La prima cosa che mi colpisce del numero di
Topolino è la copertina, che è molto discordante dal clima atmosferico che stiamo vivendo. La
gag congegnata da
Corrado Mastantuono è indubbiamente divertente, ma il tempo atmosferico della settimana dell'equinozio d'autunno (che poi, come ricorda l'articolo di
Antonella Murolo, è d'autunno per il nostro emisfero, ma di primavera per quello australe) è stato molto diverso da quello presente nella copertina, o nel
Che aria tira... di
Silvia Ziche. Giusto per dire: ieri si sudava (o quasi) come in una giornata di luglio!
A parte ciò, il sommario di questa settimana presenta due storie con Paperone alle prese con problemi tecnologici. Non è l'unico punto in comune con le due storie, come vedremo a breve, ma soprattutto presentano due approcci diversi a un tema comune, quello della ricerca tecnologica
paperonianan.
In fondo al mar
La storia d'apertura,
La morbida impresa, è una delle classiche storie a sfondo scientifico scritte da
Marco Bosco, in questa occasione affiancato da
Ottavio Panaro. La storia, come sempre affiancata dall'intervista, realizzata da
Santo Scarcella a
Giulia Pacchioni e
Federico Levi, racconta dei cosiddetti
robofish, dei
robot acquatici studiati dai recercatori per muoversi negli ambienti sottomarini in mezzo ai pesci veri.
E all'interno dell'articolo troviamo anche la foto di uno di questi dispositivi,
SoFi,
sviluppato dal MIT (
Massachusetts Institute od Technology) che, almeno agli occhi umani, appare molto poco confondibile con un pesce. Eppure, come scritto nell'intervista, non ha creato alcuno scompiglio nella comunità dei pesci, facendo capire, cosa non sottolineata nell'intervista, come la visione dei pesci sia molto diversa rispetto a quella umana.