Avevo un'idea ben precisa per affrontare la raccolta de I quarantanove racconti di Ernest Hemingway: decidere un anno di lettura e poi affrontare un racconto a settimana. L'idea nasceva dalla quasi perfetta coincidenza con le settimane in un anno, 52. Poi, però, nel corso del 2021 è arrivato il Topolibro che raccoglie gli 8 racconti pubblicati tra 2000 e 2001 realizzati da altrettanti allievi dell'allora Accademia Disney a partire da altrettanti racconti scelti dai Quarantanove. E così, per affrontare il confronto tra Hemingway e i giovani autori disneyani ho iniziato a leggere la raccolta partendo proprio dalle storie che hanno ispirato quei giovani disegnatori. A quel punto un racconto tira l'altro e, nello spirito di una raccolta di questo genere, sono arrivato a conslusione della lettura saltando un po' qui e un po' lì senza seguire un preciso criterio cronologico.
giovedì 30 settembre 2021
mercoledì 29 settembre 2021
I rompicapi di Alice: Il conteggio di Kruskal
Prendiamo il quadrante di un orologio a lancette. Sono segnati dodici numeri, da 1 a 12. Scegliamone uno. Quindi, a partire da quello, ci spostiamo di tante posizioni quante sono le lettere della parola corrispondente a quel numero. Una volta giunti a destinazione ripetiamo l'operazione. E facciamo altrettanto la terza volta.
Su quale numero giungeremo alla fine? La risposta è sempre la stessa qualunque sia il numero di partenza: 1. Il gioco, però, funziona solo con i nomi inglesi dei dodici numeri dell'orologio. Con i nomi in italiano le cose vanno in maniera leggermente differente. Le domande a cui rispondere sono allora: dopo quanti passi ciascuna "catena" finisce sull'1? Ed esiste un numero su cui finiscono tutte le "catene" dopo lo stesso numero di passi?
Al di là di quali siano le risposte nel caso della lingua italiana, il gioco dell'orologio descritto poc'anzi è una variazione sul Kruskal Count, gioco con le carte ideato da Martin Kruskal.
Su quale numero giungeremo alla fine? La risposta è sempre la stessa qualunque sia il numero di partenza: 1. Il gioco, però, funziona solo con i nomi inglesi dei dodici numeri dell'orologio. Con i nomi in italiano le cose vanno in maniera leggermente differente. Le domande a cui rispondere sono allora: dopo quanti passi ciascuna "catena" finisce sull'1? Ed esiste un numero su cui finiscono tutte le "catene" dopo lo stesso numero di passi?
Al di là di quali siano le risposte nel caso della lingua italiana, il gioco dell'orologio descritto poc'anzi è una variazione sul Kruskal Count, gioco con le carte ideato da Martin Kruskal.
martedì 28 settembre 2021
Ritratti: Martin David Kruskal
A parte gli argomenti su cui ho lavorato direttamente (alcuni con pochi frutti, purtroppo) una delle "curiosità" fisiche a cui mi sono avvicinato durante gli anni di dottorato è stata il concetto del solitone, ovvero un'onda solitaria ad esempio in grado di risalire la corrente dell'Union Canal in Scozia. E' stato proprio su quel canale che il solitone venne osservato per la prima volta nel 1834 dall'ingegnere John Scott Russell:
Stavo osservando il moto di una barca che veniva rapidamente trascinata da una coppia di cavalli lungo uno stretto canale, quando la barca si fermò improvvisamente, ma non così la massa d'acqua nel canale che aveva messo in moto; si accumulò intorno alla prua del vascello in uno stato di violenta agitazione, quindi allontanandosi immediatamente, rotolò in avanti con grande velocità, assumendo la forma di una larga vetta solitaria, un mucchio d'acqua arrotondato, liscio e ben definito, che continuò la sua corsa lungo il canale apparentemente senga cambiare forma o diminuire velocità. La seguii a cavallo, e la raggiunsi mentre stava ancora rotolando a circa 8 o 9 miglia all'ora, conservando la sua forma originale lunga all'incirca 30 piedi e alta tra un piede e un piede e mezzo. La sua altezza diminuì gradualmente, e dopo un inseguimento di una o due miglia la persi tra le curve del canale. Tale, nel mese di agosto del 1834, fu il mio primo casuale incontro con quel singolare e bellissimo fenomeno che ho chiamato onda di traslazione(1).Per fornire una comprensione teorica del fenomeno osservato da Russell (e a cui molti guardavano con scetticismo, visto che non era previsto dai modelli all'epoca in voga) bisogna attendere gli anni Sessanta del XX secolo e il contributo del matematico e fisico Martin David Kruskal.
lunedì 27 settembre 2021
L'ornitottero
Nella saga di Dune una delle invenzioni tecnologiche più curiose sono gli ornitotteri, delle aeronavi che per volare sbattono letteralmente le ali! Delle varie trasposizioni del romanzo, proprio quella di Denis Villeneuve ci presenta degli ornitotteri particolarmente fedeli alle descrizioni presenti nel romanzo di Frank Herbert, ma l'ornitottero non nasce da un'idea dello scrittore di fantascienza, ma è profondamente legata al desiderio dell'uomo di poter volare come gli uccelli.
L'ornitottero più noto è quello di Leonardo Da Vinci, rappresentato in una serie di disegni datati tra il 1485 e il 1490. I suoi progetti, che l'inventore non mise mai in atto, sono stati realizzati solo in epoca moderna per conto di vari musei sparsi per il mondo, come ad esempio quelli costruiti da Alberto Mario Soldatini e Vittorio Somenzi per il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
L'ornitottero più noto è quello di Leonardo Da Vinci, rappresentato in una serie di disegni datati tra il 1485 e il 1490. I suoi progetti, che l'inventore non mise mai in atto, sono stati realizzati solo in epoca moderna per conto di vari musei sparsi per il mondo, come ad esempio quelli costruiti da Alberto Mario Soldatini e Vittorio Somenzi per il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
domenica 26 settembre 2021
Topolino #3435: La tuba di Verdi
A differenza di quanto ho scritto settimana scorsa, alla fine sul Cappellaio mi sono occupato di Ducktopia. E questo perché non avevo capito che la saga fantasy di Francesco Artibani e Licia Troisi sarebbe durata solo tre puntate.
Così, alla fine, eccoci qui a parlare di Giuseppe Verdi.
Così, alla fine, eccoci qui a parlare di Giuseppe Verdi.
sabato 25 settembre 2021
Death Metal: Exxxtreme!
Dopo più di un mese torniamo a "parlare" di Batman: Death Metal, il crossover ideato da Scott Snyder che ha messo a dura prova i supereroi del DC Universe. In questo frattempo, oltre ad aver finalmente raccolto tutti gli articoli sotto un'unica etichetta, vi ho anche "tediato" con altre recensioni fumettistiche, inclusa quella di Metal, la saga che ha visto l'esordio del Batman che ride.
Ora, rientrato a Milano, ho potuto acquistare i volumi che proseguivano la storia, in particolare il secondo Death Metal Mixtape protagonista dell'articolo di oggi. A differenza di quanto avvenuto per il primo volume, in cui scelsi due delle storie contenute realizzando due articoli distinti (Speed Metal e Trinity Crisis), in questo caso scriverò un unico articolo sulle due storie a mio parere più significative del volume, L'ascesa del Nuovo Dio e Exxxtreme, la storia con Lobo protagonista che fornisce il titolo dell'articolo stesso.
E partiamo proprio da quest'ultima, o meglio dall'extreme metal:
Ora, rientrato a Milano, ho potuto acquistare i volumi che proseguivano la storia, in particolare il secondo Death Metal Mixtape protagonista dell'articolo di oggi. A differenza di quanto avvenuto per il primo volume, in cui scelsi due delle storie contenute realizzando due articoli distinti (Speed Metal e Trinity Crisis), in questo caso scriverò un unico articolo sulle due storie a mio parere più significative del volume, L'ascesa del Nuovo Dio e Exxxtreme, la storia con Lobo protagonista che fornisce il titolo dell'articolo stesso.
E partiamo proprio da quest'ultima, o meglio dall'extreme metal:
venerdì 24 settembre 2021
Un nuovo modello epidemiologico
Un grazie a Massimiliano Tanzini per la segnalazione su twitter dell'uscita dell'articolo di cui scriverò a breve:
Il modello epidemiologico di base, in caso di contagio diffuso, descrive l'evolvere di due sottogruppi della popolazione, gli infetti e i suscettibili (quelli che potrebbero venire contagiati). Il modello, a parte le costanti (ovvero i valori di infetti e suscettibili al tempo 0, che non è necessariamente l'istante iniziale del contagio), presenta anche due parametri. Al variare di questi due parametri si possono ottenere curve differenti.
Il contagio del covid-19 ha fornito agli epidemiologi un'occasione unica: provare i modelli su vasta scala e, soprattutto, cercare di sviluppare sistemi matematici sempre più raffinati. A quanto pare un gruppo di matematici italiani è riuscito a sviluppare un nuovo modello in grado di descrivere in maniera molto fedele l'andamento della così detta seconda ondata italiana:
Il modello epidemiologico di base, in caso di contagio diffuso, descrive l'evolvere di due sottogruppi della popolazione, gli infetti e i suscettibili (quelli che potrebbero venire contagiati). Il modello, a parte le costanti (ovvero i valori di infetti e suscettibili al tempo 0, che non è necessariamente l'istante iniziale del contagio), presenta anche due parametri. Al variare di questi due parametri si possono ottenere curve differenti.
Il contagio del covid-19 ha fornito agli epidemiologi un'occasione unica: provare i modelli su vasta scala e, soprattutto, cercare di sviluppare sistemi matematici sempre più raffinati. A quanto pare un gruppo di matematici italiani è riuscito a sviluppare un nuovo modello in grado di descrivere in maniera molto fedele l'andamento della così detta seconda ondata italiana:
giovedì 23 settembre 2021
Planetario
Quando sei lì che dici: oggi non pubblico.
Poi pensi: ma forse qualcosa la posso mettere, magari un video.
E vedi il video e dici: non è che mi convince tanto. Magari ci penso.
E allora pensi: e vediamo questa cosa qui, questa animazione in flash. Ma no, non funziona più. Peccato. L'avevo usata per un vecchio post. Scomparso. Potevo recuperarlo. E invece devo fare qualcosa di diverso. Un po' come un modellino. Ma virtuale.
E no, non l'ho fatto io, ma ve lo faccio vedere lo stesso:
Poi pensi: ma forse qualcosa la posso mettere, magari un video.
E vedi il video e dici: non è che mi convince tanto. Magari ci penso.
E allora pensi: e vediamo questa cosa qui, questa animazione in flash. Ma no, non funziona più. Peccato. L'avevo usata per un vecchio post. Scomparso. Potevo recuperarlo. E invece devo fare qualcosa di diverso. Un po' come un modellino. Ma virtuale.
E no, non l'ho fatto io, ma ve lo faccio vedere lo stesso:
mercoledì 22 settembre 2021
Cambiare
Cambiare tutto per non cambiare nulla. Così inizia l'editoriale di settembre di Livia Giacomini su EduINAF. Questa frase, generalmente, la associamo a Il Gattopardo, il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che racconta la Sicilia a cavallo dell'unità d'Italia. In realtà, come poi ho scoperto facendo qualche ricerca, ispirato proprio da quell'editoriale, la frase corretta dal romanzo è:
L'attribuzione a Karr, che non viene suffragata da alcuna fonte sul wikitionary, potrebbe essere considerata corretta visto quanto ho trovato su Gallica.
Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.E sì che il romanzo lo lessi, qualche anno fa, ma va bene anche così: non ci si può ricordare tutto con precisione e alla fine i ricordi si adattano, si uniformano. Se nonché, proprio lì dove ho trovato la citazione corretta (o forse dovrei dire "ritrovato"), che quel Cambiare tutto per non cambiare niente che comunque riassume perfettamente lo spirito della citazione originale (oltre che lo spirito del genere supereroistico, ma questa è un'altra storia), potrebbe essere una variazione sul francese plus ça change, plus c'est la même chose di Jean-Baptiste Alphonse Karr, pubblicata nel gennaio del 1849 sulla rivista Les Guêpes.
L'attribuzione a Karr, che non viene suffragata da alcuna fonte sul wikitionary, potrebbe essere considerata corretta visto quanto ho trovato su Gallica.
martedì 21 settembre 2021
Un viaggio su Dune
Avendo affrontato la recensione dei sei libri di Dune, non ha molto senso scendere nel dettaglio della trama del primo film di Denis Villeneuve, sceneggiato da Jon Spaihts, Eric Roth e dallo stesso Villeneuve.
La storia narra le vicende della famiglia Atreides, in particolare del giovane Paul e della madre Jessica, sulle sabbiose dune del pianeta Arrakis. In particolare il primo film di Villeneuve si ferma poco prima dell'unione ufficiale di Paul e Jessica con i fremen, l'orgoglioso popolo che abita su Dune, nome non ufficiale di Arrakis.
La storia dei tentativi precedenti di portare su schermo la saga che, a detta dello stesso George Lucas, ha ispirato Star Wars, sono iniziati nei primi anni settanta, quando Alejandro Jodorowsky provò a portare a termine un progetto lungo 14 ore! I tempi non erano ancora maturi né per serie televisive né per serie cinematografiche di ampio respiro, per cui non se ne fece nulla (per fortuna) e la palla passò a David Lynch. Il suo Dune, prodotto da Raffaella De Laurentiis, venne rilasciato nelle sale nel 1984 e sebbene non ottenne nell'immediato riscontri positivi, è diventato con il tempo un film culto, rivalutato nel corso degli anni (insieme con la stessa visionarietà di Lynch, mi viene da aggiungere).
Dopo il film del 1984 ci furono due serie televisive, una nel 2000, Dune, e l'altra nel 2003, I figli di Dune, e poi solo voci e tentativi da parte della Paramount. Alla fine, nel 2016, la casa di produzione (all'incirca) indipendente Legendary annunciò l'acquisizione dei diritti cinematografici della saga, ed è proprio quel progetto lì, portato sul grande schermo in co-produzione con la Warner Bros., ad aver esordito in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane: l'attesa è, dunque, finita!
La storia narra le vicende della famiglia Atreides, in particolare del giovane Paul e della madre Jessica, sulle sabbiose dune del pianeta Arrakis. In particolare il primo film di Villeneuve si ferma poco prima dell'unione ufficiale di Paul e Jessica con i fremen, l'orgoglioso popolo che abita su Dune, nome non ufficiale di Arrakis.
La storia dei tentativi precedenti di portare su schermo la saga che, a detta dello stesso George Lucas, ha ispirato Star Wars, sono iniziati nei primi anni settanta, quando Alejandro Jodorowsky provò a portare a termine un progetto lungo 14 ore! I tempi non erano ancora maturi né per serie televisive né per serie cinematografiche di ampio respiro, per cui non se ne fece nulla (per fortuna) e la palla passò a David Lynch. Il suo Dune, prodotto da Raffaella De Laurentiis, venne rilasciato nelle sale nel 1984 e sebbene non ottenne nell'immediato riscontri positivi, è diventato con il tempo un film culto, rivalutato nel corso degli anni (insieme con la stessa visionarietà di Lynch, mi viene da aggiungere).
Dopo il film del 1984 ci furono due serie televisive, una nel 2000, Dune, e l'altra nel 2003, I figli di Dune, e poi solo voci e tentativi da parte della Paramount. Alla fine, nel 2016, la casa di produzione (all'incirca) indipendente Legendary annunciò l'acquisizione dei diritti cinematografici della saga, ed è proprio quel progetto lì, portato sul grande schermo in co-produzione con la Warner Bros., ad aver esordito in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane: l'attesa è, dunque, finita!
lunedì 20 settembre 2021
Le grandi domande della vita: Prendere un gelato su Venere
La serie delle Grandi domande è sempre stata un po' ballerina, ma l'ho sempre trovata affascinante anche da scrivere (e sembra, almeno su twitter, che in qualche modo piaccia ai lettori). E così rispolvero un po' la formula originaria con quattro domande, di cui ben tre dalla versione italiana di Quora.
Dopo 10 anni (dalla scrittura dell'articolo precedente, of course) non siamo ancora giunti a una spiegazione. Le cause sono sostanzialmente sempre quelle: evaporazione, perdita dei gas disciolti, i cicli convettivi all'interno dell'acqua, il superraffreddamento o supercongelamento.
Al di là delle (ancora) sconosciute cause del fenomeno, ho però trovato un interessante articolo che ripropone l'effetto per realizzare attività in classe:
I misteri dell'acqua
La prima è un tuffo nel passato, una curiosità sulle differenti velocità di congelamento dell'acqua calda e di quella fredda. Avevo già scritto tempo addietro dell'effetto Mpemba, (ri)scoperto nel 1963 dallo studente Erasto Mpemba.Dopo 10 anni (dalla scrittura dell'articolo precedente, of course) non siamo ancora giunti a una spiegazione. Le cause sono sostanzialmente sempre quelle: evaporazione, perdita dei gas disciolti, i cicli convettivi all'interno dell'acqua, il superraffreddamento o supercongelamento.
Al di là delle (ancora) sconosciute cause del fenomeno, ho però trovato un interessante articolo che ripropone l'effetto per realizzare attività in classe:
Burridge, H. C., & Hallstadius, O. (2020). Observing the Mpemba effect with minimal bias and the value of the Mpemba effect to scientific outreach and engagement. Proceedings of the Royal Society A, 476(2241), 20190829. doi:10.1098/rspa.2019.0829
domenica 19 settembre 2021
Topolino #3434: C'era una volta
Secondo numero di seguito con tre storie a puntate. E nessuna si conclude. Visto che già sembra siano in arrivo due nuove storie a puntate, rileggere un Topolino con storie autoconclusive risulta al momento utopistico.
Il numero, nel complesso, mi ha un po' deluso, ma la principale delusione viene dal secondo capitolo di Ducktopia, la storia fantasy scritta a quattro mani da Francesco Artibani e Licia Troisi per i disegni di Francesco D'Ippolito.
La versione breve di questa delusione è presto detta: le uniche che si salvano sono le ultime 5 pagine. In queste pagine conclusive la storia si ribalta e da parodia fantasy diventa una sorta di C'era una volta(1) al contrario.
Il problema principale della storia è che la trama viene sviluppata troppo velocemente: il soggetto del secondo capitolo sarebbe, in effetti, perfetto per una saga vera e propria. E non è solo una questione legata alla velocità di narrazione, ma tutta la vicenda si svolge in meno di un giorno!
Il numero, nel complesso, mi ha un po' deluso, ma la principale delusione viene dal secondo capitolo di Ducktopia, la storia fantasy scritta a quattro mani da Francesco Artibani e Licia Troisi per i disegni di Francesco D'Ippolito.
La versione breve di questa delusione è presto detta: le uniche che si salvano sono le ultime 5 pagine. In queste pagine conclusive la storia si ribalta e da parodia fantasy diventa una sorta di C'era una volta(1) al contrario.
Il problema principale della storia è che la trama viene sviluppata troppo velocemente: il soggetto del secondo capitolo sarebbe, in effetti, perfetto per una saga vera e propria. E non è solo una questione legata alla velocità di narrazione, ma tutta la vicenda si svolge in meno di un giorno!
sabato 18 settembre 2021
Martian Manhunter: Identità
Dopo il reboot forzato di Flashpoint, il J'onn J'onzz emerso dei New 52 aveva per me perso il suo appealing, soprattutto perché non era più considerato un membro fondatore della Justice League. Si potrebbe dire che il reboot, come una guerra, aveva lasciato sul terreno alcune vittime illustri, come ad esempio Superman o il Martian Manhunter.
Il personaggio aveva esordito nel 1955, all'alba della silver age, sulle pagine di Detective Comics #255. Creato da Joseph Samachson e Joe Certa, era stato involontariamente "rapito" da Marte dal dottor Saul Erdel tramite un macchinario sperimentale per il teletrasporto. Impossibilitato a ritornare sul suo pianeta natale, decide di restare sulla Terra nei panni del detective della polizia di Middletown John Jones.
Da quel momento in poi la storia di J'onn J'onzz si è arricchita di molti dettagli, come per qualunque supereroe. Gli autori, sfruttando i poteri di mutaforma e di telepate e le sue capacità di investigazione, hanno arricchito e reso interessante un personaggio che è sempre oscillato tra la parte più prettamente avventurosa e d'azione e quella invece riflessiva.
Il personaggio aveva esordito nel 1955, all'alba della silver age, sulle pagine di Detective Comics #255. Creato da Joseph Samachson e Joe Certa, era stato involontariamente "rapito" da Marte dal dottor Saul Erdel tramite un macchinario sperimentale per il teletrasporto. Impossibilitato a ritornare sul suo pianeta natale, decide di restare sulla Terra nei panni del detective della polizia di Middletown John Jones.
Da quel momento in poi la storia di J'onn J'onzz si è arricchita di molti dettagli, come per qualunque supereroe. Gli autori, sfruttando i poteri di mutaforma e di telepate e le sue capacità di investigazione, hanno arricchito e reso interessante un personaggio che è sempre oscillato tra la parte più prettamente avventurosa e d'azione e quella invece riflessiva.
venerdì 17 settembre 2021
Il suono delle supernove nell'universo
Vi sono mancate le particelle musicali? In questo periodo, a causa della presenza delle recensioni con musica di Batman: Death Metal ho diradato le uscite, ma oggi pesco dal cilindro un interessante esperimento musicale segnalato su twitter da Andrea Bernagozzi (che poi in una settimana è già il secondo post che mi ispira!).
Quello che vi sto per presentare qui sotto è un progetto che potremmo inserire all'interno della sonificazione dei dati astronomici, una pratica che sta prendendo sempre più piede e che permette di rendere l'astronomia accessibile anche ai non vedenti. Il video qui sotto in particolare è stato realizzato da Astronomy Sound of the Month e mostra le supernove scoperte dal 1950 fino al 2018, associando a ognuna di esse un suono, che a sua volta fa da sottofondo alla voce di Noel Gallagher che canta uno dei pezzi degli Oasis, Champagne Supernova.
Certo la canzone non ha mlti riferimenti astronomici o al fatto che le supernove sono delle stelle che esplodono, ma magari agli Ayeron ci dedicherò presto un nuovo articolo nella serie!
Quello che vi sto per presentare qui sotto è un progetto che potremmo inserire all'interno della sonificazione dei dati astronomici, una pratica che sta prendendo sempre più piede e che permette di rendere l'astronomia accessibile anche ai non vedenti. Il video qui sotto in particolare è stato realizzato da Astronomy Sound of the Month e mostra le supernove scoperte dal 1950 fino al 2018, associando a ognuna di esse un suono, che a sua volta fa da sottofondo alla voce di Noel Gallagher che canta uno dei pezzi degli Oasis, Champagne Supernova.
Certo la canzone non ha mlti riferimenti astronomici o al fatto che le supernove sono delle stelle che esplodono, ma magari agli Ayeron ci dedicherò presto un nuovo articolo nella serie!
giovedì 16 settembre 2021
Come sopravvivere all'invasione dei mostri
C'è questo asteroide, Agatha 616, che si sta dirigendo di gran carriera contro la Terra. E' abbastanza grosso da causare l'estinzione della vita sul pianeta, e così le varie nazioni dell'umanità realizzano missili da sparare contro l'asteroide. Il problema è che le sostanze chimiche usate per i razzi (probabilmente per il propellente) sono ricadute sulla superficie del pianeta (questo evidentemente perché l'esplosione e la distruzione dell'asteroide è avvenuta in prossimità della Terra), causando una serie di mutazioni negli animali a sange freddo. Un aumento delle dimensioni, un aumento delle armi letali, con una rapida discesa di tutti i mammiferi, uomo incluso, lungo la catena alimentare. E non hanno aiutato neanche le potenti armi a disposizione degli esseri umani, visto che questi esseri mutati risultavano resistenti a un bel po' di queste armi. E così il 95% della popolazione si è estinta e il restante 5% si è rifugiata sottoterra.
mercoledì 15 settembre 2021
Il colore dell'universo
Quando guardiamo il cielo di notte, ciò che vediamo è un'immensa oscurità costellata qua e la da alcune luci che sembrano scintillare, effetto dovuto alla presenza dell'atmosfera terrestre. Verrebbe, dunque, da dire che l'universo è quasi completamente nero, C'è però un problema: il nero non è un colore, come ricorda Ivan Baldry del Liverpool John Moores University Astrophysics Research Institute, ma l'assenza di luce rilevabile, o in altri termini di luce visibile. Che poi è quella che ci arriva dalle galassie e dalle stelle che vediamo con i nostri strumenti.
A quel punto ecco che Baldry, Karl Glazebrook e un nutrito gruppo di colleghi, quelli che lavoravano per il 2dF Galaxy Redshift Survey, pensò bene di determinare il colore medio dell'universo (o se preferite il colore che un osservatore esterno molto lontano avrebbe percepito guardando il nostro universo). Per ottenere il risultato, il gruppo è partito dalle circa 200000 galassie osservate dal 2dF-GRS, tutte racchiuse in pochi miliardi di anni luce (che considerando la sua età è all'incirca il presente dell'universo), e ne ha ricavato lo spettro di emissione di tutta la luce di queste galassie (in un certo senso ha fatto, in maniera un po' sofisticata, lo stesso esperimento con la luce bianca fatto da Isaac Newton: farla passare attraverso un prisma). Il risultato è una sorta di "arcobaleno":
A quel punto ecco che Baldry, Karl Glazebrook e un nutrito gruppo di colleghi, quelli che lavoravano per il 2dF Galaxy Redshift Survey, pensò bene di determinare il colore medio dell'universo (o se preferite il colore che un osservatore esterno molto lontano avrebbe percepito guardando il nostro universo). Per ottenere il risultato, il gruppo è partito dalle circa 200000 galassie osservate dal 2dF-GRS, tutte racchiuse in pochi miliardi di anni luce (che considerando la sua età è all'incirca il presente dell'universo), e ne ha ricavato lo spettro di emissione di tutta la luce di queste galassie (in un certo senso ha fatto, in maniera un po' sofisticata, lo stesso esperimento con la luce bianca fatto da Isaac Newton: farla passare attraverso un prisma). Il risultato è una sorta di "arcobaleno":
martedì 14 settembre 2021
Malignant
Tra la regia di Aquamen e del suo sequel, la cui uscita è prevista per il 2022, James Wan torna al genere che gli h dato fortuna, l'horror.
Ideatore della saga di Saw, di cui ha scritto e girato il primo film, Wan è sostanzialmente un autore di genere horror nonostante alcune capatine in altri mondi, come i supereroi o il mondo di Fast&Furious. Per Malignant, invece, Wan realizza un horror alla Dario Argento. La storia inizia nel 1993, in un manicomio con la dottoressa Florence Weaver e i suoi colleghi che affrontano un paziente particolarmente pericoloso che sembra mostrare poteri paranormali, oltre a un rispetto per la vita prossimo a zero.
Dopo il prologo e la sigla, che a rivederla fornisce alcuni indizi preziosi (anche se pure senza la sigla la situazione è intuibile abbastanza velocemente, soprattutto agli amanti del genere), l'azione passa ai giorni nostri. Siamo a Seattle, in casa di Madison Lake (Annabelle Wallis), incinta. La donna torna a casa dal lavoro e inizia a parlare con il marito, Derek Mitchell. L'uomo si mostra particolarmente umorale, passando dalla premura alla violenza: a un certo Derek sbatte la testa della moglie contro il muro e poi, pentito, va alla ricerca di qualcosa per medicare la donna, che nel frattempo si chiude nella camera da letto. Quella notte Derek viene orrendamente ucciso da un intruso.
Ideatore della saga di Saw, di cui ha scritto e girato il primo film, Wan è sostanzialmente un autore di genere horror nonostante alcune capatine in altri mondi, come i supereroi o il mondo di Fast&Furious. Per Malignant, invece, Wan realizza un horror alla Dario Argento. La storia inizia nel 1993, in un manicomio con la dottoressa Florence Weaver e i suoi colleghi che affrontano un paziente particolarmente pericoloso che sembra mostrare poteri paranormali, oltre a un rispetto per la vita prossimo a zero.
Dopo il prologo e la sigla, che a rivederla fornisce alcuni indizi preziosi (anche se pure senza la sigla la situazione è intuibile abbastanza velocemente, soprattutto agli amanti del genere), l'azione passa ai giorni nostri. Siamo a Seattle, in casa di Madison Lake (Annabelle Wallis), incinta. La donna torna a casa dal lavoro e inizia a parlare con il marito, Derek Mitchell. L'uomo si mostra particolarmente umorale, passando dalla premura alla violenza: a un certo Derek sbatte la testa della moglie contro il muro e poi, pentito, va alla ricerca di qualcosa per medicare la donna, che nel frattempo si chiude nella camera da letto. Quella notte Derek viene orrendamente ucciso da un intruso.
lunedì 13 settembre 2021
Quando perdemmo la Luna
Il 9 Settembre 1999, John Koenig assume il comando della Base Lunare Alpha, un'installazione scientifica permanente collocata nel cratere lunare Plato, con il compito di approntare una spedizione esplorativa sul pianeta Meta, di recente scoperta. Nel frattempo incidenti e decessi inspiegabili colpiscono gli addetti ad un deposito di scorie nucleari, ed anche gli astronauti candidati. Ben presto si rileva un aumento del campo magnetico generato dalle stesse scorie. Nonostante il tentativo disperato di evacuare i depositi, il 13 Settembre 1999 si innesca un'esplosione di incredibile violenza, tale da provocare l'uscita della Luna dall'orbita terrestre. Inizia per gli sventurati l'odissea nello spazio cosmico, venendo a contatto con civiltà aliene e forme di vita insolite.
domenica 12 settembre 2021
Topolino #3433: Puntare sulle puntate
Che l'idea fosse quella indicata nel titolo era ormai evidente da tempo, ma in questo numero è diventata perfino troppo manifesta, con ben tre storie a puntate: Ducktopia, al suo esordio, Paperbridge, che si conclude, e Siamo serie!, giunta al suo secondo episodio. E per una serie che si chiude, almeno momentaneamente, ecco pronta la settimana prossima una nuova che arriva, questa volta dedicata a Dante Alighieri. Ci sarà tempo di discuterne, ma nel frattempo lasciatemi scrivere che, forse, ci sono un po' troppe storie a puntate ultimamente su Topolino, anche se, per fortuna, il problema non è (sempre) la loro qualità.
Continua a essere icomprensibile la presenza di un Paperone che vuole risparmiare su tutto, ma è un qualcosa di comune a moltissime storie italiane di quest'epoca, per cui più che chiedere che si cambi direzione, c'è ben poco da fare. Sarebbe stato più interessante avere, ad esempio, Filo Sganga come produttore: la cosa avrebbe sicuramente reso più realistica la situazione di bassissimo budget in cui operano Paperina e Chiquita.
A parte questo la storia inizia a funzionare, almeno come parodia del mondo televisivo, per cui non posso che aspettare con interesse il seguito.
Nel mondo della televisione
Per l'occasione rispolvero i titoletti, che avevo abbandonato da tempo, per introdurre le tre storie a puntate. Inizio da quella che mi sta convincendo meno di tutte, Siamo serie!. Scritta da Sergio Badino per i disegni di Silvia Ziche, è ambientata nel mondo della televisione con Paperina e Chiquita impegnate nel produrre per conto di Paperone una serie televisiva che parli della produzione di serie televisive. E già la trama è un cortocircuito mentale che ai fan più sfegatati non potrà far altro che pensare a Boris (sebbene su Topolino troviamo un precedente obiettivamente inarrivabile come Il mistero del papero del mistero proprio della Ziche). Il primo episodio non mi aveva convinto, ma già questo inizia a ingranare un po' di più, anche grazie a un paio di gag ricorrenti decisamente gustose.Continua a essere icomprensibile la presenza di un Paperone che vuole risparmiare su tutto, ma è un qualcosa di comune a moltissime storie italiane di quest'epoca, per cui più che chiedere che si cambi direzione, c'è ben poco da fare. Sarebbe stato più interessante avere, ad esempio, Filo Sganga come produttore: la cosa avrebbe sicuramente reso più realistica la situazione di bassissimo budget in cui operano Paperina e Chiquita.
A parte questo la storia inizia a funzionare, almeno come parodia del mondo televisivo, per cui non posso che aspettare con interesse il seguito.
sabato 11 settembre 2021
Il giorno in cui il mondo cambiò
Dov'ero l'11 settembre del 2001? Davanti al computer, se la memoria non mi inganna. A fare le slite ricerche, o forse a scrivere, o forse a fare entrambre le cose. Poi mia madre urla qualcosa del tipo C'è stato un attaco terroristico a New York (non credo queste precise parole, ma il senso era quello). All'inizio c'è un po' di incredulità: c'era il mito, anche grazie al cinema made in USA, di servizi segreti quasi infallibili, per cui la prima idea fu che in realtà non erano stati terroristi islamici, ma un attacco interno. Man mano che, nelle ore e nei giorni successivi, arrivarono sempre nuovi dettagli e il racconto delle storie intorno al crollo delle Torri gemelle era sempre più evidente che questa mia idea, molto naif e, ovviamente, nata da quella stessa scarsa conoscenza degli Stati Uniti indotta dal loro cinema, era evidentemente errata.
Una cosa, però, mi sembrava certa e nulla aveva scalfito questa convinzione: la guerra in Afghanistan non sarebbe servita a nulla. Oggi, dopo vent'anni, dopo che la guerra fu ufficialmente chiusa nel 2014 e commutata in una missione di pace, abbiamo assistito al ritorno dei talebani, la cui scacciata fu un effetto collaterale di una guerra contro la non-nazione del terrorismo islamico fondamentalista.
Oggi stiamo parlando del fallimento di vent'anni di politica in Afghanistan, e anche, i più estremi, del fallimento delle politiche contro il terrorismo. E la cosa diventava sempre più evidente, man mano che la storia si svolgeva sotto i nostri occhi: guerre statunitensi in oriente, annunci di uccisioni di Osama bi Laden e Saddam Hussein, ma nel frattempo un aumento degli attacchi terroristici in Europa, colpiti soprattutto Spagna, Gran Bretagna e Francia. Il tutto sotto l'occhio "protettivo" degli Stati Uniti: basti ricordare l'aumento delle misure di sicurezza negli aereoporti, diventate un po' più invasive. Nel frattempo i diritti fondamentali dei cittadini venivano sempre più ridotti, e non solo quegli degli Stati Uniti, come insegna lo scandalo dei sistemi di controllo della NSA scoperchiato da Edward Snowden.
Una cosa, però, mi sembrava certa e nulla aveva scalfito questa convinzione: la guerra in Afghanistan non sarebbe servita a nulla. Oggi, dopo vent'anni, dopo che la guerra fu ufficialmente chiusa nel 2014 e commutata in una missione di pace, abbiamo assistito al ritorno dei talebani, la cui scacciata fu un effetto collaterale di una guerra contro la non-nazione del terrorismo islamico fondamentalista.
Oggi stiamo parlando del fallimento di vent'anni di politica in Afghanistan, e anche, i più estremi, del fallimento delle politiche contro il terrorismo. E la cosa diventava sempre più evidente, man mano che la storia si svolgeva sotto i nostri occhi: guerre statunitensi in oriente, annunci di uccisioni di Osama bi Laden e Saddam Hussein, ma nel frattempo un aumento degli attacchi terroristici in Europa, colpiti soprattutto Spagna, Gran Bretagna e Francia. Il tutto sotto l'occhio "protettivo" degli Stati Uniti: basti ricordare l'aumento delle misure di sicurezza negli aereoporti, diventate un po' più invasive. Nel frattempo i diritti fondamentali dei cittadini venivano sempre più ridotti, e non solo quegli degli Stati Uniti, come insegna lo scandalo dei sistemi di controllo della NSA scoperchiato da Edward Snowden.
venerdì 10 settembre 2021
Ragazza dolce
Per certi versi Sweet girl diretto dal debuttante Brian Andrew Mendoza può essere paragonato a IL fuggitivo di Andrew Davis con un sontuoso Harrison Ford. In questo caso, però, in fuga troviamo Jason Momoa nel ruolo di Ray Cooper e Isabela Merced che interpreta la figlia Rachel.
La storia inizia con una famiglia, quella di Ray, in gita in mezzo alla natura. Poi il ritorno in città e la scoperta del cancro nella moglie, Amanda. Inizia un percorso in sopedale fatto di sofferenza e attesa. Poi una nuova cura in cui Amanda viene inserita. E infine il colpo gobbo: la cura ritirata. Per Amanda non c'è più speranza.
E' qui che inizia la rabbia e la disperazione di Ray, che arriva persino a minacciare l'amministratore delegato della ditta farmaceutica: l'uomo è in televisione al telegiornale, e Ray chiama e gli riversa addosso tutta la sua rabbia dopo che il tizio mostra tutta la sua ipocrisia.
La storia inizia con una famiglia, quella di Ray, in gita in mezzo alla natura. Poi il ritorno in città e la scoperta del cancro nella moglie, Amanda. Inizia un percorso in sopedale fatto di sofferenza e attesa. Poi una nuova cura in cui Amanda viene inserita. E infine il colpo gobbo: la cura ritirata. Per Amanda non c'è più speranza.
E' qui che inizia la rabbia e la disperazione di Ray, che arriva persino a minacciare l'amministratore delegato della ditta farmaceutica: l'uomo è in televisione al telegiornale, e Ray chiama e gli riversa addosso tutta la sua rabbia dopo che il tizio mostra tutta la sua ipocrisia.
giovedì 9 settembre 2021
Foto di un dualismo
La questione della dualità onda-particella è stata fondamentale all'interno dello sviluppo della meccanica quantistica. In buona sostanza, grazie a una serie di esperimenti, era diventato abbastanza chiaro che vari oggetti ritenuti all'epoca elementari mostravano, in determinate condizioni, comportamenti da particella, mentre in altre condizioni comportamenti da onda. Qualcosa del genere avviene con la luce, che si comporta ora come particella (da cui i fotoni) ora come onda (vedi i fenomeni di interferenza).
La proposta per risolvere questo comportamento paradossale venne a Niels Bohr il 16 settembre del 1927 durante un congresso internazionale di fisica che si stava svolgendo a Como. L'idea in effetti era ispirata da un esperimento mentale proposto a Bohr da Werner Heisenberg e che di fatto può essere considerato come il primo passo verso il principio di indeterminazione. In un certo senso si potrebbe dire che il principio di indeterminazione è la formulazione matematica del principio espresso da Bohr: il principio di complementarietà.
La proposta per risolvere questo comportamento paradossale venne a Niels Bohr il 16 settembre del 1927 durante un congresso internazionale di fisica che si stava svolgendo a Como. L'idea in effetti era ispirata da un esperimento mentale proposto a Bohr da Werner Heisenberg e che di fatto può essere considerato come il primo passo verso il principio di indeterminazione. In un certo senso si potrebbe dire che il principio di indeterminazione è la formulazione matematica del principio espresso da Bohr: il principio di complementarietà.
mercoledì 8 settembre 2021
Rompicapi di Alice: Scacchi tridimensionali
Gli scacchi tridimensionali sono una variante degli scacchi usuali in cui vengono utilizzate più tavole, generalmente disposte su livelli differenti.
La versione più vecchia, il Kubikschach (scacchi cubici) di Lionel Kieseritzky risale al 1851 ed era costituito da 8 tavole delle dimensioni di 8×8 una sull'altra e ogni tavola identificata da una lettera greca, da α in poi.
La versione successiva fu la Raumschachm (scacchi spaziali) di Ferdinand Maack. Datata 1907, nasce come variazione della Kubikschach, tanto che la prima versione era una 8×8×8, ma dopo vari esperimenti Maack giunnse alla conclusione che la versione migliore fosse la 5×5×5. In questa versione ciascuno dei due giocatori ha a disposizione 10 pedoni e 10 "figure", quelle classiche più due speciali, gli unicorni. Le sue mosse seguono lo schema qui sotto, dove la tavola $A$ è quella più in basso e la $E$ quella più in alto.
La versione più vecchia, il Kubikschach (scacchi cubici) di Lionel Kieseritzky risale al 1851 ed era costituito da 8 tavole delle dimensioni di 8×8 una sull'altra e ogni tavola identificata da una lettera greca, da α in poi.
La versione successiva fu la Raumschachm (scacchi spaziali) di Ferdinand Maack. Datata 1907, nasce come variazione della Kubikschach, tanto che la prima versione era una 8×8×8, ma dopo vari esperimenti Maack giunnse alla conclusione che la versione migliore fosse la 5×5×5. In questa versione ciascuno dei due giocatori ha a disposizione 10 pedoni e 10 "figure", quelle classiche più due speciali, gli unicorni. Le sue mosse seguono lo schema qui sotto, dove la tavola $A$ è quella più in basso e la $E$ quella più in alto.
lunedì 6 settembre 2021
Katla
Il Katla è un grande vulcano nel sud dell'Islanda. Ha alcune caratteristiche particolari: è un vulcano subglaciale, ovvero si trova sotto un ghiacciaio; inoltre le sue eruzioni sono particolarmente lunghe. Ad esempio l'ultima eruzione, iniziata il 18 ottobre del 1918, durò per 24 giorni, mentre la più lunga, durata per 100 giorni, risale al 17 ottobre del 1755. Il Katla, dunque, diventa un luogo affascinante dove realizzare una serie televisiva di genere mystery, in particolare nel paese di Vik, sufficientemente vicino al vulcano da subirne le conseguenze in caso di eruzione.
E infatti è quello che succede proprio nella prima stagione di Katla (per come finisce la serie, ci si aspetta l'arrivo di una seconda stagione): il vulcano, un anno dopo la sua ultima eruzione, continua a spargere nell'atmosfera le sue ceneri, e a volte anche qualche scossa sismica. In questa situazione quasi tutti gli abitanti di Vik sono andati via, tranne un piccolo manipolo di persone, tra cui troviamo Gríma, la principale protagonista.
E infatti è quello che succede proprio nella prima stagione di Katla (per come finisce la serie, ci si aspetta l'arrivo di una seconda stagione): il vulcano, un anno dopo la sua ultima eruzione, continua a spargere nell'atmosfera le sue ceneri, e a volte anche qualche scossa sismica. In questa situazione quasi tutti gli abitanti di Vik sono andati via, tranne un piccolo manipolo di persone, tra cui troviamo Gríma, la principale protagonista.
domenica 5 settembre 2021
La lunga notte di Halloween
Dopo aver recensito, un po' di tempo fa, uno dei fumetti più brutti di Frank Miller e di Batman, mi sembrava il caso di affrontare una delle saghe batmaniane più interessanti degli ultimi dieci anni. Composta da due maxiserie, racconta dei primi passi di Batman e di come incrociò la sua strada con Dick Grayson, che sarebbe diventato Robin, la sua spalla. Sto parlando de La lunga notte di Halloween e di Vittoria oscura, due maxiserie realizzate dalla coppia Jeph Loeb e Tim Sale che fornirono, fuori dalle serie regolari batmaniane, una visione del Cavaliere Oscuro particolarmente efficace, riuscendo anche a dare il giusto spazio anche alla sua identità civile, Bruce Wayne.
Ci sarebbe da dire che in Italia la prima saga, The Long Halloween, è oggi diventata Il lungo Halloween, scegliendo la traduzione letterale, ma personalmente questa scelta non mi trova d'accordo. A parte questo dettaglio, vediamo un po' come si sviluppa la trama di Loeb.
Ne La lunga notte, Festa uccide componenti delle famiglie criminali che controllano Gotham, per lo più legate alla famiglia di Carmine "il romano" Falcone. Il killer ha un modus operandi ben preciso: usa una pistola piccola, facile da usare anche per una donna, e silenziata con una tettarella sulla canna, e dopo gli omicidi lascia uno o più oggetti legati alla festa legata alla data del calendario. Proprio questa coincidenza spinge Jim Gordon, Harvey Dent, ancora sano di mente e procuratore della città, e Batman a rivolgersi a Julian Day, l'uomo del calendario.
E' proprio tramite questo personaggio che Loeb e Sale consegnano al lettore alcuni indizi interessanti, come ad esempio quello che in realtà siano in azione due Festa e non uno solo.
La trama investigativa, però, è anche un modo per raccontare di come Harvey Dent diventa Due Facce. Questo, in un certo senso, diventa non solo un punto di svolta per la storia, ma anche per Gotham stessa: è con l'arrivo di Due Facce, ci dicono gli autori, che i freak iniziano a prendere il "possesso" della città, a diventare una forza competitiva nei confronti della criminalità classica. In un certo senso The long Halloween può essere considerata come la storia in cui viene raccontato questo passaggio di consegne. Certo, c'è anche da aggiungere che la criminalità classica, constatando la sua impossibilità a sconfiggere questo nuovo genere di criminali, inizia a utilizzarli, quasi ad allearsi, come mostrato nel corso della maxi-serie.
Ci sarebbe da dire che in Italia la prima saga, The Long Halloween, è oggi diventata Il lungo Halloween, scegliendo la traduzione letterale, ma personalmente questa scelta non mi trova d'accordo. A parte questo dettaglio, vediamo un po' come si sviluppa la trama di Loeb.
Mafia, corruzione e freak
Entrambe le due maxiserie ruotano intorno alla caccia a un serial killer: ne La lunga notte il suo nome in codice è Festa, poiché colpisce nei giorni di festa; nella Vittoria oscura è, invece, L'impiccato, perché attacca alle sue vittime un foglio con lo schema incompleto dell'omonimo gioco. Ciò che in comune hanno i due assassini sono le vittime: legate in un modo o nell'altro al mondo della criminalità.Ne La lunga notte, Festa uccide componenti delle famiglie criminali che controllano Gotham, per lo più legate alla famiglia di Carmine "il romano" Falcone. Il killer ha un modus operandi ben preciso: usa una pistola piccola, facile da usare anche per una donna, e silenziata con una tettarella sulla canna, e dopo gli omicidi lascia uno o più oggetti legati alla festa legata alla data del calendario. Proprio questa coincidenza spinge Jim Gordon, Harvey Dent, ancora sano di mente e procuratore della città, e Batman a rivolgersi a Julian Day, l'uomo del calendario.
E' proprio tramite questo personaggio che Loeb e Sale consegnano al lettore alcuni indizi interessanti, come ad esempio quello che in realtà siano in azione due Festa e non uno solo.
La trama investigativa, però, è anche un modo per raccontare di come Harvey Dent diventa Due Facce. Questo, in un certo senso, diventa non solo un punto di svolta per la storia, ma anche per Gotham stessa: è con l'arrivo di Due Facce, ci dicono gli autori, che i freak iniziano a prendere il "possesso" della città, a diventare una forza competitiva nei confronti della criminalità classica. In un certo senso The long Halloween può essere considerata come la storia in cui viene raccontato questo passaggio di consegne. Certo, c'è anche da aggiungere che la criminalità classica, constatando la sua impossibilità a sconfiggere questo nuovo genere di criminali, inizia a utilizzarli, quasi ad allearsi, come mostrato nel corso della maxi-serie.
sabato 4 settembre 2021
Topolino #3432: I misteri di Paperbridge
E se inizio con una storia di Marco Gervasio potete stare certi che è una storia di Fantomius. Come ho sempre scritto in altre occasioni, delle sue storie, quelle che preferisco, anche quando sono presenti dei difetti, sono proprio quelle con Lord Quacket. In questo caso, però, stiamo parlando della sua versione più giovane, prima di indossare la maschera del ladro gentiluomo. La seconda stagione di Paperbridge è, infatti, giunta al suo secondo episodio, il settimo in totale, e fino a ora direi che mi sta piacendo più della stagione precedente.
In questo secondo episodio Gervasio aumenta il livello di mistero, ma al tempo stesso getta qualche indizio in più, rendendo sempre più evidente il fatto, che comunque era già intuibile sin da settimana scorsa, che Cuordipietra Famedoro avrà un ruolo centrale nello svolgere il bandolo della matassa. Al tempo stesso Gervasio mi costringe a riflettere sulle origini scozzesi di Famedoro e sul fatto che non ho mai completamente capito come mai gli autori che hanno successivamente sviluppato il personaggio lo hanno reso scozzese. Questo, però, può essere uno spunto per qualche approfondimento futuro su Cuordipietra. Ora torniamo al sommario di Topolino e alla cover story.
venerdì 3 settembre 2021
Il demone di Febbraio
Attirato un po' dalla copertina, un po' dal titolo, do un'occhiata a Il demone di Febbraio: è una raccolta di racconti gotici e del brivido di Gérard Prévot edito da Agenzia Alcatraz, un piccolo editore che sembra avere un catalogo piuttosto interessante.
Ad ogni modo nell'agile raccolta si trovano una ventina di racconti in circa 230 pagine di uno scrittore belga del XX secolo, sebbene le atmosfere che si respirano sembrano quelle del XIX secolo e dei racconti del re di questo genere, Edgar Allan Poe. Così come Poe, anche Prévort racconta della follia degli uomini. Non a caso alcuni dei racconti non presentano un reale elemento soprannaturale, in altri è appena accennato e diventa manifesto solo sul finale, ma non per una descrizione esplicita, ma semplicemente grazie a un indizio, una intuizione. E c'è anche in alcuni un qual certo sense of humor, tanto che alcuni racconti sarebbero potuti diventare tranquillamente umoristici o parodistici.
Una lettura decisamente consigliata per tutti gli amanti del genere.
Ad ogni modo nell'agile raccolta si trovano una ventina di racconti in circa 230 pagine di uno scrittore belga del XX secolo, sebbene le atmosfere che si respirano sembrano quelle del XIX secolo e dei racconti del re di questo genere, Edgar Allan Poe. Così come Poe, anche Prévort racconta della follia degli uomini. Non a caso alcuni dei racconti non presentano un reale elemento soprannaturale, in altri è appena accennato e diventa manifesto solo sul finale, ma non per una descrizione esplicita, ma semplicemente grazie a un indizio, una intuizione. E c'è anche in alcuni un qual certo sense of humor, tanto che alcuni racconti sarebbero potuti diventare tranquillamente umoristici o parodistici.
Una lettura decisamente consigliata per tutti gli amanti del genere.
giovedì 2 settembre 2021
Erasmo Recami: veloce come un fotone
Ho scoperto solo da poco che Erasmo Recami è scomparso. Il 14 luglio di quest'anno. Era uno dei principali studiosi di Ettore Majorana, sia della sua attività scientifica, sia delle circostanze della sua scomparsa (a tal proposito ho avuto il piacere di assistere a una sua conferenza e poi di potergli stringere la mano, grazie a un amico suo ex-allievo).
Della sua attività scientifica nel campo della fisica teorica, una delle più corpose è stata quella che si è concentrata sui messaggi superluminali. Non scendo nel dettaglio né dell'argomento in generale, né di suoi aspetti specifici, almeno per il momento, e mi limito, come piccolo ricordo della sua opera, a proporvi un abstract, in italiano, di un suo articolo uscito nel 1986 sul Nuovo Cimento:
Della sua attività scientifica nel campo della fisica teorica, una delle più corpose è stata quella che si è concentrata sui messaggi superluminali. Non scendo nel dettaglio né dell'argomento in generale, né di suoi aspetti specifici, almeno per il momento, e mi limito, come piccolo ricordo della sua opera, a proporvi un abstract, in italiano, di un suo articolo uscito nel 1986 sul Nuovo Cimento:
I modelli ortodossi costruiti per spiegare le apparenti «espansioni superluminali» osservate in astrofisica — e qui brevemente riassunti e discussi, insieme coi dati sperimentali relativi — sembra non abbiamo avuto troppo successo, specialmente se posti a confronto con le piú recenti osservazioni, le quali suggeriscono la presenza di meccanismi di espansione complicati anche con possibili accelerazioni. A questo punto, quindi, può essere di qualche interesse esplorare i possibili modelli alternativi, in cui abbiano luogo effettivi moti Superluminali. Per preparare il terreno partiamo da un principio variazionale, introduciamo le basi di una meccanica dei tachioni nell’ambito della relatività speciale, e individuiamo il comportamento che ci si aspetta da parte dei tachioni quando essi interagiscono (ad esempiogravitazionalmente) tra di loro o con la materia ordinaria. Si esaminano, quindi, e si sviluppano i piú semplici modelli «Superluminali», prestando particolare attenzione alleosservazioni a cui essi darebbero luogo. Si conclude che alcuni di tali modelli appaiono fisicamente accettabili e statisticamente favoriti rispetto a quelli ortodossi.
Recami, E., Castellino, A., Maccarrone, G., & Rodono, M. (1986). Considerations about the apparent «superluminal expansions» observed in astrophysics. Il Nuovo Cimento B (1971-1996), 93(2), 119-144. doi:10.1007/BF02722327
mercoledì 1 settembre 2021
Lo sciame
Trovo molto difficile riuscire a classificare come horror Lo sciame di Just Philippot, film che si regge quasi esclusivamente su Virginie, interpretata da Suliane Brahim, già protagonista di Zone blanche.
Il rischio, non completamente scongiurato, è quello di avere uno stile di recitazione non molto diverso rispetto a quello mostrato nella serie, e in effetti in alcuni momenti piì che Virginie sembra di essere di fronte a Laurène Weiss. La storia, invece, è molto più simile a un noir che a un horror: Virginie ha un allevamento di cavallete, il cibo del futuro. L'allevamento, però, non decolla, almeno fino a che le cavallette stesse non scoprono il sapore del sangue. A quel punto Virginie inizia a nutrirle con il suo stesso sangue, procurandosi ferite sulle braccia e sulla schiena e facendosele succhiare dalle cavallette stesse.
Il rischio, non completamente scongiurato, è quello di avere uno stile di recitazione non molto diverso rispetto a quello mostrato nella serie, e in effetti in alcuni momenti piì che Virginie sembra di essere di fronte a Laurène Weiss. La storia, invece, è molto più simile a un noir che a un horror: Virginie ha un allevamento di cavallete, il cibo del futuro. L'allevamento, però, non decolla, almeno fino a che le cavallette stesse non scoprono il sapore del sangue. A quel punto Virginie inizia a nutrirle con il suo stesso sangue, procurandosi ferite sulle braccia e sulla schiena e facendosele succhiare dalle cavallette stesse.