i supereroi classici e gli albi dell'etichetta Vertigo. Tra i supereroi su cui lo scrittore ebbe modo di lavorare si conta anche Batman, per cui scrisse le storie sia su Detective Comics, sia su Batman. Alcune di queste storie sono state raccolte in Dark Knight, Dark City, stampato in italia dalla RW Lion, attuale licenziatario DC Comics, nel volume Cavaliere Oscuro, città oscura. In particolare la storia che da il titolo al volume, Città oscura, vicenda in tre parti disegnata da Kieron Dwyer gioca un ruolo fondamentale nella storia pre New 52 del personaggio. Quando, infatti, Grant Morrison lavorò sul personaggio, nella saga che riportò in vita Bruce Wayne dopo averlo "ucciso", integrò proprio la saga mistica di Milligan nella storia ufficiale del personaggio, legando le origini di Batman al demone dalle fatezze pipistrellesche ideato dal suo collega britannico.
Ritroviamo, però, la caratteristica misticheggiante di Città oscura anche nelle altre storie del volume, come L'erba famelica, dove le chine di Steve Leialoha forniscono una marcia in più ai disegni di Jim Aparo, un nervosismo in linea con il soggetto di Milligan.
La storia in due parti, Il golem di Gotham, ha purtroppo una sua forte attualità con il soggetto che si concentra sulle idee razziste e fasciste tuttora presenti negli Stati Uniti, ma non solo, mentre è molto più classica E il boia indossava i tacchi a stiletto, un vero e proprio noir narrato da Batman in prima persona con una spruzzata alla Dick Tracy. Entrembe queste storie, sempre disegnate da Aparo, vedono Mike De Carlo alle chine, che non modifica in maniera eccessiva il tratto del siegnatore titolare. Il volume viene concluso dalla psicologica Crisi d'identità, disegnata dal sempre ottimo Tom Mandrake, il cui tratto è perfetto per l'intensità narrativa della storia di Milligan.
Nel complesso un ottimo volume che fornisce uno spaccato interessante per uno dei supereroi più famosi e amati del fumetto supereroistico.

giovedì 19 dicembre 2019

SETI fallirà (o forse ci estingueremo prima)

Mi hanno segnalato un interessante articolo, uscito su arXiv in questi giorni ma effettivamente pubblicato nel 2002, e scritto da Benjamin Zuckerman. L'autore mette in fila una serie di osservazioni per cui il progetto SETI finirà inevitabilmente per fallire. Senza togliervi il gusto per la lettura dell'articolo, vorrei semplicemente ricordare come allo stato attuale delle nostre conoscenze sia altamente probabile che una specie come la nostra si estingua ben prima di riuscire a sviluppare una tecnologia in grado di permetterle di abbandonare il proprio pianeta natale.
E con questa nota di ottimismo, mi sembra opportuno augurare una buona notte a tutti!

lunedì 16 dicembre 2019

La grande missione di Prendiluna

Non potevo non leggere Prendiluna in questo 2019, visto il nome della protagonista, che è anche il titolo del romanzo. Prendiluna è una simpatica signora, ormai sul viale del tramonto, che riceve, in sogno, la visita di un angelo che la invita a mettersi in viaggio con i suoi dieci gatti, i Diecimici, e il compito di darli in affidamento ad altrettante persone che, secondo il suo giudizio, meritano di averli in custodia.
La storia non è un semplice viaggio di scoperta, ma è un vero e proprio modo, ironico e divertente, di interrogarsi sulla nostra società. Sono certo un interesse e un tema abbastanza tipici dell'istrionico Stefano Benni, che in questa occasione si occupa in particolare dell'alta finanza e dei suoi deliri di onnipotenza. Benni non risparmia neanche il mondo accademico, in particolare le connivenze tra i baroni e il potere politico ed economico. Non mancano i personaggi sopra le righe, come i due ex-allievi di Prendiluna fuggiti da un manicomio... pardon, una clinica psichiatrica, o la monaca militare ultracentenaria, o il capo della setta degli Annibaliani, tale Chiomadoro, che ritiene se stesso al livello di un dio. E' interessante, in questo caso, osservare una certa vicinanza di caratterizzazione tra Chiomadoro e Alexandre Dorfmann, magnate del pretolio, uno dei personaggi di Lavoro a mano armata. Il che è qualcosa di indubbiamente molto interessante.

domenica 15 dicembre 2019

Pinelli, suicidato

La sera stessa della strage la polizia fermò 84 sospetti, tra cui Pinelli, invitato dal commissario Calabresi a precedere la volante della polizia in questura con il suo motorino per accertamenti.
Tre giorni dopo, il 15 dicembre, Pinelli si trovava ancora nel palazzo della questura. Erano abbondantemente scadute le 48 ore e il fermo era diventato illegale in quanto non convalidato dal magistrato. Durante un interrogatorio da parte di Antonino Allegra (responsabile dell'Ufficio politico della questura) e del commissario Luigi Calabresi, in presenza di quattro agenti della polizia in forza all'Ufficio Politico (Vito Panessa, Giuseppe Caracuta, Carlo Mainardi, Pietro Mucilli) e del tenente dei carabinieri (nonché agente del Sisdi) Savino Lograno, Pinelli precipitò dalla finestra dell'ufficio al quarto piano della questura in un'aiuola sottostante. Portato all'ospedale Fatebenefratelli, ci arrivò già morto.
da it.wiki

sabato 14 dicembre 2019

Topolino #3342: Inconsuete alleanze

Sommario insolitamente ricco anche quello del Topolino #3342, con ben 4 storie a puntate: la seconda e conclusiva de Il furto galattico dell'inverno (leggi la recensione della prima parte), la seconda puntata di X-Music e la prima puntata della nuova storia del Paperinik di Gervasio e della saga natalizia di Faraci. Iniziamo, però, da una sfida inconsueta.
La sfida degli assistenti

Con il nome di Battista per diversi anni sono stati identificati in Italia molti maggiordomi di Paperone, per lo più dalle fattezze barksiane, anche se leggermente differenti uno dall'altro. In quest'epoca, però, Paperone oltre al maggiordomo, aveva al soldo anche un autista e vari altri dipendenti. Mentre questa suddivisione è stata sostanzialmente mantenuta dagli autori statunitensi, in Italia si iniziò a utilizzare un maggiordomo tutto fare, cui venne affiancato nel corso degli anni una versione completamente differente rispetto alla Miss Paperett di Carl Barks. Fautore del cambiamento di visione del maggiordomo è stato Rodolfo Cimino per quel che riguarda la caratterizzazione e Giorgio Cavazzano per le fattezze definitive del personaggio.
Il primo Battista del duo compare ne L'offesa... difensiva (1971), mentre le fattezze sostanzialmente definitive del personaggio compaiono ne Il ricupero... armato (1973) a parte il colore dei capelli che era bianco per poi diventare il marrone attuale.
Anche Rockerduck, strada facendo, guadagna un assistente, il fido Lusky. Esordisce nel 1970 ne Il cibo degli dei dei fratelli Abramo e Giampaolo Barosso per i disegni di Romano Scarpa, ma è soprattutto Giorgio Pezzin a metà degli anni Settanta a utilizzarlo intensivamente e formarne il carattere fondamentalmente losco, meschino e doppiogiochista di cui è ancora oggi dotato.

venerdì 13 dicembre 2019

Alpha Tauri, l'occhio rosso del Toro

Una delle costellazioni visibili nei cieli d'inverno, a patto di trovarne qualcuno sereno, è la costellazione del Toro, posto a difesa delle Pleiadi dalle mire del cacciatore Orione. Il Toro nel cielo ha, infatti, un occhio inettato di sangue: è Alpha Tauri, meglio nota come Aldebaran.
Questa è la stella più luminosa della costellazione e la quattordiciesima tra le stelle visibili. E' una gigante arancione circa 500 volte più luminosa del Sole e quaranta volte più grande. Inotorno ad Aldebaran ruota una compagna più piccola e debole. Si trova nella stessa direzione dell'ammasso delle Iadi a 151 anni luce da noi, mentre Aldebaran si trova a poco più di 66 anni luce dalla Terra.

giovedì 12 dicembre 2019

Piazza Fontana

La strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura e che causò 18 morti e 88 feriti. Considerata «la madre di tutte le stragi», il «primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra», «il momento più incandescente della strategia della tensione» e da alcuni ritenuto l'inizio del periodo passato alla storia in Italia come anni di piombo. Per tanti aspetti si può parlare d'una storia della Repubblica prima e dopo piazza Fontana. Gli attentati terroristici di quel giorno furono cinque, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, e colpirono contemporaneamente Roma e Milano, le due maggiori città d'Italia. A Roma ci furono tre attentati che provocarono 16 feriti, uno alla Banca Nazionale del Lavoro in via San Basilio, uno in piazza Venezia e un altro all'Altare della Patria; a Milano, una seconda bomba venne ritrovata inesplosa in piazza della Scala.
da it.wiki

martedì 10 dicembre 2019

Rinnovare il mito di Leonardo

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci ha inaugurato ieri con due cerimonie, una istituzionale e l'altra pubblica ma a invito la rinnovata galleria leonardesca, cosa direi buona e giusta visto l'anno leonardesco che si sta concludendo. Sono stato, insieme con Laura Barbalini, alla serata pubblica, curiosando sul restyling più che doveroso per una galleria concepita sostanzialmente tra anni Cinquanta e Sessanta, ovvero fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1953.
La serata si è svolta tra visite libere per le sale e una serie di conferenze all'interno della Sala delle Colonne, completamente gremita. L'allestimento è indubbiamente molto scenografico e colpisce sin da subito l'idea di costruirlo in accordo con le sezioni tematiche che sono state pensate per la ristrutturazione. Delle varie scenografie allestite, quella del villaggio medioevale mi ha colpito più delle altre, non solo per la ricostruzione in se e per se, ma soprattutto per la presenza di alcune nicchie al cui interno sono nascosti degli schermi che, nel momento in cui il visitatore si avvicina, fanno comparire dei personaggi che raccontano un pezzetto della storia di Leonardo a Milano.

lunedì 9 dicembre 2019

Il cielo e la chimica dell'universo

Per questo mese di dicembre l'Osservatorio Astronomico di Brera chiude il 2019 con due proposte interessanti, l'ultima conferenza del ciclo dei Cieli di Brera e un evento organizzato insieme con la Royal Society of Chemistry - Italia. Iniziamo con:
Fast Radio Burst e molto altro: il cielo osservabile da SKA:
Lo Square Kilometre Array (SKA) sarà il più grande radiotelescopio per l'osservazione del cielo alle basse frequenze dello spettro elettromagnetico. Attraverso l'utilizzo simultaneo di migliaia di antenne localizzate in Australia e in Sud Africa, gli astronomi potranno osservare le diverse fasi di formazione ed evoluzione delle sorgenti luminose, a partire dall'"alba del cosmo", epoca, ad oggi, totalmente inesplorata. Chiara Ferrari, astronoma all’Osservatorio della Costa Azzurra, ci accompagnerà attraverso una panoramica dello sviluppo di questo progetto mondiale, illustrando alcune scoperte recenti nel campo della radioastronomia (come i Fast Radio Burst) che ne anticipano l'enorme potenziale scientifico.
Vediamo chi è Chiara Ferrari: direttrice di SKA-France e rappresentante scientifica per la Francia al Board dell'Organizzazione SKA. Ha conseguito la Laurea in Astronomia all'Università di Bologna nel 1999 ed il Dottorato di Ricerca all'Università di Nizza nel 2003. Dal 2008 ha una posizione permanente all’Osservatorio della Costa Azzurra. Interessata da anni allo studio della formazione delle grandi strutture dell’Universo ed all'emissione radio diffusa ad esse associata, è oggi fortemente implicata nella preparazione tecnica e scientifica dello Square Kilometre Array (SKA).
Per chi non potrà essere fisicamente a Brera, è possibile seguire la conferenza in streaming su YouTube.
L'altro evento, invece, è la Christmas Lecture della Royal Society of Chemistry dal titolo Polvere di stelle. La chimica dell'universo:
Quanta chimica c'è intorno a noi? La sezione italiana della Royal Society of Chemistry, in collaborazione con l'INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, organizza all'Università degli Studi di Milano una delle sue celebri Christmas lecture per scoprire la chimica che c'è nelle stelle.
Ilaria Arosio e Gabriele Ghisellini ci spiegheranno dove hanno origine gli elementi chimici che compongono ciò che ci circonda, partendo dalle prime pioniere di questi studi fino alle più recenti ricerche nell'ambito dell'astrofisica.
Ingresso libero fino a esaurimento posti, previa compilazione del form.

domenica 8 dicembre 2019

Topolino #3341: A ritmo di musica

E così il lavoro di Claudio Sciarrone con Foglie rosse era effettivamente, anche se marginalmente, collegato con il progetto di Bruno Enna con i nipotini. Inizia questa settimana X-Music, una storia sui talent show di genere musicale, che vede protagonisti la banda di Quo e quella di Tip e Tap, che si confrontano in terreno neutro, Calisota City, sede, appunto, di X-Music.
Le audizioni
Dopo l'ottimo lavoro con Young Donald Duck, Marco Mazzarello torna a disegnare una storia di genere adolescenziale, dove indubbiamente si sbizzarrisce. Riesce in modo abbastanza naturale a seguire la direzione grafica di Sciarrone per Tip e Tap, ma non utilizza tale punto di partenza per rinfrescare un po' gli altri personaggi, in particolare i nipotini di Paperino. Nel complesso, però, Mazzarello compie un ottimo lavoro, seguendo con il suo tratto rotondo e dinamico l'altrettanto dinamica e divertente sceneggiatura di Enna. Questa presenta diverse piccole divertenti gag che mettono alla berlina il mondo dei reality e i suoi protagonisti, senza dimenticare gli influencer, che all'interno di X-Music, votano in funzione dei like ricevuti sui social. Ovviamente, visto che in questo genere di programmi bisogna costruire conflitti, Enna inserisce anche i veri antagonisti dei giovani artisti: gli autori del programma che già iniziano a pensare a modi su come indirizzare X-Music sui binari a loro più utili. Vedremo come si evolverà questa situazione nelle prossime puntate.

sabato 7 dicembre 2019

L'isola dei cani

Uscito nel 2018, L'isola dei cani è il secondo lungometraggio in stop motion per Wes Anderson dopo Fantastic Mr. Fox del 2009. La storia è presto detta: nel 2038 un'epidemia colpisce la popolazione canina del Giappone. I cani, per evitare che la malattia passi all'uomo, vengono allontanati dai loro piccoli padroni per essere esiliati sulla così detta "isola dei cani". Per non dare adito a favoritismi, Kobayashi, sindaco di Megasaki, invia come primo cane sull'isola Spots, amico e guardia del corpo del nipote Atari, orfano dei genitori. Il bambino, però, dopo sei mesi, ruba un aeroplano per raggiungere l'isola dei cani e riportare a casa il suo amato Spots.
Inizia una lunga peregrinazione all'interno di questo ben strano ecosistema sociale che i cani hanno creato. In questo caso Anderson è attento alla caratterizzazione dei due mondi: mentre Atari e tutti gli altri esseri umani parlano il giapponese, i cani discutono tra loro in canino, reso nella nostra edizione in italiano e, ovviamente, in altre lingue nelle altre edizioni.
Ovviamente quella narrata da Anderson è una storia di amicizia, di sfida alle regole, di ricerca di una via alternativa per risolvere i problemi, di lotta contro la corruzione, di sopravvivenza, di comunità e non potrebbe essere diversamente, raccontata con il solito tocco di ironia tipico del regista. Non mi dilungo di più su un film di un anno fa, ma ne scrivo essenzialmente perché giusto qualche mese fa è arrivato in Italia il manga che ne porta su carta la vicenda. L'autore è Minetaro Mochizuki, uno dei miei mangaka preferiti, che però alla resa dei conti con questo volume risulta deludente per molti aspetti. Da un lato l'eccessiva semplificazione della storia, ridotta a una settantina di pagine, dall'altro il seguire una storia di altri di fatto impedisce a Mochizuki di adottare temi e stile a lui più consoni.
Altro aspetto un po' traballante sono i testi, che non sempre riescono a catturare l'essenza dei dialoghi di Anderson, mentre il ritmo narrativo risulta eccessivamente sostenuto. Infine si perde un po' l'importanza dei cuccioli in generale per la crescita dei bambini, se non attraverso il solo Atari, mentre il finale del film viene completamente ignorato. Certo c'è da dire che rispetto alla pellicola il messaggio di accoglienza nella storia di Mochizuki risulta decisamente esplicito, grazie a una delle ultime battute del manga:
Credo che sforzarsi di comprendere il prossimo sia la via giusta per diventare persone migliori.
E questo è un merito non indifferente.

venerdì 6 dicembre 2019

La vera storia di Long John Silver

[I pirati] avevano una regola, che nessuno era superiore agli altri, né nella vita né in faccia alla morte.
Si potrebbe sintetizzare il romanzo di Njorn Larsson con questa citazione, che riassume tutto il senso anarchico, ma anche romantico della categoria dei pirati.
La pirateria ha una storia antica e si origina sin dai tempi dagli antichi Greci e Romani: famosi i pirati di Asterix oppure quelli fenici, decisamente più reali dei simpatici e sfortunati navigatori ideati da Goscinny e Uderzo. I pirati più famosi, però, sono quelli saraceni, per via delle crociate, e quelli oggi più genericamente identificati come "pirati dei Caraibi".
E' a quest'ultima categoria che pensa Robert Louis Stevenson quando scrive L'isola del tesoro, una bellissima e appassionante avventura in cui emergono, in particolare, due personaggi, il giovane Jim Hawkins, narratore di quasi tutto il romanzo, e l'istrionico Long John Silver, cuoco di bordo, quartiermastro, pirata e personaggio dalla caratterizzazione ambigua e, per questo, molto interessante e profonda.
Il problema, però, un po' come accadde al Watchmen di Alan Moore, è che la figura del pirata quando viene ripresa da altri scrittori si cristallizza nella sua rappresentazione esteriore, molto simile a quella di Silver, e non nella profondità e sfaccettatura del personaggio. Ed è proprio quella che Larsson recupera con La vera storia del pirata Long John Silver.

giovedì 5 dicembre 2019

Lavoro a mano armata

Viviamo in tempi interessanti. Viviamo in una situazione di crisi perenne. Nulla è realmente stabile e chiunque può ritrovarsi senza un lavoro, più o meno all'improvviso. Anche chi vi scrive e non solo voi che mi leggete. Semplicemente, al momento, siamo fortunati nella condizione in cui viviamo. Si può, allora, partire da una situazione ipotetica, ma non troppo, come un uomo che ha perso il suo lavoro a causa del fallimento della sua azienda. Che ogni giorno si reca all'ufficio di collocamento, il pomeriggio, sperando di trovare un impiego coincidente con le sue competenze, ma che nel frattempo, per non sentirsi completamente inutile, si alza ogni mattina prima del sorgere del sole per andare a smistare pacchi. Poi perde anche quest'unica, piccola entrata, perché non ci sta a vedere calpestati i suoi ben pochi diritti. Purtroppo questi diritti, al momento, valgono poco, così deve piegare la testa e rischiare di dover pagare (o far pagare alla moglie e alle figlie) i presunti danni arrecati all'azienda. E questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
Alain Delambre, da qui in poi, mostra una determinazione abbastanza difficile da comprendere per tutti coloro che gli stanno intorno, perché non solo decide di partecipare a un ben strano gioco di ruolo organizzato per l'assunzione in una importante multinazionale petrolifera, ma porta alle estreme conseguenze questa partecipazione nel momento in cui scopre che il gioco è truccato e che il selezionatore ha organizzato il tutto in modo tale che il committente scelga la persona da lui preferita.
La storia scritta da Pierre Lemaitre è un appassionante noir alla francese in cui persino il lettore, nonostante la narrazione proceda in prima persona, ha ben chiari tutti gli aspetti della vicenda fino a che questa non si conclude. Certo, Delambre non è l'unica voce narrante: Lemaitre, infatti, gli affianca l'esperto della sicurezza per il gioco di ruolo messo in scena per l'assunzione, ma quando la palla del narratore torna a Delambre, questi è decisamente molto parco con le informazioni, e questo in effetti fornisce alla vicenda una certa imprevedibilità, che unita allo stile dinamico e diretto dello scrittore rende Lavoro a mano armata una lettura appassionante nonostante l'immedesimazione con il protagonista non sia certo per i suoi tratti più positivi.

mercoledì 4 dicembre 2019

E alla fine ne restò solo uno

Nel corso della sua evoluzione, il nostro Sole è destinato a diventare prima una gigante rossa e successivamente una nana bianca. Quindi studiare il comportamento di tale genere di stelle risulta particolarmente interessante per il futuro del nostro pianeta. Ciò che in realtà risulta ancora più interessante è quando questo genere di studi vengono condotti con strumenti a terra, come il Very Large Telescope. Il telescopio, costruito in Cile dall'ESO, è infatti riuscito a osservare una nana bianca, per ora identificata con la sigla WDJ0914+1914, e, soprattutto, è riuscito a scoprire tramite il metodo del transito un pianeta che le ruota intorno. Dai dati raccolti e rielaborati dagli astronomi si è visto che questo pianeta è un gigante gassoso tipo Nettuno in corso di evaporazione intorno alla stella, un po' per via delle alte temperature della stella, la cui superficie dovrebbe essere cinque volte più alta rispetto a quella del nostro Sole, un po' per via della vicinanza del pianeta, visto che il suo periodo di rivoluzione sembra essere di una decina di giorni appena.
La notizia, che è stata rilasciata da pochissimo dall'ESO, risulta secondo me particolarmente interessante nell'ottica del successore del VLT, l'Extremely Large Telescope, che avrà una risoluzione molto maggiore rispetto al VLT e dunque potrebbe arrivare molto vicino anche a vederli realmente i pianeti e non solo a catturarne gli scampoli di luce che vengono smorzati dal loro passaggio di fronte alla loro stella madre.

martedì 3 dicembre 2019

I figli del mare e delle stelle

Diretto da Ayumu Watanabe, I figli del mare è la versione cinematografica di Children of the sea, manga in cinque corposi tankobon di Daisuke Igarashi. L'opera originale è così ricca di spunti e vicende che era indubbiamente molto difficile e complicato essere fedeli fino alle virgole con il manga, e infatti molti degli eventi raccontati da Igarashi si sono persi nella trasposizione cinematografica di Watanabe, ma ciò che non si perde è l'essenza della storia e il messaggio che il mangaka ha trasmesso ai lettori: il forte legame che ci lega all'universo.
Children of the sea è, d'altra parte, caratterizzato da molte illustrazioni eccezionali ed evocative in cui questo legame viene sancito spesso, ma Watanabe decide di raccontare questo legame con una scelta a metà strada tra 2001: Odissea nello spazio e le immagini astronomiche in falsi colori diffuse da NASA ed ESA. L'intensità narrativa delle scene senza dialogo è indubbiamente paragonabile alle immagini conclusive del film di Stanley Kubrick, ma Watanabe, avendo a disposizione le immagini astronomiche cui ispirarsi, decide di non seguire il regista statunitense nella sua strada psichedelica, adottando una narrazione in qualche modo più chiara. Però siamo già sul finale del film, in questo caso, la conclusione della ricerca dei tre protagonisti, la giovane Ruka e i figli del mare Umi e Sora.

lunedì 2 dicembre 2019

Storie che contano: nel segno dei Vedovi Neri

I Rudi Mathematici sono un trio costituito da Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio che hanno deciso di seguire le orme di Martin Gardner e dedicare parte della loro attività alla matematica ricreativa. Hanno iniziato tale meritoria operazione prima con la famosa math-zine che da il nome al gruppo e che ha iniziato le pubblicazioni nel 1999, quindi con una rubrica mensile sulle pagine de Le Scienze iniziata nel 2008. A questa rubbrica affiancano anche un blog che è una delle colonne del Carnevale della Matematica.
Di tutta questa loro attività (e poi c'è qualcuno che dice in giro che quello che scrive tanto sarei io!) spiccano, in particolare, due sottogeneri: le biografie e i problemi matematici. Ed ecco, allora, la geniale idea: per il loro Storie che contano edito da Codice edizioni il formidabile trio matematico ha pensato bene di unire questi due cavalli di battaglia condendo il tutto con un po' di sana reinterpretazione artistica della materia. I tre autori, infatti, hanno scelto 8 figure di spicco della matematica e della fisica mondiali prese dagli albori della disciplina fino ai giorni nostri, affiancando loro altri protagonisti più o meno noti della storia, pur non avendo a disposizione alcuna fonte attestante che tali illustri personalità si siano mai incontrate, o, nella migliore delle ipotesi, si siano incontrare esattamente in quelle circostanze. L'idea, ovviamente, è quella di approfondire la personalità degli uomini e delle (poche) donne che hanno fatto la storia della matematica attraverso una descrizione che sia la più coerente possibile con i caratteri dei personaggi stessi, condendo il tutto con un rompicapo matematico che i tre Rudi invitano il lettore a risolvere prima di proseguire con la lettura di ciascun racconto.
D'altra parte ognuno degli 8 testi di cui è costituito il libro, decisamente molto snello e leggero, è un racconto a se stante, e quindi si può leggere Storie che contano con l'ordine che più si preferisce, visto che anche la matematica necessaria per risolvere i rompicapi non è eccessivamente complicata né legata a conoscenze presenti in altri racconti del libro.

domenica 1 dicembre 2019

Topolino #3340: Professione reporter

Riprendo il sottotitolo del Topolino #3340 dedicato al giornalismo con un articolo introduttivo di Aldo Vitali e ben due storie a tema, La navigazione istruttiva, prima storia della serie di Topolino giramondo, e Il biscotto indigesto nella serie Papersera News. Ad arricchire il numero anche una serie di redazionali a tema, oltre a un sommario abbastanza spumeggiante e divertente. Rispetto al solito, però, niente recensione separata: tutto qui su DropSea!
Topolino giramondo
Anticipata settimana scorsa da un breve prologo, arriva questa settimana la prima avventura della serie ideata da Giuseppe Zironi, La navigazione istruttiva. A realizzare questa prima avventura è lo stesso Zironi, che manda Topolino nelle vesti di reporter, in Perù, lungo il Rio Delle Amazzoni, per scattare fotografie e scrivere un reportage naturalistico.
L'idea di fondo, quella di raccontare zone del mondo non necessariamente note ai lettori, sembra non molto lontana da La montagna dei gorilla, sempre dello stesso Zironi, uscita questa estate su Topolino #3323, solo che in questa occasione il viaggio di Topolino è per lavoro e non per vacanza. Come da tradizione il protagonista si ritrova coinvolto in una situazione al limite della criminalità, ma rispetto al solito ecco che presenta i limiti del mestiere che in questo caso rappresenta: ciò che può fare è intervenire sul momento e poi impegnarsi a raccontare la situazione con i suoi articoli giornalistici.


sabato 30 novembre 2019

I rompicapi di Alice: Puntare contro il cielo

Se una pistola dovessi impugnare,
E contro il Sole dovessi sparare;
Sono certo che infine colpirebbe il bersaglio mirato,
Non prima, però, che molto tempo sia passato.
Ma se quella pallottola mutasse la sua forza,
E verso i pianeti volgesse la sua corsa;
Mai raggiungerebbe la stella più vicina,
Che è pur sempre tanto lontana.
Questa Poesia inutile e istruttiva è uno dei primi componimenti dello scrittore meglio noto come Lewis Carroll. Già a 13 anni, questa l'età a quell'epoca dell'autore di Alice nel paese delle meravigle, si può notare il suo interesse verso immagini non propriamente usuali.
Dal nostro punto di vista, i versi di Carroll ci portano verso il problema dell'abbandono della superficie terrestre, cosa che forse nella mente del bimbo era qualcosa di affascinante quanto può esserlo un viaggio su una ipotetica base lunare per un ragazzino di oggi.
Questo problema era stato posto con un'immagine analoga proprio dallo scopritore della legge di gravità, Isaac Newton. Infatti su A Treatise of the System of the World si trova il disegno di un cannone che spara un proiettile dalla cima di una montagna. Quello che succede è che, in funzione dell'inclinazione e della velocità, il proiettile può ricadere al suolo, ritrovarsi in moto circolare uniforme a meno dell'eventuale attrito atmosferico, oppure fuggire e perdersi nello spazio.

venerdì 29 novembre 2019

Le grandi domande della vita: Superinsalate sotto vuoto

Versione un po' leggera quella di questo mese de Le grandi domande della vita in cui si salta di palo in frasca dalla termodinamica, alla matematica ai supereroi.
Bollire sottovuoto
Nell'articolo di Sandro Bardelli su Edu INAF dedicato alla sopravvivenza nello spazio senza tuta spaziale, c'è anche un video interessante in cui Sandro mostra a un gruppo di studenti come sia possibile portare all'ebollizione l'acqua contenuta all'interno di un bicchiere semplicemente creando il vuoto all'interno di una campana di vetro. Domanda collaterale a quella cui risponde Bardelli è, evidentemente: come è possibile che l'acqua a temperatura ambiente inizia a bollire quando togli aria?
A fornirci un'idea interviene l'equazione dei gas perfetti: \[PV = nRT\] dove $P$ è la pressione, $V$ il volume, $T$ la temperatura, mentre $n$ ed $R$ due costanti reali positive.
Come potete vedere la temperatura è legata alla pressione, quindi ha senso supporre che la temperatura di ebollizione di un liquido dipenda, come la temperatura stessa, dalla pressione del liquido stesso. E poiché all'interno della campana l'aria viene sottratta, allora sia la pressione sia la temperatura di ebollizione si abbassano.
In realtà esiste un'equazione che lega la temperatura di ebollizione $T_B$ alla pressione $P$:

giovedì 28 novembre 2019

Wikiritratti: Alessandro Marchetti

Per una volta non vi propongo una biografia nel giorno del suo compleanno, ma semplicemente perché sono incappato nel matematico italiano Alessandro Marchetti, classe 1633, nato a Empoli il 17 marzo, concludendo i suoi giorni terreni a Pisa il 6 settembre del 1714.
La parte curiosa della sua breve biografia, però è il suo essere, in un certo senso, un pioniere dell'ateismo. Le sue idee atee e materialiste, infatti, lo fecero accusare di empietà, il che lo portò a venire inquisito dal Sant'Uffizio su istigazione del gesuita lucchese Giovanni Francesco Vanni. E non era il solo problema, per il povero Marchetti: da continuatore delle ricerche di Galileo Galilei, in particolare nel campo della meccanica, subì anche diversi attacchi dagli oppositori del suo illustre ispiratore.
Nel corso della sua carriera accademica collaborò con Vincenzo Viviani, uno degli allievi più giovani di Galilei e di Evangelista Torricelli e noto per un famoso teorema sul triangolo equilatero. Inoltre lavorò con Giuseppe Del Papa, medico e lettore di logica e filosofia a Pisa.
Le sue opere più famose nel campo della meccanica galileiana sono De resistentia solidorum e Exercitationes mechanicae, entrambe del 1669, mentre è del 1684 il saggio astronomico Della natura delle comete. Lettera scritta all'illustriss. sig. Francesco Redi.
Fu anche poeta, ma in questo campo il suo contributo più noto è la traduzione del De rerum natura di Lucrezio, pubblicata postuma nel 1717 (ma già in precedenza circolante manoscritta) con il titolo Della natura delle cose. Considerata come il manifesto del razionalismo cartesiano, la traduzione di Marchetti influì notevolmente sul gusto arcadico per la purezza della lingua e l'eleganza dello stile.

martedì 26 novembre 2019

La geometria iperbolica dei pesci di Escher

Come promesso, un po' alla volta, cercherò di raccontarvi qualcosa sulle immagini che Roger Penrose ha proposto all'uditorio che si è presentato presso la Biblioteca Braidense ad ascoltare la sua lezione leonardesca. In questa occasione mi piace occuparmi di Cerchio limite I di Maurits Escher, incisore olandese di cui Penrose si è occupato in svariate occasioni.
In particolare Penrose fa notare nel poderoso La strada che porta alla realtà, da cui ha tratto praticamente tutte le immagini che ha presentato nella sua conferenza, che l'illustrazione di Escher altri non è che una rappresentazione euclidea della geometria iperbolica.

lunedì 25 novembre 2019

Il coraggio di dire NO

Forse c'entra poco con la giornata di oggi. Forse. Anzi, eliminate il forse e anche il poco. C?entra. Eccome!

domenica 24 novembre 2019

Topolino #3339: A caccia di funghi e altre storie

La bucolica copertina di Giorgio Cavazzano ambientata nel sottobosco con Paperino alla ricerca di funghi è un riferimento a Lo scarabeo di giada, seconda storia del numero, oltre che storia di copertina, e questo nonostante il Topolino #3339 veda la conclusione della storia in 4 episodi Foglie rosse di Claudio Sciarrone. Questa settimana, però, su DropSea ci occuperemo proprio di questa storia montanara, ma anche di un paio di avventure cittadine.
In giro per boschi
Paperino e nipoti sono stati invitati da Pico de Paperis a passare un messe in uno chalet di montagna, dove lo studioso completerà la stesura del suo ennesimo saggio. Le giornate passano nella cucina delle famose frittelle di Paperino, nella raccolta delle more e nella ricerca dei funghi. Poi l'imprevisto: Pico si imbatte in uno scarabeo di giada in mezzo al bosco e scompare. Inizia una ricerca serrata che, come in ogni tipico soggetto di Carlo Panaro, si trasforma in un piccolo giallo, in questo caso dai toni quasi hard boiled.
La storia, nel complesso, è divertente e scorrevole, forse una delle migliori dello sceneggiatore, e si avvale dei disegni di Alessia Martusciello, sicuramente adatti alla storia, ma senza particolari guizzi.
Storia di un ladro maldestro
Apparso per la prima volta nel 1951 sulle pagine di Paperino e i ladri di bestiame di Paul Murry su soggetto e testi di autore sconosciuto, Sgrinfia è sin da subito l'assistente di Gambadilegno nei suoi elaborati colpi. Il disegnatore statunitense lo rappresenta con barba lunga e cipiglio minaccioso, molto più "sporco", disordinato e minaccioso dello stesso Gambadilegno.
Utilizzato nelle storie italiane a partire dal 1965 su Topolino e il Natale movimentato di Abramo e Giampaolo Barosso per i disegni di Giovan Battista Carpi, non è mai stato utilizzato più che come semplice spalla di Gambadilegno, diventandone il contraltare stupido e comico, più o meno di pari passo con la trasformazione di Gambadilegno in un piccolo criminale che si arrabatta nel sottobosco criminale di Topolinia.

venerdì 22 novembre 2019

Nero matematico

Zack Zukowski e CJ Carr sono i Dadabots. Più che musicisti, sono ricercatori e informatici, occupandosi attivamente di reti neurali. In particolare le hanno applicate al mondo della creazione della musica. La produzione musicale dovuta alle intelligenze artificiali è ancora abbastanza inascoltabile, con una base fondamentalmente elettronica, ma nel complesso sembra essere in grado di cogliere gli aspetti tecnici che distinguono i vari generi. In particolare oggi vi sottopongo i due album di black metal realizzati dai Zulowski e Carr, Nun de la parte Del, mas Deilha (la Máquina) e Coditany of Timeness.
Questi sono stati generati da una rete neurale, che è ormai l'apporccio standard per lo sviluppo di un'intelligenza artificiale. Le reti neurali funzionano, sostanzialmente, come dei sistemi in grado di apprendere e poi produrre, ad esempio, risposte per una chat, calcoli matematici in cui è necessario gestire grandi quantità di dati, scrivere sceneggiature per corti o articoli per le agenzie di stampa, o produrre della musica.

giovedì 21 novembre 2019

Il cerchio che rotola si quadra da solo

Ricordate quando nella terza parte della breve storia del pi greco provavo a raccontarvi sommariamente la quadratura attraverso il rotolamento del cerchio? Ebbene l'immagine qui sotto, che fa parte delle dimostrazioni senza parole, fa riferimento proprio a quel metodo di quadratura ed è stata proposta alcuni anni fa da Thomas Elsner. Ho realizzato l'immagine utilizzando i pacchetti tikz e tikz-euclide. Quest'ultimo in particolare permette di utilizzare la matematica per realizzare i disegni in maniera abbastanza semplice. Trovate su github sia il codice sorgente sia il pdf.

martedì 19 novembre 2019

Raro e più raro

Avrei voluto scriverne lo scorso anno, visto che la TED Lesson in questione è del 2018, ma le cose, si sa, non vanno sempre come si prevede. Così recupero ora la conferenza di Burçin Mutlu-Pakdil, astronoma turca che attualmente lavora presso l'università dell'Arizona. La lesson che tra poco andrete ad ascoltare e vedere è dedicata all'oggetto celeste classificato come LEDA 1000714, noto anche come galassia di Burçin. La particolarità di questa galassia è che possiede due anelli di stelle. Fino a ora si conoscevano le rare galassie ad anello, in cui sono evidenti due popolazioni stellari, una centrale e un'altra che forma un anello intorno alla prima ben separate una dall'altra. La galassia di Burçin presenta, invece, ben due anelli, diventando così l'oggetto più raro dell'universo, caso particolare delle già rare galassie ad anello.

domenica 17 novembre 2019

Topolino #3338: La musica salverà la Terra

Anche questa settimana le due recensioni Topoline escono lo stesso giorno, la domenica. E anche questa settimana resta esclusa dalla rassegna su DropSea Ingorgopoli, anche se la recensione non prevede alcuna presenza di matematica e che ovviamente potrà essere letta Al Caffè del Cappellaio Matto.
Immergiamoci, dunque, nelle atmosfere di un numero che riserva delle chicche interessanti ben oltre il sommario delle storie presenti.
Il suono del silicio
Abbiamo già visto alcune delle proprietà del silicio, che gioca un ruolo fondamentale all'interno della storia ideata da Claudio Sciarrone. In particolare in questo terzo episodio di Foglie rosse il pezzo di silicio che Phil ha con se proveniente dal ponte quantistico che il suo popolo stava costruendo per conto degli sgharooz si attiva ogni qual volta viene suonata della musica a sua portata.
E' interessante, in questo caso, osservare come negli anni scorsi sono stati comunicati i risultati di alcune ricerce che legano il comportamento del silicio con le vibrazioni: ad esempio nel 2009 un gruppo di ricerca del Caltech ha affermato di essere riuscito a costruire una microbarretta di silicio in grado di convertire la luce in vibrazioni e viceversa, mentre nel 2017 un gruppo di ricerca australiano dell'università del Queensland sembra sia riuscita a ottenere un chip al silicio in grado di ricavare energia dalle vibrazioni (oltre ad aver sviluppato un sistema per utilizzare gli algoritmi quantistici sui chip al silicio).
Indipendentemente dalle effettive verifiche sperimentali su queste ricerche (non mi sono messo a cercarle), vorrei anche osservare che i cristalli di silicio utilizzati per il ponte quantistico hanno una forma esagonale (anche se non regolare), come la struttura cristallina del carburo di silicio, un materiale ceramico composto da silicio e carbonio. Ha una durezza molto elevata, intermedia tra il corindone e il diamante, e per questo è uno dei materiali superduri. Inoltre, pur essendo molto raro sulla Terra, è molto diffuso nello spazio, dove si trova all'interno della polvere stellare che si trova intorno alle stelle ricche di carbonio. Dunque non è così strano che lontano dalla Terra sia stato possibile costruire un ponte quantistico.

sabato 16 novembre 2019

Vagabondare tra i miti antichi

Come abbiamo visto ieri, i cieli, a saperli leggere, ci raccontano delle belle storie che sono anche alla base di quelle che ci raccontiamo oggi attraverso libri, fumetti, cinema e televisione. E alla base di queste storie c'è, innanzitutto, il racconto orale, quello che veniva fatto intorno al fuoco nelle notti splendenti guardando le costellazioni e ricordando come gli dei interagivano con gli esseri umani nei miti e nelle leggende della Grecia Antica. Ed è proprio un moderno cantastorie il protagonista de Il dio vagabondo di Fabrizio Dori.
Eustis è un vagabondo e un gran bevitore, senza però arrivare mai a ubriacarsi, e, raccontando sempre la storia giusta per ciascuno dei suoi ascoltatori, ha un discreto successo, riuscendo a sopravvivere giorno dopo giorno senza aver bisogno di alcunché. C'è solo una cosa che gli manca: tornare nella corte del dio Dioniso. Eustis, infatti, è un satiro che, dopo essersi perso, a causa di un'offesa arrecata ad Artemide, perde gli attributi divini, ma non la sua immortalità.

venerdì 15 novembre 2019

Un cielo pieno di stelle

Rilasciata come terzo singolo dell'album Ghost stories del 2014, A sky full of stars è un'emozionante canzone dei Coldplay forse un po' banale, vista l'ovvia associazione, ma ovviamente a noi interessa per altro: le costellazioni!
Unire i puntini nel cielo
L'artwork del singolo, così come quello di Ghost stories, è realizzato dall'artista ceca Mila Fürstová, che per il cd realizza una serie di accurate illustrazioni in cui oggetti vari si incastrano uno sull'altro all'interno del bordo di una figura più grande come le ali di un angelo o una colomba. Per A sky full of stars, invece, la forma principale è quella della sfera, ma in questo caso le figure non riempiono la forma, ma, come in molti cataloghi celesti, come ad esempio l'Hevelius, queste immagini si sovrappongono sopra le stelle sullo sfondo, suggerendo così la forma dietro le costellazioni presenti nel cielo.
Le costellazioni, infatti, altro non sono che delle stelle prospetticamente vicine che, unite, costruiscono la forma stilizzata di un qualche personaggio dei miti. Gli antichi, infatti, greci ma non solo, guardando il cielo ricordavano le storie che vi erano rappresentate. Spesso, infatti, le costellazioni vicine erano legate una all'altra da un qualche racconto a base di eroi, dame in pericolo e divinità più o meno vendicative o dispettose, come ad esempio la leggenda di Perseo che, sul dorso di Pegaso, va a salvare Andromeda, o quella di Orione contro il Toro, ostacolo per il raggiungimento delle Pleiadi. In effetti, se potessimo vedere le costellazioni in tre dimensioni, ci accorgeremmo che molte di queste stelle sono decisamente molto distanti l'una dall'altra:

mercoledì 13 novembre 2019

Shining: alle radici della follia

E domenica mia sorella dice: "Ce lo vediamo Shining?" E così ecco una tranquilla domenica pomeriggio nel cuore della paura!
La luccicanza
La storia è semplice: Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson, che cinque anni prima aveva interpretato Qualcuno volò sul nido del cuculo, è uno scrittore scalcinato al momento disoccupato che accetta di fare il custode di un hotel di montagna durante la stagione delle nevi, durante il quale l'hotel resta chiuso a causa dell'inagibilità delle strade. Jack, che ha un passato da alcolista, va all'Overlook Hotel insieme con la moglie Wendy e il figlio Danny. Quest'ultimo è in possesso della luccicanza, un potere paranormale che il bambino identifica con una voce nella sua testa, che lo mette in guardia dall'hotel, facendogli avere visioni di morte e fantasmi nei corridoi dell'albergo. Giunti all'Overlook, dopo che il resto del personale è andato via, questi fantasmi compaiono a Jack, portandolo sempre più velocemente sull'orlo di una crisi di follia omicida, molto simile a quella che colpì Delbert Grady, custode dell'hotel dieci anni prima.
La pellicola, una delle migliori in assoluto, oltre a essere stata valutata come il secondo miglior film horror di tutti i tempi dopo L'esorcista, è tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King e mostra tutta la maestria e l'attenzione ai dettagli di Stanley Kubrick, uno dei registi più eclettici della storia del cinema.

martedì 12 novembre 2019

Quel che non conosciamo

Alcuni giorni fa, come ho già scritto su Doc Madhattan, su Nature Astronomy è stato pubblicato un articolo di un team di ricercatori italiani dal titolo inequivocabile: Planck evidence for a closed Universe and a possible crisis for cosmology(6). Possiamo considerarlo come uno dei primi articoli scientifici che prende in seria considerazione un concetto che era stato per ora solo espresso a denti stretti da astronomi e cosmologi: c'è una crisi nella cosmologia.
Il modello cosmologico standard, basato sull'inflazione cosmica(2) e su costanti empiriche che valutano grandezze fisiche ignote come materia ed energia oscure, per quanto molto ben verificato, non ha ancora superato l'ultimo step: la rilevazione delle onde gravitazionali nella radiazione cosmica di fondo. Uno dei punti fondamentali di questo modello, ma anche di molti dei modelli concorrenti sopravvissuti, è l'espansione accelerata dello spaziotempo a velocità superiori a quella della luce che spiega la piattezza dell'universo primordiale.
Tale piattezza emerge in particolare quando si studia la radiazione cosmica di fondo, ovvero l'energia residua dell'espansione iniziale dello spaziotempo. Tale radiazione è giunta fino a noi dal punto in cui è stata prodotta, poco meno di 14 miliardi di anni fa, attraversando tutto l'universo. Questo vuol dire che nel segnale rilevato devono essere presenti anche effetti di lente gravitazionale(1) dovuti alla quantità di materia, usuale e oscura, presente nell'universo. Tali effetti sono da tempo noti e calcolati(4) e si possono già osservare nell'immagine prodotta da Planck(5).

lunedì 11 novembre 2019

Arrivederci e grazie per il transito

Oggi è stato il giorno di uno dei 13 transiti secolari di Mercurio tra il Sole e la Terra nella sua orbita. Questi passaggi sono molto rari, nonostante il rapido periodo di rotazione di Mercurio rispetto a tutti gli altri pianeti. Anche il transito di quest'anno, come quello del 2016, l'ho osservato su web, in particolare lo streaming del Telescopio Nazionale Galileo costruito in una delle isole Canarie. Ed è da quel live che ho estratto lo screenshot qui sopra, a circa un'ora dalla conclusione del transito. Qui sotto, invece, un assaggio mitologico da it.wiki sul dio Mercurio, che ha dato nome al pianeta, ma anche all'elemento chimico:
Il nome Mercurio deriva dalla mitologia romana, e sebbene fosse di derivazione etrusca (Turms), era il corrispondente del dio greco Ermes, che secondo la mitologia greca era nato da una relazione fugace tra Zeus e Maia, la più bella delle Pleiadi. Solitamente rappresentato come un giovane snello e atletico con in capo un elmetto alato, simbolo di velocità, era considerato il veloce messaggero degli dei, così come il pianeta è il più rapido nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole. Mercurio ruota infatti attorno alla nostra stella in appena 88 giorni, e per la sua vicinanza al Sole può essere osservato solo per brevi periodi all'alba o al tramonto. Nella mitologia romana Mercurio possedeva caratteristiche simili a Ermes, e inoltre era il protettore del commercio e dei ladri, nonché simbolo della medicina.

domenica 10 novembre 2019

Topolino #3337: I colori della paura

Anche se con una settimana di ritardo, arriva la storia di Halloween di Casty, quest'anno disegnata da Giorgio Cavazzano, che è anche la cover story del Topolino #3337, ovviemante disegnata dallo stesso Cavazzano. Non è l'unico maestro presente questa settimana: la storia d'apertura, infatti, vede il ritorno sul settimanale di Marco Rota, Ingorgopoli, di cui mi occupo sul Caffè del Cappellaio Matto (a breve verrà pubblicato colà l'articolo). Il numero si chiude con un'altra storia ricca di tensione, la seconda puntata di Foglie rosse di Claudio Sciarrone. Per cui iniziamo a immergerci in un numero di terrore e mistero!
Attenzione a quel che si sogna
Gli ultrasogni è, nel soggetto, una tipica storia castyana: Topolino e Minni fanno la conoscenza con due professori che sono riusciti a inventare una macchina in grado di estrarre gli incubi dalla testa dei sognatori. E poiché Minni è tormentata da una serie di pipistrellini rosa, allora la coppia decide di acquistare i servigi di lady Beluka e del professor O'Nirik.
La storia è costruita con un'atmosfera di tensione da racconto gotico anche grazie alla pioggia torrenziale che colpisce l'abitazione/laboratorio dei due scienziati del sonno. Quest'ultima, poi, ricorda un po' la casa in cui è ambientato l'horror Eli. In qualche modo anche il soggetto non sembra molto distante da quello de Gli ultrasogni, visto che Topolino non può essere presente al trattamento subito da Minni e che il risultato del trattamento stesso ha un risultato non proprio rassicurante. Nel caso della storia castyana, anche grazie ai disegni di Cavazzano, gli incubi risultano quasi simpatici, mentre hanno molta più importanza, come detto, la tensione della storia e le scene d'azione.
Molto interessante, infine, la caratterizzazione di Minni che, pur con tutta la sua femminilità, si rivela ancora una volta degna compagna di Topolino, sia nell'azione sia nell'acume.