Buon Anno!
venerdì 31 dicembre 2021
The last good day of the year
I Cousteau sono stati una band londinese che evve un buon successo in particolare in Italia e negli Stati Uniti. Ha operato per una manciata di anni, dal 1999 al 2005, per poi riprendere nel 2016 con cambio di nome (CousteauX) e uscendo con due nuovi dischi, uno nel 2017 e l'ultimo quest'anno. Definiti come indie pop e chamber pop (non mi lancio in una loro definizione), personalmente li trovo anche molto jazz. Il loro pezzo di maggior successo è The last good day of the year, seconda traccia del loro album d'esordio, Cousteau, che ascolto spesso quando ormai l'anno sta finendo. E pensavo anche di utilizzare nell'animazione che ho realizzato per la fine dell'anno, anche se non il pezzo vero e proprio, ma una versione midi senza la voce di Liam McKahey. Non vi anticipo quale evento catastrofico ho rappresentato nell'animazione, lo potete vedere qui sotto:
Vi lascio il link su YouTube per ascoltare la versione pubblicata. E quindi non mi resta che augurarvi:
giovedì 30 dicembre 2021
Le grandi domande della vita: Quantisticamente
Nuovo appuntamento con Le grandi domande della vita in edizione EduINAF. In questo nuovo collage vi propongo due domande a tema quantistico, la prima dedicata al rapporto tra meccanica classica e quantistica.
La storia inizia più di un secolo fa, quando nel 1899 quando Max Planck introdusse la costante che oggi porta il suo nome (la costante di Planck) per spiegare le emissioni di un corpo nero evitando la così detta catastrofe dell'ultravioletto. Cercherò, però, di fornire i punti essenziali per comprendere nel modo migliore la questione.
Il punto centrale è che la distinzione vera tra fisica classica e meccanica quantistica non è fornita dal macro o dal micro, ma dal genere di termodinamica che viene utilizzata per studiare un dato sistema. L'esempio più ovvio che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno (anche se non dobbiamo dimenticarci di non osservarlo mai direttamente) è il Sole. La stella che illumina il nostro pianeta, infatti, è una vera e propria fornace nucleare e quindi la sua evoluzione e i moti delle particelle (fotoni, elettroni, nucleoni) vengono descritti usando le equazioni della meccanica quantistica, eppure il Sole non può certo essere definito un sistema microscopico. D'altra parte per descrivere il moto del Sole all'interno della galassia utilizziamo le leggi della gravitazione scoperte da Isaac Newton in prima approssimazione o la relatività generale di Albert Einstein per fornire una descrizione più precisa. Ovvero, in funzione di cosa ci interessa capire del Sole, lo descriviamo ora con le leggi della meccanica quantistica, ora con quelle della fisica classica. Se hai presente i supereroi, potremmo dire che accade la stessa cosa anche con la Torcia Umana dei Fantastici 4!
Usiamo questo supereroe per chiarire meglio le differenze tra fisica classica e meccanica quantistica: fino a che Johnny Storm resta un essere umano normale, possiamo utilizzare le equazioni di un corpo rigido per descriverlo grossolanamente. Nel momento in cui si infiamma, diventando la Torcia Umana, risultano necessarie le equazioni della meccanica quantistica: la principale differenza tra i due approcci è, però, non tanto il macro e il micro, ma il numero di elementi che trattano. Le equazioni della fisica classica trattano un numero di oggetti relativamente limitato. Quelle della meccanica quantistica sono in grado di trattare sistemi costituiti da un numero elevato di particelle. Per capire meglio, se prendiamo il problema dei tre corpi (giusto per restare nel campo dell'astronomia), questo, pur basandosi su equazioni classiche relativamente semplici, conduce a soluzioni caotiche o statistiche, proprio come le equazioni della meccanica quantistica.
Per quel che riguarda lo zoom, ti lascio con questa immagine data dal fisico teorico John Wheeler:
La storia inizia più di un secolo fa, quando nel 1899 quando Max Planck introdusse la costante che oggi porta il suo nome (la costante di Planck) per spiegare le emissioni di un corpo nero evitando la così detta catastrofe dell'ultravioletto. Cercherò, però, di fornire i punti essenziali per comprendere nel modo migliore la questione.
Il punto centrale è che la distinzione vera tra fisica classica e meccanica quantistica non è fornita dal macro o dal micro, ma dal genere di termodinamica che viene utilizzata per studiare un dato sistema. L'esempio più ovvio che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno (anche se non dobbiamo dimenticarci di non osservarlo mai direttamente) è il Sole. La stella che illumina il nostro pianeta, infatti, è una vera e propria fornace nucleare e quindi la sua evoluzione e i moti delle particelle (fotoni, elettroni, nucleoni) vengono descritti usando le equazioni della meccanica quantistica, eppure il Sole non può certo essere definito un sistema microscopico. D'altra parte per descrivere il moto del Sole all'interno della galassia utilizziamo le leggi della gravitazione scoperte da Isaac Newton in prima approssimazione o la relatività generale di Albert Einstein per fornire una descrizione più precisa. Ovvero, in funzione di cosa ci interessa capire del Sole, lo descriviamo ora con le leggi della meccanica quantistica, ora con quelle della fisica classica. Se hai presente i supereroi, potremmo dire che accade la stessa cosa anche con la Torcia Umana dei Fantastici 4!
Usiamo questo supereroe per chiarire meglio le differenze tra fisica classica e meccanica quantistica: fino a che Johnny Storm resta un essere umano normale, possiamo utilizzare le equazioni di un corpo rigido per descriverlo grossolanamente. Nel momento in cui si infiamma, diventando la Torcia Umana, risultano necessarie le equazioni della meccanica quantistica: la principale differenza tra i due approcci è, però, non tanto il macro e il micro, ma il numero di elementi che trattano. Le equazioni della fisica classica trattano un numero di oggetti relativamente limitato. Quelle della meccanica quantistica sono in grado di trattare sistemi costituiti da un numero elevato di particelle. Per capire meglio, se prendiamo il problema dei tre corpi (giusto per restare nel campo dell'astronomia), questo, pur basandosi su equazioni classiche relativamente semplici, conduce a soluzioni caotiche o statistiche, proprio come le equazioni della meccanica quantistica.
Per quel che riguarda lo zoom, ti lascio con questa immagine data dal fisico teorico John Wheeler:
sabato 25 dicembre 2021
Topolino #3448: Un Natale in Calisota
La copertina natalizia del Topolino #3448 di Andrea Freccero è una esplicita citazione barksiana, visto che riprende la copertina di Donald Duck #367, albo su cui venne pubblicato Il ventino fatale, in originale A Christmas in Shacktown, ma con una sola, signofocativa variazione, l'espressione dei nipotini che da affaticata/perplessa passa da allegra e decisamente natalizia nonostante sorreggano il gigantesco sacco di doni sulla schiena.
La copertina, come giusto che sia, non fa però riferimento ad alcuna delle storie contenute nel numero, ma semplicemente a quell'atmosfera natalizia che lo attraversa, incluso il finale de Il bianco e il nero, terzo e ultimo episodio della storia con cui Marco Nucci e Casty hanno riportato su Topolino un Macchia Nera più oscuro che mai. E quest'ultimo episodio non ha fatto che confermare molte delle supposizioni che avevo disseminato nei due episodi precedenti, inserendo alla fine Il bianco e il nero nello stesso solco narrativo di Mr. Vertigo, ma con un meccanismo che nel complesso ha funzionato molto meglio, probabilmente per la mancanza di necessità di dover sviluppare da zero un nuovo personaggio. Nucci, concentrato solo ed esclusivamente sulla storia, più che i meccanismi dell'investigativo, che sono stati un altro dei punti deboli della saga di Mr. Vertigo, ha sfruttato soprattutto le strutture narrative del noir, fatte di atmosfera più che di indagini vere e proprie. Una buona mano in questo gli è stata data anche da Casty, perfettamente a suo agio con le atmosfere della storia, oltre che con il personaggio, che negli anni scorsi ha contribuito a riportare al suo antico splendore.
Nonostante il finale scontato, la storia è dunque risultata ottima in ogni suo punto. I due autori, poi, restituiscono ai lettori sì un Macchia Nera geniale, ma anche altrettanto arrogante, vista la facilità con cui alla fine la polizia lo ha arrestato. L'assenza di un piano di fuga alternativo da l'idea di quanto il criminale si sentisse sicuro di vincere il braccio di ferro con la città di Topolinia.
La copertina, come giusto che sia, non fa però riferimento ad alcuna delle storie contenute nel numero, ma semplicemente a quell'atmosfera natalizia che lo attraversa, incluso il finale de Il bianco e il nero, terzo e ultimo episodio della storia con cui Marco Nucci e Casty hanno riportato su Topolino un Macchia Nera più oscuro che mai. E quest'ultimo episodio non ha fatto che confermare molte delle supposizioni che avevo disseminato nei due episodi precedenti, inserendo alla fine Il bianco e il nero nello stesso solco narrativo di Mr. Vertigo, ma con un meccanismo che nel complesso ha funzionato molto meglio, probabilmente per la mancanza di necessità di dover sviluppare da zero un nuovo personaggio. Nucci, concentrato solo ed esclusivamente sulla storia, più che i meccanismi dell'investigativo, che sono stati un altro dei punti deboli della saga di Mr. Vertigo, ha sfruttato soprattutto le strutture narrative del noir, fatte di atmosfera più che di indagini vere e proprie. Una buona mano in questo gli è stata data anche da Casty, perfettamente a suo agio con le atmosfere della storia, oltre che con il personaggio, che negli anni scorsi ha contribuito a riportare al suo antico splendore.
Nonostante il finale scontato, la storia è dunque risultata ottima in ogni suo punto. I due autori, poi, restituiscono ai lettori sì un Macchia Nera geniale, ma anche altrettanto arrogante, vista la facilità con cui alla fine la polizia lo ha arrestato. L'assenza di un piano di fuga alternativo da l'idea di quanto il criminale si sentisse sicuro di vincere il braccio di ferro con la città di Topolinia.
mercoledì 22 dicembre 2021
Costellazioni: miti e leggende
Eravamo rimasti a Dante Alighieri, con CosmoBrain, ma non c'era solo quell'argomento in procinto di uscire, e oggi è uscita la puntata dedicata alle costellazioni!
E ve lo dico: è stato veramente divertente realizzarla, anche perché scrivere le schede delle costellazioni su EduINAF la trovo un'attività molto divertente e interessante. Forse anche perché sono cresciuto, tra gli altri, con il mitivo cartone di Pollon. Altra caratteristica che rende la puntata divertente, è l'uso di alcuni inserti musicali. Sono solo degli assaggi, ma è in effetti intorno a quelli che ho proposto a Ilaria e Laura la scaletta da cui siamo partiti per costruire la puntata.
Le storie che abbiamo raccontate sono effettivamente basate su testi che ho scritto qui su DropSea o su EduINAF, come ad esempio la storia sulle origini delle costellazioni, o Aldebaran o i miti su Orione.
Ci sono alcune cose che sono rimaste fuori, come Van Gogh e l'Orsa maggiore o lo spunto musicale ispirato a Dune.
Nel corso della puntata, poi, proviamo a farvi capire cosa sono le costellazioni, ma indubbiamente un video vale più di mille parole, ed ecco qui quello che la NASA ha realizzato proprio sulla costellazione di Orione:
E ve lo dico: è stato veramente divertente realizzarla, anche perché scrivere le schede delle costellazioni su EduINAF la trovo un'attività molto divertente e interessante. Forse anche perché sono cresciuto, tra gli altri, con il mitivo cartone di Pollon. Altra caratteristica che rende la puntata divertente, è l'uso di alcuni inserti musicali. Sono solo degli assaggi, ma è in effetti intorno a quelli che ho proposto a Ilaria e Laura la scaletta da cui siamo partiti per costruire la puntata.
Le storie che abbiamo raccontate sono effettivamente basate su testi che ho scritto qui su DropSea o su EduINAF, come ad esempio la storia sulle origini delle costellazioni, o Aldebaran o i miti su Orione.
Ci sono alcune cose che sono rimaste fuori, come Van Gogh e l'Orsa maggiore o lo spunto musicale ispirato a Dune.
Nel corso della puntata, poi, proviamo a farvi capire cosa sono le costellazioni, ma indubbiamente un video vale più di mille parole, ed ecco qui quello che la NASA ha realizzato proprio sulla costellazione di Orione:
martedì 21 dicembre 2021
La perduta stella del nord
Dopo una memorabile e irreversibile litigata con gli altri membri del gruppo, a quanto pare Tuomas Holopainen in testa, Tarja Turunen abbandona i Nigthwish e inizia una carriera da solista. Dopo un abbastanza classico esordio con un disco di cover, a tema natalizio, il 19 novembre del 2007 in Finlandia e il 2 gennaio dell'anno d'opo in Sud America (per poi andare nel resto del mondo) viene rilasciato My winter storm, un concept album invernale. E quale giorno migliore per citarlo se non proprio il primo giorno d'inverno?
Oggi, 21 dicembre 2021, alle 15:59, ha avuto inizio il solstizio d'inverno astronomico. I solstizi, parola che viene dal latino solstitium, ovvero sole fermo, sono definiti da una particolare posizione tra l'asse di rotazione della Terra e il suo piano orbitale. In particolare i due solstizi, d'inverno, quando abbiamo il numero minimo di ore di luce, e quello d'estate, quando abbiamo il massimo di ore di luce, coincidono con il minimo e il massimo angolo di inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano orbitale.
Non è, però, del solstizio che voglio scrivere (vi rimando a questo video di Sandro Bardelli per EduINAF) le classiche due righe, ma della Lost Northern Star, terza traccia dell'album di Tarja:
Oggi, 21 dicembre 2021, alle 15:59, ha avuto inizio il solstizio d'inverno astronomico. I solstizi, parola che viene dal latino solstitium, ovvero sole fermo, sono definiti da una particolare posizione tra l'asse di rotazione della Terra e il suo piano orbitale. In particolare i due solstizi, d'inverno, quando abbiamo il numero minimo di ore di luce, e quello d'estate, quando abbiamo il massimo di ore di luce, coincidono con il minimo e il massimo angolo di inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano orbitale.
Non è, però, del solstizio che voglio scrivere (vi rimando a questo video di Sandro Bardelli per EduINAF) le classiche due righe, ma della Lost Northern Star, terza traccia dell'album di Tarja:
lunedì 20 dicembre 2021
La regina degli scacchi
Nell'ultima uscita della mia newsletter, Stomachion, ho segnalato le due puntate di CosmoBrain in cui Ilaria Ferrari e Laura Paganini hanno chiacchierato con Giorgio Chinnici sugli scacchi.
Questi sono un gioco antico e dalle origini leggendarie, nel senso che si perdono così lontano nel tempo che abbiamo in mano solo una leggenda (in effetti non è esattamente così, ma lasciatemelo scrivere!).
Di fatto le sue origini risalgono al VII secolo, in India, in un vecchio gioco da tavolo, ed ha una evidente ispirazione bellica. Una delle ere più note e fondamentali per gli scacchi è quella così detta romantica, tra il 1700 e il 1873.
Dal 1873 in poi, gli scacchi ricevono un approccio in qualche modo scientifico e si trasforma in un vero e proprio sport. Il primo campione mondiale di scacchi è, infatti, Wilhelm Steinitz nel 1886 (anche se di campionati non ufficiali se ne realizzarono già a partire dal 1851).
Gli scacchi, come molte attività propriamente sportive (nel senso di competitive) hanno avuto una forte polarizzazione in particolare durante il periodo della Guerra Fredda, tra i due grandi blocchi sovietico e statunitense. In questo caso, essendo i russi i grandi dominatori degli scacchi, la competizione era particolarmente sentita negli Stati Uniti ed è proprio questa atmosfera che prova a catturare La regina degli scacchi, miniserie ideata da Scott Frank e Allan Scott per Netflix.
Questi sono un gioco antico e dalle origini leggendarie, nel senso che si perdono così lontano nel tempo che abbiamo in mano solo una leggenda (in effetti non è esattamente così, ma lasciatemelo scrivere!).
Di fatto le sue origini risalgono al VII secolo, in India, in un vecchio gioco da tavolo, ed ha una evidente ispirazione bellica. Una delle ere più note e fondamentali per gli scacchi è quella così detta romantica, tra il 1700 e il 1873.
Dal 1873 in poi, gli scacchi ricevono un approccio in qualche modo scientifico e si trasforma in un vero e proprio sport. Il primo campione mondiale di scacchi è, infatti, Wilhelm Steinitz nel 1886 (anche se di campionati non ufficiali se ne realizzarono già a partire dal 1851).
Gli scacchi, come molte attività propriamente sportive (nel senso di competitive) hanno avuto una forte polarizzazione in particolare durante il periodo della Guerra Fredda, tra i due grandi blocchi sovietico e statunitense. In questo caso, essendo i russi i grandi dominatori degli scacchi, la competizione era particolarmente sentita negli Stati Uniti ed è proprio questa atmosfera che prova a catturare La regina degli scacchi, miniserie ideata da Scott Frank e Allan Scott per Netflix.
domenica 19 dicembre 2021
Topolino #3447: Storie nella neve
Ciò che accomuna la cover story, nuovo episodio della serie Papersera News, e quella di chiusura del nuovo numero di Topolino, La notte dei ricordi nella serie Area 15, è l'elemento del racconto.
Con Freddo, neve e pagine stampate Corrado Mastantuono posrta a termine un'operazione piuttosto interessante: ci racconta le origini del Papersera, come da un emporio nel Klondike Paperone ha poi fondato il suo giornale. E', però, anche un racconto sull'etica giornalistica, sul non farsi corrompere mai. La parte della storia che scava nei ricordi di Paperone si intreccia con la storia giornalistica che Paperino e Paperoga seguono nel corso delle pagine. I due valenti giornalisti, infatti, cercano di portare a galla i motivi per cui i semafori in città sono andati in tilt. Il problema, però, arriva proprio quando i due scoprono le magagne della ditta che produce e gestice la rete di semafori, uno dei principali inserzionisti del quotidiano.
Con Freddo, neve e pagine stampate Corrado Mastantuono posrta a termine un'operazione piuttosto interessante: ci racconta le origini del Papersera, come da un emporio nel Klondike Paperone ha poi fondato il suo giornale. E', però, anche un racconto sull'etica giornalistica, sul non farsi corrompere mai. La parte della storia che scava nei ricordi di Paperone si intreccia con la storia giornalistica che Paperino e Paperoga seguono nel corso delle pagine. I due valenti giornalisti, infatti, cercano di portare a galla i motivi per cui i semafori in città sono andati in tilt. Il problema, però, arriva proprio quando i due scoprono le magagne della ditta che produce e gestice la rete di semafori, uno dei principali inserzionisti del quotidiano.
sabato 18 dicembre 2021
PK: Una storia mai accaduta
La serie di sei volumi di Topolino Fuoriserie dedicata al Paperinik fantascientifico, quello meglio noto come PK, giunge a conclusione con l'uscita del quinto e del sesto cartonato, usciti all'incirca a un mese di distanza l'uno dall'altro (date nominali 28 ottobre e 9 dicembre).
Questa quasi doppia uscita (la serie era, originariamente, iniziata come trimestrale) chiude una delle storie più controverse del personaggio. Roberto Gagnor, che aveva iniziato la storia, è stato letteralmente travolto dalla rivolta dei fan che non riuscivano a riconoscere il personaggio. Queste lamentele, però, hanno spesso messo in secondo piano il problema principale della serie: ciascuno degli episodi era sviluppato su un numero di pagine piuttosto esiguo se rapportato con quello che l'autore aveva intenzione di raccontare. Questa limitazione, probabilmente una richiesta editoriale, ha generato storie un po' pasticciate, ricche di grandi idee e personaggi interessanti, ma mai realmente soddisfacenti, in cui il tono epico della storia è andato semplicemente perso. Peraltro uno degli elementi più interessanti della saga, la perdita dello spirito originario di Paperino, elemento che in qualunque storia di supereroi sarebbe stato centrale, è passato completamente in secondo piano, salvo poi acquisire una validità narrativa nel finale del quinto volume, Obsidian, scritto sempre da Gagnor per i disegni di Lorenzo Pastrovicchio.
Tra l'altro dei due numeri conclusivi proprio Obsidian è quello che si fa preferire di più, con una trama in qualche modo martiniana che mi ricorda I Sette Nani e la fata incatenata (a qualcuno, magari, ricorderà i classici filmoni di supereroi, ma le storie, in fondo, iniziano tutte da lì, dalle favole).
Questa quasi doppia uscita (la serie era, originariamente, iniziata come trimestrale) chiude una delle storie più controverse del personaggio. Roberto Gagnor, che aveva iniziato la storia, è stato letteralmente travolto dalla rivolta dei fan che non riuscivano a riconoscere il personaggio. Queste lamentele, però, hanno spesso messo in secondo piano il problema principale della serie: ciascuno degli episodi era sviluppato su un numero di pagine piuttosto esiguo se rapportato con quello che l'autore aveva intenzione di raccontare. Questa limitazione, probabilmente una richiesta editoriale, ha generato storie un po' pasticciate, ricche di grandi idee e personaggi interessanti, ma mai realmente soddisfacenti, in cui il tono epico della storia è andato semplicemente perso. Peraltro uno degli elementi più interessanti della saga, la perdita dello spirito originario di Paperino, elemento che in qualunque storia di supereroi sarebbe stato centrale, è passato completamente in secondo piano, salvo poi acquisire una validità narrativa nel finale del quinto volume, Obsidian, scritto sempre da Gagnor per i disegni di Lorenzo Pastrovicchio.
Tra l'altro dei due numeri conclusivi proprio Obsidian è quello che si fa preferire di più, con una trama in qualche modo martiniana che mi ricorda I Sette Nani e la fata incatenata (a qualcuno, magari, ricorderà i classici filmoni di supereroi, ma le storie, in fondo, iniziano tutte da lì, dalle favole).
venerdì 17 dicembre 2021
Le grandi domande della vita: Allineamenti
Si è da poco chiusa la diretta di EduINAF dedicata all'allineamento planetario tra Giove, Saturno e Venere. In effetti Venere non si è palesato, a causa della sua bassa altezza sull'orizzonte, per cui la live è ruotata intorno ai due pianeti giganti gassosi. Oltre ai telescopisti presenti (da Trieste, Palermo e soprattutto Roma, dove per fortuna c'era un cielo bellissimo) era presente anche Federico Tosi che ha raccontato diverse curiosità sui pianeti giganti e risposto ad alcune delle domande dal pubblico. Ad altre abbiamo pensato a rispondere io e Sandro Bardelli.
In particolare ho risposto a un paio di domande che vi ripropongo, fresche fresche, qui sotto:
In particolare ho risposto a un paio di domande che vi ripropongo, fresche fresche, qui sotto:
giovedì 16 dicembre 2021
I paralipomeni di Alice: soluzioni labirintiche
E con questo paralipomeno vi presento le soluzioni dei due labirinti che vi ho proposto nell'articolo in cui ho presentato gli algoritmi di generazione dei labirinti.
Con queste soluzioni non ho in sospeso alcun altro Rompicapo a soluzione, quindi per un po' la serie dei Paralipomeni si prenderà una pausa, considerando che, se rispetterò il programma, il prossimo Rompicapo proseguirà il discorso aperto nell'ultimo della serie.
mercoledì 15 dicembre 2021
Cieli rosso sangue
Senza il gancio della trama, sarebbe molto difficile inquadrare la parte iniziale di Blood red sky come un film horror. Fino a che la protagonista, Nadja, non si trasforma in un vampiro, lo spettatore si trova di fronte a un classico film thriller/action: un gruppo di terroristi, grazie alla complicità del copilota, prende possesso di un aereo che dall'Europa deve raggiungere New York. Sull'aereo ci sono Nadja, interpretata da Peri Baumeister, e il figlio Elias che stanno andando nella Grande Mela, perché un medico sembra sia in grado di curare la donna dalla malattia terminale di cui soffre, e che successivamente, grazie a una serie di flashback sapientemente centellinati, scopriamo essere vampirismo.
martedì 14 dicembre 2021
Il cimitero degli animali
Pubblicato nel settembre del 1902, La zampa di scimmia è un racconto di genere zombie di William Wymark Jacobs. E' incentrato su un amuleto, la zampa di scimmia del titolo, in grado di esaudire tre desideri al suo possessore. L'amuleto finisce in mano ai coniugi White, che come primo esiderio chiedono 200 sterline. Il problema è che l'amuleto esaudisce il desiderio nel modo peggiore: il loro unico figlio muore in un incidente sul lavoro e i White vengono risarciti proprio con 200 sterline.
A quel punto, vinti dal dolore, esprimono un secondo desiderio: che il loro unico figlio torni in vita.
La citazione poco sopra apre la terza parte di Per Sematary di Stephen King. Lo stesso scrittore ha confermato l'influenza del racconto e la sua intenzione di portare quella storia alle estreme conseguenze. Il romanzo di King, infatti, non solo è suddiviso in tre parti, ma sembra avere anche una struttura a tre desideri, per così dire, visto che Louis Creed prima resuscita il gatto della figlia, Ellie, quindi il figlio Gage e infine la moglie Rachel, il tutto trascinato in un delirio e una follia crescenti che portano all'ennesima potenza lo stesso delirio della signora White nel racconto di Jacobs.
In questo caso, a differenza del racconto, non c'è nulla che riesce a far ragionare il genitore folle, che anzi si autoconvince di aver ogni volta commesso un errore che con la successiva sepoltura non commetterà. Interessante, poi, come Jud Crandall, vicino dei Creed e colui che rivelerà il segreto del cimitero degli indiani Micmac, racconta a Louis una storia simile a quella dei coniugi White, finita altrettanto male, ma spintasi comunque un po' più in là che ne La zampa di scimmia.
Il punto centrale del romanzo, però, è l'esplorazione del rapporto degli esseri umani con la morte. King scava in questo tema sin dai primi capitoli, in particolare quando presenta ai Creed il cimitero degli animali, dove i bambini del circondario vanno a seppellire i loro animali morti. Questa visita genera una serie di domande "scomode" da parte di Ellie al padre, un medico, e porta i coniugi Creed al litigio a causa del passato di Rachel, che ha assistito, sentendosi colpevole, alla morte della giovane sorella Zelda.
King, quindi, propone al lettore dei personaggi in qualche modo predisposti alle malizie del terreno maledetto che si trova poco oltre il cimitero degli animali, e conduce il lettore attraverso la distruzione della mente forse più razionale tra quelle dei personaggi presenti nel romanzo. Louis, vero protagonista della storia, viene costruito e poi distrutto un pezzo alla volta fino alla folle scena finale, in cui tutto si conclude con una semplice parola, che però perde qualunque senso rassicurante che, in un contesto normale, si porterebbe dietro.
Il problema, però, è proprio quello che da questo punto in poi hanno costruito le due trasposizioni cinematografiche di Pet Sematary.
A quel punto, vinti dal dolore, esprimono un secondo desiderio: che il loro unico figlio torni in vita.
"C'ho pensato solo ora", disse istericamente. "Perché non c'ho pensato prima?" Perché non ci hai pensato prima?"E ancora una volta il desiderio viene esaudito in un modo imprevedibile e non gradito: il ragazzo, infatti, torna come uno zombie. Così, in una scena finale dalla tensione crescente, il marito esprime freneticamente il terzo desiderio, che annulla il secondo e impedisce alla moglie di incontrare il mostro che sta bussando alla loro porta.
"Pensato a cosa?" chiese egli.
"Agli altri due desideri" replicò subito ella. "Ne abbiamo espresso solo uno."
"E non era abbastanza?" domandò ferocemente.
"No", gridò lei, trionfante; "ne useremo un'altro. Vai giù e fallo subito, desidera che il nostro ragazzo viva di nuovo."(1)
La citazione poco sopra apre la terza parte di Per Sematary di Stephen King. Lo stesso scrittore ha confermato l'influenza del racconto e la sua intenzione di portare quella storia alle estreme conseguenze. Il romanzo di King, infatti, non solo è suddiviso in tre parti, ma sembra avere anche una struttura a tre desideri, per così dire, visto che Louis Creed prima resuscita il gatto della figlia, Ellie, quindi il figlio Gage e infine la moglie Rachel, il tutto trascinato in un delirio e una follia crescenti che portano all'ennesima potenza lo stesso delirio della signora White nel racconto di Jacobs.
In questo caso, a differenza del racconto, non c'è nulla che riesce a far ragionare il genitore folle, che anzi si autoconvince di aver ogni volta commesso un errore che con la successiva sepoltura non commetterà. Interessante, poi, come Jud Crandall, vicino dei Creed e colui che rivelerà il segreto del cimitero degli indiani Micmac, racconta a Louis una storia simile a quella dei coniugi White, finita altrettanto male, ma spintasi comunque un po' più in là che ne La zampa di scimmia.
Il punto centrale del romanzo, però, è l'esplorazione del rapporto degli esseri umani con la morte. King scava in questo tema sin dai primi capitoli, in particolare quando presenta ai Creed il cimitero degli animali, dove i bambini del circondario vanno a seppellire i loro animali morti. Questa visita genera una serie di domande "scomode" da parte di Ellie al padre, un medico, e porta i coniugi Creed al litigio a causa del passato di Rachel, che ha assistito, sentendosi colpevole, alla morte della giovane sorella Zelda.
King, quindi, propone al lettore dei personaggi in qualche modo predisposti alle malizie del terreno maledetto che si trova poco oltre il cimitero degli animali, e conduce il lettore attraverso la distruzione della mente forse più razionale tra quelle dei personaggi presenti nel romanzo. Louis, vero protagonista della storia, viene costruito e poi distrutto un pezzo alla volta fino alla folle scena finale, in cui tutto si conclude con una semplice parola, che però perde qualunque senso rassicurante che, in un contesto normale, si porterebbe dietro.
Il problema, però, è proprio quello che da questo punto in poi hanno costruito le due trasposizioni cinematografiche di Pet Sematary.
domenica 12 dicembre 2021
Topolino #3446: è arrivata la neve!
Già! Troviamo la neve praticamente in tutte le storie del sommario del Topolino #3446, inclusa la cover story, la prima puntata de Il bianco e il nero, in cui Marco Nucci e Casty riportano in pista il Macchia Nera già visto all'opera in Io sono Macchia Nera. Ancora una volta l'astuto criminale si presenta come signore del tempo, inteso come tempo atmosferico. Dopo la pioggia spazza-memoria, ecco la nevicata infinita con cui Macchia Nera minaccia Topolinia. Immaginare che il sosia di Walt Disney si accontenti di un semplice pagamento, come richiesto, è abbastanza utopico, considerando la portata del macchinario che sembra stia utilizzando. E l'unico a pensarla così è, ancora una volta, proprio Topolino.
sabato 11 dicembre 2021
Superman: tempo di Annual
Per l'albo che ristampa il Superman di John Byrne è giunto il tempo di affrontare gli Annual, gli albi speciali annuali delle testate supereroistiche. In particolare sull'11.mo volumetto della ristampa Panini Comics propone gli annual di Action Comics e Superman. Ad affiancare l'autore canadese troviamo ai disegni rispettivamente Arthur Adams e Ron Frenz.
Entrambi sono sostanzialmente all'inizio della loro carriera: il primo mostra un tratto relativamente influenzato dalla nuova linea introdotta da Todd McFarlane, con un tratto rotondo che da un lato è particolarmente efficace nella rappresentazione delle figure femminili e delle atmosfere horror dell'episodio.
Frenz, invece, che collabora anche alla storia, ha un tratto ancora un po' distante da quello che gli avremmo visto sfoggiare negli anni Novanta. Sono, comunque, evidenti le due principali fonti ispirative del disegnatore, Wal Simonsons e Jack Kirby.
Anche le due storie, come i due autori, sono quanto di più diverso possiamo trovare. L'annual di Action Comics, proseguendo lo stile team-up della testata, propone l'accoppiata Superman-Batman che deve affrontare una vampira bella e affascinante. Tra l'altro la cosa è pure annunciata nella copertina dell'albo (e poco può farci Panini, visto che è così già con l'annual originale), svelando così il gioco di Byrne nella prima parte della storia in cui cerca di mantenere l'equivoco intorno alla vera natura della ragazza, soprannominata Zanzara. Come notato da Giorgio Lavagna nei redazionali, l'episodio è costruito come un omaggio (a voler essere buoni come Lavagna) a Swamp Thing #40 di Alan Moore, Stephen Bissette e John Totleben. Non mi spingo a fare un confronto tra le due storie (non voglio così male a Byrne, e poi la storia è decisamente molto godibile), ma c'è una frase di Lavagna che mi ha un po' stupito:
Frenz, invece, che collabora anche alla storia, ha un tratto ancora un po' distante da quello che gli avremmo visto sfoggiare negli anni Novanta. Sono, comunque, evidenti le due principali fonti ispirative del disegnatore, Wal Simonsons e Jack Kirby.
Anche le due storie, come i due autori, sono quanto di più diverso possiamo trovare. L'annual di Action Comics, proseguendo lo stile team-up della testata, propone l'accoppiata Superman-Batman che deve affrontare una vampira bella e affascinante. Tra l'altro la cosa è pure annunciata nella copertina dell'albo (e poco può farci Panini, visto che è così già con l'annual originale), svelando così il gioco di Byrne nella prima parte della storia in cui cerca di mantenere l'equivoco intorno alla vera natura della ragazza, soprannominata Zanzara. Come notato da Giorgio Lavagna nei redazionali, l'episodio è costruito come un omaggio (a voler essere buoni come Lavagna) a Swamp Thing #40 di Alan Moore, Stephen Bissette e John Totleben. Non mi spingo a fare un confronto tra le due storie (non voglio così male a Byrne, e poi la storia è decisamente molto godibile), ma c'è una frase di Lavagna che mi ha un po' stupito:
venerdì 10 dicembre 2021
Ritratti: Ada Lovelace
Matematico, filosofo, inventore, ingegnere meccanico, Charles Babbage ha avuto nella sua vita una gran varietà di interessi. Considerato da molti uno dei padri del computer, è l’inventore del primo calcolatore meccanico, uno strumento costruito con leve e rotelle. Famosa la sua collaborazione con Augusta Ada King-Noel, contessa di Lovelace, meglio nota come Ada Lovelace, pioniera della programmazione: ha infatti ideato il primo algoritmo della storia in grado di calcolare una sequenza di numeri di Bernoulli. E' per questo che viene considerata la prima programmatrice, nonostante non esistesse ancora alcun linguaggio di programmazione.
La Lovelace collaborò anche all'ambizioso progetto della macchina analitica di Babbage, che nelle intenzioni dell'inventore britannico avrebbe dovuto compiere operazioni più complesse dei semplici calcoli matematici. La macchina non venne mai realizzata, ma alcune delle idee di Babbage vennero introdotte nella versione inglese di un articolo di Luigi Menabrea che riprendeva una serie di conferenze che Babbage stesso tenne a Torino nel 1840. La traduzione, curata proprio dalla Lovelace, su suggerimento di Babbage, era completata da note originali, che in qualche modo ponevano le basi per la costruzione dei calcolatori così come li intendiamo oggi(1).
La Lovelace collaborò anche all'ambizioso progetto della macchina analitica di Babbage, che nelle intenzioni dell'inventore britannico avrebbe dovuto compiere operazioni più complesse dei semplici calcoli matematici. La macchina non venne mai realizzata, ma alcune delle idee di Babbage vennero introdotte nella versione inglese di un articolo di Luigi Menabrea che riprendeva una serie di conferenze che Babbage stesso tenne a Torino nel 1840. La traduzione, curata proprio dalla Lovelace, su suggerimento di Babbage, era completata da note originali, che in qualche modo ponevano le basi per la costruzione dei calcolatori così come li intendiamo oggi(1).
giovedì 9 dicembre 2021
I rompicapi di Alice: Conquiste a colori
Un particolare sottogruppo dei real-time strategy games prevede come obiettivo quello di creare una rete che unisca una serie di punti o nodi presenti su una mappa, usando un gergo matematichese (o quasi). Le linee in uscita da ciascun nodo può variare da 1 fino a 3 (fino a ora non ho incontrato giochi con più di tre linee in uscita), mentre il numero di linee in ingresso può anadre da 1 fino a quante se ne riescono a mettere. Inoltre al problema matematico della costruzione della rete si unsce anche un problema di flussi.
Generalmente questo genere di giochi prevede che il giocatore, cui viene assegnato un dato colore, occupi tutti i nodi della mappa. A contrastare la sua avanzata ci pensano uno o più avversari con colori differenti. La forza di un nodo è legata a quanto colore giunge dai nodi cui è connesso e dunque anche il flusso di colore che è in grado di generare. Quindi i nodi di una sottorete chiusa sono in grado di autoalimentare la loro stessa forza e quindi attaccare gli altri nodi in maniera più efficace.
Generalmente questo genere di giochi prevede che il giocatore, cui viene assegnato un dato colore, occupi tutti i nodi della mappa. A contrastare la sua avanzata ci pensano uno o più avversari con colori differenti. La forza di un nodo è legata a quanto colore giunge dai nodi cui è connesso e dunque anche il flusso di colore che è in grado di generare. Quindi i nodi di una sottorete chiusa sono in grado di autoalimentare la loro stessa forza e quindi attaccare gli altri nodi in maniera più efficace.
mercoledì 8 dicembre 2021
Dante divulgatore
Oggi è stata messa online da Ilaria Ferrari e Laura Paganini la 18.ma puntata del nuovo CosmoBrain, la trasmissione radiofonica di divulgazione scientifica che da quest'anno si è sganciata dall'emittente radio dove aveva esordito per diventare un podcast su Spreaker e altre piattaforme online di questo genere.
La puntata è dedicata a Dante Alighieri. L'idea originale era ispirata al format precedente del podcast, che alternava parlato con musica, ma poi nelle discussioni con Laura e Ilaria la cosa si è evoluta in Dante divulgatore passando prima per una cosa del tipo L'astronomia della Divina Commedia.
E' stato molto divertente realizzare questa e la puntata di prossima uscita dedicata alle costellazioni: siamo partiti da una serie di spunti proposti per lo più da Laura intorno ai quali abbiamo costruito, più o meno a braccio (un testo su cui guardare, però, c'era) la puntata stessa. Vi metto qui sotto il testo di partenza che ho cercato di raccontare all'inizio con la sfilza di numeri legati alla Divina Commedia (testo originariamente scritto proprio da Laura):
La puntata è dedicata a Dante Alighieri. L'idea originale era ispirata al format precedente del podcast, che alternava parlato con musica, ma poi nelle discussioni con Laura e Ilaria la cosa si è evoluta in Dante divulgatore passando prima per una cosa del tipo L'astronomia della Divina Commedia.
E' stato molto divertente realizzare questa e la puntata di prossima uscita dedicata alle costellazioni: siamo partiti da una serie di spunti proposti per lo più da Laura intorno ai quali abbiamo costruito, più o meno a braccio (un testo su cui guardare, però, c'era) la puntata stessa. Vi metto qui sotto il testo di partenza che ho cercato di raccontare all'inizio con la sfilza di numeri legati alla Divina Commedia (testo originariamente scritto proprio da Laura):
lunedì 6 dicembre 2021
Topolino #3445: Streghe che vanno, streghe che vengono
La strega che va è Nocciola, non presente nel nuovo capitolo del Ciclo Paperingio, scritto da Carlo Panaro e disegnato da Marco Palazzi, mentre quella che viene è, in realtà, una presenza costante del cast disneyano, mostrata in una storia che, in gergo supereroisitco, sarebbe definita le sue origini segrete. Sto parlando di Amelia, protagonista de Le origini di una fattucchiera, storia di Maya Åstrup per i disegni di Giorgio Cavazzano.
Il soggetto dell'autrice scandinava, pur non riprendendo i personaggi introdotti da Francesco Artibani, Lello Arena e proprio Cavazzano nel lontano 1995 sulle pagine di Topolino #2043, aggiunge nuovi legami parentali per Amelia. E queste aggiunte sono, per certi versi, rivoluzionarie. All'inizio incontriamo la strega bambina in un contensto disneyanamente classico: abita con gli zii. A differenza degli altri personaggi disneyani, però, gli autori ci mostrano i genitori di Amelia, spiegandoci anche perché non sono loro a crescerla. Il problema è il retaggio lasciato in eredità alla figlia, quel Tocco di Mida che, ci raccontano gli autori, diventa la sua ossessione per tutta la vita, rappresentata fisicamente dall'ottenimento della Numero Uno di Paperone. E la storia, poi, si conclude lì dove iniziò tutto quanto!
Il soggetto dell'autrice scandinava, pur non riprendendo i personaggi introdotti da Francesco Artibani, Lello Arena e proprio Cavazzano nel lontano 1995 sulle pagine di Topolino #2043, aggiunge nuovi legami parentali per Amelia. E queste aggiunte sono, per certi versi, rivoluzionarie. All'inizio incontriamo la strega bambina in un contensto disneyanamente classico: abita con gli zii. A differenza degli altri personaggi disneyani, però, gli autori ci mostrano i genitori di Amelia, spiegandoci anche perché non sono loro a crescerla. Il problema è il retaggio lasciato in eredità alla figlia, quel Tocco di Mida che, ci raccontano gli autori, diventa la sua ossessione per tutta la vita, rappresentata fisicamente dall'ottenimento della Numero Uno di Paperone. E la storia, poi, si conclude lì dove iniziò tutto quanto!
domenica 5 dicembre 2021
Pausa
Sono in ritardo con la recensione domenicale di Topolino, un po' per shopping domenicale pomeridiano, un po' per la visione del Gran Premio di Formula 1. Ma visto che non voglio saltare il post domenicale, eccovi un breve video, un po' come i vecchi Intervalli della TV:
sabato 4 dicembre 2021
La vendetta è mia
Generalmente il protagonista di un hard boiled è un detective privato tormentato, un po' spiantato, che beve come un spugna e mena facilmente le mani. Quando in Italia al detective privato venne preferito il poliziotto, meglio un investigatore più o meno in carriera, ecco nascere il poliziottesco. In effetti il genere è più vicino all'analogo poliziesco hard boiled statunitense che non a quel percorso che ho descritto poc'anzi, anche se aveva elementi originali nell'ispirazione alla particolarmente tormentata cronaca nera italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta.
In un periodo di revival di generi, più che scontato se consideriamo che in quei generi molti di noi ci sono cresciuti, ecco che anche il poliziottesco torna in auge, prima tra televisione e cinema (sto pensando, in particolare, all'Ispettore Coliandro) e ora anche nel fumetto con un volume in formato tascabile targato Vincenzo Filosa-Paolo Bacilieri.
In un periodo di revival di generi, più che scontato se consideriamo che in quei generi molti di noi ci sono cresciuti, ecco che anche il poliziottesco torna in auge, prima tra televisione e cinema (sto pensando, in particolare, all'Ispettore Coliandro) e ora anche nel fumetto con un volume in formato tascabile targato Vincenzo Filosa-Paolo Bacilieri.
venerdì 3 dicembre 2021
Il braccio di Orione
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.Queste sono le ultime parole dette dall'androide Roy Batty, interpretato da Rutger Hauer, al cacciatore Rick Deckart, interpretato da Harrison Ford, in una delle scene più iconiche di Blade runner, libera reinterpretazione di Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip Dick. Il riferimenti ai bastioni di Orione è, in effetti, duplice: Batty può infarsi riferirsi alla costellazione di Orione, in particolare alla stella Betelgeuse che si trova sulla spalla di Orione, o anche al Braccio di Orione, una delle braccia della nostra Via Lattea, in particolare proprio quella dove si trova il nostro Sistema Solare.
Essendo, quindi, il "quartiere" del nostro pianeta all'interno della Via Lattea, la stragrande maggioranza degli oggetti celesti che riusciamo a osservare dalla Terra nel cielo notturno appartengono proprio al Braccio di Orione, quindi nelle righe che seguono scriverò le classiche due parole sulla Nebulosa di Orione.
giovedì 2 dicembre 2021
L'algoritmo bianco
Con colpevole ritardo, provo a scrivere due righe su L’algoritmo bianco, bel romanzo di Dario Tonani che avevo citato in un post del lontano 2011. L'occasione è, semplicemente, il momento di pulizia dentro Google Drive, che vorrei cercare di usare sempre meno per uso personale.
Tonani è indubbiamente uno dei migliori scrittori nel panorama (sicuramente poco noto, ma direi anche poco battuto) cyber punk italiano. Indubbiamente ne L'algoritmo bianco lo scrittore sfrutta tutti gli elementi tipici del genere: un antieroe, il killer a pagamento Gregorius Moffa; una società profondamente infusa di tecnologia informatica, ma attraversata da forti disagi sociali. Lo stile di scrittura è allora asciutto e "sporco" al punto giusto: si percepiscono l’elettricità, il sangue, persino la polvere e la paura in quello che è l'inseguimento a un virus informatico introdotto nella rete, l'algoritmo bianco del titolo, in grado di rendere i telefoni dei veri e propri telefoni tachionici. In questo modo chiunque può entrare in comunicazione con il proprio sé del passato o del futuro, generando così un vero e proprio paradosso della conoscenza.
Un romanzo che consiglio di recuperare nelle classiche bancarelle dei mercatini o, magari, anche in qualche oscuro, dickiano store on-line, stando ovviamente attenti a non venire infettati dall’algoritmo bianco: la conoscenza del tempo è un’arma a doppio taglio!
Tonani è indubbiamente uno dei migliori scrittori nel panorama (sicuramente poco noto, ma direi anche poco battuto) cyber punk italiano. Indubbiamente ne L'algoritmo bianco lo scrittore sfrutta tutti gli elementi tipici del genere: un antieroe, il killer a pagamento Gregorius Moffa; una società profondamente infusa di tecnologia informatica, ma attraversata da forti disagi sociali. Lo stile di scrittura è allora asciutto e "sporco" al punto giusto: si percepiscono l’elettricità, il sangue, persino la polvere e la paura in quello che è l'inseguimento a un virus informatico introdotto nella rete, l'algoritmo bianco del titolo, in grado di rendere i telefoni dei veri e propri telefoni tachionici. In questo modo chiunque può entrare in comunicazione con il proprio sé del passato o del futuro, generando così un vero e proprio paradosso della conoscenza.
Un romanzo che consiglio di recuperare nelle classiche bancarelle dei mercatini o, magari, anche in qualche oscuro, dickiano store on-line, stando ovviamente attenti a non venire infettati dall’algoritmo bianco: la conoscenza del tempo è un’arma a doppio taglio!
mercoledì 1 dicembre 2021
Madonna e il fumetto sull'AIDS
Dopo aver scritto un articolo al riguardo, l'interesse verso l'uso dei fumetti nella sensibilizzazione del problema dell'AIDS e più in generale verso il racconto di questa malattia non è mai scemato. Dopo alcuni anni che ne scrissi sul Cappellaio Matto, torno qui su DropSea con una curiosità sulla cantante Madonna, che in occasione del concerto tenuto al Madison Square Garden di New York del 13 luglio del 1987 distribuì tra i suoi fan un opuscolo contenente un fumetto di Malcolm Ater, fondatore della Commercial Comics Company e considerato il padre dei fumetti politici.
Il fumetto in questione potete leggerlo su Flashbak oppure scaricare una sua versione in pdf.
Il fumetto in questione potete leggerlo su Flashbak oppure scaricare una sua versione in pdf.
martedì 30 novembre 2021
L'ex avvocato
Al livello più basso del sistema carcerario statunitense ci sono degli istituti partcolari. Strutturati come dei campus universitari, non hanno mura, o torrette, o guardie "di confine". L'atmosfera è generalmente rilassata, ma essendo comunque un carcere chiunque valichi i confini dell'istituto diventa automaticamente un evaso.
Questo genere di istituti è destinato ai crimini "minori", generalmente quelli amministrativi, per cui i carcerati hanno poca voglia e poco interesse a evadere: il rischio, una volta presi, è quello di finire in un carcere di livello superiore dove la maggior parte dei "colletti bianchi" resisterebbe ben poco.
E' proprio in un carcere di questo genere, a Frostburg (dove lo scrittore garantisce non esistere alcuna struttura del genere) che inizia L'ex avvocato di John Grisham.
Grisham, a sua volta ex avvocato, è oggi considerato il maestro del procedurale, il sottogenere del giallo che si concentra sul mondo legale. E a questo genere non sfugge nemmeno L'ex avvocato, romanzo che potremmo suddividere in tre parti.
Protagonista è Malcolm Bannister, condannato per una storia di tangenti. In realtà Bannister aveva semplicemente accettato il cliente sbagliato e nemmeno collaborare con l'FBI gli ha garantito di evitare il processo. Durante il quale non è riuscito a dimostrare la sua innocenza.
Questo genere di istituti è destinato ai crimini "minori", generalmente quelli amministrativi, per cui i carcerati hanno poca voglia e poco interesse a evadere: il rischio, una volta presi, è quello di finire in un carcere di livello superiore dove la maggior parte dei "colletti bianchi" resisterebbe ben poco.
E' proprio in un carcere di questo genere, a Frostburg (dove lo scrittore garantisce non esistere alcuna struttura del genere) che inizia L'ex avvocato di John Grisham.
Grisham, a sua volta ex avvocato, è oggi considerato il maestro del procedurale, il sottogenere del giallo che si concentra sul mondo legale. E a questo genere non sfugge nemmeno L'ex avvocato, romanzo che potremmo suddividere in tre parti.
Protagonista è Malcolm Bannister, condannato per una storia di tangenti. In realtà Bannister aveva semplicemente accettato il cliente sbagliato e nemmeno collaborare con l'FBI gli ha garantito di evitare il processo. Durante il quale non è riuscito a dimostrare la sua innocenza.
lunedì 29 novembre 2021
Necropolis: La città dei morti
E' un horror particolare, claustrofobico Necropolis di John Erick Dowdle. Narra la storia di una giovane archeologa sulle tracce della pietra filosofale. La ricerca, che la mette sulla strada di Nicolas Flamel, la cui fama di alchimista venne diffusa solo dopo la sua morte. E ovviamente associata proprio alla mitica pietra in grado di trasmutare qualunque metallo in oro. Non era, però, il suo unico potere, visto che sempre la leggenda narra fosse in grado di guarire tutte le ferite oltre a essere elemento essenziale nella realizzazione dell'elisir di lunga vita.
Tutto questo viene riassunto molto bene nella pellicola, strutturata sostanzialmente in tre parti: la prima ambientata in oriente, in Iran in particolare, dove troviamo la protagonista, Scarlett Marlowe, interpretata da Perdita Weeks, alla ricerca delle tracce della pietra. Quindi eccola in Francia a inseguire tracce nella biografia di Flamel, cosa che la porta, insieme a un paio di collaboratori, a esaminare la pietra tombale del presunto alchimista. E infine eccola a fare un giro nella necropoli parigina guidata da un gruppo di speleologi urbani.
E' in questa terza parte, la più lunga, che si concentra tutta la parte horror della pellicola, realizzata come un incubo claustrofobico e girata in soggettiva (anche se con il trucco del passaggio della soggettiva da un personaggio all'altro grazie a telecamerine personali). In pratica gli autori realizzano una sorta di viaggio iniziatico che porta i protagonisti a fare i conti con loro stessi e con ciò di cui si vergognano maggiormente, con l'obiettivo di migliorare per poter uscire dal labirinto mortale in cui sono andati a ficcarsi.
Nel complesso un bell'horror teso e inquietante, molto ben supportato dall'ottima fotografia di Léo Hinstin.
Tutto questo viene riassunto molto bene nella pellicola, strutturata sostanzialmente in tre parti: la prima ambientata in oriente, in Iran in particolare, dove troviamo la protagonista, Scarlett Marlowe, interpretata da Perdita Weeks, alla ricerca delle tracce della pietra. Quindi eccola in Francia a inseguire tracce nella biografia di Flamel, cosa che la porta, insieme a un paio di collaboratori, a esaminare la pietra tombale del presunto alchimista. E infine eccola a fare un giro nella necropoli parigina guidata da un gruppo di speleologi urbani.
E' in questa terza parte, la più lunga, che si concentra tutta la parte horror della pellicola, realizzata come un incubo claustrofobico e girata in soggettiva (anche se con il trucco del passaggio della soggettiva da un personaggio all'altro grazie a telecamerine personali). In pratica gli autori realizzano una sorta di viaggio iniziatico che porta i protagonisti a fare i conti con loro stessi e con ciò di cui si vergognano maggiormente, con l'obiettivo di migliorare per poter uscire dal labirinto mortale in cui sono andati a ficcarsi.
Nel complesso un bell'horror teso e inquietante, molto ben supportato dall'ottima fotografia di Léo Hinstin.
domenica 28 novembre 2021
Topolino #3444: Un giro lungo quanto il mondo
E si concludono le avventure di Paperin Pigafetta Oltre i confini del mondo con il quarto capitolo, Terra. La storia, realizzata da Pietro Zemelo per i disegni di Paolo Mottura, ci ha raccontato per 4 settimane e in versione disneyana una delle più grandi imprese nella storia dell'uomo: la circumnavigazione della Terra.
Partita il 10 agosto del 1519 da Siviglia, la spedizione ritornò in Spagna il 6 settembre del 1522 al porto di Sanlúcar de Barrameda, per poi giungere nuovamente a Siviglia due giorni dopo. A rientrare dopo questo viaggio lungo 3 anni fu una sola nave, la Victoria comandata da Juan Sebastián Elcano e con appena 18 marinari sopravvissuti, tra cui il cronista dell'impresa, il vicentino Antonio Pigafetta. All'appello mancava anche Ferdinando Magellano, morto il 27 aprile del 1521 a Mactan nel corso di una vera e propria azione di guerra: l'esploratore era infatti intenzionato a convertire con la forza gli abitanti di quell'isola del Pacifico.
Partita il 10 agosto del 1519 da Siviglia, la spedizione ritornò in Spagna il 6 settembre del 1522 al porto di Sanlúcar de Barrameda, per poi giungere nuovamente a Siviglia due giorni dopo. A rientrare dopo questo viaggio lungo 3 anni fu una sola nave, la Victoria comandata da Juan Sebastián Elcano e con appena 18 marinari sopravvissuti, tra cui il cronista dell'impresa, il vicentino Antonio Pigafetta. All'appello mancava anche Ferdinando Magellano, morto il 27 aprile del 1521 a Mactan nel corso di una vera e propria azione di guerra: l'esploratore era infatti intenzionato a convertire con la forza gli abitanti di quell'isola del Pacifico.
sabato 27 novembre 2021
Vampires
Raccolta in due corposi volumi dalla J-Pop all'interno della Osamusho Collection, Vampires è un manga di genere gotico-horror del maestro Osamu Tezuka che, con una interessante scelta metafumettistica, si inserisce tra i protagonisti minori della storia.
Il principale protagonista, Toppei, giunge a Tokyo per diventare allievo proprio di Tezuka. Abbastanza rapidamente quest'ultimo scopre che in realtà il giovane è un mutaforma. E non è nemmeno l'unico al mondo.
Inizia così una vera e propria discesa nell'orrore che conduce Tezuka a scoprire l'esistenza di un complotto da parte di questi vampiri per prendere il controllo del mondo, sostituendosi agli umani. In realtà il piano presenta tutta una serie di dettagli che Tezuka (l'autore, in questo caso, e non il personaggio fumettistico) svela man mano che la vicenda procede. Questa viene, poi, complicata dall'arrivo sulla scena di Rock, un trafficone che cerca di sfruttare la situazione a suo vantaggio.
Il principale protagonista, Toppei, giunge a Tokyo per diventare allievo proprio di Tezuka. Abbastanza rapidamente quest'ultimo scopre che in realtà il giovane è un mutaforma. E non è nemmeno l'unico al mondo.
Inizia così una vera e propria discesa nell'orrore che conduce Tezuka a scoprire l'esistenza di un complotto da parte di questi vampiri per prendere il controllo del mondo, sostituendosi agli umani. In realtà il piano presenta tutta una serie di dettagli che Tezuka (l'autore, in questo caso, e non il personaggio fumettistico) svela man mano che la vicenda procede. Questa viene, poi, complicata dall'arrivo sulla scena di Rock, un trafficone che cerca di sfruttare la situazione a suo vantaggio.
venerdì 26 novembre 2021
Scritte sui muri
Il muro più famoso di tutti è, indubbiamente, quello cantato dai Pink Floyd alla fine del 1979 in The Wall, 11.mo album in studio della loro produzione. La traccia più famosa di quell'album è indubbiamente Another Brick in the Wall, in particolare la parte due, il cui video ufficiale, se la memoria non mi inganna, venne persino mandato in onda in televisione in un programma per ragazzi. In sintesi era una canzone di denuncia contro un sistema scolastico troppo rigido e abusivo.
Nel 2021, però, sono usciti altri due muri, per certi versi entrambi significativi per i tempi che corrono.
Let the Bad Times Roll è il decimo album in studio degli Offspring, band statunitense punk guidata da Dexter Holland, che tra le altre cose si è laureato in biologia molecolare, ottenendo anche il dottorato nel 2017, dopo aver interrotto la carriera scientifica per seguire l'attività musicale. Magari in una puntata futura affronterò anche la ricerca con cui Holland ha ottenuto il dottorato, così come avevo fatto con Brian May. Torniamo però a Let the Bad Times Roll. La terza traccia, Behind Your Walls affronta il tema del dolore, ma dal testo è evidente che il dolore su cui si concentra il gruppo è quello psicologico, quello che ti spinge a erigere un muro intorno a te per isolarti dal resto del mondo.
E poi, a settembre, esce Senjutsu, 17.mo album in studio degli Iron Maiden, che erano già stati protagonisti di questa rubrica l'anno scorso.
Nel 2021, però, sono usciti altri due muri, per certi versi entrambi significativi per i tempi che corrono.
Let the Bad Times Roll è il decimo album in studio degli Offspring, band statunitense punk guidata da Dexter Holland, che tra le altre cose si è laureato in biologia molecolare, ottenendo anche il dottorato nel 2017, dopo aver interrotto la carriera scientifica per seguire l'attività musicale. Magari in una puntata futura affronterò anche la ricerca con cui Holland ha ottenuto il dottorato, così come avevo fatto con Brian May. Torniamo però a Let the Bad Times Roll. La terza traccia, Behind Your Walls affronta il tema del dolore, ma dal testo è evidente che il dolore su cui si concentra il gruppo è quello psicologico, quello che ti spinge a erigere un muro intorno a te per isolarti dal resto del mondo.
E poi, a settembre, esce Senjutsu, 17.mo album in studio degli Iron Maiden, che erano già stati protagonisti di questa rubrica l'anno scorso.
mercoledì 24 novembre 2021
Le grandi domande della vita: Un Mercurio sorprendente
Dopo l'edizione speciale dedicata a EduINAF de Le grandi domande della vita, non ho più riproposto la serie di articoli sporadici usciti di là anche qui. Visto che generalmente quei contributi non li rilancio su twitter, mi sembra cosa buona e giusta riprendere l'usanza, partendo però da una domanda cui non ho risposto io, ma Stefano Sandrelli:
La risposta breve è: Venere. Per arrivare a questa risposta, però, possiamo fare due ragionamenti differenti. Partiamo dalla distanza media tra il Sole e la Terra: 149597887 km. Questa distanza, per sempicità di calcoli, è stata definita dagli astronomi 1 Unità astronomica (UA). Usando questa unità di misura, le distanze degli altri pianeti dal Sole saranno dei numeri abbastanza semplici da trattare, come nel caso di Venere, che si trova a 0.723 UA, o Marte, che si trova a 1.52 UA. Facendo un paio di sottrazioni, scopriamo che la distanza tra Venere e la Terra sarebbe, all'incirca, 0.28 UA, mentre quella tra Marte e la Terra 0.52 UA.
Il pianeta più vicino alla Terra
Il quesito, posto da uno dei giovani partecipanti al concorso di scrittura creativa per bambini Via Lattea Quaraquarinci, può essere riassunto con la domanda su quale sia il pianeta più vicino alla Terra.La risposta breve è: Venere. Per arrivare a questa risposta, però, possiamo fare due ragionamenti differenti. Partiamo dalla distanza media tra il Sole e la Terra: 149597887 km. Questa distanza, per sempicità di calcoli, è stata definita dagli astronomi 1 Unità astronomica (UA). Usando questa unità di misura, le distanze degli altri pianeti dal Sole saranno dei numeri abbastanza semplici da trattare, come nel caso di Venere, che si trova a 0.723 UA, o Marte, che si trova a 1.52 UA. Facendo un paio di sottrazioni, scopriamo che la distanza tra Venere e la Terra sarebbe, all'incirca, 0.28 UA, mentre quella tra Marte e la Terra 0.52 UA.
martedì 23 novembre 2021
Snowpiercer: stagione 2
Devo dire che, rispetto alla prima stagione, Snowpiercer mi ha attirato molto di meno. Non mi è ben chiaro cosa mi abbia attirato meno, ma sospetto sia stato lo stesso effetto dovuto ai seguiti del fumetto originale, Snowpiercer. In quel caso lo sceneggiatore Jacques Lob, separata la sua strada dal disegnatore Jean-Marc Rochette, ha complicato la storia, inserendo anche gruppi di sopravvissuti sulla superficie del pianeta.
La sebsazione di una prosecuzione della storia forzata, per quanto i soggetti dei capitoli successivi al primo fossero comunque interessanti, era palpabile e più o meno la stessa cosa è avvenuta con la serie televisiva. Quest'ultima, comunque, è stata essenzialmente tenuta in piedi da un grandissimo Sean Bean nel ruolo di Joseph Wilford, mentre la graduale scomparsa del personaggio di Melanie Cavill interpretata da un'altrettanto ottima Jennifer Connelly ha finito per impoverire non solo la serie di qualità recitativa, ma anche la storia di un personaggio forte e carismatico.
Andre Layton, interpretato da Daveed Diggs, non si è rivelato altrettanto forte e ispirato come il Layton della prima stagione, mentre Alexandra Cavill, interpretata da Rowan Blanchard, è solo all'inizio del suo percorso narrativo.
Ora la speranza è che la terza stagione possa sbloccare questi ultimi due personaggi e portare la storia a una conclusione: il modo in cui la storia si sta sviluppando, in effetti, sembra smentire le voci secondo cui la serie sia il prequel del film del 2013 di Bong Joon-ho.
La sebsazione di una prosecuzione della storia forzata, per quanto i soggetti dei capitoli successivi al primo fossero comunque interessanti, era palpabile e più o meno la stessa cosa è avvenuta con la serie televisiva. Quest'ultima, comunque, è stata essenzialmente tenuta in piedi da un grandissimo Sean Bean nel ruolo di Joseph Wilford, mentre la graduale scomparsa del personaggio di Melanie Cavill interpretata da un'altrettanto ottima Jennifer Connelly ha finito per impoverire non solo la serie di qualità recitativa, ma anche la storia di un personaggio forte e carismatico.
Andre Layton, interpretato da Daveed Diggs, non si è rivelato altrettanto forte e ispirato come il Layton della prima stagione, mentre Alexandra Cavill, interpretata da Rowan Blanchard, è solo all'inizio del suo percorso narrativo.
Ora la speranza è che la terza stagione possa sbloccare questi ultimi due personaggi e portare la storia a una conclusione: il modo in cui la storia si sta sviluppando, in effetti, sembra smentire le voci secondo cui la serie sia il prequel del film del 2013 di Bong Joon-ho.
lunedì 22 novembre 2021
Universo Animato: una sigla
Oggi sul canale YouTube di EduINAF ha esordito una nuova serie, Universo Animato. Raccoglieremo le animazioni realizzate da James O'Donoghue ma con testi tradotti in italiano. A introdurle c'è anche una sigla, realizzata dal sottoscritto (ho anche scelto la colonna sonora dell'animazione, originariamente silenziosa). La sola sigla ve la metto qui sotto in visione:
domenica 21 novembre 2021
Topolino #3443: Una storia a sorpresa
Avete notato che il numero di Topolino è palindromo?
E la sorpresa non è la cover story, ovvero l'ultima puntata di Grosso guaio a Paperopoli di Alex Bertani, Marco Gervasio e Giuseppe Facciotto, ma la storia di chiusura, La via dell'ambra di Matteo Venerus e Alessandro Perina.Venerus realizza una avventura archeologica con Indiana Pipps protagonista e Topolino sua spalla che ruota intorno a un misterioso rito magico che dall'antica Roma porta ai giorni nostri e ha come obiettivo quello di riportare in auge la potenza miltare dell'impero romano. Venerus introduce la storia con due prologhi e poi porta il lettore nelle atmosfere avventurose della storia quasi subito: durante una conferenza di Indiana in una non meglio specificata località sul Mar Baltico dove presenta il ritrovamento di una camera da letto con i mobili realizzati completamente d'ambra, irrompono tra gli astanti alcuni energumeni dotati di bastoni elettrici al seguito di un forzuto individuo vestito alla moda di un cenurione romano. Inizia così un inseguimento che porta Indiana e Topolino lungo la via dell'ambra e, con loro, il lettore nei segreti storici di questa antica via commerciale.
L'ambra è una resina fossile molto preziosa nell'antichità e all'origine dell'idea di elettricità che avevano gli antichi, che ovviamente era limitata all'osservazione, raccontata in termini moderni, della capacità dell'ambra, una volta sfregata, di attirare piccoli pezzeti di carta. Venerus amplifica questo potere per costruire una storia appassionante, in puro stile Dan Brown, realizzando la storia più sorprendente, per qualità, di tutto il numero.
E c'è anche una citazione pop che arricchisce la lettura del lettore adulto alla mitica serie televisiva di Starsky & Hutch!
sabato 20 novembre 2021
L'impostore: Un Batman alternativo, ma non troppo
Uno dei punti di forza di un personaggio come Batman è la sua flessibilità nel calarsi in storie di tutti i generi, da quelle di investigazione, all'azione pura, senza dimenticare l'orrore, il fantastico, la fantascienza. Inoltre una delle storie fondamentali per il rilancio del personaggio e per una svolta più realistica di tutto il genere supereroistico è stata proprio Il ritorno del Cavaliere Oscuro, storia fuori continuity di Frank Miller.
E in un certo senzo The Imposter è una storia fuori continuity, come ben si comprende da alcuni riferimenti leggermente differenti rispetto alla storia usuale di Batman: il primo e forse fondamentale è con Leslie Thompkins che non solo cambia etnia, ma soprattutto specializzazione. Non è più iul medico d'emergenza che ha aperto una clinica nel quartiere più malfamato di Ghotam, ma una psicologa. E anche se il legame con il piccolo Bruce parte sempre dall'infanzia, in questo caso il suo lavoro è quello di dargli il supporto psicologico per la perdita dei genitori prima, e poi nel corso della sua battaglia contro il crimine nei panni di Batman.
La storia, infatti, parte con la scoperta di Leslie della vera identità dell'eroe. Inoltre nel corso della storia scopriamo che sono passati tre anni da quando Batman è giunto in città. E Robin non opera accanto a lui.
Sono dunque questi gli elementi che spingono a ritenere la storia sostanzialmente fuori continuity, ma questo non è certo un problema, ma anzi un modo per liberarsi un po' dalla necessità di doversi confrontare con la storia pregressa del personaggio per concentrarsi, invece, sulla trama proposta al lettore e, soprattutto, sul Cavaliere Oscuro.
E in un certo senzo The Imposter è una storia fuori continuity, come ben si comprende da alcuni riferimenti leggermente differenti rispetto alla storia usuale di Batman: il primo e forse fondamentale è con Leslie Thompkins che non solo cambia etnia, ma soprattutto specializzazione. Non è più iul medico d'emergenza che ha aperto una clinica nel quartiere più malfamato di Ghotam, ma una psicologa. E anche se il legame con il piccolo Bruce parte sempre dall'infanzia, in questo caso il suo lavoro è quello di dargli il supporto psicologico per la perdita dei genitori prima, e poi nel corso della sua battaglia contro il crimine nei panni di Batman.
La storia, infatti, parte con la scoperta di Leslie della vera identità dell'eroe. Inoltre nel corso della storia scopriamo che sono passati tre anni da quando Batman è giunto in città. E Robin non opera accanto a lui.
Sono dunque questi gli elementi che spingono a ritenere la storia sostanzialmente fuori continuity, ma questo non è certo un problema, ma anzi un modo per liberarsi un po' dalla necessità di doversi confrontare con la storia pregressa del personaggio per concentrarsi, invece, sulla trama proposta al lettore e, soprattutto, sul Cavaliere Oscuro.
venerdì 19 novembre 2021
Vampiri di Norvegia
La vita è troppo breve per scegliere un solo tipo di cioccolata- Live Hallangen da Post mortem
Diretta da Harald Zwart e Petter Holmsen, Post Mortem ti spiazza sin dalla prima scena: la protagonista viene uccisa in mezzo a un campo nel nulla. Poi, sul tavolo dell'obitorio, quando l'anatomopatologo si appresta a eseguire l'autopsia, Live Hallangen si sveglia.
Non è immediata l'associazione con il vampirismo, ma indubbiamente c'è un'idea soprannaturale dietro tutto e soprattutto un inconfessato segreto di famiglia. La famiglia Hallangen, tra l'altro, fornisce il servizio di ponte funebri di Skarnes, il paesotto norvegese dove la serie è ambientata. E un po' per tutti i sei episodi di questa (forse prima) stagione ci imbattiamo nel ritornello Nessuno muore a Skarnes.
I pezzi del puzzle si compongono un po' alla volta nel corso degli episodi e sono comunque raccontati in maniera tale da invogliare alla visione della serie, anche considerando la sua brevità. I dialoghi sono brillanti e le atmosfere molto più simili a quelle di una commedia nera, visti i problemi economici dell'azienda, passata al fratello Odd dopo la morte del padre Arvid. Certo anche le vicende di Live, per quanto in alcuni momenti raggiungono una truculenza vicina allo splatter, sono tutto sommato comici e divertenti. Nel complesso è una serie passa-tempo, senza troppe pretese, leggera, che un po' prende in giro il genere, un po' cerca di proporre comunque un intreccio interessante. Certo non ci sono personaggi che spiccano particolarmente, ma la cosa non disturba più di tanto.
giovedì 18 novembre 2021
I paralipomeni di Alice: L'orologio di Kruskal
Nel Rompicapo di Alice dedicato al Kruskal Count, gioco ideato da Martin Kruskal, avevo dedicato l'introduzione a una sua variazione, che potremmo chiamare come Kruskal Clock. Lo ripeto qui per completezza:
Prendiamo il quadrante di un orologio a lancette. Sono segnati dodici numeri, da 1 a 12. Scegliamone uno. Quindi, a partire da quello, ci spostiamo di tante posizioni quante sono le lettere della parola corrispondente a quel numero. Una volta giunti a destinazione ripetiamo l'operazione. E facciamo altrettanto la terza volta.
Se utilizziamo i nomi inglesi dei numeri, le catene giungono tutte sullo stesso numero esattamente dopo tre passaggi, ed è l'1!
Prendiamo il quadrante di un orologio a lancette. Sono segnati dodici numeri, da 1 a 12. Scegliamone uno. Quindi, a partire da quello, ci spostiamo di tante posizioni quante sono le lettere della parola corrispondente a quel numero. Una volta giunti a destinazione ripetiamo l'operazione. E facciamo altrettanto la terza volta.
Se utilizziamo i nomi inglesi dei numeri, le catene giungono tutte sullo stesso numero esattamente dopo tre passaggi, ed è l'1!
mercoledì 17 novembre 2021
Per fortuna non è venerdì
Fin dall'antichità il numero 17 è stato fortemente collegato alla sfortuna. I più ritengono che la superstizione fosse nata, ai tempi dell'antica Roma, a causa della consuetudine di incidere sulle pietre funerarie la parola "VIXI" (che vuol dire vissi, sono vissuto), il cui anagramma "XVII" equivale a 17 nel sistema di numerazione romano ed a causa della disfatta delle legioni XVII, XVIII e XIX nella battaglia della foresta di Teutoburgo.Soprattutto il 17 è un numero primo, in particolare il settimo, segue il 13 e precede il 19.
E', poi, il settimo numero primo, dopo il 13 e prima del 19. Inoltre è un numero primo di Fermat (il terzo della serie), ovvero un numero della forma \[F_n = 2^{2^n} + 1\] che nel caso del 17 coincide con \[17 = 2^{2^2} + 1\] Questo implica che l'eptadecagono può essere costruito con riga e compasso:
martedì 16 novembre 2021
Gli indicatori della buona comunicazione
Nella sua rubrica Oltre l'orizzonte, Stefano Sandrelli ha iniziato una serie di articoli dedicati alla comunicazione della scienza. E' arrivato al secondo appuntamento, e pochi giorni dopo aver consegnato l'articolo (uscito oggi), ha segnalato un progetto interessante, QUEST, QUality and Effectiveness in Science and Technology communication. Il suo obiettivo è definire, misurare e supportare la qualità nella comunicazione della scienza. Per ottenere questo scopo, il progetto propone una serie di toolkit e, soprattutto, 12 indicatori di qualità per la comunicazione derlla scienza, disponibili sia in inglese, sia in italiano. Vediamo quali sono:
lunedì 15 novembre 2021
Trilogia steampunk
Considerare la raccolta dei tre romanzi brevi di Paul Di Filippo della Trilogia steampunk esattamente steampunk è forse eccessivamente generoso, ma una parte degli elementi del genere sono indubbiamente presenti.
Innanzitutto l'ambientazione temporale: l'Ottocento. Poi la presenza di personaggi storici che interagiscono con altri fittizi e/o con altri personaggi storici con cui, invece, non hanno mai realmente interagito (o con cui non hanno interagito nei termini raccontati nella storia). Forse, a mancare, è solo l'esplicito riferimento a uno sviluppo tecnologico basato sul vapore, che però è in parte presente in Vittoria, la storia d'apertura.
In questo caso il protagonista, uno geniale scenziato che si interessa agli argomenti più disparati, è stato vicino con un secolo di anticipo a portare al mondo l'energia nucleare, e solo una banale distrazione gli ha impedito di perseguire le sue ricerche. Questo evento da solo da, effettivamente, la sensazione di essere in piena ambientazione steampunk.
Il resto dei racconti o romanzi brevi, Ottentotti e Walt ed Emily, sono più o meno esplicitamente ambientati nello stesso mondo di Vittoria, e dunque, pur non presentando riferimenti più espliciti, possono essere fatti ricadere nello stesso genere.
Innanzitutto l'ambientazione temporale: l'Ottocento. Poi la presenza di personaggi storici che interagiscono con altri fittizi e/o con altri personaggi storici con cui, invece, non hanno mai realmente interagito (o con cui non hanno interagito nei termini raccontati nella storia). Forse, a mancare, è solo l'esplicito riferimento a uno sviluppo tecnologico basato sul vapore, che però è in parte presente in Vittoria, la storia d'apertura.
In questo caso il protagonista, uno geniale scenziato che si interessa agli argomenti più disparati, è stato vicino con un secolo di anticipo a portare al mondo l'energia nucleare, e solo una banale distrazione gli ha impedito di perseguire le sue ricerche. Questo evento da solo da, effettivamente, la sensazione di essere in piena ambientazione steampunk.
Il resto dei racconti o romanzi brevi, Ottentotti e Walt ed Emily, sono più o meno esplicitamente ambientati nello stesso mondo di Vittoria, e dunque, pur non presentando riferimenti più espliciti, possono essere fatti ricadere nello stesso genere.
domenica 14 novembre 2021
Topolino #3442: Una strega come poche
La cover story di questa settimana (nel frattempo rilevo che Corrado Mastantuono è tornato abbastanza regolarmente a ricoprire il ruolo di copertinista di Topolino) è la prima puntata de La numero Uno del numero due di Roberto Gagnor e Marco Ponti per i disegni di Donald Soffritti.
E per una volta partirei da quest'ultimo, che mi ha nuovamente stupido grazie a una Amelia eccezionale, efficace come in poche altre occasioni (forse solo Blasco Pisapia e Giorgio Cavazzano hanno disegnato una Amelia migliore di questa): Magica De Spell, questo il nome originale, appare ora distrutta fisicamente e moralmente, poi, semplicemente in disordine, quindi ammaliante per concludere inquietante e potentissima.
La storia, infatti, inizia con un ragno gigantesco che minaccia il deposito di Paperone. Una Amelia così non la si è vista tanto spesso. Persino Carl Barks, il suo creatore, la mostrò a questi livelli solo ne L'inespugnabile tesoro del 1963, uscita quello stesso anno su Topolino #407. Amelia venne creata nel 1961, ovvero sessanta anni fa, sulle pagine di Zio Paperone e la fattucchiera, pubblicata l'anno successivo su Topolino #331. Le fattezze del personaggio vennero ispirate a Barks dall'attrice italiana Sophia Loren, nome che viene recuperato dagli autori della saga nel momento in cui Amelia acquista il biglietto aereo per Paperopoli (Sophia De Spell, veniamo a sepere essere il suo nome completo). Inoltre Gagnor e Ponti indulgono in un po' di sano citazionismo: la scena durante la quale Amelia prende la numero Uno di Rockerduck e poi l'inseguimento prima e la partenza della strega in aereo non possono non far pensare al lettore più appassionato proprio alla storia d'esordio (tra l'altro, in quell'occasione, esordì anche Miss Paperett). Ottimo, poi l'uso di Gennarino: ora fornisce commenti sagaci, ora sembra dare corpo alla voce del lettore, ora, semplicemente, è se stesso!
Particolare interessante è che questa non è la prima volta che Amelia si rivolge alle numero Uno di altri ricconi. La cosa era avvenuta anche ne La pace con Amelia di Bruno Concina e Roberto Marini, dove tra l'altro uno dei tre miliardari interpellati dalla strega partenopea era Gianni Agnelli.
Decisamente promossa La numero Uno del numero due, non resta che attendere con ansia il secondo episodio!
E per una volta partirei da quest'ultimo, che mi ha nuovamente stupido grazie a una Amelia eccezionale, efficace come in poche altre occasioni (forse solo Blasco Pisapia e Giorgio Cavazzano hanno disegnato una Amelia migliore di questa): Magica De Spell, questo il nome originale, appare ora distrutta fisicamente e moralmente, poi, semplicemente in disordine, quindi ammaliante per concludere inquietante e potentissima.
La storia, infatti, inizia con un ragno gigantesco che minaccia il deposito di Paperone. Una Amelia così non la si è vista tanto spesso. Persino Carl Barks, il suo creatore, la mostrò a questi livelli solo ne L'inespugnabile tesoro del 1963, uscita quello stesso anno su Topolino #407. Amelia venne creata nel 1961, ovvero sessanta anni fa, sulle pagine di Zio Paperone e la fattucchiera, pubblicata l'anno successivo su Topolino #331. Le fattezze del personaggio vennero ispirate a Barks dall'attrice italiana Sophia Loren, nome che viene recuperato dagli autori della saga nel momento in cui Amelia acquista il biglietto aereo per Paperopoli (Sophia De Spell, veniamo a sepere essere il suo nome completo). Inoltre Gagnor e Ponti indulgono in un po' di sano citazionismo: la scena durante la quale Amelia prende la numero Uno di Rockerduck e poi l'inseguimento prima e la partenza della strega in aereo non possono non far pensare al lettore più appassionato proprio alla storia d'esordio (tra l'altro, in quell'occasione, esordì anche Miss Paperett). Ottimo, poi l'uso di Gennarino: ora fornisce commenti sagaci, ora sembra dare corpo alla voce del lettore, ora, semplicemente, è se stesso!
Particolare interessante è che questa non è la prima volta che Amelia si rivolge alle numero Uno di altri ricconi. La cosa era avvenuta anche ne La pace con Amelia di Bruno Concina e Roberto Marini, dove tra l'altro uno dei tre miliardari interpellati dalla strega partenopea era Gianni Agnelli.
Decisamente promossa La numero Uno del numero due, non resta che attendere con ansia il secondo episodio!
sabato 13 novembre 2021
Superman: Città di Luthor
Nonostante sul 10.mo numero della ristampa del Superman dell'era Byrne sia presente uno dei nemici più assurdi dell'azzurrone, il vero antagonista del volume è, invece, Lex Luthor. Il volumetto, infatti, presenta la conclusione di Guerra di bande con gli ultimi due capitoli, usciti originariamente su Adventures of Superman #433 e #434.
Non è semplice riuscire a realizzare storie di gusto urbano con un personaggio come Superman, ma Marv Wolfman e Jerry Ordway riescono nell'intento con efficacia. La storia, iniziata sul numero precedente, racconta del problema delle bande giovanili a Metropolis, in particolare nel quartiere di Suicide Slum. La trama in pratica riprende un filo narrativo già seminato nelle storie precedenti grazie a Jerry, il figlio ribelle del direttore del Daily Planet, Perry White.
Non è semplice riuscire a realizzare storie di gusto urbano con un personaggio come Superman, ma Marv Wolfman e Jerry Ordway riescono nell'intento con efficacia. La storia, iniziata sul numero precedente, racconta del problema delle bande giovanili a Metropolis, in particolare nel quartiere di Suicide Slum. La trama in pratica riprende un filo narrativo già seminato nelle storie precedenti grazie a Jerry, il figlio ribelle del direttore del Daily Planet, Perry White.
venerdì 12 novembre 2021
Il dolore di Sophia
Avevo già presentato i Draconian nel corso della lunga maratona di recensioni dedicate a Batman: Death Metal. Come già era successo in quell'occasione, continuo a proporvi pezzi tratti dall'ultimo album della band, Under a Godless Veil, un concept album dedicato ai Sethiani.
Figura centrale della loro mitologia è Sophia (o Sofia), una degli Eoni. Questi ultimi sono intesi come un'emanazione stessa del creatore dell'universo, un dio sconosciuto. Sophia compì un atto non molto diverso alla ribellione di Lucifero nella Bibbi: imitò dio creando sette emanazioni di se stessa, sette figli potremmo dire: Sabaoth, Elohim, Adonai, Iao, Astaphain, Horaios e Yaldabaoth. Quest'ultimo venne generato da Sophia dopo la sua caduta dal Pleroma, l'equivalente dei Paradiso, e fu il responsabile della creazione del mondo materiale, generato con una frazione del potere di Sophia rubatole dal suo ultimogenito.
Figura centrale della loro mitologia è Sophia (o Sofia), una degli Eoni. Questi ultimi sono intesi come un'emanazione stessa del creatore dell'universo, un dio sconosciuto. Sophia compì un atto non molto diverso alla ribellione di Lucifero nella Bibbi: imitò dio creando sette emanazioni di se stessa, sette figli potremmo dire: Sabaoth, Elohim, Adonai, Iao, Astaphain, Horaios e Yaldabaoth. Quest'ultimo venne generato da Sophia dopo la sua caduta dal Pleroma, l'equivalente dei Paradiso, e fu il responsabile della creazione del mondo materiale, generato con una frazione del potere di Sophia rubatole dal suo ultimogenito.
mercoledì 10 novembre 2021
Priest: essere fedeli cambiando completamente
Con l'occasione della rilettura del manhwa (fumetto coreano) di Hyung Min-woo affrontata in estate ho deciso di vedere, finalmente, il film ispirato a Priest.
Il film presenta una serie di differenze fondamentali rispetto al fumetto, ma ha anche visto, almeno stando a quanto scritto dal fumettista nei colophon dei vari volumetti, un attento contributo da parte dello stesso Hyung Min-woo. D'altra parte la storia che quest'ultimo ha elaborato (e lasciato in sospeso, purtroppo) per il manhwa era piuttosto complessa. Alla trama di base, un prete maledetto, Ivan Isaacs, che va in giro per il west americano a uccidere mostri di ogni sorta, si innesta un racconto più complesso di angeli caduti e prelati che si lasciano facilmente corrompere dal male.
L'artista coreano, però, suddivide i personaggi tra coloro che accettano il male per il gusto del potere, coloro che vi arrivano per i motivi sbagliati, e quelli che, in mezzo, subiscono la guerra tra questi due gruppi di anime. La visione di Priest è, dunque, fortemente pessimista, ma viene attenuata e di molto nella pellicola.
Il film, rilasciato nel 2011, vede alla regia Scott Stewart, mentre nel ruolo del protagonista troviamo Paul Bettany (noto ai più soprattutto per il ruolo di Visione al cinema e su Disney+). A differenza del manhwa, la storia non è ambientata nel passato, ma in un lontano futuro, in cui gli esseri umani si sono per lo più rifugiati in gigantesche metropoli dopo una tremenda guerra contro dei supervampiri. Per sconfiggerli era stato istituito uno speciale ordine di preti combattenti, soldati letali dotati della preparazione morale, pratica, fisica e militare per affrontare e sconfiggere i non-morti. Il protagonista, senza nome, è proprio uno di questi preti, ormai accantonati dopo la vittoria nella guerra che ha portato i pochi vampiri sopravvissuti a essere rinchiusi in vere e proprie riserve.
La storia, però, inizia con un attacco di vampiri in uno dei tanti villaggi esterni, cosa che recupera l'ambientazione western, e con la richiesta d'aiuto inviata proprio al protagonista, che a quel punto, mettendosi contro gli ordini ricevuti, si mette in viaggio per aiutare lo sceriffo che ha chiesto il suo intervento.
Il film presenta una serie di differenze fondamentali rispetto al fumetto, ma ha anche visto, almeno stando a quanto scritto dal fumettista nei colophon dei vari volumetti, un attento contributo da parte dello stesso Hyung Min-woo. D'altra parte la storia che quest'ultimo ha elaborato (e lasciato in sospeso, purtroppo) per il manhwa era piuttosto complessa. Alla trama di base, un prete maledetto, Ivan Isaacs, che va in giro per il west americano a uccidere mostri di ogni sorta, si innesta un racconto più complesso di angeli caduti e prelati che si lasciano facilmente corrompere dal male.
L'artista coreano, però, suddivide i personaggi tra coloro che accettano il male per il gusto del potere, coloro che vi arrivano per i motivi sbagliati, e quelli che, in mezzo, subiscono la guerra tra questi due gruppi di anime. La visione di Priest è, dunque, fortemente pessimista, ma viene attenuata e di molto nella pellicola.
Il film, rilasciato nel 2011, vede alla regia Scott Stewart, mentre nel ruolo del protagonista troviamo Paul Bettany (noto ai più soprattutto per il ruolo di Visione al cinema e su Disney+). A differenza del manhwa, la storia non è ambientata nel passato, ma in un lontano futuro, in cui gli esseri umani si sono per lo più rifugiati in gigantesche metropoli dopo una tremenda guerra contro dei supervampiri. Per sconfiggerli era stato istituito uno speciale ordine di preti combattenti, soldati letali dotati della preparazione morale, pratica, fisica e militare per affrontare e sconfiggere i non-morti. Il protagonista, senza nome, è proprio uno di questi preti, ormai accantonati dopo la vittoria nella guerra che ha portato i pochi vampiri sopravvissuti a essere rinchiusi in vere e proprie riserve.
La storia, però, inizia con un attacco di vampiri in uno dei tanti villaggi esterni, cosa che recupera l'ambientazione western, e con la richiesta d'aiuto inviata proprio al protagonista, che a quel punto, mettendosi contro gli ordini ricevuti, si mette in viaggio per aiutare lo sceriffo che ha chiesto il suo intervento.
martedì 9 novembre 2021
I delitti del labirinto cinese
Classificato come giallo cinese, I delitti del labirinto cinese è in effetti scritto dall'olandese Robert Van Gulik. Dopo aver vissuto buona parte della sua infanzia a Giava, ricopre ruoli diplomatici in molti paesi dell'est del mondo: India, Giappone, Malesia e ovviamente Cina. Studioso della storia di questo paese, scopre l'esistenza dei resoconti di molte indagini di un magistrato della Cina della dinastia T'ang e lo utilizza per creare il suo giudice Dee, protagonista di una serie di romanzi di genere, genericamente, giallo. E I delitti del labirinto cinese fa parte proprio di questa serie.
Il romanzo è, strutturalmente, un classico investigativo alla Conan Doyle, ma anche qualcosa di più: è anche un poliziesco, grazie alle indagini sul campo dei collaboratori di Dee, e un procedurale, vista la descrizione accurata dei processi dell'epoca (dinastia T'ang).
Il romanzo è, strutturalmente, un classico investigativo alla Conan Doyle, ma anche qualcosa di più: è anche un poliziesco, grazie alle indagini sul campo dei collaboratori di Dee, e un procedurale, vista la descrizione accurata dei processi dell'epoca (dinastia T'ang).
lunedì 8 novembre 2021
Il cielo in salotto: Aperitivo con la cometa
La prima diretta della nuova stagione di EduINAF è finita da poco. Per chi se l'è persa, la trovate qui sotto. Prima una breve presentazione:
Un evento dal vivo per celebrare il ritorno nei nostri cieli della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, in compagnia di ricercatori e ricercatrici INAF. Durante la diretta, condivideremo immagini della cometa raccolte da alcuni telescopi INAF nei giorni precedenti e consigli per osservarla (con un piccolo telescopio o binocolo), oltre a rivivere alcuni dei momenti più appassionanti della missione Rosetta. La cometa, visibile con un piccolo telescopio già nel mese di ottobre, raggiungerà il massimo della luminosità durante la prima settimana di novembre, tra il perielio (il punto più vicino al Sole lungo la sua orbita) il 2 novembre e la minima distanza dalla Terra che sarà raggiunta il 12 novembre, proprio il giorno del settimo anniversario dello storico atterraggio della sonda Philae.
Ospiti: Albino Carbognani, Cecilia Tubiana, Maurizio Pajola, Adriano Valvasori
domenica 7 novembre 2021
Topolino #3441: L'autunno è tornato
Il riferimento nel titolo del consueto articolo topolinesco domenicale è a Foglie Rosse: Interludio, storia in due parti con cui Claudio Sciarrone ci riporta nelle atmosfere della sua saga fantascientifica che fu anche il suo esordio come autore completo. Forse sembrerò un po' di parte, ma è indubbiamente la storia migliore del numero per distacco.
Questo Interludio è indubbiamente costruito molto bene: da un lato la storia inizia ad affrontare i problemi degli alieni giunti sulla Terra alla fine della prima saga, dall'altro introduce il nuovo antagonista dei protagonisti. E in puro stile E.T. è l'esercito, che sta iniziando a interessarsi alle strane emissioni di energia collegate con la musica quantistica (come viene definita) della band di Tip e Tap. C'è anche un riferimento a Stranger Things: i pezzi del ponte spaziale sono contenuti all'interno di una ampolla di vetro in possesso dell'esercito e sembrano muoversi di vita propria un po' come il materiale raccolto dal Sottosopra nella terza stagione della serie Netflix.
Sciarrone, poi, libera anche un ulteriore elemento narrativo per i ragazzi e i loro amici alieni: tramite la musica quantistica, infatti, il gruppo è in grado di aprire dei veri e propri piccoli ponti di Einstein-Rosen che permettono loro di spostarsi quasi istantaneamente in vari punti del globo, mostrati peralro con delle vignette molto belle ed efficaci nonostante lo spazio ridotto: tutto merito della griglia adottata per l'occasione con vignette a sviluppo orizzontale. L'autore, poi, non dimentica il messaggio ecologista, già presente nella prima stagione, e anzi qui è esaltato dalla passione degli alieni per il nostro pianeta e per la gran varietà di culture che esso contiene.
E' semplicemente una gioia leggere questo Interludio!
Questo Interludio è indubbiamente costruito molto bene: da un lato la storia inizia ad affrontare i problemi degli alieni giunti sulla Terra alla fine della prima saga, dall'altro introduce il nuovo antagonista dei protagonisti. E in puro stile E.T. è l'esercito, che sta iniziando a interessarsi alle strane emissioni di energia collegate con la musica quantistica (come viene definita) della band di Tip e Tap. C'è anche un riferimento a Stranger Things: i pezzi del ponte spaziale sono contenuti all'interno di una ampolla di vetro in possesso dell'esercito e sembrano muoversi di vita propria un po' come il materiale raccolto dal Sottosopra nella terza stagione della serie Netflix.
Sciarrone, poi, libera anche un ulteriore elemento narrativo per i ragazzi e i loro amici alieni: tramite la musica quantistica, infatti, il gruppo è in grado di aprire dei veri e propri piccoli ponti di Einstein-Rosen che permettono loro di spostarsi quasi istantaneamente in vari punti del globo, mostrati peralro con delle vignette molto belle ed efficaci nonostante lo spazio ridotto: tutto merito della griglia adottata per l'occasione con vignette a sviluppo orizzontale. L'autore, poi, non dimentica il messaggio ecologista, già presente nella prima stagione, e anzi qui è esaltato dalla passione degli alieni per il nostro pianeta e per la gran varietà di culture che esso contiene.
E' semplicemente una gioia leggere questo Interludio!
sabato 6 novembre 2021
Superman: Ridere a Metropolis
Se del Superman #9 di John Byrne si ricorda soprattutto Metropolis 900 miglia, storia di appena 8 pagine, un motivo forse deve esserci. La storia prinicipale del numero, Ridere e morire a Metropolis, racconta del primo tentativo del Joker di compiere un crimine a Metropolis. La storia finisce piuttosto velocemente con l'ovvia sconfitta del pagliaccio del crimine, ma la sensazione è che la sfida lanciata dal Joker sia stata fin troppo semplice da concludere.
Insomma una storia che da ben poco credito al Joker, trasformandolo in una minaccia da poco (e quasi per traslato fornendo un parere piuttosto basso anche nei confronti di Batman) e che si segnala per una delle poche uscite social-politiche di Byrne, messa in bocca a Maggie Sawyer, a capo dell'unità dei crimini metaumani di Metropolis:
Nove morti, tutta Metropolis minacciata, e tutto per un pezzo di carbone che ha valore solo perché glielo diamo noi.Metropolis 900 miglia sono, invece, sette pagine incentrate su Lex Luthor e su come passa il tempo a divertirsi girando per i dintorni della città del domani: tentando donne più o meno povere o disperate a passare un mese con lui in cambio di una cospicua somma di denaro, più che sufficiente per sistemarle a vita. In questo caso Byrne si concentra su una cameriera di una stazione di servizio, mettendo in mostra soprattutto un Luthor molto prossimo all'essere un oscuro Grande Fratello che conosce tutto delle sue "vittime" e come un demone qualsiasi cerca di corrompere le persone che incontra: probabilmente la storia che ha inquadrato il nuovo Luthor post-Crisis più di tutte in assoluto.
venerdì 5 novembre 2021
Rompicapi di Alice: Generatore di labirinti
Avevo già affrontato l'argomento dei labirinti in un lontano Rompicapo, e ho pensato bene di tornare sull'argomento però da un punto di vista leggermente diverso: gli algoritmi di generazione dei labirinti.
Per generare un labirinto si parte da una griglia di celle, generalmente rettangolare, ma se ne può realizzare una di qualsiasi forma. A questa griglia si associa un percorso in cui i nodi coincidono con il centro di ciascuna cella. Lo scopo del generatore di labirinti è quello di determinare un sottografo in cui sia difficile trovare l'unico percorso che collega due nodi particolari, denominati ingresso e uscita.
Poiché la mappa del labirinto è, di fatto, un albero, ovvero un percorso che unisce un insieme di punti connessi a due a due da una e una sola linea, gli algoritmi di generazione ricadono nel campo della teoria dei grafi. Di tutti i possibili algoritmi (ce ne sono diversi) vi propongo quello basato sull'algoritmo di Kruskal, proposto nel 1956 da Joseph Kruskal(2), fratello di Martin David(1). L'algoritmo si compone di questi passi:
Per generare un labirinto si parte da una griglia di celle, generalmente rettangolare, ma se ne può realizzare una di qualsiasi forma. A questa griglia si associa un percorso in cui i nodi coincidono con il centro di ciascuna cella. Lo scopo del generatore di labirinti è quello di determinare un sottografo in cui sia difficile trovare l'unico percorso che collega due nodi particolari, denominati ingresso e uscita.
Poiché la mappa del labirinto è, di fatto, un albero, ovvero un percorso che unisce un insieme di punti connessi a due a due da una e una sola linea, gli algoritmi di generazione ricadono nel campo della teoria dei grafi. Di tutti i possibili algoritmi (ce ne sono diversi) vi propongo quello basato sull'algoritmo di Kruskal, proposto nel 1956 da Joseph Kruskal(2), fratello di Martin David(1). L'algoritmo si compone di questi passi:
giovedì 4 novembre 2021
Ritorno dall'universo
Come in Ritorno al domani di Ron Hubbard, anche Ritorno dall'universo gioca sul paradosso dei gemelli. Stanislaw Lem, però, usa il paradosso come espediente narrativo per raccontare un'utopia, o una distopia, dipende dal punto di vista con cui si guarda alla vicenda.
Dopo un viaggio durato 10 anni per lui e 127 per la Terra, Hal Bregg torna a casa insieme con ciò che resta del suo equipaggio. La sua astronave è stata diretta verso Fomalhault, stella nella costellazione del Pesce Australe. Al suo ritorno Hal trova un pianeta profondamente cambiato, in cui la società ha spento qualunque istinto di violenza nell'essere umano.
Sta qui il duplice modo di vedere Ritorno dall'universo: è indubbiamente un'utopia, poiché viene descritta una società in qualche modo ideale, dove la violenza e la guerra sono state cancellate perché in fondo non risultavano più in alcun modo necessarie; dall'altro è una distopia, un po' per come è iniziata, un po' perché dal punto di vista di Hal il genere umano, lasciandosi alle spalle i suoi istinti violenti, si è anche lasciato alle spalle altri aspetti positivi del proprio carattere, prima fra tutti la spinta creativa. E non è un caso come a notare tutto ciò sia un occhio "esterno" come quello di Hal: è molto difficile capire cosa hai perso, quando questo qualcosa non lo hai mai incontrato.
Dopo un viaggio durato 10 anni per lui e 127 per la Terra, Hal Bregg torna a casa insieme con ciò che resta del suo equipaggio. La sua astronave è stata diretta verso Fomalhault, stella nella costellazione del Pesce Australe. Al suo ritorno Hal trova un pianeta profondamente cambiato, in cui la società ha spento qualunque istinto di violenza nell'essere umano.
Sta qui il duplice modo di vedere Ritorno dall'universo: è indubbiamente un'utopia, poiché viene descritta una società in qualche modo ideale, dove la violenza e la guerra sono state cancellate perché in fondo non risultavano più in alcun modo necessarie; dall'altro è una distopia, un po' per come è iniziata, un po' perché dal punto di vista di Hal il genere umano, lasciandosi alle spalle i suoi istinti violenti, si è anche lasciato alle spalle altri aspetti positivi del proprio carattere, prima fra tutti la spinta creativa. E non è un caso come a notare tutto ciò sia un occhio "esterno" come quello di Hal: è molto difficile capire cosa hai perso, quando questo qualcosa non lo hai mai incontrato.
mercoledì 3 novembre 2021
Alle origini delle costellazioni
Nella messa a punto del cielo del mese di novembre ha un piccolo spazio la storia delle origini delle costellazioni. Tutto sembra ruotare intorno ai graffiti che sono stati trovati nelle grotte di Lascaux. In particolare c'è un toro con sopra la spalla un gruppo di sette puntini. Sotto al toro troviamo anche tre puntini allineati e altri puntini si trovano all'interno del toro stesso. In molti pensano, vista la vicinanza delle tre costellazioni, che il toro rappresenti proprio l'omonima costellazione, che i sette puntini sopra la spalla siano le sette stelle delle Pleiadi, e che le tre stelle allineate siano la cintura della costellazione di Orione. D'altra parte sia la costellazione del Toro sia quella di Orione sono sicuramente di origine babilonese.
La prima era identificata come il toro del cielo, associato proprio a un mito babilonese. La dea Ishtar invia il Toro a uccidere Gilgamesh, che l'aveva respinta. Enkidu, però, affetta il didietro del Toro e lancia i suoi quarti nel cielo, dove diventano le stelle che compongono l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore. In questo senso secondo alcuni studiosi la costellazione di Orione rappresenterebbe Gilgamesh, altri invece con il Sole. Sta di fatto, però, che la costellazione di Orione è nota come il pastore celeste o come il vero pastore di Anu, con Anu il dio più importante del regno celeste.
Altra curiosità sul Toro del cielo è la sua associazione a Inanna, dea sumera del sesso, della fertilità e della guerra (e ci si chiede se le pratiche all'origine del mito del Minotauro non nascano proprio da questa associazione...).
Ad ogni buon conto, qui sotto l'immagine che ho realizzato per il cielo del mese linkato in apertura del post, dove, ispirato da questo articolo, ho sovrapposto al graffito degli estratti dalle mappe delle due costellazioni protagoniste, Pleiadi incluse:
La prima era identificata come il toro del cielo, associato proprio a un mito babilonese. La dea Ishtar invia il Toro a uccidere Gilgamesh, che l'aveva respinta. Enkidu, però, affetta il didietro del Toro e lancia i suoi quarti nel cielo, dove diventano le stelle che compongono l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore. In questo senso secondo alcuni studiosi la costellazione di Orione rappresenterebbe Gilgamesh, altri invece con il Sole. Sta di fatto, però, che la costellazione di Orione è nota come il pastore celeste o come il vero pastore di Anu, con Anu il dio più importante del regno celeste.
Altra curiosità sul Toro del cielo è la sua associazione a Inanna, dea sumera del sesso, della fertilità e della guerra (e ci si chiede se le pratiche all'origine del mito del Minotauro non nascano proprio da questa associazione...).
Ad ogni buon conto, qui sotto l'immagine che ho realizzato per il cielo del mese linkato in apertura del post, dove, ispirato da questo articolo, ho sovrapposto al graffito degli estratti dalle mappe delle due costellazioni protagoniste, Pleiadi incluse:
martedì 2 novembre 2021
Un busto nel cielo. All'incirca
Marmor Sculptile è stata introdotta da William Croswell, un cartografo e un educatore di Boston, sulla sua mappa di Mercatore del 1810 sui cieli stellati. Croswell fu descritto in termini caritatevoli dal suo biografo, Robert W. Lovett, come uno "studioso eccentrico" che "provava a farsi un nome nelle scienze e nelle lettere americane". Mentre Croswell con la sua mappa si proponeva di mostrare solo le "costellazioni antiche (...) con quelle dell'emisfero sud, formate prima del 18.mo secolo", introdusse "alcune piccole stelle e costellazioni moderne (...) lì dove la mancanza sarebbe stata notevole". Queste "costellazioni moderne" includevano due delle sue costellazioni, Marmor Sculptile e Sciurus Volans (lo scoiattolo volante). Mentre, però, Croswell ha tentato una qualche giustificazione utilitaristica per introdurre quest'ultima, con il Busto di Colombo semplicemente "riempie il posto del Reticulum, che è anch'essa moderna". In breve, Croswell sostiene nel materiale introduttivo alla sua mappa che poiché le invenzioni di Nicolas Louis de Lacaille erano allo stesso modo "moderne", egli poteva sostituire una costellazione di Lacaille con la stessa giustificazione con cui Lacaille l'aveva creata per primo.
Barentine, J. C. (2016). Marmor Sculptile. In Uncharted Constellations (pp. 85-92). Springer, Cham.
lunedì 1 novembre 2021
La propaganda
Goebbles diceva nei suoi diari:le masse sono molto più primitive di quanto possiamo immaginare, la propaganda quindi dev’essere essenzialmente semplice, basata sulla tecnica della ripetizione, tenica peraltro modernissima, usata dalle grandi agenzie pubblicitarie americane. Unique selling proposition: unica proposta di vendita.Giancarlo Bizanti, interpretato da Gian Maria Volonté in Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio (1972).
Sotto l'estratto:
domenica 31 ottobre 2021
Topolino #3440: Terrore nella nebbia
La stroia d'apertura, dedicata ad Halloween, vede Topolino e Minni coprotagonisti di un'avventura da brividi come ce ne sono poche su Topolino. Qualcosa nella nebbia di Pietro Zemelo per i disegni di Davide Cesarello, inizia con una pioggia di meteoriti che si abbatte su un campo di zucche. Poi il padrone scopre la devastazione e da la colpa a due giovinastri che gli fanno uno scherzo e, subito dopo, uno dei ragazzi scompare tra i cespugli, trascinato da qualcosa che non riusciamo a vedere, proprio come in un classico film dell'orrore.
Dopo questo prologo, vediamo Topolino e Minni che, a bordo dell'auto, si perdono in mezzo alla nebbia, per poi fermarsi a Boscozucca, paesotto amante delle zucche, in particolare quelle di Halloween, dove sono costretti a fermarsi in attesa che la nebbia si alzi per permettere loro di proseguire in sicurezza. Ed è qui che i due si imbattono nell'ennesimo mistero, cui Topolino non può fare a meno di sottrarsi.
Dopo questo prologo, vediamo Topolino e Minni che, a bordo dell'auto, si perdono in mezzo alla nebbia, per poi fermarsi a Boscozucca, paesotto amante delle zucche, in particolare quelle di Halloween, dove sono costretti a fermarsi in attesa che la nebbia si alzi per permettere loro di proseguire in sicurezza. Ed è qui che i due si imbattono nell'ennesimo mistero, cui Topolino non può fare a meno di sottrarsi.
sabato 30 ottobre 2021
Wikiritratti: Michele Stefano de Rossi
1) e, per un attimo, ho persino accarezzato l'idea di scrivere un unico articolo su entrambi, ma alla fine di Fusakichi Omori scriverò in altra occasione, magari già l'anno prossimo, preferendo il suo collega italiano, Michele Stefano de Rossi.
Ciò che accomuna i due studiosi è l'interesse per la sismologia, ma mentre per il giapponese iniziò tutto sin dalla scelta del corso di laurea, in fisica, per l'italiano fu più l'interesse personale a guidarlo. Il padre, infatti, Camillo Luigi de Rossi, lo costrinse a intraprendere gli studi di giurisprudenza, campo nel quale non praticò mai, nonostante la laurea conseguita nel 1858. All'inizio rivolse, invece, la sua attività di ricerca all'archeologia cristiana come assistente del fratello, Giovanni Battista de Rossi.
Fu proprio mentre collaborava con il fratello al progetto Roma sotterranea per lo studio delle catacombe della capitale che sviluppò il dispositivo chiamato macchina "ortografica-iconografica" usato per registrare con facili operazioni l'andamento dei cunicoli, i dati altimetrici, le dimensioni delle gallerie(2). Il dispositivo, presentato all'Accademia dei Nuovi Lincei, ottenne un premio all'Esposizione Universale del 1862 che si teneva quell'anno a Londra e all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1867. Usando la sua macchina, de Rossi realizzò anche una pianta delle catacombe di Callisto, che venne premiata all'Esposizione di Dublino del 1866(2).
Lo ammetto: sono stato indeciso su chi dedicare il Ritratto di oggi 30 ottobre(
Ciò che accomuna i due studiosi è l'interesse per la sismologia, ma mentre per il giapponese iniziò tutto sin dalla scelta del corso di laurea, in fisica, per l'italiano fu più l'interesse personale a guidarlo. Il padre, infatti, Camillo Luigi de Rossi, lo costrinse a intraprendere gli studi di giurisprudenza, campo nel quale non praticò mai, nonostante la laurea conseguita nel 1858. All'inizio rivolse, invece, la sua attività di ricerca all'archeologia cristiana come assistente del fratello, Giovanni Battista de Rossi.
Fu proprio mentre collaborava con il fratello al progetto Roma sotterranea per lo studio delle catacombe della capitale che sviluppò il dispositivo chiamato macchina "ortografica-iconografica" usato per registrare con facili operazioni l'andamento dei cunicoli, i dati altimetrici, le dimensioni delle gallerie(2). Il dispositivo, presentato all'Accademia dei Nuovi Lincei, ottenne un premio all'Esposizione Universale del 1862 che si teneva quell'anno a Londra e all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1867. Usando la sua macchina, de Rossi realizzò anche una pianta delle catacombe di Callisto, che venne premiata all'Esposizione di Dublino del 1866(2).
venerdì 29 ottobre 2021
Le grandi domande della vita: Domande da paura
Ho pensato bene, vista la vicinanza con Halloween, ricorrenza che, almeno in questi termini, abbiamo importato dagli Stati Uniti, di realizzare una versione "da paura" de Le grandi domande della vita.
Pesante come un corpo morto
Un po' ispirato dall'atmosfera di fine ottobre, un po' perché mi seccava tornare dalla libreria senza un suo romanzo (ero alla ricerca del libro su cui era stata pubblicata La nebbia) ho acquistato quello che è il mio terzo romanzo di Stephen King, Pet sematary. Non scendo oltre nel dettaglio, anche perché ve li lascio a quando pubblicherò la recensione, ma vi basti sapere che, a un certo punto, il gatto della famiglia protagonista del libro muore. Il capo famiglia, il medico Loius Creed, in quel periodo solo a casa per qualche giorno, recupera il corpo dal prato per metterlo in un sacco dell'immondizia. Ed ecco l'osservazione che ha generato questa prima parte dell'articolo:
Il gatto sembrava pesante, come se la morte vi si fosse installata dentro come un peso materiale.
giovedì 28 ottobre 2021
La nebbia
Altro classico di John Carpenter, La nebbia è un horror soprannaturale del 1980. Racconta la storia della cittadina costiera di Antonio Bay, che si appresta a festeggiare i 100 anni dalla sua fondazione. Il problema è che, dal mare, si sta avvicinando verso la città una nebbia letale, che si alza a mezzanotte: tutti coloro che hanno la sventura di incappare nelle misteriose creature che popolano la nebbia vengono barbaramente trucidati.
Carpenter, dimostrando una sapiente conoscenza del genere, lega la nebbia a una sanguinosa leggenda che sarebbe alla base della fondazione della città. Molto ben raccontati i personaggi, in un racconto decisamente corale. Su tutti spicca, per antipatia, è il piccolo Andy, interpretato da Ty Mitchell, figlio della padrona della stazione radio locale, Stevie Wayne, interpretata da Adrienne Barbeau. Sua, poi, è una delle prestazioni più ansiogene del film, quando Stevie si rende conto che il figlio è in pericolo e inizia a chiedere alla radio un aiuto da parte di chi si trova in città.
Carpenter, dimostrando una sapiente conoscenza del genere, lega la nebbia a una sanguinosa leggenda che sarebbe alla base della fondazione della città. Molto ben raccontati i personaggi, in un racconto decisamente corale. Su tutti spicca, per antipatia, è il piccolo Andy, interpretato da Ty Mitchell, figlio della padrona della stazione radio locale, Stevie Wayne, interpretata da Adrienne Barbeau. Sua, poi, è una delle prestazioni più ansiogene del film, quando Stevie si rende conto che il figlio è in pericolo e inizia a chiedere alla radio un aiuto da parte di chi si trova in città.