Gli yokai sono dei piccoli demonietti del folklore giapponese piuttosto ambigui, a volte semplicemente dispettosi, altre pericolosi e terribili. La versione che ne da Hideshi Hino attraverso Oninbo e la serie di storie a lui dedicate, pubblicate originariamente su riviste per ragazze nella seconda metà degli anni Ottanta del XX secolo, è essenzialmente quella di un personaggio dispettoso e un po' capriccioso mosso da un unico obiettivo: cibarsi degli insetti infernali.
Questi sono degli esseri viscidi che si impossessano dell'animo umano non appena la persona posseduta ha in se, in maniera inconscia, un qualche rimorso dovuto spesso a un ricordo traumatico, spesso rimosso. Oninbo, quindi, gira per la città fiutando le sue prede per poi mettersi alle calcagna degli esseri umani posseduti, aspettando che l'insetto infernale sia pronto per essere divorato. La cosa, però, come si vedrà attraverso i due volumi in cui si svilupopano le sue avventure, non sarà sempre così semplice. Nel corso della storia Hino affiancherà a Oninbo altri yokai intrecciando rapporti di amicizia o conflitto, che in un caso sfociano persino nell'odio. E' interessante, comunque, come Hino riesca sin da subito a caratterizzare la natura di Oninbo con la scena iniziale, sintetizzando tra l'altro un aspetto molto interessante: quanto l'orrore sia poco spaventoso e molto divertente per i giovanissimi, guadagnando delle tinte oscure con l'età. E d'altra parte l'interesse del mangaka è proprio quello di raccontare l'animo umano, i suoi lati oscuri, le sue devianze di cui gli insetti infernali di cui Oninbo è tanto ghiotto sono solo un aspetto estetico.
Nel complesso i due volumi oscillano tra le atmosfere oscure dell'horror classico, il racconto flokloristico giapponese e la divertente commedia animata, che fa da contr'altrare all'approfondimento psicologico dei personaggi umani.
domenica 31 marzo 2024
sabato 30 marzo 2024
Matematica, lezione 7: Teoria dei giochi
Per me la teoria dei giochi è sempre stata rappresentata da John Nash, soprattutto per via del suo dilemma del prigioniero. Il suo risultato più importante, però, è quello noto come gli equilibri di Nash, che ha dato una svolta decisa alla teoria dei giochi. Ciò che, però, non sapevo (o non ricordavo bene) era il contributo fondativo a tale teoria dato da John von Neumann, che non solo ha scoperto il risultato da cui la teoria dei giochi ha avuto il via, ma che ha mostrato come tale teoria poteva agilmente essere associata all'economia. Questo piccolo risultato viene raccontato da La teoria dei giochi, settimo volume della collana Matematica della Gazzetta dello Sport curata da Maurizio Codogno che scrive anche il testo del volume.
La cosa, in qualche modo, ce la si poteva aspettare, vista la vicinanza del tema con la matematica ricreativa, come ben dimostrano i Giochi matematici in cui Maurizio definisce i nimeri, a loro volta definiti da uno dei più grandi esperti di matematica ricreativa, John Conway. E d'altra parte la scelta stilistica di Maurizio per raccontare gli elementi essenziali della teoria dei giochi è proprio quella di un libro di matematica ricreativa, con l'aggiunta di definizioni e teoremi, questi ultimi dimostrati in maniera quanto più semplice possibile. E qui, forse, la scoperta più incredibile di tutte del libro, almeno per il lettore più a digiuno della matematica: non solo la teoria dei giochi ha ricadute in altre branche della matematica, ma per la dimostrazione del suo teorema più importante, quello degli equilibri di Nash, servono risultati provenienti da altre branche della matematica. D'altra parte sin dall'inizio viene utilizzato un formalismo tipico di geometria piana e algebra lineare che quindi dovrebbero semplificare un po' le possibilità del lettore che ha letto i volumi precedenti di seguire le pagine di questo settimo volume.
Nella sezione biografica, invece, Sara Zucchini propone la biografia di Pierre de Fermat: ne emerge il ritratto di un matematico, per quanto dilettante, dai molti interessi in molti campi di questa disciplina, senza dimenticare il suo risultato più famoso, l'ultimo teorema di Fermat, la cui dimostrazione alla fine ha coinvolto altre branche della matematica, nonostante il problema di partenza ricada nella teoria dei numeri.
Direi alla fine un ottimo volume, ben curato, senza refusi e con uno stile scorrevole, non solo nella parte biografica.
La cosa, in qualche modo, ce la si poteva aspettare, vista la vicinanza del tema con la matematica ricreativa, come ben dimostrano i Giochi matematici in cui Maurizio definisce i nimeri, a loro volta definiti da uno dei più grandi esperti di matematica ricreativa, John Conway. E d'altra parte la scelta stilistica di Maurizio per raccontare gli elementi essenziali della teoria dei giochi è proprio quella di un libro di matematica ricreativa, con l'aggiunta di definizioni e teoremi, questi ultimi dimostrati in maniera quanto più semplice possibile. E qui, forse, la scoperta più incredibile di tutte del libro, almeno per il lettore più a digiuno della matematica: non solo la teoria dei giochi ha ricadute in altre branche della matematica, ma per la dimostrazione del suo teorema più importante, quello degli equilibri di Nash, servono risultati provenienti da altre branche della matematica. D'altra parte sin dall'inizio viene utilizzato un formalismo tipico di geometria piana e algebra lineare che quindi dovrebbero semplificare un po' le possibilità del lettore che ha letto i volumi precedenti di seguire le pagine di questo settimo volume.
Nella sezione biografica, invece, Sara Zucchini propone la biografia di Pierre de Fermat: ne emerge il ritratto di un matematico, per quanto dilettante, dai molti interessi in molti campi di questa disciplina, senza dimenticare il suo risultato più famoso, l'ultimo teorema di Fermat, la cui dimostrazione alla fine ha coinvolto altre branche della matematica, nonostante il problema di partenza ricada nella teoria dei numeri.
Direi alla fine un ottimo volume, ben curato, senza refusi e con uno stile scorrevole, non solo nella parte biografica.
venerdì 29 marzo 2024
Breve storia del pi greco / Edizione algoritmica
Arriva la nuova puntata della Breve storia del pi greco, una serie di articoli che "ristampano" i box delle notizie pi greche che tediano allegramente i Carnevali della matematica del pi day che ho l'onore di ospitare, inclusa l'ultima edizione, la #176. Per la puntata di quest'anno, la 12.ma, ho voluto aggiungere un piccolo backstage relativo all'astrografica pi greca uscita su EduINAF proprio nel pi day.
Vi segnalo poi la versione in pdf della Breve storia che spero di riuscire ad aggiornare nei prossimi giorni. In alternativa ecco l'elenco dei link alle puntate precedenti:
L'anno dopo George Reitwiesner e John von Neumann raggiunsero le 2037 cifre. Utilizzarono una serie infinita di arcotangenti sul computer ENIAC, che impiegò 70 ore per ottenere questo risultato. Proprio grazie alle serie delle arcotangenti il record venne battuto sempre più spesso negli anni successivi: 3089 cifre nel 1955, 5480 cifre nel 1957, 10000 cifre nel 1958, 100000 nel 1961, 1 milione di cifre nel 1973.
Negli anni Ottanta del XX secolo arrivò un nuovo strumento che permise di calcolare le cifre decimali del pi greco in maniera più veloce ed efficiente: gli algoritmi iterativi.
Vi segnalo poi la versione in pdf della Breve storia che spero di riuscire ad aggiornare nei prossimi giorni. In alternativa ecco l'elenco dei link alle puntate precedenti:
Parte 1 | Parte 2 | Parte 3 | Parte 4 | Parte 5 | Parte 6 | Parte 7 | Parte 8 | Parte 9 | Parte 10 | Parte 11
L'era dei computer nel calcolo delle cifre decimali del \(\pi\) iniziò a metà del XX secolo. Nel 1949, infatti, utilizzando una semplice calcolatrice, John Wrench e Levi Smith calcolarono 1120 cifre decimali.L'anno dopo George Reitwiesner e John von Neumann raggiunsero le 2037 cifre. Utilizzarono una serie infinita di arcotangenti sul computer ENIAC, che impiegò 70 ore per ottenere questo risultato. Proprio grazie alle serie delle arcotangenti il record venne battuto sempre più spesso negli anni successivi: 3089 cifre nel 1955, 5480 cifre nel 1957, 10000 cifre nel 1958, 100000 nel 1961, 1 milione di cifre nel 1973.
Negli anni Ottanta del XX secolo arrivò un nuovo strumento che permise di calcolare le cifre decimali del pi greco in maniera più veloce ed efficiente: gli algoritmi iterativi.
giovedì 28 marzo 2024
Energia in Africa. Energia dall'Africa
Ero lì che volevo scrivere due righe, ma non sapevo cosa, poi ecco l'illuminazione: segnalare l'impegno di oggi, che forse avrei dovuto segnalarvelo prima. Oggi a Cascina Cuccagna a Milano l'amico Roberto Rizzo racconterà qualcosa sull'Africa e sull'energia, per conto del Circolo Legambiente Zanna Bianca. I dettagli dell'evento li potete trovare sul sito di Cascina Cuccagna. Io sarò lì per curare la registrazione dell'intervento di Roberto (non sarò solo!). Poi sarò anche io coinvolto in uno degli eventi di Zanna Bianca, ma avremo tempo per parlarne.
mercoledì 27 marzo 2024
Il rapporto tra i fiumi e il cambiamento climatico
Su Science è uscito un interessante articolo in cui un team internazionale (e la cosa non poteva essere diversamente in questo caso specifico) ha studiato i flussi fluviali in giro per il mondo. L'interesse verso questi particolari "comportamenti ambientali" è dovuto essenzialmente agli eventi catastrofici imprevisti di questi ultimi anni, con esondazioni che avvengono in periodi in cui gli esseri umani sono impreparati. Generalmente, infatti, le variazioni nei flussi di acqua sono periodiche, come ben sappiamo dai tempi dell'Antico Egitto: in un certo senso si potrebbero far risalire a quell'epoca i primi tentativi di studi meteorologici, visto che gli egizi cercavano di prevedere la stagionalità delle esondazioni. E in queste loro "ricerche" svilupparono al contempo lo studio del cielo, ma questa è un'altra storia. Torniamo alla nostra.
martedì 26 marzo 2024
L'assassino
La cosa che mi lascia perplesso di questo libercolo edito da Alter Ego Edizioni è il bassissimo sforzo con cui il testo di Thomas De Quincey è stato proposto ai lettori. Stiamo infatti parlando di una traduzione dell'inizio del XX secolo di Carlo Linati che ha candidamente ammesso nell'introduzione originale dell'opera di aver operato una serie di aggiustamenti di stile e di aggiunte per rendere il testo più quinciano rispetto allo stile adottato per l'occasione dallo scrittore. De Quincey, infatti, in questo saggio si concentra sugli omicidi commessi nel dicembre del 1811 da tale John Williams.
Il problema dell'ammissione di Linati relativamente ai suoi interventi sul testo originale, rende un po' arduo valutare ciò che De Quincey ha effettivamente inserito nel suo saggio, ma in ogni caso restano alcuni elementi abbastanza certi, come l'idea di voler ricostruire, come un moderno profiler, le azioni dell'assassino e le sue motivazioni. Ciò che però manca al testo è qualsivoglia dubbio sull'identità finale dell'esecutore degli omicidi: Williams, infatti, si dichiarò innocente, cosa che scompare completamente dal testo quinciano, che anzi sembra tratte ulteriore prova della sua colpevolezza dal suo suicidio. Eppure le perplessità sulla sua identità sono presenti proprio nel testo ristampato da Alter Ego, con prove e testimonianze che in qualche modo sembrano un po' forzate, spinte più dalla poaura e dalla fretta di voler chiudere un caso che stava spaventando l'intera popolazione londinese.
La stessa postfazione, di Paolo Vitaliano Pizzato, si concentra più che sul caso, sullo scrittore, lasciandomi alla fine un po' interdetto innanzitutto sulla scelta di prendere una traduzione, per quanto in pubblico dominio, datata e con l'ammissione dello stesso traduttore di essere intervenuto nel testo, invece di optare per una traduzione ex-novo, che forse sarebbe stata più costosa, ma sicuramente più apprezzabile. Una scelta, questa, che generalmente confligge con quanto normalmente fa ABEdtiore, che solitamente presenta anche saggi scritti dagli stessi traduttori. Come vedremo presto in una prossima recensione di genere.
Il risultato finale, personalmente, è quello di un prodotto che, forse, avrei potuto lasciare posato sul tavolo di Book Pride 2023 da cui l'ho acquistato.
Il problema dell'ammissione di Linati relativamente ai suoi interventi sul testo originale, rende un po' arduo valutare ciò che De Quincey ha effettivamente inserito nel suo saggio, ma in ogni caso restano alcuni elementi abbastanza certi, come l'idea di voler ricostruire, come un moderno profiler, le azioni dell'assassino e le sue motivazioni. Ciò che però manca al testo è qualsivoglia dubbio sull'identità finale dell'esecutore degli omicidi: Williams, infatti, si dichiarò innocente, cosa che scompare completamente dal testo quinciano, che anzi sembra tratte ulteriore prova della sua colpevolezza dal suo suicidio. Eppure le perplessità sulla sua identità sono presenti proprio nel testo ristampato da Alter Ego, con prove e testimonianze che in qualche modo sembrano un po' forzate, spinte più dalla poaura e dalla fretta di voler chiudere un caso che stava spaventando l'intera popolazione londinese.
La stessa postfazione, di Paolo Vitaliano Pizzato, si concentra più che sul caso, sullo scrittore, lasciandomi alla fine un po' interdetto innanzitutto sulla scelta di prendere una traduzione, per quanto in pubblico dominio, datata e con l'ammissione dello stesso traduttore di essere intervenuto nel testo, invece di optare per una traduzione ex-novo, che forse sarebbe stata più costosa, ma sicuramente più apprezzabile. Una scelta, questa, che generalmente confligge con quanto normalmente fa ABEdtiore, che solitamente presenta anche saggi scritti dagli stessi traduttori. Come vedremo presto in una prossima recensione di genere.
Il risultato finale, personalmente, è quello di un prodotto che, forse, avrei potuto lasciare posato sul tavolo di Book Pride 2023 da cui l'ho acquistato.
lunedì 25 marzo 2024
Topolino #3565: Ritorno alle origini
Il riferimento del titolo della recensione di questo numero di Topolino è per la storia, in due parti, Zio Paperone e la terribile Banda Bassotti di Vito Stabile e Carlo Limido.
Stabile, da grande conoscitore dell'opera dei grandi autori disneyani, decide di recuperare la temibilità dei Bassotti che si è via via annacquata man mano che la temibile banda di ladri è stata utilizzata sempre di più dai vari autori disneyani. La Banda Bassotti fa il suo esordio nel periodo in cui Carl Barks sta ancora cercando di costruire il mondo di Paperone, compreso il luogo dove contenere la sua incredibile collezione di monete. All'inizio, infatti, Paperone non ha un deposito come lo conosciamo oggi, e così in qualche modo l'esordio dei Bassotti ne La banda dei segugi è naturalmente un esordio di successo per i ladri con il numero di matricola sulle maglie. Anche con la successiva La ghiacciata dei dollari i Bassotti riescono a portare a termine un nuovo piano di rapina, dimostrando di essere degli avversari non solo irriducibili, ma persino in grado di mettere in difficoltà il più duro dei duri.
Stabile, da grande conoscitore dell'opera dei grandi autori disneyani, decide di recuperare la temibilità dei Bassotti che si è via via annacquata man mano che la temibile banda di ladri è stata utilizzata sempre di più dai vari autori disneyani. La Banda Bassotti fa il suo esordio nel periodo in cui Carl Barks sta ancora cercando di costruire il mondo di Paperone, compreso il luogo dove contenere la sua incredibile collezione di monete. All'inizio, infatti, Paperone non ha un deposito come lo conosciamo oggi, e così in qualche modo l'esordio dei Bassotti ne La banda dei segugi è naturalmente un esordio di successo per i ladri con il numero di matricola sulle maglie. Anche con la successiva La ghiacciata dei dollari i Bassotti riescono a portare a termine un nuovo piano di rapina, dimostrando di essere degli avversari non solo irriducibili, ma persino in grado di mettere in difficoltà il più duro dei duri.
domenica 24 marzo 2024
Matematica, lezione 6: La geometria piana
Dopo averci girato un po' intorno arriva il momento de La geometria piana con il sesto volume della collana Matematica de La Gazzetta dello Sport s firma di Rocco Dedda. E devo dire che siamo di fronte al volume migliore per curatela (due refusi), ma anche per stile proposto. Il libro, infatti, ha un'impostazione più divulgativa dei precedenti, con qualche definizione e nessun teorema o dimostrazione, non perché siano assenti (a parte i classici esercizi a fine libro), ma perché sono così ben integrati nel testo che non è necessario metterli in evidenza con elementi grafici o testuali particolare, come avvenuto nei primi cinque volumi.
Indubbiamente la possibilità diverse immagini, sicuramente più di altri volumi precedenti, è un vantaggio, ma riesce anche a ritornare su alcuni concetti già incontrati nel corso della collana e a raccontarli in maniera a mio avviso migliore, come per esempio la distinzione tra ipotesi, ovvero ciò che è già stato stabilito (le proprietà da cui si parte, che non vanno dimostrate), e tesi, ovvero ciò che va dimostrato. Anche la differernza tra postulati e assiomi (indubbiamente più sottile rispetto a quella tra ipotesi e tesi) viene ben definita e in particolare sono proprio i postulati e gli assiomi di Euclide a essere il punto di partenza della breve trattazione. E' interessante come Dedda proponga una formulazione introduttiva euclidea e, in seguito, una formulazione più moderna, sostanzialmente quella introdotta da David Hilbert.
Indubbiamente la possibilità diverse immagini, sicuramente più di altri volumi precedenti, è un vantaggio, ma riesce anche a ritornare su alcuni concetti già incontrati nel corso della collana e a raccontarli in maniera a mio avviso migliore, come per esempio la distinzione tra ipotesi, ovvero ciò che è già stato stabilito (le proprietà da cui si parte, che non vanno dimostrate), e tesi, ovvero ciò che va dimostrato. Anche la differernza tra postulati e assiomi (indubbiamente più sottile rispetto a quella tra ipotesi e tesi) viene ben definita e in particolare sono proprio i postulati e gli assiomi di Euclide a essere il punto di partenza della breve trattazione. E' interessante come Dedda proponga una formulazione introduttiva euclidea e, in seguito, una formulazione più moderna, sostanzialmente quella introdotta da David Hilbert.
sabato 23 marzo 2024
Paperinik #87: Ritorno a Duckmelot
Era da diversi mesi che non scrivevo nulla su Paperinik, un po' perché mi sono dedicato ad altro, un po' perché sono in arretrato con le letture. Vistoi, però, che il #87 vede il ritorno del Diary of a Wacky Knight, ovvero il Paperinik cavaliere, ecco che ritorno a raccontarvi qualcosa del mensile dedicato all'alter ego mascherato di Paperino.
Con L'enigma della bilancia Stefano Ambrosio e Lorenzo Pastrovicchio danno il via alla terza stagione della serie con una macrotrama decisamente interessante: Paperone con i nipoti Paperino e Qui, Quo, Qua, si mette in viaggio per il suo regno per realizzare il censimento delle attività produttive. In questo primo episodio i quattro si ritrovano a dover affrontare un esoso esattore, interpretato da Gambadilegno, che cerca di ottenere dai commercianti che passano dal suo villaggio più di quanto richiesto da Paperone.
Con L'enigma della bilancia Stefano Ambrosio e Lorenzo Pastrovicchio danno il via alla terza stagione della serie con una macrotrama decisamente interessante: Paperone con i nipoti Paperino e Qui, Quo, Qua, si mette in viaggio per il suo regno per realizzare il censimento delle attività produttive. In questo primo episodio i quattro si ritrovano a dover affrontare un esoso esattore, interpretato da Gambadilegno, che cerca di ottenere dai commercianti che passano dal suo villaggio più di quanto richiesto da Paperone.
venerdì 22 marzo 2024
Un nuovo modo di vedere l'universo
E' un po' come essere tornati ai bei tempi del twittero quando l'ispirazione dei post mi veniva dai suggerimenti diretti o dallo spuntare improvviso di tweet nella timeline. Questa volta tutto nasce sul gruppo @astronomia su feddit.it grazie a una condivisione di @informapirata che segnala un articolo uscito su Wired, Una nuova teoria della gravità elimina la materia oscura. All'interno si racconta di un papero (nome colloquiale per indicare un preprint) appena uscito su arXiv, Anomalous contribution to galactic rotation curves due to stochastic spacetime in cui Jonathan Oppenheim, con la collaborazione di Andrea Russo, porta a compimento un lavoro iniziato 6 anni fa e che, come scritto nel preprint di cui sopra, era iniziato per cercare un modo di conciliare la meccanica quantistica con la relatività.
giovedì 21 marzo 2024
Matematica, lezione 5: L'algebra lineare
Il testo dedicato all'algebra linare nella serie dei libriccini di matematica curati da Maurizio Codogno per la Gazzetta dello Sport è stato, in un certo senso, uno dei più veloci come lettura, questo perché sin dalle scuole superiori la geometria analitica è stata la branca della matematica che ho preferito più di tutte. Potreste chiedervi cosa c'entra l'algebra lineare con la geometria analitica, ma nella pratica quest'ultima non potrebbe esistere senza l'altra e non posso che aspettare con una qual certa aspettativa il sedicesimo volume della collana, esplicitamente dedicato alla seconda di queste due discipline e che mi aspetto quindi come seguito diretto de L'algebra lineare di Andrea Mercuri.
Questo quinto volumetto ha, però, il compito importante di introdurre concetti come la linearità e gli spazi vettoriali, con la definizione delle operazioni all'interno di questi spazi, come per esempio il prodotto scalare, e le trasformazioni (di simmetria) attraverso le matrici. Il tutto confezionato con l'inserto storico di Sara Zucchini decisamente in linea con l'argomento del volume, visto che quest'ultima si è dedicata, con il solito stile discorsivo, alla figura di René Descartes, anche noto come Cartesio, ideatore del famoso piano cartesiano che tanta importanza ha nell'algebra lineare (e nella geometria analitica).
Solo i problemi proposti da Maurizio non sono esattamente in argomento, ma alla fine ha ben poca importanza, visto che comunque ricadono in quella che viene normalmente chimata matematica ricreativa. E direi che fino a ora si gioca il titolo di migliore dei libri della collana insieme con Funzioni ed equazioni di Roberto Zanasi, anche per quel che riguarda i refusi presenti: un gran successo, direi!
Questo quinto volumetto ha, però, il compito importante di introdurre concetti come la linearità e gli spazi vettoriali, con la definizione delle operazioni all'interno di questi spazi, come per esempio il prodotto scalare, e le trasformazioni (di simmetria) attraverso le matrici. Il tutto confezionato con l'inserto storico di Sara Zucchini decisamente in linea con l'argomento del volume, visto che quest'ultima si è dedicata, con il solito stile discorsivo, alla figura di René Descartes, anche noto come Cartesio, ideatore del famoso piano cartesiano che tanta importanza ha nell'algebra lineare (e nella geometria analitica).
Solo i problemi proposti da Maurizio non sono esattamente in argomento, ma alla fine ha ben poca importanza, visto che comunque ricadono in quella che viene normalmente chimata matematica ricreativa. E direi che fino a ora si gioca il titolo di migliore dei libri della collana insieme con Funzioni ed equazioni di Roberto Zanasi, anche per quel che riguarda i refusi presenti: un gran successo, direi!
martedì 19 marzo 2024
L'inevitabile destino scritto tra le Dune
Con la seconda parte di Dune Denis Villeneuve, spalleggiato alla sceneggiatura da Jon Spaihts, completa la trasposizione del primo, corposo romanzo della serie di Frank Herbert. Avendo già speso parole di elogio sulla prima parte, risulta forse pleonastico ripeterle, sebbene siano del tutto meritate. Certo sto parlando del film tratto da uno dei miei libri preferiti, uno dei pochi che ho letto per ben due volte, l'ultima qualcosa come5 anni fa o poco più, e forse questo mi ha permesso di apprezzare una piccola finezza: la fedeltà delle battute e delle situazioni rappresentate sullo schermo con quelle descritte su carta da Herbert.
Devo però dire che mi sono trovato nella strana situazione di dovermi trattenere, con chi mi accompagnava al cinema, dal fare spoiler sul prossimo film, giusto per farvi capire quanto Villeneuve si sia mantenuto aderente alla materia originale (per contro la consapevolezza della non eccelsa memoria di chi mi accompagnava, è una garanzia che quando sarà, quei pochi spoiler saranno dimenticati).
In effetti c'è ancora una qual certa superiorità del libro rispetto al romanzo, anche solo nella caratterizzazione in particolare di Paul Atreides, ma con Messia di Dune, la cui sceneggiatura sembra vicina al concludersi, probabilmente vedremo il personaggio avere un cambio di marcia, una crescita ancora più netta di quella vista fino a ora, che però è intuibile già in questa seconda pellicola (o almeno è intuibile per chi il libro lo ha letto). I personaggi che sono riusciti a spiccare, però, sono in particolare Lady Jessica, la madre di Paul, in una caratterizzazione al limite della follia, e Chani, con la sua fiducia quasi incondizionata nei confronti di Paul. Su quest'ultimo qualcuno potrebbe obiettare, rispetto a quel che ho scritto poco sopra, che in realtà il personaggio emerge in particolare nella seconda parte del film, ma per contro la scena finale del confronto con Feyd-Rautha Harkonnen, interpretato da Austin Butler, si apprezza in molte sfumature soprattutto se hai la lettura del romanzo pregressa. Inoltre vorrei aggiungere che, più che Paul, a emergere è soprattutto il modo in cui quest'ultimo viene visto dai Fremen, che poi fornisce anche una delle chiavi di lettura del romanzo e, in particolare, di Messia di Dune. Di questo, però, ci sarà modo di discuterne in futuro.
Devo però dire che mi sono trovato nella strana situazione di dovermi trattenere, con chi mi accompagnava al cinema, dal fare spoiler sul prossimo film, giusto per farvi capire quanto Villeneuve si sia mantenuto aderente alla materia originale (per contro la consapevolezza della non eccelsa memoria di chi mi accompagnava, è una garanzia che quando sarà, quei pochi spoiler saranno dimenticati).
In effetti c'è ancora una qual certa superiorità del libro rispetto al romanzo, anche solo nella caratterizzazione in particolare di Paul Atreides, ma con Messia di Dune, la cui sceneggiatura sembra vicina al concludersi, probabilmente vedremo il personaggio avere un cambio di marcia, una crescita ancora più netta di quella vista fino a ora, che però è intuibile già in questa seconda pellicola (o almeno è intuibile per chi il libro lo ha letto). I personaggi che sono riusciti a spiccare, però, sono in particolare Lady Jessica, la madre di Paul, in una caratterizzazione al limite della follia, e Chani, con la sua fiducia quasi incondizionata nei confronti di Paul. Su quest'ultimo qualcuno potrebbe obiettare, rispetto a quel che ho scritto poco sopra, che in realtà il personaggio emerge in particolare nella seconda parte del film, ma per contro la scena finale del confronto con Feyd-Rautha Harkonnen, interpretato da Austin Butler, si apprezza in molte sfumature soprattutto se hai la lettura del romanzo pregressa. Inoltre vorrei aggiungere che, più che Paul, a emergere è soprattutto il modo in cui quest'ultimo viene visto dai Fremen, che poi fornisce anche una delle chiavi di lettura del romanzo e, in particolare, di Messia di Dune. Di questo, però, ci sarà modo di discuterne in futuro.
lunedì 18 marzo 2024
L'uomo in fuga
Alcuni (molti, in effetti...) anni fa avevo visto un film, di cui non ricordo il titolo ma che mi sembrava fosse francese, in cui un tizio accettava di diventare una specie di preda di una caccia all'uomo per le strade parigine trasmessa in televisione. Ovviamente se fosse riuscito a sopravvivere, avrebbe ottenuto una bella cifra di soldi.
La trama di questo ignoto film, che non mi sembra comparire nella corrispondente lista sulla Wiki, è in qualche modo una variazione sulla trama de La partita più pericolosa, racconto del 1924 di Richard Connell. Il protagonista, infatti, diventa suo malgrado la preda in una caccia all'uomo guidata da un folle ex generale russo.
Tra i molti adattamenti del racconto ci sono anche alcuni film di genere fantascientifico, stesso genere di un romanzo di Stephen King scritto sotto lo pseudonimo di Richard Bachman. Mi riferisco a L'uomo in fuga, pubblicato nel 1982, che mette insieme la trama del film da cui sono partito con una ambientazione distopica in cui la maggior parte della popolazione degli Stati Uniti è o sfruttata e sottopagata o completamente indottrinata dai programmi televisivi, come il reality show che da il titolo al romanzo. King, tramite la fuga di Bachman, strutturata come un unico conto alla rovescia iniziato da -100, in pratica descrive con incredibile lucidità uno sviluppo della società occidentale che nel complesso non sembra molto diversa da quella in cui ci troviamo oggi, immersa nei reality, e con un qual certo razzismo strisciante, non solo tra persone di colore diverso, ma anche di ceti sociali differenti, che mantiene le persone all'interno di compartimenti stagni che non si riesce ad attraversare.
E poi ci sono anche alcuni riferimenti a icone pop che King non poteva sapere che sarebbero durati ancora a lungo, come per esempio i Rolling Stones, ancora presenti in quel futuro per King piuttosto lontano, ma che alla fine è diventato il nostro presente. Inclusi i problemi di inquinamento dell'aria o la "difficoltà" delle aziende di farsi carico delle proprie responsabilità relativamente alla salute dei propri operai.
La trama di questo ignoto film, che non mi sembra comparire nella corrispondente lista sulla Wiki, è in qualche modo una variazione sulla trama de La partita più pericolosa, racconto del 1924 di Richard Connell. Il protagonista, infatti, diventa suo malgrado la preda in una caccia all'uomo guidata da un folle ex generale russo.
Tra i molti adattamenti del racconto ci sono anche alcuni film di genere fantascientifico, stesso genere di un romanzo di Stephen King scritto sotto lo pseudonimo di Richard Bachman. Mi riferisco a L'uomo in fuga, pubblicato nel 1982, che mette insieme la trama del film da cui sono partito con una ambientazione distopica in cui la maggior parte della popolazione degli Stati Uniti è o sfruttata e sottopagata o completamente indottrinata dai programmi televisivi, come il reality show che da il titolo al romanzo. King, tramite la fuga di Bachman, strutturata come un unico conto alla rovescia iniziato da -100, in pratica descrive con incredibile lucidità uno sviluppo della società occidentale che nel complesso non sembra molto diversa da quella in cui ci troviamo oggi, immersa nei reality, e con un qual certo razzismo strisciante, non solo tra persone di colore diverso, ma anche di ceti sociali differenti, che mantiene le persone all'interno di compartimenti stagni che non si riesce ad attraversare.
E poi ci sono anche alcuni riferimenti a icone pop che King non poteva sapere che sarebbero durati ancora a lungo, come per esempio i Rolling Stones, ancora presenti in quel futuro per King piuttosto lontano, ma che alla fine è diventato il nostro presente. Inclusi i problemi di inquinamento dell'aria o la "difficoltà" delle aziende di farsi carico delle proprie responsabilità relativamente alla salute dei propri operai.
domenica 17 marzo 2024
Topolino #3564: Di amici e mitologia
E' il filo dell'amicizia quello che lega le due storie d'esordio, iniziando dalla cover story, Il Bretella Gate, nuova storia della serie Papersera News di Corrado Mastantuono. In questo caso l'autore esplora l'amicizia, datata Klondike, come spesso nelle sue storie, con Roy Bretella, consulente finanziario e, apparentemente, trafficone al limite della legalità. Ed è proprio su questo che si gioca la storia, con Paperone che mette a rischio la sua amicizia di lunga data a causa di alcuni elementi che gli fanno dubitare dell'onestà dell'amico. Il sapiente incastro con i flashback del passato, poi, forniscono al lettore le basi per spiegare la diffidenza di Paperone. Non saremmo su Topolino se tutto non si risolvesse per il meglio, ma il punto interessante della storia è proprio il modo in cui i personaggi, Paperone e Roy, vengono raccontati nel corso delle pagine.
Per il secondo episodio de I pionieri del volo, Sergio Cabella e Luca Usai ci raccontano come La vita è un'acrobazia. Abbiamo sempre Topolino come provetto aviatore, ma a differenza di settimana scorsa, questa volta ad affiancarlo troviamo Gancio e, soprattutto, la storia è centrata sull'amicizia tra i due. E' infatti quest'ultima ad avere la meglio sulla visione di un Topolino praticamente infallibile sia nel calcio sia nell'aviazione, anche se i due autori non dimenticano di rappresentare il Topo come uno scavezzacollo, cosa che è coerente con il suo lavoro di pilota d'aerei.
Per il secondo episodio de I pionieri del volo, Sergio Cabella e Luca Usai ci raccontano come La vita è un'acrobazia. Abbiamo sempre Topolino come provetto aviatore, ma a differenza di settimana scorsa, questa volta ad affiancarlo troviamo Gancio e, soprattutto, la storia è centrata sull'amicizia tra i due. E' infatti quest'ultima ad avere la meglio sulla visione di un Topolino praticamente infallibile sia nel calcio sia nell'aviazione, anche se i due autori non dimenticano di rappresentare il Topo come uno scavezzacollo, cosa che è coerente con il suo lavoro di pilota d'aerei.
sabato 16 marzo 2024
Paperino #525: Alle radici di Paperino
Per via delle Medaglie d'autore di Fabio Celoni (sono in ritardo con la produzione degli unboxing...) ho acquistato il #525 di Paperino, che presenta un sommario tutto sommato interessante e piuttosto vario sulle differenti interpretazioni di Paperino, tutte al tempo stesso simili e diverse tra loro. Mi vorrei, però, concentrare sulle due storie d'apertura, visto che su quella di chiusura, Paperino e il magazzino dei mondi di Fabio Michelini e Paolo Ongaro, avrei una mezza idea di dedicare in futuro un video.
La storia d'apertura è una nuova serie di produzione internazionale con autori italiani a portarla a compimento: Appbracadabra!, primo episodio di That's your life, Donald!, realizzata da Alberto Savini e Vitale Mangiatordi, è una storia divertente che in qualche modo porta l'idea del genio della lampada nel terzo millennio, sosatituendo la lampada con una app per smartphone. C'è da dire che il disastro di proporzioni epiche compiuto da Paperino all'inizio della storia, sembra un po' eccessivo anche per lo stesso personaggio, ma a ben vedere ci può anche stare.
La storia d'apertura è una nuova serie di produzione internazionale con autori italiani a portarla a compimento: Appbracadabra!, primo episodio di That's your life, Donald!, realizzata da Alberto Savini e Vitale Mangiatordi, è una storia divertente che in qualche modo porta l'idea del genio della lampada nel terzo millennio, sosatituendo la lampada con una app per smartphone. C'è da dire che il disastro di proporzioni epiche compiuto da Paperino all'inizio della storia, sembra un po' eccessivo anche per lo stesso personaggio, ma a ben vedere ci può anche stare.
venerdì 15 marzo 2024
3.15: Le proprietà del #176
L'addendum di quest'anno al Carnevale della Matematica #176 è, ovviamente, il video che ho pubblicato ieri in contemporanea con il post e dedicato proprio alle proprietà del 176, o almeno ad alcune di esse. Proprio come l'anno scorso, mi sembrava giusto dargli una ulteriore visibilità attraverso il post sul blog.
giovedì 14 marzo 2024
Carnevale della Matematica #176: Pi day!
canta, canta, canta, canta all'albaLa poesia gaussiana redatta con grande impegno da Marco Fulvio Barozzi in arte Popinga è una struttura poetico-matematica abbastanza semplice da comprendere. Una volta capito come si alternano i versi si può trasformare (quasi) qualisiasi numero in un verso partendo dalla sua fattorizzazione. E per il 176, numero d'ordine del Carnevale della Matematica che vi apprestate a leggere, la sua fattorizzazione è pari a \[2^4 \times 11\] per cui dall'unione dei versi corrispondenti ai "due" fattori, ecco il verso d'apertura della special edition odierna.
Perché, come spero ricorderete (e l'orario di uscita del Carnevale è in questo un indizio significativo) oggi è il pi day, che ormai dal lontano 2012 con l'edizione #47 viene festeggiato qui su DropSea. Come è ovvio, quindi, il tema portante di questa edizione è proprio il pi greco, che sarà protagonista non solo in alcuni dei contributi che mi appresso a presentare, ma anche grazie alle ormai usuali notizie pi greche, i piccoli box con i quali nel corso degli anni ho cercato di raccontare la storia e altre curiosità del numero più famoso del mondo. Per cui questa introduzione al Carnevale è dedicata al 176.
Questi è un numero pari i cui divisori sono: 1, 2, 4, 8, 11, 16, 22, 44, 88, 176. Se li sommiamo insieme, 176 escluso, otteniamo 196, maggiore di 176, il che fa di quest'ultimo un numero abbondante. Se però alla somma di prima togliamo il 4 e il 16 otteniamo proprio 176, il che lo rende un numero semiperfetto.
Fa poi parte delle seguenti terne pitagoriche:
(57, 176, 185), (132, 176, 220), (176, 210, 274), (176, 330, 374), (176, 468, 500), (176, 693, 715), (176, 960, 976), (176, 1932, 1940), (176, 3870, 3874), (176, 7743, 7745)
proprio come il 167, ovvero il protagonista dell'edizione 2023, è un numero felice. E visto che vi voglio bene, invece di rimandarvi a quell'edizione, vi (ri)definisco qui la felicità:Prendiamo un numero. Eleviamo al quadrato ciascuna delle sue cifre. Quindi sommiamole. Ripetiamo l'operazione con il risultato ottenuto. Proseguendo si può ricadere in due situazioni: il ciclo finisce con 1; il ciclo non finisce mai con 1 e, anzi, entra in un loop. Nel primo caso il numero si dice felice. E questa è la felicità del 176: \[1^2 + 7^2 + 6^2 = 86\] \[8^2 + 6^2 = 100\] \[1^2 = 1\] Come qualcuno avrà notato, la cosa non poteva che essere così, visto che le cifre del 176 sono una delle possibili permutazioni delle cifre del 167! Con le prossime due proprietà del 176 spero di non perdervi. Il 176, infatti, è un numero pratico. Il motivo è che tutti i numeri interi positivi precedenti al 176 possono essere scritti come somma di uno o più dei suoi divisori.
E' interessante osservare come due particolari congetture sui numeri primi, la congettura di Goldbach e la congettura dei numeri primi gemelli, che non sono ancora state dimostrate per i numeri primi, si sono rivelate vere per i numeri pratici. In pratica ogni numero pari può essere scritto come la somma di due numeri pratici, ed esistono ifniniti numeri pratici (m) tali che anche (m+2) è un numero pratico (in realtà i numeri pratici si spingono addirittura fino a terne di numeri pratici gemelli!).
Infine il 176 è un numero colombiano. Per spiegare cosa sono questi numeri faccio un esempio. Prendiamo il 43. Può essere scritto come 43 = 35 + 5 + 3. Notate che sia 5 sia 3 sono le cifre che compongono il 35. Ebbene il 43 non è un numero colombiano. Mentre, per esempio, il 42, o il nostro 176, è un numero colombiano poiché non esiste nessun intero positivo con il quale scrivere un'uguaglianza simile a quella scritta per il 43.
Lascio per ultima la proprietà che può essere rappresentata con una figura. Il 176, infatti, è un numero ottagonale poiché può essere rappresentato come un ottagono:
mercoledì 13 marzo 2024
Pi Day 2024: Un'anteprima
Ero lì, che stavo ragionando a quale anteprima proporvi per il Carnevale della Matematica del pi day di prossima uscita (mancano ancora poche ore), con il file scritto in markdown pronto per essere convertito in html, quand'ecco che mi viene in mente che manca ancora il mio ultimo post! La corsa per aggiungerlo, integrarlo ed esportare il tutto. Un sospiro di sollievo e via, eccovi il video che è uscito ieri come anticipazione del Carnevale, e che in effetti meritava un post tutto per se:
martedì 12 marzo 2024
Topolino #3563: In volo
Lo so! Anche questa settimana sono in ritardo, ma ciò avviene per tanti buoni motivi tutti legati a ciò che sta per accadere il 14 marzo! Detto ciò, molto velocemente, vediamo cosa accade sul #3563 di Topolino. Si parte con L'infinita scommessa volante, omaggio ai pionieri del volo e delle trasvolate oceaniche di Sergio Cabella e Luca Usai. Nessun vero riferimento storico, ma sicuramente tanta attenzione alla storia.
Tornano Gli allegri mestieri di Paperino con la cinematografica Comparsa a scomparsa, una divertente gag story con alcuni elementi alla Boris di Tito Faraci ed Enrico Faccini: una coppia vincente!
Con L'inaspettato museo ammazzamotori Davide Aicardi propone una variazione su un tema utilizzato ormai una trentina di anni fa ne La sfida degli sponsor scritta da Alessandro Sisti per i disegni dello Studio Comicup. In quel caso la storia era leggermente più complessa, con una sfida in un certo senso pezziniana tra Paperone e Rockerduck. Ad affiancare Aicardi troviamo, però, una Giulia La Torre che si presenta con un tratto particolarmente rotondo che ben si addice alle atmosfere giocose della storia.
Il numero si chiude con una nuova storia dell'Orazio Cavezza di Giuseppe Zironi, Problema irrisolvibile. L'autore aggiunge un nuovo tassello nel percorso di recupero e approfondimento del personaggio, che si fa decisamente sempre più interessante.
Tornano Gli allegri mestieri di Paperino con la cinematografica Comparsa a scomparsa, una divertente gag story con alcuni elementi alla Boris di Tito Faraci ed Enrico Faccini: una coppia vincente!
Con L'inaspettato museo ammazzamotori Davide Aicardi propone una variazione su un tema utilizzato ormai una trentina di anni fa ne La sfida degli sponsor scritta da Alessandro Sisti per i disegni dello Studio Comicup. In quel caso la storia era leggermente più complessa, con una sfida in un certo senso pezziniana tra Paperone e Rockerduck. Ad affiancare Aicardi troviamo, però, una Giulia La Torre che si presenta con un tratto particolarmente rotondo che ben si addice alle atmosfere giocose della storia.
Il numero si chiude con una nuova storia dell'Orazio Cavezza di Giuseppe Zironi, Problema irrisolvibile. L'autore aggiunge un nuovo tassello nel percorso di recupero e approfondimento del personaggio, che si fa decisamente sempre più interessante.
lunedì 11 marzo 2024
WikiRitratti: Margaret Bryan
Consideratelo come una specie di micro-ritratto, quello di oggi. Lo dedico a Margaret Bryan, insegnante e filosofa vissuta tra il 1759 e il 1836. C'è un po' di dubbio su questi anni, poiché le informazioni biografiche su di lei sono piuttosto scarse e sono state recuperate solo di recente.
Ha raccolto le sue lezioni in una serie di libri di testo, il primo dei quali, Compendious System of Astronomy pubblicato nel 1797, era dedicato ai suoi studenti. Nel frontespizio la troviamo ritratta insieme con le sue due figlie, Ann Marian e Maria, circondata da alcuni strumenti astronomici, come un telescopio o un astrolabio, a testimonianza della sua grande passione per l'astronomia.
Nel 1806 vennero pubblicate le sue Lectures on Natural Philosophy, una raccolta di 13 lezioni su idrostatica, ottica, pneumatica e acustica. Nel 1815, esce Astronomical and Geographical Class Book for Schools. Il testo era precedentemente disponibile solo per nobili, insegnanti e venditori di libri: si potrebbe dire, nobili a parte, per lavoratori specializzati nel campo della didattica. Proprio come i moderni libri di testo, era corredato di diagrammi esplicativi ed esercizi. Si occupava di vari problemi di meccanica (la meccanica del fucile o del pallone ad aria calda, per esempio), includendo anche i lavori di Isaac Newton, Galileo Galilei e Benjamin Franklin. diventando così una delle prime a portare i loro risultati su libri di testo scolastici.
Ha raccolto le sue lezioni in una serie di libri di testo, il primo dei quali, Compendious System of Astronomy pubblicato nel 1797, era dedicato ai suoi studenti. Nel frontespizio la troviamo ritratta insieme con le sue due figlie, Ann Marian e Maria, circondata da alcuni strumenti astronomici, come un telescopio o un astrolabio, a testimonianza della sua grande passione per l'astronomia.
Nel 1806 vennero pubblicate le sue Lectures on Natural Philosophy, una raccolta di 13 lezioni su idrostatica, ottica, pneumatica e acustica. Nel 1815, esce Astronomical and Geographical Class Book for Schools. Il testo era precedentemente disponibile solo per nobili, insegnanti e venditori di libri: si potrebbe dire, nobili a parte, per lavoratori specializzati nel campo della didattica. Proprio come i moderni libri di testo, era corredato di diagrammi esplicativi ed esercizi. Si occupava di vari problemi di meccanica (la meccanica del fucile o del pallone ad aria calda, per esempio), includendo anche i lavori di Isaac Newton, Galileo Galilei e Benjamin Franklin. diventando così una delle prime a portare i loro risultati su libri di testo scolastici.
domenica 10 marzo 2024
Matematica, lezione 4: Gli insiemi
Dopo il secondo volume sulla logica, Paolo Caressa torna a raccontarci qualcosa sulla teoria degli insiemi, che in realtà è strettamente connessa proprio alla logica.
Questo legame, generalmente, non viene mai raccontato negli usuali programmi scolastici, e anche all'università, a meno di non intraprendere il percorso di studi della matematica, viene raramente approfondito. Il formalismo che conduce il lettore attraverso tutte le pagine è ovviamente quello introdotto nel secondo volume, di cui questo è un ideale completamento. E come quello non ha la pretesa di essere esaustivo (in questo caso agli interessati consiglierei Tutto, e di più di David Foster Wallace), però ci sono alcuni punti decisamente molto interessanti a partire dai due numi tutelari del libro, Giuseppe Peano e Georg Cantor, senza dimenticare quel "rompiscatole" di Kurt Godel. A questi tre grandi matematici non può che aggiungersi a un certo punto anche Ernst Zermelo con i suoi due fondamentali risultati de il teorema della scelta e il teorema del buon ordinamento.
In effetti, nella costruzione logica utilizzata da Caressa, il teorema della scelta viene indicato come assioma, visto che da esso è possibile dimostrare quello del buon ordinamento, ma come lo stesso autore fa notare, se si adotta il buon ordinamento come assioma, da questo discende il teorema della scelta (che poi quest'ultima era la scelta adottata da Cantor nello sviluppo della sua teoria degli insiemi). Questa apparente ambiguità è diretta conseguenza dell'incompletezza della matematica, così come venne dimostrato da Godel.
Questo legame, generalmente, non viene mai raccontato negli usuali programmi scolastici, e anche all'università, a meno di non intraprendere il percorso di studi della matematica, viene raramente approfondito. Il formalismo che conduce il lettore attraverso tutte le pagine è ovviamente quello introdotto nel secondo volume, di cui questo è un ideale completamento. E come quello non ha la pretesa di essere esaustivo (in questo caso agli interessati consiglierei Tutto, e di più di David Foster Wallace), però ci sono alcuni punti decisamente molto interessanti a partire dai due numi tutelari del libro, Giuseppe Peano e Georg Cantor, senza dimenticare quel "rompiscatole" di Kurt Godel. A questi tre grandi matematici non può che aggiungersi a un certo punto anche Ernst Zermelo con i suoi due fondamentali risultati de il teorema della scelta e il teorema del buon ordinamento.
In effetti, nella costruzione logica utilizzata da Caressa, il teorema della scelta viene indicato come assioma, visto che da esso è possibile dimostrare quello del buon ordinamento, ma come lo stesso autore fa notare, se si adotta il buon ordinamento come assioma, da questo discende il teorema della scelta (che poi quest'ultima era la scelta adottata da Cantor nello sviluppo della sua teoria degli insiemi). Questa apparente ambiguità è diretta conseguenza dell'incompletezza della matematica, così come venne dimostrato da Godel.
sabato 9 marzo 2024
Da Lang a Tezuka: Metropolis
Metropolis è il secondo capitolo di una trilogia che comprende Lost World (1948, due volumi) e Next World (1951). Questi tre titoli, in qualche modo ispirati agli omonimi romanzi o film, tutti di Osamu Tezuka, mostrano l'ammirazione del mangaka per i progressi tecnologici e scientifici che, presumibilmente, si potrebbero incontrare nel futuro, ma anche la sua preoccupazione relativa alla propensione della razza umana nel cerare guerre e conflitti. Non dimentichiamo che, alcuni anni prima, si era conclusa la seconda guerra mondiale, durante la quale Tezuka aveva vissuto la forte militarizzazione e la carenza di alimenti nel suo paese, così come la successiva sconfitta dello stesso. Tali riflessioni sull'uso corretto o scorretto degli avanzamenti tecnologici del futuro avrebbero trovato poco dopo un maggiore sviluppo in Astro Boy e in altri manga di tema fantastico di sua creazione.
Metropolis, come facilmente intuibile, è evidentemente ispirato dalla pellicola omonima diretta nel 1927 da Fritz Lang, anche se ha poco a che fare con il suo soggetto: sebbene Tezuka fosse un consumato cinefilo per tutta la sua vita, in realtà aveva visto solo un fotogramma di detta pellicola al momento di realizzare il suo manga; uno dei protagonisti dello stesso, il robot Michi, è basato su quest'unica immagine. Sull'aspetto estetico, Metropolis esibisce la onnipresente passione che Tezuka aveva per Walt Disney e i suoi disegni "rotondi", ma ugualmente l'influenza di altri nordamericani come George McManus, pioniere della "linea chiara".
Metropolis, come facilmente intuibile, è evidentemente ispirato dalla pellicola omonima diretta nel 1927 da Fritz Lang, anche se ha poco a che fare con il suo soggetto: sebbene Tezuka fosse un consumato cinefilo per tutta la sua vita, in realtà aveva visto solo un fotogramma di detta pellicola al momento di realizzare il suo manga; uno dei protagonisti dello stesso, il robot Michi, è basato su quest'unica immagine. Sull'aspetto estetico, Metropolis esibisce la onnipresente passione che Tezuka aveva per Walt Disney e i suoi disegni "rotondi", ma ugualmente l'influenza di altri nordamericani come George McManus, pioniere della "linea chiara".
venerdì 8 marzo 2024
La storia dell'8 marzo
scritto un mini-post al rigurado, ma lo avevo dimenticato...
Segnalatomi da mia sorella questa mattina, eccovi un video che racconta i punti salienti della nascita della Giornata internazionale delle donne, popolarmente nota come Festa delle donne, del suo significato politico e sul significato, anch'esso fortemente politico, del regalare e, ancor di più, dello scambiarsi una mimosa.
P.S.: evidentemente la memoria inizia a perdere colpi, visto che avevo già
giovedì 7 marzo 2024
Ambizione nel deserto
All'inizio Ambizione nel deserto non è riuscito a conquistarmi. Poi con il proseguire delle pagine il protagonista ideato da Albert Cossery, il giovane Samantar, inizia a guadagnarsi le mie simpatie, e con queste anche il romanzo.
La storia è ambientata nel Dofa, un piccolo e povero emirato dove l'imperialismo occidentale non è arrivato per il semplice motivo che non c'è alcuna risorsa da sfruttare. La vita, quindi, scorre placida e tranquilla senza stress e, soprattutto, senza la schiavitù di attività destinate ad arricchire politici locali e imprenditori occidentali. A un certo punto, però, qualcosa inizia a smuoversi nell'emirato: un gruppo di ribelli inizia a eseguire attentati in giro con l'obiettivo di sollevare la popolazione alla ribellione. A quel punto Samantar, che non ha alcun ruolo ufficiale, decide di indagare.
Cossery, così, ci porta attraverso un mondo per noi normalmente lontano, proponendo riflessini mai banali sulla società occidentale, ma anche, in maniera meno esplicita, sulla stessa società arabica. E' inevitabile, per il lettore, interrogarsi su cosa rende l'uomo civilizzato e in fondo è l'unica questione veramente degna di riflessione che ci propone l'autore. Giusto per restare nello spirito di Samantar.
La storia è ambientata nel Dofa, un piccolo e povero emirato dove l'imperialismo occidentale non è arrivato per il semplice motivo che non c'è alcuna risorsa da sfruttare. La vita, quindi, scorre placida e tranquilla senza stress e, soprattutto, senza la schiavitù di attività destinate ad arricchire politici locali e imprenditori occidentali. A un certo punto, però, qualcosa inizia a smuoversi nell'emirato: un gruppo di ribelli inizia a eseguire attentati in giro con l'obiettivo di sollevare la popolazione alla ribellione. A quel punto Samantar, che non ha alcun ruolo ufficiale, decide di indagare.
Cossery, così, ci porta attraverso un mondo per noi normalmente lontano, proponendo riflessini mai banali sulla società occidentale, ma anche, in maniera meno esplicita, sulla stessa società arabica. E' inevitabile, per il lettore, interrogarsi su cosa rende l'uomo civilizzato e in fondo è l'unica questione veramente degna di riflessione che ci propone l'autore. Giusto per restare nello spirito di Samantar.
mercoledì 6 marzo 2024
Rompicapi di Alice: Il problema di Didone
Nel corso delle sue peregrinazioni, Didone arrivò sulle coste dell'attuale Tunisia, nei pressi di Tunisi. Il posto le piacque, così chiese al re di quelle terre, Iarba, il permesso per edificare una città. Il suo obiettivo era quello di eguagliare, se non addirittura superare la potenza di Tiro. Iarba, però, con un qual certo scherno, le concesse tanto terreno "quanto ne poteva contenere una pelle di bue".
Didone, però, ragionò in termini matematici: strappò a strisce sottilissime la pelle di bue e creò una semicirconferenza, in modo tale da delimitare un terreno di fronte alla costa, visto che l'accesso al mare poteva fare la differenza negli scambi commerciali. Non è detto che il mito non abbia un qualche elemento di verità, visto che l'antico nome di Cartagine, Birsa, significa "rocca" in fenicio e "pelle di bue" in greco!
Il problema che dovette risolvere Didone, però, è un problema isoperimetrico o di isoperimetria, che in termini matematici viene rappresentato dalla seguente disuguaglianza
martedì 5 marzo 2024
Le grandi domande della vita: Quanto è difficile andare nello spazio?
Nella mia timeline di mastodon a volte ritornano certi argomenti e certe cose uscite dal passato, un po' come avveniva sul twittero, a volte per ricordarle, altre per puro spirito polemico, proprio come l'altrettanto polemico, e molto ignorante, tweet di Roberto Burioni del maggio 2021 a commento della caduta del razzo cinese. Ora, visto che la serie delle grandi domande della vita langue da un bel po', mi è sembrato interessante sfruttare questa occasione per riesumarla per capire quanto sia difficile andare nello spazio. Inoltre c'è anche una seconda utilità: leggendo il tweet incriminato, la cosa che colpisce e che in qualche modo resta attuale è come sia sostanzialmente ignoto, anche a qualcuno che la scienza dovrebbe conoscerla, come quest'ultima sia un processo di apprendimento a passi successivi, in cui la maggior parte dei tentativi sono a conti fatti dei fallimenti. In questo proprio il lancio di razzi nello spazio è forse l'esempio più fulgido, soprattutto perché molte persone pensano che, visto che ci siamo riusciti una volta, ci riusciremo ancora più facilmente oggi.
Proprio gli inizi della corsa allo spazio sono ricchi di tentativi andati a male, alcuni finiti anche in maniera drammatica, ma anche oggi le cose non vanno in maniera diversa, come racconta molto bene Les Johnson nell'interessantissimo libro sull'espolarzione umana dell'universo In viaggio tra le stelle, portato in Italia da Apogeo nella traduzione di Corrado Ghinamo. La sua recensione, quando sarà, potrei proporla per l'uscita su EduINAF, ma per intanto lasciatemi mettere qui sotto il passo del libro cui mi riferisco:
Proprio gli inizi della corsa allo spazio sono ricchi di tentativi andati a male, alcuni finiti anche in maniera drammatica, ma anche oggi le cose non vanno in maniera diversa, come racconta molto bene Les Johnson nell'interessantissimo libro sull'espolarzione umana dell'universo In viaggio tra le stelle, portato in Italia da Apogeo nella traduzione di Corrado Ghinamo. La sua recensione, quando sarà, potrei proporla per l'uscita su EduINAF, ma per intanto lasciatemi mettere qui sotto il passo del libro cui mi riferisco:
Difficilmente passa un anno senza che almeno un razzo fallisca l'obiettivo di raggiungere lo spazio, per un motivo o per un altro. L'anno 2020 fu particolarmente difficile per i lanci delle missioni spaziali, con alcune importanti perdite, fra le quali la Launcher One della Virgin Orbit, le cinesi Kuaizhou e Long March, l'Electron della Rocket Lab, la Vega di Arianspace e altre. Nei primi anni dell'esplorazione spaziale, quando volarono per la prima volta i grandi razzi, il fallimento era usuale quanto il successo, se non di più.Visto che ci sono, e visto per continuare a mantenere il rapporto di questa rubrica con il sito Quora, vi segnalo la domanda What are some of the biggest mistakes made in rocket construction?
lunedì 4 marzo 2024
Topolino #3562: Quando il cattivo domina
La storia d'apertura, Il criminale inesistente di Tito Faraci per i disegni di Giampaolo Soldati, è il nuovo capitolo del burrascoso rapporto tra Topolino e l'ispettore Irk. La storia non spicca particolarmente, almeno non per le prime pagine, se non per lo strano caso di questo ladro che apparentemente nessuno riesce a vedere. Poi, però, alla decima pagina della storia ecco che tutto cambia, e il criminale inesistente inizia a confidarsi con noi lettori. Per i miei gusti lì la storia ha cambiato di passo e il cattivo è diventato di colpo un personaggio interessante, molto di più di Irk o di Topolino. E la sensazione è che questo nuovo criminale sia qui per restare.
Ovviamente non può sfuggire nemmeno il ruolo di Pippo nella risoluzione della vicenda, un consulente che ha reso semplice qualcosa che per le persone normali non lo era per nulla!
Ovviamente non può sfuggire nemmeno il ruolo di Pippo nella risoluzione della vicenda, un consulente che ha reso semplice qualcosa che per le persone normali non lo era per nulla!
domenica 3 marzo 2024
Il sesto: riflessioni sulla vita
Una parte di me avrebbe preferito scrivere queste righe per Lo Spazio Bianco. L'idea, infatti, era scrivere una serie di recensioni a partire da fumetti presi a Cartoomics 2022 nell'area del fumetto indipendente. E in qualche modo ci tenevo a scrivere la recensione di un paio di fumetti della Green Moon Comics, una piccola casa editrice che ha come direttore editoriale il calabrese (cosentino, se la memoria non mi inganna) Lucio Perrimezzi, che nel 2022 venne intervistato da Amedeo Scalese.
Perrimezzi, però, è anche sceneggiatore e proprioin quella Cartoomics portò alcuni dei fumetti che aveva realizzato per Green Moon, incluso Il sesto, disegnato da Francesca Follini, di cui aveva da poco riottenuto i diritti dopo la sua precedente prima pubblicazione in bianco e nero per la NPE. La storia racconta l'ultima parte della vita di Trevor Between, immortale. A guidare la storia è la morte della donna che considerava quella giusta. Alison è un personaggio idealistico, in un certo senso, che combatte per migliorare la vita nella sua città, per la quale è candidata nelle elezioni. La storia, quindi, mescola le riflessioni sulla mortalità e sulla vita con quelle sulla politica e, in particolare, sui contrasti sociali, tema che in qualche modo è toccato anche nelle scene di flashback disseminate tra le pagine e che vanno ad approfondire alcuni momenti chiave della lunga e centenaria vita di Trevor.
Perrimezzi, però, è anche sceneggiatore e proprioin quella Cartoomics portò alcuni dei fumetti che aveva realizzato per Green Moon, incluso Il sesto, disegnato da Francesca Follini, di cui aveva da poco riottenuto i diritti dopo la sua precedente prima pubblicazione in bianco e nero per la NPE. La storia racconta l'ultima parte della vita di Trevor Between, immortale. A guidare la storia è la morte della donna che considerava quella giusta. Alison è un personaggio idealistico, in un certo senso, che combatte per migliorare la vita nella sua città, per la quale è candidata nelle elezioni. La storia, quindi, mescola le riflessioni sulla mortalità e sulla vita con quelle sulla politica e, in particolare, sui contrasti sociali, tema che in qualche modo è toccato anche nelle scene di flashback disseminate tra le pagine e che vanno ad approfondire alcuni momenti chiave della lunga e centenaria vita di Trevor.
sabato 2 marzo 2024
Matematica, lezione 3: Funzioni ed equazioni
Dopo il volume sulla logica, eccoci tornare a qualcosa di un po' più matematico (almeno nel sentire comune) come le funzioni e le equazioni. A condurci attraverso questo mondo di per se molto vasto troviamo Roberto Zanasi, insegnante e matematto. E per chi lo ha già letto in altri testi, come per esempio Verso l'infinito ma con calma, o per chi lo legge usualmente sul suo blog, è indubbiamnente un percorso confortante attraverso uno stile noto che riesce a coniugare la didattica con la divulgazione. Considerando che questo è uno degli intenti della serie di volumetti, è fuori di dubbio che proprio con Funzioni ed equazioni quell'intento è stato raggiunto nel modo migliore possibile.
Considerando, poi, la vastità dell'argomento, la selezione fatta da Roberto (Zanasi) risulta quella minima e sufficiente per avere un'idea su cosa siano le equazioni e le funzioni, su quale sia il loro legame, sull'interpretazione geometrica delle stesse o dei sistemi di equazioni, senza dimenticare uno sguardo veloce allo studio di funzioni, senza dire che è uno studio di funzioni.
Considerando, poi, la vastità dell'argomento, la selezione fatta da Roberto (Zanasi) risulta quella minima e sufficiente per avere un'idea su cosa siano le equazioni e le funzioni, su quale sia il loro legame, sull'interpretazione geometrica delle stesse o dei sistemi di equazioni, senza dimenticare uno sguardo veloce allo studio di funzioni, senza dire che è uno studio di funzioni.
venerdì 1 marzo 2024
Tutti pronti per il pi day?
Anche quest'anno la chiamata alle armi per il Carnevale della Matematica del pi day, griffato #176, arriva abbinato a un video. E come l'anno scorso, oltre a lanciare ufficialmente la raccolta dei contributi, chiedo anche a chi realizza video su YouTube (ma non solo) di segnalarmeli o tramite i commenti al video o attraverso i soliti canali, ovvero l'indirizzo e-mail o i social, in particolare mastodon e instagram che sono quelli che utilizzo di più. Quest'anno, poi, c'è anche una nuova opzione, visto che su feddit, l'alternativa italiana a reddit, è attivo un gruppo dedicato alla matematica e quindi potrete passare anche di lì per segnalare i vostri contributi o commentando sul post che spunterà a breve nel gruppo, o inserendo l'hashtag #carnevaledellamatematica: basta, però, che vi ricordiate di inserire un paio di righe di presentazione dell'articolo che mi segnalate. Deadline: 12 marzo 2024.
Non mi resta, quindi, che lasciarvi al video annuncio!
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