Ed eccoci, come commissione, alla corsa finale nella correzione dei compiti. L'uscita dei risultati verrà fatta più avanti, ma intanto almeno i compiti sono corretti e controllati. La giornata è stata complicata anche dal dover depositare il rinnovo per la domanda della terza fascia (spero che sia l'ultima volta, nel senso che spero di trovare un lavoro serio!).
Tornando a noi: a naso la seconda classe sembra che sugli scritti si sia comportata meglio, almeno considerando gli interni, mentre includendo gli esterni direi che siamo lì, se non su un abbassamento della prestazione complessiva.
Direi comunque che nessuno è ancora escluso dall'ottenere il diploma, che molti sono in una buona posizione, mentre altri veleggiano a vele spiegate verso un colloquio che, se lo sapranno giocare, diventerà una semplice formalità.
Intanto, nel frattempo, vorrei farvi notare una piccola cosa: LinkedIn cerca traduttori, ma non vuole pagarli, mentre chi da la notizia è un network di blog professionali, dove i blogger vengono pagati in base al traffico e non alle competenze e alla professionalità.
Quando si dice che tutto il mondo è paese, si intende che tutto il mondo è come l'Italia...
A voi concludere.
martedì 30 giugno 2009
Il libro dell'amore
Per chi sta seguendo le peripezie di Frank (vedi Aiuto non richiesto), questo potrebbe anche sembrare un nuovo post. In realtà, più che spinto dalla ricerca dell'amore, voglio raccontarvi del mio incontro con Gus e Waldo, due simpatici pinguini omosessuali disegnati, nello stile del famoso Gino il pollo, da Massimo Fenati in un divertente racconto sull'amore tra questi due strani pinguini.
Letto nei locali della stessa libreria (quindi non acquistato) è un divertente passatempo, strutturato come una serie di illustrazioni con un commento il più delle volte asettico (aumentando così l'umorismo della scena descritta), che al tempo stesso fa pensare: l'amore, in fondo, è sempre lo stesso e ci fa amare e litigare e fare la pace sempre nello stesso modo, chiunque siano i due (piccoli) amanti!
Aggiornamento del 17/12/2015: a chiunque obietti che nel mondo animale non esistono i gay, consiglierei di leggere un utile approfondimento di Ermanno Ferretti in proposito.
Letto nei locali della stessa libreria (quindi non acquistato) è un divertente passatempo, strutturato come una serie di illustrazioni con un commento il più delle volte asettico (aumentando così l'umorismo della scena descritta), che al tempo stesso fa pensare: l'amore, in fondo, è sempre lo stesso e ci fa amare e litigare e fare la pace sempre nello stesso modo, chiunque siano i due (piccoli) amanti!
Aggiornamento del 17/12/2015: a chiunque obietti che nel mondo animale non esistono i gay, consiglierei di leggere un utile approfondimento di Ermanno Ferretti in proposito.
lunedì 29 giugno 2009
I giorni dei coltelli: l'ultima fatica (degli studenti)
Oggi giorno della terza prova, giorno dell'ultima fatica per gli studenti. Giorno però lungo per molte commissioni, come la nostra. Con due classi numerose, la corsa per concludere le ultime correzioni e lo scrutinio della stessa è stata intensa, in maniera tale da poter uscire nel pomeriggio con i risultati delle tre prove scritte.
Nel complesso la prima classe non è andata male (quasi un sette, in decimi, anche considerando i privatisti), e tra qualche ora di inizierà con la correzione della seconda (e ultima) classe.
Al solito problemi con il software in dotazione sui computer assegnatici: non sono dovuti solo al fatto (neanche tanto leggendario) che gli insegnanti non sanno usare questo nuovo mezzo tecnologico, ma sono presenti nel programma tutta una serie di bachi che anche degli utenti piuttosto ingenui come un insegnante medio riesce a scoprire.
P.S.: spero che nessun insegnante si faccia ispirare da questa notizia!
Nel complesso la prima classe non è andata male (quasi un sette, in decimi, anche considerando i privatisti), e tra qualche ora di inizierà con la correzione della seconda (e ultima) classe.
Al solito problemi con il software in dotazione sui computer assegnatici: non sono dovuti solo al fatto (neanche tanto leggendario) che gli insegnanti non sanno usare questo nuovo mezzo tecnologico, ma sono presenti nel programma tutta una serie di bachi che anche degli utenti piuttosto ingenui come un insegnante medio riesce a scoprire.
P.S.: spero che nessun insegnante si faccia ispirare da questa notizia!
domenica 28 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
I giorni dei coltelli: fuori i sassolini
Diciamo che in questi giorni mi sono trovato assediato da alcuni giochi politici che non mi sono piaciuti.
Diciamo che, comunque, ho cercato di fare il mio dovere.
Diciamo che, comunque, quei giochi e sotterfugi politici erano praticamente inutili.
Diciamo che è meglio, consiglio personale ad ogni lettore, non affidarsi mai ad una persona maliziosa per principio.
Diciamo che anche questa giornata è passata e sono sopravvissuto ad un nuovo giorno. Domani riposo e poi si vedrà...
Diciamo che, comunque, ho cercato di fare il mio dovere.
Diciamo che, comunque, quei giochi e sotterfugi politici erano praticamente inutili.
Diciamo che è meglio, consiglio personale ad ogni lettore, non affidarsi mai ad una persona maliziosa per principio.
Diciamo che anche questa giornata è passata e sono sopravvissuto ad un nuovo giorno. Domani riposo e poi si vedrà...
Effetti di volume finito
Il 16 giugno 2009 Repubblica pubblica un articolo che finisce quasi subito nel dimenticatoio:
Rifiuti, nel giro di due anni l'emergenza sarà nazionale.
La ricerca è condotta da Assoambiente, un associazione di imprese private che gestiscono servizi ambientali.
Nel rapporto si afferma tra l'altro:
Come soluzione viene proposta il riciclo e l'incenerimento ma viene aggiunto anche:
In breve siamo spacciati.
E' chiaro che (per fortuna!) non c'è tempo per costruire inceneritori. A tal proposito aggiungo qui una veloce riflessione; spesso ci si dimentica che la materia nè si crea nè si distrugge (Antoine Lavoisier) e che di conseguenza nel momento in cui i rifiuti vengono messi in un inceneritore si trasformano in qualcosa altro. Si trasformano in gas, liquidi e solidi; da notare che questi residui sono molto più pericolosi dei rifiuti iniziali e che quindi non possono essere messi nelle normali discariche perchè sono diventati rifiuti "speciali": in pratica l'effetto dell'incenerimento è di amplificare il problema (il solo vantaggio è di ridurre il volume).
Rimane il riciclo; è evidente che riciclando tutto il possibile risolveremo gran parte del problema legato alle discariche (urbane) ma non è abbastanza. E' necessario andare ancora più a monte del problema ed arrivare al motivo per cui produciamo tanti rifiuti. Potremmo parlare del problema degli imballaggi; ogni volta che compriamo un prodotto ci troviamo poi a disfarci di una quantità di rifiuti spesso superiore al peso dell'oggetto acquistato! ma non è ancora abbastanza. Dobbiamo arrivare al cuore del sistema capitalista.
Tutto il sistema si basa sul'idea che ci sono risorse (infinite) che possono essere trasformate per ottenere beni che devono essere poi venduti (acquistati dal consumatore), usati, consumati e buttati in discarica (qui per discarica intendo aria, acqua, terra; anche queste di dimensioni infinite). Naturalmente più velocemente questo processo avviene meglio è per il sistema, più velocemente i beni fluiscono, più velocemente l'economia "cresce" e tutti sono contenti (o quasi).
I rifiuti esistono perchè questo sistema richiede un flusso continuo di beni che dalla Terra (come risorse) passano al consumatore e poi di nuovo alla Terra.
Quando i primi pensatori gettarono le basi per la comprensione del capitalismo, a partire da Adam Smith, fecero un assunto che in quel momento era "scontato": la nostra civiltà vive su un pianeta infinito, per cui abbiamo a disposizione un infinita quantità di risorse (basta scavare) ed abbiamo quindi anche un infinito spazio per gettare i rifiuti.
Con queste ipotesi iniziali l'economia mondiale è continuata a crescere per due secoli buoni; attenzione alla parola che sto usando: "crescita". La crescita nel sistema capitalista non è un effetto secondario ma fortemente caratterizzante; il sistema per rimanere in "vita" (per continuare ad evolvere) deve crescere sempre.
E qui un altro fatto fondamentale: non deve solo crescere linearmente ma esponenzialmente. Per qualche motivo gli esseri umani non riescono a concepire il concetto di crescita esponenziale ma soprattutto non riescono a vedere gli effetti disastrosi che esso nasconde: apparentemente abbiamo tanto tempo per risolvere i nostri problemi ma in realtà... aneddoto di Meadows.
Con la fine della seconda guerra mondiale si è deciso di dare un nuovo impulso alla crescita economica spingendo al massimo "i motori" per "produrre più beni di consumo". A sessanta anni da quella decisione il sistema capitalista si trova davanti a quello che in fisica si chiama "effetto di volume finito".
In pratica il sistema si trova di "colpo" a dover fare i conti con quelle ipotesi, vere all'inizio, quando il sistema sembrava evolvere davvero in un pianeta infinito, ma non più vere ora.
Qui potrebbe nascere un fraintendimento: non sto solo parlando della capacità di "descrivere" il sistema capitalista; non sto solo dicendo che gli economisti non hanno a questo punto nessuna teoria per descrivere il sistema economico in cui viviamo (hanno solo una teoria "valida" su un pianeta infinito... per cui è inutile che si affannino a dire che la crisi finirà tra un anno, due, ... non hanno nessuno strumento per fare previsioni) ma sto dicendo che quel sistema che era in qualche modo stabile e che si è sviluppato fino ad oggi, ora sta per entrare in un nuovo regime, caratterizzato da forti instabità e che collasserà nel giro di pochi decenni. Per quanto Obama (e gli altri "grandi" della Terra) si possano impegnare non saranno in grado di gestire un sistema che sta per diventare instabile e di cui non si conoscono le leggi che lo governano.
Quando Napoli si è riempita di spazzatura bisognava prendere quello per quello che era: un segnale di allarme: un altro limite è stato raggiunto! Di questi allarmi ne vediamo tanti ma non riusciamo ad interpretarli nel modo corretto perchè spesso vengono visti come eventi isolati indipendenti uno dall'altro. Discariche che si riempiono, cambiamenti climatici, risorse minerarie alla fine, petrolio e gas alla fine, desertificazione, popolazione in aumento, fame in aumento, crisi finanziaria, .... tutte facce della stessa medaglia.
I "grandi" della Terra ora sono concentrati a risolvere il problema finanziario; ma se non si affronta il problema guardando contemporaneamente all'economia, alla finanza, alla popolazione mondiale, al cibo disponibile, alle risorse minerarie ed energetiche, ai cambiamenti climatici, si avrà sempre una visione parziale del problema e non si riuscirà a capire che il solo modo per risolvere questi problemi è uscire da questo sistema economico. Abbiamo bisogno di un nuovo sistema caratterizzato da una vera stabilità, a crescita zero. Solo così tutti i discorsi sulla "sostenibilità" acquistano un senso; siamo già insostenibili per GAIA vogliamo crescere ancora di più? dobbiamo superare le assurdità ed i paradossi del sistema capitalista. Dobbiamo cercare un sistema economico in cui il numero dei posti di lavoro non è legato alla crescita del sistema; in cui possiamo decidere di chiudere le fabbriche di automobili perchè inquinanti, senza aver paura che si perdino migliai di posti di lavoro; in cui posso avere lo stesso ombrello per 100 anni
(perchè con la nostra tecnologia è possibile) senza aver paura che poi le fabbriche chiuderanno quando tutti avranno il loro ombrello; e così via ...
Purtroppo so che non siamo così intelligenti; la nostra civiltà sta per finire, come tante altre prima di noi; pazienza, mi dispiace solo constatare che la storia si ripete e che non insegna niente... e che la conseguenza di questa cecità sarà (anzi è) la sofferenza di milioni, miliardi di esseri umani.
Rifiuti, nel giro di due anni l'emergenza sarà nazionale.
La ricerca è condotta da Assoambiente, un associazione di imprese private che gestiscono servizi ambientali.
Nel rapporto si afferma tra l'altro:
rimangono solo 24 mesi o poco più prima che tutte le discariche italiane abbiano esaurito le loro capacità di assorbire il flusso di rifiuti urbani
Come soluzione viene proposta il riciclo e l'incenerimento ma viene aggiunto anche:
la tempistica media per la progettazione e messa in funzione di un impianto prende da un minimo di quattro anni ad un massimo di quasi sei
In breve siamo spacciati.
E' chiaro che (per fortuna!) non c'è tempo per costruire inceneritori. A tal proposito aggiungo qui una veloce riflessione; spesso ci si dimentica che la materia nè si crea nè si distrugge (Antoine Lavoisier) e che di conseguenza nel momento in cui i rifiuti vengono messi in un inceneritore si trasformano in qualcosa altro. Si trasformano in gas, liquidi e solidi; da notare che questi residui sono molto più pericolosi dei rifiuti iniziali e che quindi non possono essere messi nelle normali discariche perchè sono diventati rifiuti "speciali": in pratica l'effetto dell'incenerimento è di amplificare il problema (il solo vantaggio è di ridurre il volume).
Rimane il riciclo; è evidente che riciclando tutto il possibile risolveremo gran parte del problema legato alle discariche (urbane) ma non è abbastanza. E' necessario andare ancora più a monte del problema ed arrivare al motivo per cui produciamo tanti rifiuti. Potremmo parlare del problema degli imballaggi; ogni volta che compriamo un prodotto ci troviamo poi a disfarci di una quantità di rifiuti spesso superiore al peso dell'oggetto acquistato! ma non è ancora abbastanza. Dobbiamo arrivare al cuore del sistema capitalista.
Tutto il sistema si basa sul'idea che ci sono risorse (infinite) che possono essere trasformate per ottenere beni che devono essere poi venduti (acquistati dal consumatore), usati, consumati e buttati in discarica (qui per discarica intendo aria, acqua, terra; anche queste di dimensioni infinite). Naturalmente più velocemente questo processo avviene meglio è per il sistema, più velocemente i beni fluiscono, più velocemente l'economia "cresce" e tutti sono contenti (o quasi).
I rifiuti esistono perchè questo sistema richiede un flusso continuo di beni che dalla Terra (come risorse) passano al consumatore e poi di nuovo alla Terra.
Quando i primi pensatori gettarono le basi per la comprensione del capitalismo, a partire da Adam Smith, fecero un assunto che in quel momento era "scontato": la nostra civiltà vive su un pianeta infinito, per cui abbiamo a disposizione un infinita quantità di risorse (basta scavare) ed abbiamo quindi anche un infinito spazio per gettare i rifiuti.
Con queste ipotesi iniziali l'economia mondiale è continuata a crescere per due secoli buoni; attenzione alla parola che sto usando: "crescita". La crescita nel sistema capitalista non è un effetto secondario ma fortemente caratterizzante; il sistema per rimanere in "vita" (per continuare ad evolvere) deve crescere sempre.
E qui un altro fatto fondamentale: non deve solo crescere linearmente ma esponenzialmente. Per qualche motivo gli esseri umani non riescono a concepire il concetto di crescita esponenziale ma soprattutto non riescono a vedere gli effetti disastrosi che esso nasconde: apparentemente abbiamo tanto tempo per risolvere i nostri problemi ma in realtà... aneddoto di Meadows.
Con la fine della seconda guerra mondiale si è deciso di dare un nuovo impulso alla crescita economica spingendo al massimo "i motori" per "produrre più beni di consumo". A sessanta anni da quella decisione il sistema capitalista si trova davanti a quello che in fisica si chiama "effetto di volume finito".
In pratica il sistema si trova di "colpo" a dover fare i conti con quelle ipotesi, vere all'inizio, quando il sistema sembrava evolvere davvero in un pianeta infinito, ma non più vere ora.
Qui potrebbe nascere un fraintendimento: non sto solo parlando della capacità di "descrivere" il sistema capitalista; non sto solo dicendo che gli economisti non hanno a questo punto nessuna teoria per descrivere il sistema economico in cui viviamo (hanno solo una teoria "valida" su un pianeta infinito... per cui è inutile che si affannino a dire che la crisi finirà tra un anno, due, ... non hanno nessuno strumento per fare previsioni) ma sto dicendo che quel sistema che era in qualche modo stabile e che si è sviluppato fino ad oggi, ora sta per entrare in un nuovo regime, caratterizzato da forti instabità e che collasserà nel giro di pochi decenni. Per quanto Obama (e gli altri "grandi" della Terra) si possano impegnare non saranno in grado di gestire un sistema che sta per diventare instabile e di cui non si conoscono le leggi che lo governano.
Quando Napoli si è riempita di spazzatura bisognava prendere quello per quello che era: un segnale di allarme: un altro limite è stato raggiunto! Di questi allarmi ne vediamo tanti ma non riusciamo ad interpretarli nel modo corretto perchè spesso vengono visti come eventi isolati indipendenti uno dall'altro. Discariche che si riempiono, cambiamenti climatici, risorse minerarie alla fine, petrolio e gas alla fine, desertificazione, popolazione in aumento, fame in aumento, crisi finanziaria, .... tutte facce della stessa medaglia.
I "grandi" della Terra ora sono concentrati a risolvere il problema finanziario; ma se non si affronta il problema guardando contemporaneamente all'economia, alla finanza, alla popolazione mondiale, al cibo disponibile, alle risorse minerarie ed energetiche, ai cambiamenti climatici, si avrà sempre una visione parziale del problema e non si riuscirà a capire che il solo modo per risolvere questi problemi è uscire da questo sistema economico. Abbiamo bisogno di un nuovo sistema caratterizzato da una vera stabilità, a crescita zero. Solo così tutti i discorsi sulla "sostenibilità" acquistano un senso; siamo già insostenibili per GAIA vogliamo crescere ancora di più? dobbiamo superare le assurdità ed i paradossi del sistema capitalista. Dobbiamo cercare un sistema economico in cui il numero dei posti di lavoro non è legato alla crescita del sistema; in cui possiamo decidere di chiudere le fabbriche di automobili perchè inquinanti, senza aver paura che si perdino migliai di posti di lavoro; in cui posso avere lo stesso ombrello per 100 anni
(perchè con la nostra tecnologia è possibile) senza aver paura che poi le fabbriche chiuderanno quando tutti avranno il loro ombrello; e così via ...
Purtroppo so che non siamo così intelligenti; la nostra civiltà sta per finire, come tante altre prima di noi; pazienza, mi dispiace solo constatare che la storia si ripete e che non insegna niente... e che la conseguenza di questa cecità sarà (anzi è) la sofferenza di milioni, miliardi di esseri umani.
venerdì 26 giugno 2009
I giorni dei coltelli: l'inizio
Sono giorni difficili questi. In particolare quello di oggi, giorno della seconda prova.
Giornata particolarmente difficile che potrebbe avere strascichi e complicazioni nella giornata di domani, il primo giorno di correzione. E spero che questi strascichi possano essere di giovamento ai ragazzi, perché oggi sono accadute alcune cose possibili solo perché inesperto in fatto di esami di maturità. Certo, lasciato allo sbaraglio, mi son sentito un po' solo contro tutti, e mi sono un po' pentito di non aver passato veramente a riposo la giornata di ieri.
Per ora pazienza.
Domani si vedrà.
Giornata particolarmente difficile che potrebbe avere strascichi e complicazioni nella giornata di domani, il primo giorno di correzione. E spero che questi strascichi possano essere di giovamento ai ragazzi, perché oggi sono accadute alcune cose possibili solo perché inesperto in fatto di esami di maturità. Certo, lasciato allo sbaraglio, mi son sentito un po' solo contro tutti, e mi sono un po' pentito di non aver passato veramente a riposo la giornata di ieri.
Per ora pazienza.
Domani si vedrà.
mercoledì 24 giugno 2009
Giorni di fuoco, parte 2
Può esserci un giorno ancora più pesante? In effetti per una commissione esaminatrice serale, sì, ed è il giorno in cui si esaminano i crediti, in particolare quelli dei privatisti.
Giornata pesante, sicuramente, tra fascicoli, problemi, ore e ore in un'aula con i soliti problemi e soprattutto con un verbale da scrivere.
E poi nel pomeriggio un altro incontro con i maturandi.
E poi, finalmente, a casa a riposare...
Giornata pesante, sicuramente, tra fascicoli, problemi, ore e ore in un'aula con i soliti problemi e soprattutto con un verbale da scrivere.
E poi nel pomeriggio un altro incontro con i maturandi.
E poi, finalmente, a casa a riposare...
martedì 23 giugno 2009
Giorni di fuoco, parte 1
E questi sono giorni di fuoco: per me, con l'insediamento delle commissioni d'esame, è iniziato oggi l'esame di maturità 2009, il mio primo esame, tra l'altro come commissario interno.
Questa prima giornata è stata dedicata alle prime attività e alla stesura dei primi verbali: e io, guarda un po', sono il verbalizzatore. Questo mi ha un po' allungato la mattinata (anche se la presidente e altri due colleghi commissari mi hanno dato una mano), senza dimenticare i problemi, all'ordine del giorno nella scuola italiana, con il software, con Windows, con le tastiere. Insomma nel mondo del risparmio si continua a navigare a vista, anche quando arriva un momento così importante e fondamentale (soprattutto per gli studenti) come l'esame di maturità.
Tra l'altro la giornata non è finita con la stesura dei verbali, ma è continuata con un po' di assistenza agli studenti delle due quinte che si stanno avvicinando all'esame.
E così, a fine serata, posso dire: sono sopravvissuto al primo giorno. Speriamo che anche domani sia così!
Buon esame a tutti quelli che stanno per iniziare e alla prossima!
Questa prima giornata è stata dedicata alle prime attività e alla stesura dei primi verbali: e io, guarda un po', sono il verbalizzatore. Questo mi ha un po' allungato la mattinata (anche se la presidente e altri due colleghi commissari mi hanno dato una mano), senza dimenticare i problemi, all'ordine del giorno nella scuola italiana, con il software, con Windows, con le tastiere. Insomma nel mondo del risparmio si continua a navigare a vista, anche quando arriva un momento così importante e fondamentale (soprattutto per gli studenti) come l'esame di maturità.
Tra l'altro la giornata non è finita con la stesura dei verbali, ma è continuata con un po' di assistenza agli studenti delle due quinte che si stanno avvicinando all'esame.
E così, a fine serata, posso dire: sono sopravvissuto al primo giorno. Speriamo che anche domani sia così!
Buon esame a tutti quelli che stanno per iniziare e alla prossima!
Gossip
Stasera il direttore del tg1 Minzolini ha deciso di parlare a milioni di italiani per spiegare le ragioni per cui lui ritiene non importante parlare del "gossip" intorno a Berlusconi, mentre la "realtà virtuale dei media" lo sta facendo da giorni.
Lui parla di "testimoni più o meno attendibili" mentre ci sono diverse interviste, che poco hanno a che fare col "chiacchericcio", dove giovani ragazze ci spiegano di questa "malattia" del premier; sente la necessità di essere sempre circondato da belle donne; giovani ragazze soprattutto, italiane ma anche dell'est europa che fanno a gara a chiamarlo "papi" per riuscire a conquistarsi la sua simpatia... e perchè no un seggio in parlamento o un lavoro in televisione.
Ci raccontano che sono state insieme a lui spesso pagate, perchè ragazze "immagini" o perchè prostitute. Ci fanno vedere immagini delle sue residenze, per dimostrarci che è tutto vero, e ci dicono che hanno documenti audio degli incontri.
Continua il direttore del tg1 dicendo non c'è nessuna ipotesi di reato che coinvolga il presidente del consiglio; in fondo come ha detto l'avvocato di berlusconi al più si tratta di un utilizzatore finale, lui non ha mai pagato direttamente; siccome non c'è reato non c'è ragione per parlarne.
Accusa, sempre il direttore, che questi siano attacchi al presidente del consiglio
in nome di un "improvviso moralismo" e che "tutto questo non ha nulla a che vedere col servizio pubblico".
Per zittire poi l'opposizione ricorda che un fatto simile sarebbe accaduto ad un collaboratore di Romano Prodi; in realtà si tratta di un fatto completamente diverso, ma poco importa, è lui che parla e può cercare di ribaltare la frittata come vuole. La rilevanza dei fatti ora è completamente diversa.
E' veramente scioccante che ci sia un uomo che possa decidere cosa è importante e cosa no; cosa i cittadini italiani hanno il diritto di vedere (e giudicare) e cosa no; eppure il potere che è nelle sue mani è enorme. Ma si sa gli italiani sono idioti e non sono capaci di farsi un idea propria: meno male che decide lui per noi. Grazie.
Andiamo al nocciolo della questione. Non si tratta ne di gossip ne di moralismo. Si tratta di sicurezza nazionale e di comportamenti coerenti e appropriati al ruolo che svolge. Sappiamo che ci sono probabilmente centinaia di ragazze che ruotano intorno a lui, in Sardegna, a Roma , a Milano. Tantissime ragazze, ed è proprio questo che stiamo imparando, che sono pronte a ricattarlo per i più svariati motivi. Alcune di loro sono state pagate (non da lui, per carità!) per andare a letto con berlusconi; altre solo per fargli compagnia ed ascoltare le sue barzellette. Quante gli hanno chiesto un favore? piccolo o grande che sia? legittimo o illegittimo?
Un presidente del consiglio che è ricattabile non può fare tranquilamente il suo lavoro; ammettiamo che in questi anni berlusconi abbia fatto gli interessi dei cittadini italiani; cosa succede se qualcuno comincia a ricattarlo per avere soddisfatti i propri interessi? berlusconi si troverebbe nella situazione, "per non essere rovinato" dal ricattatore, a fare non più i nostri interessi.
E cosa succederebbe se lui, in quanto primo ministro e quindi persona a conoscenza di importi segreti dello Stato Italiano (anche militare) fosse ricattato da un paese straniero o da un gruppo terroristico?
Come facciamo ad essere tranquilli che questo primo ministro stia salvaguardando i nostri interessi e non quelli di qualcun altro (anche contro la sua volontà)?
E' chiaro che un primo ministro non può essere ricattabile e quindi non può essere "chiaccherato"; non possono esistere voci e pettegolezzi di questo tipo intorno a lui; è per questo che in queste condizioni, per il bene del Paese, dovrebbe dimettersi.
E' questa la notizia importante; sono queste le considerazioni che un cittadino attento ed informato potrebbe fare ascoltando queste notizie, che il direttore del tg1 continua a chiamare "gossip".
Un tg che da queste notizie fa il suo lavoro, un ottimo lavoro, fa "servizio pubblico", perchè contribuisce a salvaguardare la democrazia di questo Paese, la protegge dai pericoli; quello che il tg1 non ha fatto e non continuerà a fare.
Termino raccontanto un fatto molto interessante che la dice lunga sullo stato dell'informazione italiana. Oggi stavo cercando notizie di "prima mano" sulla situazione in IRAN, quando trovo un giornale iraniano ed immediatamente vado a guardare le prime notizie; la prima è una critica al mondo occidentale che esagera il "fermento" per le strade di Teheran; la seconda notizia riguarda considerazione sull'economia mondiale fatte dal rappresentante OPEC iraniano; come terza notiza: le elezioni in ITALIA !!!! non potevo crederci!!! quale migliore notizia per nascondere che si ha in casa una rivoluzione se non parlare delle importanti elezioni italiane?!?!!? ma quale è la differenza tra il modo di informare i cittadini in Italia ed in Iran?
Lui parla di "testimoni più o meno attendibili" mentre ci sono diverse interviste, che poco hanno a che fare col "chiacchericcio", dove giovani ragazze ci spiegano di questa "malattia" del premier; sente la necessità di essere sempre circondato da belle donne; giovani ragazze soprattutto, italiane ma anche dell'est europa che fanno a gara a chiamarlo "papi" per riuscire a conquistarsi la sua simpatia... e perchè no un seggio in parlamento o un lavoro in televisione.
Ci raccontano che sono state insieme a lui spesso pagate, perchè ragazze "immagini" o perchè prostitute. Ci fanno vedere immagini delle sue residenze, per dimostrarci che è tutto vero, e ci dicono che hanno documenti audio degli incontri.
Continua il direttore del tg1 dicendo non c'è nessuna ipotesi di reato che coinvolga il presidente del consiglio; in fondo come ha detto l'avvocato di berlusconi al più si tratta di un utilizzatore finale, lui non ha mai pagato direttamente; siccome non c'è reato non c'è ragione per parlarne.
Accusa, sempre il direttore, che questi siano attacchi al presidente del consiglio
in nome di un "improvviso moralismo" e che "tutto questo non ha nulla a che vedere col servizio pubblico".
Per zittire poi l'opposizione ricorda che un fatto simile sarebbe accaduto ad un collaboratore di Romano Prodi; in realtà si tratta di un fatto completamente diverso, ma poco importa, è lui che parla e può cercare di ribaltare la frittata come vuole. La rilevanza dei fatti ora è completamente diversa.
E' veramente scioccante che ci sia un uomo che possa decidere cosa è importante e cosa no; cosa i cittadini italiani hanno il diritto di vedere (e giudicare) e cosa no; eppure il potere che è nelle sue mani è enorme. Ma si sa gli italiani sono idioti e non sono capaci di farsi un idea propria: meno male che decide lui per noi. Grazie.
Andiamo al nocciolo della questione. Non si tratta ne di gossip ne di moralismo. Si tratta di sicurezza nazionale e di comportamenti coerenti e appropriati al ruolo che svolge. Sappiamo che ci sono probabilmente centinaia di ragazze che ruotano intorno a lui, in Sardegna, a Roma , a Milano. Tantissime ragazze, ed è proprio questo che stiamo imparando, che sono pronte a ricattarlo per i più svariati motivi. Alcune di loro sono state pagate (non da lui, per carità!) per andare a letto con berlusconi; altre solo per fargli compagnia ed ascoltare le sue barzellette. Quante gli hanno chiesto un favore? piccolo o grande che sia? legittimo o illegittimo?
Un presidente del consiglio che è ricattabile non può fare tranquilamente il suo lavoro; ammettiamo che in questi anni berlusconi abbia fatto gli interessi dei cittadini italiani; cosa succede se qualcuno comincia a ricattarlo per avere soddisfatti i propri interessi? berlusconi si troverebbe nella situazione, "per non essere rovinato" dal ricattatore, a fare non più i nostri interessi.
E cosa succederebbe se lui, in quanto primo ministro e quindi persona a conoscenza di importi segreti dello Stato Italiano (anche militare) fosse ricattato da un paese straniero o da un gruppo terroristico?
Come facciamo ad essere tranquilli che questo primo ministro stia salvaguardando i nostri interessi e non quelli di qualcun altro (anche contro la sua volontà)?
E' chiaro che un primo ministro non può essere ricattabile e quindi non può essere "chiaccherato"; non possono esistere voci e pettegolezzi di questo tipo intorno a lui; è per questo che in queste condizioni, per il bene del Paese, dovrebbe dimettersi.
E' questa la notizia importante; sono queste le considerazioni che un cittadino attento ed informato potrebbe fare ascoltando queste notizie, che il direttore del tg1 continua a chiamare "gossip".
Un tg che da queste notizie fa il suo lavoro, un ottimo lavoro, fa "servizio pubblico", perchè contribuisce a salvaguardare la democrazia di questo Paese, la protegge dai pericoli; quello che il tg1 non ha fatto e non continuerà a fare.
Termino raccontanto un fatto molto interessante che la dice lunga sullo stato dell'informazione italiana. Oggi stavo cercando notizie di "prima mano" sulla situazione in IRAN, quando trovo un giornale iraniano ed immediatamente vado a guardare le prime notizie; la prima è una critica al mondo occidentale che esagera il "fermento" per le strade di Teheran; la seconda notizia riguarda considerazione sull'economia mondiale fatte dal rappresentante OPEC iraniano; come terza notiza: le elezioni in ITALIA !!!! non potevo crederci!!! quale migliore notizia per nascondere che si ha in casa una rivoluzione se non parlare delle importanti elezioni italiane?!?!!? ma quale è la differenza tra il modo di informare i cittadini in Italia ed in Iran?
lunedì 22 giugno 2009
Ashbringer
Nonostante la serie regolare non sia brutta (Simonson resta comunque un valido autore, anche come scrittore, mentre la dipartita di Lullabi si sente sulla resa grafica) questo Ashbringer è decisamente di un altro pianeta.
Scritta da Micky Neilson con uno spettacolare Lullabi ai disegni, Ashbringer racconta le avventure della famiglia Mograine, che stanno alla base dell'avvento del Lich King, il re dei non morti. La storia, basata sull'espansione Wrath of the Lich King, è alla fine dello stesso livello dei manga di Warcraft: scorre intensa ma comunque veloce, intrisa del contrasto perenne e tipico di qualunque gioco di ruolo tra luce/bene e oscurità/male, senza dimenticare tutte le sfumature dovute all'avidità umana, con pareggio finale tra bene e male.
Una storia che non solo gli amanti della saga videoludica possono apprezzare, ma anche qualunque lettore di fantasy che si rispetti: gli unici problemi, riscontrati anche nella versione manga, sono nella traduzione dei termini, che per coerenza con l'edizione elettronica del Mondo di Warcraft, sono in inglese, ma che all'improvviso nel corso della traduzione diventano in italiano: questa scelta è decisamente più apprezzabile e coerente, ma rompe un po' con lo schema portato avanti all'inizio dell'edizione Panini e nel corso della serie regolare.
Scritta da Micky Neilson con uno spettacolare Lullabi ai disegni, Ashbringer racconta le avventure della famiglia Mograine, che stanno alla base dell'avvento del Lich King, il re dei non morti. La storia, basata sull'espansione Wrath of the Lich King, è alla fine dello stesso livello dei manga di Warcraft: scorre intensa ma comunque veloce, intrisa del contrasto perenne e tipico di qualunque gioco di ruolo tra luce/bene e oscurità/male, senza dimenticare tutte le sfumature dovute all'avidità umana, con pareggio finale tra bene e male.
Una storia che non solo gli amanti della saga videoludica possono apprezzare, ma anche qualunque lettore di fantasy che si rispetti: gli unici problemi, riscontrati anche nella versione manga, sono nella traduzione dei termini, che per coerenza con l'edizione elettronica del Mondo di Warcraft, sono in inglese, ma che all'improvviso nel corso della traduzione diventano in italiano: questa scelta è decisamente più apprezzabile e coerente, ma rompe un po' con lo schema portato avanti all'inizio dell'edizione Panini e nel corso della serie regolare.
Piccoli problemi di pubblicazione
Negli ultimi giorni sembra ci siano stati problemi con blogger: alcuni post programmati per il fine settimana, non sono stati pubblicati.
Li ho da poco rilasciati per la pubblicazione, quindi anche se sono usciti oggi, non hanno la data odierna.
Spero che non ci siano altri problemi con i prossimi.
Saluti a tutti!!!
Li ho da poco rilasciati per la pubblicazione, quindi anche se sono usciti oggi, non hanno la data odierna.
Spero che non ci siano altri problemi con i prossimi.
Saluti a tutti!!!
domenica 21 giugno 2009
Riadiofreccia
Alcune settimane fa abbiamo visto Radiofreccia, il bellissimo film di Ligabue.
Nel frattempo ho aperto l'account su rym e girando per i sito, ecco cosa ho trovato...
Nel frattempo ho aperto l'account su rym e girando per i sito, ecco cosa ho trovato...
sabato 20 giugno 2009
Big Joe
Una delle cose che so è che Joe Lansdale è uno dei più grandi scrittori viventi.
Una delle cose che so è che Joe Lansdale è uno scrittore pulp nel senso più genuino del termine.
Una delle cose che so è che accanto al sito ufficiale, ora c'è anche il blog del buon Joe.
Una delle cose che so è che ora vi beccate il video dell'intervista che Big Joe ha fatto a Parla con me, in occasione dell'uscita del suo ultimo libro su Hap&Leonard, che probabilmente segna l'abbandono definitivo da parte del buon Joe dei lidi Einaudi:
P.S.: il video e la notizia del blog di Joe sono tratti da Fantascienza.com
Una delle cose che so è che Joe Lansdale è uno scrittore pulp nel senso più genuino del termine.
Una delle cose che so è che accanto al sito ufficiale, ora c'è anche il blog del buon Joe.
Una delle cose che so è che ora vi beccate il video dell'intervista che Big Joe ha fatto a Parla con me, in occasione dell'uscita del suo ultimo libro su Hap&Leonard, che probabilmente segna l'abbandono definitivo da parte del buon Joe dei lidi Einaudi:
P.S.: il video e la notizia del blog di Joe sono tratti da Fantascienza.com
venerdì 19 giugno 2009
Warcraft: Legends 4
E finiscono qui le avventure di Trag Highmountain narrate dal duo della Sunwell Trilogy: Richard Knaak e Jae-Hwan Kim. Destino, il capitolo conclusivo della mini-saga, mette Trag di fronte al Re dei Lich, colui cui deve la sua condizione di non-morto e che deve sconfiggere per trovare una dignità nella sua nuova condizione. Alla fine il percorso di Trag è l'ennesima variazione sul tema della cerca: un percorso che mette il personaggio di fronte a se stesso e a quello che è e rappresenta. Una bella avventura, un'ottima variazione sul tema.
Il resto del sommario non è da meno: Bloodsail Buccaneer, di Dan Jolley e Fernando Heinz Furukawa è una storia divertente e leggera quanto avventurosa e drammatica, rispolverando le atmosfere da Pirati dei Caraibi e mettendo in campo un gruppo di ragazzi un po' insoddisfatti dalla loro vita. La famiglia non si tocca, invece, sfocia nel giallo: un gruppo di artisti da strada, accampatisi per qualche giorno vicino a un villaggio per fare un po' di spettacolo e guadagnare qualcosa, si ritrovano coinvolti in un omicidio, di cui viene accusata una di loro. Le indagini proseguiranno fino alla scoperta del vero assassino e alla macabra conclusione della vicenda, il tutto presentato dalla premiata ditta Tim Beedle, Ryo Kawakami.
La chiusura del volume viene invece affidata a Christie Golden che, coadiuvata da In-Bae Kim, presenta la prima parte di Guerrieri si diventa, dove viene narrata la storia della gracile Draka, madre di Thrall e destinata a grandi cose in quel di Warcraft!
Il tutto per un altro bel volume della saga Legends.
Il resto del sommario non è da meno: Bloodsail Buccaneer, di Dan Jolley e Fernando Heinz Furukawa è una storia divertente e leggera quanto avventurosa e drammatica, rispolverando le atmosfere da Pirati dei Caraibi e mettendo in campo un gruppo di ragazzi un po' insoddisfatti dalla loro vita. La famiglia non si tocca, invece, sfocia nel giallo: un gruppo di artisti da strada, accampatisi per qualche giorno vicino a un villaggio per fare un po' di spettacolo e guadagnare qualcosa, si ritrovano coinvolti in un omicidio, di cui viene accusata una di loro. Le indagini proseguiranno fino alla scoperta del vero assassino e alla macabra conclusione della vicenda, il tutto presentato dalla premiata ditta Tim Beedle, Ryo Kawakami.
La chiusura del volume viene invece affidata a Christie Golden che, coadiuvata da In-Bae Kim, presenta la prima parte di Guerrieri si diventa, dove viene narrata la storia della gracile Draka, madre di Thrall e destinata a grandi cose in quel di Warcraft!
Il tutto per un altro bel volume della saga Legends.
giovedì 18 giugno 2009
Un uomo chiamato Carmine Pascià
Gian Antonio Stella non è solo il giornalista de La Casta, ma è anche uno scrittore, che in quanto giornalista si documenta anche, e scrive delle vicende belle, ben scritte e soprattutto coerenti con l'ambientazione e il periodo storico.
E' il caso di Carmine Pascià che nacque buttero e morì beduino: un racconto di come un uomo del sud si ritrova costretto a dover combattere una guerra che non vuole per un paese che non ha mai fatto nulla per lui, né prima né dopo l'arruolamento, ma che ne ha preteso la lealtà. E così Carmine si ritrova a combattere una guerra assurda, una guerra di colonizzazione, seguendo comandanti assurdi, ordini assurdi e diventando disertore a causa di una... sbronza!
Così, catturato dai beduini, è posto di fronte al dilemma: completare il tradimento diventando il sicario di coloro che lo hanno catturato, o restare fedele a una patria che si è ricordata di lui solo per la guerra?
E' facile pensare a quale sia la scelta di Carmine, senza dimenticare che la sua patria, che guarda un po' è anche la nostra, senza neanche approfondire le vicende e il destino del suo soldato, lo dichiara disertore.
E' il caso di Carmine Pascià che nacque buttero e morì beduino: un racconto di come un uomo del sud si ritrova costretto a dover combattere una guerra che non vuole per un paese che non ha mai fatto nulla per lui, né prima né dopo l'arruolamento, ma che ne ha preteso la lealtà. E così Carmine si ritrova a combattere una guerra assurda, una guerra di colonizzazione, seguendo comandanti assurdi, ordini assurdi e diventando disertore a causa di una... sbronza!
Così, catturato dai beduini, è posto di fronte al dilemma: completare il tradimento diventando il sicario di coloro che lo hanno catturato, o restare fedele a una patria che si è ricordata di lui solo per la guerra?
E' facile pensare a quale sia la scelta di Carmine, senza dimenticare che la sua patria, che guarda un po' è anche la nostra, senza neanche approfondire le vicende e il destino del suo soldato, lo dichiara disertore.
mercoledì 17 giugno 2009
Un sogno turco
Gli incubi di Lovecraft spesso ispirarono al solitario di Providence i suoi misteriosi e orrorifici racconti. Ora un altro sogno ispira Giancarlo De Cataldo nella stesura di un testo che poi sarebbe diventato una lettura, un reading come dicono in Gran Bretagna, nella tradizione ormai da anni intrapresa da Alan Moore. Il racconto è Un sogno turco e, come i reading di Moore, è diventato un fumetto grazie a Giuseppe Palumbo, che interpreta magistralmente il testo di De Cataldo, lavorando anche a stretto contatto con il magistrato-scrittore, autore del famoso Romanzo criminale.
La sintesi tra i due autori porta a un racconto al tempo stesso storico, duro e violento, ma anche magico, che riprende Le mille e una notte, ma anche le guerre che hanno spesso devastato l'area di confine tra Asia e Africa: la Turchia, appunto.
Un racconto sulla vita, la morte, la ribellione, la guerra, la violenza e il rapporto con se stessi e con il proprio passato.
Un bel sogno.
La sintesi tra i due autori porta a un racconto al tempo stesso storico, duro e violento, ma anche magico, che riprende Le mille e una notte, ma anche le guerre che hanno spesso devastato l'area di confine tra Asia e Africa: la Turchia, appunto.
Un racconto sulla vita, la morte, la ribellione, la guerra, la violenza e il rapporto con se stessi e con il proprio passato.
Un bel sogno.
Fascisti al governo
La XII disposizione transitoria della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In base a questa disposizione, l'apologia del fascismo costituisce reato.
In base alla Legge Scelba (20 giugno 1952, n. 645) (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"):
Sono in attesa che qualche magistrato proceda contro il ministro Michela Vittoria Brambilla e che il nostro Presidente Giorgio Napolitano ricordi a questo Parlamento e a questo Governo che la nostra Repubblica rifiuta il fascismo.
In base alla Legge Scelba (20 giugno 1952, n. 645) (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"):
Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste è punito con la pena della reclusione sino a tre anni e con la multa da 400.000 a 1.000.000 di lire.
Sono in attesa che qualche magistrato proceda contro il ministro Michela Vittoria Brambilla e che il nostro Presidente Giorgio Napolitano ricordi a questo Parlamento e a questo Governo che la nostra Repubblica rifiuta il fascismo.
martedì 16 giugno 2009
Il primo e forse l'ultimo numero
E mi riferisco al primo e forse ultimo numero di Come uccidere il drago, adattamento di Eriko Kato dell'omonimo fantasy nipponico di Tokio Tsumori. E non intendo che il primo numero è anche l'ultimo della serie, intendo che molto probabilmente il primo numero è anche l'ultimo da me preso. Vediamo perché, iniziando da ciò che attira nel manga:
Innanzitutto la storia: il mondo fantastico in cui è ambientato è stato, per anni, la patria di uomini e creature mitologiche, fino a che i rispettivi regnanti non decisero di separare i due mondi, constatando che era pericoloso per entrambe l'equilibrio di entrambe le razze. Purtroppo gli uomini, per loro natura irrequieti, continuarono a farsi la guerra, nonostante un primo periodo di pace: ciò rese l'equilibrio tra i due mondi molto flebile, e così nel periodo in cui la storia è ambientata molte creature mitologiche sono entrate nel mondo degli uomini. Molti, sono, quindi i mercenari che riuniti al castello del re degli uomini per un torneo, si preparano per creare una compagnia e sconfiggere le creature mitologiche, uccidendole o ricacciandole nel loro mondo.
Prima di proseguire con altri dettagli sulla storia, passiamo ai disegni: la Kato è evidentemente una seguace delle CLAMP, il gruppo di mangaka molto apprezzate per le loro opere non solo dal pubblico femminile, pubblico cui si rivolgono in partenza con i loro shoio, ma anche da quello maschile, soprattutto (e qui parlo per lettura personale, in questo caso di RG-Veda) per i rimandi tradizionali e culturali dei loro manga. In questo caso, visto che l'opera è tratta da un romanzo, il manga dovrebbe essere di buona fattura. Dovrebbe.
Vediamo ciò che non sembra andare:
Innanzitutto è abbastanza evidente, durante tutta la lettura, che questo fantasy manga è in realtà uno shoio fantasy manga: molti i ti amo sparsi qua e la dal discendente del primo re delle creature mitologiche al discendente della prima regina degli uomini, un cavaliere dall'oscuro e terribile passato. Leggendo, però, i redazionali, la trasposizione dell'opera, rispetto al romanzo, ha virato un po' più sullo shoio rispetto, probabilmente, alle intenzioni iniziali: molti dei personaggi definitivi, confrontati con gli schizzi preparatori, risultano più giovani rispetto alla prima elaborazione, con quest'ultima che sembra graficamente più efficace della versione definitiva.
Unico rammarico è quello di non poter confrontare questa trasposizione con l'opera originale: ciò avrebbe consentito non solo di capire quanto shoio fosse il romanzo originale, ma anche fatto capire se alcuni degli elementi positivi del manga stesso sono tali perché coerenti con il romanzo stesso. Sto pensando alla caratterizzazione dei due personaggi principali, Ulanborg e Archangel, ma anche all'idea che dietro questa invasione di creature mitologiche ci sia un oscuro e potente mago. E sarebbe anche interessante come nel romanzo si sia costituita la compagnia di Ulanborg, l'ultimo re dragone: nel manga è decisamente troppo veloce e poco approfondita.
Mi dispiace un po' parlar male di un nuovo fumetto sin dal primo numero, anche se credo possa comunque piacere al pubblico femminile, più difficilmente a quello maschile e/o appassionato di fantasy.
Innanzitutto la storia: il mondo fantastico in cui è ambientato è stato, per anni, la patria di uomini e creature mitologiche, fino a che i rispettivi regnanti non decisero di separare i due mondi, constatando che era pericoloso per entrambe l'equilibrio di entrambe le razze. Purtroppo gli uomini, per loro natura irrequieti, continuarono a farsi la guerra, nonostante un primo periodo di pace: ciò rese l'equilibrio tra i due mondi molto flebile, e così nel periodo in cui la storia è ambientata molte creature mitologiche sono entrate nel mondo degli uomini. Molti, sono, quindi i mercenari che riuniti al castello del re degli uomini per un torneo, si preparano per creare una compagnia e sconfiggere le creature mitologiche, uccidendole o ricacciandole nel loro mondo.
Prima di proseguire con altri dettagli sulla storia, passiamo ai disegni: la Kato è evidentemente una seguace delle CLAMP, il gruppo di mangaka molto apprezzate per le loro opere non solo dal pubblico femminile, pubblico cui si rivolgono in partenza con i loro shoio, ma anche da quello maschile, soprattutto (e qui parlo per lettura personale, in questo caso di RG-Veda) per i rimandi tradizionali e culturali dei loro manga. In questo caso, visto che l'opera è tratta da un romanzo, il manga dovrebbe essere di buona fattura. Dovrebbe.
Vediamo ciò che non sembra andare:
Innanzitutto è abbastanza evidente, durante tutta la lettura, che questo fantasy manga è in realtà uno shoio fantasy manga: molti i ti amo sparsi qua e la dal discendente del primo re delle creature mitologiche al discendente della prima regina degli uomini, un cavaliere dall'oscuro e terribile passato. Leggendo, però, i redazionali, la trasposizione dell'opera, rispetto al romanzo, ha virato un po' più sullo shoio rispetto, probabilmente, alle intenzioni iniziali: molti dei personaggi definitivi, confrontati con gli schizzi preparatori, risultano più giovani rispetto alla prima elaborazione, con quest'ultima che sembra graficamente più efficace della versione definitiva.
Unico rammarico è quello di non poter confrontare questa trasposizione con l'opera originale: ciò avrebbe consentito non solo di capire quanto shoio fosse il romanzo originale, ma anche fatto capire se alcuni degli elementi positivi del manga stesso sono tali perché coerenti con il romanzo stesso. Sto pensando alla caratterizzazione dei due personaggi principali, Ulanborg e Archangel, ma anche all'idea che dietro questa invasione di creature mitologiche ci sia un oscuro e potente mago. E sarebbe anche interessante come nel romanzo si sia costituita la compagnia di Ulanborg, l'ultimo re dragone: nel manga è decisamente troppo veloce e poco approfondita.
Mi dispiace un po' parlar male di un nuovo fumetto sin dal primo numero, anche se credo possa comunque piacere al pubblico femminile, più difficilmente a quello maschile e/o appassionato di fantasy.
Elezioni Iran
Ricevo da un amico iraniano questa lettera che contiene una prima analisi dei dati delle elezioni in Iran. Risulta evidente dai dati in loro possesso che i risultati delle elezioni sono un falso. Il metodo e' molto semplice: analizzano la dispersione dei risultati in 10 collegi e li confrontano con l'elezione precedente.
Si scopre allora che mentre nel 2005 i voti a favore di Ahmadinejad fluttuavano di un 10% ora solo di 1%! Confrontando poi i voti dei diversi candidati si osservano degli analoghi comportamenti "stranamente" lineari con fluttuazioni bassissime. Insomma sembra chiaro che questi risultati sono stati costruiti a tavolino senza preoccuparsi di proporre dei risultati realistici.
Vi lascio alla lettera originaria:
Si scopre allora che mentre nel 2005 i voti a favore di Ahmadinejad fluttuavano di un 10% ora solo di 1%! Confrontando poi i voti dei diversi candidati si osservano degli analoghi comportamenti "stranamente" lineari con fluttuazioni bassissime. Insomma sembra chiaro che questi risultati sono stati costruiti a tavolino senza preoccuparsi di proporre dei risultati realistici.
Vi lascio alla lettera originaria:
The Iran presidential election was held on 12 June 2009. Four candidates had this opportunity to compete in the election, Mahmud Ahmadinejad (the current president), Mohsen Rezaei, Mehdi Karrubi and Mir-Hossein Mousavi. There are a lot of doubts about the results of the election in the camps of three candidates who challenged Ahmadinejad. They believe that the results announced by the responsible organization, The Ministry of Internal Affairs (MIA), which is under the control of the government is just a fake manipulation. In this short letter we analyze the data announced by MIA. The data analysis is very simple and enlightening. It is highly expected that more detailed analysis will appear in the near future by many authors. Let’s start with the 9th presidential election (2005) results. In the first round, Ahmadinejad had in average %19.5 of total votes with a standard deviation %11. The least of his votes was from province Baloochestan with %5.5, and the most was from province Qom with %53. In the second round, he got %61 of total votes, with standard deviation %7, with the least %44, and the most %73, in the same provinces. So, in the 9th election the standard deviation was of order %10, with the difference of least and most about %40.
In 10th presidential election (2009) MIA announced in several turns the votes of four candidates, which are
coming in the table below:
If the numbers above are correct, the standard deviation of the fraction of Ahmadinejad’s votes to the total is of order %1. This means that, in 10th election, with respect to 9th one, all of Iran has become homogenized with a factor of 10. We should mention that the announced votes in each turn are due to the counts from different provinces and constituencies.
The other interesting observation, related to the mentioned above, is as follows. If one makes a plot comparing the votes for each of two candidates respectively (6 plots) one can draw a straight-line through the points with a surprising accuracy; the order of deviation from straight-line is 0.001. Again note that the announced votes in each turn are coming from different regions, saying that very different constituencies are similar with a great accuracy. This most strongly suggests that, first the lines are drawn, and then the points are selected.
The plots are presented below. Due to a inconsistency in Rezaei’s vote in turns 8 and 9 (the latter is less), just the 6 first turns have been used in the plots. On the plots, R is the regression, which measure how much the points are representing a straight-line (“1-R” is deviation from straight-line).
lunedì 15 giugno 2009
Povera, triste Italia. Costretta a rubare ai poveri!
Povera, triste Italia. Che la loro economia si trovi in condizioni così disastrose, tali da costringerli a rubare ai poveri, a sottrarre risorse ai malati e a privare i giovani dell'istruzione è un'umiliazione della nostra immaginazione, ma anche dell'anima di quel meraviglioso paese. Vergogna, Italia. Il tuo governo ti disonora
Sono le parole di Bob Geldof alla conferenza stampa di One, campagna internazionale contro la povertà (sulla povertà, potrebbe essere interessante dare un'occhiata a questo commento dell'amico Giano). Esaminando come i paesi del G8 a partire dagli accordi presi a Gleneagles, si nota come questi abbia fornito solo 1/3 degli aiuti previsti entro il 2010. Rincarerei la dose: i paesi del G8 hanno ufficialmente fornito solo 1/3 degli aiuti promessi. Una parte non ufficiale, una cospicua parte non ufficiale è sicuramente finita nelle tasche dei corrotti governanti africani e di altri ambigui individui in maniera tale da mantenere lo stato di guerra permanente.
E soprattutto in maniera da tenere alti i disperati disposti a lavorare in nero, a vendere se stessi pur di sfuggire alla disperazione. Questi disperati, poi, finiscono per aumentare il traffico illegale di esseri umani, quello che viene chiamato ingresso illegale di immigrati, quello che viene combattuto a parole per aumentare i consensi e che non viene limitato con i fatti provando a costruire un mondo un po' più tranquillo, magari investendo un po' più del misero 3% fatto in questi anni (percentuale che condividiamo con la Francia, comunque!).
E' evidente, anche dal commento lasciatomi da gelido51, che i leghisti preferiscono bastonare, piuttosto che prevenire. Preferiscono insultare, piuttosto che rispondere.
E così ritornano le ronde, per rendere più sicure le strade e spaventare un po' di più gli avversari politici: incredibile come anche al Giornale si siano recentemente accorti della pericolosità di queste iniziative (vedi anche Vita intelligente), forse perché questa volta non vengono dagli amici della Lega (che sono sicuro cambierebbero immediatamente con Casini, se questi avesse i numeri per prenderne il posto, visto il carattere nazionale dell'UDC), ma da uno dei tanti partitini che il PdL e il PD vogliono eliminare dalla politica nazionale.
(notizia tratta da Messaggero.it)
Home
In molti hanno rilanciato in rete il documentario HOME di Yann Arthus - Bertrand (produttori Denis Carot e Luc Besson). Mi associo anche io con questo post. La durata del film è di 1:33:18, è in lingua inglese sottotitolata e potete vederlo andando alla pagina del progetto su youtube.
Il film, usando immagini molto belle, riprese per lo più dall'alto, ci consente attraverso una prospettiva particolare di vedere gli effetti dell'azione umana (piu' precisamente del nostro modello economico) su GAIA.
Il film sottolinea infatti molto il fatto che il pianeta Terra e tutti gli esseri viventi sono collegati tra di loro attraverso un equilibrio molto delicato; proprio quell'equilibrio che noi, come esseri umani, siamo vicini a rompere in modo irrimediabile. La nostra smania di produrre, di costruire, sempre pù velocemente ci ha portato di fronte ai limiti del pianeta Terra; le miniere nel prossimo secolo finiranno di estrarre tutto l'estraibile; il petrolio, alla base di tutta la nostra economia sta per diventare economicamente non estraibile (sta per finire quindi a tutti gli effetti pratici); il cibo per sfamare tutti gli esseri umani non basta; l'acqua non basta; (il grano è usato per produrre carne e biocarburanti); l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera sta creando grandi cambiamenti climatici (gli esseri umani mai hanno vissuto in un atmosfera con tali concentrazioni di carbonio); i ghiacci si stanno sciogliendo; secondo alcune ricerche siamo nel pieno della sesta estinzione di massa; ci si aspetta che per il 2050 ci saranno 200 milioni di "rifugiati climatici" (persone che devono scappare dalla terra in cui sono nati a causa dei cambiamenti climatici); ...
Il film finisce con un pò di ottimismo: sta a noi scrivere cosa accadrà nel nostro prossimo futuro...
Buona visione!
Il film, usando immagini molto belle, riprese per lo più dall'alto, ci consente attraverso una prospettiva particolare di vedere gli effetti dell'azione umana (piu' precisamente del nostro modello economico) su GAIA.
Il film sottolinea infatti molto il fatto che il pianeta Terra e tutti gli esseri viventi sono collegati tra di loro attraverso un equilibrio molto delicato; proprio quell'equilibrio che noi, come esseri umani, siamo vicini a rompere in modo irrimediabile. La nostra smania di produrre, di costruire, sempre pù velocemente ci ha portato di fronte ai limiti del pianeta Terra; le miniere nel prossimo secolo finiranno di estrarre tutto l'estraibile; il petrolio, alla base di tutta la nostra economia sta per diventare economicamente non estraibile (sta per finire quindi a tutti gli effetti pratici); il cibo per sfamare tutti gli esseri umani non basta; l'acqua non basta; (il grano è usato per produrre carne e biocarburanti); l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera sta creando grandi cambiamenti climatici (gli esseri umani mai hanno vissuto in un atmosfera con tali concentrazioni di carbonio); i ghiacci si stanno sciogliendo; secondo alcune ricerche siamo nel pieno della sesta estinzione di massa; ci si aspetta che per il 2050 ci saranno 200 milioni di "rifugiati climatici" (persone che devono scappare dalla terra in cui sono nati a causa dei cambiamenti climatici); ...
Il film finisce con un pò di ottimismo: sta a noi scrivere cosa accadrà nel nostro prossimo futuro...
Buona visione!
domenica 14 giugno 2009
Beppe Grillo vuole te!
La notizia della settimana non è la Lega che vince, l'Italia dei Valori che vola, l'UDC unico degli altri a non perdere.
La notizia della settimana è l'audizione di Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, che dopo l'immissione di 30 virus nel sistema politico italiano, è finalmente riuscito a proporre alla Commissione la legge firmata durante il primo VDay.
Eccovi il video:
Ci sono stati sicuramente alcuni passaggi interessanti. Innanzitutto il primo intervento, che potrete leggere direttamente sul blog di Beppe Grillo (in questo caso mi sento di dire che nei dati di Grillo c'è un errore: se non ricordo male è la Borsellino la donna più votata d'Italia, ma questo cambia poco il senso del discorso), e poi uno scambio di battute con un componente della Commissione, uno dei due che si sta leggendo il giornale, mentre gli altri, evidentemente tesi, sembrano non vedere l'ora che la seduta finisca:
E poi, in sottofondo, la battuta, quasi a scusarsi (non con Grillo, sembrerebbe), del deputato:
Al che Grillo apostrofa:
L'atteggiamento di Grillo, in ogni caso calmo e tranquillo, ma comunque pungente, in quest'occasione mi ricorda l'atteggiamento tenuto da Gaspar Torriero durante la tavola rotonda della prima giornata del Wordcamp 2009.
In generale il tentativo di Grillo è condivisibile fino in fondo: sta cercando di far ricordare ai politici che sono lì per servire i cittadini e non per farsi forti della loro posizione. La politica deve essere interpretata come rappresentanza e servizio, non per ottenere un vantaggio personale, in termini di potere, popolarità, denaro.
Forse c'è stato un tempo in cui i politici erano rappresentanti sì, ma comunque pari tra uguali, ora invece pretendono di essere riconosciuti: sarebbe bello un giorno potersi svegliare e trovare un mondo in cui un Presidente qualunque si ritrovi a pretendere e per risposta gli venga chiesto:
La notizia della settimana è l'audizione di Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, che dopo l'immissione di 30 virus nel sistema politico italiano, è finalmente riuscito a proporre alla Commissione la legge firmata durante il primo VDay.
Eccovi il video:
Ci sono stati sicuramente alcuni passaggi interessanti. Innanzitutto il primo intervento, che potrete leggere direttamente sul blog di Beppe Grillo (in questo caso mi sento di dire che nei dati di Grillo c'è un errore: se non ricordo male è la Borsellino la donna più votata d'Italia, ma questo cambia poco il senso del discorso), e poi uno scambio di battute con un componente della Commissione, uno dei due che si sta leggendo il giornale, mentre gli altri, evidentemente tesi, sembrano non vedere l'ora che la seduta finisca:
Legga, legga. Legga la sua informazione. Lei prenda informazione dal suo... Ma no scusi. Lei ha davanti un giornale da cui trae le informazioni. Guardi un po' la differenza: io c'ho questo [e solleva un portatile] dove trarre informazioni, lei c'ha il Resto del Carlino [e conclude con un sorriso ironico, I suppose]
E poi, in sottofondo, la battuta, quasi a scusarsi (non con Grillo, sembrerebbe), del deputato:
Sto leggendo il giornale
Al che Grillo apostrofa:
Bravo. Bravo. Lei è molto democratico.
L'atteggiamento di Grillo, in ogni caso calmo e tranquillo, ma comunque pungente, in quest'occasione mi ricorda l'atteggiamento tenuto da Gaspar Torriero durante la tavola rotonda della prima giornata del Wordcamp 2009.
In generale il tentativo di Grillo è condivisibile fino in fondo: sta cercando di far ricordare ai politici che sono lì per servire i cittadini e non per farsi forti della loro posizione. La politica deve essere interpretata come rappresentanza e servizio, non per ottenere un vantaggio personale, in termini di potere, popolarità, denaro.
Forse c'è stato un tempo in cui i politici erano rappresentanti sì, ma comunque pari tra uguali, ora invece pretendono di essere riconosciuti: sarebbe bello un giorno potersi svegliare e trovare un mondo in cui un Presidente qualunque si ritrovi a pretendere e per risposta gli venga chiesto:
Chi sei tu?
Le ronde nere
Roberto Maroni dopo aver reclutato membri ed essendo stato responsabile della "Federazione della Guardia nazionale padana" e delle "camicie verdi" apre ora la strada ai "volontari per la sicurezza" della repubblica italiana.
Le "ronde" introdotte con il "disegno di legge sulla sicurezza" (ancora non approvato al Senato) non sono solo uno strumento di propaganda per far vedere ai cittadini italiani che il governo sta facendo qualcosa, ma sono qualcosa di molto peggio.
Nei fatti il governo taglia i fondi per la polizia rendendoli incapaci di fare il loro dovere e taglia i fondi per la magistratura che ormai in tante citta' italiane e' in ginocchio.
Non fa nulla per affrontare la crisi economica (la piu' devastante dopo quella del 1929) che sta lasciando senza lavoro milioni di persone e rende sempre piu' gravi le condizioni sociali con conseguente acuirsi delle tensioni sociali.
La societa' sta degenerando, cresce la rabbia ed i sospetti contro gli emigrati (che con altre leggi vergognose si respingono all'inferno, si lasciano morire per paura di essere scoperti, si calpestano nella dignita', si cancellano i loro sogni) e spettri del passato ritornano. Il governo sta facendo di tutto per accelerare il processo che ci portera' in breve in un regno di paura e terrore.
E cosi' mascherati da ONLUS rivediamo quello che mai avremmo voluto rivedere; in pochi mesi rivedremo le gesta delle "squadracce fasciste" contro gli immigrati e contro gli oppositori politici; non ci vuole poi tanta immaginazione.
Riporto alcuni spezzoni dell'intervista di Radio Capital a Maurizio Monti del Msi, tra i fondatori dell'iniziativa della "Guardia Nazionale".
Tra le cose piu' oscene sicuramente l'idea di nascondersi dietro un "organizzazione non lucrativa di utilità sociale" ... uno schiaffo per i tanti "volontari" che attraverso le piu' varie associazioni tanto bene fanno all'italia e al mondo....
Gaetano Saya e' fondatore del Nuovo MSI-Destra nazionale e del Dssa considerata una sorta di "polizia parallela".
Come si fa a credere che si limiteranno a fare una telefonata alla polizia? soprattutto sapendo che
Attenzione qui all'accostamento utilizzato: immigrati - razza (parola terribile! questa gente crede ancora nell'esistenza delle "razze" ed usa queste per i loro sporchi giochi di potere!)
Ma come? il "teorico" Saya parla tranquillamente di immigrati come pericolo per la razza, da vita alla Guardia Nazionale e poi noi dovremmo credere che il razzismo non centra niente? e poi se di "delinquenti" si tratta cosa vorrebbero fare queste guardie armate di pila e cellulare? E poi perche' gli immigrati dovrebbero essere un "pericolo" per una nazione? ma di cosa parla? ma cosa hanno in testa queste persone?
Rivedere per le strade italiane squadre di questo tipo mi fa paura; i ricordi non fanno male a nessuno? ma come si permette questo Maurizio Monti? a me l'idea di camminare per strada ed incontrare una squadra di questo tipo mi fa molto male; sono loro che mi terrorizzano, non gli immigrati. Da emigrato italiano (e gli italiani emigrati sono davvero tanti!) ora comincio ad avere davvero paura di tornare in Italia...
Le "ronde" introdotte con il "disegno di legge sulla sicurezza" (ancora non approvato al Senato) non sono solo uno strumento di propaganda per far vedere ai cittadini italiani che il governo sta facendo qualcosa, ma sono qualcosa di molto peggio.
Nei fatti il governo taglia i fondi per la polizia rendendoli incapaci di fare il loro dovere e taglia i fondi per la magistratura che ormai in tante citta' italiane e' in ginocchio.
Non fa nulla per affrontare la crisi economica (la piu' devastante dopo quella del 1929) che sta lasciando senza lavoro milioni di persone e rende sempre piu' gravi le condizioni sociali con conseguente acuirsi delle tensioni sociali.
La societa' sta degenerando, cresce la rabbia ed i sospetti contro gli emigrati (che con altre leggi vergognose si respingono all'inferno, si lasciano morire per paura di essere scoperti, si calpestano nella dignita', si cancellano i loro sogni) e spettri del passato ritornano. Il governo sta facendo di tutto per accelerare il processo che ci portera' in breve in un regno di paura e terrore.
E cosi' mascherati da ONLUS rivediamo quello che mai avremmo voluto rivedere; in pochi mesi rivedremo le gesta delle "squadracce fasciste" contro gli immigrati e contro gli oppositori politici; non ci vuole poi tanta immaginazione.
Riporto alcuni spezzoni dell'intervista di Radio Capital a Maurizio Monti del Msi, tra i fondatori dell'iniziativa della "Guardia Nazionale".
La Guardia Nazionale e' stata ideologicamente fatta da Gaetano Saya; e' una onlus formata da persone che fanno volontariato...
Tra le cose piu' oscene sicuramente l'idea di nascondersi dietro un "organizzazione non lucrativa di utilità sociale" ... uno schiaffo per i tanti "volontari" che attraverso le piu' varie associazioni tanto bene fanno all'italia e al mondo....
Gaetano Saya e' fondatore del Nuovo MSI-Destra nazionale e del Dssa considerata una sorta di "polizia parallela".
fare cosa mi scusi?
andare a controlare con una pila ed un telefonino che se vedono qualcosa di anomalo hanno l'obbigo di intervenire immediatamente con una telefonata alla polizia...
Come si fa a credere che si limiteranno a fare una telefonata alla polizia? soprattutto sapendo che
Gaetano Saya ... e' stato rinviato a giudizio nel 2004 per aver diffuso idee fondate sulla superiorita' e l'odio razziale ... "gli immigrati pericolo della nostra razza"
Attenzione qui all'accostamento utilizzato: immigrati - razza (parola terribile! questa gente crede ancora nell'esistenza delle "razze" ed usa queste per i loro sporchi giochi di potere!)
... che gli immigrati sotto un certo punto di vista possono essere un pericolo lo sono per qualsiasi nazione e qualsiasi immigrato per cui non si parla di razzismo ma si parla di immigrati... pero' non e' razzismo perche' il delinquente c'e' italiano francese, tedesco, spagnolo, ....
Ma come? il "teorico" Saya parla tranquillamente di immigrati come pericolo per la razza, da vita alla Guardia Nazionale e poi noi dovremmo credere che il razzismo non centra niente? e poi se di "delinquenti" si tratta cosa vorrebbero fare queste guardie armate di pila e cellulare? E poi perche' gli immigrati dovrebbero essere un "pericolo" per una nazione? ma di cosa parla? ma cosa hanno in testa queste persone?
Camice grige con cinturone spallaccioni neri, cravatta nera, con il simbolo dell'aquila imperiale romana... a me torna in mente qualcosa...
Ma sicuramente anche a me torna in mente qualcosa; sa a me interessa solo una cosa: lo scopo di questo, poi la divisa, lei capisce, onestamente per me sono dettagli non sono cose principali. Il fascismo fa parte della storia italiana, fa parte del patrimonio del popolo italiano, e' una cosa che e' avvenuta tanti anni fa, e' una cosa che puo' aver portato cose buone e cose cattive; ma sa i ricordi non fanno male a nessuno.
Rivedere per le strade italiane squadre di questo tipo mi fa paura; i ricordi non fanno male a nessuno? ma come si permette questo Maurizio Monti? a me l'idea di camminare per strada ed incontrare una squadra di questo tipo mi fa molto male; sono loro che mi terrorizzano, non gli immigrati. Da emigrato italiano (e gli italiani emigrati sono davvero tanti!) ora comincio ad avere davvero paura di tornare in Italia...
sabato 13 giugno 2009
Piccoli problemi di cuore
(sono abbastanza d'accordo: ho gli stessi problemi di Frank, perdutamente innamorato di Brandy nel Liberty Meadows di Frank Cho; certo non dirò qui se c'è anche per me una Brandy, ma sicuramente provo a scherzarci un po' su con questa strip, la prima di una serie...)
(continua)
P.S.: spero che vorrete ritornare, nei prossimi fine settimana, e vedere come prosegue la serie, al di là delle segnalazioni su aggregatori come OKNOtizie e simili...
(continua)
P.S.: spero che vorrete ritornare, nei prossimi fine settimana, e vedere come prosegue la serie, al di là delle segnalazioni su aggregatori come OKNOtizie e simili...
venerdì 12 giugno 2009
Allegro, ma non troppo!
Un cammino breve e divertente, intenso e umoristico quello di Carlo Cipolla. Scritto in inglese (The Basic Laws of Human Stupidity) e distribuito tra gli amici come semplice scherzo privato, ha avuto, come tutti i piccoli capolavori dell'umorismo, un successo spontaneo, tanto che l'autore, insieme all'editore Il Mulino, ha deciso di dare alle stampe un'edizione seria dei due saggi raccolti, uno sull'incidenza delle spezie (e in particolare il pepe) sulla crescita della popolazione nel medioevo, e l'altro sulla stupidità umana.
E veniamo alla prima stranezza del libro: scritto in inglese da un italiano, la traduzione viene però affidata a qualcun altro, precisamente a Anna Parish, che qui potremmo definire come una semplice testimone dei deliri di Cipolla.
Che poi così deliri non sono: il primo saggio ha il gusto di una parodia, una parodia dei saggi storici seri ma anche di romanzi storici ben costruiti, una parodia divertente, rispetto alla parodia seria di Eco e del suo Pendolo di Foucault; il secondo saggio, invece, ha il gusto delle leggi di Murphy, ma incentrate sulla stupidità, un male assolutamente ineliminabile nella società umana, anzi destinato ad aumentare sempre di più qualunque cosa si provi a fare.
Alla fin fine non c'è salvezza: lo dimostrano anche le equazioni!
E veniamo alla prima stranezza del libro: scritto in inglese da un italiano, la traduzione viene però affidata a qualcun altro, precisamente a Anna Parish, che qui potremmo definire come una semplice testimone dei deliri di Cipolla.
Che poi così deliri non sono: il primo saggio ha il gusto di una parodia, una parodia dei saggi storici seri ma anche di romanzi storici ben costruiti, una parodia divertente, rispetto alla parodia seria di Eco e del suo Pendolo di Foucault; il secondo saggio, invece, ha il gusto delle leggi di Murphy, ma incentrate sulla stupidità, un male assolutamente ineliminabile nella società umana, anzi destinato ad aumentare sempre di più qualunque cosa si provi a fare.
Alla fin fine non c'è salvezza: lo dimostrano anche le equazioni!
Il non voto
Sentivo ad Anno Zero l'affermazione che Berlusconi e il PdL è sostenuto da meno della metà degli italiani, affermazione contestata dall'avvocato Ghedini, arrivato a contestare, come il suo assistito, anche le ovvietà inconfutabili.
Basta vedere che il numero dei votanti è stato di circa il 66,5%, con un totale, tra schede bianche, nulle e contestate, del 6,4%. Facendo un po' di conti si scopre che appena il 23,4% degli aventi diritto (che non sono tutti gli italiani) ha votato per il PdL, mentre gli astenuti sono stati intorno al 33%, ovvero la maggioranza relativa degli aventi diritto al voto.
Se andiamo al sud, osserviamo che in effetti anche le regioni meridionali si mantengono sulla linea astensionistica nazionale (sulle isole andiamo addirittura oltre il 50%, tanto che in Sardegna la differenza tra PD e PdL è irrisoria, intorno all'1%). Scendendo un po' più nel dettaglio, mentre l'Abruzzo conferma sostanzialmente il dato nazionale, L'Aquila porta un numero di votanti pari a poco più del 42% degli aventi diritto.
Andando, invece, alle cose nostre, notiamo che i votanti calabresi sono poco meno del 56%, con punte che vanno da Cosenza e Crotone (68%), dove si svolgevano anche le elezioni provinciali, al 43% di Vibo.
Contrariamente a quanto ho scritto ieri, forse questa volta sempre più gente cerca di sottrarsi al solito traffico di voti...
P.S.: tutti i dati sciorinati negli ultimi giorni sono ricavati dal sito delle elezioni europee.
Basta vedere che il numero dei votanti è stato di circa il 66,5%, con un totale, tra schede bianche, nulle e contestate, del 6,4%. Facendo un po' di conti si scopre che appena il 23,4% degli aventi diritto (che non sono tutti gli italiani) ha votato per il PdL, mentre gli astenuti sono stati intorno al 33%, ovvero la maggioranza relativa degli aventi diritto al voto.
Se andiamo al sud, osserviamo che in effetti anche le regioni meridionali si mantengono sulla linea astensionistica nazionale (sulle isole andiamo addirittura oltre il 50%, tanto che in Sardegna la differenza tra PD e PdL è irrisoria, intorno all'1%). Scendendo un po' più nel dettaglio, mentre l'Abruzzo conferma sostanzialmente il dato nazionale, L'Aquila porta un numero di votanti pari a poco più del 42% degli aventi diritto.
Andando, invece, alle cose nostre, notiamo che i votanti calabresi sono poco meno del 56%, con punte che vanno da Cosenza e Crotone (68%), dove si svolgevano anche le elezioni provinciali, al 43% di Vibo.
Contrariamente a quanto ho scritto ieri, forse questa volta sempre più gente cerca di sottrarsi al solito traffico di voti...
P.S.: tutti i dati sciorinati negli ultimi giorni sono ricavati dal sito delle elezioni europee.
giovedì 11 giugno 2009
Superman: Kryptonite
Darwin Cooke è uno degli autori più abili nel panorama supereroistico statunitense. Autore dell'acclamato Ego, allievo di Bruce Timm, si è avvicinato anche a Superman e questa volta non con una storia completa, ma coadiuvato da un altro grande autore del mondo dei fumetti: Tim Sale.
Sale, orfano di Loeb andato ai lidi marvelliani (giusto per ritemprarsi e ritornare a narrare le sue grandi storie nel mondo di Superman e Batman, speriamo), in gran forma in quest'occasione, con una Lois che richiama la Selina di Long Halloween e della Vittoria oscura, disegna una bella storia di Cooke, che esplora il rapporto tra Superman e la kryptonite, un rapporto mai abbastanza approfondito.
La graphic novel, ambientata nel primo periodo di permanenza di Superman a Metropolis, introduce un nuovo rapporto intimo tra l'eroe e Lois e soprattutto un approfondimento deciso di uno dei punti di forza del personaggio: il suo lato umano.
Per quanto Superman è super, tanto è umano Clark e ancora più egli tiene a questo suo lato umano, proprio perché è questo che lo fa sentire un terrestre prima ancora che un alieno, un diverso. E proprio questo concetto ribadisce Cooke con Kryptonite, che introduce un nuovo personaggio (forse destinato a tornare? difficile a dirsi), nuove situazioni, un nuovo pezzo nella storia del mito.
Sale, orfano di Loeb andato ai lidi marvelliani (giusto per ritemprarsi e ritornare a narrare le sue grandi storie nel mondo di Superman e Batman, speriamo), in gran forma in quest'occasione, con una Lois che richiama la Selina di Long Halloween e della Vittoria oscura, disegna una bella storia di Cooke, che esplora il rapporto tra Superman e la kryptonite, un rapporto mai abbastanza approfondito.
La graphic novel, ambientata nel primo periodo di permanenza di Superman a Metropolis, introduce un nuovo rapporto intimo tra l'eroe e Lois e soprattutto un approfondimento deciso di uno dei punti di forza del personaggio: il suo lato umano.
Per quanto Superman è super, tanto è umano Clark e ancora più egli tiene a questo suo lato umano, proprio perché è questo che lo fa sentire un terrestre prima ancora che un alieno, un diverso. E proprio questo concetto ribadisce Cooke con Kryptonite, che introduce un nuovo personaggio (forse destinato a tornare? difficile a dirsi), nuove situazioni, un nuovo pezzo nella storia del mito.
E al sud? Il solito traffico di voti!
Osservando un po' i dati del sud si scopre che il PdL, che nel meridione ha la maggiore infiltrazione democristiana, ha ottenuto quasi il 42%, segno che l'astensionismo ha colpito soprattutto il PD, giunto al 23%. Non tutti gli elettori del sud, però, sembra che abbiano votato nel solito modo (tu dai un voto a me e io do qualcosa a te, magari un lavoro, forse - vi posso assicurare che qualcuno è giunto a qualcosa del genere pur di avere il voto di mia sorella alle recenti elezioni comunali!): il terzo partito, infatti, è l'Italia dei Valori con il 10%, seguito dall'8,5% dell'UDC. Merito, si diceva, soprattutto di De Magistris.
Se andiamo alle isole, invece, osserviamo un fenomeno differente: il PdL scende fino al 36% circa (in linea con il dato nazionale, dunque) mentre il PD arriva quasi al 25% e a sorpresa il terzo partito è La Destra con i suoi alleati che arriva al 12%, senza beccare un seggio, che invece finisce, uno ciascuno, all'UDC con il 10% (e considerando che fino a qualche anno fa esprimevano il governatore, tale Cuffaro, il risultato non mi sembra eccezionale) e all'Italia dei Valori con quasi l'8%.
Se poi passiamo ai candidati, si nota un'altra stranezza: Vendola non viene eletto al parlamento europeo nonostante prenda più voti di De Mita (eletto con meno della metà!), Di Pietro (che sicuramente rinuncerà, probabilmente in favore della Alfano), De Castro e Pirillo entrambi eletti per il PD, Mazzoni, Patriciello, Mastella (guarda un po' chi è rientrato dalla porta di servizio!!!), Rivellini, Baldassarre e Silvestris tutti eletti per il PdL.
Nelle isole il risultato più eclatante è quello di Lombardo, presidente della regione siciliana, che giunge terzo per numero di voti dietro Berlusconi e la Borsellino, ma che non viene eletto al parlamento europeo (e ovviamente avrebbe rinunciato in favore del secondo).
Interessante, restando sulle isole, l'analisi di Salvatore Cozzolino sul voto siciliano, e assolutamente condivisibile. Per fortuna Crocetta è stato eletto, alla fin fine, ma non si può non dire, come Salvatore:
E' sempre il solito modo di ottenere voti, fatto nel solito modo e che i pecoroni meridionali continuano ad accettare: magari ci svegliassimo un po' grazie a Di Petro!
Intanto consoliamoci che la sfida tra De Magistris e Mastella proseguirà anche nel Parlamento Europeo!
Se andiamo alle isole, invece, osserviamo un fenomeno differente: il PdL scende fino al 36% circa (in linea con il dato nazionale, dunque) mentre il PD arriva quasi al 25% e a sorpresa il terzo partito è La Destra con i suoi alleati che arriva al 12%, senza beccare un seggio, che invece finisce, uno ciascuno, all'UDC con il 10% (e considerando che fino a qualche anno fa esprimevano il governatore, tale Cuffaro, il risultato non mi sembra eccezionale) e all'Italia dei Valori con quasi l'8%.
Se poi passiamo ai candidati, si nota un'altra stranezza: Vendola non viene eletto al parlamento europeo nonostante prenda più voti di De Mita (eletto con meno della metà!), Di Pietro (che sicuramente rinuncerà, probabilmente in favore della Alfano), De Castro e Pirillo entrambi eletti per il PD, Mazzoni, Patriciello, Mastella (guarda un po' chi è rientrato dalla porta di servizio!!!), Rivellini, Baldassarre e Silvestris tutti eletti per il PdL.
Nelle isole il risultato più eclatante è quello di Lombardo, presidente della regione siciliana, che giunge terzo per numero di voti dietro Berlusconi e la Borsellino, ma che non viene eletto al parlamento europeo (e ovviamente avrebbe rinunciato in favore del secondo).
Interessante, restando sulle isole, l'analisi di Salvatore Cozzolino sul voto siciliano, e assolutamente condivisibile. Per fortuna Crocetta è stato eletto, alla fin fine, ma non si può non dire, come Salvatore:
Il sud non cambierà mai...
E' sempre il solito modo di ottenere voti, fatto nel solito modo e che i pecoroni meridionali continuano ad accettare: magari ci svegliassimo un po' grazie a Di Petro!
Intanto consoliamoci che la sfida tra De Magistris e Mastella proseguirà anche nel Parlamento Europeo!
mercoledì 10 giugno 2009
Il successo della Lega
I dati parlano da soli: la Lega, ma anche l'Italia dei Valori, è in crescita. Sarà la crisi economica, sarà la crisi dei partiti di sinistra che, quando sono stati al governo, hanno praticamente tradito il loro elettorato di riferimento.
In effetti, se facciamo la somma dei tre partiti di sinistra (la triplice alleanza Rifondazione-Sinistra Europea-Comunisti Italiani, l'alleanza semi-ambientalista Sinistra e Libertà e il Partito Comunista dei Lavoratori) otteniamo poco più del 7% dei voti (poco più dell'UDC). Se poi aggiungiamo anche i Radicali si ottiene il 9,45% circa, ovvero in scia con la Lega e sopra all'8% di Di Pietro e soci. Tutti risultati che, con una campagna elettorale unica e ben fatta potrebbero anche aumentare alle prossime elezioni politiche.
Sta di fatto che, comunque, dietro al neo-socialismo capitalistico di destra del PdL e al simil-socialismo quasi-democristiano del PD ecco la Lega come terzo partito. Il suo 10% parla chiaro e rappresenta, insieme all'8% dell'Italia dei Valori, il segnale principale di come la politica degli ultimi anni sia stata soprattutto una politica della paura e della tensione.
L'aumento dei flussi migratori illegali, infatti, non fa altro che aumentare i consensi della Lega, che così si accontenta, insieme al governo Berlusconi, di opporsi ai flussi, non di diminuirli. Basti pensare a ciò che succede in Nigeria, a come le multinazionali europee, tra cui le italiane Agip e Eni, stanno affamando i nigeriani e inquinando la loro aria e la loro terra (vedi Report di domenica 7 giugno 2009). E in tutto questo non si è mai sentito di alcuna iniziativa o pressione governativa affinché il gas flaring venisse completamente cancellato come imposto dalla legge europea (e anche nigeriana!). E' normale, a quel punto, che molti nigeriani e in generale molti africani cerchino di venire nelle nazioni che li stanno affamando.
La politica della paura, la politica rappresentata da Berlusconi, porta consensi alla Lega, e di fatto mantiene la situazione politica italiana (ed europea, a quanto pare) inalterata: gli elettori italiani, soprattutto al nord, passano alla Lega (tanto che nel nord-est PD e PdL hanno lo stesso numero di voti!) pensando che possa cambiare qualcosa, dimenticandosi forse di chi è alleato il partito padano.
In effetti, se facciamo la somma dei tre partiti di sinistra (la triplice alleanza Rifondazione-Sinistra Europea-Comunisti Italiani, l'alleanza semi-ambientalista Sinistra e Libertà e il Partito Comunista dei Lavoratori) otteniamo poco più del 7% dei voti (poco più dell'UDC). Se poi aggiungiamo anche i Radicali si ottiene il 9,45% circa, ovvero in scia con la Lega e sopra all'8% di Di Pietro e soci. Tutti risultati che, con una campagna elettorale unica e ben fatta potrebbero anche aumentare alle prossime elezioni politiche.
Sta di fatto che, comunque, dietro al neo-socialismo capitalistico di destra del PdL e al simil-socialismo quasi-democristiano del PD ecco la Lega come terzo partito. Il suo 10% parla chiaro e rappresenta, insieme all'8% dell'Italia dei Valori, il segnale principale di come la politica degli ultimi anni sia stata soprattutto una politica della paura e della tensione.
L'aumento dei flussi migratori illegali, infatti, non fa altro che aumentare i consensi della Lega, che così si accontenta, insieme al governo Berlusconi, di opporsi ai flussi, non di diminuirli. Basti pensare a ciò che succede in Nigeria, a come le multinazionali europee, tra cui le italiane Agip e Eni, stanno affamando i nigeriani e inquinando la loro aria e la loro terra (vedi Report di domenica 7 giugno 2009). E in tutto questo non si è mai sentito di alcuna iniziativa o pressione governativa affinché il gas flaring venisse completamente cancellato come imposto dalla legge europea (e anche nigeriana!). E' normale, a quel punto, che molti nigeriani e in generale molti africani cerchino di venire nelle nazioni che li stanno affamando.
La politica della paura, la politica rappresentata da Berlusconi, porta consensi alla Lega, e di fatto mantiene la situazione politica italiana (ed europea, a quanto pare) inalterata: gli elettori italiani, soprattutto al nord, passano alla Lega (tanto che nel nord-est PD e PdL hanno lo stesso numero di voti!) pensando che possa cambiare qualcosa, dimenticandosi forse di chi è alleato il partito padano.
martedì 9 giugno 2009
Mia è la vendetta
Incredibile come la lettura del romanzo sia stata così coincidente e vicina alle polemiche sul decreto sicurezza. Tra la citazione dal romanzo e i post miei e di Pietro (vedi Io non sono d'accordo, La democrazia del disagio, Marsiglia, Marsiglia, Sulla formazione dell'opinione pubblica) quello è stato un periodo ricco e fecondo. E ora che ho modo di parlare di Mia è la vendetta del mitico Edward Bunker spero che lo sia altrettanto.
Innanzitutto una considerazione preliminare: visto quello che è successo con Saramago, è incredibile che la Einaudi abbia deciso di pubblicare un libro duro, crudo e realistico come questa raccolta di Bunker che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto rappresentare la situazione tra comunità nere e bianche nelle carceri statunitensi (e quindi, di riflesso, nella società statunitense e in quella moderna per estensione).
Inviato al suo editor prima della sua morte, è una raccolta di racconti dura, veloce da leggere e violenta come solo Bunker sa fare: il racconto centrale, che da il nome alla raccolta, è anche il più emblematico di tutta la raccolta, con il protagonista che, in preda al delirio di onnipotenza, per mandare un segnale alla nazione nera d'America, pensando che questa sia pronta all'insurrezione, si abbandona ad un piano impossibile che lo porterà inevitabilmente alla morte.
In tutto il libro, in ogni caso, aleggia la cappa del razzismo e dell'incomprensione tra bianchi e neri, in una società in cui violenza chiama violenza, in cui la paura viene alimentata da altra paura e da insicurezza. Una società in cui il potere sui cittadini viene mantenuto proprio attraverso questi trucchi (basta vedere l'aumento dei voti della Lega nelle recenti elezioni politiche, ma ne riparlerò).
La morte di Bunker ci ha, purtroppo, sottratto un'opera che, molto probabilmente nel suo complesso sarebbe stata la migliore dello scrittore maledetto statunitense: una denuncia chiara e netta alla società moderna, fortemente ipocrita e, come detto, incentrata sulla paura.
Innanzitutto una considerazione preliminare: visto quello che è successo con Saramago, è incredibile che la Einaudi abbia deciso di pubblicare un libro duro, crudo e realistico come questa raccolta di Bunker che, nelle intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto rappresentare la situazione tra comunità nere e bianche nelle carceri statunitensi (e quindi, di riflesso, nella società statunitense e in quella moderna per estensione).
Inviato al suo editor prima della sua morte, è una raccolta di racconti dura, veloce da leggere e violenta come solo Bunker sa fare: il racconto centrale, che da il nome alla raccolta, è anche il più emblematico di tutta la raccolta, con il protagonista che, in preda al delirio di onnipotenza, per mandare un segnale alla nazione nera d'America, pensando che questa sia pronta all'insurrezione, si abbandona ad un piano impossibile che lo porterà inevitabilmente alla morte.
In tutto il libro, in ogni caso, aleggia la cappa del razzismo e dell'incomprensione tra bianchi e neri, in una società in cui violenza chiama violenza, in cui la paura viene alimentata da altra paura e da insicurezza. Una società in cui il potere sui cittadini viene mantenuto proprio attraverso questi trucchi (basta vedere l'aumento dei voti della Lega nelle recenti elezioni politiche, ma ne riparlerò).
La morte di Bunker ci ha, purtroppo, sottratto un'opera che, molto probabilmente nel suo complesso sarebbe stata la migliore dello scrittore maledetto statunitense: una denuncia chiara e netta alla società moderna, fortemente ipocrita e, come detto, incentrata sulla paura.
Cornuti, perdenti e contenti
Sto dando un'occhiata all'omonimo video di Travaglio, il solito appuntamento di inizio settimana, il cui testo completo può essere trovato sul blog di Beppe Grillo.
Le parti più interessanti sono in particolare due: la prima il commento sul successo di De Magistris a Catanzaro, che grazie all'ex magistrato è saltato al 18%. Questo risultato potrebbe, se ben gestito, diventare un buon trampolino di lancio per le prossime politiche e far diventare l'Italia dei Valori un partito importante per l'Italia stessa.
E poi c'è l'interessante analisi del bipartitismo: innanzitutto, tra schede nulle e astensionisti, ecco che secondo Travaglio quasi la metà degli italiani non si riconoscono con questa politica. Tra gli elettori, cioè tra coloro che hanno effettivamente votato, ben il 38% non vogliono i due partiti principali, PdL, intorno al 35%, e PD, intorno al 26%. I due partiti principali hanno perso voti, finiti soprattutto verso la Lega, l'Italia dei Valori e gli astensionisti.
Vi invito, comunque, a dare un'occhiata al video di Travaglio. Presto, comunque, dirò anch'io la mia su queste elezioni europee.
Le parti più interessanti sono in particolare due: la prima il commento sul successo di De Magistris a Catanzaro, che grazie all'ex magistrato è saltato al 18%. Questo risultato potrebbe, se ben gestito, diventare un buon trampolino di lancio per le prossime politiche e far diventare l'Italia dei Valori un partito importante per l'Italia stessa.
E poi c'è l'interessante analisi del bipartitismo: innanzitutto, tra schede nulle e astensionisti, ecco che secondo Travaglio quasi la metà degli italiani non si riconoscono con questa politica. Tra gli elettori, cioè tra coloro che hanno effettivamente votato, ben il 38% non vogliono i due partiti principali, PdL, intorno al 35%, e PD, intorno al 26%. I due partiti principali hanno perso voti, finiti soprattutto verso la Lega, l'Italia dei Valori e gli astensionisti.
Vi invito, comunque, a dare un'occhiata al video di Travaglio. Presto, comunque, dirò anch'io la mia su queste elezioni europee.
lunedì 8 giugno 2009
Deliri di un tifoso ferrarista abbattuto
Dopo aver perso il titolo dell'anno scorso con Felipe Massa per una cattiva gestione ai box, questa nuova stagione inizia all'insegna della crisi, una crisi tecnica che non colpisce solo la Ferrari, ma anche la McLaren e le altre protagoniste della scorsa stagione, dalla BMW alla Toyota (anche se, in quest'ultimo caso, la crisi è meno pesante e evidente) passando per la Renault, che nel finale della scorsa stagione aveva dato segni di ripresa. Il motivo? I nuovi regolamenti in materia di aereodinamica.
L'affermazione è suffragata da varie dichiarazioni di Ross Brawn, titolare della scuderia ed ex ferrarista (ancora con il cuore a Maranello), che però, capito che non sarebbe diventato il successore di Todt, decise di prendersi prima un anno di pausa e poi tornare insieme alla Honda. La Brawn GP, infatti, è la figlia diretta della Bar Honda delle scorse stagioni, impossibile da guidare e portare al traguardo nel 2008, tanto che il team decise di concentrarsi, e a ragione, sulla nuova stagione. Torniamo, però, alle dichiarazioni di Brawn. Innanzitutto questa:
Conferma, qualora ce ne fosse bisogno, le alte qualità del direttore della scuderia che sta dominando questo campionato, un progetto che, guarda un po', sembra ricordare la Ferrari invincibile del 2004!
Un'altra affermazione interessante è poi la seguente
Questa dichiarazione sembra confermare, anche se non in maniera netta e forte, l'affermazione di un giornalista sportivo (non ne ricordo il nome) ospite ieri sera alla Domenica Sportiva Estate, secondo cui le attuali regole del campionato di Formula 1 sono state redatte dallo stesso Ross Brawn e questo spiega perché la vettura proposta dal suo team sia la più forte.
Gli avversari, non disponendo, come la RedBull, di un genio come Adrian Neway, si ritrovano molto più indietro rispetto alla vettura in questo momento magistralmente guidata da Jenson Button. Da notare, a tal proposito, che altri due protagonisti dell'anno, Mark Webber e Jarno Trulli, sono tutti piloti che non hanno mai, veramente, avuto l'occasione di brillare in vetture competitive. Forse il solo Jarno, nella nascente Renault di Alonso, in effetti ha una storia simile a quella di Jenson: Briatore, però, probabilmente intuendo i problemi che la convivenza tra lo spagnolo e l'italiano avrebbe prodotto (Jarno avrebbe potuto tranquillamente puntare al titolo sin dall'anno successivo alla sua vittoria a Monaco nel 2004, se fosse rimasto nella scuderia francese), gli consentì, addirittura a stagione in corso, di passare ai giapponesi.
Ora l'occasione è finita nelle mani del britannico, ma poteva tranquillamente capitare al nostro pilota abruzzese.
Torniamo, però, al mondiale: da un confronto con la scorsa stagione, limitandosi al recente Gran Premio di Turchia, si vede come a rallentare sono stati un po' tutti (da poco meno di un secondo fino anche a due) mentre gli unici ad essere nettamente migliorati sono stati quelli della RedBull. Se confrontiamo il giro veloce in prova, osserviamo che Vettel, il più veloce quest'anno, è stato più lento di un secondo e mezzo circa del Felipe Massa dello scorso anno, mentre in gara Button è stato più lento di un secondo rispetto al giro veloce di Raikkonen dello scorso anno. Nonostante questo, però, Jenson (che l'anno scorso chiuse a un giro dal brasiliano in rosso) ha concluso il gran premio 25 secondi prima del Massa dello scorso anno.
Alla fin fine, quindi, c'è qualcosa che non torna: mentre le prestazioni velocistiche sono calate, quelle di percorrenza restano fondamentalmente identiche rispetto all'anno scorso, almeno guardando i primi della classe. A questo dobbiamo anche aggiungere un'ultima, terrificante considerazione, almeno per quel che riguarda lo spettacolo. Button, in pratica, quest'anno si è risparmiato, altrimenti sarebbe sceso ancora di più rispetto al tempo complessivo dello scorso anno. Il divario tra la Brawn e la RedBull è maggiore rispetto al divario Ferrari-McLaren della scorsa stagione (c'era una lieve preferenza verso la Rossa, che l'anno scorso non è stata sfruttata dal box per portare Felipe davanti a tutti), mentre il distacco della Toyota quest'anno sembra superiore al distacco della BMW dello scorso anno. Questo ha prodotto per questi primi 7 gran premi della stagione 2009 una serie di gran premi con poco spettacolo, poco appassionanti, mentre con le regole dello scorso anno, sono convinto non solo che avremmo avuto la BMW nella lotta per il titolo, ma anche la Toyota e forse anche la RedBull, sempre grazie a quel genio di Neway.
Per ora, come ferraristi, ci teniamo questi risultati e questa stagione, invitando i tifosi a non prendersela con i piloti: loro fanno del loro meglio con il materiale tecnico che il team mette loro a disposizione, mentre i veri colpevoli, al momento, sono i tecnici che si sono fatti trovare impreparati dalle novità regolamentari, pensando di poter mantenere facilmente il divario tecnico con gli avversari (e il discorso vale, peri pari, anche per Ron Dennis e soci).
P.S.: il confronto tra le due stagioni è stato fatto utilizzando le statistiche presenti su Formula1News
L'affermazione è suffragata da varie dichiarazioni di Ross Brawn, titolare della scuderia ed ex ferrarista (ancora con il cuore a Maranello), che però, capito che non sarebbe diventato il successore di Todt, decise di prendersi prima un anno di pausa e poi tornare insieme alla Honda. La Brawn GP, infatti, è la figlia diretta della Bar Honda delle scorse stagioni, impossibile da guidare e portare al traguardo nel 2008, tanto che il team decise di concentrarsi, e a ragione, sulla nuova stagione. Torniamo, però, alle dichiarazioni di Brawn. Innanzitutto questa:
Quello che vediamo oggi è una logica conseguenza degli ultimi due anni. Ferrari e McLaren hanno lottato per il titolo e hanno concentrato poco le proprie attenzioni sui grandi cambiamenti regolamentari. Per noi non si è trattata di una decisione intelligente, ma molto semplice. La nostra macchina non era all’altezza e cosi ci siamo chiesti: Abbiamo tempo da perdere? Per loro, la scelta è stata molto più difficile, ma sono due buone squadre e recupereranno
(da Formula1News)
Conferma, qualora ce ne fosse bisogno, le alte qualità del direttore della scuderia che sta dominando questo campionato, un progetto che, guarda un po', sembra ricordare la Ferrari invincibile del 2004!
Un'altra affermazione interessante è poi la seguente
Nel marzo 2008 avevo fatto questa offerta. Per essere franco, non ho detto ai colleghi che avrei fatto tale diffusore perché non volevo dire su cosa stavo lavorando, ma ho proposto delle disposizioni che avrebbero semplificato la lettura della tela, per renderla meno aleatoria. La mia proposta è stata rifiutata, per cui non mi sento responsabile di nulla.
Le regole che avevo proposto avrebbero posto fine a tutta una serie di interpretazioni. Non avremmo visto questi diffusori o certi elementi aerodinamici all'anteriore delle monoposto. Ci sarebbero state delle vetture ben precise. Quando abbiamo iniziato a lavorare sulle macchine 2009 è stato chiaro che l'ordinamento ci autorizzava a fare alcune cose, ma nessuno si era preoccupato di ragionare su un impianto diverso. Oggi tutti vogliono delle norme più definite.
(da Motorsport)
Questa dichiarazione sembra confermare, anche se non in maniera netta e forte, l'affermazione di un giornalista sportivo (non ne ricordo il nome) ospite ieri sera alla Domenica Sportiva Estate, secondo cui le attuali regole del campionato di Formula 1 sono state redatte dallo stesso Ross Brawn e questo spiega perché la vettura proposta dal suo team sia la più forte.
Gli avversari, non disponendo, come la RedBull, di un genio come Adrian Neway, si ritrovano molto più indietro rispetto alla vettura in questo momento magistralmente guidata da Jenson Button. Da notare, a tal proposito, che altri due protagonisti dell'anno, Mark Webber e Jarno Trulli, sono tutti piloti che non hanno mai, veramente, avuto l'occasione di brillare in vetture competitive. Forse il solo Jarno, nella nascente Renault di Alonso, in effetti ha una storia simile a quella di Jenson: Briatore, però, probabilmente intuendo i problemi che la convivenza tra lo spagnolo e l'italiano avrebbe prodotto (Jarno avrebbe potuto tranquillamente puntare al titolo sin dall'anno successivo alla sua vittoria a Monaco nel 2004, se fosse rimasto nella scuderia francese), gli consentì, addirittura a stagione in corso, di passare ai giapponesi.
Ora l'occasione è finita nelle mani del britannico, ma poteva tranquillamente capitare al nostro pilota abruzzese.
Torniamo, però, al mondiale: da un confronto con la scorsa stagione, limitandosi al recente Gran Premio di Turchia, si vede come a rallentare sono stati un po' tutti (da poco meno di un secondo fino anche a due) mentre gli unici ad essere nettamente migliorati sono stati quelli della RedBull. Se confrontiamo il giro veloce in prova, osserviamo che Vettel, il più veloce quest'anno, è stato più lento di un secondo e mezzo circa del Felipe Massa dello scorso anno, mentre in gara Button è stato più lento di un secondo rispetto al giro veloce di Raikkonen dello scorso anno. Nonostante questo, però, Jenson (che l'anno scorso chiuse a un giro dal brasiliano in rosso) ha concluso il gran premio 25 secondi prima del Massa dello scorso anno.
Alla fin fine, quindi, c'è qualcosa che non torna: mentre le prestazioni velocistiche sono calate, quelle di percorrenza restano fondamentalmente identiche rispetto all'anno scorso, almeno guardando i primi della classe. A questo dobbiamo anche aggiungere un'ultima, terrificante considerazione, almeno per quel che riguarda lo spettacolo. Button, in pratica, quest'anno si è risparmiato, altrimenti sarebbe sceso ancora di più rispetto al tempo complessivo dello scorso anno. Il divario tra la Brawn e la RedBull è maggiore rispetto al divario Ferrari-McLaren della scorsa stagione (c'era una lieve preferenza verso la Rossa, che l'anno scorso non è stata sfruttata dal box per portare Felipe davanti a tutti), mentre il distacco della Toyota quest'anno sembra superiore al distacco della BMW dello scorso anno. Questo ha prodotto per questi primi 7 gran premi della stagione 2009 una serie di gran premi con poco spettacolo, poco appassionanti, mentre con le regole dello scorso anno, sono convinto non solo che avremmo avuto la BMW nella lotta per il titolo, ma anche la Toyota e forse anche la RedBull, sempre grazie a quel genio di Neway.
Per ora, come ferraristi, ci teniamo questi risultati e questa stagione, invitando i tifosi a non prendersela con i piloti: loro fanno del loro meglio con il materiale tecnico che il team mette loro a disposizione, mentre i veri colpevoli, al momento, sono i tecnici che si sono fatti trovare impreparati dalle novità regolamentari, pensando di poter mantenere facilmente il divario tecnico con gli avversari (e il discorso vale, peri pari, anche per Ron Dennis e soci).
P.S.: il confronto tra le due stagioni è stato fatto utilizzando le statistiche presenti su Formula1News
domenica 7 giugno 2009
Usanze alimentari (5)
Grandibaf: Vo-le-te-dir-mi-co-sa-sie-te-ve-nu-ti-a-fa-re-qui??
Asterix: A farti alcune domande
Obelix: Sì, come lo cucinate voi il cinghiale alla crema?
Grandibaf: Ebbene, si prende la crema e si procede come per le fragole. Ma al posto delle fragole si prende un...
(momento di silenzio in cui Olaf guarda il lettore)
Grandibaf: Ma voi non siete venuti ad attaccare i più irriducibili guerrieri del mondo conosciuto per discutere di cucina, no??
(da Asterix e i Normanni, di Goscinny e Uderzo, trad.Luciana Marconcini)
Asterix: A farti alcune domande
Obelix: Sì, come lo cucinate voi il cinghiale alla crema?
Grandibaf: Ebbene, si prende la crema e si procede come per le fragole. Ma al posto delle fragole si prende un...
(momento di silenzio in cui Olaf guarda il lettore)
Grandibaf: Ma voi non siete venuti ad attaccare i più irriducibili guerrieri del mondo conosciuto per discutere di cucina, no??
(da Asterix e i Normanni, di Goscinny e Uderzo, trad.Luciana Marconcini)
sabato 6 giugno 2009
Snikt!
Grazie all'uscita del film, la Panini ha deciso di ristampare Snikt di Tsutomu Nihei, volume che avevo ordinato alcuni anni fa, alla sua prima uscita, in una delle fumetterie di Cosenza ma che, dopo essere arrivato, è scomparso dalla mia casella senza alcuna spiegazione (venduta al primo che è passato e che l'avrebbe acquistata immediatamente, immagino...).
Ora, grazie al fatto di essere a Milano, la disponibilità di un buon numero di copie del graphic novel realizzato dal mangaka per la Marvel giapponese non manca, e quindi ho potuto acquistare l'opera con i miei tempi. L'avventura realizzata da Nihei è una storia fantascientifica piuttosto oscura, sulla falsa riga di Blame, dello stesso autore, in cui è solo grazie all'intervento di Wolverine, proveniente dal passato, e all'uso dell'adamantio nel suo corpo che i protagonisti saranno in grado di salvare la razza umana dall'estinzione. L'opera, agli elementi narrativi tipici del manga, unisce un Wolverine ben interpretato dall'autore, calandolo nelle atmosfere care all'autore, atmosfere nelle quali il personaggio della Marvel si trova decisamente a suo agio!
Ora, grazie al fatto di essere a Milano, la disponibilità di un buon numero di copie del graphic novel realizzato dal mangaka per la Marvel giapponese non manca, e quindi ho potuto acquistare l'opera con i miei tempi. L'avventura realizzata da Nihei è una storia fantascientifica piuttosto oscura, sulla falsa riga di Blame, dello stesso autore, in cui è solo grazie all'intervento di Wolverine, proveniente dal passato, e all'uso dell'adamantio nel suo corpo che i protagonisti saranno in grado di salvare la razza umana dall'estinzione. L'opera, agli elementi narrativi tipici del manga, unisce un Wolverine ben interpretato dall'autore, calandolo nelle atmosfere care all'autore, atmosfere nelle quali il personaggio della Marvel si trova decisamente a suo agio!
venerdì 5 giugno 2009
Oxford Murders - Teorema di un delitto
Se il titolo italiano del romanzo, La serie di Oxford, rende una parte dell'idea del romanzo, quella legata alla serie matematica, il titolo del film tratto dal romanzo, Oxford murders, omicidi a Oxford, si concentra solo sull'ambientazione (e riprende fedelmente il titolo dell'edizione inglese del romanzo), mentre il sottotitolo italiano Teorema di un delitto, l'ho trovato un po' troppo pomposo.
Il film, invece, è ottimo, ben costruito, con un magistrale John Hurt, perfetto per il ruolo di Seldom e un discreto Elijah Wood, ottimo nel ruolo del tipico nerd matematico. A parte, comunque, la nazionalità del protagonista e narratore della vicenda, il film è comunque fedele, per quel che è possibile, allo stimolante romanzo di Guillermo Martinez, matematico argentino: in particolare ho apprezzato la fedeltà ai dialoghi matematici del team capitanato dal regista spagnolo Álex de la Iglesia. Certo non tutta le discussioni logiche e scientifiche e matematiche sono entrate nel libro, ma quel poco che hanno messo è ottimo, fedele e di buona fattura!
Un film che mi sono veramente divertito a vedere e che mi ha rinfrescato un po' la memoria su un romanzo che ma ha interessato soprattutto per gli aspetti matematici e logici che non per la vicenda in sé.
Il film, invece, è ottimo, ben costruito, con un magistrale John Hurt, perfetto per il ruolo di Seldom e un discreto Elijah Wood, ottimo nel ruolo del tipico nerd matematico. A parte, comunque, la nazionalità del protagonista e narratore della vicenda, il film è comunque fedele, per quel che è possibile, allo stimolante romanzo di Guillermo Martinez, matematico argentino: in particolare ho apprezzato la fedeltà ai dialoghi matematici del team capitanato dal regista spagnolo Álex de la Iglesia. Certo non tutta le discussioni logiche e scientifiche e matematiche sono entrate nel libro, ma quel poco che hanno messo è ottimo, fedele e di buona fattura!
Un film che mi sono veramente divertito a vedere e che mi ha rinfrescato un po' la memoria su un romanzo che ma ha interessato soprattutto per gli aspetti matematici e logici che non per la vicenda in sé.
Love Actually
(forse sono stato un po' cattivo con il fil che mi ha fatto vedere ieri notte mia sorella, ma in fondo in fondo è decisamente tanto melenso!)
giovedì 4 giugno 2009
L'intelligenza dei cani
Interessante l'intervento sulle promesse elettorali e i guinzagi pubblicato su l'intelligenza degli elettricisti.
Divertente la vignetta di Frank Cho su Liberty Meadows, che vi propongo in questa sede e che vuole essere una ventata d'ottimismo all'avvicinarsi del voto sull'intelligenza degli elettori:
Vorrei, però, anche segnalare alcuni post decisamente molto interessanti: il primo di Alessandro Ghebreigziabiher, Berlusconi e Franceschini sono abusivi. In questa occasione esamina come sia il PD, sia il PdL non siano stati votati da una larga maggioranza, l'80% e il 73% rispettivamente. In tutto l'esame, però, colpisce il fatto che comunque, nelle ultime elezioni, tra il 20% e il 30% degli elettori non hanno votato, e in particolare nelle ultime elezioni solo il 77% circa dei voti totali sono stati validi, quindi un certo numero di schede sono state invalidate o per errori (pochi ritengo) o volutamente e in più un altro numero di schede sono state presentate in bianco. Gli italiani, quindi, non sembrano molto convinti dai due principali partiti che, con proclami e annunci, tengono in piedi questa proto-democrazia.
E intanto sia Franceschini sia Berlusconi passano da Porta a Porta, con il secondo che praticamente si ritrova pronto il comizio elettorale, servito e riverito, come rileva Quando fuori piove. Interessante della trasmissione dell'altra sera è che non sono riuscito a seguirla tutta, forse perché spossato dalla visione di Love Actually impostamo da mia sorella dopo essere tornato da scuola.
Presto una recensione del film, per intanto un invito: boicottare, boicottare, boicottare questa politica arruffona e poltronista
Divertente la vignetta di Frank Cho su Liberty Meadows, che vi propongo in questa sede e che vuole essere una ventata d'ottimismo all'avvicinarsi del voto sull'intelligenza degli elettori:
Vorrei, però, anche segnalare alcuni post decisamente molto interessanti: il primo di Alessandro Ghebreigziabiher, Berlusconi e Franceschini sono abusivi. In questa occasione esamina come sia il PD, sia il PdL non siano stati votati da una larga maggioranza, l'80% e il 73% rispettivamente. In tutto l'esame, però, colpisce il fatto che comunque, nelle ultime elezioni, tra il 20% e il 30% degli elettori non hanno votato, e in particolare nelle ultime elezioni solo il 77% circa dei voti totali sono stati validi, quindi un certo numero di schede sono state invalidate o per errori (pochi ritengo) o volutamente e in più un altro numero di schede sono state presentate in bianco. Gli italiani, quindi, non sembrano molto convinti dai due principali partiti che, con proclami e annunci, tengono in piedi questa proto-democrazia.
E intanto sia Franceschini sia Berlusconi passano da Porta a Porta, con il secondo che praticamente si ritrova pronto il comizio elettorale, servito e riverito, come rileva Quando fuori piove. Interessante della trasmissione dell'altra sera è che non sono riuscito a seguirla tutta, forse perché spossato dalla visione di Love Actually impostamo da mia sorella dopo essere tornato da scuola.
Presto una recensione del film, per intanto un invito: boicottare, boicottare, boicottare questa politica arruffona e poltronista
mercoledì 3 giugno 2009
Il tenente
Ron Hubbard, meglio noto come il fondatore di Scientology, che recentemente in Francia sembra abbia avuto non pochi problemi (e di questo sono decisamente contento) è stato, a parte quest'unica pecca, un grande scrittore di fantascienza.
Dopo aver letto Ritorno al domani, romanzo ineccepibile e tecnicamente ben congegnato, basato sulle conclusioni di Einstein nella relatività speciale, ecco Il tenente, un romanzo di fantapolitica ambientato in una ipotetica guerra ancora da venire, non necessariamente quella seconda guerra mondiale che già allora minacciava di fare il suo ingresso nel panorama politico e bellico mondiale.
Il libro, come ricorda lo stesso Hubbard, è stato accolto dalle critiche più disparate, e quando un romanzo viene accolto in modo così netto o lo si ama o lo si odia e, generalmente, è anche un piccolo capolavoro, o qualcosa di abbastanza vicino. Hubbard, inoltre, lo sta scrivendo in un periodo in cui le idee di Hitler stanno prendendo piede, un periodo in cui si dibatte se fare affari con la sua Germania o meno, e molte delle situazioni che poi includerà nel libro, in un certo senso sono ancora tremendamente attuali. Ma andiamo con ordine.
Il protagonista è un tenente senza nome che guida i suoi uomini tra le sperdute lande di un'Europa martoriata da una guerra globale fino alla conquista di una nave che li porterà in Gran Bretagna e a riconquistare l'isola, togliendola dalle mani dei burocrati e dei politicanti, rappresentati da comunisti e socialisti. Qui avviene la prima rottura nell'interpretazione del romanzo, criticato all'unanimità sia da destra sia da sinistra e per opposti motivi. In fondo sin da questo bel romanzo i politici di ogni fazione e di ogni colore non potevano non riconoscersi nei politici rappresentati da Hubbard: interessati ai voti e al proprio tornaconto personale, si sono dimenticati della gente, della massa delle persone, e solo l'arrivo del tenente e della sua brigata riporterà il potere al popolo, che grazie al suo governo quasi invisibile, lo accetterà come sovrano unico (e qui viene da pensare al carattere dei britanni, che da secoli accettano democraticamente una casata reale, grazie al fatto che la presenza di un re o di una regina non limita la loro libertà d'espressione, come invece succede in altre democrazie).
Il tenente, infatti, e lo dimostrerà nel momento in cui bisognerà trattare con gli Stati Uniti, penserà innanzitutto al bene della sua terra, la Gran Bretagna: gli statunitensi hanno bisogno di terreno fertile dove mandare la loro popolazione, che senza lavoro e chiusa nelle città, senza alcuna possibilità di andare a lavorare tra dei campi ormai non più fertili, ha bisogno di nuove terre da esplorare, mi verrebbe da dire. E così Hubbard racconta di un flusso migratorio al contrario, che da Nuovo va verso il Vecchio Mondo, un flusso che deve essere regolato, così come venne regolato dagli Stati Uniti a suo tempo, ma che rischia di essere corrotto dalla politica, pronta a piegare ai propri interessi qualunque accordo, sputando persino sulla parola data.
E' proprio questa estrema fiducia nei difetti dei politici, ed è proprio per scongiurare i pericoli che già ha fiutato, che il tenente decide di concludere l'intera vicenda in modo violento e spettacolare, perché la Gran Bretagna è una terra libera che tiene alla propria libertà, chiunque sia il governante, un semplice rappresentate del potere del popolo.
Dopo aver letto Ritorno al domani, romanzo ineccepibile e tecnicamente ben congegnato, basato sulle conclusioni di Einstein nella relatività speciale, ecco Il tenente, un romanzo di fantapolitica ambientato in una ipotetica guerra ancora da venire, non necessariamente quella seconda guerra mondiale che già allora minacciava di fare il suo ingresso nel panorama politico e bellico mondiale.
Il libro, come ricorda lo stesso Hubbard, è stato accolto dalle critiche più disparate, e quando un romanzo viene accolto in modo così netto o lo si ama o lo si odia e, generalmente, è anche un piccolo capolavoro, o qualcosa di abbastanza vicino. Hubbard, inoltre, lo sta scrivendo in un periodo in cui le idee di Hitler stanno prendendo piede, un periodo in cui si dibatte se fare affari con la sua Germania o meno, e molte delle situazioni che poi includerà nel libro, in un certo senso sono ancora tremendamente attuali. Ma andiamo con ordine.
Il protagonista è un tenente senza nome che guida i suoi uomini tra le sperdute lande di un'Europa martoriata da una guerra globale fino alla conquista di una nave che li porterà in Gran Bretagna e a riconquistare l'isola, togliendola dalle mani dei burocrati e dei politicanti, rappresentati da comunisti e socialisti. Qui avviene la prima rottura nell'interpretazione del romanzo, criticato all'unanimità sia da destra sia da sinistra e per opposti motivi. In fondo sin da questo bel romanzo i politici di ogni fazione e di ogni colore non potevano non riconoscersi nei politici rappresentati da Hubbard: interessati ai voti e al proprio tornaconto personale, si sono dimenticati della gente, della massa delle persone, e solo l'arrivo del tenente e della sua brigata riporterà il potere al popolo, che grazie al suo governo quasi invisibile, lo accetterà come sovrano unico (e qui viene da pensare al carattere dei britanni, che da secoli accettano democraticamente una casata reale, grazie al fatto che la presenza di un re o di una regina non limita la loro libertà d'espressione, come invece succede in altre democrazie).
Il tenente, infatti, e lo dimostrerà nel momento in cui bisognerà trattare con gli Stati Uniti, penserà innanzitutto al bene della sua terra, la Gran Bretagna: gli statunitensi hanno bisogno di terreno fertile dove mandare la loro popolazione, che senza lavoro e chiusa nelle città, senza alcuna possibilità di andare a lavorare tra dei campi ormai non più fertili, ha bisogno di nuove terre da esplorare, mi verrebbe da dire. E così Hubbard racconta di un flusso migratorio al contrario, che da Nuovo va verso il Vecchio Mondo, un flusso che deve essere regolato, così come venne regolato dagli Stati Uniti a suo tempo, ma che rischia di essere corrotto dalla politica, pronta a piegare ai propri interessi qualunque accordo, sputando persino sulla parola data.
E' proprio questa estrema fiducia nei difetti dei politici, ed è proprio per scongiurare i pericoli che già ha fiutato, che il tenente decide di concludere l'intera vicenda in modo violento e spettacolare, perché la Gran Bretagna è una terra libera che tiene alla propria libertà, chiunque sia il governante, un semplice rappresentate del potere del popolo.
martedì 2 giugno 2009
L'ultima intervista
Paolo Borsellino morì nel 1992: si era fatto carico dell'eredità di Falcone nella lotta contro la mafia. Diventato un eroe per la nazione e una figura indiscutibile, spesso viene esaltato (anche se, prestandoci attenzione) così come Falcone anche da coloro che prima lo attaccavano.
Ritornato alla ribalta grazie al Festival Internazionale del Giornalismo, tenutosi a Perugia dall'1 al 5 aprile, il video è stato riproposto come censurato su Scoperte su internet. In realtà il testo dell'intervista è stato pubblicato sull'Espresso l'8 aprile del 1994, due anni dopo la morte di Borsellino, per poi rispuntare su RaiNews 24 nel 2000, con opportuni tagli che ne hanno ridotto la lunghezza dai 50 minuti originali a 30. Se il lo scopritore avesse ascoltato tutto il video, probabilmente si sarebbe accorto che l'intervista era andata in onda su Anno Zero. Al di là di questo, però, i fatti interessanti sono due: innanzitutto, nonostante le insistenze dei giornalisti a tirare dentro la discussione Berlusconi, Borsellino si limita a parlare di Mangano e dei suoi rapporti diretti con la mafia e cita solo di striscio le inchieste in corso sui fratelli Dell'Utri; il secondo fatto è che per mezzo di Guzzanti, il padre di Sabrina, il video è stato definito taroccato, quando invece la sentenza che assolve Guzzanti conferma che è stato tagliato e non manipolato nel video e soprattutto nell'audio.
Detto questo, però, e invitandovi a leggere non solo il testo integrale, ma anche il confronto tra l'intervista completa e quella andata in onda, vi lascio con queste affermazioni, assolutamente generali e staccate dalle domande della stessa intervista:
Notate come non solo la mafia ha interessi negli affari del Nord Italia, ma li fa anche. E alla fin fine tutte queste inchieste, queste affermazioni, le voci che una volta giunti a Milano continuano a giungere alle orecchie e che vengono confermate da libri come Gomorra di Saviano, possono stimolare ipotesi complottiste sulla storia politica italiana di questi ultimi 20 anni e più.
In ultimo vorrei lasciarvi con i video di Falcone a Samarcanda:
Il tutto prosegue qui:
Buon 2 giugno a tutti...
P.S.: mi sembra interessante questa considerazione. Supponiamo che durante un'intervista salta il nome di una persona importante. E supponiamo che il nome non venga mai fatto dall'intervistato. Allora perché mai la persona importante dovrebbe in qualche modo risentirsi di essere tirato in mezzo?
Ritornato alla ribalta grazie al Festival Internazionale del Giornalismo, tenutosi a Perugia dall'1 al 5 aprile, il video è stato riproposto come censurato su Scoperte su internet. In realtà il testo dell'intervista è stato pubblicato sull'Espresso l'8 aprile del 1994, due anni dopo la morte di Borsellino, per poi rispuntare su RaiNews 24 nel 2000, con opportuni tagli che ne hanno ridotto la lunghezza dai 50 minuti originali a 30. Se il lo scopritore avesse ascoltato tutto il video, probabilmente si sarebbe accorto che l'intervista era andata in onda su Anno Zero. Al di là di questo, però, i fatti interessanti sono due: innanzitutto, nonostante le insistenze dei giornalisti a tirare dentro la discussione Berlusconi, Borsellino si limita a parlare di Mangano e dei suoi rapporti diretti con la mafia e cita solo di striscio le inchieste in corso sui fratelli Dell'Utri; il secondo fatto è che per mezzo di Guzzanti, il padre di Sabrina, il video è stato definito taroccato, quando invece la sentenza che assolve Guzzanti conferma che è stato tagliato e non manipolato nel video e soprattutto nell'audio.
Detto questo, però, e invitandovi a leggere non solo il testo integrale, ma anche il confronto tra l'intervista completa e quella andata in onda, vi lascio con queste affermazioni, assolutamente generali e staccate dalle domande della stessa intervista:
A prescindere da ogni riferimento personale, perché ripeto dei riferimenti a questi nominativi che lei fa io non ho personalmente elementi da poter esprimere, ma considerando la faccenda nelle sue posizioni generali: allorché l'organizzazione mafiosa, la quale sino agli inizi degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. All'inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa. Un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali, contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare investimenti. Naturalmente, per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all'industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo di poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali dei quali si erano trovati in possesso.
E' normale il fatto che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerca gli strumenti per potere questo denaro impiegare. Sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Naturalmente questa esigenza, questa necessità per la quale l'organizzazione criminale a un certo punto della sua storia si è trovata di fronte, è stata portata a una naturale ricerca degli strumenti industriali e degli strumenti commerciali per trovare uno sbocco a questi capitali e quindi non meraviglia affatto che, a un certo punto della sua storia, Cosa Nostra si è trovata in contatto con questi ambienti industriali.
Notate come non solo la mafia ha interessi negli affari del Nord Italia, ma li fa anche. E alla fin fine tutte queste inchieste, queste affermazioni, le voci che una volta giunti a Milano continuano a giungere alle orecchie e che vengono confermate da libri come Gomorra di Saviano, possono stimolare ipotesi complottiste sulla storia politica italiana di questi ultimi 20 anni e più.
In ultimo vorrei lasciarvi con i video di Falcone a Samarcanda:
Il tutto prosegue qui:
Buon 2 giugno a tutti...
P.S.: mi sembra interessante questa considerazione. Supponiamo che durante un'intervista salta il nome di una persona importante. E supponiamo che il nome non venga mai fatto dall'intervistato. Allora perché mai la persona importante dovrebbe in qualche modo risentirsi di essere tirato in mezzo?