Stomachion

sabato 22 ottobre 2022

Dipingere l'inferno

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Da amnte dell'horror la scoperta di Hideshi Hino con Hell Baby è stata una piccola rivelazione. Per cui goni opera del maestro giapponese del genere che qualcuno riesce a portare in Italia la trovo decisamente interessante. Ho, come ovvio, in corso il recupero, tra acquisto e lettura, delle sue opere disponibili, fino a ora pubblicate da due editori distinti, la Edizioni Latitudine 42 con l'etichetta In your face comix e la Dynit con la collana di volumi a grande formato Showcase. E Visioni d'Inferno, considerato il manga migliore dell'opera di Hino, ricade proprio in quest'ultima categoria.
E' la storia, narrata in prima persona, di un pittore che ritrae solo visooni infernali. D'altra parte vive in un luogo d'orrore, accanto a un mattatoio, e una famiglia che è una versione non umoristica degli Addams, giusto per fare un paragone che dovrebbe essere a conoscenza dei più. La storia, ad ogni modo, si basa anche sulla biografia dello stesso Hino, ma la cosa diventa più chiara dopo la lettura delle due interviste che completano il volume. probabilmente anche per questo assume un ruolo fondamentale per comprendere il personaggio l'11.mo capitolo, che si apre con la bomba atomica sganciata su Hiroshima:
Il 6 agosto 1945, un lampo e un boato attraversarono il cielo di Hiroshima. Si materializzò l'immenso re dei demoni infernali e risucchio il sangue di centomila persone...
Il punto di vista, però, è leggermente diverso, perché parte dai giapponesi che si trovavano in Cina sul finire della seconda gerra sino-giapponese, che si concluse il 2 settembre del 1945. In un certo senso Hino, oltre a reinterpretare la sua stessa vita, scava anche in eventi drammatici della storia del Giappone, e non è un caso se, nelle parole del suo personaggio, cita il karma, quasi a voler dare un senso alla caduta della bomba atomica sul suolo nipponico.
Ad ogni buon conto, che sia corretta o meno questa lettura della storia, da lì in poi assistiamo a una rapida discesa nella follia, una di quelle senza ritorno, che in un tipico film di genere porterebbe a una vera e propria strage. Che il protagonista di Visioni d'Inferno la fa sul serio oppure resta tutto nella sua testa, questo in un certo senso Hino lo lascia decidere al lettore, anche se alcuni indizi sembrerebbero suggerire la seconda. Il finale, però, colpisce il lettore in maniera spiazzante, con un colpo metafumettistico degno di un maestro dell'orrore.

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